Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Zia Palla    03/02/2023    0 recensioni
“Non c’è persona nei Sette Regni che non schiumerebbe di rabbia”, gli fa presente Daenerys.
“O d’invidia”, sussurra poi Jaime pensieroso, prima di sciogliersi in un sorrisino specchio di quello di Dany.
“Tutti vorranno leggere dell’ex-cavaliere della guardia reale e la principessa tormentata”, gli dice con tono sognante, lo stesso con cui da bambina parlava del futuro principe o lord che avrebbe sposato. “E di come si sono salvati a vicenda dall’infelicità.”
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Sua Altezza Reale, la principessa Daenerys Targaryen, vive una vita d'inferno perseguitata dai media e soffocata dal fratello maggiore, Re Rhaegar. Questo finché una paparazzata ambigua in compagnia dell'ex-guardia reale Jaime Lannister offre l'occasione perfetta per prendersi gioco del Sistema. Deve solo fingere di essere perdutamente innamorata dell'uomo più chiacchierato e problematico del momento: cosa mai potrebbe andare storto?
[Modern!AU. Fake Dating trope. One-shot. Daenerys Targaryen x Jaime Lannister. 24k parole. Sì, avete letto bene.]
Genere: Comico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Rhaegar Targaryen, Tyrion Lannister
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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it only feels this raw right now (lost in the labyrinth of my mind)

 

 

Uh oh, I'm falling in love

Oh no, I'm falling in love again

Oh, I'm falling in love

I thought the plane was going down

How'd you turn it right around

Taylor Swift, Labyrinth

 

 

Osserva i fiocchi di neve volteggiare con un mezzo sorriso. Ha sempre amato la neve con la sua grazia, il suo silenzio; ha sempre voluto assomigliarle, anche se per farlo dovrebbe andare contro la propria natura. “Stormborn”, nata dalla tempesta, la chiamano e la cosa le fa storcere il naso anche adesso; non vuole essere una tempesta, vuole essere come la neve, silenziosa, aggraziata, innocua. Sa che i suoi amici dissentirebbero vivacemente, dicendole che la neve non è affatto innocua; ragazzi petulanti, a volte, cresciuti al Nord da un uomo amante delle massime e saggio al limite della pesantezza. Sente la loro mancanza accanto a sé e pensa che forse non passerà mai più del tempo con loro; stanno provando a tornare come prima, ma è difficile, molto difficile.

Daenerys Targaryen sospira, cercando di non lasciarsi abbattere dai pensieri negativi, come le suggerisce sempre sua madre. Non dovrebbe dare ascolto a ciò che le dice sua madre, ma ha ben poche alternative, soprattutto ora che sta per perdere le uniche persone in grado di essere sue amiche. Ricorda un tempo, qualche anno fa, in cui ha provato a fare terapia: è scapata via dopo nemmeno una seduta. L’ennesimo dei suoi fallimenti. L’ennesima cosa a cui non pensare. Prima o poi finirà con nulla a cui pensare a forza di cambiare tanto spesso canale nella sua testa.

Prende un sorso di cioccolata calda, bianca con un retrogusto di limone e caramello. Dà in un mugolio soddisfatto, leccandosi le labbra. Non è mai stata in questa bakery, ma pensa che ci tornerà spesso d’ora in poi; la cioccolata è buona e il verde pastello delle pareti unito al bianco del mobilio la rilassa. E solo gli dèi sanno quanto abbia bisogno di relax. Il fatto che sia ovviamente lei stessa la causa del proprio stress è ironico, quanto tralasciabile. In fondo è abituata a destreggiarsi tra i propri pensieri, cercando una nuova via ad ogni vicolo cieco.

Riporta la tazza alle labbra e beve ancora, con meno accortezza, bruciandosi la lingua. Dà in un sibilo dolorante, attirando l’attenzione del commesso, che le chiede se va tutto bene. Daenerys annuisce con un sorriso, complimentandosi per la bontà della cioccolata, sollevata che non l’abbia riconosciuta.

Improvvisamente l’allegro scampanellio della porta che si apre attira la sua attenzione e quasi si strozza nel vedere chi è appena entrato: come lei, sotto il lungo cappotto nero indossa degli abiti eleganti, nello specifico uno smoking che ha fatto sospirare di desiderio ogni donna presente alla festa a cui era anche Daenerys – non che lei lo abbia notato prima, troppo impegnata nell’ennesimo litigio con Robb – mentre attorno al collo indossa una sciarpa rossa, messa lì solo per bellezza dato che, lasciato cadere così sul cappotto, il capo non compie l’obiettivo primario di tenere caldo; e infatti l’uomo tira fuori un fazzoletto dalla tasca del giaccone e si sfrega la punta del naso arrossata.

“Ma guarda chi si vede!” si sente esclamare e sospira internamente, perché lei dai guai proprio non sa tenersi lontana.

Jaime Lannister si gira verso di lei con un sopracciglio inarcato in un’espressione scettica, che crolla in un broncio insofferente nel vedere chi lo sta salutando.

“Che fate qui, prin-?”

“Frittella!” chiama lei, rivolta al ragazzo dietro il bancone, prima che l’ex-guardia reale possa aggiungere altro. “Una tripla cioccolata bianca al limone caramellato per il buon uomo appena sopraggiunto.”

“Certo, mia signora”, dice il ragazzino balbettando, avendo riconosciuto Jaime e di conseguenza lei. “Signorina”, si corregge poi, deglutendo. “Arriva subito!”

Frittella – che strano nome, poi – si dilegua nel retro bottega e Daenerys indica la sedia di fronte a sé con un guizzo delle sopracciglia. Jaime indurisce la mascella e si prende una mano guantata nell’altra, guardandola severamente.

“Oh, andiamo!” gli dice ridendo. “Non ti mordo.” Forse. Di già. Sto valutando la mia prossima pessima scelta.

Il cavaliere sospira e si arrende, avvicinandosi.

 

“È davvero molto buona”, dice Jaime bevendo la propria cioccolata, finalmente prendendo parola dopo venti minuti di asfissiante silenzio.

“Vero?” domanda Daenerys entusiasta per la fine del silenzio e per i complimenti alla propria scelta – una cosa che non le capita mai, purtroppo. “Sono davvero brava in questo. Nello scegliere le cose dal menù ad occhi chiusi.”

“È decisamente un talento”, commenta ironico lui, prendendo un altro sorso.

Daenerys rotea gli occhi e dice: “Fidati, se anche tu avessi cenato così tanto spesso con cose scelte da altri, ti renderesti conto di quanto davvero sia un talento. E anche uno utile.”

“Io non esco con persone che non mi conoscono”, ribatte Jaime soddisfatto di se stesso.

“Tu non esci con nessuno e basta”, replica lei con un sorriso angelico. “Perché non piaci a nessuno.”

“Una risposta molto matura”, commenta lui annuendo divertito.

“Mi adatto al tenore della conversazione”, osserva Daenerys con un gesto noncurante della mano. Jaime non dice nulla, la guarda solo con un sorrisino tra il divertito e l’incredulo, pensando sicuramente di avere a che fare con una ragazzina. Daenerys spera solo che non torni il silenzio, perché nonostante abbia bisogno di relax, quello è qualcosa con cui non sa convivere.

“Manchi… a corte”, sussurra quindi tanto per dire qualcosa, sperando però che non la senta.

“Ah sì?” chiede Jaime speranzoso.

“Sì”, mormora lei ed è la verità, in parte. Nessuno a corte sente davvero la mancanza di Jaime, ad eccezione di lei, sua nipote e forse sua madre.

Un momento di silenzio. Si guardano. Poi lei distoglie lo sguardo e lui mormora: “Anche a me manca la corte.”

 

“Dovremmo rifarlo qualche volta”, gli dice allegra, mentre alle loro spalle Fritella chiude la bakery. Jaime la guarda con un mezzo sorriso.

“Se proprio insistete”, dice trattenendo una risata e lei osa dargli un pugnetto sul braccio, come quando era ragazzina e lui le diceva che non poteva andare in questo o in quell’altro corridoio solo per farle dispetto.

“Insisto”, replica lei mandando il naso all’insù, orgogliosa.

“Ciò che la principessa vuole, la principessa ottiene”, continua ironico Jaime, prendendo per l’ennesima volta un fazzoletto e tamponandosi il naso.

“Vorrei ti mettessi bene quella sciarpa se proprio devi averla addosso. Stai morendo di freddo”, lo rimprovera, cercando dei pretesti per non farlo andare via.

“Senti chi parla”, ride Jaime. “Almeno ce l’avete la biancheria sotto quel pezzo striminzito di stoffa che chiamate vestito?”

“Ser Jaime, ma che domande fate?” domanda lei gravemente. “Una principessa non dice mai se indossa o meno le mutandine. Lascia che sia chi fa la domanda a scoprirlo.”

Jaime ride di nuovo, questa volta senza umorismo, guardandola male; poi alza la mano, fermandole un taxi.

“Andate dritto a casa, principessa. È in arrivo una tormenta”, le dice aprendole la portiera del taxi. Daenerys sbuffa e vorrebbe dirgli di venire con lei, smetterla con questo fare paternalistico che non gli si addice e scoprire se ha la biancheria o no; ma conosce troppo bene l’uomo per azzardare una mossa del genere, quindi si limita a salire sull’auto dicendo: “Sei proprio noioso quando ti ci metti, ser Jaime.”

Lo vede fare un sorrisino mentre le chiude dietro la portiera. Poi lei e il tassista partono verso l’appartamento di Missandei Naaths, sua amica dove dorme più spesso di quanto dovrebbe, lasciandosi Jaime alle spalle.

 

***

 

Una cosa che non dicono mai negli stupidi articoli che scrivono su di lei è quanto dura sia essere una principessa. Capisce che lo omettano, altrimenti come continuerebbero a vendere la favola? O la storia ammonitrice, che è un po’ ciò che la stampa sta facendo con lei. Vedete, guardate, sembrano dire le copertine dei giornali di gossip, le prime pagine dei quotidiani. Lei ha tutto e non le basta. Lei ha tutto e lo butta via. Lei ha tutto e non è grata per ciò che ha. Siate migliori di lei.

Fa una smorfia, prendendo in mano una copia di Webb e sfogliandola, andando alla pagina che parla di lei, guardando le foto che la ritraggono nel giardino di Villa Joanna intenda a urlare contro Robb Stark, spintonandolo. Sospira ripensando ad un milione di anni prima, quando anche lei come sua  nipote Rhaenys faceva parte della favola, della parte decorosa della famiglia. La dolce principessa dai capelli argentei, sempre timida e perfetta; ma questo era prima, quando Daenerys non aveva ancora scoperto di essere una persona vera, molto più di un semplice titolo, di una dinastia importante, di un ruolo obsoleto.

Sospira trovandosi di fronte a un vicolo cieco e cambiando quindi strada, canale; non le fa bene pensare a quei tempi. Chiude il giornale di scatto, osservando la copertina.

“Una foto orribile”, dice Jaime Lannister alle sue spalle facendola sobbalzare, il giornale che le cade di mano.

“Mi hai messo paura”, lo rimprovera senza nemmeno salutarlo.

“Commentando la mia stessa faccia?” domanda lui, chinandosi a raccogliere il giornale prima possa farlo lei, dandogli un colpo secco per stenderlo. Socchiude gli occhi per guardare meglio e Daenerys sta per chiedergli se è così vecchio da avere bisogno degli occhiali.

“La prossima volta che vedo quell’insetto di Spider gli dò un pugno in faccia”, commenta Jaime, facendo per riporre il giornale che Daenerys afferra strappandoglielo di mano, quasi offesa da quelle parole: Varys non è così male, lo stile di Webb è così ambiguo che spesso è facile cavarsela.

Osserva la foto in copertina che ritrae i Lannister al gran completo, riuniti per il settantesimo compleanno del patriarca Tywin, il quale con occhi di ghiaccio e un mezzo, controllatissimo sorriso, posa seduto davanti ad un enorme torta. Alla sua destra Jaime, viso serio, leggermente irritato, splendido in quel famoso smoking nero che tanto era piaciuto ad ogni donna invitata. Addirittura la madre di Daenerys, l’Eccellentissima Regina Madre Rhaella, il giorno dopo la festa l’aveva chiamata per commentare quanto affascinante il rampollo dei Lannister fosse quella sera. “Potrebbe essere tuo figlio”, l’aveva presa in giro Dany, con un sorriso che riservava solo a sua madre. “Il tuo primogenito ha qualche anno più di lui”, aveva continuato, ridacchiando al ricordo della stupida e inutile sciarpa rossa di Jaime.

Si mordicchia le labbra, tornando alla foto, ma prestando ben poca attenzione al resto della famiglia, se non per annotare mentalmente di contattare lo stylist della sorella di Jaime, Cersei, donna famosa nel Regno per non aver mai sbagliato un outfit. E, più di recente, per scoparsi il gemello.

“Stai benissimo”, dice quindi a Jaime, riponendo il giornale, sforzandosi di non gettare nemmeno un’occhiata alla foto in piccolo sulla copertina dove lei si allontana da Robb Stark, in lacrime. “Il drama Reale continua… Tutto sul tira e molla di Dany e Robb a pag. 13” recita il titolo dell’articolo e Daenerys ha sbuffato poi nel leggere tutte le verità sul tira e molla tra lei e Robb, notando che ormai basta un breve giro sui social media dei suoi amici per stilare un’esaustiva ed esatta ricostruzione degli eventi.

“Se non fosse per le orecchie”, commenta Jaime, guardando torvo il se stesso sulla pagina stampata.

Daenerys aggrotta la fronte e dice: “Non c’è nulla che non vada nelle tue orecchie.”

Jaime sospira guardandola male, accusandola di non capire. “Se lo dite voi, principessa”, dice con tono afflitto e Dany riderebbe, se non fosse irritata dai suoi ossequi.

“Smettila”, gli dice quindi, allontanandosi dall’angolo edicola e dirigendosi verso la corsia dei dolciumi, unico motivo per cui è entrata in questo supermercato. “Chiamami Daenerys. Non devi più essere formale con me.”

Jaime la guarda con una smorfia divertita e confusa.

“Da che ricordo, tutti devono osservare delle norme nel rivolgersi a voi, principessa”, dice e Daenerys lo fulmina con lo sguardo.

“Non sei una persona normale”, continua Jaime, tralasciando però finalmente le formalità. “Non importa quanto vorresti esserlo.”

“Dimmi qualcosa che non so”, mormora lei tra i denti, facendolo ridere. Non sa che pensare delle sue orecchie, ma la sua risata le piace.

 

Sono ormai quasi alle casse, pronti a pagare l’intera spesa di Jaime e il pacco di ciambelline alla marmellata di fragole di Daenerys, quando lui si decide a chiederle: “Che ci fai qui?”

Dany alza gli occhi al cielo e gli mostra i dolcetti, dicendo: “Non vivo senza queste.”

Jaime le afferra e le osserva critico.

“Sai quanti grassi e zuccheri hanno?”

“Sai quanto non mi interessa?”

 Lui fa una smorfia, per trattenersi dal ridere e lei gli lancia uno sguardo di sfida, voltandosi e correndo verso la corsia dei dolci, senza fermarsi nemmeno quando lui le grida dietro: “Dove vai?”

Poco dopo fa ritorno con altre due confezioni delle merendine, una seconda per sé e una per Jaime. “Assaggiale”, dice buttandole tra la sua spesa sul nastro trasportatore della cassa. “E poi mi dirai.”

Jaime la guarda per nulla colpito, poi sospira e le prende il secondo pacco dalle mani, buttandolo tra la propria spesa insieme a quello che le aveva già preso.

“Oh”, mormora Daenerys, mentre un sorrisino furbo si dipinge sul suo viso. “Oh.”

E un secondo dopo è sparita di nuovo, ridendo a sentirlo sospirare. Quando torna Jaime sta quasi per pagare, ma lei non manca di mostrargli fiera l’ennesimo prodotto che vuole mettere sul suo conto. Jaime si limita a sospirare per la terza volta nel giro di cinque minuti, tirando fuori il portafoglio e guardando la cassiera come in cerca d’aiuto, per poi dire: “E pensare che paghiamo le tasse per loro.”

 

Nell’uscire dal supermercato non si dicono molto altro. Jaime l’accompagna alla sua auto, la Spear[1] rossa fiammante con il motto dei Targaryen sulla targa, e Daenerys ci salta su quasi senza salutarlo; poi abbassa il finestrino, mangiando una ciambellina, e gli dice: “Grazie.”

“Prego”, risponde Jaime alzando gli occhi al cielo, guardandosi attorno guardingo.

“Tranquillo”, gli dice lei, ridendo. “Se qualcuno sapesse che sono qui, non potremmo uscire dal parcheggio.”

“Un motivo in più per sparire il prima possibile”, le dice lui severo. Lei lo guarda divertita per un attimo, poi per prenderlo di nuovo in giro esclama felice: “Potresti essere mio padre, ma fortunatamente non sei mio padre.”

Jaime la guarda confuso e sorpreso e lei ride un’ultima volta, prima di sparire.

 

***

 

Passano un paio di giorni prima che scoppi il Secondo Disastro di Valyria… o per lo meno, è così che suo fratello Rhaegar, primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoyner e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame, vede le nuove paparazzate che hanno Daenerys protagonista.

Prima ancora di sedersi a tavola con lui, la Regina Elia e sua madre, Dany ha già una vaga idea di che cosa l’aspetta. È raro che lei faccia colazione con Rhaegar o Elia, in primo luogo perché è raro che permetta alla sua cameriera Irri di svegliarla prima di mezzogiorno e in secondo luogo perché… beh, tra lei e Rhaegar non scorre ottimo sangue. In più, ser Barristan Selmy, nella sua uniforme bianca con tanto di cappello, è venuto personalmente a prenderla alla porta per accompagnarla a fare colazione con il re. Daenerys ha sospirato e lo ha seguito, rimanendo testardamente in pigiama.

Arrivata a tavola, dopo aver baciato Rhaegar, poi Elia, poi sua madre, premurandosi prima di fare il piccolo inchino con la testa d’obbligo quando deve rivolgersi a qualcuno di rango più alto – ovvero tutta la sua famiglia ad esclusione di suo fratello Viserys –, non è stata la colazione ad esserla servita, ma una serie di giornali. Due quotidiani e quattro riviste.

In cima alla pila, in bella vista, il Webb. E sulla copertina del Webb una foto di scarsissima qualità, probabilmente scattata con un cellulare, e per certi versi molto buffa: lei, cappotto blu, cappello rosso, i capelli biondi sciolti sulle spalle, un sorriso talmente grande da farle chiudere gli occhi, una mano sollevata a mostrare vittoriosa una scatola di preservativi. Accanto a lei, cappotto nero, sciarpa rossa, sorrisetto che dal vivo Dany non aveva notato… Jaime Lannister. Il titolo, in lettere cubitali gialle, recita: “Almeno si proteggono!”, poi in piccolo: “La dolce Dany e lo scapolo d’oro di Casterly Rock fanno sul serio, dicono amici. Ma il Re e Cersei Lannister che ne pensano? Tutti i dettagli a pag. 9.”

Daenerys cerca di non ridere, perché l’aria è pesantissima e passa alla seconda rivista, The Mockingbird, che sulla copertina porta la stessa identica foto, con qualità lievemente migliorata e titolo che recita: “Dany dice ‘no!’ a un royal baby Lannister!”, in piccolo: “La vendetta di Jaime Lannister sul Re non va come lui vorrebbe.”

Quasi lancia via questo giornale e sospira di sollievo a vedere il Ros apparentemente più soffice, con una semplice foto di lei e Jaime tra le corsie del supermercato.

“La principessa Daenerys cura un cuore spezzato – Ma lo Sterminatore di Re è la scelta giusta o l’ennesimo colpo di testa?”

Qui dà in un verso disgustato per l’uso di quell’appellativo e passa oltre, innervosendosi davvero quando vede che il seguente giornale viene da Qarth ed è scritto in valyriano. La foto è quella dei preservativi e il titolo così offensivo che non si concentra a leggerlo.

