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Autore: _Kidagakash_    31/01/2023    2 recensioni
Dal terzo capitolo:
Con la voce più calma e seria con la quale potesse rivolgersi, Draco parlò lentamente : " Dimmi una cosa Mezzosangue, se io e te non fossimo in conflitto, ti piacerei?"
C'era da ammetterlo: per una volta, Draco Malfoy l'aveva lasciata senza parole. Perché le stava rivolgendo una domanda del genere? Perché lui stava pensando ad una cosa del genere? Certe considerazioni non andavano fatte, chi avrebbe mai pensato a loro due insieme? Lei non lo aveva fatto, di sicuro, però penso per un momento a come lo aveva potuto guardare per un attimo durante la lezione... Lo aveva trovato attraente... Che lui lo sapesse? O forse per lui era stato lo stesso? Ha! Ma cosa andava pensando? Era impossibile che Malfoy le avesse mai rivolto uno sguardo interessato... Tirò un sospiro e scosse la testa per non dar a vedere che fosse in conflitto coi suoi pensieri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Chapter 6 « Malfoy, che vuoi dire?»
« Voglio che tu venga con me al ballo», sussurrò in tono quasi disperato. E il suono della sua stessa voce quasi lo inorridì. Tenne a freno una smorfia di disgusto. Che stava tentando di fare? Voleva umiliarsi? La verità era che nei giorni in cui non l'aveva vista, non aveva fatto altro che pensarla. Nella sua testa si era creato un montaggio visivo di Blaise che gli diceva che era troppo per lui, sfumava in un angolo, per lasciare posto alla Mazzosangue, che gli rideva in faccia quando lui le si era avvicinato. Non era giusto che lei lo sfidasse apertamente per poi andarsene a braccetto col suo migliore amico. Si, aveva scelto di lasciare che fosse Blaise ad occuparsene e dimenticare quella storia. Gli aveva lasciato campo libero con la Granger. Ma che gli era saltato in mente quella mattina, vi chiederete? Aveva sentito un mormorio al tavolo dei Serpeverde e lui aveva pigramente distolto lo sguardo dal suo caffè nero, come il suo esaurimento nervoso.

Dai Grifondoro, c'era Blaise impalato che parlava con Hermione, a quanto pareva aveva reso ufficiale che andassero insieme al Ballo e Zabini non era venuto meno alla parola data. Finalmente avrebbe potuto godersi la tranquillità di un anno senza scandali che riguardassero lui e la Mezzosangue. Nemmeno il tempo di godersi quella misera vittoria che le budella cominciarono a contorcersi quando lo realizzò. Vedeva la scena senza guardarla veramente, gli sembrava di stare sotto una sorta di trance. La Granger lo stava fissando? Sbatté gli occhi ma lei non c'era più. L'istinto di alzarsi fu impellente e lui non seppe fermarlo, la doveva raggiungere. E quando ci era riuscito non sapeva nemmeno cosa dirle, aveva cominciato con la prima cosa che le sue viscere avevano tirato fuori. Quando aveva finalmente ascoltato la sua voce, ebbe la sensazione che i suoi muscoli si fossero rilassati, ora che era lì faccia a faccia con lei. Il pensiero del suo viso vicino, lo aveva perseguitato per giorni. Purtroppo aveva avuto finalmente l'occasione di guardarla un po' meglio. Le aveva sempre avute quelle piccole lentiggini? E i suoi occhi erano sempre stati così espressivi? La vedeva blaterare qualcosa, la sua bocca si muoveva. Wow, quelle si che erano delle belle labbra. Sembravano così morbide mentre si scontravano per formare parole. Erano quasi ipnotizzanti, non sentiva nemmeno quello che lei stava dicendo... Cosa gli stava dicendo?

« Mi stai ascoltando, Malfoy?». Hermione inclinò la testa con una certa irritazione. Si capiva che aveva la sensazione di stare parlando a vuoto. E un po' era così, a dirla tutta. Lui annuì in risposta, deciso a non farsi smascherare.

