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Autore: Ashla    31/01/2023    2 recensioni
Che qualcuno possa amare un lupo mannaro è fuori discussione.
O, almeno, così pensa Remus Lupin mentre Tonks è di tutt'altro avviso e così pure il suo strano sogno.
Ma un lupo può veramente trovare l'amore? O è solo un folle sogno di un'ostinata Metamorfomaga?
[Questa storia partecipa alla To Be Writing Challenge 2023 indetta da Bellaluna sul forum Ferisce la Penna]
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia partecipa alla "To Be Writing Challenge 2023" indetta da Bellaluna sul forum Ferisce la Penna.
Prompt: OTP
 
 

Just a dream?

 
 
Sotto un limpido cielo primaverile, una piccola lepre dall’insolito colore argenteo saltellava in un immenso prato di campagna.
Il piccolo animale brillava di luce propria e, nel suo avanzare tra i folti steli d’erba, non toccava veramente la terra ma si librava poco sopra lasciando alle sue spalle una scia argentea che svaniva pochi istanti dopo il suo passaggio.
La lepre quasi eterea arrestò la sua avanzata nei pressi di un grosso canide che dormiva tranquillo baciato dal caldo sole e quello, accorgendosi della presenza, aprì un occhio ambrato per fissarla: la nuova arrivata gli saltellò davanti al muso, gli girò attorno un paio di volte e si allontanò con paio di balzi fermandosi poco distante come per richiamare l’altro all’azione.
Il cane, o meglio il lupo, si alzò raggiungendo guardingo la lepre e subito quella si allontanò venendo seguita dal predatore che senza cattiveria, anzi come per gioco, cominciò a rincorrerla.
L’altra lo precedeva veloce ma, di tanto in tanto, si fermava per aspettarlo saltellando a mezz’aria fino a quando il lupo non si avvicinava troppo e la lepre poteva riprendere la propria fuga giocosa.
I due si inseguivano così nel verde del prato: felici, liberi e... innamorati?
Ma potevano mai essere innamorati?
All’improvviso, come per magia, il canide divenne argenteo ed etereo e si staccò dal suolo librandosi su di essa.
Il lupo e la lepre continuarono ad inseguirsi salendo, con una lenta danza a cerchi concentrici, sempre più in alto nel cielo azzurro, lasciando dietro di loro solo una scia argentea come traccia del loro passaggio sulla terra.
Un uomo, con un sorriso triste sul volto stanco, assisteva silenzioso alla scena, contemplando quella piccola magia con le mani in tasca.
Poi Tonks era lì, in quello stesso prato, con una brezza leggera a smuoverle i capelli rosati.
L’auror guardò l’altro spettatore che posò gli occhi ambrati su di lei sorridendo in modo ancora più triste.
La donna fece un piccolo passo in avanti, desiderando abbracciare l'uomo e spiegazzargli, con quel gesto d’affetto, i vestiti già consunti.
«Tonks».
Sussurrò l’altro, senza muovere le labbra e, pian piano, cominciò a svanire sotto lo sguardo atterrito della donna che corse a stringerlo chiamandolo mentre tutto, intorno a lei, svaniva.
«Tonks... Tonks… svegliati».
 
