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Autore: LadyYuna94    24/01/2023    0 recensioni
"Ogni notte, da ventun anni oramai, faccio sempre il solito sogno, è così strano.
/.../ La scena è sempre la stessa: un prato, alba appena inoltrata, io che rincorro un bambino con una casacca arancio acceso e i capelli neri. /.../ Corre ad una velocità assurda, non riesco mai a stargli dietro, i suoi capelli sono così strani, come se stessero sparati in aria per qualche forza misteriosa. Non so come si chiama, non so, in generale chi è. Di solito si sogna ciò che nella maggior parte delle cose si conosce, soprattutto quando si ha tre anni, ma evidentemente non è il mio caso..."
Maya è la figlia adottiva dei Brief e lei e Bulma sono inseparabili. Tra chiacchiere tipicamente femminili, caffè e decisamente troppe sigarette, l'ultima estate prima della laurea un incontro inaspettato con i nuovi investitori della Capsule Corporation, che nascondono un segreto inconfessabile, cambierà per sempre le loro vite e anche il loro modo di percepire la realtà...
(E' LA PRIMA LONG SU DRAGON BALL DELLA MIA VITA, SCRITTA UNA DECINA D'ANNI FA E RIVISITATA, CHIEDO GIA' SCUSA PRIMA DI PUBBLICARE XDXD)
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 36:

- Bulma!- esclama Gine avvicinandosi a lei, che accorgendosi di sentirsi chiamare, interrompe la conversazione con suo suocero.
Mia sorella è visibilmente imbarazzata, cosa che non è affatto da lei. La conosco da tutta la vita si può dire e la sua sfacciataggine, così come la sua disinvoltura in tutte le situazioni in cui è capitato di trovarci, sono sempre state oggetto di ammirazione da parte mia.
- Benvenuta in famiglia!- continua la donna.
"Credo di non aver mai visto la mamma di Goku lasciarsi andare a questi convenevoli tipicamente terrestri..."
Mia sorella piega leggermente il capo in segno di ringraziamento.
- Grazie- mormora alla fine.
- Come ti senti? Per qualsiasi cosa, consigli o altro, sappi che puoi contare su di me- si propone entusiasta la corvina, poi si guarda intorno circospetta, mentre si avvicina piano a Bulma.
- Non metto in dubbio che la tua mamma abbia esperienza, ha cresciuto te e Maya splendidamente, ma vedi portare in grembo un Saiyan non è cosa da tutti- le dice con fare confidenziale, per poi strizzarle l’occhio.
Bulma si esibisce nel sorriso più tirato che le abbia mai visto fare e poi mi lancia un veloce sguardo, nel quale è nascosta una supplica d’aiuto, io di tutta risposta, faccio un lungo sorso di champagne.
“La conversazione sta mettendo ansia persino a me che non sono incinta...”
Non credo di essere psicologicamente pronta al momento, a sentire discorsi sulle gioie di partorire un piccolo scimmione alieno. Al solo pensiero, mi gira vorticosamente la testa.
- Dovremmo dare una grande festa, un banchetto!- esordisce risoluto Veldock, beccandosi un gesto d’approvazione da parte di Gine.
- Ma siamo già ad una grande festa- si premura di sottolineare Bulma, mascherando a fatica la sua esasperazione.
- Intendo una festa in onore del nascituro, è ovvio- continua il Re, mentre mia sorella sospira rumorosamente.
"Sta per perdere la pazienza, lo sento..."
- Non vorrei mancarle di rispetto, Veldock, ma suo nipote è grande quanto le bollicine in questo calice al momento, c’è tempo per i banchetti e le incoronazioni- risponde lei, cercando di mantenere l’autocontrollo e, soprattutto, il sorriso.
- Bulma ha ragione, papà. Adesso l’importante è che cresca sano e forte- sottolinea Vegeta, assumendo la sua solita posizione a braccia incrociate.
- Brinderò decisamente a questo!- replica con ironia la turchina, mentre solleva in alto il suo flute di succo di frutta.