« Mi dispiace, ma ho già detto che ci andrò con Blaise».
« Perché, ci saresti venuta se te lo avessi chiesto prima io?».
Ancora una volta, la sua mente aveva messo in atto quello che doveva essere un genocidio di neuroni, senza che lui lo approvasse.
 Gli era uscito così, senza nemmeno pensarlo. Si sarebbe preso a calci se solo avesse potuto! Hermione questa volta gli restituì uno sguardo vacuo. "Non ha capito, vero?... Ma no, ho appena sussurrato... Sei un imbecille, Draco!", delle vocine nella sua testa lottavano furiosamente, Draco si rese conto che era sceso troppo in basso. Che cosa stava facendo? Sperava che lei gli dicesse si? E per quale ragione?

Guardò meglio la Mezzosangue negli occhi. Quelle iridi dorate sembravano quasi gridare imprecazioni colme di rabbia. Il ragazzo non poteva lasciarsi andare in quel modo. Cercò a fondo di ristabilire la concentrazione per assumere il tono più serio, ma allo stesso tempo credibile, che riuscisse a tirar fuori. Non doveva sembrare brusco,e di conseguenza mostrare il suo disappunto, perché un cambiamento repentino avrebbe potuto mal celare quello che gli frullava per la testa. Si sentì quasi sollevato dal fatto che lei fosse ancora tra le nuvole e voleva trarre questa cosa a suo favore. Sfruttò il momento di confusione della Grifondoro per trovare una scusa al suo comportamento.
« Granger, hai superato la prova», annunciò. « Ti concedo di andare al Ballo con il mio amico.», le disse in un mezzo sorriso. Dentro di sé si complimentò per la ripresa dallo scivolone, sperando di non aver gettato tutto alle ortiche.


Quel sorriso fece sentire ad Hermione le sue gambe sciogliersi come burro fuso. Lo aveva sentito, aveva sentito quella domanda sussurrata. O stava di nuovo cominciando ad immaginarsi le cose? Era solo l'inizio dell'anno ed era già così stressata dallo studio? Non aveva altra spiegazione che quella, era impossibile che Malfoy avesse accennato all'ipotesi di portare lei al Ballo. Lui le aveva appena detto che gli piaceva per poi rimangiarselo o se lo stava immaginando? Che razza di roba si era bevuto, quella mattina, quel dannato ragazzo? Era per quello che l'aveva guardata male a colazione? Quasi le venne da ridere all'immane stronzata che le era saltata in mente.  Alzò un sopracciglio guardando il biondo con aria indignata, il fatto che lui avesse tranquillamente cambiato tono l'aveva disorientata ancora di più. La stava nuovamente prendendo in giro, senza nessun ritegno? Perché Malfoy continuava a darle fastidio? Non ne poteva più di porsi mille questioni, tutte che roteavano intorno a quel cretino manco fosse il Sole nel suo personale Sistema Solare. Le sfuggì una risata stizzita.
« Tu? Dare il permesso a me? Credo che qualcuno abbia messo qualcosa nel tuo succo di zucca se davvero credi di poter gestire la vita altrui», sbottò Hermione, sempre cercando di mantenere il tono basso. Chissà perché, ma l'idea che qualcuno potesse pensare che facesse cose losche con Malfoy la terrorizzava. Era meglio rimanere silenziosi.

« Vedi, le ragazze che uscirebbero con me non si possono nemmeno contare, e se al mio amico piace qualcuna io devo provvedere. Non vorrei trovarmi Blaise tutto distrutto per una ragazza...» concluse lui, spiegandosi. « O comunque, non per te».

