Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Flofly    30/01/2023    0 recensioni
Completa. Sequel di "Quel che è Stato, quel che Sarà" Quando hanno deciso di rendere pubblica la loro storia Draco ed Hermione erano pronti ad affrontare lo sdegno dell'opinione pubblica.
Quello che non sanno però è che un pericolo ben più grande di Rita Skeeter sta per travolgere l'intera Hogwarts.
Genere: Avventura, Generale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Leviamoci subito il dente: non sono riuscita a concludere la storia in questo capitolo. Ci ho provato ma avrei dovuto tagliare davvero tanto e, onestamente, proprio alla fine mi dispiaceva concludere la storia in fretta e furia. Semplicemente, per come l'avevo scritta per me non funzionava, troppo caotica e sbrigativa. Quindi spero mi capirai se ti chiedo di avere ancora un pochino di pazienza. Questo è un capitolo lungo ma tiriamo un bel po' di fili, pronti ad arrivare davvero alla fine di Moth Goth.
Intanto, buona lettura.

C’erano state delle imprecazioni dietro di loro, urla soffocate e tonfi in qualcosa di viscido.

«Palude istantanea: ottima se vuoi evitare un’uscita con la famiglia. Sono certo che andrà alla grande» aveva riso George dall’alto della scalinata, prendendosi anche il tempo per un profondo inchino, mentre Peeves svolazzava attorno a lui, continuando a lanciare piccole palline dai colori più disparati, che riempivano di piume chiunque colpissero, rendendo la maggior parte dei loro assalitori dei goffi pennuti incapaci di stare in piedi.

«Maggiori dettagli a breve nel punto vendita… » concluse Fred mentre il muro di pietra mutava cedevole sotto i loro occhi. «E non vorrei mettervi fretta ma dovete entrare tutti.Subito!» gridò, sentendo i rumori sempre più vicini. 

Niamh e Tonks gli passarono davanti, mentre il grosso cane nero e bianco sembrava andare alla ricerca degli ultimi ritardatari. O forse stava solo cercando di mordere Malfoy, approfittando della confusione. Hermione e Draco furono gli  ultimi ad entrare, lanciando un ultimo sguardo dietro di loro, dove si intravedevano scintille rosse e verdi. Poi, ancora mano nella mano, attraversarono quella soglia, sperando che fosse davvero il luogo più sicuro di Hogwarts, così tanto amato da Tosca Tassorosso.

Harry saltò dentro, lanciando lontano il pezzo di avambraccio della Umbridge. Grugnì con disgusto mentre si trasformava nuovamente in umano, nascosto dietro una grande poltrana, accettando riluttante i vestiti che Tonks gli stava passando.

«Perché le cose disgustose capitano sempre a me?» lagnò, infilandosi la maglietta e sistemandosi gli occhiali, ovviamente rotti come sempre. Doveva chiedere a Sirius come diavolo facesse a trasformarsi con tutti i vestiti addosso senza distruggerli.

«Non possiamo lasciarli li! Dobbiamo tornare indietro» Neville batteva furiosamente contro quella che poco prima era stata una porta ed ora era solo un solidissimo muro di mattoni. «Seamus, Dean, e tutti gli altri! Se voi non volete andare a salvarvi fatemi uscire, dannazione!».

«Nevile… ora non possiamo, cerca di capire. Hai visto cosa è successo con la Abbot: non sappiamo di chi possiamo fidarci. Ricordi la lezione di Piton? Quasi nessuno riusciva  a sentire quell’odore strano, e sono convinta che fosse un indizio. Nonostante tutto ha provato ad avvertirci. Troviamo il modo di uccidere Cassandra e tutto tornerà normale» cercò di farlo ragionare Hermione, la mano ancora stretta in quella di Draco da quando erano scappati dalla sala grande.

«Cassandra? Sai il nome di quella…. quella cosa che è apparsa dal nulla per ucciderci? » gridò fuori di sé, il volto stravolto dalla rabbia. «Lo so cosa ha fatto Padma, ma sono certo che lei non voleva…»

«Certo che non voleva, Neville. Nessuno di noi crede che fosse davvero cosciente...» tentò di blandirlo Ron, cingendogli le spalle co un braccio e cercando di riportarlo verso il centro della sala.

«Quando ha ammazzato quella lagna? Oh, certo, Nessuno di noi crede che una povera, piccola, indifesa, Corvonero possa aver ammazzato una sua compagna di Casa. Lo sappiamo bene che quello  è prerogativa solo di noi Serpeverde» sibilò Blaise, infuriato con i quelli che credeva i suoi migliori amici, senza contare Theo,per non aver seguito il suo suggerimento di fuggire da quella dannata scuola.

«Lavanda. Si chiamava Lavanda Brown. Ed era una nostra amica» ringhiò Angelina, fissandolo con uno sguardo di fuoco, cui il moro rispose senza batter ciglio.

«E chi se ne frega.» rispose il Serpeverde, scrollando le spalle con noncuranza e buttandosi sul divano in pelle consunta al centro della sala.« Non ricordo la metà dei nomi dei mariti di mia madre,  pensi sul serio che perda tempo ad imparare i nomi di qualcuno che non  è  nella mia Casa? E, soprattutto, ho sempre avuto un ottimo istinto:lo scorso anno avevo detto che dovevamo squagliarcela. All’inzio di quest’anno avevo detto a Draco e Pansy di smetterla con questa loro assurda fissa per dei poveracci disadattati...»

«Ehi!» urlarno in contemporanea Ron ed Hermione, ignorando lo sguardo di supplica di Draco.

