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Autore: Europa91    21/02/2023    0 recensioni
[Dabi x Hawks]
[Fantasy AU]
“Una volta tuo nonno mi disse che la storia non rammenta il sangue, rammenta i nomi. Quando si narra di una vicenda a nessuno importa mai della trama, perché tutti sono interessati ad una cosa sola, la sua conclusione. Chi ha vinto, chi perso, solo questo conta alla fine di un racconto”
“Ma per capire come si è arrivati a questo finale non bisogna forse conoscere anche il resto?” L’uomo un tempo conosciuto come Hawks sorrise. Non poteva certo aspettarsi nulla di diverso dal sangue del suo sangue.
“Precisamente”
“Cosa stai cercando di dirmi papà?” Nonostante stesse ancora sorridendo, il sovrano poteva scorgere un leggero velo di preoccupazione attraversare quello sguardo. In quel frangente sua figlia era troppo simile a lui.
“Semplicemente, voglio raccontarti la nostra storia”

Al termine di una guerra che ha cambiato le sorti del mondo, Hawks ripensa al passato, a ciò che ha dovuto sacrificare per ottenere quella pace.
[questa storia partecipa al Cow-t 13 di Lande di Fandom]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Dabi, Hawks
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
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Cow-t 13 – Prima settimana – M1

Prompt: “un rifugio alla fine del mondo”

Numero Parole: 6022

Note: Molto in breve ci troviamo nell’ennesimo Fantasy AU. Hawks è l’erede al trono del Regno della Terra mentre Dabi di quello della Luna (a grandi linee immaginate una cosa tipo Sailor Moon XD). Mi rendo conto che molte cose potevano essere spiegate meglio ma è una storiella scritta per il cowt quindi prendetela per quello che è. Sono abbastanza contenta del risultato finale, spero che possa piacere e intrattenere. Buona lettura!!


 

“These violent delights have violent ends

And in their triumph die, like fire and powder,

Which as they kiss consume”

Romeo and Juliet,  II act - scene VI

William Shakespeare

 




 

Erano trascorsi troppi anni dall’ultima volta in cui la capitale aveva indossato i propri colori di festa. In quella tiepida giornata primaverile, ovunque si posasse lo sguardo, il rosso e l’oro della casa reale finivano con il catturare l’attenzione. Il sovrano di quel regno, del leggendario Golden Empire, se ne stava appoggiato su di una balaustra dell’ampio terrazzo della propria abitazione. Era intento ad osservare la folla mentre si dirigeva ordinata nella piazza principale, luogo in cui, da lì a qualche ora, si sarebbe svolta la cerimonia nuziale. Quello sarebbe stato un nuovo inizio. Una nuova era di pace, per tutti loro.

  Fu in quel momento che la porta alle sue spalle si aprì, rivelando la figura che per quel giorno gli avrebbe completamente rubato la scena. Sua figlia era la creatura più bella sulla quale avesse mai posato il proprio sguardo. Lo aveva sempre pensato, sin dalla prima volta in cui l'aveva stretta tra le braccia. In quel giorno di tanti anni prima, quando intorno a loro c’erano solo morte, devastazione, cenere e sangue. Quella creatura era sempre stata la sola luce della sua vita, da quando aveva esalato il primo respiro e l’aveva tenuta stretta contro il proprio petto. Ora quella bambina si era trasformata in una splendida donna. Il sovrano incrociò per una frazione di secondo quello sguardo, due occhi troppo azzurri perché potessero essere suoi, prima che la principessa raggiungesse il suo fianco in poche rapide falcate. Quella ragazza gli somigliava più di quanto gli piacesse ammettere e non solo per la folta chioma dorata. Aveva ereditato l’animo ribelle di entrambi i genitori e non poteva che andarne fiero.

In tutta onestà, Keigo non credeva nemmeno che avrebbe mai vissuto tanto a lungo da assistere a quel giorno, quello del suo matrimonio. La principessa al suo fianco gli sorrise radiosa, così la imitò. Era bellissima e la felicità che provava in quel momento inebriante. Un tempo anche lui aveva accarezzato un sentimento simile, l’unica cosa che avrebbe mai potuto augurarle sarebbe stata di vivere questa gioia il più a lungo possibile. 

Il sovrano prese un lungo respiro dopo essersi versato una coppa di vino. Stava cercando di trovare le parole giuste per iniziare quel discorso che da tempo ripeteva nella propria mente e che ormai sentiva di non poter più rimandare;

“Una volta tuo nonno mi disse che la storia non rammenta il sangue, rammenta i nomi. Quando si narra di una vicenda a nessuno importa mai della trama, perché tutti sono interessati ad una cosa sola, la sua conclusione. Chi ha vinto, chi perso, solo questo conta alla fine di un racconto”

“Ma per capire come si è arrivati a questo finale non bisogna forse conoscere anche il resto?” L’uomo un tempo conosciuto come Hawks sorrise. Non poteva certo aspettarsi nulla di diverso dal sangue del suo sangue;

“Precisamente”

“Cosa stai cercando di dirmi, papà?” Nonostante stesse ancora sorridendo, il sovrano poteva scorgere un leggero velo di preoccupazione attraversare quello sguardo. In quel frangente sua figlia era troppo simile a lui.
 
