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Autore: An apple for Malfoy    01/02/2023    0 recensioni
"La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce. “
- Albus Silente
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Un Natale diverso

"Te lo ripeto , papà. Draco Malfoy è un mangiamorte come il padre. Piton lo sta aiutando. Harry ha sentito bene quello che si dicevano quei due. Piton ha stretto il Voto Infrangibile con la madre di Malfoy per proteggerlo non so da quale missione" disse Ron al padre per l'ennesima volta.
"Sta combinando qualcosa quello. E non è da solo. Miseriaccia, ha quasi ucciso Hermione!"

Arthur Weasley ascoltava il figlio con le labbra serrate e gli occhi ridotti a fessura. Il signor Weasley, Harry, Ron ed Hermione, erano seduti attorno al camino scoppiettante nel salotto della Tana.

"Ron, Piton fa parte dell'Ordine. Silente si fida di lui e di conseguenza noi ci fidiamo di lui. Avrà i suoi motivi se ha fatto il Voto Infrangibile. Certo, immagino che dovremmo parlarne con Silente e il resto dell'Ordine. Cercate di starne fuori , ragazzi. Non immischiatevi in affari pericolosi" disse il signor Weasley accigliato.

I tre si guardarono preoccupati, poco intenzionati a lasciar scivolare via quella conversazione.

"Ma signor Weasley, Malfoy potrebbe arrivare ad uccidere qualcuno. Hermione ha avuto solo fortuna ma avrebbe potuto essere la prima a morire!" disse Harry a mo' di supplica. "Questo coinvolge tutti , non capisce? C'è di mezzo Vold-" non fece in tempo a finire perché tutti lo rimproverarono. "Intendo , c'è di mezzo lei-sa-chi."

"Venite , è pronta la cena!" urlò dalla cucina la signora Weasley.

I quattro, si alzarono per andare ad unirsi al resto degli ospiti. Trovarono Bill , Feur , Ginny , Lupin, Fred e George seduti al tavolo. Non avrebbero potuto continuare la loro conversazione ma Hermione fu grata per quella tregua. Non aveva voglia di sentirsi ripetere quanto fosse stata fortunata a non morire, non voleva compassione, bensì verità. Cercava a tutti i costi di far luce su ciò che Draco stava combinando.
Se davvero aveva una missione da portare a termine, perché vacillava in quel modo? Perché i suoi tentativi erano così deboli? Ci stava davvero provando a portare a compimento il piano di Voldemort?

Perfino Harry aveva notato il cambiamento di Draco.
Non reagiva alle provocazioni e non insultava più il trio con tanta spavalderia. Ormai si incrociavano solo alle lezioni, in sala grande e in biblioteca. Era più bianco della neve , smagrito e con il volto provato.
Nessuno parve interessarsi a questo fatto, tranne Hermione.
La ragazza, ripensava continuamente a quel dolore che aveva percepito negli occhi del biondo , alla sofferenza in quell'urlo sordo nella torre di astronomia e la solitudine che avvertì in quelle parole pronunciate nel bagno delle ragazze. Lo avrebbe aiutato se lui glielo avesse concesso. Pensò che a tutti deve essere sempre tesa la mano, indipendentemente dal cognome , dal sangue o da qualsiasi altro tipo di discriminazione sociale e razziale. Avrebbe sempre lasciato accesa una luce di speranza.

Draco non le faceva davvero pena, a differenza di ciò che aveva detto al ragazzo in quel momento.
Lo vide fragile e pronto a crollare; testardo ed orgoglioso; stanco di lottare ma troppo impegnato a cercare di sopravvivere.
Ma, diversamente da quello che si era sempre ripromessa nei suoi confronti, non avrebbe mai voltato le spalle a nessuno, soprattutto a qualcuno che ne avesse realmente bisogno.

Finito di cenare, Hermione salì in stanza con Ginny. Si misero a chiacchierare del più e del meno quando, ad un certo punto, la rossa disse qualcosa che lasciò Hermione sconcertata.

