Stanco,
rallento il passo e mi fermo.
Mi
passo una mano sul ventre e la osservo.
E'
sporca di sangue.
Mi
pare quasi di sentirne l'odore ferrigno.
Resto
immobile, gli occhi persi nel vuoto.
Poi,
le mie gambe, prive di forza, si piegano e cadono sulla neve.
La
verità, crudele, si staglia davanti ai miei occhi.
Vorrei
non guardarla, ma non ci riesco.
Ormai,
non posso più fuggire e sperare in un miracolo.
– Non
tornerò mai più a casa... – mormoro. Non
abbraccerò più i miei genitori.
Non
rivedrò mai più il dolce sorriso di Maria.
Morirò
solo, in un bosco freddo e buio.
E,
sopraffatto da questa consapevolezza, cado nella neve.