[[I figli di nessuno]] [[I figli di nessuno]][[I figli di nessuno]]
[Partecipante alla "Angst Time" con il prompt 18, ossia "Straziante".]
Bruno muore.
Davanti a questa tragedia, Guido e Luisa si ritrovano, per un'ultima volta.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Con
uno sforzo supremo, Luisa si alza in piedi e i suoi occhi neri, rossi
di pianto, si posano sul corpo inerte di Bruno.
La
sua mano, gentile, si posa sulla guancia destra del bambino e un
brivido sgradevole percorre il suo braccio. Suo figlio, ora, è in
paradiso, circondato dall’amore di Dio e dei suoi angeli.
Ma
tale verità non addolcisce il suo dolore di madre.
La
fede, in quel momento, le sembra inutile.
Il
ricordo delle sventure, che le hanno impedito di amare Bruno, prima
sepolto, riemerge dalla sua memoria.
Di
quale colpa si è macchiata?
Si
gira e il suo sguardo si posa sull’imponente figura di Guido,
scossa da deboli singhiozzi.
Per
lunghi, eterni istanti fissa l’uomo, silenziosa. Il suo cuore è
rimasto buono.
Pur
di permetterle un’intimità con Bruno, ha fatto un passo indietro e
ha pianto da solo le sue lacrime di uomo e di padre.
Ha
rispettato la sua maternità e le ha permesso di donare al loro
sfortunato figlio il calore materno, a lui crudelmente negato.
Ma
non è giusto lasciarlo solo.
Anche
lui è stato vittima innocente delle manipolazioni umane.
Bruno
è il loro figlio, che non hanno potuto amare, e, come genitori,
hanno il diritto di piangerlo insieme.
Gli
si avvicina e le sue braccia, d’impeto, cingono le spalle di lui in
un forte abbraccio.
A
quel tocco, l’uomo si irrigidisce, come un pezzo di marmo, e resta
immobile, le mani appoggiate al muro. L’abito monacale è sempre
stato un’armatura tra lui e Luisa.
Lei,
fedele ai suoi voti, si è allontanata da lui e dal suo passato.
E
ora perché lo sta abbracciando con tanta veemenza?
─ Vi
sentite bene? ─ domanda lei, preoccupata. Non vede il suo viso e
quella posizione le ricorda un malato febbricitante, che cerca di
nascondere la sua malattia.
Le
labbra dell’uomo si piegano in un sorriso amaro.
─ Sto
bene, non preoccupatevi. Sono solo… sorpreso. ─ mormora, la voce
velata dall’amarezza. Riderebbe di se stesso, se la situazione lo
consentisse.
Ha
cercato di rispettare la scelta di lei, anche se gli ha procurato una
pena dilaniante.
E
ora non comprende l’abbraccio di Luisa.
La
suora tace e,
per alcuni istanti, resta immobile.
La
sua voce è sincera.Lui
ha sempre visto nell’abito di lei una barriera insormontabile.Ma
non è solo la sorpresa la ragione del suo repentino irrigidimento.Il
tempo trascorso non ha cambiato i sentimenti di Guido per lei e un
abbraccio gli ricorda emozioni che lui cerca di negare.Inoltre,
lui, fedele al suo carattere controllato, cerca di mostrare
un’immagine dignitosa e composta.Ma
nessun genitore, davanti alla morte della propria creatura, deve
imprigionare il suo dolore.─Potete
girarvi? ─
chiede, gentile.Cauto,
l’uomo si gira e i suoi occhi si riflettono nelle iridi scure di
Luisa. ─Il
destino non ha voluto la nostra unione. Ma Bruno è nostro figlio e
questo non si può cambiare. Come me, anche voi avete il diritto di
piangere per la sua morte. ─
dice lei.Tace
e continua a fissare lo sguardo sul viso di Guido.─Vi
prego, non fingete una forza che non avete. Concedete a me e a voi la
possibilità di essere una famiglia. Almeno per un po’. ─
aggiunge, gentile..A
quelle parole, l’autocontrollo del nobiluomo si infrange e
abbraccia la suora, frenando a stento un grido di dolore. Ha ragione
lei.Che
senso ha fingere una dignità inesistente?In
quell’ultimo, triste abbraccio può riversare l’amore per la sua
sfortunata famiglia.