 
«Tonks… Tonks… svegliati».
La Metamorfomaga aprì piano gli occhi guardandosi intorno confusa, poi, ricordatasi all'improvviso della missione, balzò in piedi mettendo una mano in tasca pronta ad estrarre la bacchetta.
Una risatina riempì il silenzio, mentre lei, con grande fatica, cercava di rimanere in equilibrio nel bus in movimento.
Tonks tornò a sedersi e, incrociando le braccia al petto, guardò male la persona che l’aveva svegliata, o meglio, provò a farlo: come poteva guardare male Remus Lupin?
«Dormito bene?»
Domandò serafico il maggiore per nulla intimidito dallo sguardo, neanche minimamente minaccioso, della giovane auror che fece spallucce.
«Nah, sei piuttosto scomodo».
Un lieve sorriso da malandrino illuminò il volto stanco del licantropo, mentre questi tornava a poggiare il capo sullo schienale del sedile guardando di sottecchi l’altra.
«Quindi non stavi sbavando...»
La ragazza, portandosi una mano alle labbra, si voltò a guardare il finestrino, arrossendo lievemente, e si lodò silenziosamente per aver deciso di indossare un cappello che le coprisse interamente capelli conscia del fatto che sicuramente quelli avevano cambiato colore per l'imbarazzo.
«Scherzavo, scherzavo… siamo quasi arrivati».
Tonks si limitò a sbottare qualcosa sottovoce guardando di sottecchi il compagno di missione alzarsi e sorriderle lievemente; subito lei ricambiò capendo che avrebbe fatto di tutto pur di vedere quel sorriso sincero e sentire quelle risate dolci, diventati così rari dopo la morte di Sirius e se ciò comportava anche il rendersi involontariamente ridicola con la propria sbadataggine e subire le battutine dell’altro… beh, lo avrebbe fatto volentieri.
Il bus si fermò di scatto e Tonks, nonostante tutta la sua buona volontà, perse l’equilibrio finendo contro Lupin.
Il mago la afferrò saldamente per le spalle stabilizzandola e ridacchiò per l’imbranataggine della più giovane che subito si scusò affrettandosi poi ad uscire dall’autobus seguita con calma da Remus.
Insieme cominciarono a camminare verso la loro meta mescolandosi silenziosamente con quei pochi Babbani che passavano in quel quartiere di periferia.
«Sai… ho sognato un lupo e una lepre che si amavano».
Tonks ruppe il silenzio, raccontandogli del sogno glissando però sul finale.
«Che amore impossibile… un lupo e una lepre?»
«Perché no?»
Lupin aprì la bocca per parlare ma poi sembrò cambiare idea e sospirando fece spallucce.
«Beh, quel lupo ha trovato qualcuno che lo ama… si vede che è solo un sogno».
Remus sorrise tristemente immergendosi nei suoi pensieri che Tonks non faticava ad immaginare e che proprio non sopportava.
Un tempo, quando quelle conversazioni iniziavano in presenza di Sirius, era sempre il cugino ad insistere sul fatto che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, ammiccando poi consapevole all’auror, ma ormai l’erede dei Black non c’era più e Tonks era sola davanti a quella triste convinzione del lupo mannaro.
«Anche tu troverai qualcuno».
Lupin scosse il capo dissentendo.
«Per quelli come me non c'è amore, solo odio...»
Il tono disilluso dell'uomo colpì la Metamorfomaga come uno schiaffo in pieno viso e la donna fissò il marciapiede mordendosi il labbro.
«E se ci fosse qualcuno?»
«Allora sarebbe un folle…»
«Perché dici così?»
«Andiamo Tonks, ne abbiamo già parlato: nessuno sano di mente potrebbe amarmi…»
«Ma…»
La giovane auror si fermò di scatto portando le braccia incrociate al petto sicura che i suoi capelli stessero cominciando a divenire rossi per il fastidio e la rabbia che quella conversazione stava creando in lei, ma il maggiore scosse la testa azzittendola con quel solo gesto.
«Non è il momento Tonks. Ricordati perché siamo qui…»
Lupin aumentò leggermente il passo e Tonks, dopo un attimo di sorpresa, si affrettò a raggiungerlo stringendo i pugni promettendosi silenziosamente che, prima o poi, avrebbe fatto cambiare idea all’altro.
 
 
Fu un piccoletto dall’improbabile ciuffo di capelli azzurri come il limpido cielo primaverile che riuscì, meno di due anni dopo, a convincere definitivamente Remus che qualcuno, anzi che due persone al mondo lo amavano.
Lupin, abbracciando da dietro la moglie, le posò il capo sulla testa rosata e sorrise dolce osservando incantato il frutto dell’amore ostinato che dormiva sereno nella culla vegliato da un lupo e una lepre di peluche.
Alla fine quel sogno folle non era poi così folle.
 
 
 
NdA:
Non ho la più pallida idea di che cosa sia questa piccola one-shot. Di sicuro è senza pretese!
Era nata l’anno scorso come idea ma è rimasta segnata nel file delle fic da scrivere fino alla settimana scorsa e forse poteva rimanerci (si vede che non mi convince molto?).
La maggior parte della fic si svolge post quinto libro ma probabilmente si era già capito.
Spero che… pausa tattica perché il gatto mi assale senza motivo.
Dicevo! Spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuta!
Ciao,
Aiko
   
 
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