"Sai, McLaggen ha chiesto ad Harry di presentarvi. Hermione , lo dico solo per avvisarti ma è davvero stupido come un bolide. Saprà il fatto suo nel quidditch ma per il resto ... insomma, è un insulto alla tua intelligenza. Diciamo che Krum era giustificato dal fatto che non comprendesse bene la nostra lingua ma, McLaggen, ha ben poco da giustificare. Forse basterebbe non farlo parlare e diventerebbe accettabile."

Le due ragazze scoppiarono a ridere. Cormac le sbavava dietro da qualche mese ma, furbamente, Hermione era sempre riuscita ad evitarlo.

"Ginny , non mi interessa bavoso-McLaggen."

"Sarei stupita del contrario, Hermione. A proposito , Ron ora sta con Lavanda , vero?" chiese Ginny.

"Sì. Ma anche in questo caso, non mi interessa nulla."

Era un po' di tempo che la ragazza non ripensava a lei e Ron e, francamente, le andava più che bene.

"Ma non avete più parlato voi due? Intendo di quel bacio che vi siete scambiati quest'estate nel giardino?"

Quel bacio, già. Che stupido errore.

"No, Ginny. E va bene così. Credo che si sarebbe potuto almeno degnare di venire a parlarmi per chiarire la nostra situazione perché sono sempre io a dover fare il primo passo" disse Hermione amareggiata.
"Avrei voluto una spiegazione però, il silenzio che mi ha riservato dopo il bacio, mi ha convinto a lasciar perdere. Sai quanto io sia determinata in qualsiasi cosa io faccia ma, dopo tanto tempo , una persona capisce quando è ora di mollare. Ho scoperto solo in seguito che ha deciso di darsi una possibilità con Lavanda e, per me, è stato come mettere un punto. Gli voglio bene e sono sicura che anche per lui sia così, ma non ho intenzione di riprendere quella strada" disse infine.

"Se lo prendo lo ammazzo quell'idiota! Razza di imbecile, stupida lumaca..."
Imprecava contro il fratello mentre si alzava per andare a dirglielo in faccia ma venne trattenuta dall'amica, fortunatamente.

"Ginny, davvero, va bene così. Ormai è una storia chiusa che non ho intenzione di riaprire, né con te né con lui. Non ha funzionato e basta."

Ginny allora prese posto nuovamente sul letto, di fronte all'amica. Serrava ancora i pugni quando le venne in mente qualcosa.

"Quindi alla festa che terrà Lumacorno una volta tornati ad Hogwarts , chi porterai?"

Hermione aveva completamente dimenticato quella festa. Harry le aveva portato l'invito a novembre. Ne rimase piacevolmente sorpresa dato che il LumaClub si componeva di pochi studenti e studentesse che Lumacorno avrebbe dovuto selezionare per poi esporre come suoi trofei. Avrebbe chiesto ad Harry se non avesse già invitato Luna.

Decise a malincuore che avrebbe forse preso in considerazione McLaggen. Chi mai avrebbe potuto invitare? Non era brava in quelle cose! In fin dei conti, non le era andata tanto male. Certo, non avrebbe potuto intrattenere una conversazione di senso compiuto e non ci sarebbe stato un minuto di tregua visto che sapeva che Cormac avrebbe allungato le mani su di lei per tutta la sera.

"Ti avviso, se McLaggen prova anche solo a sfiorarmi, lo pietrifico e gli stacco le braccia."

"Scelta tua di invitarlo, tua la responsabilità" disse Ginny alzando le mani.

"Tu con chi andrai?" 

"Ehm , Blaise Zabini" disse Ginny , cercando di sfuggire all'occhiataccia che le aveva appena lanciato l'amica.

"ZABINI? MA...Ginny è Blaise Zabini di Serpeverde?" chiese Hermione , sperando in una smentita.

"Sì , Blaise Zabini di Serpeverde, amico di Draco Malfoy , il furetto biondo platinato. Ricordi?"

Ovvio che ricordava Blaise e... Malfoy.

