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Autore: darkwolf24    30/01/2023    0 recensioni
Yui Hayami è una ragazzina di 17 anni affetta dalla Afefobia, ossia la paura di essere toccati. Dopo aver perso la madre durante il parto, Yui passò tutta la sua vita col padre tra i continui abusi, questo fino a quando, una fatidica notte, l'intervento delle forze dell'ordine la salva da una fine peggiore della morte stessa.
Un anno dopo però, viste le sue capacità intellettuali, viene costretta ad iscriversi come studentessa nell'istituto speciale Blackwater, istituto famoso per l'elite di studenti da cui è formato nonché per la sua specialità nel trattare casi "particolari".
In quel luogo la la protagonista si ritroverà costretta ad affrontare le sue paure grazie anche all'aiuto di una sua nuova amica Serena e del suo Senpai Yuma. Quando tutto sembrerà andare per il meglio però, ecco che qualcuno cercherà di portarle via anche quell'unico briciolo di felicità che si era creata e starà a lei alzare la testa e lottare per ciò a cui tiene.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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<> Urlò Serena praticamente sfondando le porte rinforzate della mensa e gettandosi ad afferrare i primi due vassoi che riuscì a trovare e gettandone uno tra le mie braccia. Poi, con lo sguardo di un animale che aveva adocchiato la sua preda, iniziò a riempire il suo vassoio con piatti contenenti qualsiasi cosa avesse preparato il cuoco della mensa fermandosi solo quando notò che il mio vassoio era ancora vuoto. <> Scossi la testa in risposta affermando che non avevo fame e in risposta la ragazza mi guardò come per chiedermi se facevo sul serio. <>Rise rumorosamente tornando ad impilare il cibo con praticamente chiunque che la osservava attirati dalla sua voce. Avere addosso lo sguardo di praticamente tutti i ragazzi presenti nella mensa era strano, ero abituata a rimanere in disparte e quella situazione era del tutto nuova per me, ma come darli torto? Il carattere di Serena non poteva certo passare inosservato, specialmente dopo tutto il baccano che aveva combinato senza accorgersene e più tempo passavo con lei e più mi chiedevo se non era meglio allontanarmi prima che qualcosa di brutto accadesse, tuttavia sapevo anche che se volevo superare le mie paure avevo bisogno di qualcuno che mi desse una mano e il suo carattere particolare sicuramente mi avrebbe dato una mano. Alla fine trovammo un tavolo vuoto in cui sederci mentre le persone tornavano a badare ai fatti loro. Tirai un sospiro di sollievo nel notare che nessuno più ci osservava. Certo, non avevo problemi con quello ma preferivo comunque non essere notata.

<> Saltai dalla sedia nel sentirle pronunciare quelle parole e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. <> Lei sorrise ingoiando l'enorme boccone che aveva in bocca prima di rispondermi. <> La sola idea di dover cantare davanti a delle persone mi faceva aumentare i battiti cardiaci oltre il limite massimo sopportabile da un normale essere umano.
<> Le mie parole si scontrarono però contro il più duro dei muri.
<>
Mi ritrovai ad alzare gli occhi al cielo sapendo che qualsiasi cosa avessi detto sarebbe entrata ed uscita come niente, se c'era una cosa che lei non sapeva fare era ascoltare. Nonostante non avesse cattive intenzioni mi ritrovai a pregare nella speranza che scendesse un qualche angelo a salvarmi da quella situazione e, sorprendentemente per me le mie preghiere vennero ascoltate ed un impavido eroe si avvicinò al nostro tavolo attirando l'attenzione su di sé.