I quotidiani sono Kings Landing’s Voice e The South Mail, i più grandi  e importanti quotidiani di Westeros. Nessuno dei due ha usato le foto del preservativo. Il primo ha la foto tra le corsie, con scritto: “I combinaguai più famosi della Nazione”. Sottotitolo: “La principessa Daenerys e Jaime Lannister beccati in un’inappropriata giornata di shopping. Non c’è mai pace per il Re e l’ex Primo Cavaliere Tywin Lannister.”

Il Mail non ci va giù leggero. La foto è inedita: Jaime con le buste della spesa, che guarda a terra mentre si allontana dalla Spear, dal cui finestrino lei spunta guardandolo sorridendo. Il titolo è forse il peggiore: “Prendi questo, Rhaegar!” con sottotitolo: “I Lannister pagano sempre i propri debiti e dopo essere stato cacciato dalla Guardia Reale, Jaime colpisce il Re dove fa più male”.

Daenerys allontana il giornale da sé e alza lo sguardo sugli altri convivali. Sua madre le prende la mano, ma lei la scaccia, mentre Elia le lancia un’occhiata ansiosa. Rhaegar la fissa furioso, in attesa di un commento. Dany incrocia le braccia al petto e inarca un sopracciglio.

“Che c’è?” domanda ed è la cosa peggiore da dire. Elia socchiude gli occhi e sua madre si prende la testa tra le mani, con un enorme sospiro.

“Che c’è?” ripete Rhaegar, incredulo. “Che c’è?”

Daenerys si stringe nelle spalle e dice: “Cosa vuoi che ti dica? Che i quotidiani di questo paese dovrebbero avere cose più importanti a cui pensare?”

“Daenerys, non ho tempo per i tuoi giochetti. Come potrai immaginare l’ufficio stampa sta esplodendo e dobbiamo decidere cosa dire. Se dire qualcosa. Quindi, dimmi cosa…”

Daenerys ride e il gelo cala ancora più pesante nella stanza.

“Da quando hai bisogno di me per sapere cosa dire sulla mia vita? O cosa fare?” sbotta alzandosi nervosamente, mandando all’aria i giornali.

“Amore, ti prego”, dice sua madre prendendole la mano, ma Daenerys la scansa di nuovo con sdegno.

“Non esco con Jaime Lannister!” grida allora, furiosa. “Ma forse dovrei iniziare a farlo!”

“Dany, per favore”, interviene Elia, sempre la più diplomatica. “Non capisci le conseguenze che…”

“Le capisco. Forse non mi interessano”, replica lei guardando Rhaegar.

“Ci coprirai di vergogna. Di nuovo”, dice lui con un sibilo e Daenerys ride, crudele come una ragazzina che non vuole capire. Come la ragazzina che non è mai stata, perché è iniziata tardi la sua ribellione.

“Forse dovrei consolare Jaime, ripagarlo dopo il trattamento meschino che gli hai riservato”, ribatte e Rhaegar si alza in piedi, toccato nel vivo.

“Amore, ti prego”, balbetta di nuovo sua madre, un disco rotto. “Rifletti.”

“Vogliamo solo proteggerti”, aggiunge Elia, sinceramente in pena.

“Sì, lo so”, risponde Dany brusca. “Ma lui no”, punta il dito verso suo fratello, verso il re. “Lui vuole solo controllarmi. Controllare tutto. Ma non può, non questa volta. Io sono mia. E mi scopo chi voglio!”

Poi esce dalla stanza come una furia. Corre verso la propria camera e quando è finalmente dentro afferra il telefono e invia un messaggio a Missandei.

 

Suona il campanello più volte, impaziente e nervosa, cercando di darsi una calmata, mentre con la mano libera stringe la copia del Webb che ha comprato venendo a piedi fin qui. È stata una passeggiata lunga e difficile, piena di cambi di itinerario per evitare posti affollati e i fotografi che hanno circondato la Fortezza Rossa con la speranza di vederla uscire. Di rubare uno scatto mentre va dove effettivamente sta andando. Purtroppo per loro non è il suo primo giro di giostra, anzi… ormai ci è sopra da così tanto che le è passata addirittura la nausea e fa tutto ciò che va fatto istintivamente, come se fosse progettata per sfuggire ai fotografi in lotta per avere lo scatto del secolo. In realtà passa la propria vita a ricercare l’eccitazione e l’adrenalina che ha provato la prima volta sulla giostra.

Questa storia sembra l’occasione giusta. No, più che giusta: perfetta. E lo sarebbe davvero se il fottuto Jaime Lannister si decidesse ad aprirle la porta.

Sbuffa, impaziente e nervosa, e fa dietrofront, pensando che è stata un’idea stupida. Sta camminando lungo il corridoio verso l’ascensore, quando sente la porta aprirsi. Si volta di scatto, in tempo per vedere la testa di Jaime spuntare fuori. Le torna il sorriso a vedere il viso di lui crollare in un’espressione insofferente e spazientita.

“Tu”, dice lui solamente e Daenerys quasi gli corre incontro, dicendo: “Sì, io. Fammi entrare, su.”

Jaime obbedisce, sbuffando e facendosi da parte per farla entrare. Daenerys non perde tempo a guardarsi attorno, completamente disinteressata all’appartamento che è diventato la casa di Jaime da quando non ha più il diritto di vivere nella Fortezza. Un po’ le fa ridere che Jaime viva in casa del fratello come un quarantenne recentemente divorziato, anche se, a pensarci bene, perdere un lavoro che dovrebbe essere per la vita è praticamente un divorzio.

Si toglie il cappotto e lo getta sul divano bianco di fronte a lei, sedendosi su uno degli sgabelli dell’isola, mentre Jaime si trascina verso il frigo.

Guarda lui, per questo il tempo ce l’ha; sembra molto più giovane appena sveglio, con i capelli scompigliati, la vestaglia rossa aperta che lascia intravedere un pigiama semplice, composto di pantaloni di flanella a scacchi blu, bianchi e grigi e una t-shirt dei Lions scolorita, forse così vecchia da rendere miracoloso il suo essere ancora intatta.

Sta cercando un modo per chiedergli se abbia mai giocato nella squadra giovanile dei Lions e prenderlo quindi in giro per le sue scarse doti calcistiche, quando lo sguardo le cade su un vaso bianco e blu, pieno di rose rosse. Alla base del vaso giace abbandonato un post-it con scritto, in una grafia nitida ed ordinata: “Sono andato al lavoro. Nostro padre mi ha chiesto di dirti che almeno uno di noi due lo ha, un lavoro. Chiamalo, ti prego. – T”

“Cosa posso offrirti?” domanda Jaime, distraendola dal post-it.

“Cos’hai?” chiede di rimando, sorridendogli.

“Vino rosso. Vino bianco. Birra. Un liquore marroncino. Idromele. Grappa. Latte. Una mela. Delle uova”, elenca Jaime osservando il frigo pensieroso. “Ma non so cucinare le uova. Le compro solo perché Tyrion è molto bravo con le omelette e i pancake. In realtà non so cucinare nulla, non ho mai avuto motivo di imparare.”

Il pensiero lo intristisce e Daenerys sorride intenerita.

“Se vuoi posso farle io le omelette”, gli propone e Jaime le rivolge un sorriso. Il primo vero sorriso che gli vede addosso, un sorriso completamente felice.

“Oh sì, per favore. Grazie”, dice tutto contento e Daenerys ride, avvicinandosi al frigo.

 

Finiscono a mangiare delle bruciacchiate omelette al prosciutto e formaggio, con Jaime che la prende in giro per essere stata così spavalda nell’aver voluto cucinare.

“Non ho mai usato i fornelli ad induzione, è stato questo il problema”, cerca di difendersi lei, attaccando poi con un: “E almeno io ho usato dei fornelli in vita mia prima di oggi.”

“Davvero non comune per una principessa”, continua a prenderla in giro Jaime, ridendo e mangiando con fin troppo gusto le omelette che tanto disprezza.

“Ah, a proposito di cose non comuni per una principessa”, prende la palla al balzo Dany, arrossendo per la prima volta in sua presenza. Jaime le lancia un’occhiata interrogativa e lei si alza, andando a recuperare la rivista. Gliela tende e Jaime fa la stessa faccia che aveva fatto al supermercato, socchiudendo gli occhi come per vedere meglio e anche questa volta Daenerys non fa in tempo a chiedergli se abbia bisogno di occhiali, che lui interrompe i suoi pensieri dicendo: “Mio padre sarà furioso. Allora è per questo che mi ha chiamato undici volte da stamattina.”

Daenerys aggrotta la fronte e chiede: “E tu non gli hai risposto?”

Jaime scuote la testa, la bocca protesa in una smorfia infantile che lo fa sembrare ancora più giovane.

“No. Nemmeno una volta”, le dice con voce pensierosa, lui stesso confuso sul perché non abbia risposto al padre.

“Beh, non posso dire di non capire”, dice quindi lei. “Avrei anch’io evitato Rhaegar stamattina, ma mi ha fatto prelevare dalla mia stanza da ser Barristan.”

“Quel vecchio borioso”, borbotta Jaime scurendosi e ora Dany si sente sinceramente dispiaciuta per lui. “Il Re deve essere davvero incazzato alla prospettiva che la sua guardia reale caduta in disgrazia si scopi la sua preziosa sorellina”, ridacchia però poi e lei sorride, sollevata che abbia deciso di prenderla in questo modo, rendendo quindi le cose molto più semplici.

“È decisamente incazzato”, gli conferma con tono confidenziale, aggiungendo: “Ma non la sua preziosa sorellina. La sua maledetta sorella.”

“Oh, la sorellina maledetta e il gemello perverso”, commenta Jaime divertito. “Varys, Ditocorto e compagnia bella staranno sbavando assaporando un matrimonio con una storia del genere.”

“Potrebbero davvero infiammare la nazione”, sorride Daenerys, quella scarica di adrenalina oggetto della sua eterna ricerca che comincia a scenderle lungo la schiena. “Non avrebbero tempo di pensare a nessuna sorella che non sia quella del Re”, continua poi, tentandolo.

Jaime la guarda di sottecchi, sospettoso, e lei ricambia lo sguardo con un sorrisino furbo e un sopracciglio inarcato. “Il Drago Vittorioso” diceva Robb, sostenendo che questa fosse l’espressione che Daenerys assumeva ogni qualvolta sapeva di star per ottenere ciò che voleva.

“Mio padre mi ha detto di tenere un profilo basso. Potrebbe davvero irritarsi”, dice Jaime incerto.

“Non c’è persona nei Sette Regni che non schiumerebbe di rabbia”, gli fa presente Daenerys.

“O d’invidia”, sussurra poi Jaime pensieroso, prima di sciogliersi in un sorrisino specchio di quello di Dany.

“Tutti vorranno leggere dell’ex-cavaliere della guardia reale e la principessa tormentata”, gli dice con tono sognante, lo stesso con cui da bambina parlava del futuro principe o lord che avrebbe sposato. “E di come si sono salvati a vicenda dall’infelicità.”

“Sei sicura di volere questo?” le chiede però Jaime, cogliendola alla sprovvista quando pensava di averlo convinto. Si guardano in silenzio per un attimo e Dany sente il naso pizzicare a vedere con quale preoccupazione gli occhi verdi di lui sondano il suo viso, intenti a indagare cosa la spinga a voler fare qualcosa del genere. Capisce che Jaime pensa di non avere nulla da perdere, tutto da guadagnare. Di certo una relazione del genere ha risvolti positivi più per lui che per lei: vedendolo al braccio di un’altra donna, nello specifico una principessa con la metà dei suoi anni, non ci vorrebbe molto prima che la gente dimentichi del presunto affaire con sua sorella. Il fatto che una relazione tra loro due sia, già solo per la differenza di età, controversa, solleverebbe poche perplessità sulla sua veridicità; nessuno penserebbe che Jaime possa mettersi in una situazione così complessa e inopportuna solo per copertura, rendendola quindi perfetta per tal ruolo. Offrirebbe anche una spiegazione più sensata al perché della sua cacciata dalle famigerate Cappe Bianche. Tutti aspetti che Dany ha valutato mentre fuggiva dai fotografi per venire da lui, pensando a cosa dirgli per convincerlo.

Ma lei cosa ci guadagna? Jaime non può saperlo, ma se lo stanno chiedendo entrambi.

Daenerys annuisce, rispondendosi che vuole solo l’adrenalina, che vuole solo far arrabbiare Rhaegar, sentire qualcosa.

“Ciò che la principessa vuole, la principessa ottiene”, scherza quindi lui, tendendole però la mano. Daenerys la stringe, sicura. Non ha la più pallida idea del guaio in cui si sta cacciando.

 

***

 

È così che inizia. Con una stretta di mano e delle omelette bruciacchiate nella cucina di Tyrion Lannister.

La paparazzata seguente è di una mezz’ora dopo, quando si rendono conto che un paio di fotografi si è appostato davanti al condominio; quindi Jaime l’accompagna, ancora in pigiama, fino al marciapiede, dove poi lei chiama un taxi.

Si dicono cose senza senso, un’accozzaglia di parole senza logica, cosa che li fa ridere. Gli scatti sono ovunque su internet per l’ora di pranzo. E Daenerys passa il resto del pomeriggio stesa sul letto a ridere da sola, l’adrenalina che la pervade e le stringe lo stomaco, la soddisfazione che prova nel dare delle grane a Rhaegar più intensa al pensiero che tra lei e Jaime sia tutto finto.

 

Sono però bravi a recitare, a far credere a tutti che così finto non sia. Daenerys non sa se sia facile in generale o se sia facile per loro due fingere così tanta sintonia. O forse quella parte è vera, ma ovviamente chiederselo potrebbe rovinare le cose.

Principalmente le loro uscite si svolgono in luoghi pubblici, ma spesso Daenerys va a casa di Jaime e Tyrion. Andare lì è furbo, rende la relazione ancora più vera agli occhi dei media. E non solo. Daenerys non ha detto ad anima viva che tra lei e Jaime non c’è nulla se non una bizzarra e divertente amicizia. Ha scoperto che far credere a tutti – sua madre, Missandei, Rhaenys, Robb, Jon, Theon, Ygritte, tutti – di essere innamorata di Jaime è ancora più divertente e eccitante del semplice far arrabbiare Rhaegar.

A volte però, quando rimane seduta sul divano bianco di pelle su cui ha buttato il suo cappotto quella prima volta a guardare Jaime dormire tranquillo, si sente incredibilmente sola.

Il fatto che tutti ci credano non le dà adrenalina in quei momenti di silenzio, no. La rende solo triste. Perché questa è la sua prima relazione così tanto al centro dei riflettori e se i suoi amici più cari la conoscessero davvero, se sua madre la conoscesse davvero, beh, saprebbero che non è innamorata di Jaime, perché se davvero lo fosse lo terrebbe segreto, nascosto, lontano anni luce da qualsiasi obiettivo.

Lo guarda e, in sere come quelle, si chiede se in realtà non stia tenendo segreto, nascosto, lontano anni luce da chiunque la vera natura del suo rapporto con Jaime perché lui le è più caro di quanto vorrebbe ammettere anche a se stessa.

In quei momenti scappa; si alza e va via da quella casa, lasciando il comfort del corpo caldo e addormentato di Jaime contro i piedi, un comfort così simile e così diverso da quello che prova nel piccolo appartamento in Rogue Road n° 7, dove Robb dorme e fa l’amore con la sua nuova fidanzata Margaery Tyrell. Una relazione che lui non le darà modo di rovinare, non come ha fatto l’ultima volta con Talisa.

Mi hai mai davvero amato, Dany? Quelle parole tornano prepotenti nelle sere in cui Jaime si addormenta e la lascia sola con i suoi pensieri. O mi volevi soltanto possedere?

Non aveva mai risposto. Forse… forse… se avesse risposto… ora ci sarebbe lei con Robb. No, le dice una voce dentro di lei, la voce della sé che vuole soffocare. No, perché non sarebbe stata la risposta che lui voleva.

Il posto di Robb è con una ragazza che sappia amarlo. E il posto di Daenerys è nel labirinto della propria mente. Da sola, senza via di uscita.

Quindi lui dorme abbracciato a Margaery e lei scappa perché ha paura di addormentarsi con la testa sulla spalla di Jaime.

 

“Dovresti restare.”

Le parole la prendono talmente alla provvista che inciampa. Jaime l’afferra prontamente e Daenerys si volta quando sente lo scrosciare di click click click che segnalano il tentativo dei fotografi di immortalare il momento di premura che il suo finto fidanzato ha avuto per lei. Lancia poi uno sguardo a Jorah Mormont, la sua guardia del corpo personale, che assieme all’agente dei servizi segreti nome-in-codice: Verme Grigio, coordina tutti gli aspetti della sicurezza di Daenerys. Un uomo a cui Dany vuole molto bene e dal quale ha cercato di sfuggire per anni ormai, riuscendosi spesso decentemente. Jorah, assieme ad un altro paio di uomini e Verme Grigio, sta scortando lei e Jaime nella passeggiata domenicale che hanno deciso di concedersi. Come avevano preventivato la stampa è impazzita, ma in realtà ormai è raro che a Daenerys sia permesso di girare senza sicurezza, soprattutto se in compagnia di Jaime. Eppure Dany sa perfettamente che in parte tutto questo è dovuto al desiderio di Rhaegar di controllarla il più possibile, infatti spesso a questo gruppo di persone si unisce anche ser Barristan in alta uniforme.

Lei e Jaime sfuggono più spesso che no ai suoi babysitter: Daenerys li conosce ormai benissimo ed è abituata a farlo, mentre Jaime conosce tutti i loro protocolli; d’altronde meno di quattro mesi prima era uno di loro, la guardia reale assegnata a Rhaenys. Daenerys conosce sua nipote fin troppo bene da sapere che la poveretta deve aver pianto molto nell’aver visto Jaime sostituito da Arys Oakheart. Lui era stato la sua guardia da sempre, da quando Rhaenys aveva cinque o sei anni. Prima di allora Jaime era stato la guardia assegnata re, quando il re era Aerys II, il padre di Daenerys e i suoi fratelli… ma di questo in famiglia non parlano mai. Di questo Daenerys vorrebbe parlare con Jaime, ma sa che non porterebbe nulla di buono.

Jorah guarda i fotografi come se volesse colpirli e Daenerys gli dice: “Lasciali stare, Jorah”, guadagnandosi un’occhiata confusa dall’uomo. Non sa che siamo qui apposta perché loro possano fotografarci, pensa Daenerys amaramente. Di recente Jaime è stato visto con sua nipote Myrcella. Niente di grave, una foto sgranata apparsa su Twitter, ma è stato abbastanza per scatenare pettegolezzi e associare a Jaime e Myrcella le pericolose parole “padre e figlia”. Da parte sua Daenerys è andata a colazione con i suoi amici ed ha avuto poca importanza il fatto che ci fossero anche Jon con i suoi colleghi Sam e Pyp, più Theon e la sua collega Roslin; le foto di Dany e Robb che ridono davanti ad un cappuccino, mentre lei mangia un croissant e lui fuma una sigaretta, hanno fatto il giro di tutte le riviste, apparendo assieme a diverse persone, ex amici e amanti, che mettevano in guardia Jaime. “Non fidarti di lei” sono parole preoccupanti se appaiono sui giornali negli stessi giorni in cui sui social fanno capolino le parole padre e figlia.

Tutto questo, unito all’avvicinarsi della Festa della Fanciulla[2], ha spinto Daenerys a proporre una vera e propria promenade domenicale, facendo quasi strozzare Jaime e Tyrion con la cena per le risate. Tyrion è l’unica persona che Dany frequenta che sappia la verità, il che è stato inevitabile, in primo luogo perché è un uomo molto intelligente – “E più perverso di me”, ama dire Jaime –, tanto da rendersi conto che per la quantità di tempo che lei passa a casa loro è strano che non li abbia mai sentiti scopare – parole di Tyrion stesso –, ma anche perché Jaime pare incapace di tenere un segreto al fratello: Tyrion le ha lanciato occhiate eloquenti e consapevoli fin da subito e se Jaime avesse tenuto il segreto sarebbe stato impossibile anche per lui scoprirlo così in fretta.