"Ovvio , Ginny. Mi chiedevo solo che ti salta in mente , visto che disprezza tutto e tutti , soprattutto visto che, sicuramente, avrà da ridire sulle tue frequentazioni non esattamente in linea con gli ideali purosanguisti!" chiese Hermione ancora sconvolta.

"Non c'era nessun altro a disposizione , quindi... diciamo che è tipo il tuo caso con McLaggen , ecco!" disse Ginny, cercando di chiudere il discorso.

"McLaggen non disprezza le persone come te e me, capisci? Come diamine è possibile che voi abbiate deciso di andare insieme!"

"Rassegnati, è così e basta. Nulla di più" terminò Ginny. "Ora, se non ti dispiace, ho bisogno di dormire. Nox!"

Calò il silenzio ed il buio nella stanza. Ogni volta che diventava sfuggente, Ginny nascondeva qualcosa e Hermione sospettava che questa volta non fosse diverso.

Scivoló sotto al piumone, cercando di raccogliere e mettere insieme le idee ancora confuse di quella chiacchierata.

Il giorno di Natale ad Hogwarts era sempre magico. Ogni anno il castello veniva addobbato a festa e, le decorazioni, erano sempre curate nei minimi dettagli.

Draco quella mattina non scese per colazione. Aveva lo stomaco in subbuglio e chiuso da giorni. Il giorno precedente aveva trascorso dieci ore con Blaise nella Stanza delle Necessità. Mancava poco per riparare l'armadio svanitore e, grazie all'aiuto dell'amico , di lì a poco sarebbero riusciti a sistemarlo. Decise di ritornare da solo nella stanza delle Necessità ma non per l'armadio , bensì per concedersi un po' di tempo per sé stesso.
Prima di uscire dai dormitori di Serpeverde, Blaise lo raggiunse con un biglietto in mano.

"E' per te, l'hanno consegnato in Sala Grande."

Draco prese il foglietto di carta e lo aprì. Era da parte di sua madre.

Buon Natale , Draco.

Qui va tutto bene. Fammi avere tue notizie appena possibile. Sono settimane che non mi aggiorni.

Narcissa

Avrebbe voluto ignorare quel biglietto ma, in cuor suo, era dispiaciuto. Era il primo Natale che trascorreva al castello senza tornare a casa e sapeva che la madre non si trovasse in una situazione altrettanto facile.
Si preoccupava costantemente per lei così come lei si preoccupava per lui , constatò Draco.
Ma allora perché non stava proteggendo suo figlio e aveva lasciato a Piton questo compito?

Erano settimane che ormai ignorava i continui richiami di Piton per presentarsi la sera nel suo studio. Era sicuramente interessato solo a prendersi i meriti nel finire il lavoro che il Signore Oscuro gli aveva affidato, pensó. Cosa mai poteva importare a Piton di lui? Tutti speravano che fallisse, compreso il professore. Non aspettavano altro che un suo passo falso.

Prese al volo una pergamena e scrisse :

Grazie , madre.

Procede tutto nella norma. Non ho aggiornamenti.

Draco

Chiese a Blaise di portarla in guferia e si incamminò a passo svelto al settimo piano. Si chiuse la porta alle spalle e si mise a sedere su una poltroncina malconcia che apparve quando aveva pensato alla stanza. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quel caotico silenzio.

Svuotò la mente , riordinando quei cassetti che da settimane erano in disordine. Spuntò Hermione e , non sapendo dove collocarla , la lasciò ancora un po' vagare nei suoi ricordi. Si abbandonò al ricordo dei suoi occhi pieni di lacrime che lo fissavano. Ricordò quei ricci castani le cadevano sul viso mentre studiava in biblioteca. Ricordò la risata spensierata che riservava ai suoi amici. A lui invece riservava solo lacrime perché a lei, Draco, avrebbe potuto donare solo dolore e sofferenza. Una lacrima amara gli rigò il volto al ricordo di ciò che le aveva causato. Sì alzò dalla poltroncina ed uscì dalla stanza delle necessità.

