it
only feels this raw right now (lost in the labyrinth of my mind)
Uh
oh, I'm falling in love
Oh
no, I'm falling in love again
Oh,
I'm falling in love
I
thought the plane was going down
How'd
you turn it right around
Taylor
Swift, Labyrinth
Osserva
i fiocchi di neve volteggiare con un mezzo sorriso. Ha sempre amato la
neve con
la sua grazia, il suo silenzio; ha sempre voluto assomigliarle, anche
se per
farlo dovrebbe andare contro la propria natura. “Stormborn”,
nata dalla
tempesta, la chiamano e la cosa le fa storcere il naso anche adesso;
non vuole
essere una tempesta, vuole essere come la neve, silenziosa, aggraziata,
innocua. Sa che i suoi amici dissentirebbero vivacemente, dicendole che
la neve
non è affatto innocua; ragazzi petulanti, a volte, cresciuti
al Nord da un uomo
amante delle massime e saggio al limite della pesantezza. Sente la loro
mancanza accanto a sé e pensa che forse non
passerà mai più del tempo con loro;
stanno provando a tornare come prima, ma è difficile, molto
difficile.
Daenerys
Targaryen sospira, cercando di non lasciarsi abbattere dai pensieri
negativi,
come le suggerisce sempre sua madre. Non dovrebbe dare ascolto a
ciò che le
dice sua madre, ma ha ben poche alternative, soprattutto ora che sta
per
perdere le uniche persone in grado di essere sue amiche. Ricorda un
tempo,
qualche anno fa, in cui ha provato a fare terapia: è scapata
via dopo nemmeno
una seduta. L’ennesimo dei suoi fallimenti.
L’ennesima cosa a cui non
pensare. Prima o poi finirà con nulla a cui pensare a forza
di cambiare tanto
spesso canale nella sua testa.
Prende
un sorso di cioccolata calda, bianca con un retrogusto di limone e
caramello.
Dà in un mugolio soddisfatto, leccandosi le labbra. Non
è mai stata in questa
bakery, ma pensa che ci tornerà spesso d’ora in
poi; la cioccolata è buona e il
verde pastello delle pareti unito al bianco del mobilio la rilassa. E
solo gli
dèi sanno quanto abbia bisogno di relax. Il fatto che sia
ovviamente lei stessa
la causa del proprio stress è ironico, quanto tralasciabile.
In fondo è
abituata a destreggiarsi tra i propri pensieri, cercando una nuova via
ad ogni
vicolo cieco.
Riporta
la tazza alle labbra e beve ancora, con meno accortezza, bruciandosi la
lingua.
Dà in un sibilo dolorante, attirando l’attenzione
del commesso, che le chiede
se va tutto bene. Daenerys annuisce con un sorriso, complimentandosi
per la
bontà della cioccolata, sollevata che non l’abbia
riconosciuta.
Improvvisamente
l’allegro scampanellio della porta che si apre attira la sua
attenzione e quasi
si strozza nel vedere chi è appena entrato: come lei, sotto
il lungo cappotto
nero indossa degli abiti eleganti, nello specifico uno smoking che ha
fatto
sospirare di desiderio ogni donna presente alla festa a cui era anche
Daenerys
– non che lei lo abbia notato prima, troppo impegnata
nell’ennesimo litigio con
Robb – mentre attorno al collo indossa una sciarpa rossa,
messa lì solo per
bellezza dato che, lasciato cadere così sul cappotto, il
capo non compie l’obiettivo
primario di tenere caldo; e infatti l’uomo tira fuori un
fazzoletto dalla tasca
del giaccone e si sfrega la punta del naso arrossata.
“Ma
guarda chi si vede!” si sente esclamare e sospira
internamente, perché lei dai
guai proprio non sa tenersi lontana.
Jaime
Lannister si gira verso di lei con un sopracciglio inarcato in
un’espressione
scettica, che crolla in un broncio insofferente nel vedere chi lo sta
salutando.
“Che
fate qui, prin-?”
“Frittella!”
chiama lei, rivolta al ragazzo dietro il bancone, prima che
l’ex-guardia reale
possa aggiungere altro. “Una tripla cioccolata bianca al
limone caramellato per
il buon uomo appena sopraggiunto.”
“Certo,
mia signora”, dice il ragazzino balbettando, avendo
riconosciuto Jaime e di
conseguenza lei. “Signorina”, si corregge poi,
deglutendo. “Arriva subito!”
Frittella
– che strano nome, poi – si dilegua nel retro
bottega e Daenerys indica la
sedia di fronte a sé con un guizzo delle sopracciglia. Jaime
indurisce la
mascella e si prende una mano guantata nell’altra,
guardandola severamente.
“Oh,
andiamo!” gli dice ridendo. “Non ti
mordo.” Forse. Di già. Sto valutando la
mia prossima pessima scelta.
Il
cavaliere sospira e si arrende, avvicinandosi.
“È
davvero molto buona”, dice Jaime bevendo la propria
cioccolata, finalmente
prendendo parola dopo venti minuti di asfissiante silenzio.
“Vero?”
domanda Daenerys entusiasta per la fine del silenzio e per i
complimenti alla
propria scelta – una cosa che non le capita mai, purtroppo.
“Sono davvero brava
in questo. Nello scegliere le cose dal menù ad occhi
chiusi.”
“È
decisamente un talento”, commenta ironico lui, prendendo un
altro sorso.
Daenerys
rotea gli occhi e dice: “Fidati, se anche tu avessi cenato
così tanto spesso
con cose scelte da altri, ti renderesti conto di quanto davvero sia un
talento.
E anche uno utile.”
“Io
non esco con persone che non mi conoscono”, ribatte Jaime
soddisfatto di se
stesso.
“Tu
non esci con nessuno e basta”, replica lei con un sorriso
angelico. “Perché non
piaci a nessuno.”
“Una
risposta molto matura”, commenta lui annuendo divertito.
“Mi
adatto al tenore della conversazione”, osserva Daenerys con
un gesto noncurante
della mano. Jaime non dice nulla, la guarda solo con un sorrisino tra
il
divertito e l’incredulo, pensando sicuramente di avere a che
fare con una
ragazzina. Daenerys spera solo che non torni il silenzio,
perché nonostante
abbia bisogno di relax, quello è qualcosa con cui non sa
convivere.
“Manchi…
a corte”, sussurra quindi tanto per dire qualcosa, sperando
però che non la
senta.
“Ah
sì?” chiede Jaime speranzoso.
“Sì”,
mormora lei ed è la verità, in parte. Nessuno a
corte sente davvero la mancanza
di Jaime, ad eccezione di lei, sua nipote e forse sua madre.
Un
momento di silenzio. Si guardano. Poi lei distoglie lo sguardo e lui
mormora:
“Anche a me manca la corte.”
“Dovremmo
rifarlo qualche volta”, gli dice allegra, mentre alle loro
spalle Fritella
chiude la bakery. Jaime la guarda con un mezzo sorriso.
“Se
proprio insistete”, dice trattenendo una risata e lei osa
dargli un pugnetto
sul braccio, come quando era ragazzina e lui le diceva che non poteva
andare in
questo o in quell’altro corridoio solo per farle dispetto.
“Insisto”,
replica lei mandando il naso all’insù, orgogliosa.
“Ciò
che la principessa vuole, la principessa ottiene”, continua
ironico Jaime,
prendendo per l’ennesima volta un fazzoletto e tamponandosi
il naso.
“Vorrei
ti mettessi bene quella sciarpa se proprio devi averla addosso. Stai
morendo di
freddo”, lo rimprovera, cercando dei pretesti per non farlo
andare via.
“Senti
chi parla”, ride Jaime. “Almeno ce
l’avete la biancheria sotto quel pezzo
striminzito di stoffa che chiamate vestito?”
“Ser
Jaime, ma che domande fate?” domanda lei gravemente.
“Una principessa non dice
mai se indossa o meno le mutandine. Lascia che sia chi fa la domanda a
scoprirlo.”
Jaime
ride di nuovo, questa volta senza umorismo, guardandola male; poi alza
la mano,
fermandole un taxi.
“Andate
dritto a casa, principessa. È in arrivo una
tormenta”, le dice aprendole la
portiera del taxi. Daenerys sbuffa e vorrebbe dirgli di venire con lei,
smetterla con questo fare paternalistico che non gli si addice e
scoprire se ha
la biancheria o no; ma conosce troppo bene l’uomo per
azzardare una mossa del
genere, quindi si limita a salire sull’auto dicendo:
“Sei proprio noioso quando
ti ci metti, ser Jaime.”
Lo
vede fare un sorrisino mentre le chiude dietro la portiera. Poi lei e
il
tassista partono verso l’appartamento di Missandei Naaths,
sua amica dove dorme
più spesso di quanto dovrebbe, lasciandosi Jaime alle
spalle.
***
Una
cosa che non dicono mai negli stupidi articoli che scrivono su di lei
è quanto
dura sia essere una principessa. Capisce che lo omettano, altrimenti
come
continuerebbero a vendere la favola? O la storia ammonitrice, che
è un po’ ciò
che la stampa sta facendo con lei. Vedete, guardate,
sembrano dire le
copertine dei giornali di gossip, le prime pagine dei quotidiani. Lei
ha
tutto e non le basta. Lei ha tutto e lo butta via. Lei ha tutto e non
è grata
per ciò che ha. Siate migliori di lei.
Fa
una smorfia, prendendo in mano una copia di Webb e
sfogliandola, andando
alla pagina che parla di lei, guardando le foto che la ritraggono nel
giardino
di Villa Joanna intenda a urlare contro Robb Stark, spintonandolo.
Sospira
ripensando ad un milione di anni prima, quando anche lei come sua nipote Rhaenys faceva parte
della favola,
della parte decorosa della famiglia. La dolce principessa dai capelli
argentei,
sempre timida e perfetta; ma questo era prima, quando Daenerys non
aveva ancora
scoperto di essere una persona vera, molto più di un
semplice titolo, di una
dinastia importante, di un ruolo obsoleto.
Sospira
trovandosi di fronte a un vicolo cieco e cambiando quindi strada,
canale; non
le fa bene pensare a quei tempi. Chiude il giornale di scatto,
osservando la
copertina.
“Una
foto orribile”, dice Jaime Lannister alle sue spalle
facendola sobbalzare, il
giornale che le cade di mano.
“Mi
hai messo paura”, lo rimprovera senza nemmeno salutarlo.
“Commentando
la mia stessa faccia?” domanda lui, chinandosi a raccogliere
il giornale prima
possa farlo lei, dandogli un colpo secco per stenderlo. Socchiude gli
occhi per
guardare meglio e Daenerys sta per chiedergli se è
così vecchio da avere
bisogno degli occhiali.
“La
prossima volta che vedo quell’insetto di Spider gli
dò un pugno in faccia”,
commenta Jaime, facendo per riporre il giornale che Daenerys afferra
strappandoglielo di mano, quasi offesa da quelle parole: Varys non
è così male,
lo stile di Webb è così
ambiguo che spesso è facile cavarsela.
Osserva
la foto in copertina che ritrae i Lannister al gran completo, riuniti
per il
settantesimo compleanno del patriarca Tywin, il quale con occhi di
ghiaccio e
un mezzo, controllatissimo sorriso, posa seduto davanti ad un enorme
torta.
Alla sua destra Jaime, viso serio, leggermente irritato, splendido in
quel
famoso smoking nero che tanto era piaciuto ad ogni donna invitata.
Addirittura
la madre di Daenerys, l’Eccellentissima Regina Madre Rhaella,
il giorno dopo la
festa l’aveva chiamata per commentare quanto affascinante il
rampollo dei
Lannister fosse quella sera. “Potrebbe essere tuo
figlio”, l’aveva presa in
giro Dany, con un sorriso che riservava solo a sua madre. “Il
tuo primogenito
ha qualche anno più di lui”, aveva continuato,
ridacchiando al ricordo della
stupida e inutile sciarpa rossa di Jaime.
Si
mordicchia le labbra, tornando alla foto, ma prestando ben poca
attenzione al
resto della famiglia, se non per annotare mentalmente di contattare lo
stylist
della sorella di Jaime, Cersei, donna famosa nel Regno per non aver mai
sbagliato un outfit. E, più di recente, per scoparsi il
gemello.
“Stai
benissimo”, dice quindi a Jaime, riponendo il giornale,
sforzandosi di non
gettare nemmeno un’occhiata alla foto in piccolo sulla
copertina dove lei si
allontana da Robb Stark, in lacrime. “Il drama
Reale continua… Tutto sul
tira e molla di Dany e Robb a pag. 13” recita il
titolo dell’articolo e
Daenerys ha sbuffato poi nel leggere tutte le verità sul
tira e molla tra lei e
Robb, notando che ormai basta un breve giro sui social media dei suoi
amici per
stilare un’esaustiva ed esatta ricostruzione degli eventi.
“Se
non fosse per le orecchie”, commenta Jaime, guardando torvo
il se stesso sulla
pagina stampata.
Daenerys
aggrotta la fronte e dice: “Non c’è
nulla che non vada nelle tue orecchie.”
Jaime
sospira guardandola male, accusandola di non capire. “Se lo
dite voi,
principessa”, dice con tono afflitto e Dany riderebbe, se non
fosse irritata
dai suoi ossequi.
“Smettila”,
gli dice quindi, allontanandosi dall’angolo edicola e
dirigendosi verso la
corsia dei dolciumi, unico motivo per cui è entrata in
questo supermercato.
“Chiamami Daenerys. Non devi più essere formale
con me.”
Jaime
la guarda con una smorfia divertita e confusa.
“Da
che ricordo, tutti devono osservare delle norme nel rivolgersi a voi,
principessa”, dice e Daenerys lo fulmina con lo sguardo.
“Non
sei una persona normale”, continua Jaime, tralasciando
però finalmente le
formalità. “Non importa quanto vorresti
esserlo.”
“Dimmi
qualcosa che non so”, mormora lei tra i denti, facendolo
ridere. Non sa che
pensare delle sue orecchie, ma la sua risata le piace.
Sono
ormai quasi alle casse, pronti a pagare l’intera spesa di
Jaime e il pacco di
ciambelline alla marmellata di fragole di Daenerys, quando lui si
decide a
chiederle: “Che ci fai qui?”
Dany
alza gli occhi al cielo e gli mostra i dolcetti, dicendo:
“Non vivo senza
queste.”
Jaime
le afferra e le osserva critico.
“Sai
quanti grassi e zuccheri hanno?”
“Sai
quanto non mi interessa?”
Lui fa una smorfia, per
trattenersi dal ridere
e lei gli lancia uno sguardo di sfida, voltandosi e correndo verso la
corsia
dei dolci, senza fermarsi nemmeno quando lui le grida dietro:
“Dove vai?”
Poco
dopo fa ritorno con altre due confezioni delle merendine, una seconda
per sé e
una per Jaime. “Assaggiale”, dice buttandole tra la
sua spesa sul nastro
trasportatore della cassa. “E poi mi dirai.”
Jaime
la guarda per nulla colpito, poi sospira e le prende il secondo pacco
dalle
mani, buttandolo tra la propria spesa insieme a quello che le aveva
già preso.
“Oh”,
mormora Daenerys, mentre un sorrisino furbo si dipinge sul suo viso.
“Oh.”
E
un secondo dopo è sparita di nuovo, ridendo a sentirlo
sospirare. Quando torna
Jaime sta quasi per pagare, ma lei non manca di mostrargli fiera
l’ennesimo
prodotto che vuole mettere sul suo conto. Jaime si limita a sospirare
per la
terza volta nel giro di cinque minuti, tirando fuori il portafoglio e
guardando
la cassiera come in cerca d’aiuto, per poi dire: “E
pensare che paghiamo le tasse
per loro.”
Nell’uscire
dal supermercato non si dicono molto altro. Jaime
l’accompagna alla sua auto,
la Spear[1]
rossa fiammante con il motto dei Targaryen sulla targa, e Daenerys ci
salta su
quasi senza salutarlo; poi abbassa il finestrino, mangiando una
ciambellina, e
gli dice: “Grazie.”
“Prego”,
risponde Jaime alzando gli occhi al cielo, guardandosi attorno
guardingo.
“Tranquillo”,
gli dice lei, ridendo. “Se qualcuno sapesse che sono qui, non
potremmo uscire
dal parcheggio.”
“Un
motivo in più per sparire il prima possibile”, le
dice lui severo. Lei lo
guarda divertita per un attimo, poi per prenderlo di nuovo in giro
esclama
felice: “Potresti essere mio padre, ma fortunatamente non sei
mio padre.”
Jaime
la guarda confuso e sorpreso e lei ride un’ultima volta,
prima di sparire.
***
Passano
un paio di giorni prima che scoppi il Secondo Disastro di
Valyria… o per lo
meno, è così che suo fratello Rhaegar, primo del
suo nome, Re degli Andali, dei
Rhoyner e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del
Reame, vede
le nuove paparazzate che hanno Daenerys protagonista.
Prima
ancora di sedersi a tavola con lui, la Regina Elia e sua madre, Dany ha
già una
vaga idea di che cosa l’aspetta. È raro che lei
faccia colazione con Rhaegar o
Elia, in primo luogo perché è raro che permetta
alla sua cameriera Irri di
svegliarla prima di mezzogiorno e in secondo luogo
perché… beh, tra lei e
Rhaegar non scorre ottimo sangue. In più, ser Barristan
Selmy, nella sua
uniforme bianca con tanto di cappello, è venuto
personalmente a prenderla alla
porta per accompagnarla a fare colazione con il re. Daenerys ha
sospirato e lo
ha seguito, rimanendo testardamente in pigiama.
Arrivata
a tavola, dopo aver baciato Rhaegar, poi Elia, poi sua madre,
premurandosi prima
di fare il piccolo inchino con la testa d’obbligo quando deve
rivolgersi a
qualcuno di rango più alto – ovvero tutta la sua
famiglia ad esclusione di suo
fratello Viserys –, non è stata la colazione ad
esserla servita, ma una serie
di giornali. Due quotidiani e quattro riviste.
In
cima alla pila, in bella vista, il Webb. E sulla
copertina del Webb
una foto di scarsissima qualità, probabilmente scattata con
un cellulare, e per
certi versi molto buffa: lei, cappotto blu, cappello rosso, i capelli
biondi
sciolti sulle spalle, un sorriso talmente grande da farle chiudere gli
occhi,
una mano sollevata a mostrare vittoriosa una scatola di preservativi.
Accanto a
lei, cappotto nero, sciarpa rossa, sorrisetto che dal vivo Dany non
aveva
notato… Jaime Lannister. Il titolo, in lettere cubitali
gialle, recita: “Almeno
si proteggono!”, poi in piccolo: “La
dolce Dany e lo scapolo
d’oro di Casterly Rock fanno sul serio, dicono amici. Ma il
Re e Cersei
Lannister che ne pensano? Tutti i dettagli a pag. 9.”
Daenerys
cerca di non ridere, perché l’aria è
pesantissima e passa alla seconda rivista,
The Mockingbird, che sulla copertina porta la stessa
identica foto, con
qualità lievemente migliorata e titolo che recita: “Dany
dice ‘no!’ a un
royal baby Lannister!”, in piccolo: “La
vendetta di Jaime Lannister sul
Re non va come lui vorrebbe.”
Quasi
lancia via questo giornale e sospira di sollievo a vedere il Ros
apparentemente più soffice, con una semplice foto di lei e
Jaime tra le corsie
del supermercato.
“La
principessa Daenerys cura un cuore spezzato – Ma lo
Sterminatore di Re è la
scelta giusta o l’ennesimo colpo di testa?”
Qui
dà in un verso disgustato per l’uso di
quell’appellativo e passa oltre,
innervosendosi davvero quando vede che il seguente giornale viene da
Qarth ed è
scritto in valyriano. La foto è quella dei preservativi e il
titolo così offensivo
che non si concentra a leggerlo.
I
quotidiani sono Kings Landing’s Voice e The
South Mail, i più
grandi e importanti
quotidiani di
Westeros. Nessuno dei due ha usato le foto del preservativo. Il primo
ha la
foto tra le corsie, con scritto: “I combinaguai
più famosi della Nazione”.
Sottotitolo: “La principessa Daenerys e Jaime
Lannister beccati in
un’inappropriata giornata di shopping. Non
c’è mai pace per il Re e l’ex Primo
Cavaliere Tywin Lannister.”
Il
Mail non ci va giù leggero. La foto
è inedita: Jaime con le buste della
spesa, che guarda a terra mentre si allontana dalla Spear, dal cui
finestrino
lei spunta guardandolo sorridendo. Il titolo è forse il
peggiore: “Prendi
questo, Rhaegar!” con sottotitolo: “I
Lannister pagano sempre i propri
debiti e dopo essere stato cacciato dalla Guardia Reale, Jaime colpisce
il Re
dove fa più male”.
Daenerys
allontana il giornale da sé e alza lo sguardo sugli altri
convivali. Sua madre
le prende la mano, ma lei la scaccia, mentre Elia le lancia
un’occhiata
ansiosa. Rhaegar la fissa furioso, in attesa di un commento. Dany
incrocia le
braccia al petto e inarca un sopracciglio.