“Semplicemente, voglio raccontarti la nostra storia” 


 

***



 

- Circa vent’anni prima -




 

“Si può sapere che diavolo stai scrivendo ora?”

Fuori dalla porta di quella stanza, situata nella torre più alta del castello, si stava letteralmente scatenando l’inferno. Era solo questione di tempo prima che tutta quella distruzione li raggiungesse. I due giovani erano in trappola e lo sapevano fin troppo bene. Il ragazzo che un tempo era stato l’erede al trono del Regno della Terra, alzò lo sguardo dal libro che teneva tra le mani e dal quale non sembrava volersi separare, come fosse il suo unico appiglio in quella tempesta fatta di fiamme, cenere e sangue. Nonostante la presenza di un letto era seduto sul pavimento, a gambe incrociate, completamente assorto nei propri pensieri. 

“La nostra storia” ammise serafico, come se fosse la cosa più naturale al mondo, sorridendo al proprio compagno situato al lato opposto della stanza. Touya, questo il suo nome, aveva appena terminato di studiare la situazione fuori dalla finestra. Non aveva visto granchè, troppo fumo oscurava la sua visuale, l’ennesimo segnale di come avessero perso anche quella battaglia. Ormai era chiaro che fossero soli, nessuno sarebbe giunto in loro soccorso. 

“Perché stai facendo una cosa tanto inutile?” il giovane dai capelli dorati aveva incurvato di poco le labbra, in quel suo modo unico e irripetibile, anche un po’ canzonatorio. Touya pensò che anche arrivati a quel punto, letteralmente ad un passo dalla fine, quel sorriso fosse la cosa più bella che avesse mai visto. Non glielo avrebbe mai confessato. Ovviamente. Come non gli avrebbe rivelato molte altre cose, forse troppe. Era meglio così, se Keigo avesse saputo tutta la verità sarebbe stato ancora più difficile dirgli addio.

“Non mi hai lasciato finire” sbuffò irritato, come se stesse rimproverando un bambino capriccioso. Touya alzò entrambe le braccia a mo’ di resa, invitandolo però a continuare,

“Sto scrivendo la nostra storia, ma voglio cambiarne il finale” 

Il ragazzo che possedeva capelli bianchi come la luna che un giorno avrebbe dovuto governare, lo fissò divertito. A volte dimenticava cosa l'avesse spinto tra le braccia del Principe della Terra. Keigo era più luminoso del sole che illuminava il suo pianeta, più abbagliante di qualsiasi altra stella conosciuta. Touya lo amava. C’era stato un tempo in cui aveva faticato ad accettare una verità così semplice. Todoroki Touya, Primo Principe ed erede al trono del Regno della Luna, aveva fatto ogni cosa per lui. Scatenato una guerra e distrutto il suo intero regno solo per Keigo. Per salvarlo aveva finito con il condannare entrambi. 

“Allora sentiamo, che finale vorresti?” sbuffò annoiato, andando a sedersi accanto al compagno. 

L’erede della Terra non smise per un secondo di sorridere. Aveva paura, forse perché inconsciamente aveva sempre saputo quale sarebbe stato l’epilogo della loro storia, eppure la parola arrendersi non aveva mai fatto parte del proprio vocabolario. Fingere che andasse tutto bene era ciò che gli riusciva meglio. Aveva indossato una maschera per gran parte della propria vita, solo grazie a Touya era riuscito ad abbassare la guardia, mostrandosi per ciò che era. Il Principe della Luna accanto a lui aveva imparato a fare lo stesso. 

Erano sotto molti aspetti l’uno l’opposto dell’altro ma in qualche modo si erano trovati, amati e avevano finito con il condurre un intero regno alla rovina. 

Keigo aveva sempre avuto un discreto talento nel fingere. Gli bastavano poche, semplici parole sussurrate con i giusti toni per far cadere chiunque ai propri piedi. Era nato per regnare ed era stato allevato per adempiere a quello scopo. Lezioni di portamento, dizione, musica, lingue straniere, ogni cosa per diventare un sovrano degno dei propri predecessori. 

In quella situazione però non sarebbe servito, non c’era nulla che potesse fare per cambiare quel finale, solo scrivere delle storie che probabilmente nessuno avrebbe mai letto.

Venne riportato alla realtà dalla testa di Touya, appoggiata contro la sua spalla. Stavano entrambi seduti su quel pavimento ricoperto di polvere e cenere. Non sembravano affatto due principi, in quel momento erano decisamente più simili a dei semplici contadini. Il ragazzo che un tempo era stato l’erede del Regno della Luna era così caldo, così vivo. Keigo poteva sentire i battiti regolari del suo cuore e il suo respiro solleticargli la pelle. La mano di Touya era appoggiata distrattamente sopra il proprio ventre, come volesse proteggere quel futuro che sembrava di minuto in minuto sempre più impossibile.

Il principe della Terra desiderava un finale diverso per quella storia e avrebbe combattuto con le unghie e con i denti per ottenerlo. Semplicemente, il nemico era stato più scaltro e forte di loro. 

