Titolo: Osteria
Autore: slanif
Prompt: 76
Personaggio/Coppia: Lee Jordan, George Weasley, accenni George/Lee
Contesto: Dopo la 2° Guerra Magica / Pace
Rating: Verde
Parole: 361
 
 
L’osteria Babbana era fiocamente illuminata e ciarliera. George Weasley e Lee Jordan sedevano in silenzio a uno dei tavoli di legno con una birra in mano. Non si guardavano e l’aria tra di loro era carica delle parole non dette che si susseguivano da mesi, ormai.
Lee avrebbe voluto domandare a George cosa erano, a quel punto, ma come poteva essere così insensibile e concentrarsi sui suoi sentimenti quando George stava piangendo la morte di suo fratello gemello Fred?
Lee era stato amico di Fred. Gli aveva voluto bene. Comprendeva il dolore dell’uomo seduto di fronte a lui, perché lo provava a sua volta. Ma George... Quanto immenso doveva essere quel vuoto, considerando il rapporto che avevano i gemelli? Lee era cresciuto con loro. Ne aveva combinate di tutti i colori, con quei due. Aveva visto Fred innamorarsi di Angelina e poi lasciarla. Aveva visto George innamorarsi di lui e poi...
Poi era arrivato Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e tutto era andato a puttane.
Ecco perché adesso erano lì, a Londra, in mezzo a persone che non avevano nemmeno idea di cosa fosse successo solo pochi mesi prima e di quanti sacrifici aveva fatto il mondo Magico per far sì che loro continuassero a vivere ignari di tutto; seduti in silenzio, lanciandosi sguardi quando l’altro sembrava non guardare, a cercare le parole giuste per dire quel che c’era da dire.
La Battaglia di Hogwarts e la morte di Fred avevano fatto sì che tra loro ogni cosa si facesse confusa.
Lee sapeva cosa voleva, ma... George voleva lo stesso?
Sapeva che la morte di Fred aveva cambiato tutto, e quel “tutto” non sapeva se includeva anche lui e il loro rapporto, o se avesse dovuto farsi da parte.
«Lee...» La voce stanca di George ruppe il silenzio, così bassa che parve quasi perdersi nella confusione dell’osteria affollata; ma Lee lo sentì comunque.
Con un groppo in gola, alzò lo sguardo verso l’uomo seduto di fronte a lui e fu sufficiente quello per dirgli tutto ciò che serviva. Serviva quel dolore, quell’angoscia e quel dispiacere riflessi nelle iridi marroni per fargli comprendere ogni cosa.
«Va bene,» bisbigliò, con voce tremante. «Sarò qui, se vorrai tornare.»