Dopo alcuni minuti, raggiunse il cortile innevato della scuola per prendere aria. Incontrò poco dopo Piton che riuscì prontamente ad evitare , nascondendosi in una rientranza del muro. Aspettò alcuni minuti prima di uscire e controllò che Piton se ne fosse andato, raggiungendo così il cortile. Si mise a sedere sotto un albero spoglio e sprofondò nella neve, lasciando aderire la schiena sul tronco freddo. Prese la Gazzetta del Profeta dalla divisa e la sua attenzione venne catturata da un articolo in prima pagina.


LA FAMIGLIA MALFOY CADE IN DISGRAZIA

Dopo l'arresto di Lucius Malfoy , la moglie Narcissa conduce una vita ritirata nella residenza di famiglia. Ricordiamo che Lucius Malfoy è stato arrestato il 18 giugno 1996 dopo la Battaglia dell'Ufficio Misteri. Ha tentato la fuga assieme ad altri mangiamorte a seguito di un'aggressione a Harry Potter e ad alcuni membri dell'Esercito di Silente. Bellatrix Lestrange , sorella di Narcissa Malfoy, è l'unica seguace di colui-che-non-deve-essere-nominato ad essere scappata. Il figlio dei coniugi Malfoy si trova attualmente alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per continuare i suoi studi. Non ci sono prove che coinvolgono il figlio e la moglie di Lucius Malfoy nei crimini commessi per ordine di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Attualmente si trova nel carcere di massima sicurezza di Azkaban. E' riuscito ad evitare la reclusione dopo la prima Guerra Magica , affermando di essere sotto maledizione Imperius. Il suo arresto, probabilmente , ha segnato il declino per la sua famiglia, perdendo l'antico prestigio di cui godeva un tempo.


Non riuscì più a continuare a leggere. Accartocciò il giornale e lanciò un Incendio , dandogli così fuoco. Lo vide bruciare e con esso la foto della sua famiglia. Non serviva un giornale per sbattergli in faccia la realtà, sapeva benissimo cosa fosse suo padre perché, l'estate di quell'anno, lo era diventato anche lui.
Un Mangiamorte.
Stava seguendo le sue orme, d'altronde, non era ciò che aveva sempre fatto? Questa volta però lo faceva per salvarlo e per salvare la sua famiglia. Li avrebbe protetti fino alla morte che avrebbe probabilmente trovato in quella missione che il Signore Oscuro gli aveva affidato per vendicarsi dei fallimenti del padre.

Si passò una mano tra i soffici capelli platino. Chinò la testa indietro, soprattutto per ricacciale le lacrime di rabbia che minacciavano di uscire. Si passò la mano sul volto per spazzare via quella sensazione di dolore mista a rabbia e si alzò di scatto, abbandonando quel che rimaneva del giornale ai piedi dell'albero.

Provava sicuramente frustrazione per quella situazione ma era strano pensare che quel sentimento potesse essere rivolto al padre.
Dilatò le narici ed arricció le labbra, serrando i pugni e sferrandone uno contro il tronco dell'arbusto.
Ad un certo punto, la sua mano iniziò a sanguinare copiosamente, macchiano perfino la neve.
Se la strinse forte al petto e si incamminó verso i dormitori, camminando a passo svelto quando, ad un certo punto, si sentì afferrare e trascinare da qualcuno.

"Cosa ti salta in mente, stupido ragazzino?"

Piton teneva le spalle di Draco incollate al muro di una stanza gelida e vuota.

"Mi lasci andare, subito!"

Draco cercó di divincolarsi da quella presa, sbattendo anche violentemente la mano ferita. La smorfia di dolore, non passò inosservata all'uomo che lo teneva ancora ben saldo per le spalle.
Di fatti, si scostó per aver modo di osservarlo e notò la mano sanguinante.

"Come te la sei procurata?"

Piton prese la bacchetta e, con un incantesimo di guarigione, riuscì a richiudere ogni ferita presente sulla mano. Draco, inizialmente restio a parlare, si convinse che avrebbe dovuto dire qualcosa ma di certo non per ringraziarlo.

"Sì aspetta che la ringrazi?"