Hermione strinse i denti, la voglia di mollargli un altro pugno le stava facendo prudere le mani. Che necessità aveva di puntualizzare? Era così stufa che Malfoy si riferisse a lei sempre come una Sanguesporco. Era così stufa di essere sempre prima la Mezzosangue, piuttosto che Hermione Granger, una normale ragazza che fa quello che dovrebbe fare alla sua età? Era davvero così difficile, per Malfoy, trovarla attraente? Forse qualcuno aveva messo qualcosa nel suo succo di zucca, se aveva preso per un momento in considerazione l'idea che lui potesse essere diverso da quel che si aspettava.
 E poi cos'era quella storia che lui doveva approvare chi frequentasse il suo amico? Come se Blaise avesse bisogno di un tipo come Malfoy per farsi guardare le spalle. C'era dell'incredibile a pensare che si era inventato di chiederle di andare al Ballo di Benvenuto solo per testare la sua lealtà. Come aveva fatto ad essere così stupida da pensare che il Principe delle Serpi volesse andare al ballo con lei, inoltre? E perché adesso si sentiva ferita quando fino ad un attimo prima era euforica al pensiero di andarci con Blaise?

« E' un ballo, non ci dobbiamo mica sposare», fu la risposta della riccia, accompagnata da un esagerato roteare degli occhi. Il Serpeverde trattenne un sorriso, anche se lei non poté accorgersene. La mano del ragazzo era ancora salda intorno al suo braccio, eppure Hermione sembrò non farci nemmeno più caso. Mentre guardava i pochi tratti che la fioca luce riusciva a farle scorgere, prestò di nuovo attenzione a quelle folte ciglia lunghe. Questa volta non le vide di profilo e poté ammirare la cornice che facevano a quel mare d'inverno, nella loro interezza. Un brivido le fece venire la pelle d'oca, quello sguardo all'apparenza così freddo le stava riscaldando lo stomaco. Era possibile una cosa del genere? Forse si, forse no. L'unica cosa certa era che voleva andare via.

« Ora che ti sei accertato delle mie intenzioni, e che abbiamo appurato che non sarei venuta con te, spero che tu sparisci e ti tenga alla larga da me. Addio serpe». Così dicendo, lei scappò via strattonando il braccio dalla presa di Malfoy, con un misto di rabbia e dolore nel petto.


Draco non era stupito dal comportamento di lei. Ancora una volta la vedeva andare via e si era un po' stancato di vedere sempre le sue spalle. Per un motivo o per un altro, era sempre lui a rimanere come un imbecille piantato in asso. Anzi, forse era stato meglio... Aveva bisogno di sbollire un po', quella situazione gli stava sfuggendo di mano e lui non sarebbe riuscito ad andare via da lei. Ultimamente gli pareva che, ogni volta che vedeva la Granger, gli si attivasse un magnete dentro di lui. Impotente, seguiva il flusso e si ritrovava a parlarle, finalmente attaccatosi alla sua calamita. Ci mancava solo questa. E poi, che gli era venuto per la testa? Era sicuro che Hermione avrebbe rinunciato a lui, piuttosto che all'amico. "Con quale criterio avrebbe dovuto scegliere il cretino che la prende in giro, invece che il ragazzo con cui chiacchiera di nascosto in Biblioteca?", pensò amaramente. Si lasciò andare ad un ringhio sommesso di frustrazione. Se non altro le aveva detto qualcosa, anche se in modi celati.  Qualcosa che gli macinava dentro da qualche giorno. Il tempo che non l'aveva vista. Era il fatto che piacesse a Blaise, che improvvisamente voleva ronzarle intorno? O solo per il fatto che voleva salvare il suo "onore"? Perché se fosse stato per la seconda, non avrebbe dovuto avere problemi. Ma gli dava fastidio che fosse Zabini a portarla al Ballo, improvvisamente. Se fosse stato qualcun altro, sarebbe stato così facile poter ignorare i sentimenti altrui, non si sarebbe creato problemi a far crollare la Granger anche solo per provare qualcosa a se stesso. A quel punto, però si era chiesto se era veramente quello il motivo di quei suoi impulsi, decisamente non voluti. E aveva messo tutto in dubbio in quella penombra. Oh, Salazar! Era stato quando i loro occhi si erano incontrati, vicinissimi, che lui aveva pensato di baciarla, invece di ferirla. Ancora una volta si era trovato sul baratro e lasciare che fosse il suo istinto ad agire, ma era stato più forte per una volta.