«E, terzo» concluso sventolando tre lunghe dita di fronte a tutti : «Dimmi, Theo, non ti ho forse detto che dovevamo mollare tutto ed andarcene a Durmastrang quando tu e il bambino  viziato qui presente avete iniziato a vedere delle ombre strane negli specchi. E ve l’ho ripetutto poco proprio prima di entrare dentro quella stracazzo di Sala Comune. Provate a negarlo se potete. E posso capire questi due» disse indicando con disgusto Pansy e Draco «..Che si sono bevuti il cervello…ma tu Theo…Quoque tu»

«Piantala con il latino, Blaise, sei sempre stato pessimo.  Ti ricordi quando mia madre ci ha costretto a riscrivere cento volte il motto Omnia Munda Mundis perché tu avevi deciso di dipingerlo, sbagliato, su una delle pareti del salotto verde? Inoltre,sai benissimo che non parli il bulgaro, pensavi sul serio di andare avanti con quegli sciocchi incantesimi traducenti? Già fai fatica qui ad Hogwarts» sbuffò Draco.

«Dettagli, come sempre ti perdi sui dettagli. E poi tu e tua madre non capite il genio. Era perfetto… e poi sul verde… da andiamo, molto meglio di Sanctimonia Vince Semper»

«Vincet! Merlino, Blaise Vincet! Vedi a convincere tua madre a farti saltare le lezioni di  latino per andare in crociera?»

«Vi sembra il momento di bisticciare come due dannati pixies della Cornovaglia? Non gliele frega niente a nessuno, né dei motti in latino sbagliato né dei vostri piagnistei. Dobbiamo trovare il modo di uccidere quella dannata stronza» aveva  urlato Ginny, esasperata, meritandosi uno sguardo di approvazione dai fratelli, non solo per il tono che aveva zittito i due Serpeverdi, ma anche per il contemporaneo lancio di una fattura che sfiorò entrambi solo per pochissimo.

«E poi non possiamo andare da nessuna parte, la scuola è circondata da rovi altissimi» commentò Hermione, calma, mentre le lamentele di Blaise cercavano di trovare un ordine nella sua testa. Era certa che ci fosse qualcosa di interessante.

«La padrona aveva ragione. Il suo latino è orribile, signorino Blaise. E’ davvero uno scempio». Con un plop Cockey era apparsa accanto a Niamh, il grande fiocco violetto sopra la testa che oscillava pericolasamente e Grattastinchi, grosso quasi quanto lei, in braccio. Si rivolse nuovamente alla strega, ignorando il suono sdegnato di Blaise Zabini al suo commento, così come quello fece con l’occhiataccia che Pansy, Draco e Niamh gli avevano rivolto appena aveva provato a replicare. «La professoressa che sa di terra sta meglio, giovane padroncina. Ma non abbiamo molto tempo, Cockey non sa fino a quando riusciremo a tenerla in vita. Ha perso molto sangue, padroncina. Molto, molto sangue. E ha troppe cose strane addosso. Polline, terriccio, quelle cose lì…» concluse, con evidente disgusto, lasciando intendere che lei, anche se elfo domestico da quelle cose stava ben lontana. «Come l’amichetto del signorino Ron lì, pieno di terra. Posso dargli una spazzolata? Forse si calmerebbe. Una strigliatina piccola, piccola?»

«Forse dopo» rispose sbrigativamente Niamh, meritandosi uno sguardo truce da parte di Ron, ancora intento a cercare di calmare Neville.

«Oppure posso accoltellarlo. O ancora meglio gettiamolo nel corridoio. Se ci tiene tanto a fare compagnia al vostro amichetto incendiario dalla mente malata, chi siamo noi per impedirglielo?» si limitò a constatare Pansy con una scrollata di spalle. 

«State tutti zitti, devo pensare. Non possiamo restare qui per sempre. La Sproute sta male e dobbiamo anche pensare ad Astoria: starà impazzendo» Tonks, incapace di stare ferma, camminava per la stanza a lunghe falcate, mentre i capelli assumevano sfumature plumbee.

«Vi prego, portatemi da lei. Non dirò nulla, lo giuro. Ma portatemi da mia sorella» lo sguardo di Daphne era piatto come lo sguardo fisso sul muro di mattoni, tesa a sentire ogni minimo rumore. «L’ho detto anche al professor Piton, prima di maledirlo. Ma se neanche lui può raggiungerla…»

«In effetti urla un sacco. Fin troppo, per Cockey. Forse potremmo mettere insieme lei e quello li? Si? Vado?» Cockey era già pronta ad agguantare Neville,fregandosi le mani, quando Dobby si schierò davanti al Grifondoro agitando le lunghe braccia ossute.

«L’amico di Harry Potter, è un amico di Dobby. E Dobby non lascerà che si faccia del male ad un amico di Harry Potter. E’ come lasciare fare del male  ad Harry Potter. Tanto male, intendo. No un male così- così.Un  male - male»

Harry sentì un pensiero fastidioso solleticargli il cervello in maniera spiacevole: «Dobby tu sai niente dei tentativi di ammazzarmi quest’anno?» chiese mentre persino gli occhiali si appannavano per la rabbia, soprattutto vista la faccia da cane bastonato subito assunta dall’elfo in questione.

«Bravo, Dobby. Lo sapevo che qualcosa di buono era rimasto in te» gli sorrise invece Draco, provocando al povero Dobby quasi una crisi isterica.

«Non ti azzardare a prendere a testate il muro. Non ho intenzione di avere altre distrazioni» sibilò Niamh, minacciandolo con la bacchetta. «Dobbiamo capire come diavolo uscire da qui. E, grazie Hermione, quando ti ho mandato Grattastinchi non intendevo che ti dovessi portare dietro mezza Sala Comune.» 