Shigaraki Tomura si era rivelato essere un abile stratega, aveva utilizzato il loro amore come pretesto per scatenare una guerra e portare uno dei Regni più potenti del Sistema Solare sull’orlo della rovina. Con il tempo, erano arrivati a comprendere come anche Tomura fosse una pedina in quella scacchiera, un burattino nelle mani di una mente ancora più contorta, eppure grazie al ruolo che aveva svolto, il Regno della Luna era prossimo alla distruzione.

Keigo si era incolpato per lungo tempo di non averlo notato prima, mentre Touya di non averlo ucciso quando ne aveva avuto la possibilità. 

Ora, per causa sua, sarebbero morti, insieme a quel futuro al quale non sarebbe mai stato pronto a rinunciare.

“Nella mia storia il principe della Luna sopravvive” aggiunse con un sussurro appena udibile. Touya, come previsto, si lamentò. Aveva chiuso gli occhi ma non stava dormendo. Non sarebbe mai riuscito a riposare in una situazione simile.

“Che senso ha farne sopravvivere solo uno? Perché non potrebbero vivere entrambi?”

“Il finale che tu desideri è impossibile”

“Il principe della Luna non è nulla senza la sua metà, potrebbe anche sopravvivere alla giornata di oggi, ma andrebbe incontro alla morte domani.” fece una piccola pausa, solo per alzare di poco il capo e poterlo guardare negli occhi. La sua mano non si era mossa, era ancora ferma sul proprio grembo e su quel rigonfiamento che da qualche mese era diventato impossibile nascondere.

“Non puoi chiedermi di vivere senza di te Keigo” abbassò il capo “Sai che non lo farò. Noi non lo faremo”

“Una volta distrutto il tuo regno, Tomura dirigerà la sua attenzione verso la Terra. Se mi consegno a lui ora, forse potremmo evitare l’ennesima catastrofe”

“Non giocare a fare l’eroe” 

“Touya, non mi stai ascoltando. Un tempo tu e Tenko Shimura...”

“Sta zitto” si stava arrabbiando. Sapeva che quella poteva essere una soluzione, ma non avrebbe mai permesso al proprio compagno di andare incontro alla morte in un modo tanto stupido.

“Consegnami a lui. Giurargli fedeltà e almeno voi potrete salvarvi”

“È troppo tardi per la diplomazia, Keigo” sussurrò contro il suo collo. Il biondo venne percorso da un brivido mentre entrambe le sue mani si alzavano di riflesso per stringerlo. 

“Se non vuoi farlo per me, almeno fallo per lui” mormorò, scostandosi un poco da quell’abbraccio e posando una mano sopra quella del principe dai capelli bianchi. 

“Lei” lo corresse e Hawks assunse un’espressione confusa. Touya tornò a sorridere compiaciuto. Era riuscito a sorprenderlo.

“Una principessa, dunque?” domandò il biondo, cercando di specchiarsi in quelle iridi che gli avevano sempre ricordato il cielo.

“Volevo che fosse una sorpresa, ma visto che probabilmente non vivremo abbastanza a lungo da vedere l’alba di domani …” quel tono arrendevole era una novità, ma Hawks più di chiunque altro sapeva quanto Touya fosse provato dalla guerra oltre che dagli ultimi mesi di gravidanza.
 

***

 

Quando quel conflitto era iniziato non sapevano ancora del bambino. Non lo avevano programmato, era successo e basta. Il Principe della Luna era a conoscenza del potere racchiuso nel proprio sangue, lo aveva sempre saputo. Non erano solo le fiamme che caratterizzavano la sua stirpe. Secondo la leggenda, tramandata di generazione in generazione, la famiglia di sua madre, gli Himura, discendevano direttamente dalla dea della Luna, mentre quella di suo padre, i Todoroki, dal Dio del Fuoco. Si era trattato dell’ennesimo matrimonio politico. Lui e i suoi fratelli non erano nati dall’amore ma erano il prodotto di accordi e alleanze volti a rafforzare la linea di sangue della famiglia reale.

Touya aveva sempre saputo della propria capacità. Sua madre si era premurata di istruirlo al riguardo quando aveva solo tredici anni e i suoi capelli avevano iniziato a tingersi del colore della luna. Ricordava di averla ascoltata con disinteresse e un leggero imbarazzo. A quel tempo, il principe non pensava certo a crearsi una famiglia o generare eredi. Lo vedeva come un futuro lontanissimo e in qualche modo irrealizzabile. 

Hawks sarebbe entrato nella sua vita una stagione dopo, riscrivendo qualsiasi certezza. 

Non c’era stato tempo per pensare ad un futuro insieme. Quando Touya aveva capito di provare qualcosa per il principe della Terra, la guerra li aveva raggiunti. Entrambi i principi avevano dovuto crescere in fretta, per poter prendere in mano le sorti dei rispettivi regni.

Nel disperato tentativo di compiacere suo padre, l’erede al trono della Luna, alla testa di un piccolo esercito, aveva sferrato un attacco a sorpresa. Quello sarebbe passato alla storia come l’incidente di Sekoto. Nessuno oltre a lui era sopravvissuto. Le fiamme scatenate dal principe avevano completamente circondato la zona, rendendola una terra desolata e impenetrabile. Fu quella la prima volta in cui Touya comprese la pericolosità del proprio potere. Quando l’esercito di suo padre arrivò sul posto non trovò nulla, solo una vasta distesa di cenere.

