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Autore: EleAB98    11/02/2023    3 recensioni
Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata.
Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un tempo, diventando oggetto delle più svariate attenzioni maschili.
Ma sarà un uomo in particolare a catturare tutta (o quasi) l'attenzione della giovane, stravolgendo a poco a poco la sua esistenza.
Emozioni contrastanti faranno da sfondo a quella vita che, pur avendo sempre sognato, si rivelerà più impegnativa del previsto, mentre le ombre di un passato mai dimenticato la travolgeranno a viva forza, spingendola ad affrontare una verità del tutto sconvolgente.
Amanda sceglierà, prima o poi, di cedere alla forza dei propri sentimenti? Chi farà mai breccia nel suo cuore?
*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO VI


 

«Amanda?! Pronto? Ci sei?»

Alessandro schioccò le dita, e proprio in quell'istante Amanda riprese contatto con la realtà. «Tutto a posto?» le chiese, scrutandola a fondo.

«Perché non dovrebbe?» rispose la ragazza, facendo spallucce.

«Dimmelo tu.»

Amanda gli si avvicinò, si tolse uno degli auricolari e glielo porse. «Li conosci?»

L'agente indossò la cuffietta. Ascoltò attentamente, poi fece una smorfia di sorpresa. «Interessante. Come si chiamano?»

«Gli Stackridge. E il disco che sto ascoltando si chiama Friendliness

«Li terrò a mente.» Si voltò giusto un momento per mostrarle con orgoglio il proprio acquisto. «Invece che ne pensi di questo?»

Amanda esaminò la copertina del vinile, gli occhi sbrilluccicanti. «A Curious Feeling di Tony Banks? Ma è un disco bellissimo!»

«Infatti è tuo.» Le fece un sorriso e glielo porse.

«Mio

«Su, non fare quella faccia! Mi sembra di ricordare che ti piace il pianoforte, quindi ho pensato di regalarti questo album perché, be'...» Fece spallucce. «Consideralo di buon auspicio per la nostra amicizia.»

Amanda sorrise a sua volta, quindi si tolse le cuffie e prese l'album tra le mani. «Ah, non dovevi disturbarti! Però ti ringrazio tanto per il pensiero, sei stato davvero carino.» Gli si avvicinò e gli diede, di sfuggita, un bacio sulla guancia. Per la prima volta, ebbe modo di constatare quanto fosse liscia la pelle di Alessandro, che soltanto il giorno prima, con sua somma sorpresa, si era sbarbato completamente. A quel pensiero, aggrottò la fronte e scostò subito lo sguardo da lui, la mano destra a lisciare la suggestiva copertina del vinile, che rappresentava l'ombra di una barca che sostava in mezzo al mare. Amava molto quel disco, tra l'altro era uno di quelli che avrebbe tanto voluto aggiungere alla sua collezione.

«E per te? Non hai comprato niente?»

«Scherzi?» replicò lui, increspando la fronte. Allungò la mano dietro al grosso divano in pelle nera piazzato nella hall dell'albergo ed estrasse un album da un'altra busta, avendo cura di coprirne il titolo con la mano.

«Uh! E così hai deciso di buttarti su Mike Oldfield, eh?»

Alessandro spalancò gli occhi. «Conosci Tubular Bells

«Avanti, non fare quella faccia!» lo canzonò, ripetendo le stesse identiche parole che Alessandro le aveva rifilato poco prima. «Tutti conoscono Tubular Bells

«Se parli della colonna sonora de L'Esorcista posso anche darti ragione, ma non posso pensare che tu conosca pure il musicista!»

«E perché no?» ribatté Amanda, rifilandogli un'occhiata da cui trasudava tutta la sua curiosità.

L'altro sorrise. «In effetti... non lo so. Magari ti ho sottovalutata.»

Amanda ridacchiò. «Giusto un pochino. Checché se ne dica, mi piacciono molto i dischi puramente strumentali.»

Alessandro incrociò le gambe, le mani dietro la testa. «Anche a me. Mi danno molto da pensare e, al tempo stesso, mi permettono di rilassarmi.»

«E a cosa pensi, nello specifico?»

Lui si voltò di scatto. «Non ti converrebbe conoscere quello che alberga nel mio cervello. Sono pieno di complessi, io

Lei scosse il capo. «Anche io, se è per questo. Ma magari... è proprio questo che ci rende unici, no? Il mistero... Il fatto di non conoscere cosa ci aspetti dall'altra parte, o... o cosa stia pensando una persona di noi in una certa situazione...»