«E poi potrebbero trovarci da un momento all’altro, non mi pare che sia tanto difficile pensare a Ho bisogno di una stanza in cui nasconderci. Senza contare che, come io avevo abbondantemente predetto…e no Granger, non guardarmi così, sai benissimo che ho ragione… i vostri adorabili amichetti sfigati sono passati dalla parte opposta» filosofeggiò con fin troppo compiacimento il giovane erede dei Malfoy.

«Ok, avevi ragione, cosa vuoi? Un applauso» concesse a denti stretti la Grifondoro, mordendosi la lingua perché in effetti era vero, anzi, gli aveva anche dato dell’insensibile egoista bugiardo quando aveva tentato di dirglielo.

«No. Ma credo proprio che potrei tatuarmi questa data. La prima e sola in cui Hermione Granger mi ha dato ragione. Cazzo, se non fossimo insieme a questi sfigati saprei come ringraziarti…» sorrise il Serpeverde chiandosi a darle un bacio sulla guancia, strizzandole l’occhio, beccandosi un pungo dalla cugina, esasperata. «Ehi, ma che modi! Non ve la insegnano l’educazione dalle tue parti?»

«Quando c’è un cretino? No» rimbeccò Tonks, non potendo frenarsi dallo scambiare uno sguardo complice con Niamh. «E poi non credo che la richiesta per la stanza sia stata questa, no?»

La bionda rispose con un ghigno, indicando lo spazio attorno a sé cui nessuno aveva fatto più di tanto caso, con il cuore che ancora batteva per la corsa. Pile e pile di libri erano accatastati in ogni dove, le pareti erano ricoperte di strane rune e fiori stilizzati tracciati come graffi sulla roccia nuda visibili appena nei pochissimi spazi lasciati vuoti dai grandi scaffali in legno di betulla, dove facevano bella mostra di sé decine e decine di fiale e giare di ogni dimensione, ricolme di erbe, fiori, e liquidi profumati, mentre la parete est era interamente ricoperta da un affresco raffigurante un grande bosco immerso nella luce della luna.

Hermione e Pansy si mossero istintivamente verso il dipinto, sfiorandone la superfice irregolare come la corteccia di quegli alberi con le dita, aspettandosi di sentire il profumo balsamico e ricco che avevano sentito la notte di Samhain. Perché ne erano assolutamente certe, quello era senza alcun dubbio il bosco perduto di Hogsmeade.

«Se c’è un modo per rompere la maledizione, qui abbiamo tutto quello che può servire. E poi ci sono loro…» concluse indicando le decine, se non centinaia di quadri accatastati in un lato della grande sala, il cui vociare confuso iniziava a farsi sentire.

«Oh, che bello,ero così preoccupata per voi» sorrise Luna avvicinandosi e accarezzando le grandi cornice sbalzate. «E’ bello sapere che siete tornati a casa»

«Tornare?» Theo si era fermato un attimo dalla sua esplorazione della spezieria, guardando la bionda con aria interrogativa mentre Blaise lo  guardava esasperato, facendogli segno di tacere e di non dar retta alla sciroccata «Cosa intendi dire? »

«Vedi? Guarda il mantello di quel mago.. è bagnato. E sembra anche avere un gran freddo poverino  E’ uno dei personaggi scomparsi.» rispose con un gran sorriso, mentre dalla punta della bacchetta fuoriusciva un delicato vento caldo, che mosse leggermente le code del mantello del dipinto, con gran soddisfazione del ritratto.

«Fino ai confini del mare siamo stati reclusi» si lamentò stringendosi nel tessuto del mantello. «Rocce, e conchiglie e un tappeto di fiori d’erba nella sabbia. E il gelo, per Merlino…il gelo. E quegli orribili mezzi uomini dalla pelle blu che ogni tanto si vedevano dalle finestre. L’unica cosa che c’era li intorno, solo il mare. Mare e solo mare.»

«E cosa diamine dovremmo farci? Pensi che Sir Cadogan possa sfidare a duello una che si è fatta attraversare da due stupeficium?» sbuffò Ron esasperato. «Dannazione, Tonks, perché le dai retta anche tu? E’ folle come tutti quelli della sua razza… e non pizzicarmi! Che ho detto?»

«Sta zitto, vile di un cane!» ringhiò la voce attutita del diretto interessato, sovrastata dai lamenti della Signora Grassa e dai rimbrotti dei vecchi presidi di Hogwarts

Senza dare cenno di partecipare alla conversazione, Hermione si era messa in un angolo, rovistando nella borsa che si era portata dietro, rovesciandone il contenuto direttamente sul pavimento.

«Certo che viaggi leggera» si limitò a commentare Pansy, continuando ad osservare la parete dipinta. «Sai Potter, l’ultima volta che ho visto questo posto ero sopra di te…»

«Pansy! Cavolo è il mio migliore amico.. ma che diavolo di problema avete?»

«In effetti non avrei mai pensato di trovarmi rinchiusa in una stanza, rischiando la vita a sentirvi parlare di scritte sui muri, sogni erotici e stupidi commenti. Complimenti, ancora una volta riuscite a dimostrarvi la Casa più inutile di Hogwarts.» sbuffò Angelina, poi si rivolse a Tonks : «Cosa facciamo ora?»

«Beh, sempre meglio della vostra amichetta omicida, bella mia. Comunque, come stavo cercando di dire prima che voi Grifindioti mi interrompesse… ogni volta che ero in questo posto, ero sopra di te, Potter. Ma tu eri morto. Stecchito. E spesso avevi questo piantato nel petto? Sai che vuol dire?»

«Che sei una fottuta psicopatica? E neanche originale…devi metterti in fila…hai sentito la matrigna cattiva di Malfoy? Mi vuole vivo… per farmi ammazzare da Voldemort…e  il primo che si azzarda a dirmi che non devo dire il suo nome lo butto fuori da questa stanza» borbottò Harry, massaggiandosi la cicatrice, che aveva iniziato a bruciare nuovamente.