"La tua gratitudine non mi occorre. Necessito piuttosto sapere cosa tu stia combinando con Zabini e pretendo che ciò che uscirà dalla tua bocca, sia la verità."

Draco si avvicinò ulteriormente all'uomo, quasi per bisbigliargli ciò che gli avrebbe detto.

"Le ho già detto di non ficcare il naso in ciò che faccio. Suppongo che lei troverà altri modi per compiacere il Signore Oscuro ma non si approprierà di una mia vittoria" e si divincoló dal soffocante spazio ristretto che aveva creato Piton per braccarlo.
Scappò dall'aula raccogliendo i pezzi di sé stesso. Era stressato, confuso e disorientato. L'ultima cosa che gli serviva era che Piton continuasse a ficcanasare in ciò che stava facendo. Aveva appena provato a leggergli la mente, trovandolo in quel momento occluso e privo di un accesso alla sua parte debole. Occludere la sua mente, era ormai diventata un'abitudine, proprio come aveva imparato in tutti quei mesi da sua zia. Gli avrebbe evitato di crollare da un momento all'altro, diventando così preda delle sue stesse emozioni.

Il Natale alla tana, era sempre speciale.
La casa si risvegliò come al solito nel caos.
Tradizione voleva che, attorno al fuoco, si riunisse tutta la famiglia per scambiarsi i doni. Quell'anno qualcuno mancava all'appello. Sirius.
L'anno precedente, si erano ritrovati a Grimmauld Place a festeggiare le festività, prima che accadesse l'inaspettato. Hermione sapeva quanto fosse dura per Harry, soprattutto in questo periodo in cui tutti sono riuniti con le proprie famiglie. Anche per la ragazza fu il primo anno che trascorreva lontano dai suoi genitori ed iniziava a capire come la lontananza fosse solo una parte sopportabile rispetto alla perdita: lei avrebbe potuto riabbracciarli, Harry no, come lei non avrebbe potuto più abbracciare Sirius. Nessuno avrebbe più potuto farlo. La sensazione che avrebbero potuto fare di più per salvarlo, non li avrebbe mai abbandonati, soprattutto Harry ed Hermione. Ma cosa potevano loro contro una schiera di maghi e streghe potenti? Nulla di più di quello che avevano fatto.

Fred e George iniziarono a distribuire i loro regali, prestando particolarmente attenzione quando consegnarono il loro a Ron. Appena aperta la scatola , un ragno salterino uscì e si gettò in faccia al fratello.
Le urla del ragazzo fecero tremare la casa ed anche il fantasma che infestava la soffitta.

"LEVATEMI QUESTO COSO DALLA FACCIA. AIUTO! AIUTOOOO."

Ron si dimenava per il salotto, schiaffeggiandosi in faccia.

Tutti, tranne Molly Weasley che sembrava esasperata, piangevano dal ridere. Il signor Weasley puntò la bacchetta in faccia a Ron e, con un Evanesco, fece sparire il finto ragno dal viso terrorizzato del ragazzo.

Ron si arrestó e guardò il cagnesco I gemelli.

"INIZIATE A SCAPPARE PERCHE' SE VI PRENDO SIETE MORTI!"

Iniziò una corsa per tutta la casa ma i gemelli si facevano beffa del fratello, smatelirizzandosi in vari punti della tana. Solo dopo che Molly ebbe richiamato i figli all'ordine, tornò la calma.
Si accomodarono per banchettare con la deliziosa colazione preparata con cura dalla signora Weasley.

"Hermione cara, prendi un po' di torta di zucca. Non hai toccato quasi nulla."

Hermione non aveva particolare appetito per la notte passata precedentemente in bianco. Era stanca ed esausta. Troppi pensieri affollavano la sua mente e, nessuno, tranne lei, aveva compreso l'urgenza di scoprire ciò che Malfoy stava combinando.

" Non ho molta fame, signora Weasley. Credo che andrò a fare una passeggiata."

