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Autore: lady lina 77    29/01/2023    2 recensioni
L'omicidio di una donna e il salvataggio dei suoi due figli porteranno i Poldark dentro a un grande segreto da tenere celato a qualsiasi costo. Una storia che nasce nel freddo dei ghiacci di Oslo per poi approdare in Cornovaglia dove Ross, assieme a due misteriosi gemellini (già conosciuti in una mia vecchia fanfiction ma quì in ruoli diversi), lotterà per poter tenere fede a una promessa.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che per molti londinesi era motivo di sussurri e pettegolezzi, insospettiva decisamente Ross. La morte di Haakon, il successivo sguardo di vittoria di Jones tornato a casa gongolante dalla missione in cui lo aveva lasciato momentaneamente solo in una taverna per tornare a casa a controllare che Clowance fosse effettivamente sana e salva e le sue successive parole “Poldark, la faccenda norvegese è sistemata, puoi prenderti i marmocchi, la moglie, le domestiche e i cani e tornare a casa tua quando vuoi” lo rendeva quasi certo del coinvolgimento del suo amico nella misteriosa dipartita del loro nemico. Era tipico di Jones essere criptico quando grandi faccende lo riguardavano personalmente e poi quel suo sguardo sornione, ebbro di orgoglio e di divertimento era inequivocabile… Non credeva nemmeno un po’ alla storia dell’omicidio, per duello, del console che aveva insidiato la moglie di un nobile un po’ perché Haakon aveva ben altri interessi in quel di Londra, un po’ perché era troppo intelligente per fare una fine del genere, un po’ perché le donne parevano il suo ultimo pensiero e se ne voleva una di certo aveva ampia scelta senza bussare alle porte delle lady altrui. Vero, Ross stesso anni prima aveva rischiato di finire i suoi giorni in un prato dopo un duello con Monk Adderly ma la sua situazione personale era diversa da quella del norvegese e dopo tutto lui era una testa calda e non un calcolatore freddo e spietato come il console.
Aveva dovuto comunicare, cercando di usare tutto il suo tatto e facendosi aiutare da Demelza, la notizia alla figlia di Haakon, Odalyn, ancora nascosta con loro nella casa di Jones, e la ragazzina aveva reagito stoicamente. I suoi occhi si erano fatti lucidi ma non aveva versato una lacrima. Contegno nordico, si era detto Ross, anche se non era così certo dell’affetto della ragazza per quel padre tanto freddo e distante. Era sola al mondo e al momento questo rappresentava un problema da risolvere, era troppo giovane ovviamente per affrontare la vita senza una guida ma a questo ci avrebbero pensato in un secondo momento, magari coinvolgendo Wickman che, se tanto gli dava tanto, era coinvolto nella morte di Haakon quanto il caro Jones.
In mattinata lui e la sua famiglia, assieme ad Odalyn, sarebbero tornati nella villa affittata per il loro soggiorno londinese che avevano lasciato a Natale a causa dell’attacco notturno dei seguaci di Haakon che volevano rapire i gemelli ma prima, mentre tutti ancora dormivano, Ross aveva decisamente bisogno di parlare con Jones.
Uscì in giardino e bussò alla porta d’ingresso dei suoi appartamenti. Un valletto venne ad aprirgli e lo fece entrare.
Jones era già sveglio e in vestaglia, spettinato e con la faccia di uno che la notte precedente aveva fatto baldoria, sorseggiava un tè sul divano del salotto mentre leggeva svogliatamente un quotidiano. “Poldark, quando mi han detto che avevo visite, speravo si trattasse di una bionda prosperosa. Che delusione…”.
Ross sospirò, sedendosi accanto a lui deciso a non farsi coinvolgere dal suo sarcasmo che solitamente apprezzava perché gli veniva spontaneo e non era artefatto. “Beh, non sono né biondo è prosperoso. Che stai leggendo?”.