«No, che sei tu la fonte di tutto questo casino. Forse se ti avessi ucciso, ora saremmo libero. E poi non è la matrigna cattiva di Draco, ma di Theo. Draco…»

«Chiudi il becco, Pansy.» al ringhio di Draco persino Pansy sembrò tacere, limitandosi a fissarlo a lungo, in silenzio. Poi si rivolse nuovamente ad Harry, squadrandolo. «Ed ammettilo che lo senti che sta arrivando. Lo sappiamo»

«No Pansy non servirebbe a niente ucciderlo.  Lo pensavo anche io, ero certa che la maledizione del Lago Nero fosse colpa di Potter, ma ormai sono sicuri che non sia così’. Lui è solo lo specchietto per far arrivare Voldemort, Cassandra sa bene che è lui che vuole. Torniamo un attimo alla questione degli specchi.. hai detto che vedevate delle strane ombre? Nella vostra stanza?» Niamh interruppe lo sproloquio, iniziando a cercare freneticamente tra gli scaffali, scambiandosi una lunga occhiata con Tonks, ora di guardia accanto a quella che era stata la porta. «Da quando? E voi? Qualcun altro l’ha visto?»

«Scusi che vuol dire che pensava che uccidermi avrebbe risolto qualcosa? Anche lei? Ma che diavolo» esclamò Harry, allargando le braccia con fare esasperato.

Ma fu prontamente ignorato.

«Io mi sono sentita osservata ultimamente… e Lavanda e Calì passava davvero moltissimo tempo davanti ad uno specchio ma… davvero, pensavo fosse solo vanità… sono solo una stupida…Avrei dovuto accorgermene» 

«Non dire cosi,dai. Ora, è vero che io ho provato a dirtelo cento volte, ma tutto si può dire tranne che tu sia stupida. Un’ingenua e inguaribile ottimista, forse. Ma stupida no di certo.» la consolò Draco accovacciandosi dietro di lei e cingendole le spalle, attirandola a sé, nonostante la sua ritrosia.

Poco dopo però si ritrovò in terra, sorpreso dallo scatto repentino della Granger che si era alzata sventolando davanti a  a sé un foglietto ricoperto di scritte « Eccolo qui, sono gli appunti della sera in cui abbiamo trovato Lisa..ho meglio quando Ron e Pansy l’hanno trovata. Ho segnato tutto…vedi? Dovevamo cercare questi segni… e non ti sembrano famigliari, Tonks? I loa.. questi segni erano gli stessi che ci hai mostrato a lezione. Beh non proprio gli stessi, diciamo molto simili. Come le rune»

«Una contaminazione. Si può essere. Non sarebbe il primo caso in effetti… la schematizzazione della magia è una cosa dei Babbani, nella magia reale non esiste. Ma se questo è vero, significa che ha cercato un legame tra due mondi… quello reale… »

«E quello dei morti» concluse Niamh con una scintilla di comprensione negli occhi. «Ma certo,torna tutto.»

Pansy e Daphne si scambiarono un’occhiata. 

«Tipo una cerimonia con una goccia d’ambra da cui è uscita una disgustosa falena dalle ali scure e un vaso ricolmo di sangue? Beh, forse, e lo dico solo in via ipotetica, noi potremmo avere qualche idea di cosa sia successo quella sera» disse laconica Pansy, scrollando le spalle di fronte allo sguardo accusatorio dei Grifondoro presenti, per poi aggiungere in fretta.« E guardate che pure le qui presenti santarelline Granger e piccola Weasley hanno preso parte ad Imbolc Quindi non è stata solo colpa nostra»

«Non credo che avremmo potuto fermare il processo, quel rituale è servito a rompere la prima barriera e a cominciare a creare il suo esercito quii ad Hogwarts, ma non è stato il primo caso. Nymphadora aveva già trovato attacchi simili, evidentemente a dicembre di quest’anno è successo qualcosa che ha assottigliato i veli tra i mondi e lei ne ha approfittato per iniziare a raccogliere anime per la sua ripresa. E poi  Hannah era già stata colpita, vedi questa?» disse Niamh tirando fuori quella che sembrava una pietruzza scura.« Sono lacrime della ragazza la prima volta che è stata maledetta. Forse possiamo usarle per creare un incantesimo ora che abbiamo anche quel… beh diciamo pezzo. »

«Ma questo non riporterà indietro Lavanda, o Millicent, vero?» concluse Theo a bassa voce, lo sguardo fisso verso un punto indefinito del dipinto davanti a lui. «E’ tutta colpa mia, avrei dovuto rifiutarmi di consegnare quelle pietre… avrei dovuto fare finta e gettarle invece da qualche parte…»

«Ti avrebbero ucciso. O forse no, ma sicuramente ti avrebbero fatto molto, molto male. Non puoi biasimarti per aver pensato alla tua sicurezza. E’ normale. E’ molto logico» Luna si era avvicinata a passo leggera, abbracciandolo stretto come mai nessuno aveva fatto prima. 

Theodore rimase congelato,incapace di rispondere ad un gesto di affetto da parte di quella che considerava una perfetta sconosciuta, guardando prima Blaise e poi Pansy in cerca di aiuto. Ma i due si limitarono a scrollare le spalle ed indicare che quella era matta come un cavallo, era inutile averci a che fare.

«G--g---gra---zie» balbettò, tenendo gli occhi bassi, mentre sentiva il volto farsi di fuoco. Non gli era mai piaciuto mostrarsi vulnerabile, non era quello che gli era stato insegnato. Tantomendo di fronte ad una platea di Grifondoro.