Mentre loro continuano a chiacchierare, io mi giro di spalle e vedo Goku che parla con suo padre poco distante.
Senza nemmeno accorgermene e, data tutta la situazione, i miei pensieri mi riportano nuovamente a come potrebbe essere se ora ci fossimo io e Goku al posto di Bulma e Vegeta. Per un istante soltanto mi perdo ad immaginare nostro figlio nella mia mente.
“Somiglierà a me? A lui? Sarà forte come suo padre, o dovrà imparare ad esserlo come è successo a me?”
Inizio a fantasticare un po’ troppo, quando la mamma mi si para davanti, agitata.
- Maya, tesoro, ho mandato il cameriere giù in cantina a prendere dell’altro champagne, ma non è ancora tornato, ti spiace andare a dare un’occhiata? Non vorrei si fosse perso, poverino- mi mette al corrente, con una nota di ansietà nella voce.
- Certo, mamma, vado subito-
- Non metterci troppo, tra poco siamo pronti per il brindisi annuale!- si affretta a dirmi, afferrandomi leggermente per un braccio.
- Farò in un attimo, vogliate scusarmi- così mi congedo dagli altri per raggiungere la cantina, quando Goku si accorge che mi sto allontanando dal gruppetto e prima mi segue  con lo sguardo, poi si allontana da suo padre.
- Papà, torno subito- dice a Bardack, allontanandosi di fretta.
- Sì, io raggiungo gli altri- lo informa suo padre, per poi vuotare il suo bicchiere e Goku annuisce, poi fa uno scatto per seguirmi, mentre Bardack raggiunge il gruppo, che sta mettendo ancora sotto torchio la povera Bulma.
- Eccolo qui, l’uomo che ha permesso che diventassi nonno!- esclama Veldock vedendo arrivare il suo vecchio amico, nonché suo ex comandante dell’armata reale.
Dalla prima volta che li abbiamo conosciuti, sicuramente stasera sono tutti più rilassati e contenti, sarà che finalmente non devono più portare il peso del loro segreto, almeno non più con me e Bulma, considerate parte della famiglia.
- Non esagerare. Bulma, Vegeta, le mie più vive congratulazioni- dice Bardack serio.
- Allora, pensato già a qualche nome?- tenta il padre di Goku, nella speranza di fare conversazione, ma Bulma sospira sfinita, poi presa dall’ansia, o forse da uno sbalzo ormonale improvviso, si sente di colpo nervosa.
- Non ancora, è un po’ presto…- lo interrompe, più bruscamente di quanto avesse voluto.
Bardack annuisce lentamente e il silenzio aleggia pesante tra i presenti, quando Bulma espira rumorosamente.
- Vegeta, amore, posso parlarti un attimo...in privato?- chiede d’un fiato, voltandosi completamente nella sua direzione.
- Torniamo subito- annuncia il piccoletto, per poi prendere a camminare davanti alla sua compagna in direzione del gazebo illuminato sul retro del giardino, alle spalle della piscina.

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Bulma si siede sulla panchina, sospirando ancora una volta sull'orlo dell'esasperazione, mentreVegeta passeggia nervoso, dandole le spalle e tenendo le braccia incrociate, come suo solito.
- Allora? Di cosa volevi parlarmi? Guarda che tra poco tuo padre farà il discorso, meglio non mancare- esordisce lui spezzando il silenzio, ma senza degnarla neanche di uno sguardo.
- Ah, ma per favore! Non fingere di fare il genero perfetto adesso- sbotta Bulma al limite della pazienza e Vegeta si volta verso di lei alzando un sopracciglio.
- Come, prego?- risponde in un sibilo lui.
- Sai bene cosa intendo- lo interrompe bruscamente la ragazza e quasi lui vede del fumo uscire dal corpo della fidanzata.