Non le dispiace però, si fida di lui. Jaime non avrà dimestichezza con i segreti, ma il fatto che l’attuale fidanzata di Tyrion, Missandei – sì, Missandei l’amica di Dany. Piccolo il mondo. – creda ancora che la relazione sia reale, tanto da voler organizzare appuntamenti a quattro, dimostra che il più giovane dei Lannister al contrario del fratello sa come tenere la bocca chiusa.

Quindi eccoli qui a passeggiare su Silk Street, un’interminabile distesa di negozi lungo la quale tutte le persone ricche di Kings Landing passano i pomeriggi a spendere i propri soldi o a farsi vedere con gli ultimi acquisti, mentre le persone comuni passeggiano osservando sognanti le vetrine.

Si stringe a Jaime, sorridendo ad un gruppetto di ragazzine che gridano i loro nomi e salutandole amichevolmente con la mano, dando una piccola gomitata a lui quando nota che più che sorridere è irritato. Jaime sospira, poi sorride alle ragazze, alzando la mano in segno di saluto, e Daenerys ridacchia quando loro si lanciano in gridolini eccitati per l’accaduto.

“Miei dèi”, borbotta Jaime facendola ridere ancora di più. Daenerys continua a ridere, prendendo tra le dita la sciarpa di Jaime, guardandolo con gli stessi occhi sognanti di una signora che sta fissando un vestito di Lys da circa mille dragoni. Jaime abbassa lo sguardo su di lei, con le labbra protese in quella sua espressione infantile che a Dany fa sempre ridere, e aggrotta le sopracciglia a vederla così. “Che ti prende?” le domanda.

“Avremo delle foto bellissime nonostante tu non ti sia voluto fare la barba se continuo a guardarti così”, gli spiega lei con un sorriso dolce e lui ride, senza umorismo.

“Hai mai pensato ad una carriera nel cinema?” le domanda sarcastico, tirando su con il naso e cominciando a tastarsi il cappotto alla ricerca dei suoi immancabili fazzoletti.

“Sì, a sedici anni”, risponde lei mettendosi una mano in tasca per prendere il suo fazzoletto di seta con le iniziali ricamate e porgendoglielo. “Ma avrei dovuto rinunciare al titolo e a tutti i privilegi che comporta. O almeno così disse Rhaegar.”

Jaime guarda il fazzoletto ed esita, ma poi lo prende, tamponandosi il naso prima di metterselo in tasca.

“Tu hai mai pensato di metterti bene questa stupida cosa?” domanda quindi lei, tirandogli appena la sciarpa.

“Così da sembrare un’idiota”, risponde lui, togliendo il braccio da sotto quello di Daenerys per afferrare la sciarpa e cercare di tirargliela via dalla mano. Daenerys lo fulmina quindi con lo sguardo ed afferra anche l’altro lembo, fermandosi e tirandolo verso di sé con le mani salde attorno alla lana del capo. La stretta della mano destra di Jaime è debole; Dany sa bene che parte di quella mano non gli funziona bene – anche se ignora il perché, non lo ha mai chiesto come non osa chiedergli del tempo passato come guardia di suo padre – quindi non appena tira con più forza, lui si arrende guardandola irritato.

Daenerys lo stringe a sé, forse troppo vicino e gli sussurra: “Così da non essere perennemente raffreddato e confermare quindi che non sembri idiota, lo sei.”

Si guardano in silenzio come fanno spesso, sfidandosi; poi Dany si tende verso di lui, tirandolo per la sciarpa, mettendosi sulla punta dei piedi. È divertente vedere gli occhi di Jaime spalancarsi un po’, il panico che infiamma le sue iridi verdi, tanto quanto sentirlo sospirare di sollievo quando lei si limita a baciargli la guancia. È meno divertente lo sforzo che Daenerys deve fare per un ispirare il profumo del sapone con cui lui si lava la faccia; grazie agli dèi il pensiero che si lavi la faccia con il sapone la distrae abbastanza da non farla soffermare sulle implicazioni che hanno questi istinti malsani di annusarlo o baciarlo o ... altre cose. Gli direbbe, in modo molto inappropriato, che se continua ad usare il sapone sul viso gli si rovinerà la pelle – giusto per farsi due risate – se non notasse quanto sia rigido; ha la mascella talmente contratta da far concorrenza a quella palla al piede di Stannis Baratheon.

“Ho fatto qualcosa?” gli domanda quindi, sinceramente preoccupata. Lui scuote la testa, limitandosi a riprenderla sotto braccio e continuare a passeggiare.

“E allora perché sembra che tu ce l’abbia con me?” insiste.

“Non ce l’ho con te”, risponde lui brusco.

“Non prendermi per stupida, per favore”, inizia lei, prima di essere interrotta da una signora che la chiama a gran voce e si complimenta per il bel acchiappo, noncurante del marito che cerca di zittirla. Daenerys e Jaime ridono entrambi per cortesia e la salutano con la mano. Sì, c’è assolutamente qualcosa che non va.

“Non le dici che sei tu quello fortunato?” gli domanda perché in circostanze del genere, desideroso di mostrarsi come il perfetto gentiluomo, lo fa sempre. Jaime sospira e le lancia la solita occhiata insofferente, ormai costante del loro rapporto.

Lei distoglie quindi lo sguardo; va bene, non lo vuole sapere, chissenefrega.

“Ti ho detto una cosa e non mi hai risposto”, dice allora lui, notando che si è offesa.

Ah. Quello.

Non risponde immediatamente, valutando prima di ignorarlo sul serio, poi di fingere di non capire a cosa si riferisca, poi di dire che le ragazzine l’hanno distratta, o ancora che è pensierosa oggi… tutte scuse, che lui non si berrebbe; quindi sospira e chiede: “Perché dovrei?”

Ora è il turno dell’altro non rispondere e, irritata che dopo averne fatto una questione lui non sappia che dire, Daenerys lo incalza ripetendo: “Perché dovrei restare?”

Un altro secondo di silenzio e lei sta già mettendo su un’espressione soddisfatta, godendosi il fatto che lui stesso si starà dando dello stupido al momento; ma Jaime è incredibilmente bravo a precederla, a coglierla di sorpresa, e dice: “Perché si fa tardi ed è pericoloso.”

“È pericolo-”, inizia lei prima di dare in una risatina incredula.

“Lo è”, insiste lui, testardo come pochi.

“Ti assicuro di no”, gli dice Dany, senza considerare che possa essere davvero preoccupato per lei. Le ha detto questa cosa solo perché è intrinseco del loro rapporto darsi fastidio a vicenda, niente di più.

“Inoltre”, si sente dire in tono più dolce, confondendosi e cogliendosi di sorpresa da sola, come in realtà le capita spesso di fare. “Non mi piace dormire da qualche parte senza pigiama, non potermi lavare i denti la mattina dopo eccetera.”

“Allora dovresti portare un pigiama e lo spazzolino da me”, risponde lui con fare ovvio e un sorrisino irritante. “Tralasciando che Tyrion ha la scorta di spazzolini.”

“Ma piantala”, ride lei dandogli una gomitata e lui abbassa lo sguardo, continuando a sorridere, per poi condurla verso la vetrina della gioielleria a cui Daenerys commissiona la maggior parte dei suoi gioielli. Lo lascia fare gongolando, ma cerca di non mostrare la minima emozione mentre commentano la vetrina, i gioielli della Corona e i regali del Solstizio che hanno fatto lui a sua sorella e lei a sua madre. Purtroppo quando vede un bracciale di diamanti ed ametiste che ha puntato da un po’ senza speranza, Dany sa di essere completamente ammaliata e non è una sorpresa nel sentire Jaime dire: “Quello ti risalterebbe gli occhi.”

Non è affatto una sorpresa, non quanto sentirlo aggiungere: “Dovrei farti un regalo per la Fanciulla.”

 

Il bracciale costa una piccola fortuna. Qualsiasi fidanzato passato di Daenerys sarebbe sbiancato a sentire la commessa dire: “Il Valyrian Glory è un pezzo unico, Altezza, ser. Pyat Pree lo ha disegnato appositamente per voi, Altezza, per il vostro venticinquesimo compleanno, ma la Regina Madre ha rifiutato poi di comprarlo. Viene 14.567 dragoni.”

Daenerys stessa sbianca e dice: “Beh non mi sorprende”, pensando a quanto si sarebbe arrabbiato il segretario di sua madre a vederle spendere tutti quei soldi in un gioiello. Probabilmente sarebbe andato da Rhaegar che avrebbe rimproverato sua madre assieme al Primo Cavaliere. O almeno questo era successo cinque anni prima, quando sua madre aveva acquistato una nuova tiara da Pree, la Queen Rhaenyra Lost Crown, ispirata alla presunta tiara perduta della Regina Rhaenyra, con al centro uno zaffiro grande quanto un uovo, tempestata di diamanti. La madre di Daenerys l’aveva comprata per il venticinquesimo compleanno di Rhaenys alla folle somma di quasi mezzo milione di dragoni. Seppure Rhaella l’avesse comprata con i soldi del proprio conto privato, costituito da praticamente l’eredità di tutti i suoi zii, i conti privati di sua madre, la Regina Shiera, e addirittura sua nonna, la Regina Betha, era stata talmente rimproverata da Willem Darry, Rhaegar e Ned Stark, che ora era terrorizzata di spendere a tal punto da rispolverare un vecchio orologio di nonno Jaehaerys per il venticinquesimo compleanno di Aegon.

Per sua figlia, la Regina Rhaella aveva deciso di commissionare il vestito e niente più, lasciando tutto il resto in mano al castellano e alla Regina Elia.

“Le pietre preziose siete andati a prenderle direttamente in un vulcano a Valyria?” chiede Daenerys alla povera commessa, che ride imbarazzata e dice che conoscendo il signor Pree è molto probabile. Qualsiasi persona nella vita di Daenerys si sarebbe scusata educatamente e l’avrebbe trascinata via, dopo essere sbiancata. Jaime Lannister si limita a sbuffare dal naso divertito e a mettere mano al portafoglio.

“Spero di poter pagare con la carta. Non sono amante degli assegni”, dice tirando fuori una carta di credito dorata con il leone dei Lannister stampato in rilievo. È la prima volta che Daenerys vede una Lannister Gold. Con i ragazzi hanno spesso scherzato sulla loro esistenza, mettendola in dubbio. A giudicare dalla faccia della commessa è la prima volta anche per lei.

“In genere le carte di credito hanno dei blocchi…” comincia la ragazza e si ferma quando il sopracciglio di Jaime guizza verso l’alto.

“Questa carta non ha limite di spesa”, replica Jaime. “È uno dei servizi che offre.”

“È legale?” chiede Daenerys sorpresa.

“In un paese costruito da ricchi per ricchi, certo che è legale”, dice Jaime ironico mentre la commessa si mette a impacchettare il bracciale. “Per cosa credi abbia lavorato mio padre in trent’anni di politica?”

Ovviamente per permettere cose del genere, pensa Dany sbuffando divertita.

“Quindi è vero ciò che si dice su Tywin Lannister?” gli chiede alla cassa, quando il pagamento viene accettato.

“Cosa si dice?” domanda lui di rimando, facendo il finto tonto. La commessa alza lo sguardo e fissa Daenerys, che ride e lo colpisce sul braccio; poi senza vergogna dice: “Che caga oro.”

La commessa dà in uno squittio sorpreso a sentirla dire una parolaccia. Jaime sorride soddisfatto e prende la busta, per poi darla a Daenerys. Tende la mano verso la commessa, che gli rende la carta. Jaime guarda la ragazza e poi Daenerys con un sorrisino.

“E pensare che paghiamo le tasse per loro”, dice alla ragazza che rimane immobile, senza sapere cosa fare. Daenerys ride e dopo un attimo anche la ragazza fa altrettanto, indicando Jaime come a dire che ha capito la battuta. Lui sorride tutto soddisfatto di sé. Daenerys vorrebbe togliergli quel sorrisino con un bacio, ma sulla porta Jorah e Verme Grigio hanno la stessa identica espressione di disapprovazione; un’espressione che non hanno mai riservato a Daenerys. Non così seria.

 

“Credi che vostro padre gli farà il culo?” domanda Dany a Tyrion, mentre a cena gli mostra il bracciale.

Tyrion la guarda come a chiederle se è seria e dice: “Tu davvero non hai la più pallida idea di quanto oro abbiamo, vero?”

Jaime ride e lo fa anche Tyrion, mentre Daenerys li guarda sconvolta.

“Nostro padre però si farà una certa idea, dopo questa”, aggiunge all’improvviso Tyrion, prendendo un sorso di vino. Daenerys guarda Jaime, sorprendendosi di vederlo serio tutt’a un tratto.

“Quando ci lasceremo spezzando tutti i cuori della nazione, ne sarà valsa comunque la pena”, risponde Jaime al fratello, giocando con il piede del suo calice di vino.

“Certo che sì”, dice Daenerys allegra ed ironica, bevendo il proprio vino, decidendo di non fare domande ma riportare l’aria giocosa di poco prima. Jaime comunque non risponderebbe e nemmeno Tyrion, troppo legato al fratello per anche solo pensare di tradirlo.

“Non prima del mio compleanno, però”, aggiunge, avvicinando il polso al viso di Jaime e dicendo: “Loro due al mio braccio saranno l’attrazione principale della serata.”

Jaime sorride e le prende la mano, avvicinandola a sé, e per un attimo il tempo si ferma e tutti e tre al tavolo pensano che lui stia per baciarne il dorso; ma poi non lo fa e gliela posa sul tavolo, dandole un colpetto affettuoso, Tyrion torna a respirare e il vuoto nello stomaco di Daenerys si trasforma in un bruciore deluso.

“Tuo fratello non permetterà mai che ti stia così vicino”, le dice e Daenerys ride cambiando strada di fronte all’ennesimo vicolo cieco, sentendosi come in un ascensore impazzito che fa su e giù.

“Un ballo sarà sufficiente per gli avvoltoi”, risponde cercando di non pensare a come potrebbe farla sentire ballare tra le braccia di Jaime; un altro vicolo cieco, un altro cambio di direzione.

“Peccato mio fratello sia un pessimo ballerino”, dice Tyrion divertito e Jaime fa un verso irritato.

“Lo sei?” grida Daenerys, disperata.

“Io… ehm… non lo so”, dice Jaime grattandosi il capo. “Credo, no… non è che…”

“Ma devi imparare, devi imparare”, dice Dany alzandosi in piedi e tirandolo per un braccio. Forse è un po’ ubriaca, ma Jaime si alza comunque ridendo: “Ma adesso?”

“Adesso, adesso!”

 

Finiscono a ballare, con Tyrion che ride per tutto il tempo senza motivo, perché Jaime in realtà è bravo, molto bravo.

“Non mi piace”, continua a dirle, mentre Tyrion ride e loro ballano sulla sua risata.

“Sei bravo”, continua a dirgli, mentre lui la fa volteggiare nella stanza, il mignolo e l’anulare della sua mano destra che tremano appena, il medio rigido. Le fa fare una piroetta e perde la presa, ma Daenerys riacquista immediatamente l’equilibrio, mettendogli la mano destra sulla spalla e prendendogli la sinistra.

“È la stessa identica cosa”, gli dice e l’espressione sul viso di Jaime si distende.

Il mignolo e l’anulare destri continuano a tremolare sul fianco di Daenerys, ma Jaime le sorride e ballano, la risata ubriaca di Tyrion che fa loro da colonna sonora.

 

Ballano e ballano e ballano; continuano anche dopo che Tyrion si scusa e va a dormire.

Ballano e ballano e ballano; non più danze di corte, ma come se fossero in un club senza musica, cantando in sussurri le canzoni che immaginano potrebbero andare a ritmo con i movimenti dei loro corpi.

Ballano e ballano e ballano; finché Daenerys non si ritrova con la fronte sulla spalla di Jaime che la fa dondolare sul posto mentre canticchia a bocca chiusa una canzone che lei conosce fin troppo bene. Finché non è troppo e Dany sente di dover scappare di nuovo. Jaime la lascia andare.

 

***

 

I flash dei fotografi li avvolge nell’istante in cui escono dal ristorante. Per proteggersi gli occhi Daenerys alza un braccio, coprendosi con il mazzo di garofani che Jaime le ha regalato. Lui le tiene una mano sulla schiena, a un’altezza consona e per nulla compromettente, guidandola verso l’auto, con l’altra mano posta davanti a sé, pronta a scacciare i fotografi se ne ce fosse bisogno.

Daenerys trattiene un sospiro finché non è finalmente in auto, rilassandosi sul sedile del passeggero. Posa il mazzo di fiori sul cruscotto, faticando a tenere un’espressione che non dia inizio ad una serie di pettegolezzi infondati su una crisi tra lei e Jaime; purtroppo non è facile e lei sa benissimo di star fallendo mentre i flash continuano, inondandola di luce e facendole strizzare gli occhi.

Jaime non aiuta, la vecchia indole da guardia del corpo che lo porta a spintonare un fotografo poco prima di salire in auto. Daenerys sobbalza alla scena e non dice nulla quando l’uomo si sbatte dietro la portiera, prima di mettere in moto e rischiare di investire almeno due fotografi che lo ricoprono di insulti.

“Puoi evitare di uccidere qualcuno?” gli dice, cercando di avere un tono sereno e ironico. “Porta sfortuna ammazzare gente il giorno del proprio compleanno. E poi non mi saresti utile in prigione.”

Jaime dà in uno sbuffo divertito dal naso, mentre guida a velocità folli tra le strade di King’s Landing.

“Non è facile avere a che fare con loro. Specialmente se tu sei di questo umore”, le dice lui, lanciandole un’occhiata offesa. Daenerys sospira, posando la testa sul sedile.

La serata non è andata per niente come lei l’aveva immaginata o come avrebbe voluto. Dany ha passato le due settimane antecedenti al quarantaquattresimo compleanno di Jaime a organizzare questa serata, facendosi confezionare un bellissimo abito lillà per l’occasione, scegliendo accuratamente il ristorante confrontando i locali più gettonati di King’s Landing in base alle recensioni sui piatti preferiti di Jaime.

In principio aveva pensato di fare le cose in grande, organizzandogli una festa a sorpresa con i suoi amici a Summerhall, ma poi Tyrion le ha detto che Jaime non ama grandi eventi del genere, aggiungendo che a parte Arthur Dayne, un certo Bronn Blackwater e Tyrion stesso, Jaime non ha davvero degli amici; inoltre, Tywin Lannister aveva già prenotato una cena per una cinquantina di persone a Casterly Rock per festeggiare i suoi figli maggiori. Daenerys era rimasta visibilmente male di non aver ricevuto l’invito e Tyrion le aveva detto che Tywin l’aveva in realtà inclusa, ma Jaime stesso si era fortemente opposto, dicendo che non voleva presentare al padre la propria ragazza in un’occasione tanto pubblica, Cersei aveva aggiunto che una ragazza dell’età di Dany si sarebbe annoiata e Tyrion si era trovato a convenire prima di rendersene conto.

“Lo avresti davvero odiato”, le aveva detto vedendola delusa. “I ragazzi odiano sempre questa cena, è lunga e noiosa. Sono felice che per il mio compleanno nostro padre non si disturbi.”

Tyrion aveva poi ridacchiato in un modo che aveva fatto capire a Daenerys che tanto felice della cosa non fosse.

Quindi si è dovuta arrangiare per ritagliarsi un posto nella vita in Jaime per questa occasione così stupidamente importante. Non ha neanche potuto affrontarlo sulla questione del non volerla a Casterly Rock, perché questo è ciò che avrebbe fatto una vera fidanzata… e Daenerys non lo è. Quindi la cena il giorno prima è parsa la soluzione migliore e lei ha cercato di fare le cose in grande mantenendosi in piccolo. Il che ha voluto dire il vestito su misura, la cena selezionata e tutta una serie di sorprese e stravaganze durante suddetta cena, cose che Daenerys ha annullato quella mattina stessa, quando si è svegliata e si è resa conto del proprio pessimo umore.

