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Autore: Wenclair    14/02/2023    1 recensioni
Eccomi di nuovo con la seconda "stagione" della mia storia, di cui Mercoledì e Enid sono le due protagoniste. Nuove avventure e misteri attendono le due ragazze e i loro amici della Nevermore...buon divertimento :)
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Enid, Mercoledì
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sei sicura che vada bene?” Enid camminava nervosa avanti e indietro per la stanza, fermandosi continuamente davanti allo specchio “Guarda che capelli! Sono un disastro!”.

“Enid” sbuffò una esasperata Mercoledì mentre batteva a macchina il suo romanzo “Stai benissimo, smettila”.

La lupa mannara scosse la testa “Non lo so…magari i capelli non vanno bene, oppure sembrerò ridicola per il mio modo di vestire”.

Mercoledì alzò gli occhi al cielo “Enid…” ma l’altra continuava a parlare senza ascoltarla e a sistemarsi ossessivamente in ogni piccolo dettaglio.

“E se non gli piacessi?” continuava la ragazza “Sono così tesa…è la prima volta che..”.

La giovane Addams la chiamò più volte cercando di attirare la sua attenzione ma Enid continuava a parlare da sola davanti allo specchio. 

Mercoledì inspirò profondamente e tuonò “Sinclair!”.

La licantropa sussultò sentendosi chiamare per cognome e si voltò verso la compagna, che le si avvicinò e le prese il viso tra le  mani “Rilassati, ok? Si tratta solo di una cena e un weekend dai miei genitori”.

“Ma se poi non gli piacessi?” rispose l’altra ansiosa “So che mi hanno pagato le cure, però…”.

“Enid, guardami e respira con calma” fissò la ragazza negli occhi e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio “i miei genitori già stravedono per te, sei disgustosamente adorabile…e poi sei capace di diventare una brutale macchina omicida, non credo esista una compagna migliore per me”.

La bionda inspirò, calmandosi leggermente “Ok, hai un modo strano per calmare le persone, lo sai?” poi le sorrise.

L’altra sorrise a  sua volta “Con te funziona sempre” disse e la baciò dolcemente sulle labbra.

Il rumore inconfondibile della limousine fece drizzare le orecchie della licantropa, che corse alla finestra “Ok…ok è arrivata, calma Enid ce la puoi fare” disse mentre finiva di sistemarsi allo specchio.

La giovane Addams la guardava agitarsi davanti allo specchio, cercando di sistemare difetti inesistenti. 

Sì…disgustosamente adorabile.

Enid si voltò verso di lei e le sorrise “Sono pronta!”.

 

La limousine oltrepassò i cancelli dell’inquietante tenuta degli Addams, che si aprirono con un cigolio sinistro. Lurch fermò la vettura, scese e con inaspettata galanteria aprì la porta alla graziosa ospite che gli sorrise. A Mercoledì sembrò quasi di vederlo arrossire, sempre se ciò fosse stato realmente possibile. 

Poco prima che le due ragazze arrivassero all’enorme portone, questo si aprì di colpo, quasi con violenza “Finalmente!” Gomez e Morticia, mano nella mano li accolsero con enormi sorrisi.

Enid li salutò timidamente agitando le dita “Salve signori Addams” balbettò.

Gomez le piombò addosso in un lampo e, circondatele le spalle con le mani “È un piacere vederti fuori dall’ospedale mia cara! Immagino che avrai molte cose da raccontare!”.

La licantropa cercò di formulare una risposta ma si aggiunse anche Morticia “Sei così incantevole, Enid. Mercoledì mi dice sempre quanto sei bella ma non…”.

“Madre!” la interruppe la giovane Addams con un lieve rossore sulle guance.

Enid la guardò divertita, poi si rivolse a Morticia “È un piacere essere qui a cena da…”.

“Tu sei Enid, quindi” Pugsley era come spuntato dal nulla, facendo sussultare la ragazza.

Mercoledì fece per prenderlo da un orecchio, ma Gomez si frappose tra i due “Pugsley, così spaventi la nostra graziosa ospite” poi si rivolse verso il maggiordomo “Lurch, accompagna le signorine”.