- Siete sempre stati freddi come il ghiaccio tu, tuo padre e ora all’improvviso, vi comportate come dei normalissimi esseri umani che stanno festeggiando l’arrivo di un bebé!- Bulma da sfogo a tutta la sua frustrazione, mentre Vegeta aggrotta le sopracciglia in un’espressione spaesata, poi lei si alza e va verso di lui, incazzata nera, un po’ come un toro pronto a caricare.
- Sappiamo entrambi che è capitato e ora non possiamo farci niente!- riprende lei, incapace di darsi una calmata e, fortunatamente la musica copre le sue urla.
- Ma non cercate di rifilarmi tutte queste cazzate della gioia di un nuovo arrivo e della nuova generazione dei Saiyan, perché con me non funzionano, non sono una romantica io- lo mette al corrente lei, portandosi sulla difensiva.
- E’ un tuo problema- si limita a rispondere lui, quasi come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
- Ma ricordatelo bene, questo bambino è il figlio di una onorata stirpe reale…- comincia Vegeta, puntandole l’indice contro a mo’ di avvertimento, ma Bulma non gli lascia neanche finire e porta gli occhi al cielo, alzando ancora di più il volume della voce.
- L’ho capito, cazzo!- sbotta livida di rabbia.
- Non è neanche nato e già mi sento addosso una marea di responsabilità per lui, non possiamo fermarci un secondo e vederlo semplicemente per quello che è? Nostro figlio, Vegeta, nostro figlio!- dice calcando le parole ad una ad una, per poi far calare un pesante silenzio tra loro, soltanto la musica in sottofondo e risate indistinte alla festa.
Bulma si sforza di far tornare il suo respiro quanto più regolare possibile, ricordandosi per un attimo che tutto quello sbraitare non fa bene né a lei né al piccolo e, quasi come fosse un gesto automatico, si porta una mano al basso ventre.
- Non lo ripeterò un’altra volta, ma quasi mi fa paura dirti di calmarti, che non ti fa bene agitarti così, ma finirei per farti arrabbiare di più, suppongo- spiega Vegeta, dandole nuovamente le spalle, ma Bulma riesce a scorgere un sorrisetto dipinto sul volto del ragazzo, prima di voltarsi completamente.
La collera lascia spazio ad un senso terribile di sconforto, così Bulma quando sente le lacrime pizzicarle gli occhi tanto forte da costringerla a chiuderli, si lascia andare ad un pianto liberatorio, facendo uno scatto e abbracciando Vegeta da dietro. Lui resta per un attimo immobile e sospira, portandosi una mano alla fronte, colto completamente di sorpresa dalla reazione della sua fidanzata, furente fino a poco fa e ora piagnucolante come una bambina.
Nonostante non sia esattamente un tipo abile a consolare le persone, i singhiozzi disperati di Bulma sono come delle lame nel petto per il giovane principe, così senza pensarci su troppo, si volta e accoglie la sua compagna tra le sue possenti braccia, dandole la possibilità di sfogarsi per bene.
- Ho paura Vegeta, ho paura di non essere all’altezza di crescere questo bambino e mantenere l’aspettativa che tu e tuo padre e tutti gli altri vi siete fatti- confessa Bulma nascosta nel suo petto, dando voce ai pensieri più nascosti persino a sé stessa.
- Non solo non ho idea di come si cresca un figlio, figuriamoci crescere un bimbo che non sarà del tutto umano!- sottolinea lei, mentre il mascara cola inesorabile sul suo viso di porcellana.
- Bulma, ora zitta e ascolta- la interrompe lui, cercando di spostarla e facendo una fatica enorme a mostrarsi dolce e comprensivo. Di certo, queste non sono tra le sue peculiarità.
- Nostro figlio discenderà pure da una fiera razza di guerrieri dello spazio, ma ti posso assicurare che sarà un bambino come tutti gli altri, perché tu gli insegnerai cosa è giusto, cosa è sbagliato. Gli insegnerai ad amare, come lo hai insegnato a me- confessa lui, anche se il suo tono di voce neutro sembra stonare per un attimo col contenuto delle sue parole. Ma a Bulma sembra andar bene quel modo di consolare, tanto da smettere di piangere e imporsi di non singhiozzare. Ancora con gli occhi rossi, la giovane solleva lo sguardo portando i suoi occhi color del cielo ad incrociare quelli neri come la pece di Vegeta.