“Scusami”, sussurra quindi, guardandolo arrossendo. “Purtroppo… le cose non sono andate secondo i piani.”

“Oh, andiamo! Mi dispiace di aver sbagliato i fiori”, scherza Jaime, cercando di farla sorridere e riuscendosi.

“Beh, dicono che la vecchiaia giochi brutti scherzi…” lo prende in giro lei, osservando i garofani rossi che Jaime ha comprato scambiandoli per rose – come sia possibile, lo sa solo lui.

Si aspetta che Jaime colga l’occasione per lanciarsi in un bisticcio dei loro, lamentandosi della battuta sulla sua età, ma invece dice dolcemente: “Ah… quindi sei ancora in grado di sorridere?”, facendola arrossire e sospirare di nuovo. Sa di starsi comportando in modo ingiusto e che non dovrebbe trattarlo così, ma il punto è che non sa come dovrebbe comportarsi.

“Mi dispiace, davvero”, dice ancora mordendosi le labbra, in difficoltà. “È solo che…” che ho scoperto con chi va a letto la figlia diciottenne di tua sorella e non so se dirtelo. Questo perché non so se è anche figlia tua. Si gratta la fronte, cercando di togliersi dalla mente il ricordo della cena a casa di Robb, Theon e Jon di due giorni prima. Nelle quarantotto ore che hanno preceduto questa serata, Daenerys ha cercato di non pensare a cosa fare, dicendosi che sarebbe stato un problema per dopo, quando il compleanno di Jaime sarebbe passato. Di dare la precedenza al compleanno perché… perché… perché…

Ora si sente così ridicola a pensare alle aspettative che aveva riposto su questa serata, il che non migliora la situazione; scoprire che Jon va a letto con la nipote di Jaime, la bellissima e giovanissima Myrcella Baratheon, non è stato uno shock, solo imbarazzante. Il momento dello shock e del panico è arrivato quando Theon ha fatto una battuta sulla possibilità che Jaime fosse il padre di Myrcella e Daenerys ha finalmente colto davvero le implicazioni che la relazione tra Jon e Myrcella ha su quella tra lei e Jaime.

Il problema non è ovviamente l’incesto… se lo fosse, Daenerys sarebbe un’ipocrita come Rhaegar e non lo è. Sua madre e suo padre erano fratelli, la conseguenza di un retaggio e una serie di stranezze made in Targaryen che solo Rhaegar si è deciso ad abolire. E in più, Dany stessa in passato… ma a questo non vuole pensare.

Il problema è… Cersei. Cersei che renderebbe la vita impossibile a Jon. Cersei a cui Jaime non può nascondere nulla. Cersei di cui Jaime si preoccupa ogni singolo istante della sua vita ed è evidente anche senza che ne parli. Cersei che quando chiama induce Jaime ad allontanarsi, per non farle sentire. Cersei che non la voleva a Casterly Rock. Cersei Cersei Cersei Cersei. Cersei. Myrcella e Jon le avevano ricordato dell’esistenza di Cersei. Myrcella e Jon avevano posto il problema di dover parlare di Cersei, anche se indirettamente e superficialmente, con Jaime… cosa che Daenerys non è sicura di voler fare per mille-e-una ragioni.

Si sta torturando il labbro inferiore quando sente Jaime chiedere: “Solo che?”

Sospira di nuovo e si volta a guardarlo, ridacchiando senza volere a vederlo imitarla facendo un sospiro enorme e ridicolo. Si dice che si sta immaginando il sorriso affettuoso di lui a vederla ridere. Non può nasconderglielo… Jaime è stato così in ansia al pensiero dei ragazzi. Specialmente di Myrcella, che ha nominato più spesso e di cui hanno parlato brevemente quando erano uscite le foto di loro due insieme alla bakery. Ne hanno parlato abbastanza da far sì che Dany sapesse che la ragazzina frequenta un uomo più grande.

“Non posso giudicarla”, aveva detto a Jaime giocosa, accarezzandogli i capelli sulla nuca.

“Mi ha detto anche questo”, aveva risposto lui, facendola saltare sulle sue ginocchia mentre lei sorseggiava il proprio vino. “Mi ha dato del porco con lo sguardo.”

“Beh, lo sei.”

“Certo che no.”

“Falso.”

Dany gli era scivolata più vicina, ma la mano di Jaime era rimasta sulla sua schiena all’altezza consona di sempre. Quell’altezza rispettosa e così frustrante e Daenerys aveva smesso di accarezzargli la nuca. Si era alzata dalle gambe di lui, lamentandosi del proprio bicchiere vuoto, dicendosi che sedere in braccio a Jaime non voleva dire nulla.

E se lo dice anche adesso, per non sentire il viso in fiamme e sollevare altre domande. Lo faccio con tutti i miei amici di continuo.

“L’altra sera, a casa di Robb…”

Il modo in cui la mascella di Jaime si indurisce, mentre i suoi occhi vanno al cielo, non vuol dire nulla. Non è geloso.

“Non è andata bene.”

Non sa come continuare, non sa come aprire il discorso, come dirlo.

“Margaery Tyrell è almeno venti volte meno carina di te”, risponde Jaime e il fatto che lo abbia fatto è offensivo e disorientante ad un tempo.

“Credi che io stia così perché penso che la nuova ragazza di uno dei miei migliori amici sia più bella di me?” gli domanda indignata. Di solito, Jaime riderebbe o farebbe il finto tonto chiedendo: “Non è questo ciò a cui pensano le giovani ragazzine stupide come te?”; ma in realtà Jaime non direbbe mai una frase del genere, quindi ovviamente non risponde come Dany si aspetta.

“Migliore amico che è anche il tuo ex”, dice infatti cogliendola completamente alla sprovvista. “Smettila, Lannister. La gelosia non ti dona”, lo prende in giro, mentendo. Non l’ha mai trovato tanto bello e sexy come adesso che sembra voler dare un pugno a Robb; e la cosa la spaventa.

“Cosa è successo a casa del lupacchiotto?” domanda lui con disprezzo, come a dirle di andare al punto.

“C’era Myrcella”, vomita fuori Daenerys e Jaime volta la testa così velocemente che sente scrocchiare il collo, facendola preoccupare: lui ha una certa età.

“Cosa?” domanda Jaime sconvolto, tornando a guardare la strada con nonchalance, facendo tirare un sospiro di sollievo a Dany. Ci manca solo che lui rimanga con il collo bloccato.

“Il suo ragazzo…” inizia e sente Jaime letteralmente trattenere il respiro. “È Jon.”

“Jon Snow?” domanda Jaime, incredulo. “Il figlio di Lya…nna Stark?”

Dany lo guarda, confusa dal tono di Jaime, dal modo in cui sembra che volesse chiamare la madre di Jon Lya. Le uniche persone che Daenerys ha mai sentito chiamare Lyanna Stark così sono lo zio di Jon, Robb e Arya. Sansa non l’ha mai chiamata zia Lya. Theon non l’ha mai chiamata Lya.

“La conosci?” domanda quindi, curiosa.

“La conoscevo”, risponde Jaime esitante e duro, in un connubio assurdo di quelli di cui è capace solo lui. “Cersei la ammazza. Questa è la volta buona”, lo sente commentare tra sé e sé, come dimentico che lei sia lì.

“Oh non dirlo a Cersei.”

La testa di Jaime scatta di nuovo e Daenerys sente le guance in fiamme. Nessuno l’ha mai fatta arrossire così spesso come fa Jaime.

“Perché?”

Una sola, semplice domanda con mille, difficili risposte.

“Non aiuteresti né lei né Myrcella. La odierà di più”, cerca di spiegargli, tenendosi sul vago.

“È ingiusto che la odi”, dice Jaime indignato, sempre così protettivo verso la donna che… la sua gemella.

“Forse”, risponde Daenerys, pensando che invece è giusto, molto giusto. Non riesce ad immaginare di voler bene a Cersei Lannister, anche se non l’ha mai vista dal vivo. “Ma tutte le ragazze prima o poi odiano la propria madre. Soprattutto quando rivedono loro stesse in queste donne a cui non vorrebbero mai somigliare. Lascia che Myrcella abbia questo segreto con sua madre. A tempo debito tornerà da lei.”

“Myrcella non somiglia per nulla a Cersei”, mormora Jaime, pensieroso. “Chissà da chi ha preso.”

Forse da te, pensa Daenerys affettuosa, partorendo poi un pensiero folle e troppo adulto per i suoi quasi venticinque anni. Scuote la testa, scacciandolo e scegliendo di dire: “Questo lo può dire davvero solo lei. Solo lei sa in cosa si rivede.”

“Tu ti rivedi in tua madre?”

La domanda è improvvisa e viene fuori dal nulla; come tutto ciò che fa Jaime.

“In qualcosa. La persona che sono quando sono da sola le somiglia molto più di quanto vorrei, per questo non le somiglio fuori dalla mia stanza. Io come lei rincorro l’amore, sapendo bene che non sono destinata ad averne.”

È triste nel dirlo. È arrabbiata, perché non l’ha mai detto a nessuno e non è giusto che le sia scappato proprio con lui… che sbuffa sprezzante dal naso e poi dice qualcosa che prende Daenerys in contro piede, che la fa cascare dalle nuvole e sfracellare a terra, senza darle nemmeno il tempo di rimanere male per lo sbuffo.

“Tu non lo rincorri, vai nella direzione opposto. Scappi dall’amore. Non pensi davvero di non esserne destinata, questa è solo la cazzata che ti dici per non ammettere ciò che pensi realmente. Ovvero: non sono degna di essere amata.”

Sente le lacrime agli occhi e una parte di lei vorrebbe urlargli contro, dirgli che non deve permettersi di farle da psicologo, che lui non è nessuno, di fermarsi e farla scendere. “Secondo te ne sono degna?” vorrebbe chiedergli l’altra parte di lei. E come se le leggesse nel pensiero Jaime dice, lapidario e irritato: “Che stronzata. Una vera stronzata.”

 

“Saliresti un attimo da me?” dice Daenerys dopo un paio di minuti di silenzio, tornando alla parte sul post cena del suo vecchio piano per la serata. Questa volta è lei a prendere lui alla sprovvista. Jaime la guarda sbattendo le palpebre confuso.

“Ho un regalo per te”, chiarisce lei e sente un tuffo al cuore quando nota il leggero rossore sugli zigomi di Jaime. Non l’ha mai visto arrossire prima.

“Certo, sì. Non è nemmeno mezzanotte ancora.”

“Perfetto.”  

 

La propria risata riempie la stanza, suonandole per una volta melodiosa e leggiadra, qualcosa da ascoltare all’infinito e di cui non vergognarsi. La presa di Jaime è ferrea sul suo costato nudo e le sue dita si muovono veloci, facendole il solletico con inusuale maestria. Ridono insieme, le membra attorcigliate tra loro e tutto è luminoso, soleggiato come una giornata senza nubi, una vita senza doveri, i capelli di lui. Si sorridono e la risata di Dany rimbalza sul baldacchino del suo letto, lo stesso in cui dorme da quando era bambina; rimbalza sulle finestre, sulle pareti e riempie la stanza di una gioia irreale, estranea. Il sorriso di lui è altrettanto gioioso, puro, gli occhi socchiusi con agli angoli delle rughe di contentezza, non d’età. Il solletico cessa mentre i loro sguardi si incrociano e a Dany pare di fare l’amore già solo così, con quel verde che indaga e abbate i muri del suo viola. Gli accarezza le labbra e Jaime le bacia le dita, quel sorriso che non accenna a sparire. Quando la bacia davvero, sulle labbra, è una sensazione inebriante e Dany sente il viso in fiamme, il cuore che batte forte, il basso ventre pulsare di desiderio. Il loro bacio rimane puro, mentre i vestiti spariscono e in un istante, senza dover chiedere, Jaime è in lei ed è diverso, diverso da tutto, più intenso, più… più… Dany gli sussurra all’orecchio delle parole proibite, parole che le sono sempre rimaste in gola prima di allora e si sente impossibilmente felice nel sentire il sorriso di lui sulla pelle del collo. È tutto perfetto, è tutto come lei ha sempre voluto fosse; la sua vita, in questo istante meraviglioso con Jaime dentro di lei, è come avrebbe sempre dovuto essere.

Poi un sussurro, veloce, desideroso, colmo d’amore.

“Cersei.”

Lo spinge via, urla e lui scompare, la stanza si spegne, è tutto buio e lei grida un “No!” lungo, deciso, disperato. Dopo solo il silenzio, il buio, la solitudine. E poi lo squillare del proprio telefono.

 

Apre gli occhi di soprassalto, immediatamente sveglia e vigile. Si tira su a sedere, una coperta di lana che le scivola di dosso. Ha un brivido di freddo e la riafferra immediatamente, avvolgendosela attorno alle spalle. Si guarda attorno, con la testa che un po’ gira, gli occhi che bruciano. Il proprio telefono continua a squillare e lei lo cerca, tastando il piumone dorato e morbido del proprio letto, cercando di ricostruire la serata prima per capire perché indossa ancora il vestito lillà e leggero che ha selezionato per Jaime; perché non era sotto le coperte, al caldo. Finalmente trova il telefono e lo porta all’orecchio, rispondendo alla chiamata senza nemmeno guardare chi sia.

“Pronto?” balbetta sentendo la gola bruciare. Si alza dal letto, alla ricerca di una bottiglia d’acqua.

“Diamine, Dany!” sente dire la voce di Missandei dall’altro capo del telefono. “Ti sto chiamando da mezz’ora. Ero preoccupatissima.”

“Che ore sono?” le chiede, premendo il campanello per chiamare Irri.

“Le nove e mezzo.”

“Diamine lo dico io, Missandei. Tesoro, lo sai che non sono mattiniera. Inoltre ho fatto tardi ieri sera, anche se non ricordo come”, le confida, mentre gira per la stanza e recupera una bottiglia di vino vuota da terra, uscendo dalla stanza da letto ed entrando nell’anticamera che le funge da piccolo salottino e studio, dove riceve il proprio staff, amicizie e raramente visite ufficiali. Qualcuno deve aver fatto una festa, pensa posando la bottiglia vuota sul tavolino da caffè, accanto ad altre due bottiglie vuote che già sono lì.

“Che vuol dire che non ricordi come?” domanda l’amica agitata.

“Ciò che ho detto”, continua Daenerys, avvicinandosi ad un mobiletto ed aprendolo, irritata di non trovare nel proprio mini-frigo segreto nemmeno una bottiglia d’acqua.

Missandei sospira e Dany sta per chiederle cosa c’è che non va, quando Irri entra nella stanza, strabuzzando gli occhi davanti al disordine… o forse è solo la sorpresa di vedere la sua signora in piedi a quest’ora del mattino.

“Buongiorno, cara”, le dice Daenerys e l’altra forza un sorriso, facendo una riverenza goffa. “Potrei avere dell’acqua e la colazione?”

“Certo, ma’am”, dice Irri diligente come sempre. “La prende qui o a letto?”

“In vasca”, risponde Daenerys, il naso che si arriccia a sentire l’aria viziata della stanza. “Farò un bagno… Ho freddo e non credo di poter tornare a dormire.”

“Va bene, ma’am. Arriva subito.”

“Grazie, Irri.”

La cameriera esce e Daenerys si dirige in bagno, chiedendo a Missandei: “Sei ancora lì?”

“Sì”, risponde l’altra, pacatamente. “Ti ho chiamata perché credo che prima di fare qualsiasi cosa dovresti accendere la tv.”

“Non ho tempo di…”

“No, Daenerys. Davvero. Accendi la tv. Sul 5.”

Daenerys sospira e accende la tv, ignorandola quando vede che sta andando in onda la pubblicità. Lascia aperta la porta della camera, mentre si reca in bagno per cominciare a riempire la vasca.

“È successa qualche catastrofe?” domanda a Missandei. “Devo partire in visita alle macerie di qualche incendio?” C’è del sarcasmo nella sua voce a dirlo, ma in realtà la prospettiva che il problema sia quello le mette molta preoccupazione ed ansia. Mollerebbe davvero tutto in un istante per una cosa del genere.

“Niente di così grave”, dice Missandei con ora più dolcezza. “Riguarda Jaime in realtà.”

“Ah”, mormora Daenerys, ripensando al sogno erotico tramutato in incubo. “Allora cosa mi chiami con tutta questa urgenza?”

“Beh, la Regina di Spine sta andando in onda con uno speciale sul tuo ragazzo”, spiega Missandei. “Ho pensato volessi saperlo.”

Oh. Oh.

“Oh, no”, sussurra preoccupata, mordendosi immediatamente le labbra.

“Già”, sospira Missandei.

“Cosa ha detto finora?”

“Per la prima ora nulla di grave, ma ecco vedi… il servizio non è solo su Jaime…”

“Ovviamente”, borbotta Daenerys senza riuscire a trattenersi. Cerca di calmarsi e domanda: “Il resto è molto grave?”

Sente Missandei sospirare, i suoi tacchi sul pavimento, una porta aprirsi e rivelare un vociare confuso e preoccupato, sovrastato dalla voce di uomo che tuona: “Non mi interessa! Tutto questo è inaccettabile! Avete chiamato l’avvocato? Perché l’avvocato non risponde?”

“È molto arrabbiato”, commenta Daenerys cercando di visionare la furia di lord Tywin Lannister e provando un brivido al pensiero. Di nuovo, si chiede come riesca Missandei a lavorare per lui. Avrebbe dovuto restare con me per sempre, pensa amaramente, ma scaccia il pensiero per non assecondare la nausea che le è appena venuta.

“Decisamente”, risponde Missandei, chiudendo la porta. “Tyrion sta cercando di calmarlo, ma niente. Cersei sta venendo qui, a quanto pare una del suo team legale parlerà dopo lo stacco pubblicitario.”

“Molto professionale”, commenta Daenerys sarcastica, andando a sedere sul letto, guardando con occhi vitrei la pubblicità di una spugna per lavare i piatti.

“L’ha detto anche Tyrion”, continua Missandei, poi a bassa voce: “In realtà la Tyrell ha solo ricapitolato i pettegolezzi, non ha fatto nulla di più, non ha aggiunto nulla, né insinuato, ma ormai il vecchio perde le staffe al solo sentir nominare quella cosa.”

Non me ne parlare, vorrebbe rispondere Daenerys, mentre risente la voce di Jaime così appassionata, così reale, sussurrare: Cersei.

“Parlerà anche di me”, commenta invece, cercando di non mostrarsi scossa dalla cosa, per una volta senza pensare alla confusione che questo potrebbe scatenare nella sua interlocutrice. Comunque, se Missandei è confusa dalla mancanza di preoccupazione di Daenerys per il pettegolezzo più infamante sul suo ragazzo, non lo lascia a vedere. O forse, semplicemente, la conosce abbastanza bene da sapere che il pensiero che si parli di lei dalla Regina di Spine le mette un’inconsueta, ma giustificata ansia. Sono ormai passati anni, ma ancora il ricordo dell’unica intervista che Daenerys ha concesso ad Olenna Tyrell le fa passare un brivido di disagio lungo la scena. Sua madre aveva dovuto interrompere la ripresa nel bel mezzo dell’intervista e Dany era scappata via in lacrime. Il filmato non era mai andato in onda, ma doverlo cedere aveva indignato Olenna in maniera indicibile e da allora non aveva avuto mai una buona parola né per la Regina Madre né per la principessa Daenerys. Il talk show mattutino Queen of Thorns era diventato il più accanito detrattore di Daenerys e mai aveva speso una parola positiva per lei. Sospira, pensando che era solo questione di tempo prima che quella vecchiaccia mettesse le mani sulla storia tra lei e Jaime. E quale occasione migliore del compleanno di lui, dove uno degli aspetti più problematici e accattivanti della loro relazione – ovvero la grande differenza d’età – è messo in evidenza? Nessuna, soprattutto se si presenta l’opportunità di parlare anche di Cersei e prendere così due, tre, quattro piccioni con una fava, occupando tutte e quattro le ore di programmazione.