Questi rispose con il solito rantolo e le condusse gentilmente nel salone. Enid constatò che, nonostante fosse tetra e inquietante, casa Addams era veramente di buon gusto. Mobili antichi e pregiati, poltrone di pelle nera, enormi lampadari, sembrava una casa di qualche secolo fa. Sapeva che gli Addams erano una famiglia molto facoltosa e che, nonostante l’eccentricità, Gomez era un brillante uomo d’affari. 

“Vedi Enid cara” diceva mentre faceva fare il giro della casa alla ragazza “nella vita mi sono dedicato ai più disparati interessi, un giorno magari ti porterò a vedere il mio fantastico allevamento di coccodrilli”.

Enid lo guardò stupita “Non sapevo che un…allevamento di coccodrilli fosse così redditizio. Ma scusi se glielo chiedo, chi è che li compra?”.

“Oh mia cara” rispose lui “rimarresti stupita da quante persone hanno bisogno delle cose più insolite”.

La lupa mannara si trovò stranamente subito a suo agio, nonostante quei bizzarri personaggi che erano la famiglia di Mercoledì. La cena fu inaspettatamente normale, certo i cibi erano insoliti, ma lei da licantropo gradì la buona quantità e qualità della carne.

“Com’è stato fare a botte con un Hyde?” disse Pugsley guardandola curioso.

“Beh devo dire che è andata meglio di quanto mi sarei mai aspettata” rispose Enid.

Pugsley continuò con una serie di domande, era talmente entusiasta del racconto che volle sapere ogni minimo dettaglio sullo scontro tra lei e Tyler.

“Wow, lo hai messo al tappeto con un doppio calcio!” disse con espressione ammirata guardando la giovane licantropa.

La ragazza sorrise “Diciamo che ho improvvisato”.

“Come mai non c’è Zio Fester?” domandò Mercoledì alla madre.

“È ancora in fuga dalla polizia” rispose lei “però non è escluso che a breve si faccia vedere, magari potrebbe venire a trovarti a scuola”.

“Mio fratello è come un terremoto” si intromise Gomez accendendosi un sigaro “nessuno sa se e quando arriverà ed è sempre pronto a portare caos”.

“Mi spiace solo che sia dovuto andare via” disse Enid “avrei voluto tanto ringraziarlo per avermi salvato la vita”.

“L’ho ringraziato io al posto tuo, tranquilla” disse Mercoledì mettendole la mano sulla sua.

“Bene signori!” Gomez batté le mani “Ora si mangia il dessert e poi si va in sala!”.

 

“Certo che hai proprio una bella famiglia” Enid guardava Gomez e Pugsley mentre giocavano a simulare disastri ferroviari con i modelli dei trenini.

Mercoledì alzò un sopracciglio “Diciamo che esiste di peggio”.

La licantropa si girò verso di lei “Intendo…siete così uniti, magari sarete strambi agli occhi di molte persone, eppure a modo vostro vi volete bene”.

Mercoledì li guardò appoggiandosi al tavolo dove erano entrambe sedute “Sai, non ci avevo mai riflettuto prima, penso di aver stretto diversi legami ultimamente. Non pensavo sarebbe mai stato possibile".

“Avanti fallo” disse Enid raddrizzandosi sulla sedia con un sorriso di orgoglio.

La giovane Addams la guardò inizialmente senza capire “Cosa?”.

“Puoi ringraziarmi” replicò l’altra “sono stata io a farti fare amicizia con tutti gli altri, ti ho resa più simpatica, oltre che salvarti svariate volte la vita. Diciamo che ho tirato fuori la Enid che era nascosta in te”.

Mercoledì sbuffò irritata “Sai che qui in casa abbiamo armi d’argento? Dovrebbe esserci una spada proprio…”.

“Tesoro, preferirei che evitassi si assassinare la tua ragazza, per ora” Morticia si unì sedendosi con loro.

Enid rise, iniziava ad abituarsi al loro macabro umorismo “Non si preoccupi, signora Addams, non mi ucciderà…per ora” disse ridendo insieme alla donna.

“Lurch, la camera delle ragazze è pronta?” domandò Morticia.

