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Autore: Fata_Morgana 78    28/02/2023    3 recensioni
Dopo aver ascoltato più volte la canzone che Ultimo ha presentato a San Remo, hanno iniziato ad affiorare alla mia mente delle immagini... Immagini di una possibile storia che avrebbe racchiuso bene il testo di questa canzone...
Vi lascio il link per ascoltare la canzone mentre leggete la mia song-fic: https://www.youtube.com/watch?v=YFTqKB7STUw
Buona lettura.
Genere: Generale, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La ronda di controllo dei Prefetti tra i corridoi della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era finita da una manciata di minuti e, mentre i ragazzi che avevano pattugliato i corridoi facevano il resoconto ai Caposcuola, il cielo sopra il Lago Nero iniziò a tingersi di un tenue rosa, segno che l’alba stava arrivando.

 
< Mi rilassa respirare l'aria pure tua
Amo l'alba perché è come fosse una bugia
Mi rilassa quanto basta, ma tu poi vai via>>
 
La situazione a Scuola era fin troppo tranquilla, dormivano ancora tutti tra le mura dell’antico Castello esclusi loro quattro studenti che avevano avuto il compito di vigilare sulla sicurezza dei corridoi.
James Potter stava amabilmente parlando con le Prefetto delle altre case e Lily Evans non riuscì a reprimere uno sbadiglio annoiato: ogni volta assisteva a quella scena patetica e provava tenerezza infinita per la strega di turno che abboccava alle avances di “spaccone Potter” come lo aveva soprannominato nella sua testa lei.
- Evans. – la chiamò James ridacchiando – Le nostre chiacchiere ti stanno annoiando? La strega alzò teatralmente gli occhi al cielo e, senza degnarlo di una risposta, raggiunse una delle alte finestre per osservare la nascita di un’altra magnifica alba sulle acque scure del Lago Nero.
La incantava osservare il panorama che si risvegliava lentamente dal torpore della notte, quei colori chiaro-scuri che si mescolavano in modo uniforme, le ricordavano i capelli neri di Severus quando si mescolavano coi suoi capelli rossi. Adorava i momenti che riuscivano a ritagliarsi tra una lezione ed un impegno, era così bello poter stare lì a parlare di tutto e di niente, senza farsi promesse o giurarsi amore eterno.
 
< Se stessimo di fianco alle abitudini
E avessimo più cura di quei lividi?
Saremmo certo più distanti, ma più simili
E avremmo dentro noi perenni brividi
T'immagini se tutto questo fosse la realtà?>>
 
Un sorriso distese le labbra di Lily e James trattenne per un attimo il fiato: era bellissima contro la luce dell’alba con i capelli che catturavano i primi raggi del sole nascente e quegli occhi così verdi che avevano il potere di scavargli dentro. Il mago sospirò e le Prefette Corvonero e Tassorosso si allontanarono dall’ufficio sbattendo la porta.
I Caposcuola sobbalzarono davanti a quell’improvviso rumore e Lily, socchiudendo gli occhi, disse:
- Temo che andrai in bianco oggi, Potter.
- Non esserne così certa, Evans! – scosse la testa nera lui mentre un gufo della Scuola si posava sul balzolo della finestra alle spalle della strega.
- Potrebbe essere un messaggio per me, sai? – ammiccò allungando la mano verso il gufo che, docile, tese la zampa verso di lei per consegnarle il messaggio.
- Tu “sto-sempre-con-il-naso-tra-i-libri-Evans” hai un appuntamento galante?
- Ti lascerò friggere nell’olio del dubbio! – rispose lei facendogli la linguaccia e, senza dargli il tempo di replicare, uscì dall’ufficio stringendo tra le mani il biglietto che le era stato recapitato. 
Severus camminava nervosamente sulla riva del Lago Nero, la sua vita da quando era ad Hogwarts era cambiata in meglio: aveva trovato il suo posto nel mondo, ma sentiva che poteva avere di più, che poteva fare di più per rendere migliore la sua vita e quella della sua futura famiglia.
 
< Camminando senza meta in questa strana via
Amo l'alba perché è come una sana follia
Puoi capirla se la senti e non mandarla via>>
 
Mentre mille pensieri diversi gli affollavano la mente, il suo sguardo fu attirato dalla figura slanciata di Lilian che, ancora avvolta nella cappa con la spilla di Caposcuola in bella vista sul petto, correva verso di lui ridendo felice. Severus trattenne il fiato davanti a quella vista: Lily sembrava una delle Ninfe dei Boschi di cui aveva letto in uno di quei grossi libri babbani del padre, correva facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi che venivano baciati dal sole ad ogni suo passo sul terreno.
Il mago Serpeverde sentì il cuore battere contro le costole prepotente: lei non era solo bella, lei era la donna perfetta, la madre dei suoi figli, l’unica che immaginava al suo fianco e che avrebbe reso felice finché la vita gliel’avesse permesso.
 