“Sì”, sussurra paziente Missandei. “Dany, preparati. Ha detto che in studio ci sarà una tua amica.”

Daenerys si immobilizza, sentendo ora ancora più freddo, sentendosi come se si fosse trasformata in una statua di ghiaccio. Ma io ho solo due amiche, pensa disperata.

“Ma…” balbetta. “Ma io…”

Ho solo due amiche. Forse tre. Solo tre vere amiche.

“Non so chi sia”, cerca di calmarla Missandei. “Sto cercando di scoprirlo, ma…”

La sigla d’apertura dello show la interrompe e Daenerys dice: “Sta iniziando. Ti richiamo dopo”, correndo a chiudere l’acqua della vasca.

“Aspetta!” grida Missandei. “Hai notizie di Jaime? Tyrion e lord Tywin lo chiamano da quando è iniziato il programma, ma non risponde.”

Daenerys si guarda attorno, con una soffocante sensazione di impotenza. Ha notizie di Jaime? No, nessuna. Non lo vede dalla sera prima, quando – ora comincia a ricordare – per una volta si è addormentata lei per prima e non lui.

“No”, sussurra scivolando seduta a terra, la schiena contro il letto, mentre Olenna Tyrell, una camicia lillà con fiori dorati, pantalone viola e foulard della stessa identica sfumatura che le avvolge la testa, dà il bentornato al suo pubblico. “Non lo sento da ieri sera.”

Missandei sospira, la ringrazia, le fa promettere di risentirsi più tardi e chiude la chiamata. Daenerys si stringe le ginocchia al petto, abbracciandosi e quando Irri entra con l’acqua e la colazione non ha più fame né sete, ma solo una forte nausea.

 

All’inizio non è malissimo. L’avvocato in studio è Margaery Tyrell e Daenerys ricorda la causa di cui lei e Robb parlavano quella famosa sera a cena. Cersei Lannister contro il Webb, con l’accusa di diffusione illecita di materiale privato, diffamazione e calunnia. Daenerys osserva per mezz’ora come Margaery, bellissima e totalmente a proprio agio nel salotto televisivo della nonna, spiega come la causa sia praticamente vinta, come il pettegolezzo su Cersei e suo fratello sia assurdo e ingiurioso, come la stampa sia pronta a tutto, addirittura infangare la reputazione di qualcuno, pur di vendere copie. Olenna ascolta e annuisce, il mento posato sul dorso dell’indice, elegante e velenosa, concordando come se lei non facesse parte della stampa, come se lei con il suo programma non facesse la stessa identica cosa, come se lei non avesse invaso la privacy di Daenerys e usato ciò che aveva scoperto nella speranza di fare più audience. Questi pensieri fanno aumentare la nausea e si costringe a prendere un sorso d’acqua per calmarsi.

Daenerys capisce subito che la comparsata di Margaery è stata programmata e concordata con Cersei e ammira l’abilità della ragazza nel non rivelare neanche un minimo di troppo, riuscendo con affascinante e capacissima dialettica ad evitare di far saltare la causa. Pensa con frustrazione a Robb e il suo insistere nel fare il proprio praticantato in uno studio senza scrupoli come quello di Emmon Frey, anziché prendere il posto assicurato che ha in quello del nonno materno. Vuole farcela da solo, riflette con affetto e preoccupazione. Ma ne varrà davvero la pena?

Ed ecco che il blocco sulla causa tra Cersei e il Webb finisce e inizia il seguente, con un servizio su lei e Jaime, a ricordarle che non è proprio in grado di giudicare nessuno, visti i casini che combina con la propria vita.

Una canzone pop apre il servizio, qualcosa su due criminali e la loro auto per fuggire, e Daenerys non ascolta le parole del narratore, guarda solo le immagini di lei e Jaime scorrere; centinaia di foto, paparazzate insieme, foto singole, tutti i fidanzati di Daenerys spiattellati sullo schermo, veri e presunti senza distinzione; fin troppi secondi del servizio concentrati su Robb e ancora di più su Cersei. Daenerys sente lo stomaco rivoltarsi ad una foto di Jaime e Cersei, bellissimi e irraggiungibili adolescenti che volteggiano al ballo della scuola, lei stretta in un vestito rosso, rose tra i capelli, e poi una carrellata di foto del matrimonio di lei con l’allora giovane e aitante Robert Baratheon, il viso di Jaime contratto in una maschera sofferente. Era così triste, pensa Dany, gli occhi lucidi. Era così bello. È ancora così bello. Forse di più di allora. E le guance le vanno a fuoco.

Poi il servizio finisce con un accostamento di immagini così meschino che rischia di vomitare sul tappeto: una vecchia foto, pescata chissà dove, di lei bambina – sei, forse sette anni – che piange e Jaime, in alta uniforme, che le tende il suo coniglietto di pezza; accanto a questa una paparazzata recente, loro due che lasciano il compleanno di Arianne Martell stretti l’una all’altro. Daenerys in un vestito nero che a dire di sua madre la invecchia, Jaime con uno dei suoi completi perfetti, la camicia bianca senza cravatta e sbottonata che gli toglie almeno dieci anni. La mano destra di lui è sul fianco di lei e la stringe in modo possessivo, come se Dany fosse roba sua, cosa che la fa arrossire di nuovo. È persa nei suoi pensieri per un minuto, tanto che si perde la parte introduttiva del blocco, dove Olenna presenta gli ospiti, e torna in sé solo quando riconosce una di essi: Doreah.

Irri, seduta sul letto su invito di Daenerys, sputa un insulto in dothraki, mentre lei non riesce a far altro se non osservare la sua ex-amica seduta nel salotto di Olenna Tyrell a ridere e scherzare con gli altri ospiti che stanno scandagliando la vita privata di Daenerys pezzo per pezzo, parlando delle sue amicizie e ragazzi con una disinvoltura che le fa saltare i nervi. Continua a bere la sua acqua, mentre Irri insulta in dothraki chiunque dica una parola di troppo su Dany o Robb e un po’ tutti lo fanno. Jaime anche viene accusato di mille-e-una nefandezze e Daenerys si sente ridicola per quanto ferocemente vorrebbe difenderlo. Infine gli ospiti sono divisi e c’è uno stallo: in tre sostengono Daenerys e Jaime, con uno che addirittura vaneggia l’ipotesi di un prossimo matrimonio reale, mentre altri e due sono fortemente contro, considerando troppa la differenza di età.

“E tu cosa ne pensi, cara?” domanda Olenna a Doreah, che fa uno dei suoi sorrisi furbeschi, guadagnandosi un insulto da Irri e dando a Daenerys un brivido di inquietudine. “Una volta eri amica della principessa, poi questo rapporto si è bruscamente interrotto…”

“Sì. Non andavo più bene per Sua Altezza…” dice Doreah ironica e Irri la insulta ancora, mentre Dany sente le lacrime riempirle gli occhi.

Lei e Doreah erano state le migliori delle amiche, per lo meno durante l’anno che Daenerys aveva trascorso ad Essos quando, diciottenne appena diplomata, era stata bandita da corte… anche se questo nessuno lo sa. Tutti, all’infuori della sua famiglia, pensano che quello sia stato un semplice anno di studio all’estero, che la ribelle principessa ha trasformato in una vacanza di sfrenatezze, scandali e divertimento.

Doreah, una vecchia fiamma di Viserys, l’aveva avvicinata all’aeroporto di Pentos offrendole la sua amicizia e distrazioni, così Daenerys si era unita a lei, seguendola nella sua ascesa a top model. Il tutto era culminato nello scandalo peggiore della vita di Dany: la distruzione di un club di Qarth, con tanto di furto di un gioiello prezioso al proprietario. Furto di cui era stata accusata proprio lei, Daenerys, da Doreah e il suo tipo di quelle settimane, Xaro Xhoan Daxos. Si era quasi arrivati all’arresto e ai tribunali, poi Jorah, ricevuto finalmente il permesso di aiutarla, aveva ritrovato il gioiello tra gli averi di Doreah e lo aveva restituito. L’opinione pubblica di Qarth non aveva però creduto alla verità, preferendo pensare che la principessa, spaventata, avesse restituito il gioiello. Da allora la odiano.

Ma non è questa la parte peggiore; quella era venuta dopo, quando era tornata a casa e in un momento di debolezza aveva scritto a Doreah di aiutarla con…

Scuote la testa, stringe le palpebre e si impone di non ripensare a quello. Non importa per cosa avesse chiesto aiuto, importa che Doreah, dopo averla incastrata per un furto, non le aveva risposto. E ci sono voluti anni prima che Daenerys potesse fidarsi di nuovo di qualcuno e non l’ha fatto volontariamente. Stava cercando una distrazione come sempre quando i ragazzi Stark sono entrati nella sua vita.

Loro sono i miei amici, non tu, vorrebbe gridare a Doreah, che davanti a milioni di persone dà una dettagliata analisi del carattere e della psiche di Daenerys, mettendo in bella mostra le sue ombre.

“Testarda, presuntuosa, boriosa, viziata, infantile. Furba, molto furba, ma non intelligente”, queste le parole di Doreah e Olenna Tyrell se la ride, dicendo che certo non viene fuori un quadro lusinghiero.

Robb, Jon, Theon. Loro sono i miei amici. Non tu. Missandei, Ygritte… forse Arianne. Loro sono le mie amiche. Non tu.

Ho solo tre amiche.

Si sente incredibilmente sola e per un attimo si dimentica di cosa le sta accadendo intorno. Ci sono solo le sue lacrime e la sua solitudine, i suoi amici che anche volendo non potrebbero difenderla, perché non la conoscono più… o forse non l’hanno mai conosciuta davvero.

Doreah invece pare conoscerla più di loro. Doreah dice: “Daenerys Targaryen è furba e vendicativa. Odiava suo fratello, il re, questo lo ricordo bene. Farebbe qualsiasi cosa per ferirlo. Non credo ami Jaime Lannister. Non lo esporrebbe mai così se lo amasse. I suoi grandi amori non li conosce nessuno, solo lei che li ha sempre gelosamente protetti. Credo che lo stia usando per dare fastidio al fratello. Sempre che non siano d’accordo.”

“Ah, quindi tu dici che fingono?”

“Lui non saprei, ma lei ne sarebbe capace.”

Daenerys lancia il telecomando contro la televisione con violenza, in uno scatto d’ira non da lei che spaventa Irri. Poi, mentre la sua menzogna viene smascherata, si alza e scappa a farsi un bagno.

 

Si sente persa nel labirinto della propria mente, ogni pensiero o ricordo fallace un nuovo vicolo cieco. Vorrebbe uscire da se stessa, prendere i suoi pensieri e dispiegarli, cercare di risolvere il passato, di capire il presente.

Ignora le chiamate, dice ad Irri che nessuno, nessuno deve disturbarla. La chiama sua madre, la regina Elia, Missandei, addirittura Theon, il più grande fan di Olenna e detrattore delle telefonate. Robb le chiede come sta in un messaggio, Arianne scrive una sequela di insulti a Doreah. Ygritte e Jon sono probabilmente a lavoro. La contatta Rhaenys e a vederlo il telefono quasi le cade in acqua. Allora lo lancia via, piangendo, immergendosi completamente.

Lì, nel silenzio, cerca una via d’uscita da se stessa. E da tutte queste persone che ama, ma che non merita, di cui non è degna.

 

Un’ora dopo, dopo aver respirato a fondo, dentro e fuori, ripesca il telefono e un sorriso spontaneo nasce sul suo viso a vedere che anche Jaime le ha scritto.

“Penso ancora alle tue ciambelline alla fragola…”

È impossibile che sia all’oscuro di tutto. Tyrion gli ha sicuramente fatto un conveniente riassunto della situazione. Daenerys si chiede se Jaime abbia risposto a suo padre, se ci sia stato un meeting di famiglia per discutere, tutti insieme, come gestire questa situazione. O se invece se ne sia fregato, abbia scrollato le spalle e tentato di farsi un’omelette. Conoscendolo, il secondo scenario è quello più probabile.

“Pagliaccio” gli scrive e ride quando un secondo dopo lui le invia un selfie buffo, con una ciambellina in bocca.

“Buon compleanno, pagliaccio reale” risponde soltanto e in quel momento Nymeria Sand – la responsabile del suo ufficio stampa, la sostituta di Missandei quando Rhaegar aveva deciso che lei e l’amica erano diventate troppo intime – le invia una foto. La apre e legge un breve comunicato, che Nymeria e Rhaegar vogliono pubblichi sul proprio profilo Instagram ufficiale.

“Io, l’Altezza Reale principessa Daenerys di casa Targayen, rifiuto le accuse infamanti contro di me che questa mattina sono andate in onda e bla bla bla”

Patetico. Eppure…

Apre la galleria e cerca una foto che le è stata mandata da Arianne. Una foto di lei e Jaime, seduti al loro tavolo al compleanno della principessa di Dorne, scattata dal fotografo ufficiale della serata. Ridono entrambi, Daenerys con la testa gettata all’indietro, Jaime meno sguaiatamente, con la fronte posata sulla spalla nuda di lei, le labbra incurvate che quasi le sfiorano il braccio.

Daenerys non ricorda di cosa stessero ridendo, probabilmente nel vestito orribile di qualche invitato, ma la foto è bellissima, intima e affettuosa. La ama anche perché ha catturato uno dei rari momenti in cui Jaime si lascia andare a gesti meno consoni, più inopportuni. In questa foto sembrano davvero una coppia.

Apre Instagram dal suo profilo ufficiale @hrhprincessdaenerys, non il privato @stormborn, e carica l’immagine. La caption che aggiunge è breve quanto il comunicato proposto da Nymeria, forse anche di più.

“Auguro il migliore dei compleanni alla persona più strana e bella che conosca. Ti romperesti qualcosa pur di farmi ridere e per questo mi sento la ragazza più fortunata del pianeta. Non ci sono uomini come te, solo tu. Con tutto l’amore che ho, Dany.”

Poi riguarda il video che gli ha fatto la sera prima, quando lo aveva portato nella sua stanza per fargli spegnere le candele alla mezzanotte. Jaime aveva sbuffato quando lei aveva insistito per fargli mettere le mani sugli occhi e poi era scoppiato a ridere nel vedere che la sorpresa era una di quelle ciambelline alla fragola con sopra una candelina.

“Non desidero niente più di questo momento”, aveva detto, per poi soffiare sulla candela, e il cuore di Daenerys si era fermato per qualche istante, mentre Jaime la guardava con l’evidente voglia di baciarla. L’istante si era poi esaurito e Daenerys si era convinta di aver immaginato tutto; Jaime aveva mangiato la ciambellina e dato in un mugolio sorpreso confessandole di non averle ancora mai assaggiate, e lei, indignata, lo aveva colpito con un cuscino; erano finiti a fare la lotta come due bimbi. Poi avevano bevuto, ballato senza musica, a piedi nudi, mangiato altre ciambelline e in un punto indefinito della serata Dany si era addormentata. Lui le aveva messo addosso una coperta di lana e se ne era andato, lasciandola a sognarlo.

Sì, la sera prima era andata così. La sera prima Daenerys si era sentita davvero la persona più fortunata del mondo.

Le notifiche cominciano a farle trillare il telefono. Rifiuta una chiamata del capo dell’ufficio stampa di Rhaegar e poi una di Nymeria. Osserva i like al post aumentare vertiginosamente e ridacchia euforica, pensando che gliel’ha davvero fatta vedere a Doreah. Magari aveva ragione sull’esporre Jaime, ma questo gesto, per quanto apparentemente innocuo, è molto più di un semplice post. È una legittimazione. Un’ufficializzazione. Più di questo c’è solo un anello di fidanzamento. Ora nessuno potrebbe dire che stanno mentendo, perché solo per una relazione seria qualcuno della famiglia reale farebbe questo. Solo per qualcosa di vero.

Finalmente, dopo venti minuti, arriva la notifica che Dany stava aspettando, la più importante. Jaime, con l’account che Daenerys l’ha costretto a farsi qualche settimana fa, mette like. Poi commenta: “Sono io il fortunato. Ti amo. – J”

E non c’è più euforia, né gioia, né senso di vittoria, né soddisfazione. Solo tristezza. Perché Jaime non la ama, non proprio, non davvero. Non come Daenerys vorrebbe che lo facesse.

 

***

 

Dal post vengono cose buone, cose cattive e cose strane. Di buono c’è il fatto che l’insinuazione di Doreah non ha avuto nemmeno il tempo di attecchire e, come da qualche mese a questa parte, Jaime e Daenerys stanno infiammando l’opinione pubblica come mai è davvero successo prima nella storia recente dei Targaryen. L’ultima volta che c’è stata un terremoto mediatico di questo tipo è stato più o meno vent’anni prima, quando re Aerys è morto. Il fatto che Jaime Lannister sia coinvolto in entrambe le tempeste fa riflettere molti e ridere Daenerys.

Di buono c’è che le persone ci credono. Di cattivo c’è che le persone ci credono. Che Rhaegar ci crede, che Tywin Lannister ci crede. Che il primo teme un matrimonio e farebbe qualsiasi cosa per impedirlo e il secondo lo desidera e farebbe qualsiasi cosa per ottenerlo. Questo è un problema, soprattutto quando di cattivo c’è anche il doversi ricordare sempre, in ogni istante, che lei e Jaime non sono nulla, se non forse amici. Complici, soci… ecco, queste sono parole più adatte.

E poi c’è il compleanno di Daenerys, l’evento dell’anno, che è qualcosa di cattivo e buono insieme, come tutto il resto. Qualcosa di buono perché Daenerys ha sempre amato il proprio compleanno e perché i venticinque anni sono un traguardo importante per i rampolli della famiglia reale. D’ora in avanti avrà più impegni, più responsabilità, potrà rendersi utile e non c’è nulla che Dany abbia mai desiderato di più. Di cattivo perché questa enorme festa, questo ballo di corte… lei non lo vuole. Vorrebbe solo scomparire quel giorno. Un thè con sua madre, una pizza con gli amici e poi ballare in qualche club, ma no, deve dare spettacolo. Non che in genere le dispiaccia, ma l’imposizione di Rhaegar ha sempre contribuito a rendere tutte le cose belle e buone, brutte e cattive.

Infine, di strano c’è… Jaime. Sempre lui. Quello unico e ineffabile. Quello che un giorno pare volerle dare il mondo e il seguente pentirsi di averle mai parlato. Qualcosa è cambiato, ma nel cercare di capire cosa Dany si è persa.

A volte non è sicura di volersi ritrovare, perché se resta in questo labirinto può fingere che fuori ci sia il mondo che vuole e non quello che l’ha sempre fatta soffrire. Può fingere di sapere cosa sia cambiato, può fingere che Jaime… e al contrario, può fingere di non essersi…

Può fingere che tutto sia perfetto, anche se nulla lo è mai stato.

 

***

 

Il giorno del suo compleanno parte nel peggiore dei modi.

A colazione, dopo aver spento le candeline, aperto i regali e finto di essere una famiglia normale che si vuole bene incondizionatamente, Rhaenys ha deciso di fare un annuncio. Ha deciso che il compleanno di Daenerys è il momento giusto per farlo. E lei ha finalmente capito perché Dickon Tarly, fidanzato di Rhaenys da sempre, si sia ritrovato ad una colazione di famiglia.

“Io e Dick abbiamo deciso di sposarci!”

Grida di gioia e complimenti. Sorrisi, grandi sorrisi, del tipo che Daenerys non riceve da anni. Lei il sorriso lo finge, con le lacrime agli occhi. Perché? domanda a Rhaenys quando si guardano, ancora l’una nelle braccia dell’altra dopo esserci baciate sulla guancia.

Perché no?

Lo sai perché.

Dany non sa come faccia, ma gli occhi scuri e dolci di Rhaenys le rispondono entrambe le cose e lei la molla bruscamente, voltandole le spalle e complimentandosi con Dickon fingendo di essere felice per loro.