«Piacerebbe molto anche a me conoscere l'opinione che hanno di me alcune persone», se ne uscì Alessandro, tornando a guardare il vinile che aveva posato sul tavolinetto situato davanti al divano. «Quello che pensano davvero, intendo. I loro... pensieri più intimi.»

«E una volta sapute le suddette opinioni... che cosa te ne faresti?»

«Non lo so. Magari una di quelle potrebbe aprirmi nuovi orizzonti.»

Amanda gli rifilò un sorriso sghembo. Avanti... chi è la fortunata? stava per chiedergli, se soltanto Alessandro non si fosse alzato di colpo dal divano.

«Dì un po'... è tua abitudine troncare in questo modo le conversazioni?»

«È ora di cena, Amanda. E devo assolutamente farmi una doccia prima di riempirmi lo stomaco con del buon pollo alla griglia.»

«C'è del pollo alla griglia?» chiese Amanda, che d'improvviso non desiderava altro che abbuffarsi di cibo.

«Così pare», disse lui, sorridendo divertito.

Amanda raccattò le sue cose e corse in camera. «Ci vediamo dopo!» esclamò, mentre la melodia di Story Of My Heart ricominciò a rimbombarle nelle orecchie.

 

Amanda era distesa sul letto a pancia in giù, le gambe a mezz'aria. «Non vedo l'ora che tu venga!» esclamò, il telefono all'orecchio. «Anche perché avrei una bella sorpresina per te.»

«Una sorpresa?» squittì Monica, dall'altro capo della linea. «E di che si tratta, eh?»

Amanda scoppiò a ridere. «Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa!»

«Lo so, è che sono così eccitata! Non soltanto per la sorpresa, eh! Sono contenta che sei finalmente diventata una scrittrice a tutti gli effetti. Te lo meriti.»

«Ti ringrazio, sei una vera amica», proruppe l'altra, quasi commossa. Con Monica aveva vissuto innumerevoli avventure e, sin dalle scuole elementari, avevano instaurato un rapporto di completa e assoluta fiducia, accompagnato da una stima reciproca altrettanto forte.

«Allora, come ti senti?»

«Tuttora mi sembra un sogno. Devo ancora abituarmi a tutto questo, a dire il vero.»

«Immagino. Io, al tuo posto, proverei un imbarazzo tale che non riuscirei nemmeno a dire un semplice buongiorno a tutti

«Dai, non essere così drastica. Mi pare che durante la discussione della tua tesi fossi piuttosto... come dire, euforica. E sei stata anche molto gagliarda! Ricordo ancora la faccia di Grossi quando gli hai fatto notare che la sua domanda non era poi così pertinente con l'argomento che avevi trattato.»

Monica rise, una punta d'imbarazzo nella voce. «Oddio, non me lo ricordare! Non so nemmeno io come abbia fatto ad avere un simile, barbaro coraggio!»

«Io sì. Quando ti ci metti, sai essere una bella spina nel fianco.»

«E io, da bella spina nel fianco... te lo devo chiedere. Come va con Alessandro?»

«Perché questa domanda?»

«Così. Sai, non vorrei che finisse come con Daniele. Andavate così d'accordo all'inizio, poi, invece...» Non terminò la frase.

«Ma io e lui non stiamo mica insieme!» rispose l'altra, esterrefatta.

«Lo so. Ma sai come la penso... alcune volte sarebbe meglio fermarsi in superficie. Capisci che intendo?»

Amanda alzò gli occhi al cielo. Non troppo tempo fa, Monica era stata vittima del solito uomo tutte-promesse-ma-niente-fatti, come spesso li aveva battezzati lei. «Ci stiamo conoscendo meglio», riprese. «Alessandro è un ragazzo d'oro, ti assicuro che non farebbe male a una mosca. E averlo come amico non mi dispiacerebbe.»

«Ah-ah. Sicura di volerlo soltanto come amico? In fondo è un bel ragazzo, e—»

«Si può sapere perché insisti tanto sulla questione?» ribatté l'altra, spazientita.

«Non penso ci sia bisogno che ti ripeta la mia esperienza.»

«No. Alessandro è diverso, però. Non ha secondi fini, te lo posso assicurare. Quanto a me—»

«Ma conoscendolo meglio, come dici tu, potresti anche cambiare idea sul suo conto. E magari—»

«Innamorarmi di lui?» Amanda scosse la testa, sempre più sbigottita dalla piega che stava prendendo la conversazione.

