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Autore: Denebula    24/01/2023    0 recensioni
"Dunque il Sigillo discese sulla Terra sottoforma di lontano ricordo della sua vita mortale, conservando il suo dono ed il suo fine ultimo ma lasciando indietro cosa significasse essere un essere umano.
Il Vascello tornò ad osservare, ora da solo, meditabondo ma pronto a tornare anche lui sul piano materiale molto presto.
Avevano compiuto la prima mossa sulla scacchiera di quella delicata partita.
La loro minaccia aveva un nome ben preciso, urlato dalle masse come sinonimo di giustizia: Kira."
Genere: Angst, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Ryuuk
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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-Soichiro starà via per tre giorni- disse Sachiko durante la cena.
Light alla notizia fermò la forchetta prima che potesse raggiungere la bocca.
Una sola cosa doveva tenere nascosta: il Death Note, ora invece aveva combinato un disastro nel quale ci era rientrato il padre per errore.

-Come mai?- chiese Light col tono di voce più calmo possibile; persino la sorella sembrava preoccupata.

Pregava davvero che la madre sapesse qualcosa in merito più che altro per evitare di essere beccato per questa cavolata.

-Ha accennato ad una riunione importante...-

-Una riunione lunga tre giorni?- Era una scusa troppo poco credibile. Qualunque cosa fosse non si trattava solo di una riunione.

La povera Sachiko sospirò dopo aver posato sul tavolo il fazzoletto con il quale si era pulita le labbra.

-È tutto quello che so.-

"Non fa niente" pensò Light scuotendo appena la testa prima di ringraziarla per averli avvisati.
La madre cambiò subito discorso, riferendo quello che aveva sentito quel pomeriggio alla televisione.

-Certo che ne accadono di tutti i colori ultimamente: prima queste misteriose morti dei criminali ed ora il tasso di natalità giapponese è salito del due per certo nell'arco di qualche giorno!-

Informazione inutile ma che Light ugualmente si annotò nella propria mente.

Sayu aiutò il genitore a sparecchiare e lavare i piatti mentre Light passò l'aspirapolvere e lo straccio in salotto ed in cucina, toccava a lui fare le pulizie del piano terra quella sera ma non tutti i mali venivano per nuocere. Il lavoro manuale gli permise di staccare il cervello per qualche minuto e quando tornò in camera per ragionare sulla sua prossima mossa si sentì più in forma di prima.
Mancavano circa due mesi al test d'ingresso per l'università ed il padre sarebbe rimasto fuori per tre giorni, questo era il tempo perfetto per prendersi una "vacanza".

-Ryuk, sei stato bravissimo a non scappare l'altra sera.-

Lo shinigami emise un verso di fastidio al solo ricordo.

-E per questo ho deciso di premiarti: dopodomani si fa un bel viaggetto ad Iwatodai.-

L'essere della morte sembrava genuinamente felice della proposta, a quanto pare persino queste creature avevano bisogno di cambiare aria ogni tanto.
L'indomani Light sarebbe uscito per fare le compere necessarie per il viaggio come cibo, acqua e biglietti, si sarebbe portato dietro ovviamente qualche mela ed un normalissimo quaderno per raccogliere indizi, per fare foto sarà bastato il telefono. Per il Death Note aveva in mente un'altra tattica: quella sera il castano si anticipò col lavoro suddividendo le morti dei criminali nell'arco temporale di quei tre giorni, programmandone le date e gli orari nelle specifiche della loro morte. In questo modo se anche fosse stato fermato per Iwatodai non avrebbe sollevato sospetti come Kira visto che quest'ultimo avrà continuato ad uccidere. Poteva lasciare a casa il quadernino nascondendolo per bene ed atteggiarsi a ragazzo qualunque, era un piano così perfetto che andò a letto presto e soddisfatto.

