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Autore: Fiore di Giada    28/01/2023    0 recensioni
[Castlevania]
– Non essere imprudente. Ti voglio ancora qui, Belmont. – scandì Adrian, il tono fermo.
Trevor sbarrò gli occhi, costernato, e aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Un senso di calore, in quell'istante, era riverberato nel suo cuore.
Alucard aveva mostrato riguardo verso di lui.
– Farò del mio meglio, Alucard. –
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A fatica, Trevor sollevò le palpebre e si guardò attorno.
Una densa nebbia grigia copriva i suoi occhi, impedendogli di focalizzare lo sguardo su un punto preciso, mentre l'aria si riempiva di fruscii.
D'istinto, il giovane posò la mano sul suo petto. Poteva sentire contro le sue dita della stoffa.
Ora ricordo tutto..., pensò. Lui, Alucard e Sypha erano stati attaccati da una Viverna.
Erano riusciti a distruggerla, ma quella bestia aveva piantato uno dei suoi artigli nel suo petto.
La ferita non sembrava pericolosa, nonostante il dolore, poi il veleno di quella bestia era fluito nel suo corpo.
A stento, era riuscito a sopravvivere.
Provò a sollevarsi, ma una fitta di dolore, come una lama, attraversò la sua testa e, con un debole gemito, si distese sul letto.
Sempre il solito. Guarda che non abbiamo fretta. – dichiarò una voce maschile ironica.
A fatica, il giovane erede dei Belmond girò la testa e, a poca distanza da lui, vide Alucard, seduto su una sedia.
Il dhampyro, con un gesto apparentemente noncurante, si alzò, poi si sedette sul letto, a poca distanza dal compagno. Lo sguardo ceruleo di Trevor, di solito tagliente, era velato dalla confusione e il suo viso era dominato da un pallore spettrale.
Ma, nonostante questo, non si poteva negare il miglioramento della loro situazione.
Trevor era debole, provato, ma il suo sguardo era consapevole.
Gli toccò il viso e le sue labbra si sollevarono in un sorriso appena accennato. Quei tre, lunghi giorni erano stati pieni d'angoscia per lui e per Sypha.
Avevano creduto di perdere Belmond, a causa dell'artiglio della bestia.
Per fortuna, la sua forte tempra aveva avuto ragione.
Presto, sarebbe tornato in salute.
Ehi, cosa ti succede? Sei preoccupato per me? – domandò il cacciatore, il tono ironico.
Il mezzo vampiro non rispose, ma il suo sorriso si accentuò un poco. Trevor sapeva essere seccante, ma aveva imparato a conoscerlo, oltre la sua maschera cinica.
Aveva visto un cuore limpido e una acuta intelligenza.
Era ben migliore di quegli ecclesiastici che, inebriati dalla loro superbia, avevano condannato a morte sua madre.
Con un gesto deciso, appoggiò le mani sulle spalle di Trevor e fissò i suoi occhi nelle iridi dell'altro.
Un sussulto scosse il corpo del cacciatore. In quel gesto, tanto sobrio, palpitava un sentimento che, per troppo tempo, aveva dimenticato.
Le iridi di Alucard, apparentemente tanto gelide, scintillavano di premura e preoccupazione.
Non essere imprudente. Ti voglio ancora qui, Belmont. – scandì Adrian, il tono fermo.
Trevor sbarrò gli occhi, costernato, e aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Un senso di calore, in quell'istante, era riverberato nel suo cuore.
Alucard aveva mostrato riguardo verso di lui.
Farò del mio meglio, Alucard. –




   
 
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