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Autore: Allen Glassred    04/02/2023    1 recensioni
DALLA DICIOTTESIMA LUNA
Uno spezzone del periodo di prigionia di Garry, quando poco dopo la prima rottura con Jeanne è tenuto prigioniero ed in schiavitù da Dominique, ed è costretto a subire in silenzio le sue torture ed umiliazioni.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Garry Perry apre gli occhi lentamente: dove si trova, si chiede? Cosa gli è successo? Da quanto è lì? Un dolore: un dolore lancinante ed ovunque nel suo corpo, gli impedisce di pensare altro. “ Che dolore… atroce… “. Mormora solamente il cacciatore, mentre la memoria lo soccorre: ah si, pensa. È prigioniero: prigioniero di un essere a suo dire deplorevole, un essere che non ha esitato ad imprigionarlo e torturarlo barbaramente. Lo stesso essere che tempo addietro era il promesso sposo di Jeanne, la sola donna che abbia mai amato e che gli abbia spezzato il cuore con altrettanta facilità. È prigioniero di quel principe dal quale la sua ormai ex ha cercato più e più volte di metterlo in guardia, ma lui no: lui ha preferito rimanere cieco e sordo, ha preferito non ascoltarla. Ed ora eccolo lì: sanguinante ed alla totale merce di un folle. “ Maledetto bastardo… “. Sibila solamente l’erede di Haruka e Juliette, tirando vanamente le catene che lo tengono legato a braccia alzate a quel muro, che tuttavia non pare quello di una cella. No: ora che lo osserva bene, non gli parrebbe essere il muro di una prigione. Ma non riesce a capire dove si trova esattamente e né ha il tempo di fare congetture. Una risata sprezzante pone fine ai suoi pensieri, mentre qualcuno che lo stava evidentemente osservando da prima che si svegliasse si decide finalmente a farsi vedere.

 

“ Oh, il bell’addormentato si è svegliato: temevo di doverti lanciare un secchio d’acqua “. Ghigna cinicamente il giovane in alta uniforme, mentre istintivamente l’altro alza lo sguardo: incredibile pensa, quanto il colore dei loro occhi sia uguale. Incredibile pensa, quanto due persone che si odiano a tal punto possano avere quest’incredibile somiglianza.

 

“ Tu! “. fa solamente il cacciatore, infuriato. A quella semplice esclamazione, Dominique lunette Hikari gli si avvicina senza la minima remora: così incatenato ed indebolito pensa, disarmato com’è non potrebbe fargli alcun che. Quell’uomo è suo, alla sua merce: potrebbe fagli qualsiasi cosa e lui non potrebbe ribellarsi. Beh pensa, qualunque cosa oltre a quello che già gli ha fatto.

 

“ Io, si: piaciuta la sorpresa? “. Chiede cinicamente ma allo stesso tempo con strafottenza il capitano della guardia reale, mentre a quella frase l’altro cerca vanamente di liberarsi dalle catene. Ma tutto ciò che ottiene è sanguinare ancora una volta dal polso, riaperto una ferita già presente e da poco cicatrizzata. “ Oh, il mio povero cacciatore sta sanguinando: non sarò mica stato io, quando ti ho liberato stamattina? “. Chiede con finta preoccupazione il corvino, mentre a Garry torna in mente quando, solo il mattino stesso ha subito l’ennesima tortura o meglio, le ennesime torture da parte di quella belva. Quando lo ha liberato dalle catene, solo per ferire i suoi polsi con la spada: per un secondo gli fece credere che volesse ucciderlo, che volesse tagliargli le vene e così porre fine alla sua vita. Ma in seguito si rese conto: no, non era così. I tagli non erano così profondi da ucciderlo, ma abbastanza da farlo stare male ed indebolirlo.

 

“ Va all’inferno, principino! “. Ringhia furioso l’argento, mentre l’altro gli si avvicina come se nulla fosse. Posa le unghie affilate sui punti che ha in precedenza graffiato, nei punti in cui la camicia ormai strappata del rivale lascia la pelle scoperta.

 

“ Si, ci sono stato: devo dire che è stato un tour interessante anche se noioso. Sai, io sono abituato ad atro “. Continua a sfotterlo, mentre l’altro cerca di dimenarsi o allontanarsi: non vuole più che quell’uomo lo tocchi. “ Cosa c’è? Cosa sono questi sentimenti che leggo nello scorrere del tuo sangue’ “. Chiede poi il più grande, mentre l’altro lo osserva con pura ira nei suoi occhi.

 

“ Sarà tutto l’odio che provo per te! Bastardo! “. Ribatte il giovane Hunter, mentre a quelle parole Dominique sembrerebbe alterarsi: il suo sguardo si fa serio, quasi arrabbiato. Non dice nulla ma, senza esitare squarcia nuovamente quella pelle già graffiata, facendo riaprire vecchie ferite e facendo provare all’altro un dolore indicibile. Ma no: no, non griderà! No, non gli darà questa soddisfazione. Non lo vedrà gridare o piangere, non più.

