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Autore: Fairy23    09/02/2023    0 recensioni
Con questa lettera spero di liberarmi di tutta l’angoscia nel mio cuore. Chiunque tu sia, le poco righe che stai per leggere rappresentano tutte le mie gioie e i miei rimpianti. Ecco i fatti.
[...]
Leggendo la lettera vecchia e ingiallita caduta per caso da un polveroso e antico libro di chimica, probabilmente rimasta lì abbandonato da secoli, trovato nella biblioteca del collegio, quella ragazza dai lunghi capelli castani, con brillanti riflessi ramati, non immaginava a cosa stava dando inizio.
[...]
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Cari lettori, ecco a voi il nuovo capitolo di questa avventura! Come cambierà la vita di Alice ora che ha trovato la lettera per tanto tempo perduta?

 
 “Con questa lettera… le ripongo in voi.
 

Agnese De Rosablu”

 
Leggendo quella lettera Alice rimase per un attimo paralizzata. Una volta ripreso il controllo di sé stessa cominciò a ragionare sul contenuto e sull’origine di quello scritto; forse il collegio in passato era stato un manicomio e quella era il lascito di una donna che aveva perso la ragione e pensava di vivere in un libro fantasy ipotizzò, ma al solo pensare a quell’ipotesi capì che chi veramente stava perdendo il senno adesso era lei, che idee le stavano venendo in mente. Più guardava e analizzava la lettera e meno infatti le sembrava di una persona impazzita. Decise allora di nasconderla nella sua borsa e di tornare a svolgere il compito, dopotutto continuare ad analizzarla proprio lì sotto gli occhi di tutti non le sembrava la scelta migliore quindi decise di portarla con sé nella stanza così da poterla tenere segreta e allo stesso tempo poterla studiare.

Attraversando i lunghi corridoi del collegio il suo cuore cominciava a battere sempre più forte e un ardente eccitazione le montava nel petto, era come se quella lettera nascosta nella sua borsa la chiamasse e l’attirasse a sé, le parole le risuonavano in testa come un tamburo, avrebbe potuto recitarle a memoria e la cosa le risultava particolare.
“Alicina dove te ne vai di bello?” a quelle parole il bruciore dovuto all’eccitazione divenne un fuoco ardente di pura rabbia,

“sicuramente lontano da te, non vorrei aver bisogno del bagno, dopotutto vicino a te mi sale una nausea”

“carina, molto simpatica; Te le scrivi prima o ti vengono giù di getto”

“cosa vuoi stavolta Lisa?”

“darti fastidio e ricordarti che qui non sei la benvenuta” rispose schiettamente la ragazza,

“il solito quindi! Non ho voglia di sprecare tempo appresso a te. Soprattutto non oggi.”

“e cosa ha oggi di così speciale rispetto agli altri giorni?”

“nulla che ti possa interessare” e a quelle parole si scostò dal confronto e si diresse verso la sua stanza.

Lisa era una ragazza alta, magra e bionda che la dava il tormento da quando era entrata al collegio. In realtà la cosa nacque perché Alice le aveva rubato il posto di migliore studentessa nel corso di chimica e Lisa non lo poteva sopportare anche se dopotutto non era colpa di nessuno se la mora fosse più brava della seconda. Ma questo alla bionda non interessava poi molto e con il tempo era diventata una vera e propria bulletta. La mora, tuttavia, reggeva bene il confronto e non si faceva mai abbattere dalle sue cattiverie. Già non desiderava trovarsi lì, non si sarebbe mai fatta anche sottomettere e spaventare da una ragazzina viziata.

Superati una serie di corridoi si ritrovò nella sua stanza, poggiò la borsa, si tolse le scarpe, prese la lettera e si sdraiò sul letto. Sapeva benissimo che il saggio di chimica doveva essere la sua priorità ma il contenuto di quella antica e ingiallita busta era un richiamo veramente troppo forte.

Quella lettera doveva avere parecchi anni, probabilmente era di epoca medievale o giù di lì; eppure, era lontana anni luce dalle opere antiche che era abituata leggere. Dopotutto appena aveva un po' di tempo libero si ritirava in biblioteca per immergersi nei volumi più antichi e preziosi quindi sapeva molto bene che tipo di linguaggio aspettarsi. Era l’unico posto in cui si sentiva quasi a casa in quel lugubre collegio. Ovvio che nei laboratori di chimica si sentiva a suo agio poiché la materia in cui riusciva meglio, ma immersa in quella moltitudine di tomi antichi si sentiva come se fosse in un luogo incantato, un piccolo mondo solo suo in cui il resto del mondo reale non entrava.

Si mise a leggere e rileggere la lettera cercando di comprenderne il senso, di cogliere qualche dettaglio ma le sembrava comunque qualcosa di folle. Nel tentativo di comprenderla finì per addormentarsi con quella in mano.

Questa volta i suoi sogni non ebbero la stessa ambientazione; si ritrovò immersa in un banco di nebbia, così fitta che non riusciva a vedere niente; se da una parte era rincuorata di non sognare quell’episodio a cui ormai era abituata dall’altra era spaventata da quella nuova realtà; mentre cercava di comprendere qualche dettaglio che la potesse aiutare a capire il dove si trovasse, apparve lentamente dalla nebbia una figura incappucciata e nel vederla Alice si spaventò particolarmente,

“chiunque tu sia, stammi lontano”, ma a queste parole la figura non rallentò,

“chi sei? Perché ti stai avvicinando così tanto a me?” chiese allora la mora nel vedere che l’incappucciata era sempre più vicina a lei,

“perché tu detieni la lettera testamentaria” rispose la figura, con una voce femminile molto fioca, al punto da sembrare un alito di vento più che delle parole,

“lettera testamentaria? Per caso parli della vecchia lettera trovata dentro quel libro? Sarebbe quindi un testamento? E di chi?”

