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Autore: DanzaNelFuoco    24/02/2023    2 recensioni
Hannigram, post s3
Cow-T #13
- - - “Il tuo problema,” Hannibal gli dice con un sorriso sghembo tagliato sul viso, “è che della maglietta dovresti liberartene.”
“Dici così soltanto perché vuoi vedermi nudo.”
Un lampo di divertimento passa sul viso di Hannibal, “Will, io ti vedo nudo tutte le sere.”

Touché.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cow-T #13, week 1, mission 1: un rifugio alla fine del mondo 
Note: Tutto quello che so della polinesia francese viene da internet, perciò se vedete qualcosa di sbagliato mi spiace. 





 

 - Fra le conchiglie e il sale  - 



Will lo sa che Hannibal non è fatto della stesso impasto di carne e sangue di cui sono fatti il resto degli esseri umani perché non è possibile che sia perfettamente a suo agio in ogni circostanza. 

Non si può nemmeno parlare di adattabilità, Will si dice, perché per adattarsi Hannibal avrebbe dovuto compiere un cambiamento; invece è più uno spostamento, come un caleidoscopio che ruoti, i frammenti di vetro che scivolano a formare una nuova immagine - sempre gli stessi frammenti, sempre gli stessi colori, così Hannibal. 

Will no. Will suda anche l’anima nella sua maglietta di puro poliestere americano e nemmeno riesce a spiaccicare due parole di francese scolastico, mentre Hannibal, Dio, Hannibal ha già imparato il tahitiano, ha un fazzoletto attorno al collo, le maniche della camicia di lino arrotolate a mettere in mostra i muscoli degli avambracci e la linea dei pantaloni che gli casca perfettamente dritta. Sembra uscito dalla copertina di una rivista di moda, appoggiato con nonchalance contro lo stipite della porta. 

“Il tuo problema,” Hannibal gli dice con un sorriso sghembo tagliato sul viso, “è che della maglietta dovresti liberartene.” 

“Dici così soltanto perché vuoi vedermi nudo.” 

Un lampo di divertimento passa sul viso di Hannibal, “Will, io ti vedo nudo tutte le sere.” 

Touché. 

Will gli lancia uno sguardo in tralice, cedendo malvolentieri, e si sfila la maglietta, accartocciandola e usandola per tamponarsi il sudore. 

“Non posso venire a cena a torso nudo.” 

Hannibal, che non stacca gli occhi dal movimento della stoffa, lo guarda famelico, quasi come se qualsiasi stabilimento che volesse costringerlo a coprirsi per entrare non ne meritasse il nome. Quasi potesse mangiarsi il proprietario maleducato che volesse negargli l’accesso, prima di mangiarsi Will. 

Will sente un brivido corrergli lungo la schiena, l’eccitazione raccogliersi nei suoi lombi. Qualcosa deve essersi indelebilmente rotto nelle sue sinapsi, perché la reazione di fuga allo sguardo predatorio di Hannibal è completamente andata perduta. 

“La cena, Hannibal,” Will gli ricorda, un metaforico buffetto sulle mani. Poi si volta nella sua sezione dell’armadio per rubargli una camicia esattamente identica a quella che sta indossando al momento, visto che le sue sono rimaste tutte nell’armadio della sua casa a Wolf’s Trap e da allora Will non ne ha più comprate altre. E perché mai, quando indossare quelle di Hannibal è molto più divertente e disegna sul suo viso un’espressione di orgogliosa possessività che fa saltare i bottoni di suddetta camicia alla fine di ogni serata? 

“Molto bene, Will,” e c’è qualcosa nel modo in cui pronuncia il suo nome che lo rende una promessa. 

 

 

È un anniversario di sorta. È passato un anno da quando sono caduti da quella scogliera. Un anno che sono in fuga, un anno che sono insieme. Merita un qualche tipo di festeggiamento. 

Hannibal lo porta lontano dalla zona turistica, in un posto dove va la gente del luogo e dove il cameriere non parla inglese di default. Hannibal ordina in un miscuglio di francese e tahitiano che Will non riesce a seguire poi si volta verso di lui. 

Distrattamente, Will si chiede come abbia anche solo mai pensato di poter avere una vita senza di lui, di poterlo consegnare alla polizia e lavarsene le mani - di poterlo uccidere e non convivere con la sua assenza per il resto dei suoi giorni. 

“Stavo pensando che potremmo rimanere ancora un po’,” Hannibal gli propone e Will deve seriamente considerare la cosa. 

Sono tre mesi che sono lì, e nonostante Will odi il caldo e Hannibal odi Gauguin con tutta la sua anima, è comunque il posto dove sono rimasti più a lungo. 

“Potrebbe essere pericoloso,” Will storce le labbra, ma non è un ‘no’. Nella loro vita tutto è temporaneo, anche quest’isola, anche questo rifugio paradisiaco - un posto che dovranno abbandonare senza lasciarsi tracce alle spalle. 

“Potremmo cambiare isola,” Hannibal sorride e ringrazia con un cenno il cameriere che ha portato loro da bere. “Da quando il pericolo non ci affascina?” 

“Va bene,” Will deve concedere il punto. “Più tempo,” acconsente. 

“Un altro mese?”

“Un altro mese,” Will sorseggia il vino, “Nel frattempo non ucciderai il curatore del museo solo per averti fatto lavorare su Gauguin, vero?” 

“Non nel frattempo, no. Ho abbastanza autocontrollo,” Hannibal sorride dentro il bicchiere. Devono mantenere un basso profilo e quindi non possono uccidere nessuno finché non hanno un biglietto in tasca per la prossima destinazione. Il che significa che prima di ogni partenza Hannibal organizza un banchetto. 

“Ti prego, dimmi che vuoi rimare qui soltanto per la spiaggia e per il sole,” Will sussurra chinandosi verso di lui, la mano ancora indolentemente appoggiata al bicchiere, quasi stessero parlando del più e del meno. 

“Per la spiaggia e per il sole,” Hannibal annuisce, “e perché non ho ancora trovato la carne adatta per la tarna’ara. Non possiamo lasciare la Polinesia senza aver preparato almeno un piatto tipico.” 

“Sei incredibile!” Will esclama, scuotendo il capo. 

“Scelgo di prenderlo come un complimento,” Hannibal si piega verso di lui per sistemargli il colletto della camicia, le dita che nel passaggio sfiorano la pelle ambrata dal sole all’altezza della gola. 

“Da te non mi sarei aspettato altro,” Will gli trattiene la mano, stringendola nella sua in un gesto di affetto. 

“Mi conosci così bene.” 

“E accetteresti suggerimenti sulla... fonte?” 

Hannibal si piega verso di lui, un sorriso sornione sul viso. “Tutto quello che desideri.” 

Murder husbands li avevano chiamati i giornali. Murder husbands, indeed.  

  
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