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Autore: Stella Dark Star    29/01/2023    0 recensioni
[Blue Lock]
Questa one-shot è un'estensione dei "Tempi Supplementari" dell'episodio 15.
Chigiri è un ragazzo fortunato. Sta lottando per far avverare il suo sogno e vive in segreto una bella storia d'amore con Kunigami. Proprio per questo non può fare a meno di aiutare Reo, che invece sta soffrendo a causa dell'abbandono di Nagi. La sua anima innocente da Principessa glielo impone!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nagi x Reo:
Il giorno in cui mi hai spezzato il cuore
 
Chigiri si svegliò nel cuore della notte a causa di un rumore. Anzi, non c’erano dubbi su cosa fosse, era Reo che piangeva. Quel giorno l’aveva visto in pessime condizioni, prima quando l’aveva adocchiato nella sala d’attesa, seduto a terra in disparte da tutti con un’espressione da cane abbandonato, e poi la sera nei bagni, quando lui e Kunigami l’avevano beccato a strappare le setole dello spazzolino, con uno sguardo folle, mentre continuava a recitare in tono macabro “Nagi tornerà. Nagi non tornerà.”. Aveva preso una bella batosta, non c’è che dire!
Secondo la disposizione che avevano scelto, una volta tornato in stanza Reo si era messo in castigo da solo in cima al letto a castello, mentre lui aveva preferito il letto sotto, così da lasciare il singolo a Kunigami, sulla parete opposta.
“Sei più grosso di noi, hai bisogno di spazio!” Gli aveva detto con gran premura. Sé! Si era trattenuto per non ridere delle sue stesse parole, sapendo che il vero motivo era un altro!
Una volta che le luci furono spente, aveva attesa giusto un po’, quindi aveva scostato le coperte, era sceso dal materasso con una certa eleganza di movimenti e…in assoluto silenzio si era infilato nel letto di Kunigami. Anche se la stanza era praticamente buia, tranne per la luce d’emergenza sopra la porta d’ingresso, era riuscito a intravedere il sorriso di lui.
“Vieni qui!” Gli aveva sussurrato Kunigami, aprendo le braccia per accoglierlo. Ed erano rimasti così, lui aveva preso sonno rapidamente avvolto dal tepore dell’abbraccio e col viso contro il suo ampio petto. Un sonno piacevole, fino a quando il pianto di Reo non l’aveva svegliato.
Accidenti. Non voleva lasciare quel comodo giaciglio, però non poteva nemmeno ignorare tutti quei singhiozzi. Sollevò un po’ la testa, il respiro caldo e regolare di Kunigami gli accarezzò il viso. Era fortunato ad essere lì fra le braccia del ragazzo che amava. E invece Reo… Sentì una fitta al cuore, non riusciva ad ignorarlo e andare contro ai propri princìpi. Doveva fare ciò che avrebbe fatto una Principessa Disney!
Con cautela si sciolse dall’abbraccio di Kunigami e scivolò fuori dal letto. Tornò a quello a castello e salì i gradini della scaletta. Reo era appallottolato sotto alle coperte come un animaletto, i suoi singhiozzi simili a squittii. Allungò una mano e la posò sulla sua schiena ricurva. Reo smise di piangere, pochi secondi e si divincolò dalle coperte.
“E tu che vuoi?” Aveva la voce così distorta dal pianto che si faceva fatica a capirlo.
“Hai voglia di parlarne?” Gli chiese, con gentilezza.
Reo tirò su col naso rumorosamente. “C-cosa pensi? Ho solo avuto un incubo!”
“Un incubo di nome Nagi?”
Dalla gola di Reo si levò un lamento, il suo viso si contrasse. “Io… Io lo odio!”
Chigiri si ritrovò a ridacchiare con innocenza. “Se così fosse, adesso staresti dormendo della grossa, invece di piangere fino a cavarti gli occhi!” Il fatto di non ricevere una risposta gli diede conferma. Lasciò un leggero sospiro e avanzò una proposta. “Perché non andiamo alla mensa a berci del latte caldo?”