Jones stropicciò il giornale che aveva fra le mani. “Il giornale, sai quell’insieme di fogli con le ultime notizie?”.
Ross sbuffò alzando gli occhi al cielo e accavallò le gambe. “Sì, ho presente. Qualche notizia in particolare?”.
Mhhh, la duchessa Bligny ha intenzione di organizzare un ballo per il debutto della sua orribile figlia piena di brufoli… Cerca di farle trovare marito probabilmente e la giudico una missione più impossibile della nostra in Francia, se devo essere onesto”.
Poi?”.
Jones sorrise, in fondo conosceva Ross e sapeva a cosa mirava e dove voleva arrivare col discorso. “Poi era interessante questo articolo su questi stranieri che vengono a Londra e tessono intime amicizie con le mogli dei nostri stimati aristocratici. Ci credo poi che la morte per duello in giovane età sia la causa principale di decesso fra le persone. Quando uno non sa tenersi su i pantaloni, diventa un macello…”.
Jones…”.
Chissà chi era la donzella?”
Jones?”.
Magari quella contessa, come si chiama…”.
Jones, tu c’entri qualcosa?” – sbottò infine Ross.
IO??? Io sono zitello e felice di esserlo. Meglio pagare una che certe cose le fa di mestiere che mettersi nei guai con donne già sposate a gelosi mariti che non comprendono la bellezza della condivisione”.
Ross lo occhieggiò, divertito ma deciso a non farsi distrarre dalla meravigliosa filosofia di vita del suo amico. “Jones, ho bisogno di sapere la verità su Haakon e tu lo sai. Al piano di sotto dorme sua figlia che ora è sola al mondo, orfana! Come la mettiamo?”.
Jones si appoggiò al divano non abbandonando la sua aria sorniona. Gli veniva naturale fare il pagliaccio anche dopo un omicidio e il fatto che questo dovesse rimanere top secret rendeva la faccenda ancora più divertente. Sapeva che Ross sapeva o immaginava, ma gli ordini di Wickman erano stati chiari e purtroppo questo gli impediva di essere del tutto sincero con uno dei suoi migliori amici e soprattutto gli negava il divertimento di vivere un accorato discorso filosofico sulla bellezza o meno di far fuori i propri nemici con quell’idealista di Ross Poldark. “La ragazzina non ha perso un gran che, come padre non mi pareva portato…”.
Ma la ragazza ha quattordici anni, è una bambina e lui era l’unico genitore che aveva”.
E io che posso farci?”.
Ross si fece serio. “Lo hai ucciso tu?” – chiese, senza giri di parole. Non gli importava del come e del perché ma sentiva di volerlo sapere.
Lo ha ucciso chi ha ritenuto che lo meritasse” – rispose Jones, glaciale stavolta.
Non hai risposto alla mia domanda”.
Jones si stiracchiò e poi lanciò il giornale sul tavolino davanti a lui. Poi si alzò e si avvicinò alla finestra. “Ross, che ti importa? E’ morto e hai risolto tutti i tuoi problemi. Non sei felice?”.
Come fai a sapere che li ho risolti? Come fai a sapere che fosse l’unico a nutrire dubbi sui gemelli?”.
Jones si voltò, gli si avvicinò e amichevolmente, gli poggiò una mano sulla spalla. Ross non era stupido e l’uomo lo immaginava perfettamente che da solo era riuscito ad arrivare alla verità. “Lo so e basta e se sei intelligente come credo, so che capirai che ti conviene credermi. I tuoi mocciosi biondi sono al sicuro ora, nessuno ti disturberà più per loro e tu te ne puoi tornare in Cornovaglia a crescerli come meglio preferisci. Haakon è morto e fatti bastare questo: la corona inglese ha chiuso brillantemente ogni conto, anche quelli più spinosi, con lui. Salvaguardando i rapporti fra i due Stati, te, i tuoi figli e il loro futuro. Fine del discorso!”.