Un altro Yagami invece il letto non lo avrebbe visto tanto facilmente.
Soichiro, in piedi nell'ascensore, si puliva nervosamente gli occhiali preparandosi a quel fatidico incontro con il presidente dell'azienda Kirijo.
Quando quell'accordo top secret era stato firmato lui era un poliziotto comune e non conosceva le specifiche, solo da quando era stato promosso a capo della polizia nazionale aveva iniziato a conoscere i particolari di tutte le operazioni esistenti.
Anche quelle più bizzarre, come quest'ultima.
Perché mai un'azienda come Kirijo Group famosa a livello internazionale per la produzione e la vendita di vari macchinari su larga scala avrebbe dovuto fare un accordo con la polizia giapponese nel quale si pretendeva massima segretezza?
Soichiro aveva sempre pensato si trattasse di corruzione, di importazione illegale di materie prime o spionaggio aziendale ed invece in mano si era ritrovato una cartellina con dentro documenti riguardanti la demolizione di due edifici, la messa al bando di divise scolastiche, una lunghissima lista di nomi, referti medici e qualche certificato di morte.
Il campanello dell'ascensore suonò e con l'apertura delle porte metalliche Soichiro raggiunse il piano designato dove si trovava l'ufficio nel quale era stato chiamato.
Camminò per il corridoio sistemandosi la cravatta, il rumore dei suoi mocassini attutiti dall'elegante moquette grigia. Dalle enormi e perfettamente lucidate finestre si poteva vedere il panorama notturno di Iwatodai da molto in alto. Non c'era anima viva per tutto il piano tranne che per una guardia del corpo che lo stava palesemente aspettando. Arrivato alla porta dell'ufficio la guardia lo fece entrare e ad accoglierlo fu una affascinante donna dai vaporosi capelli rossi e sguardo glaciale. Sembrava alquanto giovane per essere lei il presidente dell'azienda, avrà ricevuto il titolo ed il posto in eredità oppure si trattava di un giovane prodigio dell'economia, pensò il poliziotto. I due si strinsero la mano e lei lo invitò ad accomodarsi ad un capotavola di un lungo ed ampio tavolo da meeting di pregiato legno scuro. La donna si sedette composta al suo esatto opposto, sempre a capotavola; davanti a lei un computer portatile ed un piccolo telecomando, dietro di lei un grande telo bianco.

-Signor Yagami, il mio nome è Mitsuru Kirijo e ricopro il ruolo di presidente dell'omonima azienda.
È un vero peccato incontrarsi a causa di avvenimenti spiacevoli, spero non prenda la questione sul personale.-

-Nessun disturbo, signora Kirijo.-

-Signorina.-

Siochiro chiese perdono ma la donna chiuse la faccenda con un cenno disinteressato di mano.

-Comprendo quanto l'orario sia scomodo dunque, se non le dispiace, verrò subito al dunque per farle perdere meno tempo possibile.-

La donna si girò con la sedia verso la parete a cui dava le spalle e prendendo in mano il telecomando fece apparire sul proiettore un'immagine. Ciò che colpì Yagami fu in realtà un box affianco l'immagine che racchiudeva tutti i metadata: aveva subito riconosciuto due degli indirizzi in esso presenti e sentì un paio di gocce di sudore attraversargli le tempie.

-Ieri mattina alle ore 11:37 sul forum di bassa attività "Students Today" l'utente "ScarletfruiT" ha pubblicato la foto della spilla della Gekkoukan High avviando una discussione col chiaro obiettivo di conoscerne l'origine- iniziò a spiegare con tono chiaro e presente a se stesso la donna. -All'inizio abbiamo pensato si trattasse di un raro esemplare sfuggito alla distruzione ma abbiamo scelto di eseguire ugualmente un controllo completo.
Capirà bene, signor Yagami, che per ragioni di sicurezza abbiamo dovuto richiedere l'intervento di un hacker professionista.
Siamo giunti alle seguenti conclusioni: la foto è stata scattata da un telefono cellulare con localizzazione determinata a casa sua mentre l'indirizzo IP del computer usato per accedere al forum è quello del personal computer alla centrale di polizia nella quale lei opera. Appena abbiamo ricevuto questi dati volevamo contattarla al suo numero privato ma siamo stati costretti a sospendere immediatamente il sito quando l'utente "_straw-barry_" ha risposto alla discussione affermando di riconoscere la spilla ed indicando esplicitamente da quale luogo essa provenga. Abbiamo infine chiesto all'hacker di accedere forzatamente ed eliminare definitivamente la foto dal suo computer per poi informarla della grave violazione dell'accordo. Posso assicurarle, e le do solennemente la mia parola, che non abbiamo manomesso altri file nel suo apparecchio tranne che per quella foto e la cartella nella quale era stata archiviata.-