“Che
c’è?” domanda ed è la cosa
peggiore da dire. Elia socchiude gli occhi e sua
madre si prende la testa tra le mani, con un enorme sospiro.
“Che
c’è?” ripete Rhaegar, incredulo.
“Che c’è?”
Daenerys
si stringe nelle spalle e dice: “Cosa vuoi che ti dica? Che i
quotidiani di
questo paese dovrebbero avere cose più importanti a cui
pensare?”
“Daenerys,
non ho tempo per i tuoi giochetti. Come potrai immaginare
l’ufficio stampa sta
esplodendo e dobbiamo decidere cosa dire. Se dire qualcosa. Quindi,
dimmi cosa…”
Daenerys
ride e il gelo cala ancora più pesante nella stanza.
“Da
quando hai bisogno di me per sapere cosa dire sulla mia
vita? O cosa
fare?” sbotta alzandosi nervosamente, mandando
all’aria i giornali.
“Amore,
ti prego”, dice sua madre prendendole la mano, ma Daenerys la
scansa di nuovo
con sdegno.
“Non
esco con Jaime Lannister!” grida allora, furiosa.
“Ma forse dovrei iniziare a
farlo!”
“Dany,
per favore”, interviene Elia, sempre la più
diplomatica. “Non capisci le conseguenze
che…”
“Le
capisco. Forse non mi interessano”, replica lei guardando
Rhaegar.
“Ci
coprirai di vergogna. Di nuovo”, dice lui con un sibilo e
Daenerys ride,
crudele come una ragazzina che non vuole capire. Come la ragazzina che
non è
mai stata, perché è iniziata tardi la sua
ribellione.
“Forse
dovrei consolare Jaime, ripagarlo dopo il trattamento meschino che gli
hai
riservato”, ribatte e Rhaegar si alza in piedi, toccato nel
vivo.
“Amore,
ti prego”, balbetta di nuovo sua madre, un disco rotto.
“Rifletti.”
“Vogliamo
solo proteggerti”, aggiunge Elia, sinceramente in pena.
“Sì,
lo so”, risponde Dany brusca. “Ma lui
no”, punta il dito verso suo fratello,
verso il re. “Lui vuole solo controllarmi. Controllare tutto.
Ma non può, non
questa volta. Io sono mia. E mi scopo chi voglio!”
Poi
esce dalla stanza come una furia. Corre verso la propria camera e
quando è
finalmente dentro afferra il telefono e invia un messaggio a Missandei.
Suona
il campanello più volte, impaziente e nervosa, cercando di
darsi una calmata,
mentre con la mano libera stringe la copia del Webb
che ha comprato
venendo a piedi fin qui. È stata una passeggiata lunga e
difficile, piena di
cambi di itinerario per evitare posti affollati e i fotografi che hanno
circondato la Fortezza Rossa con la speranza di vederla uscire. Di
rubare uno
scatto mentre va dove effettivamente sta andando. Purtroppo per loro
non è il
suo primo giro di giostra, anzi… ormai ci è sopra
da così tanto che le è
passata addirittura la nausea e fa tutto ciò che va fatto
istintivamente, come
se fosse progettata per sfuggire ai fotografi in lotta per avere lo
scatto del
secolo. In realtà passa la propria vita a ricercare
l’eccitazione e
l’adrenalina che ha provato la prima volta sulla giostra.
Questa
storia sembra l’occasione giusta. No, più che
giusta: perfetta. E lo sarebbe
davvero se il fottuto Jaime Lannister si decidesse ad aprirle la porta.
Sbuffa,
impaziente e nervosa, e fa dietrofront, pensando che è stata
un’idea stupida.
Sta camminando lungo il corridoio verso l’ascensore, quando
sente la porta
aprirsi. Si volta di scatto, in tempo per vedere la testa di Jaime
spuntare
fuori. Le torna il sorriso a vedere il viso di lui crollare in
un’espressione insofferente
e spazientita.
“Tu”,
dice lui solamente e Daenerys quasi gli corre incontro, dicendo:
“Sì, io. Fammi
entrare, su.”
Jaime
obbedisce, sbuffando e facendosi da parte per farla entrare. Daenerys
non perde
tempo a guardarsi attorno, completamente disinteressata
all’appartamento che è
diventato la casa di Jaime da quando non ha più il diritto
di vivere nella
Fortezza. Un po’ le fa ridere che Jaime viva in casa del
fratello come un
quarantenne recentemente divorziato, anche se, a pensarci bene, perdere
un
lavoro che dovrebbe essere per la vita è praticamente un
divorzio.
Si
toglie il cappotto e lo getta sul divano bianco di fronte a lei,
sedendosi su
uno degli sgabelli dell’isola, mentre Jaime si trascina verso
il frigo.
Guarda
lui, per questo il tempo ce l’ha; sembra molto più
giovane appena sveglio, con
i capelli scompigliati, la vestaglia rossa aperta che lascia
intravedere un
pigiama semplice, composto di pantaloni di flanella a scacchi blu,
bianchi e
grigi e una t-shirt dei Lions scolorita, forse così vecchia
da rendere miracoloso
il suo essere ancora intatta.
Sta
cercando un modo per chiedergli se abbia mai giocato nella squadra
giovanile
dei Lions e prenderlo quindi in giro per le sue scarse doti
calcistiche, quando
lo sguardo le cade su un vaso bianco e blu, pieno di rose rosse. Alla
base del
vaso giace abbandonato un post-it con scritto, in una grafia nitida ed
ordinata: “Sono andato al lavoro. Nostro padre mi
ha chiesto di dirti che
almeno uno di noi due lo ha, un lavoro. Chiamalo, ti prego. –
T”
“Cosa
posso offrirti?” domanda Jaime, distraendola dal post-it.
“Cos’hai?”
chiede di rimando, sorridendogli.
“Vino
rosso. Vino bianco. Birra. Un liquore marroncino. Idromele. Grappa.
Latte. Una
mela. Delle uova”, elenca Jaime osservando il frigo
pensieroso. “Ma non so
cucinare le uova. Le compro solo perché Tyrion è
molto bravo con le omelette e
i pancake. In realtà non so cucinare nulla, non ho mai avuto
motivo di
imparare.”
Il
pensiero lo intristisce e Daenerys sorride intenerita.
“Se
vuoi posso farle io le omelette”, gli propone e Jaime le
rivolge un sorriso. Il
primo vero sorriso che gli vede addosso, un sorriso completamente
felice.
“Oh
sì, per favore. Grazie”, dice tutto contento e
Daenerys ride, avvicinandosi al
frigo.
Finiscono
a mangiare delle bruciacchiate omelette al prosciutto e formaggio, con
Jaime
che la prende in giro per essere stata così spavalda
nell’aver voluto cucinare.
“Non
ho mai usato i fornelli ad induzione, è stato questo il
problema”, cerca di
difendersi lei, attaccando poi con un: “E almeno io
ho usato dei
fornelli in vita mia prima di oggi.”
“Davvero
non comune per una principessa”, continua a prenderla in giro
Jaime, ridendo e
mangiando con fin troppo gusto le omelette che tanto disprezza.
“Ah,
a proposito di cose non comuni per una principessa”, prende
la palla al balzo
Dany, arrossendo per la prima volta in sua presenza. Jaime le lancia
un’occhiata interrogativa e lei si alza, andando a recuperare
la rivista.
Gliela tende e Jaime fa la stessa faccia che aveva fatto al
supermercato,
socchiudendo gli occhi come per vedere meglio e anche questa volta
Daenerys non
fa in tempo a chiedergli se abbia bisogno di occhiali, che lui
interrompe i
suoi pensieri dicendo: “Mio padre sarà furioso.
Allora è per questo che mi ha
chiamato undici volte da stamattina.”
Daenerys
aggrotta la fronte e chiede: “E tu non gli hai
risposto?”
Jaime
scuote la testa, la bocca protesa in una smorfia infantile che lo fa
sembrare
ancora più giovane.
“No.
Nemmeno una volta”, le dice con voce pensierosa, lui stesso
confuso sul perché
non abbia risposto al padre.
“Beh,
non posso dire di non capire”, dice quindi lei.
“Avrei anch’io evitato Rhaegar
stamattina, ma mi ha fatto prelevare dalla mia stanza da ser
Barristan.”
“Quel
vecchio borioso”, borbotta Jaime scurendosi e ora Dany si
sente sinceramente
dispiaciuta per lui. “Il Re deve essere davvero incazzato
alla prospettiva che
la sua guardia reale caduta in disgrazia si scopi la sua preziosa
sorellina”,
ridacchia però poi e lei sorride, sollevata che abbia deciso
di prenderla in
questo modo, rendendo quindi le cose molto più semplici.
“È
decisamente incazzato”, gli conferma con tono confidenziale,
aggiungendo: “Ma
non la sua preziosa sorellina. La sua maledetta sorella.”
“Oh,
la sorellina maledetta e il gemello perverso”, commenta Jaime
divertito.
“Varys, Ditocorto e compagnia bella staranno sbavando
assaporando un matrimonio
con una storia del genere.”
“Potrebbero
davvero infiammare la nazione”, sorride Daenerys, quella
scarica di adrenalina
oggetto della sua eterna ricerca che comincia a scenderle lungo la
schiena.
“Non avrebbero tempo di pensare a nessuna sorella che non sia
quella del Re”,
continua poi, tentandolo.
Jaime
la guarda di sottecchi, sospettoso, e lei ricambia lo sguardo con un
sorrisino
furbo e un sopracciglio inarcato. “Il Drago
Vittorioso” diceva Robb,
sostenendo che questa fosse l’espressione che Daenerys
assumeva ogni qualvolta
sapeva di star per ottenere ciò che voleva.
“Mio
padre mi ha detto di tenere un profilo basso. Potrebbe davvero
irritarsi”, dice
Jaime incerto.
“Non
c’è persona nei Sette Regni che non schiumerebbe
di rabbia”, gli fa presente
Daenerys.
“O
d’invidia”, sussurra poi Jaime pensieroso, prima di
sciogliersi in un sorrisino
specchio di quello di Dany.
“Tutti
vorranno leggere dell’ex-cavaliere della guardia reale e la
principessa
tormentata”, gli dice con tono sognante, lo stesso con cui da
bambina parlava
del futuro principe o lord che avrebbe sposato. “E di come si
sono salvati a
vicenda dall’infelicità.”
“Sei
sicura di volere questo?” le chiede però Jaime,
cogliendola alla sprovvista
quando pensava di averlo convinto. Si guardano in silenzio per un
attimo e Dany
sente il naso pizzicare a vedere con quale preoccupazione gli occhi
verdi di
lui sondano il suo viso, intenti a indagare cosa la spinga a voler fare
qualcosa del genere. Capisce che Jaime pensa di non avere nulla da
perdere,
tutto da guadagnare. Di certo una relazione del genere ha risvolti
positivi più
per lui che per lei: vedendolo al braccio di un’altra donna,
nello specifico
una principessa con la metà dei suoi anni, non ci vorrebbe
molto prima che la
gente dimentichi del presunto affaire con sua sorella. Il fatto che una
relazione tra loro due sia, già solo per la differenza di
età, controversa,
solleverebbe poche perplessità sulla sua
veridicità; nessuno penserebbe che
Jaime possa mettersi in una situazione così complessa e
inopportuna solo per
copertura, rendendola quindi perfetta per tal ruolo. Offrirebbe anche
una
spiegazione più sensata al perché della sua
cacciata dalle famigerate Cappe
Bianche. Tutti aspetti che Dany ha valutato mentre fuggiva dai
fotografi per
venire da lui, pensando a cosa dirgli per convincerlo.
Ma
lei cosa ci guadagna? Jaime non può saperlo, ma se lo stanno
chiedendo
entrambi.
Daenerys
annuisce, rispondendosi che vuole solo l’adrenalina, che
vuole solo far
arrabbiare Rhaegar, sentire qualcosa.
“Ciò
che la principessa vuole, la principessa ottiene”, scherza
quindi lui, tendendole
però la mano. Daenerys la stringe, sicura. Non ha la
più pallida idea del guaio
in cui si sta cacciando.
***
È
così che inizia. Con una stretta di mano e delle omelette
bruciacchiate nella
cucina di Tyrion Lannister.
La
paparazzata seguente è di una mezz’ora dopo,
quando si rendono conto che un
paio di fotografi si è appostato davanti al condominio;
quindi Jaime
l’accompagna, ancora in pigiama, fino al marciapiede, dove
poi lei chiama un
taxi.
Si
dicono cose senza senso, un’accozzaglia di parole senza
logica, cosa che li fa
ridere. Gli scatti sono ovunque su internet per l’ora di
pranzo. E Daenerys
passa il resto del pomeriggio stesa sul letto a ridere da sola,
l’adrenalina
che la pervade e le stringe lo stomaco, la soddisfazione che prova nel
dare
delle grane a Rhaegar più intensa al pensiero che tra lei e
Jaime sia tutto
finto.
Sono
però bravi a recitare, a far credere a tutti che
così finto non sia. Daenerys
non sa se sia facile in generale o se sia facile per loro due fingere
così
tanta sintonia. O forse quella parte è vera, ma ovviamente
chiederselo potrebbe
rovinare le cose.
Principalmente
le loro uscite si svolgono in luoghi pubblici, ma spesso Daenerys va a
casa di
Jaime e Tyrion. Andare lì è furbo, rende la
relazione ancora più vera agli
occhi dei media. E non solo. Daenerys non ha detto ad anima viva che
tra lei e
Jaime non c’è nulla se non una bizzarra e
divertente amicizia. Ha scoperto che
far credere a tutti – sua madre, Missandei, Rhaenys, Robb,
Jon, Theon, Ygritte,
tutti – di essere innamorata di Jaime è ancora
più divertente e eccitante del
semplice far arrabbiare Rhaegar.
A
volte però, quando rimane seduta sul divano bianco di pelle
su cui ha buttato
il suo cappotto quella prima volta a guardare Jaime dormire tranquillo,
si
sente incredibilmente sola.
Il
fatto che tutti ci credano non le dà adrenalina in quei
momenti di silenzio,
no. La rende solo triste. Perché questa è la sua
prima relazione così tanto al
centro dei riflettori e se i suoi amici più cari la
conoscessero davvero, se
sua madre la conoscesse davvero, beh, saprebbero che non è
innamorata di Jaime,
perché se davvero lo fosse lo terrebbe segreto, nascosto,
lontano anni luce da
qualsiasi obiettivo.
Lo
guarda e, in sere come quelle, si chiede se in realtà non
stia tenendo segreto,
nascosto, lontano anni luce da chiunque la vera natura del suo rapporto
con Jaime
perché lui le è più caro di quanto
vorrebbe ammettere anche a se stessa.
In
quei momenti scappa; si alza e va via da quella casa, lasciando il
comfort del
corpo caldo e addormentato di Jaime contro i piedi, un comfort
così simile e
così diverso da quello che prova nel piccolo appartamento in
Rogue Road n° 7,
dove Robb dorme e fa l’amore con la sua nuova fidanzata
Margaery Tyrell. Una
relazione che lui non le darà modo di rovinare, non come ha
fatto l’ultima
volta con Talisa.
Mi
hai mai davvero amato, Dany?
Quelle parole tornano
prepotenti nelle sere in cui Jaime si addormenta e la lascia sola con i
suoi
pensieri. O mi volevi soltanto possedere?
Non
aveva mai risposto. Forse… forse… se avesse
risposto… ora ci sarebbe lei con
Robb. No, le dice una voce dentro di lei, la voce
della sé che vuole
soffocare. No, perché non sarebbe stata la
risposta che lui voleva.
Il
posto di Robb è con una ragazza che sappia amarlo. E il
posto di Daenerys è nel
labirinto della propria mente. Da sola, senza via di uscita.
Quindi
lui dorme abbracciato a Margaery e lei scappa perché ha
paura di addormentarsi
con la testa sulla spalla di Jaime.
“Dovresti
restare.”
Le
parole la prendono talmente alla provvista che inciampa. Jaime
l’afferra
prontamente e Daenerys si volta quando sente lo scrosciare di click
click
click che segnalano il tentativo dei fotografi di immortalare
il momento di
premura che il suo finto fidanzato ha avuto per lei. Lancia poi uno
sguardo a
Jorah Mormont, la sua guardia del corpo personale, che assieme
all’agente dei
servizi segreti nome-in-codice: Verme Grigio,
coordina tutti gli aspetti
della sicurezza di Daenerys. Un uomo a cui Dany vuole molto bene e dal
quale ha
cercato di sfuggire per anni ormai, riuscendosi spesso decentemente.
Jorah,
assieme ad un altro paio di uomini e Verme Grigio, sta scortando lei e
Jaime
nella passeggiata domenicale che hanno deciso di concedersi. Come
avevano
preventivato la stampa è impazzita, ma in realtà
ormai è raro che a Daenerys
sia permesso di girare senza sicurezza, soprattutto se in compagnia di
Jaime. Eppure
Dany sa perfettamente che in parte tutto questo è dovuto al
desiderio di
Rhaegar di controllarla il più possibile, infatti spesso a
questo gruppo di
persone si unisce anche ser Barristan in alta uniforme.
Lei
e Jaime sfuggono più spesso che no ai suoi babysitter:
Daenerys li conosce
ormai benissimo ed è abituata a farlo, mentre Jaime conosce
tutti i loro
protocolli; d’altronde meno di quattro mesi prima era uno di
loro, la guardia
reale assegnata a Rhaenys. Daenerys conosce sua nipote fin troppo bene
da
sapere che la poveretta deve aver pianto molto nell’aver
visto Jaime sostituito
da Arys Oakheart. Lui era stato la sua guardia da sempre, da quando
Rhaenys
aveva cinque o sei anni. Prima di allora Jaime era stato la guardia
assegnata
re, quando il re era Aerys II, il padre di Daenerys e i suoi
fratelli… ma di
questo in famiglia non parlano mai. Di questo Daenerys vorrebbe parlare
con
Jaime, ma sa che non porterebbe nulla di buono.
Jorah
guarda i fotografi come se volesse colpirli e Daenerys gli dice:
“Lasciali
stare, Jorah”, guadagnandosi un’occhiata confusa
dall’uomo. Non sa che siamo
qui apposta perché loro possano fotografarci,
pensa Daenerys amaramente. Di
recente Jaime è stato visto con sua nipote Myrcella. Niente
di grave, una foto
sgranata apparsa su Twitter, ma è stato abbastanza per
scatenare pettegolezzi e
associare a Jaime e Myrcella le pericolose parole “padre
e figlia”. Da
parte sua Daenerys è andata a colazione con i suoi amici ed
ha avuto poca
importanza il fatto che ci fossero anche Jon con i suoi colleghi Sam e
Pyp, più
Theon e la sua collega Roslin; le foto di Dany e Robb che ridono
davanti ad un
cappuccino, mentre lei mangia un croissant e lui fuma una sigaretta,
hanno
fatto il giro di tutte le riviste, apparendo assieme a diverse persone,
ex
amici e amanti, che mettevano in guardia Jaime. “Non
fidarti di lei” sono
parole preoccupanti se appaiono sui giornali negli stessi giorni in cui
sui
social fanno capolino le parole padre e figlia.
Tutto
questo, unito all’avvicinarsi della Festa della Fanciulla[2],
ha spinto Daenerys a proporre
una vera e propria promenade domenicale, facendo
quasi strozzare Jaime e
Tyrion con la cena per le risate. Tyrion è l’unica
persona che Dany frequenta
che sappia la verità, il che è stato inevitabile,
in primo luogo perché è un
uomo molto intelligente – “E più
perverso di me”, ama dire Jaime –, tanto da
rendersi conto che per la quantità di tempo che lei passa a
casa loro è strano
che non li abbia mai sentiti scopare – parole di Tyrion
stesso –, ma anche
perché Jaime pare incapace di tenere un segreto al fratello:
Tyrion le ha
lanciato occhiate eloquenti e consapevoli fin da subito e se Jaime
avesse
tenuto il segreto sarebbe stato impossibile anche per lui scoprirlo
così in
fretta.
Non
le dispiace però, si fida di lui. Jaime non avrà
dimestichezza con i segreti,
ma il fatto che l’attuale fidanzata di Tyrion, Missandei
– sì, Missandei
l’amica di Dany. Piccolo il mondo. – creda ancora
che la relazione sia reale,
tanto da voler organizzare appuntamenti a quattro, dimostra che il
più giovane
dei Lannister al contrario del fratello sa come tenere la bocca chiusa.
Quindi
eccoli qui a passeggiare su Silk Street, un’interminabile
distesa di negozi
lungo la quale tutte le persone ricche di Kings Landing passano i
pomeriggi a
spendere i propri soldi o a farsi vedere con gli ultimi acquisti,
mentre le
persone comuni passeggiano osservando sognanti le vetrine.