Non gli aveva risposto ma in un certo senso lo aveva fatto e Ross sapeva che Jones non avrebbe detto di più. Lo aveva ucciso lui Haakon e Ross non era così ipocrita da non ammettere a se stesso che questo gli avrebbe reso la vita facile e serena. Haakon non era una brava persona ed aveva assassinato in modo orribile i suoi oppositori, compresi i genitori naturali di Daisy e Demian. Compresa Jasmine… Una parte di lui, quella idealista, gli gridava che era sbagliato. L’altra gli gridava invece di non farla lunga e accettare i fatti così come erano stati raccontati. “In fondo chi sono io per giudicare?” – concluse infine, arrendendosi all’evidenza che la verità non avrebbe alterato lo stato delle cose per come ormai erano. “Un tempo anche io mi sono fatto tentare da un duello, dopo tutto” – ammise.
Jones ridacchiò. “Quello leggendario con quella canaglia di Adderly?”.
Come lo sai?”.
Ah Poldark, ingenuo che non sei altro, se ne parla ancora… Come mai successe?”.
Ross sospirò, ricordando uno dei periodi più duri del suo matrimonio. “Mi dava fastidio. E ne dava a Demelza”. Poi si bloccò. “DAVVERO?”.
Davvero, cosa?”.
Davvero ne parlano ancora?”.
Sei una star, non te ne eri accorto”.
Bah… Io non mi ritengo tale e in fondo ho agito in modo sbagliato”.
Jones fece un sorriso furbo. “Capisco…”.
Capisci cosa?”.
Beh, che fai il moralista ma lo sai benissimo che Adderly ERA FASTIDIOSO. Ci provò pure con mia madre”.
Ross spalancò gli occhi. “Scherzi?”
Lui lo fissò piccato, offeso che ne fosse sorpreso. “Guarda che mia madre da giovane faceva girare la testa a molti uomini. Da dove avrei preso la mia bellezza altrimenti?”.
Ross lo guardò storto. “Questa cosa mi ha bloccato la digestione”.
Peggio di Adderly?”.
No ma ci siamo vicini”.
Jones si risedette sul divano cambiando argomento. “Che farai con la ragazzina norvegese?”.
Non lo so, mi affiderò al sesto senso di Demelza, lei in queste cose ha più istinto di me”.
Buona idea” – rispose Jones con un sospiro – “In effetti l’ho sempre pensato”.
Cosa?”.
Che Demelza ha più istinto e sagacia di te”.
Ross sospirò, in fondo non poteva ribattere nemmeno su questo.

...

Era strano per Jeremy osservare Odalyn nel suo muto vivere quel lutto che per lui sarebbe stato devastante ma che nella ragazza sembrava aver lasciato solo una scia di composta freddezza.
Da quando suo padre e sua madre le avevano comunicato dell’improvvisa morte del padre Haakon, lei non aveva versato una lacrima, aveva appreso la notizia con una sorta di muta rassegnazione e poi non ne aveva parlato più, rimanendo in silenzio per la maggior parte del tempo.
Jeremy non capiva appieno cosa provasse, era troppo giovane per riuscire a comprendere le profondità dell’animo umano e non riusciva nemmeno a decidersi se fosse giusto o meno piangere un padre tanto mostruoso verso sua figlia. Lui avrebbe perso ogni appiglio senza i suoi genitori ma Odalyn che aveva perso? Un padre freddo, assente, distaccato e che ti vede unicamente come una pedina da muovere per i suoi interessi personali è meritevole di lacrime? Come doveva comportarsi con lei? Consolarla? Far finta di nulla? Sentirsi in colpa perché la morte di quell’uomo risolveva ogni problema di sicurezza per i suoi fratellini? Chiederle semplicemente se avesse bisogno di qualcosa? Avrebbe voluto essere più grande, i grandi sanno sempre cosa fare in certe situazioni ma i ragazzini come lui?
