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Autore: Ghost Writer TNCS    04/02/2023    2 recensioni
Da sempre le persone hanno vissuto sotto il controllo degli dei. La teocrazia del Clero è sempre stata l’unica forma di governo possibile, l’unica concepibile, eppure qualcosa sta cambiando. Nel continente meridionale, alcuni eretici hanno cominciato a ribellarsi agli dei e a cercare la verità nascosta tra le incongruenze della dottrina.
Nel frattempo, nel continente settentrionale qualcun altro sta pianificando la sua mossa. Qualcuno mosso dalla vendetta, ma anche dalla volontà di costruire un mondo migliore. Un mondo dove le persone sono libere di costruire il proprio destino, senza bisogno di affidarsi ai capricci degli dei.
E chi meglio di lui per guidare i popoli verso un futuro di prosperità e progresso? Chi meglio di Havard, figlio di Hel, e nuovo dio della morte?
Questo racconto è il seguito di AoE - 1 - Eresia e riprende alcuni eventi principali di HoJ - 1 - La frontiera perduta.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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31. Due giustizie

All’interno dell’astronave aleggiava un pesante silenzio, interrotto solamente quando raggiunsero la città di Gurtra. Dall’alto era chiaramente visibile l’ampio anello creato dagli assedianti del Clero, ma i difensori non si erano arresi e gli stendardi neri con il teschio di corvo sventolavano ancora con fierezza all’interno delle mura.

«Atterriamo davanti all’ingresso» ordinò Shamiram. «Ci faremo aprire le porte.»

«D’accordo» confermò Sigurd avviando la manovra di discesa.

Avrebbero potuto raggiungere un qualsiasi altro punto all’interno della città, ma quella scelta teatrale avrebbe reso il loro arrivo molto più autorevole.

Una volta toccato il suolo, l’elfo fece aprire il portellone e tutti i passeggeri scesero, apparendo all’improvviso sotto gli occhi sbalorditi delle sentinelle.

«Fermi!» gridò uno degli orchi. «Chi siete? Come siete arrivati fin qui?»

«Aprite le porte» ordinò l’umana in tono imperioso. «Esigo di parlare immediatamente con Havard.»

Una simile frase non avrebbe mai convinto i sottoposti del pallido, ma la magia mentale della strega era abbastanza potente da ovviare a questo problema.

Ci fu un momento di silenzio, poi un pesante rumore di ferro e legno, e finalmente gli enormi battenti si aprirono. Dall’altra parte, uno schieramento di orchi e troll li attendeva. I primi erano protetti da massicci scudi a torre, i secondi invece brandivano delle enormi mazze capaci di spazzare via l’intero gruppo in un colpo solo. Erano tutti cadaveri rianimati.

«Venite, vi guido dal sommo Havard» affermò l’orco più alto in grado, vittima inconsapevole dell’incantesimo di Shamiram. Era ancora vivo, ma per quanto lo sarebbe rimasto?

L’umana gli fece segno di procedere, mentre alle loro spalle l’ingresso principale veniva prontamente richiuso.

Attraversando le ampie strade principali, tutti quanti poterono osservare le precarie condizioni in cui versavano i cittadini: c’erano edifici distrutti, macerie ovunque, e sguardi preoccupati a ogni uscio o finestra.

Quando raggiunsero il robusto palazzo del governatore, tutti quanti avvertirono un brivido lungo la schiena: proprio al centro della grande piazza era stato costruito un rozzo patibolo da cui pendevano una mezza dozzina di corpi impiccati. Quasi tutti goblin.

«Sono i fabbri-alchimisti» sibilò Tenko, furiosa. «Ha davvero ucciso i suoi uomini.»

Non c’era Icarus tra loro, ma la vista dei cadaveri bastò a far impallidire Zabar. Che fine aveva fatto il suo amico? Stava bene? Era ancora vivo?

«Havard dovrà rendere conto anche di questo» assicurò loro Shamiram. «Muoviamoci.»

La loro guida riprese a camminare e li scortò fino alla stanza delle riunioni. «Al momento Havard sta discutendo con i capitani, potrete entrare non appena…»

L’umana gli fece perdere i sensi con un semplice movimento della mano, dopodiché usò la sua magia per spalancare i pesanti battenti.

Havard e i suoi subordinati si voltarono immediatamente.

«A cosa devo questa visita inaspettata?» domandò l’orco pallido facendo qualche passo verso di loro.

«Ai cadaveri che hai rianimato» rispose Shamiram senza tanti giri di parole. «Ti chiederei una spiegazione a riguardo, ma in quanto semidio della morte, dovresti già sapere che niente giustifica una resurrezione su così vasta scala.»

«Non credere che abbia preso questa decisione a cuor leggero» la ammonì il figlio di Hel. «E comunque la questione non ti riguarda. Ho tutto sotto controllo.»