A Yagami girò la testa, aveva capito un quarto di quello che la signorina Kirijo gli aveva detto ma aveva ugualmente capito che era sorto un putiferio.

-Non ho davvero idea di cosa sia successo,- cercò di spiegare Soichiro stringendosi maggiormente la cravatta al collo, -ho dato indicazioni precise ai miei colleghi e sono sicuro abbiano rispettato la segretezza imposta dall'accordo.-

-Ne sono più che convinta, signor Yagami. Ora,- riprese la donna voltandosi verso di lui ed incrociando le braccia al petto, appena sotto il seno, -la nostra intenzione è quella di risolvere la faccenda con meno effetti collaterali possibili ma le chiediamo cortesemente di aiutarci al massimo delle sue capacità. Non abbiamo intenzione di punire lei, la sua famiglia o i suoi sottoposti: le chiediamo solamente di risalire alla fonte del possessore di quella foto e/o di quella spilla, accertarsi che non abbia altre informazioni sulla Gekkoukan High, il dormitorio o altri luoghi presenti nell'accordo e consegnarci ogni prova materiale e/o digitale. Se necessario potrà usufruire dell'assistenza di una squadra formata da suoi uomini fidati o anche richiedere il supporto del nostro reparto di sicurezza informatico. Penserò io personalmente a distruggere le informazioni ed insieme a voi stenderemo un nuovo accordo, pressocché uguale al precedente. Il fine è quello di far finta che non sia accaduto niente e che tutto continui a scorrere come ha fatto fino ad ora.
Intendo però essere chiara con lei: in caso non riesca ad ottenere nulla saremo costretti a formare con voi un accordo più rigido e coinvolgere l'Interpol. Ha tempo tre giorni a partire da domani.
Tutto chiaro?-

-Trasparente- rispose amaramente Soichiro, ingoiando a vuoto.

-Bene- disse la donna, sempre fredda ed autoritaria alzandosi dal suo posto per avvicinarsi a Sochiro per porgergli ancora una volta la mano. -Le auguro un buon lavoro e la ringrazio per la sua gentile disponibilità.-

Yagami le strinse la mano ma questa volta con una stretta più nervosa e decisamente umida per via del sudore. La donna gli sorrise con formalità.

-Al momento risiede in un albergo qui ad Iwatodai, giusto? Non si faccia problemi a chiederci di ricoprire eventuali spese di vitto e alloggio.-

-Le farò sapere, auguro un buon proseguimento di serata.-

E con questo si concluse l'urgente incontro di quella sera. Tutto quello che voleva fare Soichiro era sparire, quella maledetta cravatta lo soffocava e quegli scricchiolanti mocassini si erano fatti troppo stretti. Il poliziotto ancora non processava quello che era appena successo, per lui era inimmaginabile che fosse accaduto qualcosa del genere dopo anni in cui l'accordo era stato rispettato...
Era esausto anche solamente per pensare, dentro l'ascensore che lo avrebbe accompagnato al piano terra si asciugò la fronte ed il collo con un fazzoletto di stoffa e si chiese da quando stava sudando per il nervoso.
Tornato nella sua stanza d'albergo e cambiatosi sprofondò tra le coperte senza neanche rendersi conto di essersi infilato la parte di sopra del pigiama al contrario.

 

-Misturu...?- chiese una voce maschile, profonda ed impastata al di lá del telefono.