Con un sospiro le si avvicinò, raggiungendola davanti alla finestra del salotto. Avevano lasciato la casa di Jones due giorni prima ed erano tornati nella dimora che suo padre aveva preso in affitto per i mesi che avrebbero dovuto trascorrere nella capitale. Prudie e Inge, con altre tre domestiche appena assunte, avevano risistemato stanze e saloni e la casa era tornata a vivere allegramente nel baccano prodotto da Bella e dai gemellini.
Quando sentì i suoi passi, Odalyn si voltò verso di lui. “Oh, sei tu”.
Sì…” – le rispose, impacciato. “Ti ho disturbata?”.
No, stavo solo pensando ad alcune cose”.
Con un moto di coraggio che non avrebbe saputo spiegarsi, Jeremy si spinse a chiederle direttamente circa il fulcro della questione. “A tuo padre?”.
Odalyn sospirò. “Siete davvero un popolo impiccione, voi inglesi”.
Jeremy arrossì. “Sc… Scusa… E’ che mi preoccupavo un po’”.
Odalyn tornò a guardare fuori, in giardino. L’erba era coperta di neve… “Noi siamo un popolo che non chiede mai. Gli altri la vedono come un modo di fare freddo, per noi è solo rispetto dell’intimità altrui”.
Scusa, non volevo essere invadente”.
A dispetto di tutto, Odalyn sorrise. “Lo so. Comunque, non stavo pensando a mio padre, non del tutto almeno. Stavo solo cercando di decidere cosa fare ora”.
Jeremy comprese. Era per lei tempo di grandi decisioni visto che era rimasta sola al mondo e pienamente padrona della sua vita. “Puoi sempre considerare la proposta che ti ha fatto mia madre”.
La ragazza scosse la testa. “Andare in Giamaica, da quelle vostre amiche?”.
Sì. Cecily e Kitty Despard sono brave persone, simpatiche. Ti troveresti bene con loro, con un gruppo di donne sole e coraggiose che vivono al sole dei Caraibi. Cecily ha avuto un padre così simile al tuo dopo tutto… Mamma dice che potreste diventare come sorelle. E poi ora c’è il bambino di Kitty”.
Odalyn abbassò il capo, torcendo con le mani il tessuto della sua gonna. “Non ne dubito ma sai… Sai cosa vorrebbe dire per una norvegese vivere in un posto dove non fa mai freddo?”.
Sarebbe fantastico!” – sbottò Jeremy che non poteva ancora comprendere il profondo legame delle persone con la loro terra d’origine.
E infatti. “Non per me… Io sono nata dove il ghiaccio c’è per la maggior parte dell’anno, dove la neve viene giù talmente fitta da non farti vedere dall’altro lato della strada, dove spesso non c’è nemmeno il sole per mesi”.
E ti piace?” – chiese il ragazzino, incredulo.
Sì”.
Jeremy rimase in silenzio, incapace di comprendere appieno. “Ma sei sola, ora. Potresti vivere in un posto nuovo dove non ci sarebbe nulla a ricordarti tuo padre”.
Odalyn sospirò. “Non… Non ho mai avuto nessun buon rapporto con mio padre. Era uno sconosciuto, non era come per te coi tuoi genitori. Io sono addolorata per lui, certo, ma… Ma mi trovi cattiva se ti dico che oltre a questo mi sento libera da una prigione? Per lui non ero che un oggetto da muovere a suo piacimento, una pedina. E per aver fatto scappare Clowance…” – rabbrividì – “beh, avrei vissuto l’inferno appena mi avesse avuta sotto mano”. Ripensò a come voleva spingerla a donare il suo corpo a Jeremy Poldark per ottenere informazioni circa i gemelli e la rabbia la invase, assieme alla gratitudine per quel ragazzo che aveva saputo rispettarla. “Tu Jeremy sei stato gentile, infinitamente, nemmeno immagini quanto. Come tua madre e tuo padre e tutta la tua famiglia. Vi ringrazio per ciò che avete fatto per me e per come volete aiutarmi ma io non voglio andare ai Caraibi, io voglio tornare a casa”.