Il giovane Principe della Luna era caduto eroicamente in battaglia. Per un pò, questa fu la versione ufficiale della storia. Quando Touya riaprì gli occhi, una settimana esatta dopo lo scontro, non fu troppo sorpreso di trovare Hawks al proprio capezzale.

“Cosa speravi di ottenere?” fu tutto ciò che gli chiese, mentre medicava le numerose ustioni che gli ricoprivano il corpo. La voce del principe della Terra in quel momento risultava stranamente calma, anche se non era riuscito a celare una punta di rimprovero.

“Volevo solo che mio padre mi guardasse, dimostrargli di non essere un completo fallimento” nell’udire quelle parole Hawks alzò gli occhi al cielo. Gli era servita meno di una stagione trascorsa alla corte della Luna per comprendere come il rapporto tra Re Endeavor e il proprio primogenito fosse complicato. Keigo era cresciuto idolatrando quell'uomo e le sue imprese. Todoroki Enji era da sempre un modello al quale ispirarsi, un sovrano coraggioso, forte e giusto. Touya aveva un’opinione diversa al riguardo e non mancava di ricordarglielo. Nemmeno la guerra era servita a sanare quelle ferite che dilaniavano l’animo del giovane principe, anzi, aveva solo finito con il peggiorare i rapporti già tesi tra padre e figlio.

“Cosa pensavi di ottenere con una bravata simile? Hai rischiato di morire consumato dalle tue stesse fiamme” il Principe della Luna abbassò lo sguardo. Non avrebbe mai dato a Keigo la soddisfazione di aver ragione, tuttavia la preoccupazione che leggeva nei suoi occhi era reale, tangibile. Ancora una volta, l’erede al trono del Regno della Terra pareva il solo ad avere a cuore la sua sorte. L’unico che potesse in qualche modo arrivare a comprenderlo. 

“Come mi hai trovato?” domandò, cercando di cambiare argomento. Si trovavano in un castello ma Touya non sarebbe riuscito a dire di quale regno. Potevano anche essere prigionieri del nemico, per quanto gli era dato di sapere. Hawks sorrise prima di indicare un piccolo falco nero appollaiato su un trespolo accanto alla finestra.

“Ti presento Tokoyami. Ti ha seguito per tutto il tempo, mi ha avvisato del pericolo e della situazione nella quale ti eri cacciato. Dovresti ringraziarlo, se non fosse stato per lui a quest’ora non saresti altro che un mucchio di cenere” il Principe della Luna fissò l’animale per una manciata di secondi. Non gli erano mai piaciuti i volatili, ed era certo che quel Tokoyami lo stesse in qualche modo giudicando, lo intuiva dal riflesso di quelle iridi scure che non avevano lasciato per un secondo la sua figura. 

“Mi tenevi sotto controllo?” chiese con fare volutamente teatrale e fintamente offeso.

“Temevo potessi commettere una qualche pazzia” Touya sbuffò cercando di mettersi seduto. Ogni movimento però era accompagnato da una fitta di dolore. Strinse i denti. 

“Qual è la situazione?” domandò con una certa urgenza. Keigo era preparato ad una simile domanda, per quanto odiasse ammetterlo anche a se stesso, il Principe della Luna era nato per comandare, l’aveva nel sangue, esattamente come quelle fiamme che lo avevano portato ad un passo dalla morte e che avrebbero lasciato dei segni indelebili sul suo corpo.

“Per il mondo, Todoroki Touya è morto insieme al proprio esercito” 

“Potremmo sfruttare questa cosa a nostro vantaggio…”

Durante i mesi successivi, Touya, con la complicità del Principe della Terra, aveva assunto l’identità fittizia di Dabi. Avevano tentato di ribaltare le sorti del conflitto con piccoli attacchi mirati, guerriglia, ma non era servito a nulla. Shigaraki Tomura sembrava essere sempre un passo avanti a loro. Nemmeno l’Alleanza dei Regni Liberi, guidata dal leggendario All Might, era stata in grado di contrastare quel folle e il Signore Oscuro che lo manovrava.

In tutta quella disperazione Touya aveva trovato in Keigo il proprio appiglio. Circondati solo da morte e distruzione erano stati in grado di creare una nuova vita. La loro speranza per il futuro.

 

***

 

“Dovresti cercare di riposare” Keigo glielo aveva sussurrato all’orecchio, Touya aveva pigramente alzato il capo ma solo per poterlo incenerire con lo sguardo. Erano ancora l’uno accanto all’altro, seduti su quel pavimento polveroso. L’aria intorno a loro si era fatta sempre più densa e l’ambiente saturo di fumo.

“Se mi dovessi stendere su quel letto, sicuramente non sarei più in grado di alzarmi” ammise, accarezzandosi distrattamente il ventre accennando ad un timido sorriso. Non avrebbe mai pensato di provare un sentimento simile, scoprire che una vita stava crescendo dentro di lui aveva cambiato molte cose. Lui stesso era cambiato. Non era stato facile d’accettare, soprattutto all’inizio, più volte Touya aveva pensato di mettere fine a quella gravidanza. Erano state la tenacia e la vicinanza di Keigo a salvarlo da se stesso e impedire all’oscurità che avvolgeva il suo cuore di avere la meglio.