Draco ridacchiò, ancora seduto in terra, sfogliando pigramente una serie di vecchi libri. Poi rivolse la sua attenzione a Niamh. « Quindi lei è di nuovo in carne e ossa qui? E l’Oscuro Signore? Che c’entra lui? Ha detto che lui sta venendo… e non stento a crederci»

Harry lo fissò socchiudendo gli occhi, mentre la cicatrice gli bruciava in maniera insopportabile. « Sicuro?»

Draco ricambiò lo sguardo, a lungo, per poi chinarsi velocemente a guardare l’avambraccio. Una frazione di secondo, giusto il tempo per fare capire a chi di dovere. «Te lo assicuro, Sfregiato. Lui sta arrivando»

«Non se uccidiamo lei prima. Ha detto che manca un ultimo sacrificio, no? Era per questo che voleva uccidere la Umbridge. E a proposito… sul serio c’era bisogno di farmi prendere quel cosa in bocca? Per Merlino avrò quel saporaccio di violetta ammuffita per sempre sul palato… E,Malfoy, se ti azzardi a fare una battutaccia ,giuro che ti ci porto direttamente a calci in culo»

«Io? Fare una battuttaccia in un momento del genere? Hai la mente malata, Potter. Ti consiglio di farti due chiacchiere con il marito della diseredata, non sembra ma è bravo» chiocciò Draco, guadandolo con gli occhi sgranati, come se il fatto che se ne uscisse con un commento fuori luogo fosse davvero impensabile per uno come lui. Ovviamente, nessuno dei presenti ci cascò.

«Puoi chiamarlo Ted, sai? A dirla tutta è tuo zio, anche se piuttosto che farsi chiamare così credo che penserebbe a divorziare da mamma. E non c’è bisogno che ti riferisci a lei sempre come Ia disederata,idiota. E non manca solo un sacrificio: è uno schema basato su tre triadi: il primo sacrificio apre al maleficio, il centrale lo rinsalda, al terzo c’è un effetto diretto sull’anima: Isabella, la mamma di Theodore, deve essere stata la prima, la sua stessa morte il perno centrale e Lisa Turpin la chiusura della prima triade, che le ha permesso in qualche modo di tornare… Ora abbiamo trovato il modo di prendere tempo, ma se ci fosse un altro tatuaggio oltre al vostro?»

Theodore si girò di colpo verso Draco: «Come faceva a sapere che hai parlato con Tonks? E perché non sapeva di Bellatrix?»

«Perché era morta?» Blaise alzò gli occhi al cielo, esasperato, chiedendosi per l’ennesima volta perché non avesse almeno convinto Theo ad andarsene. E invece lui se ne stava li, a parlottare con Ginny Weasley, mentre sfogliavano un grosso volume ricolmo di scritte, come fossero vecchi amici. Ma che fosse diventato Tassorosso se avesse permesso ad un altro Grifondoro di rubare un’altra delle persone della sua vita. Prima Draco, poi Pansy e ora anche Theodore. Mancava poco che lo lasciassero a dover giocare a poker magico con Tiger e Goyle. Beh, sempre se fossero sopravvissuti.

«Ti sembra morta, Zabini? No perché io l’ho vista piuttosto in forma per una che dovrebbe essere in procinto di essere divorata dai vermi?» Ginny non aveva neanche alzato lo sguardo, indicando invece al Serpeverde un punto sulla pagina accanto a lei.

«Guarda che l’ha detto anche tuo fratello che l’ha attraversata lo Stupeficium, te lo sei perso per caso? Cos’è hai una sordità selettiva? O sono solo gli stupidi geni W…»

«Blaise» la voce di Pansy era stata poco più di un sibilo, ma più del gelo poté la pericolosa luce metallica negli occhi scuri, qualcosa che l’amico aveva imparato da tempo a non provocare, avendo il potere di far zittire immediatamente Blaise Zabini, qualcosa che accadeva davvero di rado.

Scuotendo la testa, Katie si appoggiò a George, abbassandogli a forza la mano con la bacchetta puntata, rivolgendosi con tono forzatamente leggero a Draco. «Davvero hai iniziato a fare terapia? Sei meno stupido di quello che pensassi»

«E voi molto meno gentili di quello che si racconta» sibilò di rimando il biondo, massaggiandosi il collo dove sentiva nuovamente uno strano buciore, come se fosse stato punto da decine di aghi. Eppure ancora una volta, non c’era niente, nessuna puntura, nessun pungiglione. Evidentemente il suo cervello iniziava a fargli dei brutti scherzi a forza di stare con dei Grifondoro.

«Forse era bloccata da qualche parte. Un po’ di qua… un po’ di la… un po’ la capisco a dire il vero...» intervene Luna, che era passata a riscaldare gli altri quadri, convincendo Neville, seppur riluttante, ad aiutarla.

«Gli specchi, certo. Il giorno di Imbolc sono esplosi sette specchi, evidentemente sono quelli in cui è passata dopo essere tornata. Ecco perché era a conoscenza solo di quello che accadeva nella Scuola e nulla di quello che è successo tra la sua morte e quella sera. E si spiega anche il motivo simile a quello di un albero stilizzato o una croce, serviva ad unire i due piani, quello dei morti e quello dei vivi. Ed ecco il perché dell’acqua del Lago Nero, ne ha sfruttato il potere. Che grandissima stronza. E’ colpa sua se il Reame sta morendo, era la sua energia maligna che avvelenava il tutto» ringhiò Niamh, richiamando a sé una pergamena dall’ aspetto decrepito e fragilissimo e passandola ad Tonks.