Si
stringe a Jaime, sorridendo ad un gruppetto di ragazzine che gridano i
loro
nomi e salutandole amichevolmente con la mano, dando una piccola
gomitata a lui
quando nota che più che sorridere è irritato.
Jaime sospira, poi sorride alle
ragazze, alzando la mano in segno di saluto, e Daenerys ridacchia
quando loro
si lanciano in gridolini eccitati per l’accaduto.
“Miei
dèi”, borbotta Jaime facendola ridere ancora di
più. Daenerys continua a
ridere, prendendo tra le dita la sciarpa di Jaime, guardandolo con gli
stessi
occhi sognanti di una signora che sta fissando un vestito di Lys da
circa mille
dragoni. Jaime abbassa lo sguardo su di lei, con le labbra protese in
quella sua
espressione infantile che a Dany fa sempre ridere, e aggrotta le
sopracciglia a
vederla così. “Che ti prende?” le
domanda.
“Avremo
delle foto bellissime nonostante tu non ti sia voluto fare la barba se
continuo
a guardarti così”, gli spiega lei con un sorriso
dolce e lui ride, senza
umorismo.
“Hai
mai pensato ad una carriera nel cinema?” le domanda
sarcastico, tirando su con
il naso e cominciando a tastarsi il cappotto alla ricerca dei suoi
immancabili
fazzoletti.
“Sì,
a sedici anni”, risponde lei mettendosi una mano in tasca per
prendere il suo
fazzoletto di seta con le iniziali ricamate e porgendoglielo.
“Ma avrei dovuto
rinunciare al titolo e a tutti i privilegi che comporta. O almeno
così disse
Rhaegar.”
Jaime
guarda il fazzoletto ed esita, ma poi lo prende, tamponandosi il naso
prima di
metterselo in tasca.
“Tu
hai mai pensato di metterti bene questa stupida cosa?”
domanda quindi lei,
tirandogli appena la sciarpa.
“Così
da sembrare un’idiota”, risponde lui, togliendo il
braccio da sotto quello di Daenerys
per afferrare la sciarpa e cercare di tirargliela via dalla mano.
Daenerys lo
fulmina quindi con lo sguardo ed afferra anche l’altro lembo,
fermandosi e
tirandolo verso di sé con le mani salde attorno alla lana
del capo. La stretta
della mano destra di Jaime è debole; Dany sa bene che parte
di quella mano non
gli funziona bene – anche se ignora il perché, non
lo ha mai chiesto come non
osa chiedergli del tempo passato come guardia di suo padre –
quindi non appena
tira con più forza, lui si arrende guardandola irritato.
Daenerys
lo stringe a sé, forse troppo vicino e gli sussurra:
“Così da non essere
perennemente raffreddato e confermare quindi che non sembri idiota, lo
sei.”
Si
guardano in silenzio come fanno spesso, sfidandosi; poi Dany si tende
verso di
lui, tirandolo per la sciarpa, mettendosi sulla punta dei piedi.
È divertente
vedere gli occhi di Jaime spalancarsi un po’, il panico che
infiamma le sue
iridi verdi, tanto quanto sentirlo sospirare di sollievo quando lei si
limita a
baciargli la guancia. È meno divertente lo sforzo che
Daenerys deve fare per un
ispirare il profumo del sapone con cui lui si lava la faccia; grazie
agli dèi
il pensiero che si lavi la faccia con il sapone la distrae abbastanza
da non
farla soffermare sulle implicazioni che hanno questi istinti malsani di
annusarlo o baciarlo o ... altre cose. Gli direbbe, in modo molto
inappropriato, che se continua ad usare il sapone sul viso gli si
rovinerà la
pelle – giusto per farsi due risate – se non
notasse quanto sia rigido; ha la
mascella talmente contratta da far concorrenza a quella palla al piede
di
Stannis Baratheon.
“Ho
fatto qualcosa?” gli domanda quindi, sinceramente
preoccupata. Lui scuote la
testa, limitandosi a riprenderla sotto braccio e continuare a
passeggiare.
“E
allora perché sembra che tu ce l’abbia con
me?” insiste.
“Non
ce l’ho con te”, risponde lui brusco.
“Non
prendermi per stupida, per favore”, inizia lei, prima di
essere interrotta da
una signora che la chiama a gran voce e si complimenta per il
bel acchiappo,
noncurante del marito che cerca di zittirla. Daenerys e Jaime ridono
entrambi
per cortesia e la salutano con la mano. Sì,
c’è assolutamente qualcosa che non
va.
“Non
le dici che sei tu quello fortunato?” gli domanda
perché in circostanze del
genere, desideroso di mostrarsi come il perfetto gentiluomo, lo fa
sempre.
Jaime sospira e le lancia la solita occhiata insofferente, ormai
costante del
loro rapporto.
Lei
distoglie quindi lo sguardo; va bene, non lo vuole sapere,
chissenefrega.
“Ti
ho detto una cosa e non mi hai risposto”, dice allora lui,
notando che si è
offesa.
Ah.
Quello.
Non
risponde immediatamente, valutando prima di ignorarlo sul serio, poi di
fingere
di non capire a cosa si riferisca, poi di dire che le ragazzine
l’hanno
distratta, o ancora che è pensierosa oggi… tutte
scuse, che lui non si berrebbe;
quindi sospira e chiede: “Perché
dovrei?”
Ora
è il turno dell’altro non rispondere e, irritata
che dopo averne fatto una
questione lui non sappia che dire, Daenerys lo incalza ripetendo:
“Perché
dovrei restare?”
Un
altro secondo di silenzio e lei sta già mettendo su
un’espressione soddisfatta,
godendosi il fatto che lui stesso si starà dando dello
stupido al momento; ma
Jaime è incredibilmente bravo a precederla, a coglierla di
sorpresa, e dice:
“Perché si fa tardi ed è
pericoloso.”
“È
pericolo-”, inizia lei prima di dare in una risatina
incredula.
“Lo
è”, insiste lui, testardo come pochi.
“Ti
assicuro di no”, gli dice Dany, senza considerare che possa
essere davvero
preoccupato per lei. Le ha detto questa cosa solo perché
è intrinseco del loro
rapporto darsi fastidio a vicenda, niente di più.
“Inoltre”,
si sente dire in tono più dolce, confondendosi e cogliendosi
di sorpresa da
sola, come in realtà le capita spesso di fare.
“Non mi piace dormire da qualche
parte senza pigiama, non potermi lavare i denti la mattina dopo
eccetera.”
“Allora
dovresti portare un pigiama e lo spazzolino da me”, risponde
lui con fare ovvio
e un sorrisino irritante. “Tralasciando che Tyrion ha la
scorta di spazzolini.”
“Ma
piantala”, ride lei dandogli una gomitata e lui abbassa lo
sguardo, continuando
a sorridere, per poi condurla verso la vetrina della gioielleria a cui
Daenerys
commissiona la maggior parte dei suoi gioielli. Lo lascia fare
gongolando, ma
cerca di non mostrare la minima emozione mentre commentano la vetrina,
i
gioielli della Corona e i regali del Solstizio che hanno fatto lui a
sua
sorella e lei a sua madre. Purtroppo quando vede un bracciale di
diamanti ed
ametiste che ha puntato da un po’ senza speranza, Dany sa di
essere
completamente ammaliata e non è una sorpresa nel sentire
Jaime dire: “Quello ti
risalterebbe gli occhi.”
Non
è affatto una sorpresa, non quanto sentirlo aggiungere:
“Dovrei farti un regalo
per la Fanciulla.”
Il
bracciale costa una piccola fortuna. Qualsiasi fidanzato passato di
Daenerys
sarebbe sbiancato a sentire la commessa dire: “Il Valyrian
Glory è un
pezzo unico, Altezza, ser. Pyat Pree lo ha disegnato appositamente per
voi,
Altezza, per il vostro venticinquesimo compleanno, ma la Regina Madre
ha
rifiutato poi di comprarlo. Viene 14.567 dragoni.”
Daenerys
stessa sbianca e dice: “Beh non mi sorprende”,
pensando a quanto si sarebbe
arrabbiato il segretario di sua madre a vederle spendere tutti quei
soldi in un
gioiello. Probabilmente sarebbe andato da Rhaegar che avrebbe
rimproverato sua
madre assieme al Primo Cavaliere. O almeno questo era successo cinque
anni
prima, quando sua madre aveva acquistato una nuova tiara da Pree, la Queen
Rhaenyra Lost Crown, ispirata alla presunta tiara perduta
della Regina
Rhaenyra, con al centro uno zaffiro grande quanto un uovo, tempestata
di
diamanti. La madre di Daenerys l’aveva comprata per il
venticinquesimo
compleanno di Rhaenys alla folle somma di quasi mezzo milione di
dragoni.
Seppure Rhaella l’avesse comprata con i soldi del proprio
conto privato,
costituito da praticamente l’eredità di tutti i
suoi zii, i conti privati di
sua madre, la Regina Shiera, e addirittura sua nonna, la Regina Betha,
era
stata talmente rimproverata da Willem Darry, Rhaegar e Ned Stark, che
ora era
terrorizzata di spendere a tal punto da rispolverare un vecchio
orologio di
nonno Jaehaerys per il venticinquesimo compleanno di Aegon.
Per
sua figlia, la Regina Rhaella aveva deciso di commissionare il vestito
e niente
più, lasciando tutto il resto in mano al castellano e alla
Regina Elia.
“Le
pietre preziose siete andati a prenderle direttamente in un vulcano a
Valyria?”
chiede Daenerys alla povera commessa, che ride imbarazzata e dice che
conoscendo il signor Pree è molto probabile. Qualsiasi
persona nella vita di
Daenerys si sarebbe scusata educatamente e l’avrebbe
trascinata via, dopo
essere sbiancata. Jaime Lannister si limita a sbuffare dal naso
divertito e a
mettere mano al portafoglio.
“Spero
di poter pagare con la carta. Non sono amante degli assegni”,
dice tirando
fuori una carta di credito dorata con il leone dei Lannister stampato
in
rilievo. È la prima volta che Daenerys vede una Lannister
Gold. Con i ragazzi
hanno spesso scherzato sulla loro esistenza, mettendola in dubbio. A
giudicare
dalla faccia della commessa è la prima volta anche per lei.
“In
genere le carte di credito hanno dei blocchi…”
comincia la ragazza e si ferma
quando il sopracciglio di Jaime guizza verso l’alto.
“Questa
carta non ha limite di spesa”, replica Jaime.
“È uno dei servizi che offre.”
“È
legale?” chiede Daenerys sorpresa.
“In
un paese costruito da ricchi per ricchi, certo che è
legale”, dice Jaime
ironico mentre la commessa si mette a impacchettare il bracciale.
“Per cosa credi
abbia lavorato mio padre in trent’anni di
politica?”
Ovviamente
per permettere cose del genere,
pensa Dany sbuffando
divertita.
“Quindi
è vero ciò che si dice su Tywin
Lannister?” gli chiede alla cassa, quando il
pagamento viene accettato.
“Cosa
si dice?” domanda lui di rimando, facendo il finto tonto. La
commessa alza lo
sguardo e fissa Daenerys, che ride e lo colpisce sul braccio; poi senza
vergogna dice: “Che caga oro.”
La
commessa dà in uno squittio sorpreso a sentirla dire una
parolaccia. Jaime
sorride soddisfatto e prende la busta, per poi darla a Daenerys. Tende
la mano
verso la commessa, che gli rende la carta. Jaime guarda la ragazza e
poi
Daenerys con un sorrisino.
“E
pensare che paghiamo le tasse per loro”, dice alla ragazza
che rimane immobile,
senza sapere cosa fare. Daenerys ride e dopo un attimo anche la ragazza
fa
altrettanto, indicando Jaime come a dire che ha capito la battuta. Lui
sorride
tutto soddisfatto di sé. Daenerys vorrebbe togliergli quel
sorrisino con un
bacio, ma sulla porta Jorah e Verme Grigio hanno la stessa identica
espressione
di disapprovazione; un’espressione che non hanno mai
riservato a Daenerys. Non
così seria.
“Credi
che vostro padre gli farà il culo?” domanda Dany a
Tyrion, mentre a cena gli
mostra il bracciale.
Tyrion
la guarda come a chiederle se è seria e dice: “Tu
davvero non hai la più
pallida idea di quanto oro abbiamo, vero?”
Jaime
ride e lo fa anche Tyrion, mentre Daenerys li guarda sconvolta.
“Nostro
padre però si farà una certa idea, dopo
questa”, aggiunge all’improvviso
Tyrion, prendendo un sorso di vino. Daenerys guarda Jaime,
sorprendendosi di
vederlo serio tutt’a un tratto.
“Quando
ci lasceremo spezzando tutti i cuori della nazione, ne sarà
valsa comunque la
pena”, risponde Jaime al fratello, giocando con il piede del
suo calice di
vino.
“Certo
che sì”, dice Daenerys allegra ed ironica, bevendo
il proprio vino, decidendo
di non fare domande ma riportare l’aria giocosa di poco
prima. Jaime comunque
non risponderebbe e nemmeno Tyrion, troppo legato al fratello per anche
solo
pensare di tradirlo.
“Non
prima del mio compleanno, però”, aggiunge,
avvicinando il polso al viso di
Jaime e dicendo: “Loro due al mio braccio saranno
l’attrazione principale della
serata.”
Jaime
sorride e le prende la mano, avvicinandola a sé, e per un
attimo il tempo si
ferma e tutti e tre al tavolo pensano che lui stia per baciarne il
dorso; ma
poi non lo fa e gliela posa sul tavolo, dandole un colpetto affettuoso,
Tyrion
torna a respirare e il vuoto nello stomaco di Daenerys si trasforma in
un
bruciore deluso.
“Tuo
fratello non permetterà mai che ti stia così
vicino”, le dice e Daenerys ride cambiando
strada di fronte all’ennesimo vicolo cieco, sentendosi come
in un ascensore
impazzito che fa su e giù.
“Un
ballo sarà sufficiente per gli avvoltoi”, risponde
cercando di non pensare a
come potrebbe farla sentire ballare tra le braccia di Jaime; un altro
vicolo
cieco, un altro cambio di direzione.
“Peccato
mio fratello sia un pessimo ballerino”, dice Tyrion divertito
e Jaime fa un
verso irritato.
“Lo
sei?” grida Daenerys, disperata.
“Io…
ehm… non lo so”, dice Jaime grattandosi il capo.
“Credo, no… non è
che…”
“Ma
devi imparare, devi imparare”, dice Dany alzandosi in piedi e
tirandolo per un
braccio. Forse è un po’ ubriaca, ma Jaime si alza
comunque ridendo: “Ma
adesso?”
“Adesso,
adesso!”
Finiscono
a ballare, con Tyrion che ride per tutto il tempo senza motivo,
perché Jaime in
realtà è bravo, molto bravo.
“Non
mi piace”, continua a dirle, mentre Tyrion ride e loro
ballano sulla sua
risata.
“Sei
bravo”, continua a dirgli, mentre lui la fa volteggiare nella
stanza, il
mignolo e l’anulare della sua mano destra che tremano appena,
il medio rigido.
Le fa fare una piroetta e perde la presa, ma Daenerys riacquista
immediatamente
l’equilibrio, mettendogli la mano destra sulla spalla e
prendendogli la
sinistra.
“È
la stessa identica cosa”, gli dice e l’espressione
sul viso di Jaime si
distende.
Il
mignolo e l’anulare destri continuano a tremolare sul fianco
di Daenerys, ma
Jaime le sorride e ballano, la risata ubriaca di Tyrion che fa loro da
colonna
sonora.
Ballano
e ballano e ballano; continuano anche dopo che Tyrion si scusa e va a
dormire.
Ballano
e ballano e ballano; non più danze di corte, ma come se
fossero in un club
senza musica, cantando in sussurri le canzoni che immaginano potrebbero
andare
a ritmo con i movimenti dei loro corpi.
Ballano
e ballano e ballano; finché Daenerys non si ritrova con la
fronte sulla spalla
di Jaime che la fa dondolare sul posto mentre canticchia a bocca chiusa
una
canzone che lei conosce fin troppo bene. Finché non
è troppo e Dany sente di
dover scappare di nuovo. Jaime la lascia andare.
***
I
flash dei fotografi li avvolge nell’istante in cui escono dal
ristorante. Per
proteggersi gli occhi Daenerys alza un braccio, coprendosi con il mazzo
di
garofani che Jaime le ha regalato. Lui le tiene una mano sulla schiena,
a un’altezza
consona e per nulla compromettente, guidandola verso l’auto,
con l’altra mano
posta davanti a sé, pronta a scacciare i fotografi se ne ce
fosse bisogno.
Daenerys
trattiene un sospiro finché non è finalmente in
auto, rilassandosi sul sedile
del passeggero. Posa il mazzo di fiori sul cruscotto, faticando a
tenere
un’espressione che non dia inizio ad una serie di
pettegolezzi infondati su una
crisi tra lei e Jaime; purtroppo non è facile e lei sa
benissimo di star
fallendo mentre i flash continuano, inondandola di luce e facendole
strizzare
gli occhi.
Jaime
non aiuta, la vecchia indole da guardia del corpo che lo porta a
spintonare un
fotografo poco prima di salire in auto. Daenerys sobbalza alla scena e
non dice
nulla quando l’uomo si sbatte dietro la portiera, prima di
mettere in moto e
rischiare di investire almeno due fotografi che lo ricoprono di
insulti.
“Puoi
evitare di uccidere qualcuno?” gli dice, cercando di avere un
tono sereno e
ironico. “Porta sfortuna ammazzare gente il giorno del
proprio compleanno. E
poi non mi saresti utile in prigione.”
Jaime
dà in uno sbuffo divertito dal naso, mentre guida a
velocità folli tra le
strade di King’s Landing.
“Non
è facile avere a che fare con loro. Specialmente se tu sei
di questo umore”, le
dice lui, lanciandole un’occhiata offesa. Daenerys sospira,
posando la testa
sul sedile.
La
serata non è andata per niente come lei l’aveva
immaginata o come avrebbe
voluto. Dany ha passato le due settimane antecedenti al
quarantaquattresimo
compleanno di Jaime a organizzare questa serata, facendosi confezionare
un
bellissimo abito lillà per l’occasione, scegliendo
accuratamente il ristorante
confrontando i locali più gettonati di King’s
Landing in base alle recensioni
sui piatti preferiti di Jaime.
In
principio aveva pensato di fare le cose in grande, organizzandogli una
festa a
sorpresa con i suoi amici a Summerhall, ma poi Tyrion le ha detto che
Jaime non
ama grandi eventi del genere, aggiungendo che a parte Arthur Dayne, un
certo
Bronn Blackwater e Tyrion stesso, Jaime non ha davvero degli amici;
inoltre,
Tywin Lannister aveva già prenotato una cena per una
cinquantina di persone a
Casterly Rock per festeggiare i suoi figli maggiori. Daenerys era
rimasta
visibilmente male di non aver ricevuto l’invito e Tyrion le
aveva detto che
Tywin l’aveva in realtà inclusa, ma Jaime stesso
si era fortemente opposto,
dicendo che non voleva presentare al padre la propria ragazza in
un’occasione
tanto pubblica, Cersei aveva aggiunto che una ragazza
dell’età di Dany si
sarebbe annoiata e Tyrion si era trovato a convenire prima di
rendersene conto.
“Lo
avresti davvero odiato”, le aveva detto vedendola delusa.
“I ragazzi odiano
sempre questa cena, è lunga e noiosa. Sono felice che per il
mio compleanno
nostro padre non si disturbi.”
Tyrion
aveva poi ridacchiato in un modo che aveva fatto capire a Daenerys che
tanto
felice della cosa non fosse.
Quindi
si è dovuta arrangiare per ritagliarsi un posto nella vita
in Jaime per questa
occasione così stupidamente importante. Non ha neanche
potuto affrontarlo sulla
questione del non volerla a Casterly Rock, perché questo
è ciò che avrebbe
fatto una vera fidanzata… e Daenerys non lo è.
Quindi la cena il giorno prima è
parsa la soluzione migliore e lei ha cercato di fare le cose in grande
mantenendosi in piccolo. Il che ha voluto dire il vestito su misura, la
cena
selezionata e tutta una serie di sorprese e stravaganze durante
suddetta cena,
cose che Daenerys ha annullato quella mattina stessa, quando si
è svegliata e
si è resa conto del proprio pessimo umore.
“Scusami”,
sussurra quindi, guardandolo arrossendo.
“Purtroppo… le cose non sono andate
secondo i piani.”
“Oh,
andiamo! Mi dispiace di aver sbagliato i fiori”, scherza
Jaime, cercando di
farla sorridere e riuscendosi.
“Beh,
dicono che la vecchiaia giochi brutti scherzi…” lo
prende in giro lei,
osservando i garofani rossi che Jaime ha comprato scambiandoli per rose
– come
sia possibile, lo sa solo lui.