Di fronte ad una simile ed inaspettata gentilezza, Reo non riuscì a rifiutare. Si limitò ad emettere un mugolio di consenso, quindi attese che lui scendesse dalla scaletta e poi lo seguì.
Fuori dalla stanza il corridoio era illuminato con delle luci più soffuse rispetto alle ore diurne. In teoria di notte avrebbero dovuto essere tutti a letto a dormire, ma non era insolito incrociare qualcuno che andava o tornava dai bagni, oppure qualcuno di motivato che tornava dai campi di allenamento. Chigiri arrossì nel pensare che lui e Kunigami, quando ancora dividevano un unico stanzone con altri nove compagni di squadra, diverse volte erano fuggiti alla chetichella per andare a rinchiudersi in uno dei tanti bagni e…ehm…fare cose sconce! Era un miracolo che nessuno li avesse beccati! Scosse il capo e diede una sbirciata a Reo che camminava a capo chino accanto a lui. Non era bello fare di certi pensieri mentre un altro ragazzo aveva il cuore spezzato.
Alla mensa non trovarono nessuno, Chigiri fece sedere Reo ad un tavolo a caso e poi si occupò di andare a prendere il latte caldo ai distributori. Di ritorno, posò le due tazze fumanti sul ripiano del tavolo e si sedette di fronte a lui. Gli si strinse il cuore nel vedere il volto sciupato di Reo.
“Se Kunigami mi avesse abbandonato per andare in squadra con degli altri, credo che adesso sarei ridotto come te.”
“Quindi state insieme…”
Inutile negare, se voleva aiutarlo doveva essere sincero fino in fondo. “Sì, è così. Ci amiamo.”
A Reo uscì una mezza risatina amara. “Buon per voi!”
“Ascolta… Io non so cosa passi per la testa di Nagi. Non lo conosco, però forse ha avuto un buon motivo per fare ciò che ha fatto.”
Reo batté il pugno sul tavolo, facendo tremare le tazze. “Infilarsi fra le chiappe di Isagi! Eccolo il motivo! Ha perso la testa per quella puttanella dalle gambe aperte! Li detesto entrambi!”
Wow… Fino a un minuto fa stava annegando nelle sue stesse lacrime e adesso si era trasformato in uno scaricatore di porto! Ma forse era meglio così. Piuttosto che essere una larva, stava ritrovando le forze a modo suo.
“Ecco…non credo che dovresti prendertela con Isagi. Non è stato lui a convincere Nagi a-”
“Quel cazzone di Nagi!” Lo interruppe Reo, urlando, per poi agguantare la tazza e bere il latte tutto d’un fiato, facendo colare un po’ di liquido a lato della bocca. “Ma ti rendi conto? Abbandonarmi in quel modo? Ha dei cazzo di criceti nel cervello?” Abbassò un momento il viso e quando lo risollevò aveva gli occhi lucidi. E parlò con voce incrinata.
“Io ho fatto di tutto per lui. Fin dal giorno in cui l’ho incontrato.”
“Sei mesi fa, giusto?”
“Sei mesi… Sei mesi in cui l’ho viziato da morire. Gli massaggiavo i muscoli al termine di ogni allenamento, lo imboccavo ad ogni pasto, lo portavo sulle spalle quando era troppo stanco per camminare, gli davo dei piccoli premi quando si comportava bene, pedalavo io quando andavamo a scuola in bicicletta…”
Chigiri ridacchiò. “Viziato a mille, davvero!”
Ma Reo non stette allo scherzo, anzi il suo volto si fece ancora più triste. Lo guardò negli occhi e  gli parlò a cuore aperto. “Io gli ho dato tutto me stesso. Capisci cosa intendo?”
Glielo leggeva negli occhi. “Avete fatto l’amore?”
“Amore?” Reo distolse lo sguardo, lasciando un leggero sospiro malinconico. “Per me lo era. Ma per lui probabilmente no. Non lo è mai stato.”
“Posso solo immaginare quanto faccia male, se le cose stanno così. Io e Kunigami non siamo ancora andati fino in fondo. Ma se dovessimo fare l’amore e lui mi lasciasse, io…” Non terminò la frase. Il solo pensiero era inaccettabile.
