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Autore: desigra2005    26/01/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La cena era veramente deliziosa, Lucia non aveva lasciato nulla al caso: le portate si abbinavano perfettamente ai vini di mio padre, un connubio che potrà essere documentato per le generazioni future. “Sei silenziosa Aurora, non avete trovato nulla di misterioso tu e Caterina?”. La giovane ragazza continuava a rigirare la tartare di tonno nel piatto, aveva a malapena toccato anche i cibi precedenti. “Magari non le piace il pesce, nessuno di noi conosceva il menù prima di questa sera”. Cercai di sminuire il tutto. “Non posso darle torto se così fosse, non è da tutti mangiare il pesce crudo. Io ho avuto il coraggio di assaggiarlo soltanto dopo i venticinque anni!”. Gabriele venne in mio soccorso. “E’ vero, non ho mai assaggiato il pesce crudo né tutti i piatti prelibati che sono stati serviti prima; con la mamma vivevamo della vendita dei suoi quadri e delle volte capitava di poter fare solo un misero pasto al giorno, però eravamo felici! Tutti intorno a noi, se pur molto poveri, regalavano sorrisi genuini ed erano pronti ad aiutarsi il più possibile. Stasera mi sono resa conto che qui la situazione è molto diversa: ci sono tante donne che con i loro gioielli potrebbero sfamare intere famiglie in Venezuela, tanti uomini molto ricchi ma tutti infelici. Avete visto i loro occhi? Sono privi di emozioni e le loro anime sono vuote. Sono triste per questo, diventerò come loro?”. Il velo di lacrime celato dietro le folte ciglia aveva colpito tutti noi, ci scambiammo un’occhiata imbarazzata e nessuno trovò le parole di risponderle. Ad interrompere il momento di disagio fu l’arrivò di Giada, era splendida, sembrava una farfalla uscita dal suo bozzolo. “Ciao famiglia, come sta andando la cena?”. Sembrava totalmente un’altra persona: la sarta in poco tempo le aveva adattato un abito splendido che la fasciava come una seconda pelle e risaltava i suoi punti forti; il colore rosa antico si sposava perfettamente con la sua carnagione. “Sei veramente splendida tesoro”. Ci accodammo tutti al complimento di mio padre e con una scusa riuscii a parlare in privato. “E’ tutto ok? Matteo che fine ha fatto?”. Giada si poggiò una mano sulla fronte. “Non ne ho la più pallida idea, non l’ho più visto da quando siamo arrivati alla festa. Spero sia andato via!”. Mi guardai intorno velocemente. “Lo spero anche io, non ho più visto neanche Angela. Dopo la dichiarazione di Edoardo si è volatilizzata”. Giada si avvicinò al mio viso. “Credo che sia più che comprensibile, sarà andata via anche lei. Si sentirà umiliata e ferita”. La frivolezza con la quale liquidò la faccenda mi lasciò un senso di ansia. “Goditi la serata ma rimani vigile ed in caso di bisogno vienimi a chiamare immediatamente”. Suggellai il mio affetto fraterno con un bel bacio sulla guancia e mi avviai per tornare al tavolo, a metà strada fui intercettata da Andrea. “Vorrei aprire le danze con te se tu sei d’accordo”. Rimasi stupita e molto indecisa sul da farsi; ero un tronco di legno nel muovermi ed il senso del ritmo non faceva minimamente parte di me, aggiungiamoci anche che ci stavano e ci avrebbero guardato tutti e la voglia di dissolvermi aumentò a dismisura. “Sono una frana nel ballo, non potevi scegliere partner peggiore”. Andrea rise. “Non sono preoccupato, qualora mi dovessi far male sono sicuro che la bravissima fisioterapista che è in te saprà rimettermi in piedi in un battibaleno”. Presi la sua mano ed attesi l’inizio della musica, quando l’orchestra iniziò a suonare un lento cercai di rilassarmi il più possibile tra le sue braccia, Andrea era davvero un bravissimo ballerino. “Se solo le cose fossero andate diversamente anche io stasera avrei potuto ufficializzare un fidanzamento od una proposta di matrimonio”. Mi allontanai quel poco che bastava per lanciargli uno sguardo di fuoco. “Con la bionda, la bruna o la rossa? A proposito questa sera sono più le persone che scompaiono via via con il passare del tempo che quelle che rimangono”. Andrea mi strinse più forte. “Sono andate via, credo si siano rese conto che non c’era trippa per gatti, che sono totalmente preso da un’altra bellissima donna e che ho occhi solo per lei”. Una smorfia sarcastica spuntò sul mio viso. “Il mare è pieno di pesci: sono sicura che tra pochi minuti il tuo sguardo verrà rapito da una nuova sirena”. Andrea rise tra i miei capelli, mi teneva così stretta che avvertivo il suo respiro sul mio collo. “Mmm devo ancora capire se sottovaluti il tuo potenziale oppure è un atto di sfiducia nei miei confronti. Avresti avuto il coraggio di lasciarmi da solo su quel palco se mi fossi dichiarato a te?”