Il maggiordomo rispose in modo affermativo “Bene, vi auguro una stupenda e terrificante notte, mie care” disse la donna congedandosi.

 

La camera da letto di Mercoledì, dove avrebbero entrambe dormito quella notte, ricordava abbastanza quella della Nevermore come dimensioni, tranne per l’arredamento. Mobili d’epoca vittoriana, tetri e scuri e un letto in ferro battuto, al centro della stanza. 

“Non è esattamente il tuo stile” disse Mercoledì facendole da guida “ma il letto è abbastanza comodo”.

Enid si guardò intorno “Beh, è abbastanza tetra, lo ammetto” si avvicinò a lei e le mise le braccia intorno al collo “però sono contenta di essere qui con te”.

“Cerchi di farmi morire di diabete?” ribatté l’altra con un ghigno sarcastico.

“Mmm…in effetti sarebbe un buon piano” rispose ironicamente la lupa mannara, prima di baciarla.

L’udito raffinato di Enid captò un movimento di polpastrelli nelle vicinanze “Mano! Dove ti eri cacciato?”.

Mercoledì guardò Mano, che era appena entrato dalla porta “Appendice impicciona! Si bussa prima di entrare”.

Mano si scusò ma si giustificò dicendo che era stato praticamente costretto da Gomez e Morticia ad allontanarsi dalla sala dove i due stavano discutendo. 

Le due ragazze si guardarono interdette “Ma i tuoi non litigano mai” disse Enid.

“Già” Mercoledì si fece pensierosa “c’è qualcosa che non mi convince, di cosa stavano parlando?”.

Mano spiegò che stavano discutendo di alcune questioni recenti “Ah capisco, sempre la solita storia”.

Enid la guardò perplessa “Di cosa state parlando?”.

“Ecco, da anni ormai, padre riceve continuamente lettere minatorie” spiegò Mercoledì “in tanti hanno cercato di truffarlo e rubargli soldi ma lui, vuoi per qualche intuizione o per pura fortuna, è sempre riuscito a farla franca e smascherare i truffatori. Ciò ovviamente gli ha fatto guadagnare molti nemici”.

“Ma non ha paura di eventuali ritorsioni o vendette?” domandò Enid preoccupata.

Mercoledì alzò le spalle “Padre non si è mai preoccupato di nulla. Ogni volta se l’è sempre cavata senza un graffio”.

“Ma tu non sei di questo avviso, vero?” le domandò la lupa mannara, centrando il punto.

La giovane Addams la guardò con un mezzo sorriso di soddisfazione “Stai cominciando a conoscermi fin troppo bene” poi aggiunse seria “diciamo che il resto della mia famiglia non brilla certo in acume, per fortuna ci sono io. Non hai idea di quante volte li ho tirati tutti fuori dai guai”.

“Beh l’anno scorso hai salvato tuo padre dalla galera, penso di averne una vaga idea” replicò l’altra.

Mercoledì unì le dita delle mani, ponendole davanti al suo viso con fare riflessivo “Il punto è che non ho idea di chi gli mandi queste lettere, ovviamente anonime. Tutti i potenziali colpevoli sono in prigione o morti” allo sguardo preoccupato di Enid, aggiunse “no, non li ha uccisi lui. Ce n’è stato qualcuno che è stato freddato dalla polizia, uno si è addirittura tolto la vita in carcere”.

“Non credo sia una cosa da sottovalutare” disse seria Enid “ma tu ovviamente già avrai indagato, vero?”.

“Esattamente” rispose l’altra “ma finora non sono riuscita ad individuare dei sospettati papabili, devo indagare più a fondo…”.

“Ehi ehi” la licantropa si fece più vicina prendendole le spalle, cosa che solo a lei era concesso fare “troveremo il responsabile, ok? Ti aiuterò io”.

“Immagino che non ti convincerò mai a farti gli affari tuoi” disse l’altra sarcasticamente.

Enid le lasciò le spalle e, con il suo solito raggiante sorriso, rispose “Esattamente”.