Si
aspetta che Jaime colga l’occasione per lanciarsi in un
bisticcio dei loro,
lamentandosi della battuta sulla sua età, ma invece dice
dolcemente: “Ah…
quindi sei ancora in grado di sorridere?”, facendola
arrossire e sospirare di
nuovo. Sa di starsi comportando in modo ingiusto e che non dovrebbe
trattarlo
così, ma il punto è che non sa come dovrebbe
comportarsi.
“Mi
dispiace, davvero”, dice ancora mordendosi le labbra, in
difficoltà. “È solo
che…” che ho scoperto con chi va a letto
la figlia diciottenne di tua
sorella e non so se dirtelo. Questo perché non so se
è anche figlia tua. Si
gratta la fronte, cercando di togliersi dalla mente il ricordo della
cena a
casa di Robb, Theon e Jon di due giorni prima. Nelle quarantotto ore
che hanno
preceduto questa serata, Daenerys ha cercato di non pensare a cosa
fare,
dicendosi che sarebbe stato un problema per dopo, quando il compleanno
di Jaime
sarebbe passato. Di dare la precedenza al compleanno
perché… perché…
perché…
Ora
si sente così ridicola a pensare alle aspettative che aveva
riposto su questa
serata, il che non migliora la situazione; scoprire che Jon va a letto
con la
nipote di Jaime, la bellissima e giovanissima Myrcella Baratheon, non
è stato
uno shock, solo imbarazzante. Il momento dello shock e del panico
è arrivato
quando Theon ha fatto una battuta sulla possibilità che
Jaime fosse il padre di
Myrcella e Daenerys ha finalmente colto davvero le implicazioni che la
relazione tra Jon e Myrcella ha su quella tra lei e Jaime.
Il
problema non è ovviamente l’incesto… se
lo fosse, Daenerys sarebbe un’ipocrita
come Rhaegar e non lo è. Sua madre e suo padre erano
fratelli, la conseguenza
di un retaggio e una serie di stranezze made in Targaryen che solo
Rhaegar si è
deciso ad abolire. E in più, Dany stessa in
passato… ma a questo non vuole
pensare.
Il
problema è… Cersei. Cersei che renderebbe la vita
impossibile a Jon. Cersei a
cui Jaime non può nascondere nulla. Cersei di cui Jaime si
preoccupa ogni
singolo istante della sua vita ed è evidente anche senza che
ne parli. Cersei
che quando chiama induce Jaime ad allontanarsi, per non farle sentire.
Cersei
che non la voleva a Casterly Rock. Cersei Cersei Cersei Cersei. Cersei.
Myrcella e Jon le avevano ricordato dell’esistenza di Cersei.
Myrcella e Jon
avevano posto il problema di dover parlare di Cersei, anche se
indirettamente e
superficialmente, con Jaime… cosa che Daenerys non
è sicura di voler fare per
mille-e-una ragioni.
Si
sta torturando il labbro inferiore quando sente Jaime chiedere:
“Solo che?”
Sospira
di nuovo e si volta a guardarlo, ridacchiando senza volere a vederlo
imitarla
facendo un sospiro enorme e ridicolo. Si dice che si sta immaginando il
sorriso
affettuoso di lui a vederla ridere. Non può
nasconderglielo… Jaime è stato così
in ansia al pensiero dei ragazzi. Specialmente di Myrcella, che ha
nominato più
spesso e di cui hanno parlato brevemente quando erano uscite le foto di
loro
due insieme alla bakery. Ne hanno parlato abbastanza da far
sì che Dany sapesse
che la ragazzina frequenta un uomo più grande.
“Non
posso giudicarla”, aveva detto a Jaime giocosa,
accarezzandogli i capelli sulla
nuca.
“Mi
ha detto anche questo”, aveva risposto lui, facendola saltare
sulle sue
ginocchia mentre lei sorseggiava il proprio vino. “Mi ha dato
del porco con lo
sguardo.”
“Beh,
lo sei.”
“Certo
che no.”
“Falso.”
Dany
gli era scivolata più vicina, ma la mano di Jaime era
rimasta sulla sua schiena
all’altezza consona di sempre. Quell’altezza
rispettosa e così frustrante e
Daenerys aveva smesso di accarezzargli la nuca. Si era alzata dalle
gambe di
lui, lamentandosi del proprio bicchiere vuoto, dicendosi che sedere in
braccio
a Jaime non voleva dire nulla.
E
se lo dice anche adesso, per non sentire il viso in fiamme e sollevare
altre
domande. Lo faccio con tutti i miei amici di continuo.
“L’altra
sera, a casa di Robb…”
Il
modo in cui la mascella di Jaime si indurisce, mentre i suoi occhi
vanno al
cielo, non vuol dire nulla. Non è geloso.
“Non
è andata bene.”
Non
sa come continuare, non sa come aprire il discorso, come dirlo.
“Margaery
Tyrell è almeno venti volte meno carina di te”,
risponde Jaime e il fatto che
lo abbia fatto è offensivo e disorientante ad un tempo.
“Credi
che io stia così perché penso che la nuova
ragazza di uno dei miei migliori
amici sia più bella di me?” gli domanda indignata.
Di solito, Jaime riderebbe o
farebbe il finto tonto chiedendo: “Non è
questo ciò a cui pensano le giovani
ragazzine stupide come te?”; ma in
realtà Jaime non direbbe mai una frase
del genere, quindi ovviamente non risponde come Dany si aspetta.
“Migliore
amico che è anche il tuo ex”, dice infatti
cogliendola completamente alla
sprovvista. “Smettila, Lannister. La gelosia non ti
dona”, lo prende in giro,
mentendo. Non l’ha mai trovato tanto bello e sexy come adesso
che sembra voler
dare un pugno a Robb; e la cosa la spaventa.
“Cosa
è successo a casa del lupacchiotto?” domanda lui
con disprezzo, come a dirle di
andare al punto.
“C’era
Myrcella”, vomita fuori Daenerys e Jaime volta la testa
così velocemente che sente
scrocchiare il collo, facendola preoccupare: lui ha una certa
età.
“Cosa?”
domanda Jaime sconvolto, tornando a guardare la strada con nonchalance,
facendo
tirare un sospiro di sollievo a Dany. Ci manca solo che lui rimanga con
il
collo bloccato.
“Il
suo ragazzo…” inizia e sente Jaime letteralmente
trattenere il respiro. “È
Jon.”
“Jon
Snow?” domanda Jaime, incredulo. “Il figlio di
Lya…nna Stark?”
Dany
lo guarda, confusa dal tono di Jaime, dal modo in cui sembra che
volesse
chiamare la madre di Jon Lya. Le uniche persone che
Daenerys ha mai
sentito chiamare Lyanna Stark così sono lo zio di Jon, Robb
e Arya. Sansa non
l’ha mai chiamata zia Lya. Theon non
l’ha mai chiamata Lya.
“La
conosci?” domanda quindi, curiosa.
“La
conoscevo”, risponde Jaime esitante e duro, in un connubio
assurdo di quelli di
cui è capace solo lui. “Cersei la ammazza. Questa
è la volta buona”, lo sente
commentare tra sé e sé, come dimentico che lei
sia lì.
“Oh
non dirlo a Cersei.”
La
testa di Jaime scatta di nuovo e Daenerys sente le guance in fiamme.
Nessuno
l’ha mai fatta arrossire così spesso come fa
Jaime.
“Perché?”
Una
sola, semplice domanda con mille, difficili risposte.
“Non
aiuteresti né lei né Myrcella. La
odierà di più”, cerca di spiegargli,
tenendosi sul vago.
“È
ingiusto che la odi”, dice Jaime indignato, sempre
così protettivo verso la
donna che… la sua gemella.
“Forse”,
risponde Daenerys, pensando che invece è giusto, molto
giusto. Non riesce ad
immaginare di voler bene a Cersei Lannister, anche se non
l’ha mai vista dal
vivo. “Ma tutte le ragazze prima o poi odiano la propria
madre. Soprattutto
quando rivedono loro stesse in queste donne a cui non vorrebbero mai
somigliare. Lascia che Myrcella abbia questo segreto con sua madre. A
tempo
debito tornerà da lei.”
“Myrcella
non somiglia per nulla a Cersei”, mormora Jaime, pensieroso.
“Chissà da chi ha
preso.”
Forse
da te,
pensa Daenerys affettuosa, partorendo poi un
pensiero folle e troppo adulto per i suoi quasi venticinque anni.
Scuote la
testa, scacciandolo e scegliendo di dire: “Questo lo
può dire davvero solo lei.
Solo lei sa in cosa si rivede.”
“Tu
ti rivedi in tua madre?”
La
domanda è improvvisa e viene fuori dal nulla; come tutto
ciò che fa Jaime.
“In
qualcosa. La persona che sono quando sono da sola le somiglia molto
più di
quanto vorrei, per questo non le somiglio fuori dalla mia stanza. Io
come lei
rincorro l’amore, sapendo bene che non sono destinata ad
averne.”
È
triste nel dirlo. È arrabbiata, perché non
l’ha mai detto a nessuno e non è
giusto che le sia scappato proprio con lui… che sbuffa
sprezzante dal naso e
poi dice qualcosa che prende Daenerys in contro piede, che la fa
cascare dalle
nuvole e sfracellare a terra, senza darle nemmeno il tempo di rimanere
male per
lo sbuffo.
“Tu
non lo rincorri, vai nella direzione opposto. Scappi
dall’amore. Non pensi davvero
di non esserne destinata, questa è solo la cazzata che ti
dici per non
ammettere ciò che pensi realmente. Ovvero: non
sono degna di essere amata.”
Sente
le lacrime agli occhi e una parte di lei vorrebbe urlargli contro,
dirgli che
non deve permettersi di farle da psicologo, che lui non è
nessuno, di fermarsi
e farla scendere. “Secondo te ne sono
degna?” vorrebbe chiedergli
l’altra parte di lei. E come se le leggesse nel pensiero
Jaime dice, lapidario
e irritato: “Che stronzata. Una vera stronzata.”
“Saliresti
un attimo da me?” dice Daenerys dopo un paio di minuti di
silenzio, tornando alla
parte sul post cena del suo vecchio piano per la serata. Questa volta
è lei a
prendere lui alla sprovvista. Jaime la guarda sbattendo le palpebre
confuso.
“Ho
un regalo per te”, chiarisce lei e sente un tuffo al cuore
quando nota il
leggero rossore sugli zigomi di Jaime. Non l’ha mai visto
arrossire prima.
“Certo,
sì. Non è nemmeno mezzanotte ancora.”
“Perfetto.”
La
propria risata riempie la stanza, suonandole per una volta melodiosa e
leggiadra, qualcosa da ascoltare all’infinito e di cui non
vergognarsi. La
presa di Jaime è ferrea sul suo costato nudo e le sue dita
si muovono veloci,
facendole il solletico con inusuale maestria. Ridono insieme, le membra
attorcigliate tra loro e tutto è luminoso, soleggiato come
una giornata senza
nubi, una vita senza doveri, i capelli di lui. Si sorridono e la risata
di Dany
rimbalza sul baldacchino del suo letto, lo stesso in cui dorme da
quando era
bambina; rimbalza sulle finestre, sulle pareti e riempie la stanza di
una gioia
irreale, estranea. Il sorriso di lui è altrettanto gioioso,
puro, gli occhi socchiusi
con agli angoli delle rughe di contentezza, non
d’età. Il solletico cessa
mentre i loro sguardi si incrociano e a Dany pare di fare
l’amore già solo
così, con quel verde che indaga e abbate i muri del suo
viola. Gli accarezza le
labbra e Jaime le bacia le dita, quel sorriso che non accenna a
sparire. Quando
la bacia davvero, sulle labbra, è una sensazione inebriante
e Dany sente il
viso in fiamme, il cuore che batte forte, il basso ventre pulsare di
desiderio.
Il loro bacio rimane puro, mentre i vestiti spariscono e in un istante,
senza
dover chiedere, Jaime è in lei ed è diverso,
diverso da tutto, più intenso,
più… più… Dany gli sussurra
all’orecchio delle parole proibite, parole che le
sono sempre rimaste in gola prima di allora e si sente impossibilmente
felice
nel sentire il sorriso di lui sulla pelle del collo. È tutto
perfetto, è tutto
come lei ha sempre voluto fosse; la sua vita, in questo istante
meraviglioso
con Jaime dentro di lei, è come avrebbe sempre dovuto
essere.
Poi
un sussurro, veloce,
desideroso, colmo d’amore.
“Cersei.”
Lo
spinge via, urla e lui scompare, la stanza si spegne, è
tutto buio e lei grida
un “No!” lungo, deciso, disperato. Dopo solo il
silenzio, il buio, la
solitudine. E poi lo squillare del proprio telefono.
Apre
gli occhi di soprassalto, immediatamente sveglia e vigile. Si tira su a
sedere,
una coperta di lana che le scivola di dosso. Ha un brivido di freddo e
la
riafferra immediatamente, avvolgendosela attorno alle spalle. Si guarda
attorno, con la testa che un po’ gira, gli occhi che
bruciano. Il proprio
telefono continua a squillare e lei lo cerca, tastando il piumone
dorato e
morbido del proprio letto, cercando di ricostruire la serata prima per
capire
perché indossa ancora il vestito lillà e leggero
che ha selezionato per Jaime; perché
non era sotto le coperte, al caldo. Finalmente trova il telefono e lo
porta
all’orecchio, rispondendo alla chiamata senza nemmeno
guardare chi sia.
“Pronto?”
balbetta sentendo la gola bruciare. Si alza dal letto, alla ricerca di
una
bottiglia d’acqua.
“Diamine,
Dany!” sente dire la voce di Missandei dall’altro
capo del telefono. “Ti sto
chiamando da mezz’ora. Ero preoccupatissima.”
“Che
ore sono?” le chiede, premendo il campanello per chiamare
Irri.
“Le
nove e mezzo.”
“Diamine
lo dico io, Missandei. Tesoro, lo sai che non sono mattiniera. Inoltre
ho fatto
tardi ieri sera, anche se non ricordo come”, le confida,
mentre gira per la
stanza e recupera una bottiglia di vino vuota da terra, uscendo dalla
stanza da
letto ed entrando nell’anticamera che le funge da piccolo
salottino e studio,
dove riceve il proprio staff, amicizie e raramente visite ufficiali. Qualcuno
deve aver fatto una festa, pensa posando la bottiglia vuota
sul tavolino da
caffè, accanto ad altre due bottiglie vuote che
già sono lì.
“Che
vuol dire che non ricordi come?” domanda l’amica
agitata.
“Ciò
che ho detto”, continua Daenerys, avvicinandosi ad un
mobiletto ed aprendolo,
irritata di non trovare nel proprio mini-frigo segreto nemmeno una
bottiglia
d’acqua.
Missandei
sospira e Dany sta per chiederle cosa c’è che non
va, quando Irri entra nella
stanza, strabuzzando gli occhi davanti al disordine… o forse
è solo la sorpresa
di vedere la sua signora in piedi a quest’ora del mattino.
“Buongiorno,
cara”, le dice Daenerys e l’altra forza un sorriso,
facendo una riverenza
goffa. “Potrei avere dell’acqua e la
colazione?”
“Certo,
ma’am”, dice Irri diligente come
sempre. “La prende qui o a letto?”
“In
vasca”, risponde Daenerys, il naso che si arriccia a sentire
l’aria viziata
della stanza. “Farò un bagno… Ho freddo
e non credo di poter tornare a
dormire.”
“Va
bene, ma’am. Arriva subito.”
“Grazie,
Irri.”
La
cameriera esce e Daenerys si dirige in bagno, chiedendo a Missandei:
“Sei
ancora lì?”
“Sì”,
risponde l’altra, pacatamente. “Ti ho chiamata
perché credo che prima di fare
qualsiasi cosa dovresti accendere la tv.”
“Non
ho tempo di…”
“No,
Daenerys. Davvero. Accendi la tv. Sul 5.”
Daenerys
sospira e accende la tv, ignorandola quando vede che sta andando in
onda la
pubblicità. Lascia aperta la porta della camera, mentre si
reca in bagno per
cominciare a riempire la vasca.
“È
successa qualche catastrofe?” domanda a Missandei.
“Devo partire in visita alle
macerie di qualche incendio?” C’è del
sarcasmo nella sua voce a dirlo, ma in
realtà la prospettiva che il problema sia quello le mette
molta preoccupazione
ed ansia. Mollerebbe davvero tutto in un istante per una cosa del
genere.
“Niente
di così grave”, dice Missandei con ora
più dolcezza. “Riguarda Jaime in
realtà.”
“Ah”,
mormora Daenerys, ripensando al sogno erotico tramutato in incubo.
“Allora cosa
mi chiami con tutta questa urgenza?”
“Beh,
la Regina di Spine sta andando in onda con uno speciale sul tuo
ragazzo”,
spiega Missandei. “Ho pensato volessi saperlo.”
Oh.
Oh.
“Oh,
no”, sussurra preoccupata, mordendosi immediatamente le
labbra.
“Già”,
sospira Missandei.
“Cosa
ha detto finora?”
“Per
la prima ora nulla di grave, ma ecco vedi… il servizio non
è solo su Jaime…”
“Ovviamente”,
borbotta Daenerys senza riuscire a trattenersi. Cerca di calmarsi e
domanda:
“Il resto è molto grave?”
Sente
Missandei sospirare, i suoi tacchi sul pavimento, una porta aprirsi e
rivelare
un vociare confuso e preoccupato, sovrastato dalla voce di uomo che
tuona: “Non
mi interessa! Tutto questo è inaccettabile! Avete chiamato
l’avvocato? Perché
l’avvocato non risponde?”
“È
molto arrabbiato”, commenta Daenerys cercando di visionare la
furia di lord
Tywin Lannister e provando un brivido al pensiero. Di nuovo, si chiede
come
riesca Missandei a lavorare per lui. Avrebbe dovuto restare
con me per
sempre, pensa amaramente, ma scaccia il pensiero per non
assecondare la
nausea che le è appena venuta.
“Decisamente”,
risponde Missandei, chiudendo la porta. “Tyrion sta cercando
di calmarlo, ma
niente. Cersei sta venendo qui, a quanto pare una del suo team legale
parlerà
dopo lo stacco pubblicitario.”
“Molto
professionale”, commenta Daenerys sarcastica, andando a
sedere sul letto,
guardando con occhi vitrei la pubblicità di una spugna per
lavare i piatti.
“L’ha
detto anche Tyrion”, continua Missandei, poi a bassa voce:
“In realtà la Tyrell
ha solo ricapitolato i pettegolezzi, non ha fatto nulla di
più, non ha aggiunto
nulla, né insinuato, ma ormai il vecchio perde le staffe al
solo sentir
nominare quella cosa.”
Non
me ne parlare,
vorrebbe rispondere Daenerys, mentre
risente la voce di Jaime così appassionata, così
reale, sussurrare: Cersei.
“Parlerà
anche di me”, commenta invece, cercando di non mostrarsi
scossa dalla cosa, per
una volta senza pensare alla confusione che questo potrebbe scatenare
nella sua
interlocutrice. Comunque, se Missandei è confusa dalla
mancanza di
preoccupazione di Daenerys per il pettegolezzo più infamante
sul suo ragazzo,
non lo lascia a vedere. O forse, semplicemente, la conosce abbastanza
bene da
sapere che il pensiero che si parli di lei dalla Regina di Spine le
mette
un’inconsueta, ma giustificata ansia. Sono ormai passati
anni, ma ancora il
ricordo dell’unica intervista che Daenerys ha concesso ad
Olenna Tyrell le fa
passare un brivido di disagio lungo la scena. Sua madre aveva dovuto
interrompere
la ripresa nel bel mezzo dell’intervista e Dany era scappata
via in lacrime. Il
filmato non era mai andato in onda, ma doverlo cedere aveva indignato
Olenna in
maniera indicibile e da allora non aveva avuto mai una buona parola
né per la
Regina Madre né per la principessa Daenerys. Il talk show
mattutino Queen of
Thorns era diventato il più accanito detrattore di
Daenerys e mai aveva
speso una parola positiva per lei. Sospira, pensando che era solo
questione di
tempo prima che quella vecchiaccia mettesse le mani sulla storia tra
lei e Jaime.
E quale occasione migliore del compleanno di lui, dove uno degli
aspetti più
problematici e accattivanti della loro relazione – ovvero la
grande differenza
d’età – è messo in evidenza?
Nessuna, soprattutto se si presenta l’opportunità
di parlare anche di Cersei e prendere così due, tre, quattro
piccioni con una
fava, occupando tutte e quattro le ore di programmazione.
“Sì”,
sussurra paziente Missandei. “Dany, preparati. Ha detto che
in studio ci sarà
una tua amica.”
Daenerys
si immobilizza, sentendo ora ancora più freddo, sentendosi
come se si fosse
trasformata in una statua di ghiaccio. Ma io ho solo due
amiche, pensa
disperata.
“Ma…”
balbetta. “Ma io…”
Ho
solo due amiche. Forse tre. Solo tre vere amiche.