-Sono addolorata per averti svegliato ma ho un enorme favore da chiederti- disse la donna, contemplando ancora la foto incriminata fatta da chissà chi in un'espressione di incertezza.
-Riattiva "Aeon".-

-C-Cosa?!- l'altra persona sembrò essersi completamente svegliata dopo queste parole.
-Ma...ci aveva chiesto di- -

-Sì, lo so e mi dispiace davvero dover arrivare a questo...sono una pessima amica.-

Il silenzio avvolse entrambi per qualche secondo fino a quando dal telefono non giunse una malinconica risata.

-Rassegnarti non è da te, vero?-

-Non lo è mai stato. Una parte di me ci spera sempre, lo sai.-

Mitsuru spense il computer ed il proiettore con un sospiro restando ora in un buio accogliente con solo l'odore neutro ma piacevole di mobilia fresca di fabbrica a farle compagnia.

-Anche se ne rimarrai puntualmente delusa?- disse l'uomo dall'altra parte.

-Sono disposta a vivere nel miraggio ed incassare l'ennesimo pugno di dura realtà che mi arriverà allo stomaco se è quello che mi stai chiedendo.-

Entrambi sapevano bene che non tutta la loro cerchia era pronta per questo e Mitsuru non nascose di sentirsi in colpa.

-Cos'è che ha risvegliato in te l'ossessione dei bei vecchi tempi questa volta?- chiese il ricevente della chiamata con tono chiaramente stanco.

-Una spilla che non dovrebbe esistere.- Ci fu una tesissima pausa. -Ha le stesse imperfezioni della sua.-

Li divorò un lungo e pesante silenzio.

-"Aeon" completerà la riattivazione entro domani.-

 

Light si aspettava, visto che il giorno prima aveva usato il Death Note, che alla porta a bussare quella mattina fosse il ragazzino dai capelli blu. Da quello che aveva inteso finora sia lui che il messaggero erano lì a causa di questo. Ad attenderlo invece furono due agenti che non conosceva.

-Light Yagami?- chiese per confermare uno dei due tenendo in mostra il distintivo della polizia.

"Tranquillo, è impossibile che siano qui per il quaderno. Stai calmo..." incominciò a ripetersi Light mentalmente e ciò lo aiutò a non dimostrarsi nervoso di fronte a loro. -Sì.-

-Buongiorno Light. Siamo Taro Watanabe e Ren Yamada, colleghi di suo padre. Lavoriamo allo stesso distretto.

-Buongiorno, piacere di conoscervi. Posso offrirvi qualcosa?-

-Come se avessimo accettato, grazie.-

Questi facevano in modo impeccabile il loro lavoro, in genere quelli del distretto che aveva conosciuto non rifiutavano offerte simili vista l'amicizia che li legava a Soichiro...Light capì che si trovavano lì da lui per problemi più grossi e che non avrebbe potuto raggirarli facilmente.

-Chiediamo scusa per il disturbo ma abbiamo bisogno del suo aiuto, potremmo farle qualche domanda?-

-Certo, sarei ben felice di poter dare una mano- disse Light apparendo sicuro di sé. Già altre volte aveva offerto il suo tempo per alcune investigazioni, stava diventando una vera e propria abitudine eppure questa volta il punto focale dell'indagine era indubbiamente lui.
Attese, meditando con attenzione sulle parole da usare.

-Ottimo, è lo spirito giusto. Sa dirci se riconosce questa foto?- chiese Taro mentre Ren mostrò al castano la foto della spilla che aveva scattato.
Merda, si trattava davvero di occultamento...cosa stava insabbiando la polizia? Se erano arrivati da lui voleva dire che lo avevano in qualche modo rintracciato quindi mentire su questo era fuori discussione.

-Sì, l'ho fatta io.-

Light vide Ren prendere appunti su un taccuino in operoso silenzio.

-Possiamo chiederle dove e quando ha trovato l'oggetto fotografato?-

Interessante, non ne avevano parlato come se fosse una spilla. Qui poteva inventarsi una credibile scusa sfruttando il dettaglio recepito, o almeno sperava.