“Come sta?” domandò il compagno apprensivo.

“Direi bene. Non ha smesso per un secondo di scalciare, anche se volessi riposare sarebbe impossibile. Mi domando da chi abbia mai preso” il Principe della Terra gli rivolse uno sguardo innamorato. Non erano soliti lasciarsi andare a simili smancerie, si conoscevano da anni, secoli a voler essere precisi, ma per la prima volta si trovavano ad essere a corto di tempo.

Essendo entrambi di stirpe reale, erano più longevi dei comuni esseri umani, tuttavia non erano esenti dalla morte. Erano fatti di carne e sangue, esattamente come i popoli che le loro casate erano state chiamate a proteggere e governare. 

“A che punto della storia sei arrivato?” domandò Touya, cercando di allungare il collo per leggere le ultime righe scritte dal compagno. Il biondo sorrise prima di iniziare a tossire. 

Fuori dalla finestra le urla erano cessate. Sapevano entrambi di avere i minuti contati, tanto valeva cullarsi ancora per un pò in quella fantasia.

“Più o meno a quando abbiamo scoperto di lei” 

“Non dimenticarti di quando lo abbiamo detto a mio padre” Keigo sorrise.

“Quella volta ho rischiato davvero di morire”

“Esagerato, Endeavor ti adora. Scommetto che non vedeva l’ora di accoglierti in famiglia”

“Non lo scopriremo mai” Touya sbuffò 

“Leggimi qualcosa, se mi addormento sarà più facile, anche per lei” il principe della Terra annuì.
 

*** 

 

“Sono incinto ma non intendo tenerlo” Touya glielo aveva comunicato così, sul campo di battaglia, mentre entrambi erano completamente ricoperti di cenere e sangue. Hawks ricordava di aver abbassato la propria spada e averlo fissato spaesato per una manciata di secondi. Aveva osservato ogni dettaglio sul volto del principe della Luna cercando di scorgervi dell’altro, forse qualche segno che facesse pensare ad uno scherzo. Touya però era serio, mentre pronunciava quelle poche parole che avrebbero, in un modo o nell’altro, cambiato le sorti di entrambi.

Da quel giorno, Keigo non lo aveva più lasciato, si era trasformato nella sua ombra. L’erede al trono del Regno della Terra sapeva quanto quella notizia avesse spaventato l’altro principe, di come quella scoperta l'avesse ferito nel proprio orgoglio di uomo, cavaliere. Touya si era trincerato dietro ad un muro fatto di silenzio, ma lui aveva saputo aspettarlo. 

Era stata in una tiepida mattina di primavera che l’ormai ex Principe della Luna aveva maturato una decisione.

“Torniamo a casa” gli aveva sussurrato guardandolo negli occhi e tendendogli la mano. Keigo l’aveva afferrata.

Così avevano fatto. Il criminale Dabi era scomparso e il Principe Touya era tornato alla propria corte con un compagno e un annuncio che nessuno, il Re per primo, si sarebbe mai aspettato di udire.

 

***

 

“Sta iniziando a fare caldo, non trovi?” Keigo non sapeva come replicare, la camicia nera che indossava era ormai diventata una seconda pelle. Aveva la gola secca, anche tenere gli occhi aperti stava diventando un’impresa. Touya si strinse di più a lui.

“Non hai nulla da rimproverarti”

“Ho fallito. Non vi ho protetto” ogni parola gli costava un enorme sforzo, ma cercò di fare il possibile per non darlo a vedere;

“Non ti ho mai chiesto di farlo” era incredibile, anche in quella situazione il Principe della Luna rimaneva un concentrato di testardaggine.

“Lo so” 

“Ora dove siamo?” Keigo rimase qualche secondo in silenzio, confuso da quella domanda. Stava leggendo a Touya la loro storia, improvvisamente il libro sulle sue gambe si era fatto più pesante o forse era lui che stava perdendo le forze.

“Al punto in cui abbiamo incontrato i tuoi fratelli” sussurrò, abbozzando un sorriso;

“Non la possiamo saltare questa parte?” 

 

***

 

"Perché sei tornato?” 

Touya aveva un buon rapporto con i propri fratelli minori. Per volere di Endeavor, il principe ereditario era cresciuto lontano dagli altri suoi figli, ma ciò non gli aveva impedito di conoscerli. Fuyumi era nata un anno dopo di lui, era una bambina tranquilla ma anche curiosa. Aveva ereditato il carattere mite della regina e nel suo futuro vi era il matrimonio combinato con un nobile di una casata vicina alla famiglia reale. Suo fratello Natsuo un tempo era stato il suo miglior confidente. Aveva sempre desiderato diventare un cavaliere, la vita di corte non faceva per lui, così sin da bambino era stato avviato verso una carriera militare. Era stato il suo plotone il primo a raggiungere il picco di Sekoto e a consegnare la notizia della morte del principe al Re.

Shouto, il quartogenito, era sotto molti aspetti il più simile allo stesso Touya, per questo aveva sempre provato un certo divertimento nel tormentarlo. Quel giorno però, quando aveva incrociato il fratello minore per i corridoi del palazzo reale, a Touya era sembrato di avere davanti agli occhi un completo estraneo. Durante quegli anni di lontananza Shouto era cresciuto, non era più il bambino spaventato che aveva lasciato quando se ne era andato, era un giovane uomo, uno dei guerrieri più forti della sua generazione.