Chissà come sarebbero andate le cose se lui non si fosse comportato come “ l'idiota di sempre ”, come lei gli aveva detto. Chissà che sarebbe successo se l'avesse baciata e avesse messo fine a quella storia? Avrebbe potuto avere le risposte che cercava, ma non sarebbe stato corretto nei confronti di Blaise.
"E ti avrebbe mollato un altro ceffone.. ", gli disse una voce in un angolino della sua testa.
"Tu sta' zitta!", rispose di rimando. Doveva stare proprio male se cominciava a parlare con quelle voci.

Tutto sconsolato, tornò nel Sotterraneo. Ma si guardò bene dal cambiare l'espressione prima di entrare, era sicuro che vi avrebbe trovato il moro.
Non aveva torto, constatò con sua enorme frustrazione.  Zabini era stravaccato su un divano in un angolo della Sala Comune, vicino ad un enorme oblò. Il ragazzo gli sorrise subito e, dentro di sé, Draco sentiva già il peso della conversazione che sarebbe avvenuta.
« Ha accettato.  Mi sento... bene. E constatando il fatto che se ne stia già parlando in giro, direi che è stato un successo», gli annunciò un entusiasta, forse fin troppo,  Blaise non appena lo vide.

Draco scosse la testa sorridendo e mentre gli passava davanti fece svolazzare la mano come a scacciare via una mosca.
Si sedette su una poltrona di velluto verde con le rifiniture argentee, posizionata accanto al divano.

« Allora dillo che volevi invitarla al ballo e stavi macchinando tutto, no?»
« Sei incredibile, sei orribile>>, lo canzonò Blaise con un espressione sconvolta in viso prima di alzarsi all'in piedi, con le braccia in alto come se stesse tenendo un discorso all'intera Comunità Magica.
« Ecco cosa succede ad aiutare un amico che è una Serpe» , e, con veemenza, un indice carico di giudizio indicò Draco. « Prima li aiuti e poi ti accusano di tornaconto!», professò lui ad alta voce. I quattro gatti nella Sala Comune si voltarono a guardarlo: due primini, intenti ad una partita a Scacchi Magici, lo guardarono con ispirazione per poi lanciarsi sguardi sospettosi; un terzetto di studenti più grandi ridacchiò per ritornare subito alle proprie attività di studio, segno che erano abituati alla drammaticità di Zabini. Per il resto, una mosca passò sotto il naso del moro e volò chissà dove. Draco la seguì per un momento prima di tirare giù l'amico, afferrandolo ad un braccio.

« La smetti di dire stronzate?». Draco non poté far altro che ridere mentre Blaise faceva lo stesso, accasciandosi sul divano.
« Mai stato più serio.» sentenziò il moro con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto. « Si, la Granger non mi dispiace come ragazza. Ma di sicuro non è per il mio, di tornaconto».

Draco fece spallucce, ma dentro di sé sentiva strani sentimenti, sentimenti che non riusciva a decifrare. E Draco, poco esperto in materia, restò nella beata ignoranza senza sapere che si trattava di un sentimento degno delle serpi. Era geloso di lei quanto invidioso dell'amico.
« Sei stato tu ad offrirti, non te l'ho chiesto. Il fatto che ti sia venuta subito l'idea del Ballo è sospettosa...», mormorò il biondo in sua difesa.
Ma come si era promesso, non avrebbe distrutto la felicità dell'amico e si limitò a dirgli : «Non capisco ma accetto il tuo strano simpatizzare per la Granger. E per evitare che tu mi guardi con quell'espressione inebetita, vado a farmi una doccia». Si alzò dalla poltrona sotto lo sguardo divertito di Blaise. Sembrava uno che la sapesse lunga riguardo un argomento che conosceva solo lui. Draco lo fissò per un secondo, incerto su come interpretare la cosa, ma fu interrotto da una voce dietro di lui.