«Si, ha senso. E anche le rune che mi avete detto sono apparse sulle porte delle case. Erano per attivare i cavalieri»

«Non guarderò mai più un film di zombie, lo giuro» sbuffò Harry, tornato accanto alla porta con la bacchetta in mano, incapace di stare fermo. « E quindi che si fa ora? Neville ha ragione, non possiamo rimanere qui chiusi mentre quella stronza dai gusti discutibili in fatto di uomini è da sola con i nostri compagni. Il professor Flitwick per quanto potrà tenerla impegnata?»

Di nuovo quello sguardo strano tra Niamh e Tonks, indecifrabile.

«Però… E se non fosse stata qui tutto questo tempo? Se avesse lasciato una sorta di assicurazione?» Hermione aveva iniziato a pensare a voce alta, camminando avanti e indietro. «In fondo sappiamo che era qui dopo Imbolc, ma prima? Theo a casa tua hai notato niente di strano in questi mesi?»

«Villa Nott è stata sotto sequestro fino a Natale, ne sono sicura perché sono stata una degli Auror impegnati nella classificazione e bonifica della proprietà. » si intromise Tonks prima che il diretto interessato potesse rispondre. «Non ricordo sia stato trovato nulla a riguardo anime congelate, me lo sarei ricordato quando indagavo sulle aggressioni.»

«Mancava una foto. Una foto che Cassandra teneva nel suo salottino privato. Ci era molto affezionata anche se, ovviamente, mio padre non l’amava particolarmente. Ma lui non le avrebbe mai imposto di fare nulla. Non chiedetemi se fosse follemente innamorato, uno stupido complice  o semplicemente folle quanto lei, però» ammise Theo, giocherellando con l’anello con lo stemma di famiglia, chiedendosi perché fino a quel momento, ancora non se lo fosse tolto. Quando ci aveva provato si era sentito in colpa, un figlio ingrato. Già non si sentiva affatto triste per la scomparsa di suo padre, davvero c’era bisogno di infangare così il nome di famiglia?

«Una foto?» gli occhi di Niamh divennero una lama sottile di onice scuro, squadrando il fratellastro come se stesse soppesando ogni parola.« Si, è plausibile. Però dovrebbe essercene una uguale qui ad Hogwarts, solo così avrebbe potuto trasferirsi qui.»

Theo guardò Draco in silenzio per qualche secondo prima di rispondere. «Si, è così. E’ una foto che si trova qui,anche se è stata tolta. Il primo anno che sono stato smistato a Serpeverde mi ha ordinato di controllare…ho dovuto chiedere a Gazza e ho scoperto che è stata spostata negli archivi della Scuola. Credo che fosse una foto del suo quinto Anno…»Theo deglutì a disagio. «O meglio, è una foto di lei e il padre di Draco. Quando lui è diventato Prefetto,credo. Loro… loro sembravano molto felici.»

«Ahah! Vedi che in un modo o nell’altro è sempre colpa di tuo padre?» non riuscì a fare a meno di commentare Ron sentendo appena un piccolo rimorso in fondo allo stomaco, guardando lo sguardo triste di Pansy mentre osservava Malfoy . Il loro quinto anno, la cerimonia di nomina dei Prefetti… loro c’erano. Ed era anche colpa loro se le cose non erano andate come Cassandra aveva sperato. Certo, se solo avesse evitato di cercare di maledire a morte una ragazzina… chissà forse a quel punto lei e l’altro psicopatico se ne sarebbero stati da qualche parte a spendere soldi , o forse sarebbero stati direttamente ad Azkaban e tanti saluti  a tutti. E, soprattutto, nessun furetto avrebbe ammorbato la sua vita, decidendo di fare il lavaggio del cervello a quella che una volta era una ragazza assolutamente razionale ed intelligente.

«Deve averla nascosta da qualche parte, prima di quella sera. Theo, hai idea di dove fosse stata in quei giorni? Ricordi niente?» Anche questa volta la lingua era stata stranamente più veloce del cervello. Appena le era riuscito il riferimento alla notte della terza prova del Torneo Tre Maghi, si era resa immediatamente conto che c’era una persona che sicuramente sapeva dove fosse stata Cassandra. Purtroppo. Ma Draco non parlava mai di quei giorni in cui era stato torturato, a quanto ne sapeva neanche con Ted. Solo una volta si era lasciato sfuggire di aver occluso per tutto il tempo, nascondendo tutti i suoi ricordi, in modo che suo nonno non scoprisse della loro relazione. Con Voldemort rinato, infatti, era fuori di dubbio chi sarebbe stato l’oggetto della sua vendetta per aver quell’ennesima delusione da parte dell'erede così indegno del nome che portava.

Uno strano silenzio denso calò nella stanza, contagiando persino coloro che tra i presenti non avevano mai sentito parlare di quello che era successo realmente la notte in cui Voldemort era rinato.

«Scusa» aggiunse a mezza bocca, sforzandosi di guardarlo mentre i suoi occhi assumevano  quella sfumatura di piombo fuso che aveva imparato ad odiare. Ma c’era di più.. una piccola, minuscola smorfia di dolore, come se occludere fosse diventato una sofferenza. «Draco lo so che non vuoi ricordare ma è molto probabile che quello dove ti hanno portato lo considerasse un posto sicuro…anche se non sai esattamente dove fossi forse ricordi qualcosa che può aiutarci a trovarla…»

«Granger, piantala. Stai esagerando. Metti in moto quel tuo bel cervellio e cerca di capirlo da sola» scattò Pansy, immediatamente sulla difensiva.« Cerchiamo di riflettere. Deve essere in un posto nascosto, che gli Auror non hanno mai collegato a lei, giusto Tonks? Non era solo Villa Nott sotto indagine, corretto?»