. Dovevo assolutamente trovare il modo di allontanarmi leggermente da lui e da quella voce suadente. “No, sarei salita e ti avrei dato il ben servito davanti a tutti”. La mia battuta ottenne l’effetto desiderato, Andrea mollò un po' la presa ed io riuscii a stemperare i bollenti spiriti; appena la musica si affievolì Gabriele ci venne incontro. “Figurati se non arrivava a recuperarti, non preoccuparti, la tua amica è sana e salva”. Il dottore ignorò il suo sarcasmo e la sua voce preoccupata ci allarmò. “Dovete venire con me urgentemente. Abbiamo un problema”. Lo seguimmo velocemente, Gabriele dopo alcuni corridoi ci condusse al bagno delle donne. “Dentro la toilette c’è tua sorella Caterina. Ho sentito dei conati e poi delle parole senza senso; da alcuni minuti c’è silenzio. Ho pregato di aprirmi la porta ma non so nemmeno se mi abbia sentito o capito”. Andrea iniziò a bussare incessantemente alla porta. “Cate, sono io, il tuo fratellone. Aprimi ti prego. Qualsiasi cosa sia successa è risolvibile, parliamone; se stai male è importante che Gabriele ti veda. Non costringermi a buttare giù questa porta, pensa alla mamma come ci rimarrebbe. Cate, ti prego”. Dall’interno della stanza non si avvertiva nulla, nemmeno un lamento. “Caterina sono Loredana. Vuoi che facciamo quattro chiacchiere tra donne? Aprimi, entrerò solo io, te lo prometto”. Nessuna risposta, l’ansia e la paura ci stavano assalendo. “Vado a prendere la chiave di riserva, continuate a parlarle per favore”. Andrea si allontanò correndo. “Cate, per favore. Vuoi che vada a chiamare Aurora? Con lei vuoi parlare?”. Dopo poco un rantolo ci arrivò lontano e flebile. “N…n…no. Andate via, tra qualche minuto uscirò; sto bene”. Gabriele riprese a bussare più forte. “Apri Caterina, lascia che ti dica io se stai bene o meno. La tua voce non mi piace”. Dei passi trascinati si avvicinarono sempre di più e nello stesso momento in cui sentimmo girare la chiave nella toppa un sospiro di sollievo accompagnò l’apertura della porta. Caterina cadde tra le braccia di Gabriele che prontamente l’adagiò sul pavimento del bagno. Andrea arrivò proprio in quel momento e corse al fianco della sorella. “Passatemi la mia valigetta e portatemi un bicchiere d’acqua. Qualcuno bagni anche delle salviette e me le passi”. Seguimmo alla lettera le parole di Gabriele, dopo poco la sua voce divenne categorica. “Chiamate un’ambulanza, c’è bisogno di trasportarla urgentemente in ospedale!”. Andrea non perse tempo ed andò a chiamare i soccorsi, nel frattempo, qualcuno iniziò a notare il trambusto che si stava creando ed andò ad avvisare Lucia e Vittorio. “Mio Dio! Cosa è successo? Caterina? Mi senti? Caterina? Sono la mamma, rispondimi!”. La piccola De Barbieri aveva perso di nuovo i sensi, da quando era riuscita ad aprire la porta aveva alternato diversi momenti in cui riusciva a recuperare la lucidità ed altri nei quali era inerme. “Signora De Barbieri, cerchi di non starle così vicina; facciamola respirare. Non si preoccupi sta arrivando un’ambulanza, andrà tutto bene”. Gabriele supplicò con lo sguardo il marito di intervenire ed allontanare la moglie dalla figlia, Vittorio capì al volo e cercò di sollevarla. Nel frattempo, anche la mia famiglia era stata avvisata, mio padre arrivò come una furia; guardò la giovane ragazza che giaceva a terra e si girò verso Aurora strattonandola per un braccio. “Cosa è successo? Eravate insieme!”. Mia sorella che era rimasta a fissare la sua giovane amica che veniva soccorsa non si era nemmeno resa conto che nostro padre l’aveva apostrofata con foga. “Aurora, sto parlando con te! Rispondimi!”. Solamente quando il tono di voce diventò un urlo rabbioso mia sorella lo guardò sconcertata. “N…n…non lo so! Siamo andate in giro per la casa ma quando ci siamo lasciate stava bene ed era tranquilla”. Vittorio intervenne nella conversazione. “Ti ha detto qualcosa di particolare? E’ andata via con qualcuno?”. Mio padre rincarò la dose. “Eri triste durante la cena e nonostante le belle parole filantropiche credo che la tua preoccupazione derivasse da altro”. Aurora incenerì nostro padre. “Per quanto ti possa sembrare strano quello che ho detto era davvero quello che penso! E tutto ciò non fa altro che confermare che vivete in un mondo di bugie, vi sembra normale che dei genitori chiedano ad una ragazza che ha conosciuto la figlia da pochi giorni cosa possa essere successo? Non dovrebbero conoscerla meglio loro di chiunque altro?”. Anastasia che era rimasta in disparte si fece avanti e prese le difese di mia sorella. “Basta così Antonio! Credo che Aurora abbia già ampiamente spiegato di non sapere del malessere di Caterina. Accusarla per qualcosa che non ha fatto sicuramente non ci aiuterà a comprendere cosa sia realmente successo”. In poco tempo arrivarono i soccorsi che decisero di portare via la ragazza, nel mentre mio padre e mia sorella si lanciavano sguardi di fuoco.
   
 
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