“Non
so chi sia”, cerca di calmarla Missandei. “Sto
cercando di scoprirlo, ma…”
La
sigla d’apertura dello show la interrompe e Daenerys dice:
“Sta iniziando. Ti
richiamo dopo”, correndo a chiudere l’acqua della
vasca.
“Aspetta!”
grida Missandei. “Hai notizie di Jaime? Tyrion e lord Tywin
lo chiamano da
quando è iniziato il programma, ma non risponde.”
Daenerys
si guarda attorno, con una soffocante sensazione di impotenza. Ha
notizie di
Jaime? No, nessuna. Non lo vede dalla sera prima, quando –
ora comincia a
ricordare – per una volta si è addormentata lei
per prima e non lui.
“No”,
sussurra scivolando seduta a terra, la schiena contro il letto, mentre
Olenna
Tyrell, una camicia lillà con fiori dorati, pantalone viola
e foulard della
stessa identica sfumatura che le avvolge la testa, dà il
bentornato al suo
pubblico. “Non lo sento da ieri sera.”
Missandei
sospira, la ringrazia, le fa promettere di risentirsi più
tardi e chiude la
chiamata. Daenerys si stringe le ginocchia al petto, abbracciandosi e
quando
Irri entra con l’acqua e la colazione non ha più
fame né sete, ma solo una
forte nausea.
All’inizio
non è malissimo. L’avvocato in studio è
Margaery Tyrell e Daenerys ricorda la
causa di cui lei e Robb parlavano quella famosa sera a cena. Cersei
Lannister
contro il Webb, con l’accusa di
diffusione illecita di materiale
privato, diffamazione e calunnia. Daenerys osserva per
mezz’ora come Margaery,
bellissima e totalmente a proprio agio nel salotto televisivo della
nonna,
spiega come la causa sia praticamente vinta, come il pettegolezzo su
Cersei e
suo fratello sia assurdo e ingiurioso, come la stampa sia pronta a
tutto,
addirittura infangare la reputazione di qualcuno, pur di vendere copie.
Olenna
ascolta e annuisce, il mento posato sul dorso dell’indice,
elegante e velenosa,
concordando come se lei non facesse parte della stampa, come se lei con
il suo
programma non facesse la stessa identica cosa, come se lei non avesse
invaso la
privacy di Daenerys e usato ciò che aveva scoperto nella
speranza di fare più
audience. Questi pensieri fanno aumentare la nausea e si costringe a
prendere
un sorso d’acqua per calmarsi.
Daenerys
capisce subito che la comparsata di Margaery è stata
programmata e concordata
con Cersei e ammira l’abilità della ragazza nel
non rivelare neanche un minimo
di troppo, riuscendo con affascinante e capacissima dialettica ad
evitare di
far saltare la causa. Pensa con frustrazione a Robb e il suo insistere
nel fare
il proprio praticantato in uno studio senza scrupoli come quello di
Emmon Frey,
anziché prendere il posto assicurato che ha in quello del
nonno materno. Vuole
farcela da solo, riflette con affetto e preoccupazione. Ma
ne varrà
davvero la pena?
Ed
ecco che il blocco sulla causa tra Cersei e il Webb
finisce e inizia il
seguente, con un servizio su lei e Jaime, a ricordarle che non
è proprio in
grado di giudicare nessuno, visti i casini che combina con la propria
vita.
Una
canzone pop apre il servizio, qualcosa su due criminali e la loro auto
per fuggire,
e Daenerys non ascolta le parole del narratore, guarda solo le immagini
di lei
e Jaime scorrere; centinaia di foto, paparazzate insieme, foto singole,
tutti i
fidanzati di Daenerys spiattellati sullo schermo, veri e presunti senza
distinzione; fin troppi secondi del servizio concentrati su Robb e
ancora di
più su Cersei. Daenerys sente lo stomaco rivoltarsi ad una
foto di Jaime e
Cersei, bellissimi e irraggiungibili adolescenti che volteggiano al
ballo della
scuola, lei stretta in un vestito rosso, rose tra i capelli, e poi una
carrellata di foto del matrimonio di lei con l’allora giovane
e aitante Robert
Baratheon, il viso di Jaime contratto in una maschera sofferente. Era
così
triste, pensa Dany, gli occhi lucidi. Era
così bello. È ancora così
bello. Forse di più di allora. E le guance le
vanno a fuoco.
Poi
il servizio finisce con un accostamento di immagini così
meschino che rischia
di vomitare sul tappeto: una vecchia foto, pescata chissà
dove, di lei bambina
– sei, forse sette anni – che piange e Jaime, in
alta uniforme, che le tende il
suo coniglietto di pezza; accanto a questa una paparazzata recente,
loro due
che lasciano il compleanno di Arianne Martell stretti l’una
all’altro. Daenerys
in un vestito nero che a dire di sua madre la invecchia, Jaime con uno
dei suoi
completi perfetti, la camicia bianca senza cravatta e sbottonata che
gli toglie
almeno dieci anni. La mano destra di lui è sul fianco di lei
e la stringe in
modo possessivo, come se Dany fosse roba sua, cosa che la fa arrossire
di
nuovo. È persa nei suoi pensieri per un minuto, tanto che si
perde la parte
introduttiva del blocco, dove Olenna presenta gli ospiti, e torna in
sé solo
quando riconosce una di essi: Doreah.
Irri,
seduta sul letto su invito di Daenerys, sputa un insulto in dothraki,
mentre
lei non riesce a far altro se non osservare la sua ex-amica seduta nel
salotto
di Olenna Tyrell a ridere e scherzare con gli altri ospiti che stanno
scandagliando la vita privata di Daenerys pezzo per pezzo, parlando
delle sue
amicizie e ragazzi con una disinvoltura che le fa saltare i nervi.
Continua a
bere la sua acqua, mentre Irri insulta in dothraki chiunque dica una
parola di
troppo su Dany o Robb e un po’ tutti lo fanno. Jaime anche
viene accusato di
mille-e-una nefandezze e Daenerys si sente ridicola per quanto
ferocemente
vorrebbe difenderlo. Infine gli ospiti sono divisi e
c’è uno stallo: in tre
sostengono Daenerys e Jaime, con uno che addirittura vaneggia
l’ipotesi di un prossimo
matrimonio reale, mentre altri e due sono fortemente contro,
considerando
troppa la differenza di età.
“E
tu cosa ne pensi, cara?” domanda Olenna a Doreah, che fa uno
dei suoi sorrisi
furbeschi, guadagnandosi un insulto da Irri e dando a Daenerys un
brivido di
inquietudine. “Una volta eri amica della principessa, poi
questo rapporto si è
bruscamente interrotto…”
“Sì.
Non andavo più bene per Sua Altezza…”
dice Doreah ironica e Irri la insulta
ancora, mentre Dany sente le lacrime riempirle gli occhi.
Lei
e Doreah erano state le migliori delle amiche, per lo meno durante
l’anno che
Daenerys aveva trascorso ad Essos quando, diciottenne appena diplomata,
era
stata bandita da corte… anche se questo nessuno lo sa.
Tutti, all’infuori della
sua famiglia, pensano che quello sia stato un semplice anno di studio
all’estero, che la ribelle principessa ha trasformato in una
vacanza di
sfrenatezze, scandali e divertimento.
Doreah,
una vecchia fiamma di Viserys, l’aveva avvicinata
all’aeroporto di Pentos offrendole
la sua amicizia e distrazioni, così Daenerys si era unita a
lei, seguendola
nella sua ascesa a top model. Il tutto era culminato nello scandalo
peggiore
della vita di Dany: la distruzione di un club di Qarth, con tanto di
furto di
un gioiello prezioso al proprietario. Furto di cui era stata accusata
proprio
lei, Daenerys, da Doreah e il suo tipo di quelle
settimane, Xaro Xhoan
Daxos. Si era quasi arrivati all’arresto e ai tribunali, poi
Jorah, ricevuto
finalmente il permesso di aiutarla, aveva ritrovato il gioiello tra gli
averi
di Doreah e lo aveva restituito. L’opinione pubblica di Qarth
non aveva però
creduto alla verità, preferendo pensare che la principessa,
spaventata, avesse
restituito il gioiello. Da allora la odiano.
Ma
non è questa la parte peggiore; quella era venuta dopo,
quando era tornata a
casa e in un momento di debolezza aveva scritto a Doreah di aiutarla
con…
Scuote
la testa, stringe le palpebre e si impone di non ripensare a quello.
Non
importa per cosa avesse chiesto aiuto, importa che
Doreah, dopo averla
incastrata per un furto, non le aveva risposto. E ci sono voluti anni
prima che
Daenerys potesse fidarsi di nuovo di qualcuno e non l’ha
fatto volontariamente.
Stava cercando una distrazione come sempre quando i ragazzi Stark sono
entrati
nella sua vita.
Loro
sono i miei amici, non tu,
vorrebbe gridare a Doreah, che
davanti a milioni di persone dà una dettagliata analisi del
carattere e della
psiche di Daenerys, mettendo in bella mostra le sue ombre.
“Testarda,
presuntuosa, boriosa, viziata, infantile. Furba, molto furba, ma non
intelligente”, queste le parole di Doreah e Olenna Tyrell se
la ride, dicendo
che certo non viene fuori un quadro lusinghiero.
Robb,
Jon, Theon. Loro sono i miei amici. Non tu. Missandei,
Ygritte… forse Arianne.
Loro sono le mie amiche. Non tu.
Ho
solo tre amiche.
Si
sente incredibilmente sola e per un attimo si dimentica di cosa le sta
accadendo intorno. Ci sono solo le sue lacrime e la sua solitudine, i
suoi
amici che anche volendo non potrebbero difenderla, perché
non la conoscono più…
o forse non l’hanno mai conosciuta davvero.
Doreah
invece pare conoscerla più di loro. Doreah dice:
“Daenerys Targaryen è furba e
vendicativa. Odiava suo fratello, il re, questo lo ricordo bene.
Farebbe
qualsiasi cosa per ferirlo. Non credo ami Jaime Lannister. Non lo
esporrebbe
mai così se lo amasse. I suoi grandi amori non li conosce
nessuno, solo lei che
li ha sempre gelosamente protetti. Credo che lo stia usando per dare
fastidio
al fratello. Sempre che non siano d’accordo.”
“Ah,
quindi tu dici che fingono?”
“Lui
non saprei, ma lei ne sarebbe capace.”
Daenerys
lancia il telecomando contro la televisione con violenza, in uno scatto
d’ira
non da lei che spaventa Irri. Poi, mentre la sua menzogna viene
smascherata, si
alza e scappa a farsi un bagno.
Si
sente persa nel labirinto della propria mente, ogni pensiero o ricordo
fallace
un nuovo vicolo cieco. Vorrebbe uscire da se stessa, prendere i suoi
pensieri e
dispiegarli, cercare di risolvere il passato, di capire il presente.
Ignora
le chiamate, dice ad Irri che nessuno, nessuno deve
disturbarla. La
chiama sua madre, la regina Elia, Missandei, addirittura Theon, il
più grande
fan di Olenna e detrattore delle telefonate. Robb le chiede come sta in
un
messaggio, Arianne scrive una sequela di insulti a Doreah. Ygritte e
Jon sono
probabilmente a lavoro. La contatta Rhaenys e a vederlo il telefono
quasi le cade
in acqua. Allora lo lancia via, piangendo, immergendosi completamente.
Lì,
nel silenzio, cerca una via d’uscita da se stessa. E da tutte
queste persone
che ama, ma che non merita, di cui non è degna.
Un’ora
dopo, dopo aver respirato a fondo, dentro e fuori, ripesca il telefono
e un
sorriso spontaneo nasce sul suo viso a vedere che anche Jaime le ha
scritto.
“Penso
ancora alle tue ciambelline alla fragola…”
È
impossibile che sia all’oscuro di tutto. Tyrion gli ha
sicuramente fatto un
conveniente riassunto della situazione. Daenerys si chiede se Jaime
abbia
risposto a suo padre, se ci sia stato un meeting di famiglia per
discutere,
tutti insieme, come gestire questa situazione. O se invece se ne sia
fregato,
abbia scrollato le spalle e tentato di farsi un’omelette.
Conoscendolo, il
secondo scenario è quello più probabile.
“Pagliaccio”
gli scrive e ride quando un secondo dopo lui le invia un selfie buffo,
con una
ciambellina in bocca.
“Buon
compleanno, pagliaccio reale”
risponde soltanto e in
quel momento Nymeria Sand – la responsabile del suo ufficio
stampa, la
sostituta di Missandei quando Rhaegar aveva deciso che lei e
l’amica erano
diventate troppo intime – le invia una
foto. La apre e legge un breve
comunicato, che Nymeria e Rhaegar vogliono pubblichi sul proprio
profilo
Instagram ufficiale.
“Io,
l’Altezza Reale principessa Daenerys di casa Targayen,
rifiuto le accuse
infamanti contro di me che questa mattina sono andate in onda e bla bla
bla”
Patetico.
Eppure…
Apre
la galleria e cerca una foto che le è stata mandata da
Arianne. Una foto di lei
e Jaime, seduti al loro tavolo al compleanno della principessa di
Dorne,
scattata dal fotografo ufficiale della serata. Ridono entrambi,
Daenerys con la
testa gettata all’indietro, Jaime meno sguaiatamente, con la
fronte posata
sulla spalla nuda di lei, le labbra incurvate che quasi le sfiorano il
braccio.
Daenerys
non ricorda di cosa stessero ridendo, probabilmente nel vestito
orribile di
qualche invitato, ma la foto è bellissima, intima e
affettuosa. La ama anche
perché ha catturato uno dei rari momenti in cui Jaime si
lascia andare a gesti
meno consoni, più inopportuni. In questa foto sembrano
davvero una coppia.
Apre
Instagram dal suo profilo ufficiale @hrhprincessdaenerys, non il
privato
@stormborn, e carica l’immagine. La caption che aggiunge
è breve quanto il
comunicato proposto da Nymeria, forse anche di più.
“Auguro
il migliore dei compleanni alla persona più strana e bella
che conosca. Ti
romperesti qualcosa pur di farmi ridere e per questo mi sento la
ragazza più
fortunata del pianeta. Non ci sono uomini come te, solo tu. Con tutto
l’amore
che ho, Dany.”
Poi
riguarda il video che gli ha fatto la sera prima, quando lo aveva
portato nella
sua stanza per fargli spegnere le candele alla mezzanotte. Jaime aveva
sbuffato
quando lei aveva insistito per fargli mettere le mani sugli occhi e poi
era
scoppiato a ridere nel vedere che la sorpresa era una di quelle
ciambelline
alla fragola con sopra una candelina.
“Non
desidero niente più di questo momento”, aveva
detto, per poi soffiare sulla
candela, e il cuore di Daenerys si era fermato per qualche istante,
mentre Jaime
la guardava con l’evidente voglia di baciarla.
L’istante si era poi esaurito e
Daenerys si era convinta di aver immaginato tutto; Jaime aveva mangiato
la
ciambellina e dato in un mugolio sorpreso confessandole di non averle
ancora
mai assaggiate, e lei, indignata, lo aveva colpito con un cuscino;
erano finiti
a fare la lotta come due bimbi. Poi avevano bevuto, ballato senza
musica, a
piedi nudi, mangiato altre ciambelline e in un punto indefinito della
serata
Dany si era addormentata. Lui le aveva messo addosso una coperta di
lana e se
ne era andato, lasciandola a sognarlo.
Sì,
la sera prima era andata così. La sera prima Daenerys si era
sentita davvero la
persona più fortunata del mondo.
Le
notifiche cominciano a farle trillare il telefono. Rifiuta una chiamata
del capo
dell’ufficio stampa di Rhaegar e poi una di Nymeria. Osserva
i like al post
aumentare vertiginosamente e ridacchia euforica, pensando che
gliel’ha davvero
fatta vedere a Doreah. Magari aveva ragione sull’esporre
Jaime, ma questo gesto,
per quanto apparentemente innocuo, è molto più di
un semplice post. È una
legittimazione. Un’ufficializzazione. Più di
questo c’è solo un anello di
fidanzamento. Ora nessuno potrebbe dire che stanno mentendo,
perché solo per
una relazione seria qualcuno della famiglia reale farebbe questo. Solo
per
qualcosa di vero.
Finalmente,
dopo venti minuti, arriva la notifica che Dany stava aspettando, la
più
importante. Jaime, con l’account che Daenerys l’ha
costretto a farsi qualche
settimana fa, mette like. Poi commenta: “Sono io il
fortunato. Ti amo. – J”
E
non c’è più euforia, né
gioia, né senso di vittoria, né soddisfazione.
Solo
tristezza. Perché Jaime non la ama, non proprio, non
davvero. Non come Daenerys
vorrebbe che lo facesse.
***
Dal
post vengono cose buone, cose cattive e cose strane. Di buono
c’è il fatto che
l’insinuazione di Doreah non ha avuto nemmeno il tempo di
attecchire e, come da
qualche mese a questa parte, Jaime e Daenerys stanno infiammando
l’opinione
pubblica come mai è davvero successo prima nella storia
recente dei Targaryen.
L’ultima volta che c’è stata un
terremoto mediatico di questo tipo è stato più
o meno vent’anni prima, quando re Aerys è morto.
Il fatto che Jaime Lannister
sia coinvolto in entrambe le tempeste fa riflettere molti e ridere
Daenerys.
Di
buono c’è che le persone ci credono. Di cattivo
c’è che le persone ci credono.
Che Rhaegar ci crede, che Tywin Lannister ci crede. Che il primo teme
un
matrimonio e farebbe qualsiasi cosa per impedirlo e il secondo lo
desidera e
farebbe qualsiasi cosa per ottenerlo. Questo è un problema,
soprattutto quando di
cattivo c’è anche il doversi ricordare sempre, in
ogni istante, che lei e Jaime
non sono nulla, se non forse amici. Complici, soci… ecco,
queste sono parole
più adatte.
E
poi c’è il compleanno di Daenerys,
l’evento dell’anno, che è qualcosa di
cattivo e buono insieme, come tutto il resto. Qualcosa di buono
perché Daenerys
ha sempre amato il proprio compleanno e perché i venticinque
anni sono un
traguardo importante per i rampolli della famiglia reale.
D’ora in avanti avrà
più impegni, più responsabilità,
potrà rendersi utile e non c’è nulla
che Dany
abbia mai desiderato di più. Di cattivo perché
questa enorme festa, questo
ballo di corte… lei non lo vuole. Vorrebbe solo scomparire
quel giorno. Un thè
con sua madre, una pizza con gli amici e poi ballare in qualche club,
ma no,
deve dare spettacolo. Non che in genere le dispiaccia, ma
l’imposizione di
Rhaegar ha sempre contribuito a rendere tutte le cose belle e buone,
brutte e
cattive.
Infine,
di strano c’è… Jaime. Sempre lui.
Quello unico e ineffabile. Quello che un
giorno pare volerle dare il mondo e il seguente pentirsi di averle mai
parlato.
Qualcosa è cambiato, ma nel cercare di capire cosa Dany si
è persa.
A
volte non è sicura di volersi ritrovare, perché
se resta in questo labirinto
può fingere che fuori ci sia il mondo che vuole e non quello
che l’ha sempre
fatta soffrire. Può fingere di sapere cosa sia cambiato,
può fingere che Jaime…
e al contrario, può fingere di non essersi…
Può
fingere che tutto sia perfetto, anche se nulla lo è mai
stato.
***
Il
giorno del suo compleanno parte nel peggiore dei modi.
A
colazione, dopo aver spento le candeline, aperto i regali e finto di
essere una
famiglia normale che si vuole bene incondizionatamente, Rhaenys ha
deciso di
fare un annuncio. Ha deciso che il compleanno di Daenerys è
il momento giusto
per farlo. E lei ha finalmente capito perché Dickon Tarly,
fidanzato di Rhaenys
da sempre, si sia ritrovato ad una colazione di famiglia.
“Io
e Dick abbiamo deciso di sposarci!”
Grida
di gioia e complimenti. Sorrisi, grandi sorrisi, del tipo che Daenerys
non
riceve da anni. Lei il sorriso lo finge, con le lacrime agli occhi. Perché?
domanda a Rhaenys quando si guardano, ancora l’una nelle
braccia dell’altra
dopo esserci baciate sulla guancia.
Perché
no?
Lo
sai perché.
Dany
non sa come faccia, ma gli occhi scuri e dolci di Rhaenys le rispondono
entrambe le cose e lei la molla bruscamente, voltandole le spalle e
complimentandosi con Dickon fingendo di essere felice per loro.
A
pranzo, dopo averle fatto spegnere le candeline su una ciambellina alla
fragola, i suoi amici le bendano gli occhi e dopo un viaggio di
mezz’ora si
ritrova in una spa. Piange a dirotto e le ragazze le chiedono
perché
preoccupate; lei risponde soltanto che è felice. Un
pomeriggio tra ragazze,
qualcosa che per gran parte della sua vita Daenerys non ha pensato di
poter
avere; eppure eccola qui con Missandei, Ygritte, Arianne, Sansa
e… Margaery
Tyrell, il che non la fa proprio sprizzare di gioia, però
meglio della
mattinata.