«O magari, odiarlo profondamente. Ho paura che tu soffra di nuovo, Am. Tutto qui.»

Ad Amanda intenerì non poco l'atteggiamento di Monica. Ma non si poteva dire altrettanto di quell'Am. «Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?» la redarguì con fare bonario, non senza, comunque, trattenere un sorriso.

«E io quante volte ti ho detto che gli uomini non sono mai quello che sembrano?»

«Tu sei troppo negativa», borbottò Amanda. «Anche se devo concordare con il fatto che alcuni di loro non è che sembrano, ma sono davvero degli idioti», rimarcò.

«A chi ti riferisci?»

Amanda sospirò. «Mi costa non poco ammetterlo, però... da quando ho cominciato a presentare il mio ultimo libro, molti ragazzi mi guardano come se volessero assaltarmi da un momento all'altro. E non puoi immaginare quanto la cosa mi provochi imbarazzo! Insomma, c'è modo e modo di guardare, no? Pensa che tanti di loro mi hanno persino mandato delle letterine, scrivendomi di volermi conoscere.»

«Be', credo sia impossibile non notarti. Sei molto carina, del resto. Ma la storia delle letterine, perdonami, mi sembra un po' una buffonata», le confessò, buttandola sul ridere.

«Lo penso anch'io.»

«Ma comuuunque... stavo giusto per chiederti se hai conosciuto qualcuno di interessante.»

Il tono della ragazza la gettò in confusione. «Scusami un attimo, ma non avevi detto di fermarsi in superficie?» le domandò, motteggiandola.

«Non ho mica detto di farlo con tutti», replicò lei, con estrema nonchalance. «Allora...» riprese, dal suo tono di voce trapelava una curiosità smisurata. «Nessuno di quei bellimbusti ha colpito la nostra talentuosa scrittrice? Non mi fraintendere, per me gli uomini sono, almeno per la maggior parte, inaffidabili, ma ammetto che sarei molto felice di vederti accanto a un ragazzo che ti ami veramente.»

«Lo sarei anch'io per te», rispose l'altra, cominciando a viaggiare con la mente. Si immaginò il prossimo incontro con Federico e, tutto d'un tratto, provò una strana sensazione.

«Lo so. Ma per il momento, preferisco pensare a me. Credo di aver sofferto abbastanza. Sai...» Monica sospirò. «Ti ho sempre ammirata, su questo punto. Nonostante la storia col tuo ex non sia stata delle più rosee, non hai mai smesso di credere che la persona giusta potesse arrivare.»

«Tornerai a crederci anche tu, vedrai. Sono tante le cose in cui ho smesso di sperare, come ben sai. Però... su questo no. Sento che c'è ancora qualcosa.»

«O qualcuno», terminò Monica. «Perché c'è qualcuno, giusto?»

Amanda sospirò. Doveva dirglielo o no? «In effetti, sì. C'è qualcuno», si arrese, lo sguardo perso nel vuoto. «Ma di preciso non so ancora cosa possa rappresentare per me questo qualcuno

«Oddio!» gracchiò l'amica, in preda all'eccitazione più fervida. «E me lo dici così? Come si chiama? Quanti anni ha? Scommetto che è un gran figo... Non è così?»

Amanda, travolta dal fiume di quelle domande, non le rispose nell'immediato. Dentro di sé, un mare di emozioni contrastanti faceva da sfondo alla viscerale curiosità che provava per quel Federico. Al fascino che trasudava dai suoi modi gentili e non meno discreti. «Si chiama... si chiama Federico», disse solo. «E no, non è esattamente... un figo», aggiunse, un sopracciglio inarcato.

«Che hai detto? Che è un figo?» replicò l'altra, piena di aspettativa.

«HO DETTO CHE SI CHIAMA FEDERICO E CHE NON È UN FIGO!» sbottò Amanda, alzando la voce di un'ottava.

«Okay, ma stai calma! Non c'è bisogno di urlare così, non sono mica mia nonna!»

«Come se tu non lo stessi facendo», osservò l'altra, che di scatto si rigirò sulla schiena, prendendo a fissare il soffitto bianco della camera.

«Touché!» ribatté Monica, lasciandosi sfuggire una risata. «Però dimmi... se non è un figo... allora com'è?»