- In tutto l’universo non c’è una sola donna, una sola come te, capace di crescere un principe con tutte le responsabilità che questo comporta- comincia Vegeta, in tono conciliante.
- Perché tu stessa sei una donna straordinaria. Tu sei una vera principessa e non perché sei cresciuta nel lusso o perché sei dannatamente bella, ma perché hai l’animo di una donna nobile e io… ho vagato tanto prima di trovarti e ora che sei con me, ora che saremo presto una famiglia, non potrei mai fare nulla che ti allontanasse da me- lui sorride brevemente alla fine di quella sorta di dichiarazione, che prende a far battere il cuore di Bulma più forte del normale. E così lei si getta di nuovo tra le sue braccia, lo stringe forte e sé e ne inspira il meraviglioso profumo.
- Hai ragione forse è un po’ presto, ma chi decide quando è il momento giusto? Non siamo noi a farlo, il destino ha voluto così e io… io ti amo, amo te e nostro figlio più di ogni altra cosa- confessa Vegeta ad occhi chiusi tenendo stretta a sé la sua amata e tanto impaurito quanto un adolescente alle prime armi nel dichiararsi così apertamente.
- Anche io ti amo, Vegeta- risponde lei con un sorriso, senza muoversi dalla sua posizione di neanche un millimetro.
- E comunque, donna, anche io devo imparare a fare il genitore e la cosa è nuova e strana per te quanto lo è per me- riprende lui, senza però rovinare l’atmosfera. Il suo singolare modo di rassicurare Bulma.
- D’accordo, ma ti prego cerchiamo di restare con i piedi per terra per quanto riguarda feste ed incoronazioni varie, mi mette tutto una tale agitazione- confessa lei, sciogliendo per un attimo l'abbraccio e guardandolo negli occhi.
- E va bene, faremo a modo tuo- dice lui sbuffando.
- Sei un uomo meraviglioso- esulta la turchina allargando il suo sorriso e, stranamente, anche Vegeta sorride di nuovo.
- Tu mi hai reso tale, lo devo solo a te se oggi sono così. Non smetterò mai di ringraziarti per aver dato a questa causa persa quale sono, una seconda occasione- ammette lui, voltandosi dall’altra parte, incapace di sostenere la troppa dolcezza nello sguardo della sua compagna.
- Sarà meglio tornare alla festa- propone Bulma con un cenno del capo e lui annuisce seguendola.

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Accendo le luci per scendere giù in cantina, incrociando in corridoio il povero ragazzo che si guarda intorno con aria persa.
"Non avrà capito un’acca della spiegazione frettolosa che la mamma gli ha fornito riguardo l’ubicazione della sua cantina di pregiati vini..."
- Salve...- gli dico attirando la sua attenzione.
- Finalmente, mi perdoni signorina, ma non riesco a trovare la cantina… questa villa è un po’ un labirinto…- ammette lui, facendo un breve inchino.
- E’ da quella parte, in fondo alle scale, le faccio strada- propongo e lui mi ringrazia ancora, inchinandosi altre svariate volte.
Arrivati all’ingresso della cantina, accendo le luci e lascio che si avvii giù per le scale, indicandogli l’esatta posizione delle casse richieste dalla mamma, nel frattempo avverto la presenza di Goku alle mie spalle.
- Dove fuggi tutta sola?- mi sussurra all’orecchio.
- Lo fai sempre!- sussulto ammonendolo e posandomi una mano sul petto.
- Perché non ti sento mai arrivare?- domando aggrottando le sopracciglia.
- Perché adoro la faccia che fai quando ti colgo di sorpresa- confessa lui divertito.
- Stronzo- mormoro con una smorfia.