“Mi
dispiace per i ragazzi, però!” esclama a un certo
punto, mentre si gode un
massaggio ai piedi.
“Che
si fottano!” risponde sonoramente Arianne, mugolando di
sollievo quando il
massaggiatore tocca il punto giusto e Daenerys ride.
Sarebbe
un pomeriggio perfetto, se Ygritte non tirasse fuori ogni due per tre
degli
aneddoti su lei e Robb. Non è colpa sua, Dany lo sa. Ygritte
è stata così tanto
tempo lontana da King’s Landing, la sua vita completamente
cambiata, stravolta,
che vuole solo ricordare i vecchi tempi. Non è colpa sua se
Dany ha spezzato il
cuore di Robb ancora e ancora e ancora…
Daenerys
non si sorprende quando Margaery si allontana senza dire una parola a
metà
uscita, eppure quando dopo mezz’ora ancora non fa ritorno un
commento sulla sua
scortesia le scappa, complice anche l’antipatia per sua nonna.
“Lasciala
stare, Dany. Non è facile”, le dice Sansa, che a
quanto si dice esce con il
fratello di Margaery, sebbene sia innamorata di Theon Greyjoy da quando
Daenerys la conosce.
“Cosa
non è facile?” domanda lei capricciosa, prima di
potersi trattenere, forse
perché tutto ciò che davvero vorrebbe
è che le cose fossero facili. Semplici.
Sopportabili.
“Guardarti
nella tua fulgida gloria di cosa ultraterrena, con occhi violetti e
capelli
argentati, e sapere che hai maciullato il cuore del ragazzo migliore di
Westeros e che forse ne possiedi ancora i resti.”
Daenerys
guarda Arianne sorpresa, aspettandosi un’uscita del genere da
tutte tranne che
da lei. Arianne nemmeno lo conosce Robb… o sì?
La
cugina di Rhaenys ed Aegon la guarda con occhi maliziosi e penetranti,
divertiti e tristi.
“Tu
hai bruciato Robb Stark, principessa. E con quel fuoco lui ha bruciato
molte
altre.”
Vorrebbe
dire che con Margaery Tyrell sarà diverso. Vorrebbe opporsi
a questa
affermazione… ma come si ci oppone alla verità?
La verità non può essere
aggirata, manipolata; la verità è solo la
verità.
Infine
arriva la sera. Arriva la festa. Arriva il ballo di corte. E Daenerys
è di
umore pessimo, non adatto a dei festeggiamenti. È triste,
pensierosa, distante.
Ha un tipo specifico di pianto bloccato in gola da quando Rhaenys ha
detto che
si sposerà e non sa come scacciarlo né come
sfogarlo.
Rimane
immobile come una statua, nella sua fulgida gloria di cosa
ultraterrena,
mentre la preparano per l’evento. Indossa il vestito viola di
taffetà, con
diamanti ed ametiste che disegnano tre draghi sul corpetto, una
tempesta sulla
gonna, e a mala pena si guarda allo specchio. Le mettono una tiara di
diamanti
di sua madre, orecchini pendenti di ametiste e una collana a pendant.
Sta per
uscire dalla stanza quando ricorda.
“Aspetta!”
grida a Nymeria, vestita del suo stesso colore ma più sexy,
più donna e meno
fiaba. Meno cosa ultraterrena.
Torna
indietro, apre un cassetto e tira fuori il pezzo forte.
“Siamo
in ritardo, Altezza”, sente dire a Nymeria con tono irritato.
È sempre irritata
con lei dal post su Jaime caricato senza la sua approvazione.
“Lo
so”, dice Daenerys nervosamente. “Vieni, aiutami a
mettere questo. Lo avevo
dimenticato.”
Nymeria
si avvicina, poi inarca un sopracciglio.
“Come
si fa a dimenticare un bracciale da quattordici mila dragoni
d’oro?”
“Saresti
sorpresa da quante cose si possano perdere in un labirinto.”
Nymeria
la guarda, ma per una volta non dice nulla. Daenerys le è
grata, perché non
saprebbe nemmeno lei come spiegare la frase che le è appena
uscita di bocca.
Fa
la sua grande entrata, tutti che ammutoliscono e poi applaudono, mentre
un solo
fotografo immortala l’evento. Rhaegar le si avvicina e
Daenerys fa un piccolo
inchino, lasciando poi che la prenda per le mani e faccia il suo
discorso di
benvenuto, i suoi auguri; parole false per la maggior parte, che le
scivolano
addosso, mentre scandaglia la stanza alla ricerca di Jaime, il quale
è
clamorosamente assente. La cosa la irrita immediatamente,
perché lui le ha
assicurato che non avrebbe tardato, non questa volta che è
così importante non
lo faccia.
Eppure
eccola qui, dieci, venti minuti dopo il proprio arrivo –
l’inizio ufficiale del
ballo – e lui ancora non è qui. Desidera
aspettarlo ancora, fare uno smacco a
Rhaegar e aprire con lui le danze – come in fondo avevano
concordato – ma dopo
mezz’ora il re le viene vicino e la invita a ballare;
c’è una stretta scaletta,
un’ancora più stretta etichetta, e Daenerys non
può rifiutarsi, quindi apre le
danze con Rhaegar. Ballano un walzer e poi una quadriglia: di Jaime
nemmeno
l’ombra. Letteralmente. C’è Tyrion, che
si agita accanto a Missandei e tracanna
bicchieri di vino. C’è Joffrey Baratheon, che
discute animatamente con suo
padre, solo gli dèi sanno di cosa. C’è
addirittura Myrcella, che si tiene
vicina alla cugina Shireen, i loro vestiti dei colori dei Baratheon che
si
confondono l’uno nell’altro; che guarda con
desiderio Jon, la possibilità di
avvicinarsi a lui nulla per via della loro relazione tenuta ancora
segreta. C’è
lord Tywin, che guarda il proprio orologio di continuo, decisamente
più in
ansia e arrabbiato di Daenerys per questo ritardo. L’unica
che manca è Cersei e
Daenerys ha già sentito tre persone bisbigliare i nomi dei
due gemelli al
proprio passaggio; non ci vuole un genio per capire le conclusioni che
tutti
staranno traendo.
Nervosa,
si aggira tra gli invitati, cercando di parlare con tutti e fare il
proprio
dovere, scappando praticamente via quando qualcuno osa chiederle di
Jaime, ed è
mentre è impegnata nell’intrattenere i propri
ospiti senza perdere la testa che
le si avvicina Maergery, con un sorriso timido e irresistibile.
“Volevo
solo scusarmi per oggi pomeriggio”, le dice non appena hanno
finito con i
convenevoli.
“Non
devi preoccuparti”, risponde Daenerys, forzando un sorriso.
“Capisco benissimo
la situazione.” Ora dovrebbe tacere, stare zitta, ha detto
ciò che avrebbe
dovuto e non c’è nulla da aggiungere; non sa come
sia possibile che la
situazione con Jaime funzioni, perché Dany ha sempre
indossato il proprio cuore
sulla manica, non si è mai tenuta un cecio in bocca,
l’onestà è sempre stata il
suo miglior pregio, il suo peggior difetto… per questo,
anziché tacere, dice:
“Tra me e Robb non c’è più
nulla. Siamo solo amici. Qualsiasi sentimento
romantico ormai è relegato al passato. Avevo bisogno di
dirtelo.”
Maergery
annuisce, abbassa lo sguardo, si morde le labbra perfettamente
disegnate con un
lucidalabbra rosa; si liscia il vestito verde che indossa e distoglie
lo
sguardo. Daenerys non sa cosa farsene di questa reazione, non sa cosa
pensare,
non se l’aspettava; si chiede se Maergery non sia
più simile a Olenna di quello
che Robb possa immaginare, se non si stia preparando per
un’arringa, una
risposta arguta, una recita.
Poi
la ragazza parla e Dany ha la risposta a queste domande: “Lo
è? È davvero
passato per te?”
Il
tono è gelido, a conferma che è stato tutto
preparato in quei pochi secondi;
preparato però a fatica, Daenerys può dire anche
questo, perché il sospetto e
il rancore negli occhi di Maergery sono palpabili anche se
l’altra cerca di
nasconderli, anche se con molta probabilità spesso
è perfettamente in grado di
farlo.
Daenerys
non ha una vera risposta per questa domanda e pensa anche, irritata,
che
l’importante è che sia passato per Robb. Serra la
mascella indignata, mentre
anche lei si prepara all’offensiva, e sta per dirle proprio
questo, che non
deve impicciarsi dei suoi sentimenti, che l’importante sono
quelli di Robb, che
lei voleva solo essere carina e assicurarle che si è fatta
da parte, che non
rifarebbe mai quello che ha fatto con Talisa… che ha
rinunciato a Robb, nonostante
il suo cuore si stringa a pensare queste parole.
Sta
per dirlo, rovinando forse qualcosa, fregandosene di rovinare qualcosa,
egoista
contro il proprio buonsenso come sempre; ma gli dèi le
risparmiano questo
errore ed ecco spuntare Jaime dal nulla, accanto a lei, con
l’aria di chi non è
stato da nessuna parte se non alla destra di Daenerys
dall’istante in cui lei
ha messo piede nella stanza.
“Miss
Tyrell”, dice lui, contro ogni etichetta, contro ogni regola,
tendendo la mano
verso Maergery che confusa porge la propria, lasciando che lui la baci.
Jaime
lo fa con tutto il fascino e la disinvoltura di cui è capace
e poi posa una
mano sulla schiena nuda di Daenerys, per una volta sbagliando altezza,
troppo
in alto, la parodia di un fidanzato che sembra incapace di trattenersi
dal
toccare la pelle nuda della propria donna.
“Sarei
dispiaciutissimo di interrompere qualche cosa di importante”,
dice poi ironico
e a Daenerys saltano i nervi che nel parlare le abbia carezzato la
schiena con
il pollice; non deve confortarla, non deve fingere, doveva solo essere
qui
prima, esserle accanto prima. “Ma credo che la mia
principessa mi debba un
ballo… non è forse vero, tesoro?”
Daenerys
gli rivolge uno sguardo furioso e se lui fosse davvero il suo
fidanzato, gli
prenderebbe il braccio e lo scaccerebbe malamente; ma non è
il suo ragazzo, è
la sua copertura, e lei deve tenersela stretta, quindi dice, con la
voce più
tranquilla che le è possibile: “Certo,
sì. Scusami, Maergery.”
Si
lascia la perfetta fidanzata di Robb alle spalle e si fa condurre sulla
pista
da Jaime. Stanno suonando di nuovo il walzer e lei si lascia portare,
ripensando con rabbia a quella sera in cui Tyrion rideva ubriaco: Jaime
è
davvero bravo a ballare, si muove a tempo di musica in modo innato,
scivolando
sulla pista con naturalezza, portandosela dietro come se ballassero
insieme da
anni e non fosse a malapena la terza volta che ballano il walzer, la
prima che
lo fanno seriamente.
Non
lo guarda, timorosa di calmarsi se lo facesse o di arrabbiarsi ancora
di più e
fare poi una scenata. Purtroppo Jaime non è sulla sua stessa
lunghezza d’onda e
Daenerys sente gli occhi di lui fissi addosso, talmente irritanti che a
metà
canzone deve alzare lo sguardo e dire: “Cosa vuoi?”
“Sei
arrabbiata”, dice lui tranquillo e lei vorrebbe dargli un
pugno su quella
mascella perfetta che si ritrova.
“Sì”,
conferma con un sibilo, quasi tremando.
“Non
si merita tutto questo livore, lo sai vero? Non è nessuno e
questo è il tuo
compleanno.”
Daenerys
lo guarda incredula, quasi sconvolta, e la sua espressione deve essere
davvero
preoccupante, perché Jaime ricambia lo sguardo confuso, con
le sopracciglia
aggrottate.
“Credi
che io sia così arrabbiata per lei?”
“Non
lo sei?”
Oh,
quest’uomo è davvero qualcosa di incredibile
quando si ci mette.
“No!”
Un
paio di coppie vicine a loro si girano, richiamate dalla sua voce alta
e
nervosa. Jaime sorride a quella alla loro destra e per qualche oscuro
motivo
fulmina quella alla sinistra, costringendo entrambe a distogliere lo
sguardo.
Quello di lui si posa su di lei, nervoso e severo.
“Calmati”,
sibila velenoso. “Stai facendo una scenata.”
“Sei
in ritardo”, lo ignora lei indignata all’idea di
passare per quella che sta
rovinando le cose, come se lui… “E ti sei
presentato con Cersei.”
Jaime
si irrigidisce; le dita della sua mano destra tremolano appena sul
fianco di
Daenerys, che vorrebbe allontanarlo da lei e scappare via.
“Mi
dispiace. C’è stata
un’emergenza”, le dice, tutto rosso, e Daenerys
comincia a
guardarlo, gli occhi che si muovono rapidamente nello scandagliare ogni
angolo
del suo viso, del suo corpo, come se lì ci fosse scritta la
verità sulla natura
dell’emergenza, come se potesse trovare un dettaglio che lo
tradisca. Non lo
trova e quindi domanda: “Che tipo di emergenza?”
“Questi
non sono affari tuoi”, risponde lui sulla difensiva,
tradendosi da solo.
“Ah,
davvero?” domanda Daenerys, ora più che mai
desiderosa di allontanarsi da lui e
allo stesso tempo incapace di farlo. “Allora dovremmo
chiuderla.”
“Non
essere ridicola”, replica immediatamente Jaime, il panico che
manda a fuoco i
suoi occhi verdi.
“Tu
sei quello ridicolo”, ribatte lei, cercando di controllare il
proprio tono di
voce. “Tu sei quello che mette tutto a repentaglio. Cosa
credi che ci sarà sui
giornali domani?”
“Questo
stupido litigio, se non la finisci.”
“No,
ci sarà il motivo per cui stiamo litigando. Ci
sarà la tua stupidità…”
La
sua voce è troppo alta, lo sa; ma è
così arrabbiata. Così, così arrabbiata.
“Calmati”,
le intima di nuovo Jaime preoccupato, stringendole la mano.
“Ci guardano
tutti.”
“Ma
non è proprio questo che vogliamo? Che tutti ci
guardino?”, domanda lei,
ridendo amareggiata, quasi isterica. “Lascia che lo facciano,
che vedano la
verità. Le due delusioni delle più potenti
famiglie di Westeros unite a dare
spettacolo, a prendersi applausi e risate e insulti e…
e…” Non sa cosa
aggiungere, forse perché non sa nemmeno cosa sta dicendo.
“Ma io non sono come
te”, dice poi più a se stessa che a lui.
“Io sono giovane. Sì, ho solo
venticinque anni. Posso ancora fare qualcosa di buono, qualcosa che mi
renda
felice… Posso ancora fargli vedere… fargli vedere
davvero… a tutti loro che…”
Le
mani unite, i corpi vicini, girano intorno alla pista da ballo assieme
a tutte
le altre coppie. Inarrestabili, pare che la musica non possa mai
fermarsi. Gira
anche la stanza e la testa di Daenerys e lei ha solo bisogno di andare
via, di
uscire dalla sua testa. Una via di fuga, ha bisogno di una via di fuga;
ma
Jaime non la lascia andare, le dita sulla sua schiena tremano, ma il
resto è
rigido, sicuro, ferreo. Quindi lo guarda e con voce ironica e pietosa,
gli
dice: “Ma tu… tu sei una causa persa. Tu non
potrai fare niente di davvero
buono. Sei una disgrazia. Un idiota che non è nemmeno in
grato di mostrare un
po’ di gratitudine. Devi essere un idiota, devi…
perché se no non lo capisco.
Tu hai bisogno di tutto questo più di me. Tu hai bisogno di
me…” Per favore,
dimmi che hai bisogno di me. Non sa come lui stia reagendo a
queste parole,
non lo vede bene con gli occhi velati di lacrime.
“E
stai rovinando tutto. Per cosa? Essere un fallito senza futuro che si
scopa sua
sorella?”
Non
ne hanno mai parlato davvero. Lei non ha mai chiesto se fosse vero.
Questo è il
modo peggiore di affrontare l’argomento, ma ha bisogno che
lui la lasci andare.
Dove non sa, solo andare. Jaime, però, non fa mai mai mai
ciò che
Daenerys vuole o che si aspetta. Quindi non la lascia andare, anzi. La
stringe
di più a sé, in modo deciso e secco, facendole
scappare un singulto di
sorpresa. Quando parla, lo fa con voce dolce, sbagliata di fronte a
tutto ciò
che lei gli ha detto.
“Cosa
c’è che non va?”
Nessuno
glielo chiede mai, non così. In genere le chiedono cosa ci
sia che non va in
lei. Nessuno l’ha mai voluta capire, nessuno ha mai
presupposto che il
problema fosse fuori da lei e non dentro. Jaime lo fa e lei lo guarda
come se
non fosse reale, ma una fantasia con cui il suo cervello di nuovo si
sta
prendendo gioco di lei.
Ora
torna alla realtà. La musica si è appena fermata
e le è scappata qualche
lacrima, che Jaime velocemente le asciuga con la punta delle dita,
carezzandole
il viso. Sente la gente bisbigliare attorno a loro e poi lui la porta
lontano
dalla pista, la mano buona stretta sul suo fianco. Daenerys si porta
una mano
al naso, asciugandosi poi altre lacrime che le sono scivolate lungo le
guance.
“Niente”,
risponde infine, quando lui torna a guardarla con
quell’espressione
corrucciata, la preoccupazione palpabile, nessuna traccia di rabbia.
“Daenerys”,
sussurra lui con dolcezza, pregandola di parlare, ma lei non
è in grado di dire
la verità.
“Niente”,
ripete quindi, la voce più sicura, distogliendo lo sguardo
dal suo viso. Jaime
le prende la mano e le accarezza il dorso con il pollice, rivolgendole
poche
parole che lei si è sentita ripetere spesso, ma mai con tale
convinzione, mai
così sincere.
“Parlami.
Solo parlami. Puoi farlo.”
Non
lo guarda, mentre nella sua mente per la prima volta le sembra di
vedere
l’uscita del labirinto e si chiede perché lui,
come abbia fatto.
“È
solo che…” inizia incerta. Non sa cosa aveva
intenzione di dire, perché viene
subito interrotta.
“Dany,
amore mio”, la chiama la voce di sua madre alle sue spalle e
lei e Jaime si
voltano istintivamente. La regina è lì, al
braccio di lord Tywin; accanto a sé,
Daenerys sente Jaime irrigidirsi di nuovo. Non alza gli occhi su di
lui, non sa
se vuole vedere la sua espressione e affrontare anche questo problema.
Lord
Tywin la osserva, gli occhi chiarissimi quasi trasparenti sono puntati
sul suo
viso, cercando di capire cosa può farsene di lei. Una
domanda che si pongono
molti, a dire il vero.
“Vostra
Maestà”, dice Jaime in tono solenne, facendo un
piccolo inchino a sua madre che
sorride soddisfatta, chissà per quale motivo totalmente
rapita e ammaliata da
Jaime. Lei è l’unica che non le ha mai detto nulla
su questa frequentazione,
anzi; Rhaella ne è stata felice fin dall’inizio e
Daenerys si è sempre chiesta
perché, ma non ha osato mai farne parola con la madre,
fingendo che fosse solo
per l’oggettiva bellezza dell’uomo. Ora, a vederla
a braccetto con lord Tywin,
mentre fa un gesto annoiato con la mano e dice: “Non
c’è bisogno di queste
formalità, ser Jaime. Siamo quasi parenti,
d’altronde”, Daenerys si chiede di
nuovo se non ci sia qualcosa di più, se sua madre non sia
così innocente e
svampita come lei la crede – come lei si
costringe a crederla –, se non
abbia lei stessa delle trame tutte sue.
“Lo
siamo?”, domanda quindi a sua madre, con voce incredula e
divertita. “E da
quando?”
“Oh,
beh… ma da quando… insomma…”
dice sua madre spazientita, chiaramente in
difficoltà.
“Daenerys,
posso presentarti mio padre?” domanda Jaime, salvando la
regina in calcio
d’angolo. “Tywin di casa Lannister, lord di Castel
Granito e protettore
dell’Ovest”, snocciola Jaime con tono fin troppo
ironico, quasi considerasse i
titoli del padre una battuta di buon gusto e forse è proprio
così, a giudicare
dall’occhiata gelida e il mezzo sorriso sarcastico che lord
Tywin rivolge al
figlio.
“È
un onore, Altezza”, dice educatamente Tywin, inchinandosi nel
baciarle la mano.
“Oh,
ma la regina ha ragione, mio lord. Non c’è bisogno
di queste formalità, potete
chiamarmi semplicemente Daenerys”, gli dice lei,
scimmiottando la madre e che
perfetta coppia sono lei e Jaime, adolescenti capricciosi, ribelli
privilegiati
che combattono l’oppressione genitoriale a colpi di sarcasmo
e dispetti.