«“Sotto controllo”? Non mi interessa se per te è “sotto controllo”: riportare in vita tutti quei cadaveri destabilizza ancora di più i flussi magici del pianeta. Devi far tornare quelle anime all’inferno. Immediatamente. O lo farò io.»

L’orco pallido scosse il capo. «Non puoi farlo. Anche ammettendo che tu ne abbia il potere, non ne hai il diritto. Questo è il mio regno! Sta a me decidere cosa posso o non posso fare. E sei stata proprio tu a dire che non avresti interferito con le mie decisioni interne.»

«La tua decisione smette di essere interna quando mette a repentaglio l’interno pianeta. E cosa farai quando Nergal inizierà anche lui a resuscitare i morti? Ci hai almeno pensato?»

Havard ebbe un attimo di esitazione. «Ho dovuto farlo. Grazie ai redivivi avrò abbastanza soldati per porre fine a questa guerra. E prima vincerò, prima potrò preoccuparmi di salvare il pianeta.»

«Questa guerra non finirà mai se a combatterla sono i vostri cadaveri» ribatté Shamiram. «Te lo ripeto per l’ultima volta: riporta quelle anime nel loro regno infernale, o lo farò io.»

Il figlio di Hel strinse la presa sul suo bastone d’ossa e amplificò la sua aura. «Non mi farò minacciare da te.»

Sigurd avanzò al fianco di Shamiram. «Havard, non farlo. Non puoi vincere contro noi due.»

«Abbiamo sconfitto inquisitori, Pilastri e semidei» fece notare il pallido. I suoi uomini portarono mano alle armi. «Non dovreste sottovalutarci.»

«Ha ucciso i suoi stessi uomini!» lo accusò Tenko rivolta ai capitani. «Perché vi ostinate a seguirlo?!»

«Se ti riferisci ai cadaveri in piazza, sappi che quella è la giusta punizione per i loro crimini» ribatté Havard, imperioso.

«Crimini?! Quali crimini?! Hai solo bisogno di altri cadaveri da manipolare!»

«Non parlare così di ciò che non conosci!» la ammonì il pallido. «Quei fabbri-alchimisti hanno massacrato decine di demoni per i loro esperimenti! La morte è stata la giusta punizione. Ed è ciò che capiterà anche al vostro amico quando lo troveremo.»

Zabar scosse il capo, sconvolto. «No! Icarus non farebbe mai una cosa del genere!»

«Icarus è quello che ha ideato il tutto» sentenziò Havard con voce grave. «È fuggito abbandonando i suoi compagni, ma vi assicuro che quando la guerra sarà finita, mi occuperò anche di lui.»

Il demone blu scosse il capo. «No. Non è possibile…»

«Non se ti uccido io prima!» ringhiò Tenko sguainando la spada.

Freyja aveva capito subito che la situazione poteva solo peggiorare. Una parte di lei le diceva di intervenire, di provare a sedare il conflitto, ma era davvero la cosa giusta da fare? Che autorità aveva lei, una poliziotta fuori servizio di un altro pianeta, per interferire nelle faccende di un mondo che non avrebbe mai nemmeno dovuto raggiungere?

«Ehi! Ehi! Ehi! Perché non abbassiamo tutti un po’ i toni?» D’Jagger fece qualche passo avanti per mettersi al centro della discussione. «Sapete che vi dico? Invece di formare due schieramenti molto scenografici, perché non ci sediamo e iniziamo una lunga e noiosa discussione? Sapete, di quelle in cui si ascolta l’altro e si cerca di trovare un accordo che scontenti un po’ entrambi. Per come la vedo io – ma potrei avere torto – avreste tutti da guadagnarci se collaborate. Senza contare che là fuori c’è un bel po’ di gente che vi vuole morti, quindi forse ammazzarsi a vicenda farebbe comodo più a loro che a voi. Ah, però poi fate come vi pare: se preferite un inutile massacro interno, io prendo delle patatine e mi godo gli effetti speciali.»

Il goblin lanciò un rapido sguardo a entrambe le fazioni, dopodiché raggiunse una panca a ridosso del muro. Si sedette, materializzò un pacchetto di patatine da una tasca dimensionale e cominciò a mangiarle.

Nel silenzio che seguì, Havard e Shamiram continuarono a fissarsi intensamente per alcuni interminabili secondi. Fu il pallido il primo a muoversi: si voltò leggermente e offrì con un gesto del braccio il tavolo alle sue spalle. L’umana annuì.

Senza bisogno di dire nulla, i capitani capirono di dover liberare il tavolo da fogli e oggetti, dopodiché lasciarono la stanza. Solo Nambera e Reton rimasero con il pallido.