- Che fai qui?- chiede, cambiando argomento.
- Stavo mostrando la strada per la cantina, il cameriere si è perso qui dentro-
Dopo qualche minuto il ragazzo riappare con una cassa di champagne tra le mani, salendo lentamente le scale.
- Ecco fatto, la ringrazio- e si congeda, lasciando me e Goku soli nel silenzio di quell’angolo nascosto della nostra immensa abitazione. Goku spegne le luci e l’ultima cosa che riesco a vedere è il suo sorrisetto sghembo dipinto sul viso.
- Amore non è divertente dai, accendi le luci- gli dico, fermandomi tra una pila di vini e amari.
- Cosa c’è? Non mi avevi detto avessi paura del buio-
La sua voce provocante rimbomba leggermente contro i muri di pietra dell’umido sotterraneo e mi ritrovo in uno scatto contro il muro, mentre Goku inizia a baciarmi con passione, sfiorandomi la coscia nuda sotto al vestito, salendo sempre più su, arrivando fino al bordo degli slip.
- Su, non è il momento- gli dico, cercando di mantenere l’autocontrollo, cosa che mi riesce molto difficile, ma in realtà il mio corpo voglioso che preme contro il suo è in netto contrasto con le mie parole.
- Mi rovini il trucco così, la festa è ancora lunga- tento ancora per sottrarmi alla sua presa, ma lui sembra non ascoltarmi, anzi, infila due dita negli slip di pizzo e inizia a massaggiarmi il clitoride lentamente.
Deglutisco a fatica, mentre lui continua quella lenta tortura, mordendomi il collo.
- Appunto per questo, sei troppo bella questa sera… tutti ti guardano, anche il tizio di poco fa e io credo di essere molto geloso- mi dice in un soffio all’orecchio, per poi tornare a baciarmi e affondando velocemente le dita nella mia cavità bagnata.
- Non vale così- mormoro lamentosa, quasi sull’orlo del cedimento.
- Ho troppa voglia, perché stanotte non vieni da me?- propone per poi mordermi il lobo.
- Con i tuoi in giro?- chiedo sorpresa, ma non so se abbia colto la suddetta ironia, visto quanto mi sta facendo perdere il controllo, continuando a mettermi in crisi con le dita, su e giù, dentro e fuori, ad un ritmo terribilmente sensuale.
- E allora? Guarda che casa mia è grande quanto questa, nel caso te ne fossi dimenticata- mi sussurra malizioso mentre io mi ritrovo ad accarezzargli i genitali nascosti dalla stoffa dei suoi pantaloni classici, rigonfi di desiderio.
- La proposta è allettante…- mormoro soffiandogli sulle labbra.
- Oppure potremo farlo qui, adesso- propone lui, intrappolandomi ancor di più contro il muro.
Non ho neanche il tempo di replicare, che lui si slaccia veloce la cinta e i pantaloni, liberando il suo membro eretto. Mi mordo un labbro capendo di non avere scampo e, in uno scatto, mi solleva la morbida gonna dell’abito e sposta gli slip, quanto basta per permettergli di penetrarmi.
In un unico affondo deciso, Goku è completamente dentro di me, mentre io sussulto, quasi perdendo l’equilibrio e tenendomi alle sue braccia forti. I suoi fianchi continuano ad assestare colpi, mentre lui geme e ansima nel mio orecchio, io mi trattengo a fatica dal non urlare.
- Sto per venire- riesce a sussurrarmi, quando io mi scosto e mi inginocchio davanti a lui che respira ancora a fatica.
Il suo sguardo è di fuoco, mentre io inizio ad accarezzargli i testicoli mentre glielo prendo in bocca e comincio a succhiare forte.
Con una mano mi tiene per i capelli, invitandomi ad aumentare il ritmo, finché non lo vedo gettare la testa all’indietro e inarcare la schiena per gli spasmi dovuti all’orgasmo, mentre il suo nettare dolce e caldo invade la mia bocca.