Nympadora annuì’, cercando di ricordare quali fossero le altre proprietà inserite nel provvedimento: «Ma non ricordo nulla a suo nome. Anche il domicilio dei Carrow è stato controllato, visto che tra i mangiamorte uccisi quella sera c’erano anche Amycus ed Alecto Carrow»

«Beh, notoriamente non è che i Carrow avessere tutte queste proprietà, no? Mi sembra che il  mettere le mani sul patrimonio dei Malfoy fosse uno dei motivi per cui se l’è presa tanto quando è stata mollata» intevenne Ron, scivolando vicino a Pansy e sfiorandole la schiena con una carezza leggera, quel tanto che bastava per cercare di consolarla.

«Quindi prima di sposarsi con il padre di Nott, quella lì è stata fidanzata con tuo padre? Ma fidanzata nel senso che andavano a letto insieme o fidanzata-fidanzata, con tanto di anello e tutto? Ma quando? I tuoi non stanno insieme da Hogwarts,quindi?» Angelina tentò di smorzare la tristezza che era calata tra di loro, buttandosi sul gossip.

«Guarda, lascia perdere, non ti impelagare in questi discorsi che questi qui non fanno che parlare di matrimonio. Sono fissati. Fissati, ti dico» Ron fece un gesto con la testa, indicando i Serpeverde « A quanto pare il furetto padre e la maniaca omicida avrebbero formalizzato il fidanzamento l’estate in cui si sono lasciati, ma era un matrimonio combinato come solo questi ignoranti retrogradi possono organizzare..»

«Beh, certo…chi ha più lentiggini che galeoni non è che possa proprio capire» rimbeccò Blaise, offeso come se lo avessero attaccato sul personale. Poi però a quello che sarebbe toccato a Pansy, ed immediatamente tutta la voglia di battibeccare con persone che di solito non avrebbe neanche degnato di una seconda occhiata, si spense.

Angelina,tuttavia lo ignorò: «Pensavo che quello dei tuoi fosse un matrimonio deciso dalle famiglie. Quindi tua madre sul serio ha scelto volontariamente di mettersi con tuo padre? Per Godric Grifondoro, a forza di sposarvi tra consanguinei con questa fissa del sangue puro davvero deve esserci qualche gene di pazzia latente»

«Oh, c’è di più. Narcissa doveva sposarsi con lo zio di Draco… poi… scusa Draco,  non c’è un modo carino di dirlo, insomma lui è morto e quindi niente, si è passati al secondo Malfoy disponibile. E non guardatemi cosi: me l’ha detto Pansy!» la interruppe Ginny, gongolando. Non sapeva da dove fosse venuta quella strana passione per il gossip, ma Merlino fosse dannato se si fosse fatta sfuggire quell’occasione. E poi in fondo era stata quella Cassandra a tirare in ballo la madre di Malfoy per prima.

«Io non ti ho detto questo, Weasley! Razza di piccola intrigante dalla lingua lunga. E, allora se proprio vogliamo dire tutto, la prima moglie del padre di Theodore era la zia di Draco.» a quel riferimento tanto Theodore che Niamh trasalirono.

«Mangiamorte. Come tutti nella loro famiglia.» Neville si era finalmente arreso all’ impossibilità di uscire, ma sembrava portare su di sé tutta la tristezza che gli altri stavano cercando di esorcizzare. « Abbiamo visto morire due compagne di classe e gli altri non saranno mai più gli stessi, sempre che sopravvivano. E voi.. voi invece ve ne state qui, a parlare come delle stupide pettegole»

«Scusa Paciock, la prossima volta che ci succede di essere 

Durante quella partita di tennis di parole senza senso Hermione aveva osservato Draco per tutto il tempo, cercando il suo sguardo , tentando disperatamente di superare quella barriera d’acciaio. Cassandra, Lucius, Narcissa, Andromeda, Bellatrix, ma anche Alice e Frank, James, Lily… tutti quei destini che aveva incrociato per un attimo e che li avevano portati sin li. Eppure in un certo modo quei discorsi erano stati utili, c’era stato un dettaglio che le era venuto in mente.

«Cockey, è vero che quando qualcuno entra a Malfoy Manor, Lucius viene sempre avvisato in qualche modo?» chiese, mentre un brandello di conversazione, anzi a dire vero un insulto, le stuzzicava la memoria.

Sia l’elfa che Dobby annuirono con vigore. «Certo, signorina Granger. Così come le altre proprietà. E’ un incantesimo anti intrusi. »

«In tutte le altre proprietà? E quindi perché…» cercò le parole per formularlo nel modo più delicato possibile. «Come è stato possibile che nessuno lo avvertisse quando Draco era nelle Ebridi?»

Cockey e Dobby la guardarono perplessi, come se non capissero la domanda.

«Ebridi hai detto? Che buffo» Luna si era accoccolata accanto a Draco, intento ad accarezzare assente Grattastinchi. «Anche i quadri sono stati rinchiusi li. Li hai sentiti no? Freddo, vento, conchiglie e gli uomini blu di Minch. Non sono una leggenda, sai? Papà ha scritto di loro su un numero del Cavillo qualche anno fa.»

 «Quindi l’ha sempre saputo? Avevi ragione Granger, come sempre» commentò a mezzabocca.

«O forse non è più vostro… Cassandra aveva in mano un foglio l’ultima sera ad Hogwarts… te lo ricordi, Granger?»

Sotto  lo sguardo interrogativo e dubbioso di molti dei presenti Hermione, seppur riluttante annuì. «E quel giorno l’aveva chiamato Lumacorno, vero? Ecco perché era arrivata in ritardo»

Gli occhi di Draco sembrarono riacquistare una sfumatura azzurra. «Erano dall’avvocato per  ufficializzare la rottura della promessa di fidanzamento. Mio padre me ne ha parlato fino allo sfinimento, sul treno di ritorno»

«Si, ma lei no, non ha fatto una parola con nessuno. E continuava a studiare quel foglio. Sono quasi certa che fosse una lista. Probabilmente tuo nonno  per consolarla le  ha regalato qualcosa…» continuò Pansy, tamburellando sul dorso dei libri in cerca di qualcosa, ance se non sapeva esattamente cosa.