“Chigiri… Posso dirti tutta la verità?”
“Sì…” Prese la tazza e sorseggiò un po’ di latte.
“Se le cose dovessero mettersi male…cioè, peggio di così… Ho intenzione di mettere in atto un piano per far tornare Nagi da me.”
“Un piano? Quale?” Chiese Chigiri, prima di bere un altro sorso di latte.
“Andrò a parlare col signor Ego e gli dirò senza giri di parole che deve far stare Nagi con me e nessun altro.”
Ah… Un capriccio. Peccato, il discorso sembrava farsi interessante e invece era solo uno sfogo senza fondamenta. Per questo Chigiri la buttò sullo scherzo.
“Perché credi ti ascolterà? C’è un regolamento. O vuoi allungargli una mazzetta con la promessa di una futura collaborazione col grande marchio Mikage?”
Reo si portò una mano al ventre e sussurrò: “Sono incinto.”
“……………………………come scusa? Credo di non aver capito.”
E allora Reo lo guardò, gli occhi spalancati e illuminati di una luce folle. “Ho detto che sono incinto! Ovviamente è Nagi il padre. Però non gliel’ho ancora detto.”
Ok. Ora Chigiri iniziava ad avere paura. “Reo…che stai dicendo?”
“Nemmeno uno stronzo senza cuore come Ego avrà il coraggio di tenere separata una coppia che sta per avere un figlio, no?”
C’era poco da scherzare. Ma era serio? Sembrava pazzo e continuava a massaggiarsi il ventre come se stesse proteggendo un tesoro prezioso.
“Reo, tu adesso hai bisogno di dormire e schiarirti le idee.”
Dirgli così era neutrale, piuttosto che sbattergli in faccia che era matto da legare. Ma Reo non gli diede retta, era perfettamente convinto che il suo piano avrebbe funzionato. Ci credeva davvero! Che cavolo, era un maschio non poteva mica concepire! Era il caso di chiamare assistenza? Quello stava vaneggiando e il giorno dopo dovevano affrontare una partita importante. Chigiri ci aveva messo tutto l’impegno ma…a quando ricordava nessuna Principessa Disney aveva mai affrontato una situazione del genere.
No. Doveva cambiare approccio. Non era dentro un film animazione per famiglie, quella era la realtà. E lui doveva fare qualcosa di concreto, altrimenti Reo sarebbe stato buttato fuori dal Blue Lock e rinchiuso in un istituto psichiatrico. Basta fare la brava Principessa, era il momento di cambiare atteggiamento.
Si alzò e andò accanto a Reo. “Puoi voltarti?”
“Mh?” Non appena volse la testa verso di lui, Chigiri gli piazzò un sonoro schiaffo.
“Reo tu sei un maschio. Non aspetti nessun bambino. Stai solo accampando scuse assurde perché non riesci ad affrontare l’abbandono.”
Ora Reo aveva gli occhi sbarrati nel vuoto. “E allora…cosa dovrei fare?”
“Diventa forte. Fagli vedere che sei in grado di stare in piedi anche senza di lui.”
“Ma lui…mi ha spezzato il cuore.” Gli occhi gli si riempirono di nuovo di lacrime.
“E allora fagli capire che cosa si sta perdendo. Dimostragli che sei la moglie perfetta e fallo tornare da te strisciando!”
Sperò che fosse la scelta giusta quella di spronarlo ad uscire dall’incubo in cui ere intrappolato.
Due lacrime strariparono dalle ciglia e attraversarono il viso di lui. “Tu credi…che riuscirò a far tornare il mio amore da me?”
Chigiri scosse il capo, gli posò una mano sulla spalla. “Non posso averne la certezza, ma ti assicuro che se tu darai il massimo non avrai nulla di cui rimproverarti.”
“Io lo amo!” Un singhiozzo gli spezzò la voce, ma tenne duro, ingoiò le lacrime e strinse il pugno. “Ce la farò. Si innamorerà perdutamente di me e io lo terrò al guinzaglio per il resto della vita!”
Era una cosa un po’ esagerata, ma l’importante era che si fosse ripreso!
  
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