“la lettera rappresenta il testamento di Agnese De Rosablu. Lei fu portatrice di un grande e oscuro studio, e quella e l’unica cosa che ha lasciato come testimonianza di ciò che fu”

“Agnese De Rosablu? Ora che ci penso era il nome scritto alla fine della lettera, chi era?”

“Agnese De Rosablu fu una nobile donna vissuta all’inizio del rinascimento che compì dei particolari studi fuori da ogni logica, ti basti sapere questo.”, a quelle parole Alice capì che la lettera non era quindi medievale ma poco importava poiché ciò che stava accadendo era fuori da ogni logica,

“sono molto contenta per lei, ma perché ora stai raccontando tutto questo a me? Che dovrei centrare io in questo? Ho solo trovato quella vecchia lettera”

“quella lettera che tu definisci vecchia e l’unica mappa rimasta per ottenere i manoscritti segreti di De Rosablu; tecnicamente era coperta da un sortilegio e se è apparsa a te vuol dire che la battaglia finale e vicina e che i suoi studi non sono più al sicuro”

“tutto fantastico, ma continuo a chiedermi come mai questo dovrebbe riguardarmi”, quella figura le parlava con una tranquillità che lei onestamente non si spiegava; tecnicamente una cosa del genere era impossibile che stesse realmente accadendo quindi era il suo inconscio a creare il tutto, ma perché realizzare un sogno così particolare e allo stesso tempo tanto inquietante; per timore decise di assecondare ciò che stava avvenendo;

“non è un caso se hai potuto trovarla; il sortilegio di cui parlavo oltre a proteggere la lettera permette che quest’ultima venga trovata solo e soltanto da colui destinato a proteggere il segreto e qualcuno sei senza alcun dubbio tu”

“come scusa? Perché proprio io?”

“non saprei dirti il perché ma sei stata ormai marchiata quindi non puoi tirarti indietro” mentre la figura incappucciata parlava tuttavia l’ambientazione del sogno cominciò a tremare quasi ci fosse un terremoto,

“diamine, non adesso, è troppo presto” esclamò l’incappucciata terrorizzata,

“cosa sta succedendo?” chiese la mora,

“la presa della lettera sul tuo inconscio sta cedendo e tu ti stai svegliando, ormai mancano pochi minuti”

“bene” Alice era sollevata nel sentire che si stava svegliando, quel sogno ormai stavo diventando troppo reale per i suoi gusti e la cosa nel piaceva, tutto quello era fuori da ogni logica, soprattutto per una persona come lei così razionale,

“no, non è un bene! Ci sono ancora parecchie questioni che ti devo spiegare per prepararti a quello che sta per accadere. Devi capire che la vita che hai sempre condotto non sarà più la stessa”

“io capisco che in questo collegio non volevo venire e che mi annoio parecchio ma addirittura andare a fare un sogno così di fantasia a causa di ciò è troppo”

“questo non è propriamente un sogno e di certo non l’hai creato tu. Cercherò di andare al dunque più velocemente possibile. La lettera oltre a essere un testamento nasconde una mappa, seguila e ti porterà a una serie di sfide per raggiungere il tesoro di De Rosablu. Ma bada bene di chi ti fidi poiché anche quelli che ti sembrano i più leali amici nascondono in realtà oscuri obbiettivi. Ora purtroppo dobbiamo salutarci. Ci rincontreremo ancora mia cara” e a quelle parole la figura sparì e il luogo in cui Alice si trovava sembrò crollare su sé stesso e le si svegliò in preda a un bagno di sudore.

Si alzò dal letto per vedere l’ora e pensò a quello stranissimo sogno ancora così vivido nella sua mente; probabilmente era stata la conseguenza del suo recente dormire poco, anche perché di certo lei non era in nessun modo destinata a proteggere un qualche tesoro magico.

Vide che erano le tre di notte, perciò, a quel punto di sicuro non aveva più il tempo di compiere il saggio di chimica; quindi, decise che si sarebbe alzata prima la mattina per poterlo scrivere. Prima di rimettersi a letto si diresse in bagno per sciacquarsi il viso e magari con l’acqua cancellare quella notte dalla sua memoria. Appena mise le mani sotto l’acqua si accorse che qualcosa non le tornava; sul suo polso destro le era apparso qualcosa, un segno, un rosa di colore blu,

“è uno scherzo, spero” esclamò ad alta voce; provò a togliersi quel disegno ma niente e allore le venne in mente il cognome Rosablu della lettera, ma di certo non poteva essere il famoso marchio di cui parlava la figura del sogno. Allora prima di impazzire decise di rimettersi a dormire, probabilmente aveva solo troppo sonno e ciò le faceva immaginare delle cose. Sicuramente la mattina il marchio sarebbe sparito. Uscì perciò dal bagno e si rimise sotto le coperte non immaginando minimante cosa sarebbe accaduto nel suo futuro.
  
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