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Autore: gt26    20/02/2023    0 recensioni
Claude Frollo mette Esmeralda in una situazione compromettente. L'arcidiacono di Notre Dame ordinerà ai due una soluzione per risolvere il problema: sposarsi. Come si adatterà Esmeralda alla sua nuova vita?
Note: questa storia è una traduzione in italiano di una fanfiction presente su AO3, "For Her Honor". Tutti i diritti appartengono all'autrice originale.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Claude Frollo, La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: Traduzione | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Esmeralda avrebbe dovuto sapere che si sarebbe messa nei guai danzando davanti al giudice Claude Frollo. Avrebbe dovuto saperlo! Ma con quello sguardo che aveva sul volto, le stava praticamente chiedendo di avvicinarsi, sedersi sulle sue ginocchia e stuzzicarlo con un bacio. Era così divertente farlo arrabbiare.
Credeva di sapere in cosa si sarebbe cacciata. Era pronta a scappare quando Frollo ordinò alle sue guardie di arrestarla. Pensò di averli seminati quando si infilò nella cattedrale attraverso una porta laterale.
Ma no, il capitano delle guardie l'aveva vista e l'aveva seguita. Sapeva come difendersi, ma scoprì che non ne aveva bisogno. Phoebus era gentile e amabile con lei. La trattava come una signora, invece che una "zingara".
Frollo entrò in quel momento. “Ottimo lavoro, Capitano. Adesso arrestatela.”
Esmeralda non riusciva a crederci. Pensava che Phoebus fosse qualcuno di cui potersi fidare. "Mi hai ingannato!"
Poi, con sua grande sorpresa, Phoebus reclamò asilo per lei. L’arcidiacono della cattedrale ordinò a Frollo di andarsene e scortò Phoebus fuori. Esmeralda pensò, sbagliando, che i suoi guai fossero finiti.
D’improvviso, le sue braccia vennero tirate all’indietro. Sentì la voce di Frollo all’orecchio, troppo vicina per i suoi gusti. Diceva di essere un uomo paziente, ma Esmeralda ebbe la sensazione che fosse tutt’altro mentre le annusava i capelli. Ricordò di avere un pugnale con sé, legato alla vita, ma non riusciva ad afferrarlo; la presa di Frollo su di lei era troppo forte.
“Riconosci questa, zingara?” Le fece penzolare davanti un pezzo di stoffa familiare. Ovviamente Esmeralda riconobbe la sciarpa rosa con il sole e la stella. "Servirà a qualcos’altro per me." Cominciò a legarle le mani dietro la schiena. "Se anche solo piagnucoli, questa sciarpa non sarà l'unico tuo oggetto usato contro di te." Estrasse il suo pugnale dal suo posto e glielo premette contro il collo. Lei rifiutò di mostrare paura nella sua espressione, anche quando lui applicò più pressione e sentì un rivolo di sangue caldo e umido scivolarle sulla pelle.
Frollo le slacciò la camicetta e le sollevò la gonna finché non si fu ammucchiata intorno ai fianchi. La baciò dappertutto, lasciando scie di saliva. Ansimante, si slacciò le vesti. Esmeralda chiuse gli occhi. Poteva ancora sentire il freddo metallo del suo stesso pugnale sulla carne. Poi Frollo entrò dentro di lei. Rimase senza fiato, ma resistette all'impulso di lottare; finché Frollo aveva il suo pugnale, era impotente. Adesso non provava più paura, solo odio, puro e ribollente.
Dopo che Frollo si fu saziato, lasciò cadere il suo pugnale sul pavimento con un rumore metallico. La lasciò sdraiata lì, con le mani ancora legate. La sua minaccia le risuonava nelle orecchie. "Metti un piede fuori e SEI MIA!" Come se non l'avesse già reclamata. Come se non l'avesse già presa, contaminata e lasciato un segno su di lei. Le enormi doppie porte si chiusero sbattendo, e solo allora Esmeralda lasciò che le lacrime le rigassero il viso.
 
   
 
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