Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    22/01/2023    0 recensioni
Per Touma guardare le stelle è un momento irrinunciabile. Ma da quando ha scoperto come sia bello avere dei nakama, ha capito anche che condividere tale contemplazione non è poi così male, soprattutto se pensa che la sua stella più preziosa lui l'ha catturata e la tiene stretta sulla terra accanto a sé.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rowen Hashiba, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic scritta per il writober indetto da Fanwriter.it.
Lista: Pumpnight
Prompt: 18. Stelle
Titolo: La stella più preziosa
Fandom: Yoroiden Samurai Troopers
Personaggi: Touma Hashiba, Seiji Date
Rating: verde
Genere: introspettivo, sentimentale, shounen-ai, boys love, romantico
 
 

 
LA STELLA PIÙ PREZIOSA


 
Nelle notti d’agosto, quando tutto il Giappone si rivestiva della magica atmosfera di Tanabata, dare la caccia alle stelle aveva un sapore ancora più soddisfacente.
La casa di Nasty, tra le montagne selvagge, li accoglieva tutti, per almeno una settimana d’estate e le notti, in quel luogo, non erano inquinate dalle luci della città.
Il tripudio di stelle si stendeva sulle foreste e sulle acque del lago in tutta la sua purezza. Per Touma era la condizione ideale: lui era nato e cresciuto in città e quel cielo libero da ogni contaminazione umana gli era sempre mancato, fin da bambino.
Scivolava fuori dalle coperte, lanciava un’occhiata a Seiji, addormentato nel letto accanto e sgattaiolava attraverso la finestra, per arrampicarsi sulle parti più alte del tetto, laddove la visuale era perfetta.
L’aria della notte non lo infastidiva, era un piacevole sollievo dopo la calura quotidiana dell’estate giapponese, persino a quell’altitudine e restava così, le gambe raccolte contro il petto ed il naso verso il cielo.
Quando si sentiva particolarmente ispirato, cercava un luogo aperto e vi si posizionava con un telescopio, pronto a trascorrere intere nottate a scrutare i fenomeni celesti.
Ma gli piaceva anche starsene semplicemente così, sul tetto, ad osservare le costellazioni che conosceva a memoria e perdersi in quella vastità di puntini dorati, immaginando solamente quali misteri si celassero lassù, rinunciando alle proprie fissazioni da piccolo scienziato.
Aveva bisogno di quelle notti, per pensare, immergersi in riflessioni esistenziali alle quali difficilmente trovava risposte durante lo scorrere del tempo scandito dalle ore del giorno.
Non che così le trovasse tutte, ma almeno riusciva a fare pace con se stesso e con il mondo intero ed erano pochi gli istanti in cui poteva davvero permetterselo.
Le domande sulla piega che aveva preso la sua vita, a un certo punto, si susseguivano senza sosta, trovare una risposta generava un’altra domanda, ancora più complessa ed era normale, per il guerriero del cielo, contemplare la volta celeste e chiedersi, più volte:
“Cosa ci faccio io qui? Chi sono? A cosa, a chi serve la mia vita?”.
A volte gli sembravano domande stupide, senza senso. Che senso poteva avere porsi questioni filosofiche che non contenevano in sé la prerogativa di tramutarsi in certezze?
Altre volte, invece, gli sembrava di avere quelle certezze in tasca, ma accadeva di rado ed era una sicurezza di breve durata, già scomparsa quando, di nuovo, la domanda si ripresentava alla mente.
Era un ragazzo complicato il guerriero del cielo, la sua testolina non stava mai ferma, come tanto spesso gli dicevano i nakama.
I nakama…
Quella sì era una certezza…
La loro presenza, il suo cuore che si era aperto e che aveva compreso di poter amare in un modo che a volte gli toglieva il fiato.
Sempre più spesso, durante quelle notti sotto le stelle, il pensiero andava ai nakama: ed era un pensiero che confortava, che dava sicurezza, che gli suggeriva come tutto, in effetti, avesse un senso.
 
Anche quella notte era lì, sul tetto della casa di Nasty.
Una meteora attraversò all’improvviso il cielo in tutta la sua ampiezza e, proprio in quel momento, i nakama si presentarono alla sua mente.
Si abbracciò le gambe con più forza, posò il mento sulle ginocchia e sospirò:
“Loro sono il mio senso…”.
“Il piccolo panda parla da solo o eleva poesie alle stelle?”.
Sorrise alla figura che giunse al suo fianco e si sedette accanto a lui.
“Eri tu la stella caduta dal cielo per materializzarsi sulla terra, qui vicino a me?”.
L’unico occhio visibile di Seiji brillò di sorpresa, sotto al sopracciglio inarcato:
“Hai bevuto troppo? Sei ubriaco?”.
Sulle labbra di Touma si disegnò un broncio:
“Io cerco di essere romantico e tu rovini tutto”.
“Non fare così” ridacchiò Seiji, dandogli un buffetto sul naso. “È che… è stata un’accoglienza un po’ strana, lo devi ammettere”.
“Le stelle mi ispirano, si vede” borbottò Touma, guardando altrove e con aria ancora offesa.
“Panda” cantilenò Seiji, il dito che stuzzicava la guancia dell’arciere.
Touma sbuffò, un’ondata di calore risalì dal suo corpo e gli incendiò le guance, si lasciò andare contro il nakama e soffocò il secondo sbuffo contro il petto di Seiji, che lo accolse ridacchiando e affondando le dita nei suoi capelli.
Gli occhi di Touma spuntarono dal loro rifugio proprio mentre quelli di Seiji si sollevavano verso il cielo.
“Un’altra stella cadente”.
La sua voce era sognante, così come la sua espressione e Touma si trovò a contemplarla, completamente smarrito in essa, irretito da quegli occhi, dalla melodia delle sue parole, dalla dolcezza di quel sorriso.
Sorriso che si fece ancora più intenso quando scoprì lo sguardo fisso su di sé.
“Ti stai perdendo lo spettacolo” lo canzonò dolcemente.
Touma sospirò, con una scrollata di spalle:
“La stella più preziosa l’ho già catturata”.
Il sorriso di Seiji scomparve, le sue guance pallide si colorarono di un leggero rossore e gli occhi si socchiusero in un’espressione di composto imbarazzo.
Poi si lasciò andare ad un sospiro, le sue mani cercarono quelle di Touma e i loro corpi, così come i loro cuori, si amarono sotto la pioggia di stelle.
 
 
   
 
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