A Olso?” – domandò Jeremy.
Odalyn strinse i pugni con fermezza. “No, quella era la casa di mio padre, io sono cresciuta sui fiordi, ancora più a nord, con gli zii”.
Cosa sono i fiordi?”.
Odalyn rise. “Oh Jeremy, sono luoghi gelidi dove voi inglesucci morireste di freddo in pochi minuti. Luoghi da uomini e donne VERE!”.
Mettimi alla prova! Se venissi a trovarti in quel posto, io sopravviverei”.
Odalyn gli strizzò l’occhio. “Lo farai? Guarda che ti aspetto per vedere se sarà vero!”.
Jeremy allungò la mano e gliela strinse. “Affare fatto! Ma sei sicura di voler tornare fra i ghiacci?”-.
Lo sguardo della ragazza si addolcì. “Non ci sono solo ghiacci ma terre piene di fascino. Ci sono montagne, gole, canali d’acqua, casette di legno tutte colorate, villaggi piccoli dove ci si conosce tutti e insieme si è una grande famiglia. Ci sono i piccoli porti da dove partono i pescatori e quando tornano, la sera, a volte si arrostisce il pesce in piazza e lo si mangia tutti insieme. E’ la mia terra e per voi sarà sicuramente un posto inospitale ma per me è CASA. Ed è a casa, dagli zii con cui sono cresciuta, che voglio tornare. In fondo hai ragione tu, siamo ancora troppo piccoli per fare i grandi e io voglio la mia famiglia, quella che mi ha sempre amato”.
E i Caraibi?”.
Magari un giorno ci andrò per una breve vacanza”.
Poi si guardarono e con dolcezza, Odalyn lo baciò sulla guancia. Un bacio innocente, gentile, lontano miglia e miglia da quanto avrebbe preteso suo padre da lei. “Per ora, posso solo dirvi grazie di tutto”.
Sulla porta del salone, non viste, Demelza e Inge ascoltarono tutto.
La vecchia bambinaia osservò Demelza e il suo pancione mentre in sottofondo i gemelli facevano un chiasso incredibile. “La ragazza ha ragione, i fiordi sono per noi dei posti unici ed irrinunciabili”.
Vorresti tornarci anche tu?” – chiese Demelza triste al pensiero che quella donna se ne andasse e un pò sconbussolata da quella conversazione dove suo figlio le era apparso per la prima volta 'grande' e non più un bambino.
Inge scosse la testa. “Io ormai sono anziana, per me sarebbe troppo dura tornare e vivere da sola in quei luoghi e ho l’impressione di avere una missione qui. I gemelli, che mai avrei creduto di rivedere, devono pur sapere qualcosa della loro terra e io, se mi volete, sarò ben felice di restare a prendermi cura di loro e dei vostri altri figli”.
Demelza la abbracciò. “Certo che ti vogliamo”.
La Cornovaglia è ventosa come raccontano?”.
Anche di più, Inge”.
E allora sarà come essere a casa, dopo tutto”. Poi Inge si voltò, guardando nuovamente la giovane Odalyn. “Ma lei… Lei è giusto che ci vada davvero nella sua casa. Quella in cui ha lasciato il cuore quando suo padre l’ha presa con se. E’ la scelta giusta ed è troppo giovane per sperimentare l'ignoto”.
Demelza non sapeva nulla dei fiordi ma sentiva di trovarsi d’accordo con Inge su tutto. Era giusto che Odalyn tornasse a casa. Come lei, a quattordici anni, aveva fatto una scelta. E si augurava di cuore che si rivelasse fortunata come era accaduto a lei il giorno in cui aveva scelto di seguire Ross Poldark a Nampara.

  
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