 

Le due si svegliarono presto e in ottima forma. Mercoledì ammise a sé stessa che, da quando dormiva insieme a lei, si sentiva più sicura e riposava molto meglio. Si prepararono e con tutta calma scesero nel salone per la colazione. Enid gradì con entusiasmo la quantità industriale di pancetta croccante e pancakes, i licantropi infatti avevano un appetito maggiore rispetto agli umani normali, soprattutto appena svegli. Non a caso esiste il modo di dire fame da lupi.

“Ancora pancake al lampone, cara?” le domandò Morticia porgendole il vassoio.

“La ringrazio, signora Addams, sono veramente sazia” disse la ragazza soddisfatta.

D’improvviso un colpo sul tavolo fece sussultare la giovane lupa mannara che si voltò in direzione del rumore. Gomez aveva appoggiato una vera e propria pila di lettere sul tavolo e, dopo essersi seduto, aveva preso un tagliacarte e aveva cominciato ad aprirle una alla volta.

“Dunque, cos’abbiamo qui?” disse con tono allegro”Speriamo che ti venga un tumore…meraviglioso! Muori bastardo maledetto…banale ma sempre efficace. Che Dio ti fulmini Addams…che carino!”.

Enid guardò la sua compagna che annuì “Sì almeno una ventina di lettere di minaccia al mese” disse alzando gli occhi al cielo.

Gomez andò avanti per qualche altro minuto finchè Mercoledì notò una lettera diversa dalle altre “Una lettera nera! Oh questa credo sia roba forte!” disse l’uomo entusiasta mentre la apriva.

Quando tirò fuori il biglietto, anch’esso nero, rimase tuttavia perplesso “Questa minaccia è strana…in realtà non sembra nemmeno una minaccia…chissà cosa vuol dire”.

Mercoledì si alzò e gli strappò il biglietto di mano. Tuttavia una strana espressione si dipinse sul suo volto, una faccia che forse solo Enid riuscì ad interpretare.

Mercoledì…non sarai mica…spaventata?

 

Dopo la colazione la giovane Addams non aveva detto più una singola parola anzi, per la precisione dopo aver letto quel biglietto. Enid la guardava mentre la ragazza preparava la sua borsa pronta per il ritorno alla Nevermore.

Le si avvicinò cautamente alle spalle, come un cacciatore che cerca di cogliere di sorpresa un cervo “Mercoledì” disse piano.

La ragazza sembrava ignorarla, allora ripeté il suo nome a voce leggermente più alta, poggiandole una mano sulla spalla.

Cosa…ma sta tremando?

Sentendo la mano sulla spalla Mercoledì si bloccò come un automa “Che cosa c’era scritto su quella lettera?” le domandò la bionda.

Ormai si sentiva con le spalle al muro “Enid” disse inspirando profondamente “devo parlarti di una cosa” disse mostrandole il biglietto.

Ti è piaciuto giocare con i demoni?

Enid la guardò perplessa “Cosa vuol dire? Demoni? Parla del Wendigo?”.

Mercoledì la guardò negli occhi, quegli occhi così intensi e profondi, l’unica cosa al mondo capace di farla vacillare, e finalmente le raccontò tutto del misterioso Stalker. Le disse che quella scritta sulla lettera era la stessa frase che le aveva mandato per messaggio, poco dopo la battaglia contro il Wendigo.

Si aspettava una reazione emotiva da parte della lupa, magari un misto tra rabbia per non averne parlato prima e preoccupazione. Invece Enid si limitò a chiudere gli occhi e inspirare molto profondamente più volte.

La Addams fece per parlarle ma l’altra la interruppe “Quindi c’è uno stalker psicopatico che ti sta perseguitando, uno stalker che a quanto pare ha persone che lavorano per lui…”.

L’altra annuì “Avrei dovuto parlartene prima”.

“Sì, avresti dovuto” replicò lei “però capisco perchè tu non l’abbia fatto. Ora non possiamo perdere tempo con i se e con i ma, dobbiamo assolutamente scoprire chi è questo maniaco”.

Mercoledì la guardò e senza rendersene conto si ritrovò ad accennare un sorriso. Enid era diventata più seria e matura, senza perdere comunque la sua esuberanza e la dolcezza.

“Beh, ti aspettavi forse che avrei lasciato tutto il divertimento a te?” disse la lupa con il suo solito sorriso brillante.




 
   
 
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