<> Velocemente scossi la testa in risposta alla domanda di Yuma che nel vedere la mia reazione mi sorrise sedendosi poi nel posto libero al mio fianco mentre e presentandosi a Serena stringendole la mano. <> Sorrisi timidamente scuotendo nuovamente la testa prima di parlare con voce fioca. <> Serena a quel punto sbatté le mani sul tavolo con uno sguardo sorpreso sul viso. <> Urlò scrutando il ragazzo dalla testa ai piedi come se fosse un quadro in una mostra d'arte per poi avvicinarsi a me iniziando a bisbigliarmi nell'orecchio "non fartelo scappare mi raccomando", il ché mi costrinse ad arrossire violentemente ed a desiderare di sprofondare nella mia sedia. Per mia fortuna Yuma riuscì nuovamente a tirarmi fuori dall'imbarazzo con mia somma gioia. <> Serena partì come al suo solito interrompendo bruscamente il ragazzo a metà della sua frase. <> <> Smisi di ascoltarlo quando sentii nominare la biblioteca e tutta la mia attenzione ricadde su quel luogo. Avevo sempre amato i libri e sempre li avrei amati, ogni sera immaginavo di essere la protagonista di un libro Fantasy, magari una maga con poteri incredibili oppure una spadaccina in missione per salvare il mondo. Yuma doveva aver notato il mio interesse per quel luogo e così mi indicò la sua ubicazione per poi continuare in mia assenza a mostrare gli altri club a Serena.

Contenta come non mai corsi per gli edifici raggiungendo in poco tempo la stanza situata al quarto piano nell'edificio opposto al mio dormitorio. Senza esitare poi entrai assaporando l'odore inconfondibile dei libri ordinati per genere negli enormi scaffali. La stanza come c'era da aspettarsi era praticamente vuota, l'unica persona presente era l'insegnante addetto al controllo della biblioteca che era completamente immersa nella lettura del suo libro. Senza perdere altro tempo iniziai a passare a rassegna molti dei libri impolverati della sezione Fantasy desiderosa di gettarmi in una lettura che mi portasse fuori dai confini della realtà. Tra le varie possibilità, una più invitante dell'altra, uno solo catturò infine la mia attenzione. Appena lessi la trama i miei occhi si allargarono costringendomi a stringere il libro al mio petto nella ricerca di un posto a sedere così da poter iniziare il mio viaggio personale. La storia parlava di un ragazzo che, dopo essersi svegliato senza ricordi si ritrovava in un mondo distrutto da una guerra di cento anni prima e, insieme ad una ragazza, intraprendono un viaggio alla scoperta del loro passato.

Nel bel mezzo della mia lettura tuttavia un tonfo mi strappò via dal mio mondo immaginario riportandomi alla realtà. Velocemente mi guardai intorno solo per notare un ragazzo sdraiato a terra con i libri che portava in grembo ormai sparsi per tutto il corridoio. Istintivamente accorsi a raccogliere alcuni dei libri iniziando ad impilarli leggendo di sfuggita alcuni dei titoli su di essi segnati. Notai come fosse la tematica sovrannaturale ad accomunare tutti quei racconti e al solo pensiero delle storie di fantasmi un brivido mi raggiunse facendomi raggelare il sangue nelle vene.
Spostai poi la mia attenzione sul ragazzo che, nel tramite si era rialzato guardandomi imbarazzato con quei grandi occhi colore ambra e i suoi capelli a caschetto verdi con delle ciocche più lunghe delle altre che andavano a nascondere lievemente il suo sguardo dolce. <> La sua voce era impercettibile mentre si spolverava il maglione con scollo a v che lasciava intravedere la camicia bianca e la cravatta dello stesso colore dei capelli.
<> <> Finita la frase fece un inchino scusandosi per avermi spaventata e prima che potessi dirgli qualcosa corse via sparendo in quel dedalo di librerie.

Tornai al mio libro immergendomi nuovamente nel mio piccolo mondo personale senza accorgermi delle ore che nel tramite erano volate. Alla fine venni svegliata dalla mia trance da una voce rauca. <> Scossi la testa rivolgendo la mia attenzione alla donna, la quale mi osservava con uno sguardo dolce sul viso. Aveva i capelli rossastri con degli enormi occhi verde acqua, indossava una gonna nera, una camicia bianca e degli occhiali rossi con montatura sottile.