 

A pranzo, dopo averle fatto spegnere le candeline su una ciambellina alla fragola, i suoi amici le bendano gli occhi e dopo un viaggio di mezz’ora si ritrova in una spa. Piange a dirotto e le ragazze le chiedono perché preoccupate; lei risponde soltanto che è felice. Un pomeriggio tra ragazze, qualcosa che per gran parte della sua vita Daenerys non ha pensato di poter avere; eppure eccola qui con Missandei, Ygritte, Arianne, Sansa e… Margaery Tyrell, il che non la fa proprio sprizzare di gioia, però meglio della mattinata.

“Mi dispiace per i ragazzi, però!” esclama a un certo punto, mentre si gode un massaggio ai piedi.

“Che si fottano!” risponde sonoramente Arianne, mugolando di sollievo quando il massaggiatore tocca il punto giusto e Daenerys ride.

Sarebbe un pomeriggio perfetto, se Ygritte non tirasse fuori ogni due per tre degli aneddoti su lei e Robb. Non è colpa sua, Dany lo sa. Ygritte è stata così tanto tempo lontana da King’s Landing, la sua vita completamente cambiata, stravolta, che vuole solo ricordare i vecchi tempi. Non è colpa sua se Dany ha spezzato il cuore di Robb ancora e ancora e ancora…

Daenerys non si sorprende quando Margaery si allontana senza dire una parola a metà uscita, eppure quando dopo mezz’ora ancora non fa ritorno un commento sulla sua scortesia le scappa, complice anche l’antipatia per sua nonna.

“Lasciala stare, Dany. Non è facile”, le dice Sansa, che a quanto si dice esce con il fratello di Margaery, sebbene sia innamorata di Theon Greyjoy da quando Daenerys la conosce.

“Cosa non è facile?” domanda lei capricciosa, prima di potersi trattenere, forse perché tutto ciò che davvero vorrebbe è che le cose fossero facili. Semplici. Sopportabili.

“Guardarti nella tua fulgida gloria di cosa ultraterrena, con occhi violetti e capelli argentati, e sapere che hai maciullato il cuore del ragazzo migliore di Westeros e che forse ne possiedi ancora i resti.”

Daenerys guarda Arianne sorpresa, aspettandosi un’uscita del genere da tutte tranne che da lei. Arianne nemmeno lo conosce Robb… o sì?

La cugina di Rhaenys ed Aegon la guarda con occhi maliziosi e penetranti, divertiti e tristi.

“Tu hai bruciato Robb Stark, principessa. E con quel fuoco lui ha bruciato molte altre.”

Vorrebbe dire che con Margaery Tyrell sarà diverso. Vorrebbe opporsi a questa affermazione… ma come si ci oppone alla verità? La verità non può essere aggirata, manipolata; la verità è solo la verità.

 

Infine arriva la sera. Arriva la festa. Arriva il ballo di corte. E Daenerys è di umore pessimo, non adatto a dei festeggiamenti. È triste, pensierosa, distante. Ha un tipo specifico di pianto bloccato in gola da quando Rhaenys ha detto che si sposerà e non sa come scacciarlo né come sfogarlo.

Rimane immobile come una statua, nella sua fulgida gloria di cosa ultraterrena, mentre la preparano per l’evento. Indossa il vestito viola di taffetà, con diamanti ed ametiste che disegnano tre draghi sul corpetto, una tempesta sulla gonna, e a mala pena si guarda allo specchio. Le mettono una tiara di diamanti di sua madre, orecchini pendenti di ametiste e una collana a pendant. Sta per uscire dalla stanza quando ricorda.

“Aspetta!” grida a Nymeria, vestita del suo stesso colore ma più sexy, più donna e meno fiaba. Meno cosa ultraterrena.

Torna indietro, apre un cassetto e tira fuori il pezzo forte.

“Siamo in ritardo, Altezza”, sente dire a Nymeria con tono irritato. È sempre irritata con lei dal post su Jaime caricato senza la sua approvazione.

“Lo so”, dice Daenerys nervosamente. “Vieni, aiutami a mettere questo. Lo avevo dimenticato.”

Nymeria si avvicina, poi inarca un sopracciglio.

“Come si fa a dimenticare un bracciale da quattordici mila dragoni d’oro?”

“Saresti sorpresa da quante cose si possano perdere in un labirinto.”

Nymeria la guarda, ma per una volta non dice nulla. Daenerys le è grata, perché non saprebbe nemmeno lei come spiegare la frase che le è appena uscita di bocca.

 

Fa la sua grande entrata, tutti che ammutoliscono e poi applaudono, mentre un solo fotografo immortala l’evento. Rhaegar le si avvicina e Daenerys fa un piccolo inchino, lasciando poi che la prenda per le mani e faccia il suo discorso di benvenuto, i suoi auguri; parole false per la maggior parte, che le scivolano addosso, mentre scandaglia la stanza alla ricerca di Jaime, il quale è clamorosamente assente. La cosa la irrita immediatamente, perché lui le ha assicurato che non avrebbe tardato, non questa volta che è così importante non lo faccia.

Eppure eccola qui, dieci, venti minuti dopo il proprio arrivo – l’inizio ufficiale del ballo – e lui ancora non è qui. Desidera aspettarlo ancora, fare uno smacco a Rhaegar e aprire con lui le danze – come in fondo avevano concordato – ma dopo mezz’ora il re le viene vicino e la invita a ballare; c’è una stretta scaletta, un’ancora più stretta etichetta, e Daenerys non può rifiutarsi, quindi apre le danze con Rhaegar. Ballano un walzer e poi una quadriglia: di Jaime nemmeno l’ombra. Letteralmente. C’è Tyrion, che si agita accanto a Missandei e tracanna bicchieri di vino. C’è Joffrey Baratheon, che discute animatamente con suo padre, solo gli dèi sanno di cosa. C’è addirittura Myrcella, che si tiene vicina alla cugina Shireen, i loro vestiti dei colori dei Baratheon che si confondono l’uno nell’altro; che guarda con desiderio Jon, la possibilità di avvicinarsi a lui nulla per via della loro relazione tenuta ancora segreta. C’è lord Tywin, che guarda il proprio orologio di continuo, decisamente più in ansia e arrabbiato di Daenerys per questo ritardo. L’unica che manca è Cersei e Daenerys ha già sentito tre persone bisbigliare i nomi dei due gemelli al proprio passaggio; non ci vuole un genio per capire le conclusioni che tutti staranno traendo.

Nervosa, si aggira tra gli invitati, cercando di parlare con tutti e fare il proprio dovere, scappando praticamente via quando qualcuno osa chiederle di Jaime, ed è mentre è impegnata nell’intrattenere i propri ospiti senza perdere la testa che le si avvicina Maergery, con un sorriso timido e irresistibile.

“Volevo solo scusarmi per oggi pomeriggio”, le dice non appena hanno finito con i convenevoli.

“Non devi preoccuparti”, risponde Daenerys, forzando un sorriso. “Capisco benissimo la situazione.” Ora dovrebbe tacere, stare zitta, ha detto ciò che avrebbe dovuto e non c’è nulla da aggiungere; non sa come sia possibile che la situazione con Jaime funzioni, perché Dany ha sempre indossato il proprio cuore sulla manica, non si è mai tenuta un cecio in bocca, l’onestà è sempre stata il suo miglior pregio, il suo peggior difetto… per questo, anziché tacere, dice: “Tra me e Robb non c’è più nulla. Siamo solo amici. Qualsiasi sentimento romantico ormai è relegato al passato. Avevo bisogno di dirtelo.”

Maergery annuisce, abbassa lo sguardo, si morde le labbra perfettamente disegnate con un lucidalabbra rosa; si liscia il vestito verde che indossa e distoglie lo sguardo. Daenerys non sa cosa farsene di questa reazione, non sa cosa pensare, non se l’aspettava; si chiede se Maergery non sia più simile a Olenna di quello che Robb possa immaginare, se non si stia preparando per un’arringa, una risposta arguta, una recita.

Poi la ragazza parla e Dany ha la risposta a queste domande: “Lo è? È davvero passato per te?”

Il tono è gelido, a conferma che è stato tutto preparato in quei pochi secondi; preparato però a fatica, Daenerys può dire anche questo, perché il sospetto e il rancore negli occhi di Maergery sono palpabili anche se l’altra cerca di nasconderli, anche se con molta probabilità spesso è perfettamente in grado di farlo.

Daenerys non ha una vera risposta per questa domanda e pensa anche, irritata, che l’importante è che sia passato per Robb. Serra la mascella indignata, mentre anche lei si prepara all’offensiva, e sta per dirle proprio questo, che non deve impicciarsi dei suoi sentimenti, che l’importante sono quelli di Robb, che lei voleva solo essere carina e assicurarle che si è fatta da parte, che non rifarebbe mai quello che ha fatto con Talisa… che ha rinunciato a Robb, nonostante il suo cuore si stringa a pensare queste parole.

Sta per dirlo, rovinando forse qualcosa, fregandosene di rovinare qualcosa, egoista contro il proprio buonsenso come sempre; ma gli dèi le risparmiano questo errore ed ecco spuntare Jaime dal nulla, accanto a lei, con l’aria di chi non è stato da nessuna parte se non alla destra di Daenerys dall’istante in cui lei ha messo piede nella stanza.

“Miss Tyrell”, dice lui, contro ogni etichetta, contro ogni regola, tendendo la mano verso Maergery che confusa porge la propria, lasciando che lui la baci. Jaime lo fa con tutto il fascino e la disinvoltura di cui è capace e poi posa una mano sulla schiena nuda di Daenerys, per una volta sbagliando altezza, troppo in alto, la parodia di un fidanzato che sembra incapace di trattenersi dal toccare la pelle nuda della propria donna.

“Sarei dispiaciutissimo di interrompere qualche cosa di importante”, dice poi ironico e a Daenerys saltano i nervi che nel parlare le abbia carezzato la schiena con il pollice; non deve confortarla, non deve fingere, doveva solo essere qui prima, esserle accanto prima. “Ma credo che la mia principessa mi debba un ballo… non è forse vero, tesoro?”

Daenerys gli rivolge uno sguardo furioso e se lui fosse davvero il suo fidanzato, gli prenderebbe il braccio e lo scaccerebbe malamente; ma non è il suo ragazzo, è la sua copertura, e lei deve tenersela stretta, quindi dice, con la voce più tranquilla che le è possibile: “Certo, sì. Scusami, Maergery.”

Si lascia la perfetta fidanzata di Robb alle spalle e si fa condurre sulla pista da Jaime. Stanno suonando di nuovo il walzer e lei si lascia portare, ripensando con rabbia a quella sera in cui Tyrion rideva ubriaco: Jaime è davvero bravo a ballare, si muove a tempo di musica in modo innato, scivolando sulla pista con naturalezza, portandosela dietro come se ballassero insieme da anni e non fosse a malapena la terza volta che ballano il walzer, la prima che lo fanno seriamente.

Non lo guarda, timorosa di calmarsi se lo facesse o di arrabbiarsi ancora di più e fare poi una scenata. Purtroppo Jaime non è sulla sua stessa lunghezza d’onda e Daenerys sente gli occhi di lui fissi addosso, talmente irritanti che a metà canzone deve alzare lo sguardo e dire: “Cosa vuoi?”

“Sei arrabbiata”, dice lui tranquillo e lei vorrebbe dargli un pugno su quella mascella perfetta che si ritrova.

“Sì”, conferma con un sibilo, quasi tremando.

“Non si merita tutto questo livore, lo sai vero? Non è nessuno e questo è il tuo compleanno.”

Daenerys lo guarda incredula, quasi sconvolta, e la sua espressione deve essere davvero preoccupante, perché Jaime ricambia lo sguardo confuso, con le sopracciglia aggrottate.

“Credi che io sia così arrabbiata per lei?”

“Non lo sei?”

Oh, quest’uomo è davvero qualcosa di incredibile quando si ci mette.

“No!”

Un paio di coppie vicine a loro si girano, richiamate dalla sua voce alta e nervosa. Jaime sorride a quella alla loro destra e per qualche oscuro motivo fulmina quella alla sinistra, costringendo entrambe a distogliere lo sguardo. Quello di lui si posa su di lei, nervoso e severo.

“Calmati”, sibila velenoso. “Stai facendo una scenata.”

“Sei in ritardo”, lo ignora lei indignata all’idea di passare per quella che sta rovinando le cose, come se lui… “E ti sei presentato con Cersei.”

Jaime si irrigidisce; le dita della sua mano destra tremolano appena sul fianco di Daenerys, che vorrebbe allontanarlo da lei e scappare via.

“Mi dispiace. C’è stata un’emergenza”, le dice, tutto rosso, e Daenerys comincia a guardarlo, gli occhi che si muovono rapidamente nello scandagliare ogni angolo del suo viso, del suo corpo, come se lì ci fosse scritta la verità sulla natura dell’emergenza, come se potesse trovare un dettaglio che lo tradisca. Non lo trova e quindi domanda: “Che tipo di emergenza?”

“Questi non sono affari tuoi”, risponde lui sulla difensiva, tradendosi da solo.

“Ah, davvero?” domanda Daenerys, ora più che mai desiderosa di allontanarsi da lui e allo stesso tempo incapace di farlo. “Allora dovremmo chiuderla.”

“Non essere ridicola”, replica immediatamente Jaime, il panico che manda a fuoco i suoi occhi verdi.

“Tu sei quello ridicolo”, ribatte lei, cercando di controllare il proprio tono di voce. “Tu sei quello che mette tutto a repentaglio. Cosa credi che ci sarà sui giornali domani?”

“Questo stupido litigio, se non la finisci.”

“No, ci sarà il motivo per cui stiamo litigando. Ci sarà la tua stupidità…”

La sua voce è troppo alta, lo sa; ma è così arrabbiata. Così, così arrabbiata.

“Calmati”, le intima di nuovo Jaime preoccupato, stringendole la mano. “Ci guardano tutti.”

“Ma non è proprio questo che vogliamo? Che tutti ci guardino?”, domanda lei, ridendo amareggiata, quasi isterica. “Lascia che lo facciano, che vedano la verità. Le due delusioni delle più potenti famiglie di Westeros unite a dare spettacolo, a prendersi applausi e risate e insulti e… e…” Non sa cosa aggiungere, forse perché non sa nemmeno cosa sta dicendo. “Ma io non sono come te”, dice poi più a se stessa che a lui. “Io sono giovane. Sì, ho solo venticinque anni. Posso ancora fare qualcosa di buono, qualcosa che mi renda felice… Posso ancora fargli vedere… fargli vedere davvero… a tutti loro che…”

Le mani unite, i corpi vicini, girano intorno alla pista da ballo assieme a tutte le altre coppie. Inarrestabili, pare che la musica non possa mai fermarsi. Gira anche la stanza e la testa di Daenerys e lei ha solo bisogno di andare via, di uscire dalla sua testa. Una via di fuga, ha bisogno di una via di fuga; ma Jaime non la lascia andare, le dita sulla sua schiena tremano, ma il resto è rigido, sicuro, ferreo. Quindi lo guarda e con voce ironica e pietosa, gli dice: “Ma tu… tu sei una causa persa. Tu non potrai fare niente di davvero buono. Sei una disgrazia. Un idiota che non è nemmeno in grato di mostrare un po’ di gratitudine. Devi essere un idiota, devi… perché se no non lo capisco. Tu hai bisogno di tutto questo più di me. Tu hai bisogno di me…” Per favore, dimmi che hai bisogno di me. Non sa come lui stia reagendo a queste parole, non lo vede bene con gli occhi velati di lacrime.

“E stai rovinando tutto. Per cosa? Essere un fallito senza futuro che si scopa sua sorella?”

Non ne hanno mai parlato davvero. Lei non ha mai chiesto se fosse vero. Questo è il modo peggiore di affrontare l’argomento, ma ha bisogno che lui la lasci andare. Dove non sa, solo andare. Jaime, però, non fa mai mai mai ciò che Daenerys vuole o che si aspetta. Quindi non la lascia andare, anzi. La stringe di più a sé, in modo deciso e secco, facendole scappare un singulto di sorpresa. Quando parla, lo fa con voce dolce, sbagliata di fronte a tutto ciò che lei gli ha detto.

“Cosa c’è che non va?”

Nessuno glielo chiede mai, non così. In genere le chiedono cosa ci sia che non va in lei. Nessuno l’ha mai voluta capire, nessuno ha mai presupposto che il problema fosse fuori da lei e non dentro. Jaime lo fa e lei lo guarda come se non fosse reale, ma una fantasia con cui il suo cervello di nuovo si sta prendendo gioco di lei.

Ora torna alla realtà. La musica si è appena fermata e le è scappata qualche lacrima, che Jaime velocemente le asciuga con la punta delle dita, carezzandole il viso. Sente la gente bisbigliare attorno a loro e poi lui la porta lontano dalla pista, la mano buona stretta sul suo fianco. Daenerys si porta una mano al naso, asciugandosi poi altre lacrime che le sono scivolate lungo le guance.

“Niente”, risponde infine, quando lui torna a guardarla con quell’espressione corrucciata, la preoccupazione palpabile, nessuna traccia di rabbia.

“Daenerys”, sussurra lui con dolcezza, pregandola di parlare, ma lei non è in grado di dire la verità.

“Niente”, ripete quindi, la voce più sicura, distogliendo lo sguardo dal suo viso. Jaime le prende la mano e le accarezza il dorso con il pollice, rivolgendole poche parole che lei si è sentita ripetere spesso, ma mai con tale convinzione, mai così sincere.

“Parlami. Solo parlami. Puoi farlo.”

Non lo guarda, mentre nella sua mente per la prima volta le sembra di vedere l’uscita del labirinto e si chiede perché lui, come abbia fatto.

“È solo che…” inizia incerta. Non sa cosa aveva intenzione di dire, perché viene subito interrotta.

“Dany, amore mio”, la chiama la voce di sua madre alle sue spalle e lei e Jaime si voltano istintivamente. La regina è lì, al braccio di lord Tywin; accanto a sé, Daenerys sente Jaime irrigidirsi di nuovo. Non alza gli occhi su di lui, non sa se vuole vedere la sua espressione e affrontare anche questo problema. Lord Tywin la osserva, gli occhi chiarissimi quasi trasparenti sono puntati sul suo viso, cercando di capire cosa può farsene di lei. Una domanda che si pongono molti, a dire il vero.

“Vostra Maestà”, dice Jaime in tono solenne, facendo un piccolo inchino a sua madre che sorride soddisfatta, chissà per quale motivo totalmente rapita e ammaliata da Jaime. Lei è l’unica che non le ha mai detto nulla su questa frequentazione, anzi; Rhaella ne è stata felice fin dall’inizio e Daenerys si è sempre chiesta perché, ma non ha osato mai farne parola con la madre, fingendo che fosse solo per l’oggettiva bellezza dell’uomo. Ora, a vederla a braccetto con lord Tywin, mentre fa un gesto annoiato con la mano e dice: “Non c’è bisogno di queste formalità, ser Jaime. Siamo quasi parenti, d’altronde”, Daenerys si chiede di nuovo se non ci sia qualcosa di più, se sua madre non sia così innocente e svampita come lei la crede – come lei si costringe a crederla –, se non abbia lei stessa delle trame tutte sue.

“Lo siamo?”, domanda quindi a sua madre, con voce incredula e divertita. “E da quando?”

“Oh, beh… ma da quando… insomma…” dice sua madre spazientita, chiaramente in difficoltà.

“Daenerys, posso presentarti mio padre?” domanda Jaime, salvando la regina in calcio d’angolo. “Tywin di casa Lannister, lord di Castel Granito e protettore dell’Ovest”, snocciola Jaime con tono fin troppo ironico, quasi considerasse i titoli del padre una battuta di buon gusto e forse è proprio così, a giudicare dall’occhiata gelida e il mezzo sorriso sarcastico che lord Tywin rivolge al figlio.

“È un onore, Altezza”, dice educatamente Tywin, inchinandosi nel baciarle la mano.

“Oh, ma la regina ha ragione, mio lord. Non c’è bisogno di queste formalità, potete chiamarmi semplicemente Daenerys”, gli dice lei, scimmiottando la madre e che perfetta coppia sono lei e Jaime, adolescenti capricciosi, ribelli privilegiati che combattono l’oppressione genitoriale a colpi di sarcasmo e dispetti.

