La luce delle candele trema nella stanza e crea strani giochi di ombra e di luce sulle pareti. Rashid, immobile, fissa un punto indefinito davanti a sé, le gambe strette contro il petto. Deboli singhiozzi rompono il silenzio della sala. La sua disperazione non ha senso, ne è ben cosciente. Le sue lacrime non riavvolgeranno la ruota del tempo. Maya è morta e non è rimasto di lei nulla. Poi, quattro anni dopo la battaglia contro Shadowlaw, Azam si è ammalato. Si è spento tra le sue braccia, consumato da una terribile polmonite bilaterale. Non ha mai smesso di credere nella forza di Allah. Rashid appoggia la testa sulle ginocchia e si abbandona al pianto. Vorrebbe rialzarsi, ma non ci riesce. Il mondo, in quel momento, gli sembra un vortice di dolore insensato.