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Autore: eeuphoria    26/01/2023    0 recensioni
[soukoku]
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“and we’ve both done it all a hundred times before” —two slow dancers ; mitski
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Davvero credevi che le cose tra voi due non sarebbero cambiate mai. Anche dopo che te ne sei andato l’odore di sangue è rimasto lo stesso e tu ti sei erroneamente convinto che ci fosse un ordine, nella disperata monotonia della vita —suicidi mancati e casi irrisolti, combattimenti e sangue versato, altri suicidi mancati,— che nulla avrebbe mai potuto sconvolgere. Ma Chuuya si è tirato fuori dal gioco a cui tutti voi stavate giocando, e ha preso quello che per qualche motivo eri convinto fosse il tuo ruolo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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𝐥𝐚𝐬𝐭 𝐨𝐧𝐞𝐬 𝐨𝐮𝐭

 

Hai vissuto una vita di grande vergogna, Dazai Osamu. Ti sei lasciato affogare nella disperazione, sei andato a fondo a peso morto finché l’assuefazione al dolore ha intorpidito il tuo animo e allora hai rinunciato a vivere.

Quando le stelle nel cielo d’estate si sono spente e le lucciole sono tornate a essere insetti, hai pensato che questo mondo non avesse più niente da offrire. E non ti sei reso conto che i miracoli sono solo una questione di attimi da cogliere.

Credevi che l’amore ti sarebbe sempre stato estraneo e che tu, squalificato come essere umano, non l’avresti compreso mai. Per questo non sei stato in grado di riconoscerlo quando ti si è presentato davanti —e l’ha fatto tante, tante volte. Hai scoperto troppo tardi che l’amore è possibilità da dare e rischi da prendere; e non è qualcosa che capita, ma si sceglie. (Ma anche se l’avessi saputo prima forse avresti comunque avuto troppa paura per sceglierlo, Osamu, perché tenere alle cose ti ha sempre terrorizzato.)

E se mai qualcuno ti ha porto la mano, pensando che ci fosse ancora qualcosa nel tuo animo che potesse valer la pena salvare, tu ti sei coperto gli occhi di bende per non vedere.

Nessuno può aiutare un dannato che non vuole essere salvato.

Il mondo ti ha offerto l’acro odore del sangue e la perdizione del peccato, vicoli da infestare come un cane randagio e un’esistenza miserabile; ma anche splendidi occhi blu e morbidi capelli rossi, un partner che ti ha affidato la sua vita innumerevoli volte con una sicurezza che ti ha meravigliato, e tante persone migliori di te che per qualche ragione hanno creduto che anche tu potessi essere una brava persona.

Ma tu sei stato un uomo della peggior specie, della razza dei vili e degli ingrati, e hai dato per scontato cose e persone che altri avrebbero considerato miracoli.

(Che Chuuya sarebbe sempre stato parte della tua vita sporca di crimine e tedio, l’avevi dato per scontato).

Hai creduto di non avere niente se non un guscio d’uomo in cui nascondere una genialità sottile e un cinico intelletto. E per questo —perché ti sei raccontato sempre e solo bugie— la tua è stata una vita di grande vergogna.

 

。・:*:・゚★,。・:*:・゚☆。・



In una vita diversa —una in cui tu, Osamu, fossi stato un essere umano migliore— forse Akutagawa Ryuunosuke per te sarebbe potuto essere qualcosa di simile a un fratello. O un figlio. Invece un ragazzo rovinato dalla cattiveria si stringe in un vecchio cappotto che ha ricevuto tempo fa e significa per lui più di quanto non abbia mai significato per te e si inoltra nel cimitero con l’andatura rapida e leggera di un ospite non invitato.

Nakajima Atsushi ancora non ha finito le lacrime da sprecare sulla tua tomba. In questa città dove si riuniscono anime disilluse di bambini abbandonati è la seconda volta che perde un padre.

Quando è arrivato aveva con sé un mazzo di gigli bianchi come la neve, un regalo per te che di regali non ne meriti. Ma poi ha visto, accanto alla tua, una lapide vuota —un’esistenza appena terminata e già dimenticata. E Atsushi, che ha un cuore troppo grande per sopportare un destino tanto triste, ha diviso equamente i fiori tra le due lapidi.