Goku sospira pesantemente mentre io mi alzo in piedi e mi lecco le labbra. Abbiamo ancora entrambi gli occhi lucidi e le guance arrossate per l’eccitazione.
- Non so come ci riesci, ma mi fai davvero impazzire- mi dice lui sorridendo.
- Sapessi tu che effetto fai a me...- replico con una smorfia, cercando di riprendermi e sperando che il trucco non mi tradisca, una volta che saremo tornati su in giardino.
- Coraggio torniamo alla festa, si chiederanno dove siamo e poi, a dire il vero, ho visto Bulma un po’ sotto pressione- inizio nel tentativo di sistemarmi i capelli.
- Sì, eppure ho detto ai miei di non fare mille domande, mia madre è la solita- risponde, scrollando le spalle.
- Capisco che l’arrivo di un altro piccolo Saiyan sia un evento molto raro e da accogliere con entusiasmo per voi, ma capiamo anche lei- proseguo convinta.
- Già scoprire di dover diventare madre non è facile, c’è un mix di emozioni contrastanti che si impossessa di te, felicità, ansia, gioia, angoscia. Per non parlare degli ormoni che vanno su e giù…- lo metto al corrente con serietà, mentre ci avviamo su per le scale.
- Parli come se l’avessi provato- mi dice con un sorrisetto, io ricambio, assumendo un’espressione vaga.
- Non l’ho provato, ma sono una donna e posso capire. Immaginiamo anche la paura di crescere un bambino che, beh, parliamoci chiaro, non sarà come tutti gli altri esseri umani- confesso in attesa di una sua reazione.
- Vegeta sarà lì con lei ad aiutarla, come io sarò con te quando toccherà a noi- aggiunge prendendomi la mano e facendomi voltare verso di lui quando ormai siamo in cima alle scale.
- Non vi abbiamo confidato il nostro segreto perché era diventato un peso, ma per rendervi consapevoli di quello che dovevate affrontare, scegliendo di stare al nostro fianco, comunque- mi informa serio.
- Non c’è niente da temere, lo sai bene- conclude, carezzandomi una guancia.
- Lo so, ma penso sia normale essere in ansia- dico con un’alzata di spalle.
- Già, però sembra che ad un tratto siate spaventate da questa cosa- osserva Goku corrugando la fronte.
- Te l’ho detto, già scoprire di essere incinta quando i tuoi piani al momento erano diversi, ti manda al manicomio, poi ritrovarsi a crescere un bambino mezzo alieno, ti fa uscire fuori di testa, suppongo- concludo ovvia.
Goku mi osserva, piegando un po’ la testa di lato.
- Non è paura, che ti viene in mente?- gli dico esibendomi in un gran sorriso rassicurante, sperando che mascheri quanto basta quel pochino di paure che fossi io al momento al posto di Bulma, ce le avrei eccome.
In quel momento Goku si ritrova a ripensare a quello che ha detto suo padre poco prima, riguardo le nozze e mettere su famiglia.
Nonostante abbia inizialmente declinato la proposta, non ha potuto fare a meno di riflettere sul perché bisogna aspettare se si ama una persona.
- Quindi…- inizia, un po’ dubbioso.
- Se ti dicessi che anche io voglio un figlio da te, tu non avresti nulla in contrario, giusto?- mi mette alla prova, sollevando un sopracciglio con fare indagatore. Io sospiro, sconvolta da quella proposta.
- Goku, frena- gli dico, mettendo entrambe le mani davanti a me e imponendomi di restare calma.
- Ho neanche ventiquattro anni, ancora devo laurearmi, iniziare a lavorare, guadagnarmi da vivere- comincio, cercando di elencare i milioni di validi motivi per i quali una cosa del genere al momento è fuori discussione.
- Non posso restare per sempre in questa casa, devo diventare indipendente. Un figlio è una scelta che va ponderata per bene, non si può decidere di farlo dall’oggi al domani- gli dico con un tono di voce che non cela per niente agitazione.