Uscì dalla cucina e attraversò la porta d'ingresso della casa. Prese una boccata d'aria e speró che nessuno la seguisse.
Camminava tra i cespugli incolti del giardino, pregando di non incontrare nessuno degli gnomi che lo infestava. Quando scoprì che, per tenerli buoni bisognasse afferrarli per le caviglie, farli roteare in aria e lanciarli, divenne una furia.

Passò il capannone del signor Weasley pieno di oggetti babbani e raggiunse un piccolo orticello anche esso incolto. Trovò una panchina piuttosto malconcia e si sedette. Il freddo pungente le accarezzó il viso, facendola rabbrividire.

"Fa freddo, Hermione. Perché non rientriamo?" chiese Harry con una coperta in mano mentre raggiungeva la ragazza.

Hermione sobbalzó per lo spavento.

"Va tutto bene, Harry. Vorrei stare un po' da sola, se non ti dispiace."

Sapeva che Harry si preoccupava ogni qualvolta decideva di allontanarsi ed isolarsi perciò non fu sorpresa del fatto che l'avesse seguita.

L'amico si accomodó accanto a lei, avvolgendo nella calda coperta per ripararla dal freddo di quella mattina.

"Non va tutto bene e lo sai anche tu. Cosa succede? È per Sirius?"

La ragazza aveva lo sguardo basso e non voleva in alcun modo turbare l'atmosfera di quel giorno di festa.

"Non voglio rovinarti questo giorno, è solo che..."

Non riuscì a terminare la frase perché iniziò ad annodarsi qualcosa in gola che le impediva di parlare. Era tristezza e nostalgia. Si morse il labbro inferiore per farlo smettere di tremare ed asciugò la fredda lacrima che le aveva bagnato il volto.
Harry si accorse che l'amica stava tremando così le afferró le spalle e l'abbracció.

"Manca anche a me. Avrebbe dovuto essere qui con noi a festeggiare e a vedere la faccia di Ron con quel ragno in faccia" le bisbiglió all'orecchio.

La ragazza rise singhiozzando.

"Avrebbe aiutato Fred e George ad incantarlo meglio."

Si allontanò dall'abbraccio dell'amico per guardarlo negli occhi.
"Grazie, Harry. Buon Natale."

"Buon Natale, Hermione."

Rimasero qualche secondo a guardarsi. Entrambi sapevano di poter contare l'uno sull'altra, soprattutto nei momenti più bui ma, Hermione, non era stata sincera negli ultimi tempi con lui, non su Draco.

"Entriamo? Si gela!"

"Un'ultima cosa, Harry. Riguarda Malfoy."

Non sapeva se fosse il momento giusto e se avrebbe dovuto informarlo riguardo i loro incontri, soprattutto non sapeva come dirgli delle condizioni nelle quali lo aveva spesso trovato.

"Non ti sembra che sia... diverso? Cioè, io credo che oltre le nostre supposizioni ci sia di più."

Scrutó l'espressione dell'amico, cercando di capire quale sarebbe potuta essere la sua reazione.

"Sì, e sono sicuro che abbia a che fare con Tu-sai-chi. Niente mi farà cambiare idea sul fatto che ora sia un Mangiamorte e che si stia unendo a quello che sta preparando Tu-sai-chi. Dalla battaglia all'ufficio Misteri, Vold-, lui, non entra più nella mia testa quindi non so cosa stia facendo. Deduco che si stia preparando ad un altro attacco, peggiore rispetto all'ultima volta. Non credo che a Malfoy abbia lasciato il compito di uccidermi visto che vorrà essere lui stesso a farlo, portando la mia testa come trofeo."

"Harry, non dire così, ti prego."

Hermione posò una mano su quella dell'amico per cercare di rassicurarlo. Avvertiva che di lì a poco, Voldemort si sarebbe fatto vivo.

"Va bene così, Hermione. So questo da quando ho saputo della sua esistenza ma lotterò fino alla fine per impedire a quel bastardo di fare del male a qualcun altro."

"Harry, io credo che Malfoy stia cercando di uccidere qualcuno vicino a te" disse Hermione di getto.

"Cosa intendi?"

