GoGo parcheggiò la moto e scese.
Anche se San Fransokyo era una città ipertecnologica, conservava ancora qualche luogo storico, come quello davanti a lei: il tempio della dea del sole Amaterasu.
Fece un respiro profondo, bussò alla porta e disse: - Nonna, sono io!
Aprì una vecchietta che indossava un vestito da miko e aveva i capelli legati in uno chignon.
- GoGo, tesoro! - esclamò la donna abbracciandola. - Da quanto tempo non ci vediamo! Come sei diventata bella!
- Grazie, nonna!
- Prego, entra!
Si sedettero e la nonna le offrì del tè al gelsomino.
- Allora? Che cosa ti porta qui?
- Sono venuta per l'amuleto.
La nonna la guardò sorpresa: - Davvero? Credevo non avessi nulla da chiedergli.
- Lo credevo anch'io, ma alla fine ho trovato qualcosa.
- Sei sicura di aver scelto bene? Ricorda che puoi chiedergli soltanto una cosa.
- Sono sicurissima!
- Va bene.
La nonna lasciò la stanza e tornò poco dopo con uno scrigno. Lo aprì e ne tirò fuori un piccolo specchio ovale infilato in una cordicella dorata.
Lo diede alla nipote, che se lo mise al collo, e poi la condusse in una stanza con un piccolo altare dedicato ad Amaterasu.
- Ti aspetto qui fuori - disse la nonna chiudendo la porta.
GoGo si inginocchiò sul pavimento e, stringendo l'amuleto, pregò mentalmente Amaterasu di esaudire il suo desiderio.
All'improvviso dall'amuleto si levò una fortissima luce bianca che l'accecò...

Pian piano GoGo riaprì gli occhi e vide che non c'era niente intorno a lei, solo un infinito spazio bianco.
A un certo punto vide una figura venire verso di lei.
- Chi sei?
Quando la figura fu davanti a lei e divenne perfettamente visibile, la ragazza si sentì mancare: avrebbe riconosciuto ovunque quei setosi capelli neri, quei grandi occhi marroni e quel volto dai lineamenti dolci e maturi.
- T... Tadashi!
Anche lui sembrava sorpreso: - GoGo... Che cosa ci fai qui?! Anche tu sei...
- No, tranquillo, sono ancora viva! Sono venuta qui grazie a questo - rispose la ragazza mostrandogli l'amuleto. - Le donne della mia famiglia custodiscono da generazioni il tempio della dea Amaterasu di San Fransokyo. Questo amuleto ci è stato donato proprio da lei secoli fa: ogni donna della famiglia, anche quando non è destinata a custodire il tempio, può usarlo per esaudire un solo desiderio. E io ho chiesto di rivederti.
- Mi sei mancata!
- Anche tu, ma non è solo per questo che ho chiesto di vederti. Tadashi, ti ho sempre considerato un mio caro amico, ma da un po' di tempo avevo iniziato a provare qualcosa di più. Ero arrabbiata perché non capivo cosa fosse, ma adesso lo so: Tadashi, io... TI AMO!
Tadashi sgranò gli occhi, poi sorrise e disse: - Anch'io ti amo!
- Davvero?!
- Sì, ma non te l'ho mai detto perché temevo di rovinare la nostra amicizia se non mi avessi ricambiato.
I due si guardarono negli occhi, poi si baciarono.
- Vorrei averti detto prima quello che provavo! - disse Tadashi tristemente.
- Anch'io! Ora devo andare - disse GoGo con le lacrime agli occhi. - Addio!
- Addio!

GoGo era tornata nel tempio.
Uscì dalla stanza e sua nonna, vedendo i suoi occhi lucidi, le chiese: - Va tutto bene, cara?
La ragazza sorrise, si asciugò le lacrime e disse: - Sì, tutto bene.