Amanda roteò gli occhi. Possibile che la prima cosa a cui Monica pensasse fosse l'aspetto fisico?
Non siamo poi così diversi dagli uomini, dopotutto, rifletté la giovane. Non poteva negare che, quando aveva conosciuto Daniele, la prima cosa che aveva notato di lui erano state le sue spalle larghe accompagnate da un fisico altrettanto curato e robusto. Con Federico, però, non aveva certamente sperimentato un qualcosa di simile. Ammetteva anche di non essere mai stata particolarmente attratta da quegli uomini dediti in tutto e per tutto alla palestra; per lei Daniele era stata L'eccezione. «Be'... lui è... è una persona piacevole», farfugliò, poco convinta.

«Non mi hai risposto», ribatté Monica.

«Non è una di quelle bellezze che ti rapiscono lo sguardo appena le vedi, però è interessante. Ha il suo fascino, ecco», tartagliò, temendo in sordina la prossima domanda.

«Manca ancora qualcosa, però.»

Amanda prese un lungo respiro. «Non è esattamente un nostro coetaneo. Contenta?»

«D'accordo. Ha l'età di Alessandro?»

Temo di più, pensò Amanda, riportando nella mente le fattezze di quell'uomo. I suoi lineamenti spigolosi, qualche ruga leggera intorno agli occhi e alla bocca sottile, i capelli scuri spruzzati di grigio. «Non esattamente», le disse, come a rallentatore.

«Mamma mia, Am! Vuoi dirmi com'è fatto, una buona volta?»

«Come vuoi che sia fatto? Ha una testa, due braccia, due gambe e—»

«Ma lo sai che sei proprio scema? Ah, se solo fossi lì!»

Amanda si concesse un sorriso divertito.

«Avanti, dammi il suo cognome», riprese l'altra. «Lo cerco su Facebook. O magari su Instagram. Così la finiamo con questa storia.»

«Non credo abbia dei social», ribatté Amanda, che non aveva la benché minima intenzione di rivelarle troppe informazioni. «E comunque, preferisco di gran lunga che tu lo veda di persona.»

Monica sbuffò. «Ho capito, ti sei presa una scuffia per un vecchio», se ne uscì, provocando in Amanda un tacito – quanto feroce – sussulto.

La scrittrice si alzò dal letto. «Io non mi sono presa nessuna scuffia!» obiettò con forza. «Sono soltanto... incuriosita. Tutto qui.»

«Guarda che è la stessa cosa.»

«No, invece.»

«Amanda, senti... forse, il fatto che tu non—»

«No, non ti permetto di continuare. Non stavolta.»

«D'accordo. Ma devo forse ricordarti come guardavi il professor Cecconi pur essendo la quasi-fidanzata di Daniele?»

«Quella è acqua passata. Mi ero solo presa una piccola cotta, tutto qui.»

«Già. Ma forse c'entra qualcosa con—»

«No. Capita a tante ragazze di—»

«Trovare affascinanti gli uomini maturi. Su questo hai ragione. Ma ci hai mai pensato? Hai mai pensato alla tua situazione?»

Amanda si ributtò sul letto, una profonda mestizia nei suoi occhi. «Tante volte. Ma adesso non voglio farlo più. Mi sono stancata, capisci? Voglio soltanto vivere. E non penso che conoscere quell'uomo sia un male di morte.»

«Cosa ti ha attratto di lui? È simile al professor Cecconi?»

«Certo che no. Per certi versi, però, l'ho rassomigliato al mio ex relatore di tesi. E non lo so, non so di preciso cosa mi abbia attratto di lui. So soltanto che ci rivedremo presto. Anche se non so come.»

«Come sarebbe?»

«Sarebbe che non ci siamo scambiati il numero.»

«Ah», fece Monica, incapace di aggiungere altro.

«È bizzarro, sono d'accordo. Come il modo in cui mi ha approcciata. Questo, però, te lo racconterò un'altra volta. Ti dispiace?»

«Mi dispiace per quello che ti ho detto prima», rispose Monica. «Non volevo farti arrabbiare, tantomeno—»

«Sta' tranquilla. È tutto a posto. E ti prometto che, quando sarò pronta, ti racconterò altri dettagli, d'accordo?»

«Ci sarò sempre, lo sai.»

«Anch'io per te.»

Non appena si salutarono, Amanda riattaccò. Onde evitare che innumerevoli pensieri prendessero nuovamente a vorticarle in testa, estrasse le cuffie da sotto il cuscino e le indossò. Aprì YouTube dal cellulare, quindi fece ripartire Friendliness. Si addormentò poco dopo, cullata dalle dolci e spumeggianti note di quel pregevole disco.

   
 
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