«Questa storia di tuo nonno e l’ex di tuo padre comunque è disgustosa, persino per i vostri libro poi? Vuoi metterti a studiare, ora?»

«No, idiota. Ma guarda qui … non noti qualcosa di strano?» Pansy si limitò a passare a Draco ed Hermione, il libro con la rilegatura in pelle nera che aveva finalmente tirato fuori. Quando aveva visto il motto sulla costa non aveva più avuto dubbi.

«Persino l’elenco delle proprietà dei Malfoy. Certo che sei brava» si complimentò poi, rivolta verso Niamh.

Lei si concesse un sorriso stanco, dando un’occhiata fintamente distratta alla clessidra di sabbia nera posta sullo scaffale più in alto. Non c’era più molto tempo. «O forse lo era Tosca Tassorosso, chissà.»

Draco sfoglio velocemente le pagine, sino a trovare quella che cercava nella lunga lista di case e terreni sparsi per mezza Europa. Poi, mentre gli occhi finalmente si addolcivano la porse a Tonks. «Granger come sempre aveva ragione. Mai avrei pensato che potesse scegliere una cosa ai confini del mondo ma alla fine è stato così… guarda qui: il Maniero nelle Ebridi esterne è passato di proprietà l’anno in cui zio Nicholas è morto, Abraxas lo ha inserito nella modifica all’eredità senza che nessuno se ne accorgesse»

«Bene, ora sappiamo dov’è la dannata foto ma come ci arriviamo? Appena usciamo fuori di qui ci sarà l’esercito dei morti viventi ad aspettarci» Harry si era nuovamente alzato, stanco di quell’immobilismo. 

«Dobbiamo trovare il recipiente delle anime, prima che arrivino. Altrimenti potremmo comunque arrivare troppo tardi.» si inserì Tonks, camminando pensierosa avanti e indietro con i capelli di un colore insolitamente fin troppo banale.« Non c’è altra scelta, dobbiamo dividerci»

«Tonks, allontanati dalla bionda che mi stai diventando anche tu come lei. Ripeto:come facciamo? Avete detto che Hogwarts è circondata, no?» rimbeccò di nuovo Harry, imbronciato.

«E poi non possiamo lasciare gli altri così. Voi fate quello che volete, ma io non scapperò come un codardo. Andate, ma fatemi uscire da qui» la voce di Neville questa volta era calma,nessuna traccia di infantilismo nella voce.

«Cockey ha ancora i resti degli specchi di quella sera, vero Cockey? E un po’ di magia ci permetterà di ricreare un portale» A riprova della veridicità di quelle parole, l’elfa rovesciò in terra il contenuto di un sacchetto di velluto blu sul tappeto di lana intrecciata.« E poi c’è l’affresco…vi porterà sulle sponde del Lago Nero,il più vicino possibile ad Hogsmeade.»

«Non 'è altra soluzione: dobbiamo dividerci. Uniti siamo troppo facili da prendere.Daphne tu vai con Cockey e Dobby da tua sorella, so che saresti solo d’impiccio qui. Ma dovrai assicurarti di tenere in vita la Sproute. Niamh ed Hermione resteranno qui a cercare di dar vita al rituale, tanto avete tutto no? Theo e  Blaise andranno a liberare Piton, mentre Neville, Angelina, Katie e Luna penseranno alla MacGranitt. Voi tre » disse indicando i gemelli e Ron «Prendete tutto il vostro repertorio e con Peeves cercate di creare più confusione possibile. Più caos creerete e più saremo tutti al sicuro. Io e Draco andremo nel castello delle Ebridi. Mi dispiace, ho bisogno di qualcuno che conosca il posto»

«Cosa? Non se ne parla. Io vengo con voi» la interruppe Hermione, sconvolta. 

«No, tu servi qui. E poi io e mia cugina ce la caveremo alla grande,vero? Anche se tenterà probabilmente di buttarmi già da una scogliere» le sorrise, stringendole la mano.

«Solo se farai qualche commento sui mezzosangue, cugino»

«Ehi e io? Non vi siete dimenticati qualcuno?» lagnò Harry, «Insomma che palle. Quella vuole me e pensate che io me ne stia qui buono buono?»

«Manie di protagonismo, eh Bambino Sopravvissuto» lo canzonò Pansy

«No. Tu dovrai rimanere qui. Se le cose dovessero andare male dovrai guidare un attacco contro Cassandra, fino a quando Niamh non ti dirà che è tutto pronto. Va bene?» rispose Tonks con il luccichio della guerra negli occhi.

«Ginny, Pansy a voi tocca il compito più delicato… dovrete attraversare il bosco ed andare alla ricerca di aiuto. Sono quasi sicura che il bosco vi riconoscerà e vi farà passare» concluse Niamh, avvicinandosi nuovamente allo scaffale e girando la clessidra, la cui sabbia era ormai esaurita, ignorando il "Come sarebbe quasi sicura" all’unisono di Pansy e Ginny.
«Questo è il tempo che ci rimane, prima che le anime rapite ci attacchino. Quindi direi che è decisamente ora di muoversi.« E che Ecate ci assista»

C’era stato del brusio, dei mormorio di apprezzamento, altri di rimbrotto. Sicuramente qualcuno si era lamentato, mentre George e Fred facevano il riepilogo di tutte le loro invenzioni.

Peccato che Harry riuscisse a sentire solo un decimo di quello che accadeva attorno a lui.

C’era solo una voce nella sua testa, che sovrastava ogni cosa.

Ed era quella di sua madre che urlava.



 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Flofly