“Come ti sei procurato quella cicatrice?” fu una delle prime cose che gli chiese. Era una scottatura ma diversa da quelle che ricoprivano gran parte del suo corpo. Shouto preferì ignorare quella domanda, arrivando subito al nocciolo della questione,

“Perchè hai finto la tua morte?”

Dopo la scomparsa del primogenito, Endeavor aveva riversato tutte le proprie speranze e ambizioni sulle spalle del figlio più giovane, il solo ad aver ereditato quelle fiamme simbolo della casa reale. Shouto aveva preso il posto di Touya, diventando l’orgoglio del Regno della Luna. Il ritorno dell'erede al trono aveva cambiato le carte in tavola. Todoroki Touya non solo aveva vinto la morte, ma portato con sé anche la più inaspettata e lieta delle notizie. 

“Non ti ho ancora fatto le congratulazioni” aveva mormorato con garbo, osservando il ventre ancora piatto del fratello con un certo interesse. Touya aveva fatto schioccare la lingua divertito,

“Puoi anche smetterla con questa recita. Sta tranquillo Shouto, non sono certo tornato per rubarti il trono” 

“Allora perché sei qui?” 

“Non avrei voluto, ma la situazione si è fatta più complicata del previsto” ammise, grattandosi la testa;

“Spiegati meglio”

“Hanno messo una taglia su Keigo. Quell’idiota ha tradito il proprio regno per me. Da solo non posso proteggerlo. Per quanto mi costi ammetterlo, la corte di Endeavor è il posto più sicuro per tutti noi” gli era costato uno sforzo immane tornare nel Regno della Luna, ma l’aveva fatto per il Principe della Terra e per il loro bambino. I primi mesi di gravidanza lo stavano debilitando più del previsto, aveva bisogno di riposo e sicurezza. Ancora una volta aveva dovuto mettere da parte il proprio orgoglio, abbassandosi a chiedere aiuto. 

“Conosci il nome del comandante dell’esercito nemico?” la voce di Shouto interruppe il filo dei suoi pensieri. Il Principe annuì.

“Shigaraki Tomura” sussurrò, cercando nel frattempo di comprendere dove il fratello volesse andare a parare

“E sai anche il suo vero nome?” 

“Tenko Shimura” rispose dopo una breve pausa.

“Lo conoscevi bene?”

“Era uno dei miei migliori amici. Siamo cresciuti insieme, quando ci siamo incontrati sul campo di battaglia a stento l’ho riconosciuto”

“Ha ucciso molti dei miei uomini”

“Tenko Shimura è morto”

“Come lo era Todoroki Touya?” il maggiore sorrise, finalmente quel marmocchio stava iniziando a tenergli testa, era cresciuto, doveva ammetterlo. 

“Anche il Touya che conoscevi non esiste più. Sono cambiato Shouto”

“E il merito è del Principe della Terra?”

“Anche” concesse

“Nostro padre come ha preso la notizia del bambino?” domandò il più giovane dopo qualche istante di silenzio. Touya abbozzò un sorriso incerto. 

“Te lo dirò non appena rivedrò Keigo. Li ho lasciati a discutere nella sala del trono qualche ora fa e non ne sono ancora usciti. Spero solo di non dover raccogliere i suoi resti dal pavimento”

“Quando ho presentato al Re il mio compagno l’ha presa piuttosto bene” Touya si bloccò di colpo, nel bel mezzo del corridoio. Questo non se lo aspettava. Nessuno gli aveva accennato a quella storia.

“Tu..hai..quando?” 

“Dovremmo sposarci il prossimo inverno, sempre che la campagna militare abbia successo e non subisca ulteriori ritardi. Sembri sorpreso.”

“Perché lo sono. Hai sedici anni Shouto”

“Tu alla mia età avevi già il tuo principe” colpito e affondato. Era incredibile come suo fratello avesse imparato a rispondergli a tono. 

“Posso almeno sapere di chi si tratta?”

“Discende da una stirpe di domatori di draghi celesti”

“Credevo che quei mostri si fossero estinti durante il regno di nostro nonno”

“Sono passati secoli dall’avvistamento dell’ultimo drago ma quei clan esistono ancora, vivono oltre le montagne, nella regione dei mari”

“E come l’hai conosciuto?” per la prima volta, Shouto abbozzò un sorriso. A Touya ricordò tanto sua madre.

“Mi sono perso durante una missione diplomatica per conto di nostro padre. Katsuki mi ha attaccato credendomi un nemico”

“Katsuki eh?”

“È un ottimo guerriero e non è interessato al trono” Touya fece una smorfia.

“Vorrei ben vedere”

“Il Principe della Terra invece com’è?” 

“Non te lo ricordi?” 

Keigo aveva trascorso solo un paio di stagioni alla corte del Regno della Luna. Shouto era troppo piccolo per conservare il ricordo di quel fanciullo che sorrideva più radioso del sole ed era solito trascinare Touya in mille avventure.

“Avevo cinque anni quando sei morto, anzi quando te ne sei andato” il maggiore non riuscì ad interpretare quel tono di voce. Shouto non lo stava accusando, si limitava a descrivere un fatto.