- Vediamo, i soldi non sono un problema, non lo sono mai stati, il lavoro ce l’hai già, al contrario di molte tue coetanee e la laurea è ad un passo. Qual è il problema?- domanda lui mettendosi a braccia conserte e nel farlo mi ricorda tantissimo il suo amico Vegeta.
“In effetti, non fa una piega”
Decido, dunque, di vuotare il sacco e dirgli semplicemente la verità, pura e semplice.
- Non mi sento pronta, ok? E poi perché me lo dici adesso? All’improvviso anche tu hai le manie di portare avanti la stirpe?- chiedo leggermente stridula, Goku sorride nervoso.
- Non si tratta di questo e lo sai bene- si affretta difendersi lui.
- Allora perché tanta fretta? A Bulma e Vegeta sarà pure capitato e sono felicissima per loro, ma non per questo dobbiamo fare anche noi la stessa cosa, non credi?- spiego, sperando di mettere fine a quell’assurda discussione.
Goku sospira.
- Il fatto che ti ami non basta? Non vuoi una famiglia con me? Eppure credevo di sì!- mi dice lui quasi deluso, mentre io lo fisso allucinata.
"Sembra che il discorso e il mio pensiero in generale sulla faccenda quasi lo offendano..."
- La voglio, eccome se la voglio, ma non adesso- chiarisco con calma.
- Non è il momento, pensavo fossimo d’accordo, lo eri anche tu quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali- rincaro la dose con un’alzata di spalle, quasi come se non volessi assumermi tutta la responsabilità.
- Lo so, ma… non lo so spiegare, è come se avessi il bisogno di creare qualcosa di nostro, che sia solo mio e tuo- confessa lui, alzando gli occhi al cielo. Io mi avvicino gli sorrido poi gli accarezzo il viso.
- Goku, io ti amo, più di ogni altra cosa su questa terra-
Lui porta gli occhi nei miei e sembra rilassarsi visibilmente.
- Ed è proprio per questo che dobbiamo aspettare, stiamo insieme da qualche mese, abbiamo ancora tante cose da fare come coppia, io e te da soli, c’è tanto tempo per prendersi cura di un esserino che sarà uguale ad entrambi- concludo mantenendo un’espressione dolce. Lui mi guarda, ma non sembra pienamente convinto dalle mie parole.
- Non è esattamente qualcosa che si programma a lungo termine, potrei cambiare idea anche domani, tra un anno, o potrei restare incinta tra un mese anche io perché magari non siamo attenti, o perché lo vogliamo entrambi disperatamente, che ne sappiamo?- dico vaga e lui annuisce.
- Facciamo un passo alla volta, magari osservare Bulma e Vegeta come se la cavano, potrebbe esserci d’aiuto per quando toccherà a noi- propongo ridacchiando, mentre lui continua a sorridere ad occhi bassi.
- Hey, non ti basta sapere che ho scelto di starti accanto e amarti, perché ero quella destinata a te e le stelle, i pianeti e le galassie si sono allineati quando ci siamo incontrati? A me per ora, questo va alla grande- continuo, costringendolo nuovamente a guardarmi.
- Il futuro è sconosciuto a tutti, ma ti posso promettere che sei tu l’amore della mia vita e quello con cui voglio stare e che un giorno voglio che sia il padre dei miei bambini- lo rassicuro, lui si avvicina e mi bacia, forse riflettendo su quello che ho detto o forse per chiudere definitivamente l’argomento, non essendo propriamente d’accordo con me.
- Una parte di me sa benissimo quanto hai ragione, ma non posso farci niente, è come se a questa notizia si fosse accesa una luce dentro di me- si avvicina, poggiando la fronte contro la mia.
- Non mettiamo fretta al destino, abbiamo aspettato ventuno lunghi anni prima di conoscerci, che cos’è un altro po’ di tempo a confronto? Perché è questo che ti sto chiedendo, un po’ di tempo. Vedrai, sarà ancora più bello quando saremo pronti entrambi- gli dico, chiudendo gli occhi e dandogli un bacio a stampo.