« Vengo con te se vuoi», si offrì Pansy Parkinson, di ritorno da qualche lezione, mentre posava i libri.

« Non serve, so ancora fare da solo» rispose brusco, mentre Pansy sprofondava nella poltrona dove si trovava lui qualche istante prima. Lo guardò dal basso all'alto con un sorrisetto, mentre due dita torturavano una ciocca di capelli.
« Hai intenzione di invitarmi al ballo, per caso?» chiese lei, senza rendersi conto che Draco non voleva nemmeno sentirla.
« Io no, perché, qualcuno si è bevuto il cervello e ti ha invitata?»
La Parkinson diventò rossa di rabbia, fece quasi per dargli uno schiaffo alle gambe, ma lui lo schivò divertito.  Doveva ammettere che a volte era prorpio un infame con lei,  ma tutto sommato lei se la cercava.
« Perché sei sempre uno stronzo? Certo che qualcuno mi ha invitata, forse dovrei accettare. Ma pensavo che fossimo andati insieme, come al quarto anno»,  spiegò, come se fosse stato ovvio che avrebbero fatto coppia fissa agli eventi. 

Se avesse saputo che quella volta Draco l'aveva invitata solo perché Blaise lo aveva implorato, forse l'avrebbe smessa di ronzargli intorno. Gli dispiaceva che lei aspettasse speranzosa e aveva timore che si sarebbe ritrovata da sola una volta cominciato il Ballo del Ceppo. Per colpa di Blaise, aveva acceso un barlume di speranza nel cuore della Parkinson, che purtoroppo non sapeva cosa fosse la dignità, apparentemente. A ben pensarci, forse non era più il caso di ascoltare i consigli di Zabini o fargli favori, viste le conseguenze che doveva subire ogni volta. Voleva mettere in dubbio quella che era stata la soluzione riguardo al suo problema, perché non aveva fatto altro che tormentarlo. Per colpa di Zabini, adesso aveva la Mezzosangue che vagava in giro per i corridoi del suo cervello giorno e notte.
« Non lo so, sarà che ti ho detto un milione di volte no. »
Pansy sembrò ferita per un attimo, si passò la lingua fra i denti come per contenere la rabbia e si alzò, prima di recuperare le sue cose.  « Va bene, Draco. Va bene», sibilò la ragazza, prima di girare i tacchi e andare via. Draco sbuffò.
« Lasciala perdere», gli consigliò il moro. « Sii solo un po' più gentile, che cazzo!»

« Blaise, non è a te che si appiccica, quella specie di ranocchia.»
Blaise non poté fare a meno di ridere coinvolgendo, suo malgrado, anche Draco, che a tutto pensava tranne che a Pansy Parkinson.


Spazio autrice

Salve salvino! LOL
Come va? Anche se non ho ancora ottenuto molti pareri alla storia, siamo solo all'inizio,  e le visualizzazioni mi lasciano ben sperare. Ci sta!
Sarete lieti di scoprire che la mia tastiera ha magicamente ripreso a funzionare improvvisamene (ma ancora con qualche deficit) EHM...
Non ho idea di cosa le sia capitato ma, bless her, anch'io sono stressata!
Cosa mi dite di questo capitolo? Innanzitutto ho diviso un pochino lo scritto, ho la sensazione che un corpo di testo senza troppi spazi faccia perdere il filo. Spero si capiscano i cambi di pov. NON SO.
Che ne pensate di Blaise, comunque? Ci fidiamo di un amico Serpe o no?
Se lasciaste una recensione, una critica o un "fa schifo" l'accetterei volentieri. Essendo la storia in stato di scrittura, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate dei personaggi o su qualunque altro aspetto -anche grafico - che vi viene in mente. SEMPRE SE VI VA, no non sto cercando di estorcervi un commento...
Bon, per oggi è tutto, torno a giocare a fare Dio con le vite dei due protagonisti.
Ci si vede!



   
 
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