“Io credo che invece ce ne sia il bisogno”, interviene Rhaegar, arrivando con Elia sottobraccio proprio in quel momento. Con loro si avvicinano anche il principe Oberyn e la sua compagna Ellaria Sand. Daenerys arrossisce immediatamente a vedere il sorrisino beffardo che Oberyn rivolge a lei e Jaime e quasi non si rende conto che quest’ultimo è rimasto a fissare il re con astio, evitando i convenevoli e le formalità che invece lord Tywin ha eseguito alla perfezione. Quando se ne accorge, gli dà una piccola gomitata che lo spinge a fare l’inchino più breve e rigido della storia, per poi sputare: “Maestà”, rivolto a Rhaegar come se fosse un insulto.

“Ah, ser Jaime… voi siete davvero unico nel vostro genere”, commenta Oberyn divertito.

“Me lo dicono spesso. Soprattutto Daenerys”, risponde gioviale Jaime e lei sobbalza quando per la prima volta sente la mano di lui sul sedere. Arrossisce di nuovo, confusa ed eccitata. Dev’essere impazzito nel voler provocare Rhaegar così direttamente; suo fratello infatti ha notato subito il gesto e non stacca gli occhi dalla mano che Jaime continua a tenere candidamente sul suo sedere. Daenerys non sa se il brivido di eccitazione che sente è per il gesto in sé o per la sfida diretta a Rhaegar, ma nel dubbio cerca di fingersi tranquilla, anche se tutto, da quando ha aperto gli occhi stamattina, rema contro di lei.

“Jaime è davvero imprevedibile. Con lui non ci si annoia mai”, si sente dire e ride nervosamente, cercando di non far degenerare la situazione, anche se non vorrebbe altro che vederla esplodere.

“Scommetto che è molto divertente anche a letto”, dice Ellaria con nonchalance, guardando Jaime maliziosa. Rhaegar serra la mascella e fulmina la donna, Elia la riprende esplicitamente chiamando il suo nome, Oberyn ridacchia divertito, lord Tywin dà qualche colpetto sulla schiena della regina Rhaella che ha rischiato di soffocare con il suo sorso di champagne. Jaime fa un sorrisino e ricambia l’occhiata maliziosa, innervosendo Daenerys che tutta rossa cerca qualcosa da dire.

“Non credo che abbia abbastanza esperienza”, provoca Oberyn con una serie di sottointesi che non passano inosservati,

“Come ha detto Daenerys: sono pieno di sorprese”, replica Jaime, ancora con quella maledetta mano che non si sposta. Vorrebbe scacciargliela e chiederglieli spiegazioni. Vorrebbe scusarsi e trascinarlo in bagno per togliersi di dosso quel pizzicore che l’eccitazione le sta facendo diffondere lungo ogni lembo di pelle.

“Oh, lo è davvero. Mio fratello non fa mai quello che ti aspetti da lui. O che vorresti.”

Adesso tocca a Daenerys irrigidirsi. Non l’ha mai sentita dal vivo, ma conosce benissimo quella voce. Si volta e osserva Cersei Lannister; vestito rosso senza spalline con leoni dorati ricamati sulla gonna, rossetto e smalto della stessa identica sfumatura del vestito, orecchini e collana d’oro, i capelli biondi acconciati in morbide onde che le sfiorano le spalle. Jaime, accanto a lei, sembra quasi vibrare e Daenerys si sente frustrata e a disagio a ritrovarsi tra i due, non solo letteralmente come in questo caso.

“Conoscete mia figlia Cersei, principessa?” le domanda lord Tywin, con voce controllata che lascia trasparire solo una punta di orgoglio. Cersei la guarda con un sorriso sprezzante, gli occhi verdi che mandano fiamme di gelosia e per un secondo Daenerys si sente così piccola, così bambina accanto a lei; poi la mano di Jaime si sposta, tornando sulla schiena a quell’altezza perfettamente calcolata e consona, e Daenerys ricambia lo sguardo sprezzante di Cersei, alzando il mento.

“Credo di non aver mai avuto – la sfortuna – il piacere.”

“Quello è tutto mio, Altezza”, dice Cersei facendole una riverenza, per poi farla con un piccolo inchino con il capo anche a suo fratello, sua cognata e sua madre, avendoli forse già incontrati prima. Vent’anni fa avrebbe dovuto inchinarsi di nuovo, ma uno dei primi importanti gesti di Rhaegar da re era stato sfoltire tutto l’apparato del protocollo di corte.

“È incredibile che siate arrivata proprio ora, lady Baratheon”, le si rivolge Oberyn, divertito. “Stavamo commentando le doti di vostro fratello in camera da letto.”

Ellaria ride ed Elia dice nervosamente: “No, non lo stavamo facendo. Oberyn, smettila.”

“Quali doti?” domanda Cersei sarcastica, sempre con quel sorrisino bastardo. “Mio fratello è stato una Guardia Reale per vent’anni, dubito abbia esperienza.”

Jaime dà suo malgrado in uno sbuffo incredulo, guadagnandosi un’altra piccola gomitata da Daenerys.

“Questo è proprio ciò che stavo dicendo”, dice allegro Oberyn, lo sguardo che vaga su Cersei e si sofferma sulla sua generosa scollatura.

“Sei sempre così volgare!” sbotta Elia irritata, notando dov’è andato a cadere lo sguardo del fratello. “Un po’ di contegno…”

“Mia cara, abbassa la voce”, sussurra Rhaegar, tirando appena il braccio della moglie.

“Il contegno rende la vita noiosa e triste, mia regina”, risponde Ellaria nonostante Daenerys possa leggerle in viso il fastidio che prova per l’interesse in Cersei di Oberyn.

“Beh, su questo posso concordare”, commenta Rhaella, ridacchiando gioviale.

Madre!” esclamano Rhaegar e Daenerys all’unisono, per una volta uniti in un sentimento: l’imbarazzo.

“Avrei detto che voi, principessa, concordaste con vostra madre”, la provoca Cersei con quel tono sarcastico che fa venir voglia di schiaffeggiarla. Daenerys la guarda con astio e gelosia, irritata dalla frecciatina a tal punto che non le va di tenere su le apparenze. Cersei sostiene lo sguardo, per poi dire: “Penso che presto ti annoierai del mio caro fratello. Al contrario di voi, lui non sa come divertirsi.”

“Divertirsi è l’unica cosa che fa”, commenta a sorpresa lord Tywin, severo. “Se potesse concentrarsi anche sul lavoro, una volta tanto…”

“Ok, credo che basti”, interviene Jaime esausto, facendo per spingerla lontano dal gruppetto. “Non hai sete?” le chiede, visibilmente in difficoltà

Daenerys annuisce e sta per scusarsi con tutti e farsi guidare lontano da Jaime, quando Oberyn prende di nuovo la parola.

“È un peccato che ve ne andiate, ero davvero interessato ai talenti di ser Jaime. Non potendo rispondere la principessa, magari vorrà farlo lady Baratheon in privato più tardi.”

Dèi. Non c’è una persona che con questa frase Oberyn non abbia turbato. Lord Tywin è diventato viola, apparentemente sul punto di una sfuriata di quelle che Daenerys ha sentito tante volte raccontare da Missandei. Sua madre è pallida e sconvolta quanto Elia, mentre Ellaria è visibilmente ingelosita e urtata dallo spudorato provarci di Oberyn con Cersei, la quale invece ricambia con un sorriso sornione e un educato: “Più tardi sarò con mio marito, principe Oberyn, ma grazie per l’invito.”

Daenerys non osa guardare né Jaime né Rhaegar. Non sa quale delle reazioni dei due potrebbe darle più fastidio, se la gelosia di Jaime o l’astio e il disgusto di Rhaegar. Afferra Jaime per la manica della giacca e lo trascina via senza dire nulla, verso il bar.

Non l’ha ancora guardato in faccia, non gli ha detto nulla e lui è stato altrettanto silenzioso, quando vengono intercettati dall’ennesima scocciatura: Viserys.

 

Mezz’ora dopo, Daenerys è seduta a terra in uno dei bagni di servizio adiacenti alla sala in cui è tenuta la festa, le braccia strette attorno alle ginocchia, in cui ha immerso il viso nell’atto di piangere come una disperata. Non riesce a fermarsi, il dolore e la frustrazione che la investono ad ogni nuovo singhiozzo, onde su uno scoglio. È così che si sente, uno scoglio sferzato dall’acqua violenta, questa vita che giorno per giorno la logora, solo che lei non è di pietra, il suo deteriorarsi può essere graduale fino ad un certo punto; poi si spezza ed esplode, piange e si fa tempesta.

Bussano alla porta e lei vuole urlare senza parole. Urlare e basta.

“Vattene via, mamma”, singhiozza invece. “Non voglio parlare con te!”

“Allora è una fortuna che io non sia tua mamma”, risponde Jaime dall’altra parte della porta, un lieve sorriso nella voce.

Daenerys alza gli occhi al cielo, sbuffa, dà in un altro singhiozzo.

“Non voglio parlare nemmeno con te”, gli dice frustrata, dando un pugno alla porta.

“Ok”, sussurra Jaime ed ha una voce così sottile che per un attimo, follemente, Daenerys pensa che possa mettersi a piangere anche lui. “Non parliamo allora. Stiamo seduti per terra, in silenzio. Oppure…”

Daenerys aspetta la fine della frase incuriosita e sbuffa in nuovo, dando un altro piccolo pugno alla porta, quando capisce che Jaime non ha intenzione di finirla finché non avrà prova di aver attratto la sua attenzione.

“Oppure cosa?”

“Oppure possiamo stare in silenzio davanti ad una cioccolata calda.”

 

È davvero pieno di sorprese. Nessuno avrebbe mai potuto sperare di uscire dalla Fortezza Rossa senza essere notato in una serata come questa; nessuno, eccezion fatta per Jaime Lannister.

Daenerys lo guarda incredula, con gli occhi gonfi, mentre lui al bancone ordina a Frittella due cioccolate bianche al limone e caramello. Sono sgusciati nel garage come se nulla folle, prendendo una serie di scorciatoie e passaggi segreti di cui Daenerys, pur vivendo nella Fortezza Rossa da sempre, non conosceva nemmeno l’esistenza. Sono saliti sull’auto di Jaime e poi hanno preso un tunnel sotterraneo, anche questo sconosciuto a Daenery, che ha così scoperto che ci sono cinque uscite per automobile e sedici a piedi dalla Fortezza Rossa. Lei era rimasta a due e sette ed ora eccola qui: seduta nella sua bakery preferita, nel suo pomposo vestito di taffetà lillà, con un totale di cento mila dragoni d’oro addosso tra gioielli e vestito, un trucco completamente rovinato dalle lacrime e un mazzo di dodici garofani rossi; da quando ha sbagliato la prima volta, Jaime continua a comprarle quelli anziché le rose.

Fatto l’ordine Jaime torna da lei, portando lui stesso le due tazze, e le si siede di fronte, spingendole la propria vicino piano piano. Daenerys lo continua a guardare, gli occhi cerchiati di nero che la fanno sembrare un panda, mentre lui sorseggia la propria cioccolata lentamente. Come se nulla fosse.

“Come ci riesci?” si sente sussurrare. Jaime alza gli occhi e la guarda confuso.

“A fare cosa?”

“Questo”, dice lei alzando le braccia per indicare ciò che li circonda. “Comportarti come se fosse tutto normale.”

“A volte è l’unico modo per sopravvivere”, replica lui abbassando lo sguardo. “Fare finta di niente, sai…”, si ferma, fa una smorfia, strizzando l’occhio destro e aggiunge: “Non ci sto riuscendo molto bene, recentemente… Il conto da pagare arriva per tutti. Il debito… ma immagino che… stasera… hai bisogno che qualcuno ti metta al primo posto. Un buon amico è capace di fare questo, no?”

“Lo sei?” gli domanda commossa, con la voce che le si spezza. “Un mio amico?”

“Immagino di sì”, risponde lui candidamente. “Cerco di esserlo. Non so.”

Rimangono per un attimo in silenzio, lei che piange e lui che guarda la cioccolata; poi Daenerys decide che ne ha abbastanza.

“Ti ricordi quando avevo diciotto anni ed io e Rhaenys eravamo inseparabili?”

“Non devi parlare”, la interrompe Jaime guardandola molto serio, quegli occhi verdi così brillanti venati di paura e preoccupazione.

“Ma voglio”, risponde lei duramente. “Ne ho bisogno.” Poi si prende il viso tra le mani, si massaggia le tempie, sperando che lui abbia voglia di ascoltarla. E lui ne ha.

“Me lo ricordo… mi sono sempre chiesto…” le dice, invogliandola a parlare, fermandosi perché probabilmente non c’è molto da aggiungere. La domanda è chiara.

“Lei è la figlia di mio fratello, io sono tecnicamente sua zia… ma tra noi non era così, forse perché abbiamo quasi la stessa età. Siamo cresciute insieme, in simbiosi, come sorelle. Solo che non eravamo sorelle, eravamo… in qualche modo qualcosa di più. Amiche, mi viene da dire, ma non è la parola giusta. Finché non si è diplomata, abbiamo vissuto insieme quasi ogni giorno della nostra vita, anche se lei era tre anni più grande. Non mi ha mai lasciata sola o indietro, piuttosto mi portava avanti con lei. Poi è andata al college e io… non era normale che ne soffrissi così tanto, ne ero già consapevole. Ci sentivamo tutti i giorni, ma non era lo stesso e sapevo che anche lei si sentiva così. Quando compii diciassette anni, lei tornò a casa per il mio compleanno… Il compleanno più bello della mia vita”, si ferma per un attimo, persa in quel ricordo; nella risata di Rhaenys quel giorno, nei suoi capelli scuri e morbidi, profumati di lavanda, in quegli occhi marroni caldi e amorevoli. Guarda Jaime, con le labbra che tremolano; non sa come andare avanti, lui non immagina cosa stia per dire, è evidente dalle sue sopracciglia aggrottate.

“Mi baciò quella sera”, sputa quindi fuori, guardandolo. Si aspetta sorpresa, shock quasi, invece Jaime aggrotta solo di più le sopracciglia, la bocca che si contorce in un’espressione d’amarezza. “So che era sbagliato”, le scappa, come se dovesse giustificarsi, ma Jaime scuote la testa, dicendole implicitamente di non farlo e lei sente abbastanza coraggio da continuare: “Ma niente era mai sembrato così giusto. Finalmente aveva tutto senso, quella sofferenza a stare lontane, quel vuoto allo stomaco a stare vicine: eravamo innamorate. E felici.”

Ancora una volta si ferma, assapora il passato e i ricordi che solo adesso lascia le sembrino dolci come la cioccolata che non ha ancora bevuto.

“E poi Rhaegar lo ha scoperto.”

È Jaime a dirlo, un rancore nella voce così forte che sembra più dell’ombra di quello di Daenerys. Lei annuisce, non c’è nulla da aggiungere. Rhaegar lo ha scoperto, come è ancora un mistero, e le ha convocate entrambe, per dir loro quanto fosse disgustoso ciò che stava avvenendo tra loro, intimando che finisse immediatamente. Rhaenys aveva preso la parte peggiore, perché era l’erede, avrebbe dovuto mandare avanti la dinastia, una dinastia che stava cercando di cancellare l’onta della pratica incestuosa mandata avanti per secoli. Gli eredi si sposano e fanno figli, non baciano le loro nipoti, non baciano persone del loro stesso sesso punto. Rhaenys aveva preso la parte peggiore ed era stata zitta. Daenerys aveva parlato, Daenerys aveva gridato, Daenerys si era ribellata. E Daenerys era poi stata mandata via, più lontano del semplice college. Ad Essos, in missioni umanitarie. In esilio, come era successo a Viserys dopo che era stato implicato in uno scandalo di prostituzione e droga prontamente insabbiato, esattamente come tanti altri grandi e piccoli scandali di casa Targaryen.

Lì, racconta a Jaime brevemente, si era innamorata di nuovo. Di un uomo più grande, pericoloso, selvaggio e forte, che voleva farla pagare a chiunque le avesse mai fatto del male. Un uomo dothraki che era morto in un incidente stradale. Drogo era stato un pilota di moto da corsa famoso e Jaime sa della sua morta abbastanza da non chiederle nulla, anche se la notizia che Daenerys stesse con lui all’epoca lo sorprende. Doreah aveva ragione su una cosa: lei protegge le persone di cui è realmente innamorata con una ferocia esemplare. I suoi grandi amori li conosce solo lei. E ora Jaime.

“Dopo lo scandalo di Qarth, Rhaegar mi permise di tornare a casa, dicendo che lontana dai suoi occhi facevo più danni che altro”, continua a parlare, pensando che ora vuole dire tutto, confessare tutto, ogni cosa. “Non ero sola, però. Scoprii che una parte di Drogo era sopravvissuta ed era venuta con me. Dovetti dirlo a mia madre… e lei dovette dirlo a Rhaegar.”

Daenerys aveva odiato sua madre così tanto, così a lungo, finché non avere una madre era diventato estenuante.

“Ti ha costretto a farlo”, commenta soltanto Jaime, con voce dura e piena di rabbia.

“Tutti volevano che lo facessi”, spiega lei, sguardo vacuo e tono incolore. “Ero una bambina, non adatta a prendersi cura di un altro bambino. E poi sarebbe stato un grande scandalo. Quindi sì, mi ha fatto abortire l’unica cosa che mi era rimasta di Drogo. Nessuno, a parte me, Rhaegar, mia madre e il medico che fece l’operazione ha mai saputo qualcosa.”

Ad eccezione di Olenna Tyrell e poi tutto il suo studio. E l’avvocato che la famiglia reale aveva assunto per farli tacere. Quindi è diventato un segreto per nulla segreto, ma non vuole parlare di questo a Jaime, questo è secondario nella sua confessione, ci sono altre cose da dire, da tirare fuori.

“Lì ho deciso di non amare mai più nessuno che non amassi già. E di far vivere l’inferno in terra a Rhaegar. Essere sempre un problema, dargli indietro un decimo di quello che ha fatto passare a me”, spiega impaziente, sperando che lui capisca. “Ma è così difficile, a volte”, aggiunge poi, ricominciando a piangere. “Così fottutamente difficile. Perché non po- non posso non amare, non è possibile. E questa vendetta mi tiene indietro, ancorata al passato. Quando vorrei… tutti vanno avanti, perché io no? Rhaenys si sposa e io sono ancora qui a sentirmi dire che ho rovinato la vita a Robb Stark, a combattere Rhaegar, a non avere nulla che sia davvero mio. E non è che non ho rovinato la vita a Robb, l’ho fatto, perché era felice con Talisa e io sono tornata e non volevo che fosse felice con lei. Ero innamorata di quanto Robb mi amasse e non volevo lasciarlo andare, volevo tenerlo e ora Maergery Tyrell pensa di potermi rinfacciare cose che non la riguardano e… e… ho venticinque anni e vorrei dimostrare che… vorrei vendicarmi di Rhaegar facendogli vedere che non sono un fallimento, ma poi farei e sarei esattamente ciò che vuole da me. Quindi che posso fare?”

Alza le braccia, chiedendo aiuto a Jaime con lo sguardo. Lui apre la bocca, ma lei non lo lascia parlare e continua: “Non posso avere la vita che vorrei davvero. Niente responsabilità, niente fotografi, niente etichetta, niente soldi o privilegi, niente… Solo una bella casa come tante famiglie normali, con la porta rossa e un orto e potrei vivere di quello, vendere quello che coltivo, limoni magari… Ma non posso farlo, cazzo!”

“Daenerys”, mormora Jaime allungando la mano verso di lei, che frustrata lo ignora e finalmente si toglie la tiara, gettandola sul tavolo tra loro, per poi riprendere a sfogarsi, incapace di fermarsi.