“Prima di diventare il mio compagno Keigo è stato il mio migliore amico”

“È per lui quindi che non sei tornato?”

“Keigo non c’entra con quella decisione” Touya aveva pensato di sfruttare la propria morte per risolvere da solo una guerra che aveva contribuito a scatenare. 

Il Principe della Luna aveva tentato di espiare la propria colpa. Non aveva ucciso Tenko Shimura quando ne aveva avuto la possibilità. Lo aveva lasciato fuggire. Touya avrebbe voluto risolvere da solo quella situazione ma non ne aveva avuto il potere. Era stata la notizia della gravidanza a porlo davanti alla realtà dei fatti e farlo scendere a patti con il proprio orgoglio. Suo figlio meritava un futuro migliore, sarebbe stato disposto a tutto per offrirglielo. Ormai non vi era più solo il suo destino in gioco.

“Nostra madre ne sarebbe stata felice. Non ha mai smesso di cercarti” Shouto aveva ripreso a parlare. 

La Regina era scomparsa due inverni prima. Si era spenta lentamente divorata da una lunga malattia. Non aveva mai accettato la prematura scomparsa del primogenito. Il più piccolo dei suoi figli gli somigliava molto, aveva i suoi stessi modi di fare. La stessa pacatezza.

Quella piccola parentesi di felicità alla corte della Luna non durò a lungo. L’esercito di Shigaraki arrivò a conquistare sempre più territori. Ben presto la capitale si trovò circondata. Endeavor prese la difficile decisione di allontanare i propri figli dal castello. Per la loro sicurezza. Touya si era opposto con le unghie e con i denti, non voleva scappare con la coda tra le gambe, anche se comprendeva quanto la situazione fosse critica. Continuando su quella linea avrebbero perso la guerra. Maledisse se stesso per non poter essere sul campo di battaglia.

Lui e Keigo trovarono rifugio in un castello diroccato, situato accanto al mare della Serenità.

“È qui che i miei genitori si sono incontrati la prima volta” ammise, sporgendosi da una delle finestre per osservare meglio il panorama.

“Era stato già tutto stabilito, si sarebbero dovuti sposare qualche giorno dopo ma non si erano mai parlati. Assurdo vero?” Il Principe della Terra non lo stava ascoltando. Si era preso qualche istante per osservare meglio il profilo del giovane uomo in piedi davanti a lui. 

“Sta iniziando a vedersi” fu il suo unico commento. Touya arrossì, capendo immediatamente a cosa si stesse riferendo. Il Principe della Luna sbuffò imbarazzato, incrociando le braccia al petto. Il loro futuro stava diventando sempre più reale, concreto, ormai non potevano più nasconderlo. 

“Sei bellissimo” la voce di Keigo risuonò nell’aria. Quella era la prima volta che glielo diceva. Non sarebbe stata l’ultima.

 

***

 

“Sei ancora sveglio, Touya?” Il respiro del principe contro la propria pelle era calmo e regolare, ma erano passati minuti interi da quando aveva parlato l’ultima volta.

“Tua figlia mi sta dando il tormento” ammise con un leggero lamento, prima di afferrare una delle sue mani portandosela al ventre.

“Senti come scalcia?” il Principe della Terra gli regalò l’ennesimo sorriso innamorato

“È forte, ha preso da te” lo pensava davvero. Con tutto quello che avevano passato, la loro creatura non si era arresa.

“A me sembra solo agitata come suo padre” commentò in un sospiro, prima di aggiungere;

“Sai, me la sono immaginata una volta, il giorno in cui ho scoperto che sarebbe stata una bambina. Aveva i tuoi occhi Keigo e i capelli rossi come mio padre” il principe storse il naso,

“Penso che una principessa della Luna che si rispetti debba avere i capelli bianchi” 

“I figli di Shouto e del suo drago saranno i prossimi sovrani della Luna, per lei avrei tanto voluto la corona della Terra”

“Grazie per aver chiesto il mio parere in merito”

“Per una volta sono stato più veloce anche di te. Mi ero immaginato un futuro radioso per lei”

“Sono stanco di tutto questo silenzio” aggiunse, raggomitolandosi contro il fianco del proprio compagno.

“Tra poco sarà finita”

“Non avrei mai pensato di morire in questo modo”

“Almeno saremo insieme”

 

***

 

- Presente -

 

La principessa non parlava. Osservava il volto di suo padre rigato dalle lacrime, mentre ascoltava dettagli inediti sul proprio passato. Ricordava di essersi più volte interrogata sulla sorte toccata al suo altro genitore, quello che l’aveva messa al mondo e che non aveva mai conosciuto. Keigo e suo nonno gli avevano mostrato un sacco di dipinti raffiguranti il Principe della Luna, quel ragazzo dai capelli candidi come la neve, quale aveva ereditato non solo le fiamme ma anche lo sguardo. Aveva sempre saputo dentro di sé la verità, ma voleva udirla dalla bocca di suo padre. Ne aveva bisogno.

“Allora, come è morto?” Trovò il coraggio di domandare. Keigo abbassò lo sguardo versandosi una coppa di vino.

