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Autore: Lizzyyy02    28/01/2023    1 recensioni
“Uraraka si voltò come a rallentatore. Non era possibile, doveva essere uno scherzo. Magari aveva battuto la testa nella battaglia e tutto questo non era altro che un sogno. Anzi, un incubo. Ma il bruciore ancora persistente delle ferite e l’immagine di un Bakugo a dir poco furioso di fronte a lei, erano così vividi che qualsiasi speranza crollò al suolo. Così come lei stessa, che si lasciò cadere di nuovo con le ginocchia nella sabbia. Era su quella che sembrava un’isola deserta, circondata dal nulla, senza sapere come diavolo ci fosse arrivata o come fare per tornare indietro. Insieme. A. Bakugo.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva il fiato corto, l’Hero-Suite strappata in più punti, ferite sparse su tutto il corpo e probabilmente si era lussata una spalla. A fianco a lei Froppy e Deku non si trovavano certo in condizioni migliori. Per quanti continuassero ad annientarli, altrettanti ne arrivavano; sembravano non finire mai. Intorno a loro regnava caos: colpi, esplosioni, grida. L’unico pensiero che riusciva a mantenere integro quel poco che rimaneva della sua lucidità era il fatto che avevano già evacuato la zona: nessun rischio che qualche innocente rimanesse coinvolto in questo massacro. Uraraka si concesse il lusso di fermarsi solo un secondo ad analizzare la situazione, ma fu un tentativo inutile: non appena riusciva ad intravedere altri suoi compagni o altri Hero, subito li perdeva nella folla di Villain. 
«Uraraka!» La voce di Deku la fece voltare di scatto. Rese senza peso un masso abbastanza grande abbandonato a fianco a lei, arpionandolo grazie al nuovo upgrade della sua tuta, e, una volta averlo reso nuovamente del suo peso originale, lo lanciò al Villain che si stava scagliando contro di lei, tramortendolo. Guardò il suo compagno in un muto ringraziamento; lui annuì stirando un angolo delle labbra come a risponderle, per poi riprendere a sferrare calci e pugni micidiali. Voltò lo sguardo a cercare Froppy, che però se la cavava alla grande. Si concentrò allora davanti a lei, pronta a ripetere la stessa tecnica con un altro Villain che subito aveva preso il posto del precedente, quando una luce accecante e un colpo violento riempirono il suo campo visivo e i suoi timpani. 
In meno di una frazione di secondo realizzò a chi appartenesse quel Quirk. Almeno poteva dire di aver individuato un altro suo compagno. Lui sembrava non averla nemmeno notata, sul viso la sua solita espressione: un misto di foga, furia e rabbia. Ma nei suoi occhi c’era il guizzo tipico della battaglia, due dardi dai quali sprizzavano scintille, più esplosive del suo Quirk. Nemmeno lui era messo bene, anzi. Per un attimo si chiese come facesse ancora a muoversi, ma subito eliminò quel pensiero: nella mente di Bakugo non esisteva il concetto di “mollare”, non era contemplato. Per un secondo solo, i loro occhi si incrociarono, ma lui tornò subito a fissare il Villain, il quale si stava già rimettendo in piedi, un sorriso sadico e folle che non prometteva nulla di buono.
«Sei quello che hanno rapito» Fece, i denti ricoperti di sangue mentre continuava a sorridere sadico. Anche Bakugo scoprì i denti, in una smorfia di ira e disgusto «Io non so chi cazzo sia tu, e non mi importa. Preparati a morire» Il solito tono, reso ancora più graffiante dalle polveri ad aleggiare in quell’ambiente disastrato.
Il Villain reagì allargando il sorriso. La ragazza sentì un brivido lungo tutta la schiena. Sapeva di non dover rimanere impalata lì, che avrebbe fatto meglio a continuare la battaglia, che Bakugo non aveva bisogno di aiuto e nemmeno lo voleva. Eppure, qualcosa le diceva di rimanere, che quel Villain non era come gli altri che avevano sconfitto: stava nascondendo qualcosa, e non vedeva l’ora di mostrarlo. In quel preciso istante gli occhi del Villain si spostarono su di lei, la fissò come soppesandola, senza mai abbandonare quel sorriso sadico e sanguinante «Si, credo di riuscire a farcela con due» Mormorò, quasi tra sé e sé. Uraraka si irrigidì tutta.
«Oi, stronzo, dico a te» Ringhiò il biondo, prima di partire all’attacco con un rapido slancio. Uraraka non fece in tempo a richiamarlo. Forse anche se l’avesse sentita non l’avrebbe ascoltata. Immediatamente, dal corpo del Villain scaturì un fascio di luce accecante, tanto che fu costretta ad assottigliare gli occhi. Il paesaggio intorno a lei, le persone, sempre più sfocate. La battaglia, sempre più lontana, il suo corpo sempre più intorpidito. Tutto girava sconnesso, senza tempo, senza luogo. L’ultima cosa che sentì fu una risata sguaiata. E poi più nulla.
.-.-.-.-.
Silenzio. La prima cosa che notò una volta ripresa conoscenza fu il silenzio, ma non solo: sotto di lei c’era del morbido. Eppure, non era esattamente morbido…era più…granuloso, sabbioso. E si rese anche conto che il silenzio si stava pian piano riempiendo di rumori soffusi: una brezza le solleticava la pelle, diversi uccelli cantavano in lontananza, e…c’era anche un altro rumore, familiarissimo, ma che in quel frangente non seppe esattamente definire. Tuttavia, passare dal frastuono della battaglia a questo doveva dire che non era affatto mal…un attimo. 
La ragazza spalancò gli occhioni nocciola. La battaglia. Si, stava combattendo un’orda di Villain insieme alla sua classe e ad altri Hero. Cos’era successo?
Davanti ai suoi occhi si stagliava un cielo infinito color cobalto. Il corpo era ancora intorpidito, quasi non si sentiva le gambe. Alzarsi era fuori questione per ora. Rimase a osservare quel cielo così azzurro stesa sulla schiena, mentre cercava disperatamente di ricordare. Era con Deku e Tsuyu, stava lottando…poi una luce accecante e poi il nulla. Non ricordava altro.
«MA CHE CAZZO…DOVE CAZZO SONO FINITO»
Uraraka spalancò gli occhi, tanto che credette dovessero uscirle dalle orbite. Quelle parole avrebbero sorpreso chiunque, ma era stata la voce a farla rabbrividire tutta, tanto che sentì di nuovo le gambe. Quando si alzò di scatto, realizzò due cose simultaneamente: uno, ricordò che non si trovava da sola quando il Villain l’aveva colpita con quella luce accecante; due, capì finalmente cos’era a produrre quel terzo rumore che sul momento non aveva identificato. Erano onde. Davanti a lei si stagliavano chilometri e chilometri di mare.
   
 
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