"Blaise Zabini era nei bagni de i Tre Manici di Scopa quando ho trovato la collana. L'ha lasciata nel bagno, ordinando a Madama Rosmerta di non far parola dei loro accordi. Credo abbia usato la Imperius per obbligarla a non parlare. Blaise e Draco stanno lavorando insieme per uccidere questa persona."

"E come sai che riguarda me? Voglio dire, la collana era nel bagno delle ragazze. Otre a Ginny e te, io... VOLEVA UCCIDERTI, CERTO. LO AMMAZZO."

Si alzò di scatto dalla panchina furente, pronto ad ammazzare Malfoy ovunque si trovasse.

"Harry, calmo. Non volevo dire questo. Non so se fossi io il bersaglio. Ho avuto uno scontro con Draco quando ci hai visti in bagno e mi ha fatto capire che non fosse indirizzata a me."

"E a chi altri se non tu? Detesta le tue origini, sei la mia migliore amica e sa che, uccidendoti, avrebbe scatenato la mia ira, facendomi fare qualche passo falso che sarebbe tornato utile a Voldemort! È ovvio, Hermione. E non mi interessa, pronuncio il suo nome perché non ho paura di lui. "

La ragazza raggiunse l'amico, afferrandolo per il polso per consentirgli di guardarla negli occhi.

" Harry, stai correndo troppo. Malfoy mi ha allontanata quando ho provato a chiedergli spiegazioni, sembrava davvero sconvolto del fatto che avessi preso io la collana. Questo vuol dire che, colei che avrebbe dovuto prenderla, fosse solo un mezzo per consegnarla all'effettivo destinatario. Credo che Malfoy non sappia cosa stia facendo. Cerca di uccidere questa persona utilizzando dei tramiti. Non è in grado di fare ciò che gli è stato chiesto, per questo sua madre ha stretto il Voto Infrangibile con Piton. Sapeva che Draco non sarebbe stato capace di uccidere qualcuno."

Harry la guardava con gli occhi sgranati.

"Come diamine... non importa. La tua versione ha più senso. Il problema è chi deve uccidere?"

"Non lo so, sto cercando di scoprirlo. Per questo non ti ho detto nulla perché me lo avresti proibito dopo ciò che mi è successo. Ma ho bisogno di capire, devo sapere a cosa dobbiamo prepararci."

Il ragazzo poggió la mano su quella in cui Hermione teneva il suo polso.

" Lo scopriremo. Ma promettimi che non ci saranno più segreti tra di noi."

Hermione annuì, mentendo. Non avrebbe detto le sue sensazioni riguardo ciò che aveva provato vedendo Draco così smarrito e impaurito per quella situazione. L'avrebbe presa per pazza, cosa alla quale pensò anche lei inizialmente. Razionalmente, non aveva senso che fosse dispiaciuta e pronta ad aiutarlo, ma lei non era mossa solo dalla sua parte razionale. Dopo la morte di Sirius, capì che non riusciva più a gestire le sue emozioni, rimanendo travolta da esse la maggior parte delle volte. Forse, questo, l'aveva spinta ad immedesimarsi in ciò che il ragazzo provava, facendole sentire il dovere di tendergli la mano per aiutarlo. Forse, il fatto che mai aveva visto Draco in quelle condizioni, la spinse a cercare di comprenderlo, senza giudicarlo per il loro passato. Non avrebbe saputo dirlo con certezza, ma pareva che il loro rapporto fosse stato resettato, come se lei questa volta volesse cercare di capire chi è realmente Draco Malfoy.

"Entriamo o penseranno che ti stia aiutando a deportare gli gnomi."

Entrambi risero e si incamminarono verso casa a braccetto.

Calò la sera e, dopo aver consumato un'abbondante cena , i tre ragazzi si misero davanti al camino. Harry prese la mappa del malandrino e, come ogni sera, controllarono i puntini di Malfoy e Zabini. Ogni tanto Malfoy spariva. Altre volte lo vedevano in biblioteca e alcune volte nel bagno dismesso delle ragazze.

"Cosa combini, Malfoy?" bisbiglió la ragazza tra sé e sé.

 

   
 
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