Shamiram e Sigurd si sedettero con loro, mentre i due demoni e i due alieni lasciarono la stanza.

La loro sarebbe stata una lunga discussione, e da essa sarebbe dipeso il destino di tutti quelli all’interno della città. Anzi: del mondo intero.

Nell’attesa, Tenko e Zabar si fermarono in una delle ampie stanze dell’edificio. Anche lì erano spariti tutti i riferimenti religiosi, lasciando l’ambiente piuttosto spoglio.

«Pensi davvero che Icarus abbia ucciso dei demoni?» chiese Tenko.

L’ex chierico si strinse nelle spalle, visibilmente avvilito. «Io… non so più cosa pensare.»

«Sono sicura che Havard si sbaglia. L’hai visto anche tu com’era spaventato Icarus quando ci ha chiamato. Di sicuro Havard l’ha messo in mezzo in qualche modo.» Strinse i pugni. «È quello che fanno sempre quelli come lui. Come ha fatto il Clero con il nostro circo.»

Il demone rimase in silenzio.

«Ti prometto che non lascerò che Havard lo uccida.»

«E se invece se lo meritasse? Per quanto tu ti ostini a non crederlo, Havard potrebbe avere ragione. Pensaci: Icarus non ci ha mai spiegato davvero come ha fatto a ottenere la magia. E se avesse ucciso dei demoni?»

La giovane esitò. «Ma… abbiamo viaggiato con lui per mesi. Se avesse voluto farci del male, avrebbe potuto farlo. Siamo demoni anche noi!»

«Per poi ritrovarsi da solo in un continente sconosciuto? Sarebbe stata una pessima idea. E poi a quel punto aveva già la magia.»

Tenko scosse il capo. «Io non ti capisco. Pensavo fossi dalla parte di Icarus. Perché vuoi dare ragione a Havard?»

«Perché…»

Il demone si farfugliò qualcosa a bassa voce, così bassa che la sua amica non riuscì a capire.

«Cosa?»

«Perché… mi… mi… mi voglio fidare di Havard. Penso che sia una brava persona e che sappia quello che sta facendo.» Fece una breve pausa, piena di incertezza. «Lui mi piace, Tenko.»

Le sue parole non ricevettero risposta, così si sforzò di alzare lo sguardo. L’espressione della demone era stranita: non riusciva a capire perché avesse detto una cosa simile.

«Havard è un uomo» sottolineò Tenko. «Non può piacerti. Non in quel modo.»

L’ex chierico si strinse nelle spalle. «Sì, forse hai ragione. Non so perché l’ho detto.» E senza aggiungere altro si allontanò con fare abbattuto, lasciando la demone sola con i suoi dubbi.

Freyja e D’Jagger, troppo lontani per sentire quello scambio di battute, erano comunque troppo assorti in altri pensieri da fare caso all’espressione dei due demoni. O per lo meno lo era l’orchessa.

«Sai, non pensavo l’avrei mai detto, ma hai salvato la situazione prima» ammise la poliziotta. «Potresti aver cambiato il corso di questa guerra.»

«Mah, avresti fatto lo stesso. E poi non è detto che trovino un accordo.» Si alzò in punta di piedi e mise una mano vicino alla bocca per parlare più a bassa voce. «Io spero ancora negli effetti speciali.»

La poliziotta si sforzò di sorridere, ma la sua mente era rimasta alla prima frase: se il goblin non fosse intervenuto, lei avrebbe davvero fatto lo stesso?


Note dell’autore

Ciao a tutti!

È arrivato il momento del confronto tra Havard e Shamiram. I due erano pronti a combattere, ma alla fine la “guerra civile” è stata sventata da… D’Jagger?! Quel D’Jagger?! A volte mi stupisco anche io XD

Del fatto che Tenko avrebbe gettato benzina sul fuoco invece non avevo dubbi :P

Dunque ora il figlio di Hel e l’umana cercheranno di trovare una soluzione pacifica che “scontenti un po’ entrambi”. Ci riusciranno? Staremo a vedere, entrambi dovranno concedere qualcosa, e nessuno dei due sarà felice di farlo.

In ogni caso spero di essere riuscito a presentare le due posizioni nella maniera più neutrale possibile, così che possiate scegliere da che parte stare (ammesso che vogliate prendere una delle due parti).

Ma non è tutto, perché nel finale scopriamo che a Zabar piace Havard. E se il pallido non fosse già una persona difficile da avvicinare in quel senso, il demone si è anche dovuto scontrare con le parole di Tenko. Cosa succederà adesso tra i due demoni? E tra Zabar e Havard? Staremo a vedere.

Come sempre vi do appuntamento tra due settimane per il prossimo capitolo (e qualche “effetto speciale” potrei riuscire a inserirlo, così D’Jagger è contento :P).

A presto ^.^


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