Sulla tomba di Dazai Osamu ora ci sono cinque gigli di un candore incontaminato, e ce ne sono cinque anche sulla tomba di Nakahara Chuuya.

Atsushi sente di aver fatto la cosa giusta, ma il mazzo aveva un numero dispari di fiori e lui si ritrova con un ultimo giglio tra le mani senza sapere che farsene. E intanto piange.

Quando gli arriva alle spalle, Akutagawa si annuncia con un colpo di tosse. Allora Atsushi si asciuga in fretta le lacrime e nonostante tra loro non corra buon sangue Akutagawa fa finta di non notarlo.

(Sono i piccoli, impercettibili gesti come questo a tradire il buono che ancora si conserva dietro quegli occhi ostili.)

«Non sai che si sono avvelenati con un fiore? Mi sembra di cattivo gusto» commenta —perché c’è un implicito patto di non aggressione, in questo camposanto che è terra di nessuno durante un giorno di lutto, ma non riguarda lo stuzzicarsi a vicenda con frecciatine amare.

«Mi sembrava scortese presentarmi a mani vuote»

«Non che cambi qualcosa, per i morti»

Per i morti non cambia, ma per Atsushi sì. Se avesse vissuto una vita diversa con un mentore migliore di te, Osamu, forse anche Ryuunosuke vedrebbe il mondo dal punto di vista di Atsushi.

(E infondo cos’è Atsushi, se non un tentativo di redenzione per il modo in cui hai trattato Akutagawa?)

(Akutagawa Ryuunosuke è una delle tue colpe più grandi, figlio dell’odio tanto quanto Atsushi è figlio del rimpianto. Nel suo sguardo c’è molto più di te di quanto non vorresti.)

«Non credevo che il boss della Port Mafia avrebbe accettato una richiesta del genere» dice Atsushi.

«Non gli interessa» risponde Akutagawa. «Ha troppe cose di cui occuparsi per dichiarar guerra ai morti»

Nonostante quello che Atsushi crede, non tutte le persone possono essere salvate. Tu, Osamu, eri troppo rovinato. Ma alcune sono semplicemente malvagie. Mori Ogai si è finalmente liberato di un rivale a lungo temuto, ora che può dormire sonni tranquilli —in un letto con le lenzuola macchiate di sangue— non gli interessa ciò che ne sarà delle tue ceneri.

Non hai osato chiedere che le tue ceneri venissero mescolate a quelle di Chuuya, non dopo tutte le cose che hai fatto e quelle che non hai fatto —non puoi sapere cosa lui avrebbe voluto e forse non l’hai saputo mai— ma che le vostre lapidi fossero vicine, almeno quello. I vostri nomi uno accanto all’altro nel silenzio del cimitero, finché il tempo non corroderà la pietra su cui sono scritti e il Doppio Nero muterà da storia a memoria a leggenda e alla fine si perderà nell’oblio della notte di Yokohama.

Rimarrai vicino a Chuuya fino alla fine del mondo.

Nella lettera che hai scritto in fretta e furia —vomitando in un’unica, impulsiva confessione anni di menzogne tessute con cura e verità scomode come coperte troppo corte— e che ora Atsushi porge ad Akutagawa, è rimasto un ultimo desiderio.

È il lascito di un peccatore, tutto ciò che ti era rimasto —solo parole. Ora sarà un regalo per Akutagawa, un’eredità che a te è stata affidata anni fa e che tu affidi a lui; perché è troppo tardi per chiedere scusa in altro modo, ma forse una piccola scintilla a contatto con l’anima giusta potrà illuminare qualcosa di buono.

C’è stato chi ha creduto che tu, Dazai Osamu, fossi una brava persona. Prima di morire ti sei chiesto se davvero saresti potuto essere quel tipo di persona.

Così hai lasciato un biglietto. Hai cercato di ucciderti centinaia di volte, ma era la prima volta che lasciavi un biglietto. Perché avevi un’ultima cosa da dire.

Stai dalla parte di chi salva le persone, Ryuunosuke.

Il ragazzo che è ciò che resta di odio e dolore scoppia a piangere come un bambino che ha appena perso i genitori e il ragazzo che è figlio di rimpianto ed espiazione cerca di consolarlo offrendogli un ultimo fiore.

Un nuovo Doppio Nero, con un significato diverso da quello che è stato un tempo, prende vita.
 
 
 
 

   
 
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