-In mezzo alla strada, qui vicino, due giorni fa e di notte. L'ho raccolto pensando si trattasse di un pezzo di un'automobile andato perso.-

Entrambi gli agenti annuirono ma Light non riuscì a capire con quanta effettiva convinzione.

-E lo ha ancora?-

Volevano la spilla, questo era certo, ma volevano anche Light?

-No, l'ho gettato via- almeno questa era una mezza verità.

-Capisco.-

Light no, non stava capendo niente di quello che stava succedendo e del perché ora rischiasse di venir arrestato se commetteva un altro passo falso.

-Parliamo della foto...-

Era giunto il momento di sparare la bufala del secolo? Assolutamente sì.

-Sono appassionato di macchine e non avevo mai visto questo logo. Pensando si trattasse di un nuovo modello lanciato sul mercato volevo chiedere ad amici con i miei stessi interessi, coetanei, se ne sapessero qualcosa ma anche loro non hanno saputo rispondermi, per questo alla fine ho buttato quel logo.-

Ren continuò ad annotare, instancabile.

-Ed ha ancora la foto?-

-Sì, qui- ripose Light, tirando fuori il telefono dalla tasca. Non aveva bisogno di mentire, né gli conveniva.

Taro si schiarì la gola portandosi per buona educazione una mano davanti alla bocca.

-Vede, ci ha visto giusto: il logo si tratta effettivamente di un nuovo modello di macchina ma al momento è ancora protetto da un contratto commerciale che ne vieta la diffusione mediatica privata o pubblica.-

Sentire mentire un poliziotto era uno spettacolo che non si vedeva tutti i giorni. Light rimase al gioco, inchinandosi verso i due.

-Sono desolato, sono pronto a pagare una sanzione ed eliminare la foto.-

-Stia sereno, nessuna sanzione- "almeno quello", pensò Light, -ma dovremo procedere ad eliminare la foto. Ci dispiace chiederlo all'improvviso ma potrebbe consegnarci il cellulare per qualche minuto?-

Ecco qual era il loro scopo: sbarazzarsi completamente della foto. Ovviamente, pensò Light, se si trattava di occultamento dovevano eliminare ogni prova esistente. Il castano consegnò loro il telefono senza fare storie, lasciando che lo attaccassero ad un dispositivo che Taro aveva tirato fuori dalla valigetta. Tanto ormai per indagare aveva già una pista alternativa, poteva prendersi il lusso di uscire da questa storia senza essere preso di mira dalla polizia.

-Uno dei vostri apparecchi magici?- chiese Light per far rimanere l'atmosfera tranquilla ai loro occhi. Aveva già capito che quell'affare non avrebbe solo eliminato la foto.

-Esattamente, nulla però di cui preoccuparsi.-
Come promesso dopo un paio di minuti Taro gli riconsegnò il telefono.
-Ecco fatto, la ringraziamo per la sua collaborazione.-

I tre si strinsero la mano mentre Light rispose che il piacere era stato tutto suo. Gli agenti augurarono una buona giornata, il castano fece altrettanto e chiudendo il portone di casa sbuffò sonoramente. Chiuse gli occhi e parlò sottovoce a Ryuk, ancora nell'atrio.

-Giuro che prima o poi quel poppante lo ammazzo di nuovo.-

Lo shinigami ridacchiò ben sapendo che anche in quella ipotetica seconda volta l'umano non ci sarebbe riuscito.

 

-Agganciato- disse entusiasta una piccola voce, accompagnata da un verso affermativo più neutrale.
-Light Yagami, il figlio maggiore di Soichiro. È attualmente in casa sua, a Tokyo. Lo terrò d'occhio per un po', in caso manderemo "Aeon" ad arrestarlo ma spero non ce ne sia bisogno. Attendo gli appunti della polizia.-

-Il piano procede alla perfezione e gli agenti stanno facendo del loro meglio. Come sempre ottimo lavoro Lucia, sapevo di poter contare su di te.-

  
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