< E credessimo ai sorrisi come i comici
Se non dovessimo parlare per conoscerci
Se non amassimo soltanto i nostri simili?
Forse avremmo gli occhi solo per descriverci
Perché uno sguardo, in fondo, basta per dipingerci>>
 
La strega Grifondoro si fermò a pochi passi da Severus e, mettendo i palmi delle mani sulle ginocchia, si abbassò per riprendere fiato.
- Finito il tuo servizio di supervisione, Evans? – le domandò porgendole un giglio screziato.
- È un lavoro duro. – sorrise lei – Ma qualcuno deve farlo. Il mago Serpeverde annullò la distanza tra loro e, avvolgendola tra le sue lunghe braccia, la strinse contro il proprio petto baciandola dolcemente.
Lily si aggrappò con entrambe le mani alla divisa di Severus sospirando beata, le era mancata la sensazione di piacere e protezione che il suo compagno di Scuola sapeva infonderle.
Lui era così diverso dal resto dei ragazzi che aveva conosciuto: era molto introverso e non faceva facilmente amicizia con le altre persone, ma quando permetteva a qualcuno di entrare nel suo mondo, era difficile farne a meno.
 I ragazzi posero fine al bacio per mancanza di fiato nei rispettivi polmoni e, mentre Severus si appoggiava al tronco dell’albero, Lily mandò la testa di lato per guardare il suo compagno di Scuola e sorrise dolcemente. Si sentiva felice vicino a lui ad osservare l’alba.
 
< Ho ascoltato i miei silenzi e ho avuto i brividi
Perché dentro un mio respiro sei tu che abiti>>
 
Severus strinse con forza gli occhi e le mani, fino a conficcarsi le unghie nel palmo di quella che non stava reggendo la bacchetta; con uno sforzo sovrumano riuscì a scacciare l’intruso dalla sua mente e, mentre la realtà prendeva il posto di quel lontano ricordo, il Pozionista si appoggiò alla scrivania ansimando.
Rivivere quei momenti l’aveva scosso più di quanto fosse disposto ad ammettere e sapere che li aveva visti quel Potter non faceva che peggiorare quella straziante sensazione di malessere. Per fortuna era riuscito a scacciare Harry fuori dalla sua mente prima che lui potesse vedere il modo puerile in cui aveva perso l’amore e la stima della donna, sua madre.
Ad Harry sembrava di stare per vomitare, provava la stessa sensazione che aveva vissuto quando Quirrell aveva incantato la sua scopa per farlo cadere durante la sua prima partita di Quidditch. Ringraziò mentalmente che il professor Snape fosse un così eccelso Occlumante, che fosse riuscito a liberarlo dal peso scomodo di quei ricordi che stava violando e quando impattò con la schiena contro il pavimento, aprì gli occhi.
- Potter! – tuonò Severus rompendo il silenzio della stanza, sembrava furioso.
- Mi dispiace professore. – si rialzò in piedi lo studente - Io... non so che cos'è successo, ho seguito le sue indicazioni e… Non si preoccupi, non racconterò a nessuno quello che… - si morse un labbro distogliendo lo sguardo da quello opale del docente – Che ho visto nei suoi ricordi…
- So che non lo farai. – si accasciò stancamente l’uomo contro la scrivania – Primo perché nessuno dei tuoi amici ti crederebbe, secondo perché non credo che tu voglia andare in giro a raccontare che tua madre ed io siamo stati insieme per un po’. La testa di Harry scattò dal basso verso l’alto, aveva gli occhi sgranati e la bocca tirata in una smorfia rabbiosa, il professor Snape se ne accorse e, incrociando le braccia sul petto, infierì:
- A volte ho la sensazione che non ti impegni abbastanza! Sei pigro e sciatto, Potter, se non ti impegnerai con costanza, sarà facile per l'Oscuro Signore farti cadere nelle sue trappole.
- Io... Non sono pigro e sciatto, signore! - replicò ferito dalle parole di Severus lo studente ma, davanti allo sguardo scettico dell'uomo, decise di lasciar perdere e tentò di porre una domanda, troppo curioso di saperne di più su ciò che aveva appena visto nella mente di Snape - Amava molto mia madre? 
- Sì, - ammise con voce monocorde – ho commesso molti errori e l’ho fatta soffrire come non meritava. Ma non ho mai smesso di amarla e di sperare nel suo perdono.
Il Grifondoro aveva la testa piena di domande, avrebbe voluto sapere di più sulla donna che gli aveva donato la vita, su com’era da bambina e che tipo di studentessa fosse; su come si erano conosciuti ed innamorati e cosa li aveva portati a separarsi fino a farla innamorare di suo padre, ma il Pozionista si era chiuso in un ostinato silenzio perso in chissà quali ricordi di quel passato che lui era andato a ripescare per sbaglio usando la Legilimanzia.
Severus fece il giro dietro la sua scrivania, prese una piuma ed un pezzo di pergamena dove scribacchiò qualche parola, poi lo passò al mago più giovane augurandogli la buona notte.
Harry, un po' deluso, prese il permesso che gli aveva scritto e, dopo aver ricambiato i saluti, lasciò l’ufficio del Pozionista con la testa affollata dai pensieri.
Il docente chiuse la porta con un incantesimo non verbale e, dopo essersi servito un dito di whisky incendiario, si accasciò nella poltrona puntando gli occhi sulla foto che teneva sulla scrivania l’unica che avevano fatto insieme lui e Lily durante una gita al mare, dov’erano innamorati, dove lei lo guardava sorridendo felice.
 
< A me basta solo questo per non perderti
Ma t'immagini se tutto questo fosse la realtà?>>
  
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