<> Affermai mentre lei mi guardò con stupore negli occhi. <> Scherzò, io invece colsi la palla al balzo per fargli delle domande. Ero incuriosita da Najeki e non ne sapevo neanche il perché, forse era per il suo essere misterioso o magari era perché in un certo senso mi somigliava più di quanto immaginassi. <> Poi lo sguardo della professoressa si illuminò mentre mi scrutava dalla testa ai piedi. <> Io assistente di biblioteca? Certo l'idea era invitante, poter leggere quanto e quando volevo era di sicuro una cosa più che conveniente, ma sarei mai stata in grado di avere una tale responsabilità? Alla fine decisi di chiedergli del tempo e, accompagnata dalla luna che iniziava ad alzarsi alta nel cielo, decisi di tornare nella mia stanza.

 

Una volta arrivata ed aperta la porta tuttavia saltai per lo spavento alla vista di Serena distesa sul mio letto a giocare con il suo telefonino. Appena mi vide si alzò in piedi iniziando a gesticolare come al suo solito. <> Nonostante avesse ragione la mia mente era concentrata su ben altre cose, come sul fatto che lei si trovasse nella mia stanza. <> Lei scrollò le spalle sedendosi nuovamente sul mio letto. <> Mi diedi un colpo sulla fronte così forte che probabilmente il segno mi sarebbe rimasto per circa una settimana intera. Come avevo fatto ad essere così sbadata? <> Scherzò mentre si avvicinava a me per farmi il solletico. Appena sentii quelle parole e vidi le sue mani avanzare verso di me un lampo attraversò il mio corpo e i ricordi di quella notte tornarono più forti che mai. Istintivamente saltai all'indietro cadendo a terra con le lacrime che iniziavano a formarsi sui miei occhi. <> Scossi la testa cercando di riprendermi meglio che potevo, ma nulla sembrava funzionare, così le chiesi di uscire dalla stanza mentre cercavo di trattenere le lacrime il più possibile.

Inizialmente riluttante, Serena infine accettò di uscire e silenziosamente mi diede la buona notte lasciandomi poi finalmente da sola. Senza perdere un attimo chiusi la porta assicurandomi più e più volte di aver girato la chiave tutte le volte possibili e, una volta che mi fui accertata di essere chiusa in camera, afferrai alcune pillole dal comodino e le buttai giù grazie all'aiuto della mia fidata bottiglietta d'acqua.
"Perché sono così?" Continuavo a chiedermi mentre le lacrime rigavano il mio volto. "Perché mi hai fatto questo papà? Non ti ho mai fatto niente di male, quindi perché!?" Continuai sedendomi in un angolino con le gambe tra le braccia e lasciando uscire tutte le lacrime che avevo in corpo.

Quando l'attacco di panico si calmò, la mia paura venne sostituita da una sensazione di malessere allo stomaco, fu allora che notai una busta sulla mia scrivania. Lentamente la aprii rivelando un contenitore con con dei dolcetti all'interno e due fogliettini di carta. Afferrai il primo iniziando a leggere con attenzione ciò che c'era scritto su quest'ultimo notando come la calligrafia fosse praticamente impeccabile. "Ehy Hayami, questa sera non ti sei presentata a cena, così insieme a Serena abbiamo messo da parte alcuni dei dolci di questa sera, non è molto ma spero che basti. E non fa bene leggere così tanto" Afferrai poi il secondo biglietto, la scrittura era leggermente peggiore e si vedeva che era stata scritto in fretta e furia. "Yuma avrà anche avuto l'idea, ma è un idiota quando si parla di cibo. Quindi se devi ringraziare qualcuno per i dolci ringrazia me! P.S. Dovevi vedere la sua faccia quando ha visto che non c'eri, si è preoccupato pensando di aver disegnato male la piantina dell'istituto!" 

Inizialmente ridacchiai al pensiero di Yuma che si faceva tanti problemi solo per assicurarsi che io non mi fossi persa, con Serena che probabilmente lo prendeva in giro per il suo comportamento, quei due erano davvero fatti l'uno per l'altra. Mentre pensavo a questo però un senso di malinconia perverse il mio corpo costringendomi ad abbassare lo sguardo. Alla fine non toccai neanche un dolcetto nonostante la mia golosità e semplicemente mi gettai sul letto nella speranza di riuscire finalmente ad avere una notte tranquilla e priva di incubi, speranza ovviamente vana.

 

   
 
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