“Io
credo che invece ce ne sia il bisogno”, interviene Rhaegar,
arrivando con Elia
sottobraccio proprio in quel momento. Con loro si avvicinano anche il
principe
Oberyn e la sua compagna Ellaria Sand. Daenerys arrossisce
immediatamente a
vedere il sorrisino beffardo che Oberyn rivolge a lei e Jaime e quasi
non si
rende conto che quest’ultimo è rimasto a fissare
il re con astio, evitando i
convenevoli e le formalità che invece lord Tywin ha eseguito
alla perfezione.
Quando se ne accorge, gli dà una piccola gomitata che lo
spinge a fare
l’inchino più breve e rigido della storia, per poi
sputare: “Maestà”, rivolto a
Rhaegar come se fosse un insulto.
“Ah,
ser Jaime… voi siete davvero unico nel vostro
genere”, commenta Oberyn
divertito.
“Me
lo dicono spesso. Soprattutto Daenerys”, risponde gioviale
Jaime e lei sobbalza
quando per la prima volta sente la mano di lui sul sedere. Arrossisce
di nuovo,
confusa ed eccitata. Dev’essere impazzito nel voler provocare
Rhaegar così
direttamente; suo fratello infatti ha notato subito il gesto e non
stacca gli
occhi dalla mano che Jaime continua a tenere candidamente sul suo
sedere.
Daenerys non sa se il brivido di eccitazione che sente è per
il gesto in sé o
per la sfida diretta a Rhaegar, ma nel dubbio cerca di fingersi
tranquilla,
anche se tutto, da quando ha aperto gli occhi stamattina, rema contro
di lei.
“Jaime
è davvero imprevedibile. Con lui non ci si annoia
mai”, si sente dire e ride
nervosamente, cercando di non far degenerare la situazione, anche se
non
vorrebbe altro che vederla esplodere.
“Scommetto
che è molto divertente anche a letto”, dice
Ellaria con nonchalance, guardando
Jaime maliziosa. Rhaegar serra la mascella e fulmina la donna, Elia la
riprende
esplicitamente chiamando il suo nome, Oberyn ridacchia divertito, lord
Tywin dà
qualche colpetto sulla schiena della regina Rhaella che ha rischiato di
soffocare con il suo sorso di champagne. Jaime fa un sorrisino e
ricambia
l’occhiata maliziosa, innervosendo Daenerys che tutta rossa
cerca qualcosa da
dire.
“Non
credo che abbia abbastanza esperienza”, provoca Oberyn con
una serie di
sottointesi che non passano inosservati,
“Come
ha detto Daenerys: sono pieno di sorprese”, replica Jaime,
ancora con quella
maledetta mano che non si sposta. Vorrebbe scacciargliela e
chiederglieli
spiegazioni. Vorrebbe scusarsi e trascinarlo in bagno per togliersi di
dosso
quel pizzicore che l’eccitazione le sta facendo diffondere
lungo ogni lembo di
pelle.
“Oh,
lo è davvero. Mio fratello non fa mai quello che ti aspetti
da lui. O che
vorresti.”
Adesso
tocca a Daenerys irrigidirsi. Non l’ha mai sentita dal vivo,
ma conosce
benissimo quella voce. Si volta e osserva Cersei Lannister; vestito
rosso senza
spalline con leoni dorati ricamati sulla gonna, rossetto e smalto della
stessa
identica sfumatura del vestito, orecchini e collana d’oro, i
capelli biondi
acconciati in morbide onde che le sfiorano le spalle. Jaime, accanto a
lei, sembra
quasi vibrare e Daenerys si sente frustrata e a disagio a ritrovarsi
tra i due,
non solo letteralmente come in questo caso.
“Conoscete
mia figlia Cersei, principessa?” le domanda lord Tywin, con
voce controllata
che lascia trasparire solo una punta di orgoglio. Cersei la guarda con
un
sorriso sprezzante, gli occhi verdi che mandano fiamme di gelosia e per
un
secondo Daenerys si sente così piccola, così
bambina accanto a lei; poi la mano
di Jaime si sposta, tornando sulla schiena a quell’altezza
perfettamente
calcolata e consona, e Daenerys ricambia lo sguardo sprezzante di
Cersei,
alzando il mento.
“Credo
di non aver mai avuto – la sfortuna –
il piacere.”
“Quello
è tutto mio, Altezza”, dice Cersei facendole una
riverenza, per poi farla con
un piccolo inchino con il capo anche a suo fratello, sua cognata e sua
madre,
avendoli forse già incontrati prima. Vent’anni fa
avrebbe dovuto inchinarsi di
nuovo, ma uno dei primi importanti gesti di Rhaegar da re era stato
sfoltire
tutto l’apparato del protocollo di corte.
“È
incredibile che siate arrivata proprio ora, lady Baratheon”,
le si rivolge
Oberyn, divertito. “Stavamo commentando le doti di vostro
fratello in camera da
letto.”
Ellaria
ride ed Elia dice nervosamente: “No, non lo stavamo facendo.
Oberyn, smettila.”
“Quali
doti?” domanda Cersei sarcastica, sempre con quel sorrisino
bastardo. “Mio
fratello è stato una Guardia Reale per vent’anni,
dubito abbia esperienza.”
Jaime
dà suo malgrado in uno sbuffo incredulo, guadagnandosi
un’altra piccola
gomitata da Daenerys.
“Questo
è proprio ciò che stavo dicendo”, dice
allegro Oberyn, lo sguardo che vaga su
Cersei e si sofferma sulla sua generosa scollatura.
“Sei
sempre così volgare!” sbotta Elia irritata,
notando dov’è andato a cadere lo
sguardo del fratello. “Un po’ di
contegno…”
“Mia
cara, abbassa la voce”, sussurra Rhaegar, tirando appena il
braccio della
moglie.
“Il
contegno rende la vita noiosa e triste, mia regina”, risponde
Ellaria
nonostante Daenerys possa leggerle in viso il fastidio che prova per
l’interesse
in Cersei di Oberyn.
“Beh,
su questo posso concordare”, commenta Rhaella, ridacchiando
gioviale.
“Madre!”
esclamano Rhaegar e Daenerys all’unisono, per una volta uniti
in un sentimento:
l’imbarazzo.
“Avrei
detto che voi, principessa, concordaste con vostra madre”, la
provoca Cersei
con quel tono sarcastico che fa venir voglia di schiaffeggiarla.
Daenerys la
guarda con astio e gelosia, irritata dalla frecciatina a tal punto che
non le
va di tenere su le apparenze. Cersei sostiene lo sguardo, per poi dire:
“Penso
che presto ti annoierai del mio caro fratello. Al contrario di voi, lui
non sa
come divertirsi.”
“Divertirsi
è l’unica cosa che fa”, commenta a
sorpresa lord Tywin, severo. “Se potesse
concentrarsi anche sul lavoro, una volta tanto…”
“Ok,
credo che basti”, interviene Jaime esausto, facendo per
spingerla lontano dal
gruppetto. “Non hai sete?” le chiede, visibilmente
in difficoltà
Daenerys
annuisce e sta per scusarsi con tutti e farsi guidare lontano da Jaime,
quando
Oberyn prende di nuovo la parola.
“È
un peccato che ve ne andiate, ero davvero interessato ai talenti di ser
Jaime.
Non potendo rispondere la principessa, magari vorrà farlo
lady Baratheon in
privato più tardi.”
Dèi.
Non c’è una persona che con questa frase Oberyn
non abbia turbato. Lord Tywin è
diventato viola, apparentemente sul punto di una sfuriata di quelle che
Daenerys ha sentito tante volte raccontare da Missandei. Sua madre
è pallida e
sconvolta quanto Elia, mentre Ellaria è visibilmente
ingelosita e urtata dallo spudorato
provarci di Oberyn con Cersei, la quale invece ricambia con un sorriso
sornione
e un educato: “Più tardi sarò con mio
marito, principe Oberyn, ma grazie per
l’invito.”
Daenerys
non osa guardare né Jaime né Rhaegar. Non sa
quale delle reazioni dei due
potrebbe darle più fastidio, se la gelosia di Jaime o
l’astio e il disgusto di
Rhaegar. Afferra Jaime per la manica della giacca e lo trascina via
senza dire
nulla, verso il bar.
Non
l’ha ancora guardato in faccia, non gli ha detto nulla e lui
è stato
altrettanto silenzioso, quando vengono intercettati
dall’ennesima scocciatura:
Viserys.
Mezz’ora
dopo, Daenerys è seduta a terra in uno dei bagni di servizio
adiacenti alla
sala in cui è tenuta la festa, le braccia strette attorno
alle ginocchia, in
cui ha immerso il viso nell’atto di piangere come una
disperata. Non riesce a
fermarsi, il dolore e la frustrazione che la investono ad ogni nuovo
singhiozzo, onde su uno scoglio. È così che si
sente, uno scoglio sferzato
dall’acqua violenta, questa vita che giorno per giorno la
logora, solo che lei
non è di pietra, il suo deteriorarsi può essere
graduale fino ad un certo
punto; poi si spezza ed esplode, piange e si fa tempesta.
Bussano
alla porta e lei vuole urlare senza parole. Urlare e basta.
“Vattene
via, mamma”, singhiozza invece. “Non voglio parlare
con te!”
“Allora
è una fortuna che io non sia tua mamma”, risponde
Jaime dall’altra parte della
porta, un lieve sorriso nella voce.
Daenerys
alza gli occhi al cielo, sbuffa, dà in un altro singhiozzo.
“Non
voglio parlare nemmeno con te”, gli dice frustrata, dando un
pugno alla porta.
“Ok”,
sussurra Jaime ed ha una voce così sottile che per un
attimo, follemente,
Daenerys pensa che possa mettersi a piangere anche lui. “Non
parliamo allora.
Stiamo seduti per terra, in silenzio. Oppure…”
Daenerys
aspetta la fine della frase incuriosita e sbuffa in nuovo, dando un
altro
piccolo pugno alla porta, quando capisce che Jaime non ha intenzione di
finirla
finché non avrà prova di aver attratto la sua
attenzione.
“Oppure
cosa?”
“Oppure
possiamo stare in silenzio davanti ad una cioccolata calda.”
È
davvero pieno di sorprese. Nessuno avrebbe mai potuto sperare di uscire
dalla
Fortezza Rossa senza essere notato in una serata come questa; nessuno,
eccezion
fatta per Jaime Lannister.
Daenerys
lo guarda incredula, con gli occhi gonfi, mentre lui al bancone ordina
a
Frittella due cioccolate bianche al limone e caramello. Sono sgusciati
nel
garage come se nulla folle, prendendo una serie di scorciatoie e
passaggi
segreti di cui Daenerys, pur vivendo nella Fortezza Rossa da sempre,
non
conosceva nemmeno l’esistenza. Sono saliti
sull’auto di Jaime e poi hanno preso
un tunnel sotterraneo, anche questo sconosciuto a Daenery, che ha
così scoperto
che ci sono cinque uscite per automobile e sedici a piedi dalla
Fortezza Rossa.
Lei era rimasta a due e sette ed ora eccola qui: seduta nella sua
bakery
preferita, nel suo pomposo vestito di taffetà
lillà, con un totale di cento
mila dragoni d’oro addosso tra gioielli e vestito, un trucco
completamente
rovinato dalle lacrime e un mazzo di dodici garofani rossi; da quando
ha
sbagliato la prima volta, Jaime continua a comprarle quelli
anziché le rose.
Fatto
l’ordine Jaime torna da lei, portando lui stesso le due
tazze, e le si siede di
fronte, spingendole la propria vicino piano piano. Daenerys lo continua
a guardare,
gli occhi cerchiati di nero che la fanno sembrare un panda, mentre lui
sorseggia la propria cioccolata lentamente. Come se nulla fosse.
“Come
ci riesci?” si sente sussurrare. Jaime alza gli occhi e la
guarda confuso.
“A
fare cosa?”
“Questo”,
dice lei alzando le braccia per indicare ciò che li
circonda. “Comportarti come
se fosse tutto normale.”
“A
volte è l’unico modo per sopravvivere”,
replica lui abbassando lo sguardo.
“Fare finta di niente, sai…”, si ferma,
fa una smorfia, strizzando l’occhio
destro e aggiunge: “Non ci sto riuscendo molto bene,
recentemente… Il conto da
pagare arriva per tutti. Il debito… ma immagino
che… stasera… hai bisogno che
qualcuno ti metta al primo posto. Un buon amico è capace di
fare questo, no?”
“Lo
sei?” gli domanda commossa, con la voce che le si spezza.
“Un mio amico?”
“Immagino
di sì”, risponde lui candidamente.
“Cerco di esserlo. Non so.”
Rimangono
per un attimo in silenzio, lei che piange e lui che guarda la
cioccolata; poi
Daenerys decide che ne ha abbastanza.
“Ti
ricordi quando avevo diciotto anni ed io e Rhaenys eravamo
inseparabili?”
“Non
devi parlare”, la interrompe Jaime guardandola molto serio,
quegli occhi verdi
così brillanti venati di paura e preoccupazione.
“Ma
voglio”, risponde lei duramente. “Ne ho
bisogno.” Poi si prende il viso tra le
mani, si massaggia le tempie, sperando che lui abbia voglia di
ascoltarla. E
lui ne ha.
“Me
lo ricordo… mi sono sempre chiesto…” le
dice, invogliandola a parlare,
fermandosi perché probabilmente non c’è
molto da aggiungere. La domanda è
chiara.
“Lei
è la figlia di mio fratello, io sono tecnicamente sua
zia… ma tra noi non era
così, forse perché abbiamo quasi la stessa
età. Siamo cresciute insieme, in
simbiosi, come sorelle. Solo che non eravamo sorelle,
eravamo… in qualche modo
qualcosa di più. Amiche, mi viene da dire, ma non
è la parola giusta. Finché
non si è diplomata, abbiamo vissuto insieme quasi ogni
giorno della nostra
vita, anche se lei era tre anni più grande. Non mi ha mai
lasciata sola o
indietro, piuttosto mi portava avanti con lei. Poi è andata
al college e io…
non era normale che ne soffrissi così tanto, ne ero
già consapevole. Ci
sentivamo tutti i giorni, ma non era lo stesso e sapevo che anche lei
si
sentiva così. Quando compii diciassette anni, lei
tornò a casa per il mio
compleanno… Il compleanno più bello della mia
vita”, si ferma per un attimo,
persa in quel ricordo; nella risata di Rhaenys quel giorno, nei suoi
capelli
scuri e morbidi, profumati di lavanda, in quegli occhi marroni caldi e
amorevoli. Guarda Jaime, con le labbra che tremolano; non sa come
andare
avanti, lui non immagina cosa stia per dire, è evidente
dalle sue sopracciglia
aggrottate.
“Mi
baciò quella sera”, sputa quindi fuori,
guardandolo. Si aspetta sorpresa, shock
quasi, invece Jaime aggrotta solo di più le sopracciglia, la
bocca che si
contorce in un’espressione d’amarezza.
“So che era sbagliato”, le scappa, come
se dovesse giustificarsi, ma Jaime scuote la testa, dicendole
implicitamente di
non farlo e lei sente abbastanza coraggio da continuare: “Ma
niente era mai
sembrato così giusto. Finalmente aveva tutto senso, quella
sofferenza a stare
lontane, quel vuoto allo stomaco a stare vicine: eravamo innamorate. E
felici.”
Ancora
una volta si ferma, assapora il passato e i ricordi che solo adesso
lascia le
sembrino dolci come la cioccolata che non ha ancora bevuto.
“E
poi Rhaegar lo ha scoperto.”
È
Jaime a dirlo, un rancore nella voce così forte che sembra
più dell’ombra di
quello di Daenerys. Lei annuisce, non c’è nulla da
aggiungere. Rhaegar lo ha
scoperto, come è ancora un mistero, e le ha convocate
entrambe, per dir loro
quanto fosse disgustoso ciò che stava avvenendo tra loro,
intimando che finisse
immediatamente. Rhaenys aveva preso la parte peggiore,
perché era l’erede,
avrebbe dovuto mandare avanti la dinastia, una dinastia che stava
cercando di
cancellare l’onta della pratica incestuosa mandata avanti per
secoli. Gli eredi
si sposano e fanno figli, non baciano le loro nipoti, non baciano
persone del
loro stesso sesso punto. Rhaenys aveva preso la parte peggiore ed era
stata
zitta. Daenerys aveva parlato, Daenerys aveva gridato, Daenerys si era
ribellata. E Daenerys era poi stata mandata via, più lontano
del semplice
college. Ad Essos, in missioni umanitarie. In esilio, come era successo
a
Viserys dopo che era stato implicato in uno scandalo di prostituzione e
droga
prontamente insabbiato, esattamente come tanti altri grandi e piccoli
scandali
di casa Targaryen.
Lì,
racconta a Jaime brevemente, si era innamorata di nuovo. Di un uomo
più grande,
pericoloso, selvaggio e forte, che voleva farla pagare a chiunque le
avesse mai
fatto del male. Un uomo dothraki che era morto in un incidente
stradale. Drogo
era stato un pilota di moto da corsa famoso e Jaime sa della sua morta
abbastanza da non chiederle nulla, anche se la notizia che Daenerys
stesse con
lui all’epoca lo sorprende. Doreah aveva ragione su una cosa:
lei protegge le
persone di cui è realmente innamorata con una ferocia
esemplare. I suoi grandi
amori li conosce solo lei. E ora Jaime.
“Dopo
lo scandalo di Qarth, Rhaegar mi permise di tornare a casa, dicendo che
lontana
dai suoi occhi facevo più danni che altro”,
continua a parlare, pensando che
ora vuole dire tutto, confessare tutto, ogni cosa. “Non ero
sola, però. Scoprii
che una parte di Drogo era sopravvissuta ed era venuta con me. Dovetti
dirlo a
mia madre… e lei dovette dirlo a Rhaegar.”
Daenerys
aveva odiato sua madre così tanto, così a lungo,
finché non avere una madre era
diventato estenuante.
“Ti
ha costretto a farlo”, commenta soltanto Jaime, con voce dura
e piena di
rabbia.
“Tutti
volevano che lo facessi”, spiega lei, sguardo vacuo e tono
incolore. “Ero una
bambina, non adatta a prendersi cura di un altro bambino. E poi sarebbe
stato
un grande scandalo. Quindi sì, mi ha fatto abortire
l’unica cosa che mi era
rimasta di Drogo. Nessuno, a parte me, Rhaegar, mia madre e il medico
che fece
l’operazione ha mai saputo qualcosa.”
Ad
eccezione di Olenna Tyrell e poi tutto il suo studio. E
l’avvocato che la
famiglia reale aveva assunto per farli tacere. Quindi è
diventato un segreto
per nulla segreto, ma non vuole parlare di questo a Jaime, questo
è secondario
nella sua confessione, ci sono altre cose da dire, da tirare fuori.
“Lì
ho deciso di non amare mai più nessuno che non amassi
già. E di far vivere l’inferno
in terra a Rhaegar. Essere sempre un problema, dargli indietro un
decimo di
quello che ha fatto passare a me”, spiega impaziente,
sperando che lui capisca.
“Ma è così difficile, a
volte”, aggiunge poi, ricominciando a piangere.
“Così
fottutamente difficile. Perché non po- non posso non amare,
non è possibile. E
questa vendetta mi tiene indietro, ancorata al passato. Quando
vorrei… tutti
vanno avanti, perché io no? Rhaenys si sposa e io sono
ancora qui a sentirmi
dire che ho rovinato la vita a Robb Stark, a combattere Rhaegar, a non
avere
nulla che sia davvero mio. E non è che non ho rovinato la
vita a Robb, l’ho
fatto, perché era felice con Talisa e io sono tornata e non
volevo che fosse
felice con lei. Ero innamorata di quanto Robb mi amasse e non volevo
lasciarlo
andare, volevo tenerlo e ora Maergery Tyrell pensa di potermi
rinfacciare cose
che non la riguardano e… e… ho venticinque anni e
vorrei dimostrare che… vorrei
vendicarmi di Rhaegar facendogli vedere che non sono un fallimento, ma
poi
farei e sarei esattamente ciò che vuole
da me. Quindi che posso fare?”
Alza
le braccia, chiedendo aiuto a Jaime con lo sguardo. Lui apre la bocca,
ma lei
non lo lascia parlare e continua: “Non posso avere la vita
che vorrei davvero.
Niente responsabilità, niente fotografi, niente etichetta,
niente soldi o
privilegi, niente… Solo una bella casa come tante famiglie
normali, con la
porta rossa e un orto e potrei vivere di quello, vendere quello che
coltivo,
limoni magari… Ma non posso farlo, cazzo!”
“Daenerys”,
mormora Jaime allungando la mano verso di lei, che frustrata lo ignora
e
finalmente si toglie la tiara, gettandola sul tavolo tra loro, per poi
riprendere a sfogarsi, incapace di fermarsi.