 

“ Stai a cuccia, schiavo! Come osi rivoltarti e mordere la mano del tuo padrone, eh? “. Chiede, mentre il sangue macchia le sue dita: ovviamente Garry non lo ha morso, ma il senso è piuttosto chiaro. Porta malignamente un dito alle labbra, percependo su di esse l’intenso sapore del sangue di Garry. E non può far a meno di riflettere: no, pensa. Questo non è il sapore di un sangue scadente, questo sangue è pregiato, unico da fargli quasi perdere la testa. “ Sei fortunato ad avere questo “. Commenta, mentre l’altro rifiuta anche solo di incrociare i loro sguardi: è disgustato. È disgustato dal suo rivale e da sè stesso, per essersi fatto mettere nel sacco in quel modo. “ Il tuo sangue: il tuo sangue ha qualcosa che mi attrae. Sei fortunato, altrimenti ti avrei già ucciso con le mie stesse mani “. Commenta il corvino, mentre l’altro tossisce sangue: le precedenti torture pensa, gli hanno lasciato delle conseguenze ancora oggi visibili sul suo corpo, dentro e fuori. Quel sangue che finisce sul viso del rivale, come un segno di scherno.

 

“ Se ti piace tanto il mio sangue, allora prendi questo “. Ghigna il cacciatore, riuscendo a recuperare la strafottenza ed ignorando il dolore che sente: quegli artigli gli hanno fatto male, un male indicibile. E lui non è un vampiro: le ferite non si rigenerano, infatti sta ancora sanguinando al petto, ormai anche ciò che restava della camicia è tinto di rosso.

 

“ Oh no. Questo non mi basta nemmeno per iniziare “. Ribatte il corvino: strano come questa volta non si sia infuriato, strano come stavolta non abbia rifilato un ceffone al suo odiato rivale. A colui che gli ha portato via l’amore di Jeanne, a colui che a suo dire gli ha rovinato la vita. “ Oh, non ti avrò mica fatto male? “. Chiede con malcelata ironia, ben sapendo che quei graffi hanno invece procurato un dolore lancinante all’Hunter.

 

“ Fottiti “. Commenta acido l’altro, mandando al diavolo buone maniere ed educazione: con uno come Dominique Lunettes Hikari pensa, l’ultima cosa da usare è la cortesia. Incredibilmente, nemmeno questo sembrerebbe far alterare l’altro: sembrerebbe quasi si stia divertendo in quella situazione, mentre non pare aver idea di pulirsi dal sangue del cacciatore finito sul suo viso.

 

“ Mi stai forse facendo una proposta, servo? “. Chiede, sottolineando malignamente l’ultima parola: servo. Come a voler ricordare a Garry Perry che ora è suo servo, che è alla sua merce e che gli può fare tutto ciò che gli pare, che nessuno lo verrà mai a salvare. “ Guarda che potrei anche prendere in considerazione la cosa: non sarebbe la prima volta, eh? “. Continua, per poi chinarsi a leccare quel sangue che continua a sgorgare dalle ferite inferte a Garry che, di riflesso si dimena.

 

“ Piantala, pervertito! “. grida alterato, mentre anche contro il suo volere alcune lacrime cadono dai suoi occhi: anche questo tipo di umiliazione, lui non riesce proprio a sopportarla. Può sopportare le parole, può sopportare persino le torture. Ma che il suo corpo ed il suo sangue siano alla merce di Dominique, che possa violarlo fino a quel punto, questo non riesce a tollerarlo. Il corvino non interrompe la propria “ opera “, togliendo o meglio strappando via quello che è rimasto della camicia e continuando a rimuovere quel sangue, senza mai perdere il contatto visivo con l’odiato rivale. In seguito, quando anche l’ultima goccia di sangue che fuoriesce dai graffi inferti dai suoi artigli è ripulita, Dominique si stacca lentamente dall’argento deridendolo malignamente e mentre l’altro lo osserva, ora furente. “ Ohhh… a qualcuno è piaciuto, eh? Sicuro che per te sia solo una tortura? “. Chiede maligno, mentre Garry strattona le catene alterato.

 

“ Taci, maledetto maniaco che non sei altro! “. Grida, mentre l’altro lo deride sempre più, come se farlo infuriare fosse il suo nuovo passatempo. “ Non so cos’abbia visto Jeanne, in uno come te! Non mi sorprende che ti abbia lasciato! Chi vorrebbe sposare un mostro come te?! “. Chiede furente l’Hunter, mentre l’altro lo guarda con la bocca ancora sporca di sangue, quel sangue che lecca via lentamente come fosse un pregiato vino.

 

“ Oh credimi, ha visto molto di me ed in me. Ha visto molto “. Fa, mentre a quelle parole l’altro avvampa furioso, in preda alla vergogna per quanto appena accaduto e memore di cosa invece sia successo solo la mattina precedente. “ Oh, sei arrossito: lo dicevo io, che in fondo sei un piccolo masochista e che tutto questo ti piace. Altro che tortura “. Ride sprezzante, mentre l’altro scuote il capo sempre più furioso. “ Ed anche tu da ora in poi, vedrai molto di me. Molto, molto altro più di quanto non abbia già visto “. Continua: queste parole hanno il suono di una promessa. Una promessa che mette i brividi al giovane dalla chioma argentea, che riflette: se non si libererà, teme che ciò che ha subito sarà solamente il principio. Che ciò che gli spetta sarà molto, molto più doloroso ed umiliante di quanto accaduto fino a questo momento. Una cosa è certa: non può e non vuole mostrarsi debole davanti a quel bastardo, non vuole più commettere lo stesso errore anche se, dentro di lui, si sente ferito ed umiliato come mai prima d’ora. Ma questo pensa, dovrà essere molto bravo a nasconderlo.



Uno spezzone del periodo di prigionia di Garry, quando poco dopo la prima rottura con Jeanne è tenuto prigioniero ed in schiavitù da Dominique, ed è costretto a subire in silenzio le sue torture ed umiliazioni. 
   
 
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