“Quindi stavo mentendo prima. Non posso proprio farla vedere a nessuno, perché sono condannata a rimanere in questo circolo vizioso di dolore, in cui faccio male alle persone che amo e loro fanno male a me e io faccio male a me e così via, in loop, sempre sempre sempre. Ed ho bisogno di questa finzione, Jaime. Ne ho bisogno, perché così non penso e dò problemi a Rhaegar e tutti pensano che stia bene e nessuno sospetta che invece non sto un cazzo bene. Come se poi servisse davvero, come se poi qualcuno avesse davvero mai fatto caso a come sto. Quindi scusa per prima, scusa!” grida quasi e Jaime le prende piano le mani, sussurrando che non deve preoccuparsi, ma lei piange e continua a scusarsi.

“Scusami, scusami. Non sei una causa persa, né una disgrazia. E… e… sono io quella che ha bisogno di te. Perché senza tutto questo, io non… io…”

Non ho niente. Non lo dice, perché si perde a guardare come Jaime le accarezza le mani con le dita, tenendole strette.

“No, no”, dice Jaime con la voce più dolce che lei gli abbia mai sentito. “Avevi ragione. Ho bisogno di te. E sono una causa persa.”

Daenerys lo guarda, sentendo il cuore che le trema, tutto che trema, e al tempo stesso si sente più tranquilla, calma, immobile. Fa un respiro profondo, dentro e fuori, chiedendosi come sia possibile che lui sia capace di farle questo effetto. Più si sente cadere nel vuoto, più lui è in grado di riportarla con i piedi a terra, guidandola fuori dal labirinto della sua mente, dicendole esattamente ciò che voleva sentirsi dire sulla pista da ballo e cioè che ha bisogno di lei così come lei di lui. È reale adesso, non più solo un suo desiderio.

Restano così in silenzio per un minuto e un’eternità, Jaime che le accarezza le mani e Daenerys che lo guarda con la bocca socchiusa e le lacrime agli occhi; poi lei parla ancora, perché c’è qualcos’altro che ha bisogno di dirgli, di chiedergli.

“Viserys…” inizia, rivedendo suo fratello che arriva a chiederle di ballare, impedendo loro di prendere da bere. “Mi ha detto…” “Sei la vergogna della nostra famiglia. La puttana dello Sterminatore di Re. Mi fai schifo.” “Che hai ucciso nostro padre.”

La morte di re Aerys II è sempre stata una di quelle faccende complicate, che la casa reale aveva reso ancora più complicate. La versione ufficiale diceva che il re, malato da tempo, si era ferito pulendo una pistola sotto gli occhi della sua Guardia Reale, Jaime Lannister. Questo non aveva fermato i pettegolezzi, le teorie del complotto, che vedevano Jaime come esecutore del delitto e gli erano valse l’infame soprannome. La verità era un mistero per Daenerys, che non aveva mai avuto il coraggio di chiedere a nessuno. Nemmeno ora lo sta facendo, lasciando che la domanda aleggi tra di loro. Jaime ha gli occhi fissi sul suo viso, una serie di emozioni diverse contorcono il suo viso in una maschera di confusione, rabbia e rimpianto.  E quando parla lo fa con voce seria e dura, inflessibile, dando una risposta così semplice e diretta che per un attimo Daenerys pensa che la stia prendendo in giro.

“Ha ragione. L’ho fatto.”

Così, semplice e lapidaria. La verità che non è altro se non la verità.

“Perché?” gli chiede incredula, senza sapere bene come questa informazione la faccia sentire.

“Perché era un folle e un pericolo per le persone”, risponde Jaime velenoso, un rancore mai davvero sopito che lo fa sembrare giovane quasi come fa la sua risata, come se avesse di nuovo ventiquattro anni e avesse appena premuto il grilletto. “Perché rendeva la vita di tua madre un inferno e lei era regina, sangue reale, nello stesso identico modo di lui. Andava protetta, anche da lui, e fanculo ciò che diceva Jonathor Darry. Perché andava fatto e nessuno aveva mai avuto il coraggio di farlo. E tuo fratello mi ha sempre odiato per questo. Perché io avevo avuto le palle che lui si era dimenticato nel letto di qualche ragazza che non era sua moglie.”

Daenerys dà in un piccolo ansimo sgomento, nello scoprire che il rancore di Jaime non è neanche per suo padre, ma per Rhaegar; nello scoprire che Rhaegar, il retto e santo Rhaegar, ha tradito Elia; ma soprattutto nello scoprire che… non sente nulla per suo padre. Non sente rabbia per l’assassino di suo padre. Nulla di più di quello che sentiva prima di sapere che avesse effettivamente ucciso suo padre.

“Ecco perché a mia madre piaci così tanto”, commenta lei soltanto, facendogli scappare un sorriso.

“Sì, suppongo che questo sia il motivo,” dice Jaime dolcemente, con palese piacere al pensiero di avere il favore della regina Rhaella.

Dany gli sorride e questo porta lui a sorridere ancora di più. Le prende le mani e se le porta alle labbra, baciandole le nocche una per una, facendole bloccare il respiro nel petto; poi gliele lascia e torna alla sua cioccolata calda, come se lei non avesse appena avuto un crollo mentale in cui gli ha confessato tutto ciò che non va nella sua vita,

“Bevi la tua. Si fredda”, le dice premuroso e lei obbedisce, arrossendo appena.

Si sente ora finalmente leggera, libera, perché adesso c’è qualcun altro che porterà il peso di tutto c’è che le è successo assieme a lei. Non sa ancora bene ciò che prova per Jaime, ma ora ha la certezza che lui sia un amico. Forse il migliore amico che lei abbia mai avuto, perché con nessuno si era mai sentita così capita, accettata. Non lo sa, con questo pensiero le sembra di fare un torto agli altri suoi amici, a cui vuole un bene dell’anima. Forse Jaime è diverso, semplicemente diverso. Qualcosa di indefinibile.

“Mi dispiace per quello che ho detto su Cersei”, gli dice poi mortificata, rivivendo con vergogna la sfuriata che gli ha fatto sulla pista da ballo. “Non avrei dovuto…”

“Non preoccuparti. Avevo capito ci fosse qualcosa che non andava”, dice subito lui, facendole un sorrisino. Prende la tiara e se la gira tra le mani, per poi dire: “Non che sia falso, ciò che hai detto. Me la scopo, in effetti.”

Questa confessione leggera, buttata lì come se nulla fosse, la sorprende e la fa arrossire, una parte di lei che ringhia per la gelosia; ma poi Jaime prende ed indossa la tiara e finalmente tutta la tensione che Daenerys ha accumulato negli ultimi giorni – o anni – esplode come una bolla. E lei ride.

“Cosa?” domanda Jaime, fintamente confuso. “Non mi sta bene?”

Lei continua a ridere, istericamente, portandosi le mani sul viso, mentre Jaime si specchia nel contenitore dei tovaglioli.

“Cazzo, sono ridicolo! Questo è un problema, considerato che i nostri genitori ci stanno organizzando il matrimonio. Le tiare peggiorano le mie orecchie.”

“Per favore, smettila. Mi stai facendo piangere.”

Si asciuga le lacrime causate dalle risa continuando a ridacchiare e sente il viso andarle a fuoco quando nota come la sta guardando. Nessun amico l’ha mai guardata così. È qualcosa di più profondo dell’amicizia, di più bruciante dell’attrazione fisica. Oh, uh, pensa preoccupata di ricambiare con lo stesso sguardo. Sperando di non star ricambiando con lo stesso sguardo.

“Almeno”, dice lui, riprendendole una mano e baciandola. “Non ti faccio piangere di dolore.”

 

Trovare parcheggio sotto casa di Jaime è un casino, quindi sono costretti a fermarsi ad un isolato di distanza. Il quartiere è tranquillo, residenziale, pieno di ricchi, quindi Daenerys si sente tranquilla nel camminare con lui verso casa, mano nella mano, come se stessero tornando dal cinema e non da una serata di galà.

La finzione si spezza quando, svoltando l’angolo, notano che la strada è piena di fotografi.

“Oh, oh”, mormora Jaime stringendole la mano e facendo un passo indietro, con la chiara intenzione di scappare.

“Corriamo e basta”, suggerisce Dany, perché dove possono andare? Di certo non possono tornare alla Fortezza Rossa. Lei di certo non vuole tornare a casa. Quindi comincia a correre, con lui dietro, le mani strette insieme. I fotografi li notano ed ecco subito la tempesta di flash, le voci che gridano i loro nomi. Si buttano in strada, per attraversare, ma ovviamente anche davanti al portone è pieno di fotografi. Per la prima volta, da anni, Daenerys sente il panico salire a vedersi circondata, perché stasera non ha davvero la voglia di affrontare questo caos. Stringe la mano di Jaime, non sa nemmeno perché, non sa cosa fare, quindi si volta a guardarlo in cerca di aiuto, sperando che le venga un’illuminazione solo a vederlo in viso.

Jaime è agitato quanto lei, se non forse di più, ma a guardarla l’illuminazione viene a lui. Un guizzo rapido nelle iridi verdi, nulla di più, e solo chi lo conosce davvero bene può riconoscere sul viso arrogante e imperturbabile di Jaime Lannister quando ha un’idea. Le sorride furbo e felice, mandandola in confusione. Un secondo dopo si sente tirare per la mano verso di lui. Sente le dita di lui sul viso. Gli occhi verdi selvaggi sono incredibilmente vicini, il sorriso bianco ed enorme, soddisfatto, fiero. E poi le labbra di Jaime sono sulle sue.

Le cade il mazzo di garofani di mano e per un attimo non ricambia, troppo sorpresa. Non può credere che stia accadendo davvero, che stia accadendo finalmente. Forse è un altro sogno.

Oh no, pensa nel sentire la lingua di Jaime sulle labbra. Non è un sogno. Schiude le labbra e lascia che lui la baci, la baci davvero. Ricambia, incontrando la sua lingua con la propria. Sente una gioia selvaggia esploderle nel petto, una risata che le gorgoglia nella gola, e gli afferra il bavero della camicia, mentre lui la stringe a sé avvolgendole le braccia attorno alla vita. I flash dei fotografi sono come fuochi d’artificio dietro le palpebre di Daenerys e Jaime è come Altofuoco, che dalle loro labbra unite si diffonde nelle sue vene, facendola bruciare di una passione che non ha mai sentito prima. Qualcosa che è gioioso e libero, violento e calmo. Adrenalina pura e confortante come una coperta.

Quando si separano ridono ed è ancora ridendo che Jaime la prende per mano e corre verso il portone, trascinandosela dietro. I fotografi li fanno passare, forse sconvolti e colpiti dall’evento quanto loro due. I tacchi di Daenerys calpestano i garofani mentre lei corre, sentendosi come se stesse volando.

 

Quando sono soli, in casa, l’euforia sparisce e subentra la realtà; ovvero il fatto che non sanno che cosa hanno fatto. Non sanno cosa farci con quel bacio. Fosse chiunque altro ad averla baciata così, probabilmente Daenerys sarebbe già nuda sotto di lui o lei, ma è Jaime. Jaime. Il suo finto fidanzato, l’unico di cui si sia mai fidata al punto di aprirsi completamente, qualcuno a cui non rinuncerebbe mai, un vero amico. Il sesso rovina queste cose, Daenerys lo sa benissimo, perché le è sempre successo. Ogni rapporto speciale che ha avuto è stato rovinato da un bacio che non era rimasto solo un bacio. Questo non può succedere con Jaime, perché è certo, sicuro, matematico che con lui le cose non andrebbero diversamente. Lui ama un’altra, Daenerys lo sa, lo ha sempre saputo.

Lo guarda e vorrebbe sapere cosa pensa, ma Jaime è fermo immobile in mezzo al salotto con espressione confusa, quelle sopracciglia aggrottate che a Dany non fanno mai capire cosa sta pensando.

“Questa sera dovresti rimanere”, le dice poi all’improvviso, talmente di colpo che Daenerys sobbalza. “Non credo se ne andranno presto.”

“Sì, hai ragione”, risponde lei annuendo, cogliendolo di sorpresa. “Mi daresti un pigiama?”

“Oh… sì, certo. Subito.”

Sparisce in camera e riemerge dopo esattamente due secondi, porgendole un pigiama a quadri neri e rossi. Daenerys lo prende e quando le loro dita si sfiorano pensa a come poco prima aveva quelle di lui strette sulla schiena in modo disperato. Arrossisce e lo guarda, deglutendo nel trovarlo a guardarla altrettanto rosso.

“Io dormirò sul divano”, le dice con voce roca che la fa diventare ancora più rossa.

“Non essere ridicolo”, replica. “È casa tua. Divideremo il letto.

“Sei sicura?”

“Certo, che problema c’è?”

 

Un problema c’è ed è enorme: Daenerys vuole andare a letto con Jaime, ma non per dormire. Ci pensa mentre in bagno si toglie i gioielli e il vestito e si ferma a guardarsi allo specchio, indecisa se togliere anche il reggiseno e le mutande, con cui di solito non dorme. Alla fine toglie solo il reggiseno, essendo che è praticamente un corsetto più che un reggiseno, e lascia le mutande, perché non vuole essere così spudorata, a maggior ragione che il pigiama non è il suo. Mentre lo indossa, pensa che il pigiama deve essere nuovo, mai indossato; profuma di detersivo del bucato ed è perfettamente stirato, cosa che i pigiami di Jaime non sono mai, dato che li toglie alla domestica perché pensa che sia uno spreco di tempo stirarli. Arrossisce a pensare che non dovrebbe sapere tutte queste cose su di lui, non ci sono altre persone – all’in fuori di sua madre e di Tyrion per osmosi – su cui sappia così tante cose. Indossa il pantalone tremando e per questo ha difficoltà a infilare la camicia, litigando con i bottoni. Altro indizio che il pigiama è nuovo: Jaime odia questo tipo di pigiami, infatti usa sempre vecchie t-shirt o magliette per il sopra. Scuote la testa, cercando di non pensare a Jaime, impedendosi di pensare a Jaime. Si lava i denti con uno degli spazzolini in più che Tyrion tiene nel cassetto sotto il lavandino e poi lo posa accanto al bicchiere in cui stanno quelli di Jaime, Tyrion e Missandei, rifiutando di mettersi sullo stesso piano della sua amica ufficialmente fidanzata con il minore dei fratelli Lannister. Lei non è una fidanzata ufficiale. È un’amica. Una finta fidanzata ufficiale, forse. Non dovrebbe essere qui. Non avrebbe dovuto fare nulla di tutto ciò. Si prende il volto tra le mani e dà in un gemito frustrato.

Ma che cazzo sto facendo?

 

Si addormentano lontani, con una distanza di sicurezza che decidono senza dirselo, con naturalezza. È una misura inevitabile, specialmente quando Jaime entra in camera con i capelli scompigliati, e un pigiama nuovo composto di t-shirt bianca e pantaloni grigi che lasciano poco all’immaginazione. Daenerys arrossisce così tanto che gli augura frettolosamente la buonanotte e si mette sotto le coperte, dandogli le spalle, senza neanche chiedergli un paio di calzini come aveva pensato di fare prima che entrasse. Lui ricambia la buonanotte con voce confusa e poi spegne la luce, mettendosi sotto le coperte. Lo sente rigirarsi un paio di volte prima di crollare lei stessa, gli occhi stanchi per le troppe lacrime della serata.

Non sogna, grazie agli dèi, che però l’abbandonano la mattina dopo, quando si sveglia con lui tutto accoccolato addosso e la sua erezione mattutina premuta contro la coscia.

“No!” grida agitata, dandogli un calcio sul ginocchio che lo fa svegliare con un sussulto.

“Cosa?”, biascica riavvicinandosi istintivamente. “Che succede?”

“Che fai?” grida ancora Daenerys, spingendolo via.

“Tu che fai? Sei pazza?” sbotta lui di rimando, tornando sul proprio lato, mentre si passa una mano sul viso stanco.

“Tu… tu… sei… tu…” dice lei gesticolando verso il cavallo dei suoi pantaloni, grata che sia rimasto sotto le coperte, mettendosi in ginocchio sul letto.

Jaime alza la coperta e si guarda il pacco, un lieve rossore che gli colora le guance.

“Sono un uomo, Daenerys”, le dice esausto.

“Me lo hai messo addosso!” lo accusa lei, fuori di sé.

“Stavo dormendo?”, le dice lui con fare ovvio per discolparsi. A questo Daenerys non sa cosa replicare, quindi fa una smorfia e non dice nulla. Jaime sospira, si passa una mano sul viso e poi dice: “Senti, so che stai così per ieri sera…”

Lei arrossisce e cerca qualcosa di intelligente da dire, ma si perde nel ricordo delle labbra di Jaime sulle sue, del sapore della sua bocca, il suo odore – il sapone con cui si lava la faccia –, le sue dita piantate sulla schiena, che la stringono; e deve stare zitta.

“Abbiamo solo dato a quegli sciacalli la prima pagina di oggi. Niente è cambiato”, la rassicura lui quasi convincendola che sia così, che oggi il sole sia sorto comunque ad est e non nei suoi occhi.

“Sì”, dice quindi Dany, passandosi una mano tra i capelli sfatti, tranquillizzandosi appena, “Hai ragione.”

“Certo che ho ragione”, ripete Jaime, annuendo alle proprie parole. “Avrebbe dovuto succedere prima o poi, no?”

“Oh sì”, conviene Daenerys anche se non ci aveva mai pensato; non nell’ambito della stampa almeno. “È solo un bacio. Non un grande affare.”

“Esatto”, conviene Jaime con però di nuovo addosso la sua espressione confusa. Stanno di nuovo in silenzio per un attimo, a guardarsi seduti sul letto, poi Jaime torna a distendersi, tirandosi le coperte fino al mento, e dice: “Dovremmo dormire un altro po’.”

Daenerys annuisce e fa lo stesso, mettendo questa volta un cuscino tra loro due, facendogli alzare gli occhi al cielo.

“Calmati”, le dice Jaime insofferente. “È solo un bacio. Non un grande affare”, dice sarcastico, ripetendo le sue parole.

“Che è esattamente ciò che ho detto io”, commenta Daenerys irritata. “Infatti sono calma.”

Ricala il silenzio. Stesi l’una accanto all’altro, un cuscino a dividerli, fissano il soffitto ognuno perso nei propri pensieri. Cosa abiti la mente di Jaime è un mistero, ma quella di Daenerys è limpida come l’acqua di uno stagno.

Calma, certo che è calma. Come potrebbe non essere calma? Si è solo resa conto che ciò che prova per Jaime Lannister – uomo più grande di lei di ventun anni, assassino di suo padre, famoso per scoparsi la sorella gemella con cui ha avuto non uno, non due, ma tre figli – ha un nome ben preciso, poco importa quanta voglia abbia di ammetterlo.

Non un grande affare. È calma. Sì, totalmente calma.

In fondo, è solo innamorata del suo finto fidanzato.

Di cosa dovrebbe preoccuparsi? Cosa potrebbe mai andare storto?

Assolutamente niente.

 

 

 

Note dell’autrice:

Buonaseraaaaa! Ed eccoci ancora qui, con questo piccolo grande pezzo di follia! In realtà ho poco da dire, perché tutto ciò che si sarebbe potuto dire su questa fanfiction è nelle nda di all you did was smile (‘cause i’m a mastermind); sebbene questa storia non ne sia un seguito e possa essere letta indipendentemente dall’altra, le due fanno parte di una serie che avrà ufficialmente dodici one-shot ed è ispirata all’album Midnights di Taylor Swift. Sì, i fan di GoT e Taylor Swift esistono.

Non so se la prossima one-shot che pubblicherò sarà il seguito diretto di questa o si concentrerà su un’altra coppia, andrò dove mi porterà l’ispirazione… che per il momento è motivata interamente da Daenerys e Jaime, la mia più folle crack-ship e di conseguenza la mia preferita!

Come sempre, le recensioni sono bene accette!

Alla prossima,

Zia Palla



[1] Il modello di auto più costoso prodotto dalla casa automobilistica Martell. Assimilabile ad una Ferrari de noi altri.

[2] Festività assimilabile a San Valentino.

   
 
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