“Quindi
stavo mentendo prima. Non posso proprio farla vedere a nessuno,
perché sono
condannata a rimanere in questo circolo vizioso di dolore, in cui
faccio male
alle persone che amo e loro fanno male a me e io faccio male a me e
così via,
in loop, sempre sempre sempre. Ed ho bisogno di questa finzione, Jaime.
Ne ho
bisogno, perché così non penso e dò
problemi a Rhaegar e tutti pensano che stia
bene e nessuno sospetta che invece non sto un cazzo bene. Come se poi
servisse
davvero, come se poi qualcuno avesse davvero mai fatto caso a come sto.
Quindi
scusa per prima, scusa!” grida quasi e Jaime le prende piano
le mani,
sussurrando che non deve preoccuparsi, ma lei piange e continua a
scusarsi.
“Scusami,
scusami. Non sei una causa persa, né una disgrazia.
E… e… sono io quella
che ha bisogno di te. Perché senza tutto
questo, io non… io…”
Non
ho niente.
Non lo dice, perché si perde a guardare come Jaime
le accarezza le mani con le dita, tenendole strette.
“No,
no”, dice Jaime con la voce più dolce che lei gli
abbia mai sentito. “Avevi
ragione. Ho bisogno di te. E sono una causa persa.”
Daenerys
lo guarda, sentendo il cuore che le trema, tutto che trema, e al tempo
stesso
si sente più tranquilla, calma, immobile. Fa un respiro
profondo, dentro e
fuori, chiedendosi come sia possibile che lui sia capace di farle
questo
effetto. Più si sente cadere nel vuoto, più lui
è in grado di riportarla con i
piedi a terra, guidandola fuori dal labirinto della sua mente,
dicendole
esattamente ciò che voleva sentirsi dire sulla pista da
ballo e cioè che ha
bisogno di lei così come lei di lui. È reale
adesso, non più solo un suo
desiderio.
Restano
così in silenzio per un minuto e
un’eternità, Jaime che le accarezza le mani e
Daenerys che lo guarda con la bocca socchiusa e le lacrime agli occhi;
poi lei
parla ancora, perché c’è
qualcos’altro che ha bisogno di dirgli, di chiedergli.
“Viserys…”
inizia, rivedendo suo fratello che arriva a chiederle di ballare,
impedendo
loro di prendere da bere. “Mi ha detto…”
“Sei la vergogna della nostra
famiglia. La puttana dello Sterminatore di Re. Mi fai schifo.”
“Che hai
ucciso nostro padre.”
La
morte di re Aerys II è sempre stata una di quelle faccende
complicate, che la
casa reale aveva reso ancora più complicate. La versione
ufficiale diceva che
il re, malato da tempo, si era ferito pulendo una pistola sotto gli
occhi della
sua Guardia Reale, Jaime Lannister. Questo non aveva fermato i
pettegolezzi, le
teorie del complotto, che vedevano Jaime come esecutore del delitto e
gli erano
valse l’infame soprannome. La verità era un
mistero per Daenerys, che non aveva
mai avuto il coraggio di chiedere a nessuno. Nemmeno ora lo sta
facendo,
lasciando che la domanda aleggi tra di loro. Jaime ha gli occhi fissi
sul suo
viso, una serie di emozioni diverse contorcono il suo viso in una
maschera di
confusione, rabbia e rimpianto. E
quando
parla lo fa con voce seria e dura, inflessibile, dando una risposta
così
semplice e diretta che per un attimo Daenerys pensa che la stia
prendendo in
giro.
“Ha
ragione. L’ho fatto.”
Così,
semplice e lapidaria. La verità che non è altro
se non la verità.
“Perché?”
gli chiede incredula, senza sapere bene come questa informazione la
faccia
sentire.
“Perché
era un folle e un pericolo per le persone”, risponde Jaime
velenoso, un rancore
mai davvero sopito che lo fa sembrare giovane quasi come fa la sua
risata, come
se avesse di nuovo ventiquattro anni e avesse appena premuto il
grilletto.
“Perché rendeva la vita di tua madre un inferno e
lei era regina, sangue reale,
nello stesso identico modo di lui. Andava protetta, anche da lui, e
fanculo ciò
che diceva Jonathor Darry. Perché andava fatto e nessuno
aveva mai avuto il
coraggio di farlo. E tuo fratello mi ha sempre odiato per questo.
Perché io
avevo avuto le palle che lui si era dimenticato nel letto di qualche
ragazza
che non era sua moglie.”
Daenerys
dà in un piccolo ansimo sgomento, nello scoprire che il
rancore di Jaime non è
neanche per suo padre, ma per Rhaegar; nello scoprire che Rhaegar, il
retto e
santo Rhaegar, ha tradito Elia; ma soprattutto nello scoprire
che… non sente
nulla per suo padre. Non sente rabbia per l’assassino di suo
padre. Nulla di
più di quello che sentiva prima di sapere che avesse
effettivamente ucciso suo
padre.
“Ecco
perché a mia madre piaci così tanto”,
commenta lei soltanto, facendogli
scappare un sorriso.
“Sì,
suppongo che questo sia il motivo,” dice Jaime dolcemente,
con palese piacere
al pensiero di avere il favore della regina Rhaella.
Dany
gli sorride e questo porta lui a sorridere ancora di più. Le
prende le mani e
se le porta alle labbra, baciandole le nocche una per una, facendole
bloccare
il respiro nel petto; poi gliele lascia e torna alla sua cioccolata
calda, come
se lei non avesse appena avuto un crollo mentale in cui gli ha
confessato tutto
ciò che non va nella sua vita,
“Bevi
la tua. Si fredda”, le dice premuroso e lei obbedisce,
arrossendo appena.
Si
sente ora finalmente leggera, libera, perché adesso
c’è qualcun altro che
porterà il peso di tutto c’è che le
è successo assieme a lei. Non sa ancora
bene ciò che prova per Jaime, ma ora ha la certezza che lui
sia un amico. Forse
il migliore amico che lei abbia mai avuto, perché con
nessuno si era mai
sentita così capita, accettata. Non lo sa, con questo
pensiero le sembra di
fare un torto agli altri suoi amici, a cui vuole un bene
dell’anima. Forse
Jaime è diverso, semplicemente diverso. Qualcosa di
indefinibile.
“Mi
dispiace per quello che ho detto su Cersei”, gli dice poi
mortificata,
rivivendo con vergogna la sfuriata che gli ha fatto sulla pista da
ballo. “Non
avrei dovuto…”
“Non
preoccuparti. Avevo capito ci fosse qualcosa che non andava”,
dice subito lui,
facendole un sorrisino. Prende la tiara e se la gira tra le mani, per
poi dire:
“Non che sia falso, ciò che hai detto. Me la
scopo, in effetti.”
Questa
confessione leggera, buttata lì come se nulla fosse, la
sorprende e la fa
arrossire, una parte di lei che ringhia per la gelosia; ma poi Jaime
prende ed
indossa la tiara e finalmente tutta la tensione che Daenerys ha
accumulato
negli ultimi giorni – o anni – esplode come una
bolla. E lei ride.
“Cosa?”
domanda Jaime, fintamente confuso. “Non mi sta
bene?”
Lei
continua a ridere, istericamente, portandosi le mani sul viso, mentre
Jaime si
specchia nel contenitore dei tovaglioli.
“Cazzo,
sono ridicolo! Questo è un problema, considerato che i
nostri genitori ci
stanno organizzando il matrimonio. Le tiare peggiorano le mie
orecchie.”
“Per
favore, smettila. Mi stai facendo piangere.”
Si
asciuga le lacrime causate dalle risa continuando a ridacchiare e sente
il viso
andarle a fuoco quando nota come la sta guardando. Nessun amico
l’ha mai
guardata così. È qualcosa di più
profondo dell’amicizia, di più bruciante
dell’attrazione
fisica. Oh, uh, pensa preoccupata di ricambiare con
lo stesso sguardo.
Sperando di non star ricambiando con lo stesso sguardo.
“Almeno”,
dice lui, riprendendole una mano e baciandola. “Non ti faccio
piangere di
dolore.”
Trovare
parcheggio sotto casa di Jaime è un casino, quindi sono
costretti a fermarsi ad
un isolato di distanza. Il quartiere è tranquillo,
residenziale, pieno di
ricchi, quindi Daenerys si sente tranquilla nel camminare con lui verso
casa,
mano nella mano, come se stessero tornando dal cinema e non da una
serata di
galà.
La
finzione si spezza quando, svoltando l’angolo, notano che la
strada è piena di
fotografi.
“Oh,
oh”, mormora Jaime stringendole la mano e facendo un passo
indietro, con la
chiara intenzione di scappare.
“Corriamo
e basta”, suggerisce Dany, perché dove possono
andare? Di certo non possono
tornare alla Fortezza Rossa. Lei di certo non vuole tornare a casa.
Quindi
comincia a correre, con lui dietro, le mani strette insieme. I
fotografi li
notano ed ecco subito la tempesta di flash, le voci che gridano i loro
nomi. Si
buttano in strada, per attraversare, ma ovviamente anche davanti al
portone è
pieno di fotografi. Per la prima volta, da anni, Daenerys sente il
panico
salire a vedersi circondata, perché stasera non ha davvero
la voglia di
affrontare questo caos. Stringe la mano di Jaime, non sa nemmeno
perché, non sa
cosa fare, quindi si volta a guardarlo in cerca di aiuto, sperando che
le venga
un’illuminazione solo a vederlo in viso.
Jaime
è agitato quanto lei, se non forse di più, ma a
guardarla l’illuminazione viene
a lui. Un guizzo rapido nelle iridi verdi, nulla di più, e
solo chi lo conosce
davvero bene può riconoscere sul viso arrogante e
imperturbabile di Jaime
Lannister quando ha un’idea. Le sorride furbo e felice,
mandandola in
confusione. Un secondo dopo si sente tirare per la mano verso di lui.
Sente le
dita di lui sul viso. Gli occhi verdi selvaggi sono incredibilmente
vicini, il
sorriso bianco ed enorme, soddisfatto, fiero. E poi le labbra di Jaime
sono
sulle sue.
Le
cade il mazzo di garofani di mano e per un attimo non ricambia, troppo
sorpresa. Non può credere che stia accadendo davvero, che
stia accadendo
finalmente. Forse è un altro sogno.
Oh
no,
pensa nel sentire la lingua di Jaime sulle labbra. Non è un
sogno. Schiude le
labbra e lascia che lui la baci, la baci davvero. Ricambia, incontrando
la sua
lingua con la propria. Sente una gioia selvaggia esploderle nel petto,
una
risata che le gorgoglia nella gola, e gli afferra il bavero della
camicia,
mentre lui la stringe a sé avvolgendole le braccia attorno
alla vita. I flash
dei fotografi sono come fuochi d’artificio dietro le palpebre
di Daenerys e
Jaime è come Altofuoco, che dalle loro labbra unite si
diffonde nelle sue vene,
facendola bruciare di una passione che non ha mai sentito prima.
Qualcosa che è
gioioso e libero, violento e calmo. Adrenalina pura e confortante come
una
coperta.
Quando
si separano ridono ed è ancora ridendo che Jaime la prende
per mano e corre
verso il portone, trascinandosela dietro. I fotografi li fanno passare,
forse
sconvolti e colpiti dall’evento quanto loro due. I tacchi di
Daenerys
calpestano i garofani mentre lei corre, sentendosi come se stesse
volando.
Quando
sono soli, in casa, l’euforia sparisce e subentra la
realtà; ovvero il fatto
che non sanno che cosa hanno fatto. Non sanno cosa farci con quel
bacio. Fosse
chiunque altro ad averla baciata così, probabilmente
Daenerys sarebbe già nuda
sotto di lui o lei, ma è Jaime. Jaime.
Il suo finto fidanzato, l’unico di
cui si sia mai fidata al punto di aprirsi completamente, qualcuno a cui
non
rinuncerebbe mai, un vero amico. Il sesso rovina queste cose, Daenerys
lo sa
benissimo, perché le è sempre successo. Ogni
rapporto speciale che ha avuto è
stato rovinato da un bacio che non era rimasto solo un bacio. Questo
non può
succedere con Jaime, perché è certo, sicuro,
matematico che con lui le cose non
andrebbero diversamente. Lui ama un’altra, Daenerys lo sa, lo
ha sempre saputo.
Lo
guarda e vorrebbe sapere cosa pensa, ma Jaime è fermo
immobile in mezzo al
salotto con espressione confusa, quelle sopracciglia aggrottate che a
Dany non
fanno mai capire cosa sta pensando.
“Questa
sera dovresti rimanere”, le dice poi
all’improvviso, talmente di colpo che
Daenerys sobbalza. “Non credo se ne andranno
presto.”
“Sì,
hai ragione”, risponde lei annuendo, cogliendolo di sorpresa.
“Mi daresti un
pigiama?”
“Oh…
sì, certo. Subito.”
Sparisce
in camera e riemerge dopo esattamente due secondi, porgendole un
pigiama a
quadri neri e rossi. Daenerys lo prende e quando le loro dita si
sfiorano pensa
a come poco prima aveva quelle di lui strette sulla schiena in modo
disperato.
Arrossisce e lo guarda, deglutendo nel trovarlo a guardarla altrettanto
rosso.
“Io
dormirò sul divano”, le dice con voce roca che la
fa diventare ancora più
rossa.
“Non
essere ridicolo”, replica. “È casa tua.
Divideremo il letto.
“Sei
sicura?”
“Certo,
che problema c’è?”
Un
problema c’è ed è enorme: Daenerys
vuole andare a letto con Jaime, ma non per
dormire. Ci pensa mentre in bagno si toglie i gioielli e il vestito e
si ferma
a guardarsi allo specchio, indecisa se togliere anche il reggiseno e le
mutande, con cui di solito non dorme. Alla fine toglie solo il
reggiseno,
essendo che è praticamente un corsetto più che un
reggiseno, e lascia le
mutande, perché non vuole essere così spudorata,
a maggior ragione che il
pigiama non è il suo. Mentre lo indossa, pensa che il
pigiama deve essere
nuovo, mai indossato; profuma di detersivo del bucato ed è
perfettamente
stirato, cosa che i pigiami di Jaime non sono mai, dato che li toglie
alla
domestica perché pensa che sia uno spreco di tempo stirarli.
Arrossisce a
pensare che non dovrebbe sapere tutte queste cose su di lui, non ci
sono altre
persone – all’in fuori di sua madre e di Tyrion per
osmosi – su cui sappia così
tante cose. Indossa il pantalone tremando e per questo ha
difficoltà a infilare
la camicia, litigando con i bottoni. Altro indizio che il pigiama
è nuovo:
Jaime odia questo tipo di pigiami, infatti usa sempre vecchie t-shirt o
magliette per il sopra. Scuote la testa, cercando di non pensare a
Jaime,
impedendosi di pensare a Jaime. Si lava i denti con uno degli
spazzolini in più
che Tyrion tiene nel cassetto sotto il lavandino e poi lo posa accanto
al
bicchiere in cui stanno quelli di Jaime, Tyrion e Missandei, rifiutando
di
mettersi sullo stesso piano della sua amica ufficialmente fidanzata con
il
minore dei fratelli Lannister. Lei non è una fidanzata
ufficiale. È un’amica.
Una finta fidanzata ufficiale, forse. Non dovrebbe essere qui. Non
avrebbe
dovuto fare nulla di tutto ciò. Si prende il volto tra le
mani e dà in un
gemito frustrato.
Ma
che cazzo sto facendo?
Si
addormentano lontani, con una distanza di sicurezza che decidono senza
dirselo,
con naturalezza. È una misura inevitabile, specialmente
quando Jaime entra in
camera con i capelli scompigliati, e un pigiama nuovo composto di
t-shirt
bianca e pantaloni grigi che lasciano poco all’immaginazione.
Daenerys
arrossisce così tanto che gli augura frettolosamente la
buonanotte e si mette
sotto le coperte, dandogli le spalle, senza neanche chiedergli un paio
di
calzini come aveva pensato di fare prima che entrasse. Lui ricambia la
buonanotte con voce confusa e poi spegne la luce, mettendosi sotto le
coperte.
Lo sente rigirarsi un paio di volte prima di crollare lei stessa, gli
occhi
stanchi per le troppe lacrime della serata.
Non
sogna, grazie agli dèi, che però
l’abbandonano la mattina dopo, quando si
sveglia con lui tutto accoccolato addosso e la sua erezione mattutina
premuta
contro la coscia.
“No!”
grida agitata, dandogli un calcio sul ginocchio che lo fa svegliare con
un
sussulto.
“Cosa?”,
biascica riavvicinandosi istintivamente. “Che
succede?”
“Che
fai?” grida ancora Daenerys, spingendolo via.
“Tu
che fai? Sei pazza?” sbotta lui di rimando, tornando sul
proprio lato, mentre
si passa una mano sul viso stanco.
“Tu…
tu… sei… tu…” dice lei
gesticolando verso il cavallo dei suoi pantaloni, grata
che sia rimasto sotto le coperte, mettendosi in ginocchio sul letto.
Jaime
alza la coperta e si guarda il pacco, un lieve rossore che gli colora
le
guance.
“Sono
un uomo, Daenerys”, le dice esausto.
“Me
lo hai messo addosso!” lo accusa lei, fuori di sé.
“Stavo
dormendo?”, le dice lui con fare ovvio per discolparsi. A
questo Daenerys non
sa cosa replicare, quindi fa una smorfia e non dice nulla. Jaime
sospira, si
passa una mano sul viso e poi dice: “Senti, so che stai
così per ieri sera…”
Lei
arrossisce e cerca qualcosa di intelligente da dire, ma si perde nel
ricordo
delle labbra di Jaime sulle sue, del sapore della sua bocca, il suo
odore – il
sapone con cui si lava la faccia –, le sue dita piantate
sulla schiena, che la
stringono; e deve stare zitta.
“Abbiamo
solo dato a quegli sciacalli la prima pagina di oggi. Niente
è cambiato”, la
rassicura lui quasi convincendola che sia così, che oggi il
sole sia sorto
comunque ad est e non nei suoi occhi.
“Sì”,
dice quindi Dany, passandosi una mano tra i capelli sfatti,
tranquillizzandosi
appena, “Hai ragione.”
“Certo
che ho ragione”, ripete Jaime, annuendo alle proprie parole.
“Avrebbe dovuto
succedere prima o poi, no?”
“Oh
sì”, conviene Daenerys anche se non ci aveva mai
pensato; non nell’ambito della
stampa almeno. “È solo un bacio. Non un grande
affare.”
“Esatto”,
conviene Jaime con però di nuovo addosso la sua espressione
confusa. Stanno di
nuovo in silenzio per un attimo, a guardarsi seduti sul letto, poi
Jaime torna
a distendersi, tirandosi le coperte fino al mento, e dice:
“Dovremmo dormire un
altro po’.”
Daenerys
annuisce e fa lo stesso, mettendo questa volta un cuscino tra loro due,
facendogli alzare gli occhi al cielo.
“Calmati”,
le dice Jaime insofferente. “È solo un bacio. Non
un grande affare”, dice
sarcastico, ripetendo le sue parole.
“Che
è esattamente ciò che ho detto io”,
commenta Daenerys irritata. “Infatti sono
calma.”
Ricala
il silenzio. Stesi l’una accanto all’altro, un
cuscino a dividerli, fissano il
soffitto ognuno perso nei propri pensieri. Cosa abiti la mente di Jaime
è un
mistero, ma quella di Daenerys è limpida come
l’acqua di uno stagno.
Calma,
certo che è calma. Come potrebbe non essere calma? Si
è solo resa conto che ciò
che prova per Jaime Lannister – uomo più grande di
lei di ventun anni,
assassino di suo padre, famoso per scoparsi la sorella gemella con cui
ha avuto
non uno, non due, ma tre figli – ha un nome ben preciso, poco
importa quanta
voglia abbia di ammetterlo.
Non
un grande affare.
È calma. Sì, totalmente calma.
In
fondo, è solo innamorata del suo finto fidanzato.
Di
cosa dovrebbe preoccuparsi? Cosa potrebbe mai andare storto?
Assolutamente
niente.
Note
dell’autrice:
Buonaseraaaaa!
Ed eccoci ancora qui, con questo piccolo grande pezzo di follia! In
realtà ho
poco da dire, perché tutto ciò che si sarebbe
potuto dire su questa fanfiction è
nelle nda di all you did was smile (‘cause
i’m a mastermind); sebbene
questa storia non ne sia un seguito e possa essere letta
indipendentemente dall’altra,
le due fanno parte di una serie che avrà ufficialmente
dodici one-shot ed è ispirata
all’album Midnights di Taylor Swift. Sì, i fan di
GoT e Taylor Swift esistono.
Non
so se la prossima one-shot che pubblicherò sarà
il seguito diretto di questa o
si concentrerà su un’altra coppia,
andrò dove mi porterà
l’ispirazione… che per
il momento è motivata interamente da Daenerys e Jaime, la
mia più folle crack-ship
e di conseguenza la mia preferita!
Come
sempre, le recensioni sono bene accette!
Alla
prossima,
Zia
Palla