- D’accordo- dice lui, per poi ricambiare il bacio.
“Me l’ha data vinta, chissà come mai”
- Ora possiamo tornare alla festa?- propongo entusiasta.
- Andiamo- mi dice rilassandosi.

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Durante il consueto discorso annuale, papà ha presentato il nuovo progetto insieme a Veldock e, al termine del ringraziamento rivolto ai soci, i due hanno colto anche l’occasione per comunicare a tutti la notizia della gravidanza di Bulma.
Goku è rimasto in silenzio per tutto il resto della serata, limitandosi ad applaudire di tanto in tanto e a scambiare qualche chiacchiera di circostanza con i dipendenti dell’azienda.
Devo ammettere che la cosa mi ha messo un po’ a disagio, vista anche la conversazione avuta in cantina e da cui è scaturito il suo cambiamento d'umore questa sera. Di tanto in tanto mi volto ad osservarlo quando è da solo, in piedi, accanto al buffet e dalla sua espressione corrucciata, capisco che sta rimuginando sulle mie parole.
Io, dal canto mio, non posso far finta di niente e per la paura di perderlo fare tutto quello che lo rende felice, questo non è amore, diventerebbe sottomissione e annullarsi per l’altra persona, una cosa che mi sono ripromessa di non fare mai.
Lo amo, Dio se lo amo, farei follie per lui, ma non al punto tale da rinunciare a me stessa, non adesso almeno.
Alla fine della festa, quando tutti gli invitati si riversano sul vialetto per andare a riprendere le auto, io mi avvio svelta in camera per recuperare pigiama, spazzolino e qualcosa da portarmi dietro per dormire fuori casa, pensando che l’invito a passare la notte insieme per Goku sia ancora valido, finché mi arriva un suo messaggio che spegne definitivamente l’entusiasmo.
Goku: ti ho persa di vista, volevo dirti che sto andando via con i miei, scusami, ma preferisco restare da solo stanotte… ho bisogno di riflettere su tante cose.
Quelle parole suonano come una forchetta che stride in un piatto.
Sospiro, nervosa e triste e comincio a scrivere
Maya: come vuoi tu, quando avrai riflettuto abbastanza saprai dove trovarmi, magari se vuoi, possiamo affrontare l’argomento con più calma… perché credo tu abbia frainteso, eppure mi sono spiegata abbastanza bene.
Lui visualizza e mi risponde dopo qualche secondo.
Goku: infatti, credo di aver capito benissimo, è per questo che voglio starmene un po’ da solo a pensare…
"Il suo atteggiamento immaturo inizia a darmi sui nervi..."
Maya: se devi pensare alla nostra storia e magari ti sei reso conto che io non sono quella che credevi, abbi almeno il coraggio di lasciarmi faccia a faccia e non al telefono, perché è squallido anche per uno di un altro pianeta come te.
Lui, in tutta risposta, chiude il discorso con due deludenti spunte blu. Mi mordo un labbro, pentendomi subito delle parole un pochino forti che ho usato.
“Maledetta me e la mia impulsività!”
Tornata in camera, mi abbandono sul letto senza neanche togliermi i vestiti o i gioielli. L’unico rumore udibile sono i miei continui sbuffi. Inizio a ripercorrere mentalmente il discorso che gli ho fatto giù in cantina e la sua espressione contrariata per tutto il tempo.
“È un semplice litigio, il primo tra l’altro che avviene tra noi da quando stiamo insieme”
Bulma e Vegeta discutono di continuo e a guardarli non si direbbe che siano in attesa del loro primo figlio.
Nonostante stia di merda a non sentirlo e vederlo e a pensare che la serata poteva finire in tutt’altro modo, una parte di me comincia a credere che riflettere potrebbe rivelarsi la scelta giusta, in quanto il destino può cambiare, in base alle scelte di ognuno di noi.

   
 
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