“Credevamo che fosse giunta la nostra ora. Eravamo rimasti soli in quel rifugio alla fine del mondo. Mi domandavo se saremmo morti prima soffocati dalle esalazioni di fumo o bruciati dalle fiamme che circondavano il castello. Continuavo a leggere quella storia a Touya nella speranza che almeno lui si addormentasse, ma tu non ne volevi sapere di calmarti” fece una pausa sorridendole innamorato. Sua figlia non aveva colpe. Era importante che lo capisse. 

“Raccolsi quelle poche forze che mi rimanevano e mi affacciai alla finestra. Fu inutile. Non si vedeva nulla, c’era fumo ovunque. Tuo padre mi raggiunse. Fu allora che venne colpito da una freccia, indirizzata però a me.” il viso del sovrano era teso. La principessa non riuscì a trattenere le lacrime.

“Deve essere stato orribile” mormorò, portandosi una mano alle labbra.

“Touya era troppo debole per sopravvivere. Lo sapevamo entrambi. Gli promisi che avrei fatto il possibile per salvarti, Mirai” il loro futuro.

“Non si perde chi non si dimentica” mormorò accarezzandole la testa, sistemandogli una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio.

“Tuo nonno me lo ripeteva in continuazione. Non sai quanto è stato difficile ritrovarmi improvvisamente a vivere in un mondo senza Touya. Se non fosse stato per Endeavor, entrambi non saremmo qui ” La principessa si asciugò le lacrime.

“Chi ci ha salvato? Come siamo usciti da quella torre?”

“Ricordo di aver vegliato per ore il corpo senza vita di tuo padre o forse erano minuti. Tu non facevi altro che piangere stretta tra le mie braccia. Ero troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa, quando la porta della stanza venne distrutta e l’ambiente si riempì di schegge di ghiaccio”

“Lo zio Shouto?” 

“Già” la ragazza si alzò dalla poltrona sulla quale si era accomodata, prima di dirigersi verso una delle finestre.

“Si è mai scoperto chi ha scagliato la freccia che ha ucciso Touya?” Keigo scosse la testa.

“Avrei voluto risparmiarti i dettagli di questa storia, ma ormai sei abbastanza grande da sapere cosa successe quel giorno”

“Quando ero piccola mi sono chiesta così tante volte che fine avesse fatto. Avevo sentito numerose voci sul Principe risorto dalle proprie ceneri, c’era chi definiva Todoroki Touya un eroe, chi un pazzo, un criminale”

“Tuo padre era forte e indomabile come le fiamme che governava. Era uno spirito inquieto, schiacciato dal peso di una corona che non aveva mai desiderato e tuo nonno gli aveva messo sulle spalle. Ci siamo trovati perchè simili. Il destino ha fatto il resto. Ti ha amato dal profondo del cuore e il suo ultimo pensiero è stato per te. È stato lui a scegliere il tuo nome”

 

***

 

“Touya, non azzardarti a chiudere gli occhi. Non ci provare, brutto bastardo. Non puoi morire. Non così” il Principe della Luna era steso sopra in un lago di sangue. Keigo lo aveva adagiato sul letto, nel vano quanto disperato tentativo di medicarlo. Era stato allora che il proprio compagno lo aveva pregato di salvare almeno la creatura che portava in grembo. Il Principe della Terra non aveva potuto fare altro se non praticare quel cesareo d’emergenza.

“Lei come sta?” domandò in un sussurro appena udibile.

“Non senti queste urla? Sta bene e gode di ottima salute, nonostante sia nata quasi un mese prima del previsto. È perfetta, assolutamente perfetta” le labbra di Touya si incurvarono in un debole sorriso.

“Mirai”

“Come?”

“È il suo nome. Lei rappresenta il nostro futuro. Proteggila Keigo”

“Non farlo. Non puoi. Non ora. Te lo impedisco Touya. Devi dimostrare a tuo padre di essere il degno erede del Regno della Luna. Dobbiamo sconfiggere Shigaraki e il Signore Oscuro insieme. Devi crescere tua figlia, conoscerla, insegnarle a governare le sue fiamme” 

Todoroki Touya però non poteva udire quelle parole.

 

***

 

“Una linea sottile separa un mostro da un eroe” mormorò il ragazzo un tempo conosciuto con il nome di Tenko Shimura. L’uomo accanto a lui, con un cappuccio nero calato in testa, sorrise.

“Hai colpito il principe sbagliato” Shigaraki sorrise.

“Chi ti dice che io non l’abbia fatto di proposito? Ora abbiamo una bella principessa, no?”

“Il Maestro non ne sarà contento”

 

***

 

“Ora dovremmo ricomporci. Devo smetterla con il vino o non sarò in grado di accompagnarti all’altare” la Principessa della Terra sorrise, tornando al fianco del padre.

“Non sia mai, potresti incorrere nelle ire dello zio Katsuki" un brivido percorse la schiena del sovrano.

“Quel drago celeste sa essere anche più spaventoso di tuo nonno, ricordami Mirai, perché fra tutti hai scelto di sposare proprio tuo cugino?” 

“Penso per lo stesso motivo per cui tu hai scelto papà” Keigo si alzò in piedi porgendole il braccio.

“Vieni, andiamo ad unire le corone dei Regni della Terra e della Luna” Mirai sorrise.

Il loro futuro non era mai stato tanto radioso.

  
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