Serie TV > The Dukes of Hazzard
Segui la storia  |       
Autore: Lella Duke    01/03/2023    0 recensioni
E' più dura la testa dei ragazzi Dukes o di Maudine la mula? Di sicuro zio Jesse saprebbe rispondere a questa domanda.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Enos Strate, Luke Duke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo nove: Confortarsi a vicenda

 

La fattoria era piena di gente, ovunque andasse sguardi, voci e mani gli si appiccicavano addosso come sabbia bagnata. Non aveva voglia di rispondere a nessuna domanda, non voleva sorridere ed era stufo marcio di pacche sulle spalle e strette di mano. Era grato a tutte quelle persone, sapeva che erano animate dalle migliori intenzioni, era un dono prezioso averle tutte lì per loro, la sua famiglia era amata e benvoluta, ne stava avendo un’ulteriore conferma. Era riconoscente soprattutto per conto dello zio, sapeva quanto gli facevano bene quelle dimostrazioni di amore. Ma ora ne aveva abbastanza, si sentiva sopraffatto. Doveva rimanere per conto suo. Il chiacchiericcio era talmente insistente che non riusciva a seguire un pensiero che fosse uno. Doveva allontanarsi da tutto e tutti. Senza dire niente a nessuno saltò nel Generale Lee con l’intenzione di dirigersi verso il lago. Giunto sulla sponda tirò fuori la canna da pesca, pensava avrebbe trovato un po’ di pace pescando e invece si ritrovò Enos all’improvviso che gli tenne compagnia e lo aiutò a ripercorrere gli avvenimenti di quella giornata infinita.

La notte era scesa portando con sé aria fredda e umida. Enos si alzò in piedi e massaggiandosi la schiena indolenzita disse: “credo sia arrivato il momento di tornare a casa amico mio. Zio Jesse e Daisy saranno in pensiero per te e poi ormai si è fatto buio. Vedrai che non ci sarà più nessuno alla fattoria.” Mise un braccio sulle spalle di Luke e lo spinse con dolcezza verso la macchina. “Vai a casa e riposati, ne hai bisogno. Noi ci sentiamo domani.”

“Grazie di tutto, Enos.” Luke tese la mano al vicesceriffo.

Enos gliel’afferrò e la strinse con vigore.

“Davvero, Enos. Se non ci fossi stato tu oggi non so come avrei fatto a superare tutto questo.”

“E’ così che fanno gli amici, si sostengono gli uni gli altri. E non si allontanano di un passo quando le cose vanno male. Tu per me ci sei sempre stato, stavolta è toccato a me prendermi cura di te.”

Luke sorrise e annuì “a domani, Enos.”

Guadagnarono ognuno la propria vettura e si allontanarono diretti verso casa.

 

“Finalmente sono andati via tutti!” Esclamò Daisy lasciandosi cadere sul divano. Era stremata ed aveva solo voglia di mettersi a letto e invece avrebbe dovuto occuparsi di una quantità spropositata di piatti, bicchieri, posate e pentole da lavare.

“Lascia stare tutto così com’è, puliremo domani mattina.” Disse Jesse affondando nella sua poltrona. “Mi chiedo che fine abbia fatto Luke.” Aggiunse poi con un cenno di apprensione

“L’ho visto salire sul Generale Lee e allontanarsi più di un’ora fa. Sta tranquillo zio Jesse, Enos gli è andato dietro. Credo ci fosse troppa gente qui per lui.” Disse Daisy poggiando una mano su quella dello zio.

“Chiamalo allo radio, voglio andare a dormire e voglio saperlo a casa…” Jesse si interruppe quando sentì il rombo del Generale Lee in lontananza.

“Eccolo, visto? Puoi metterti a letto tranquillo adesso.” Daisy si alzò dal divano e andò alla porta. La tenne aperta aspettando che Luke entrasse.

“Cominciavamo a stare in pensiero.” Disse quando Luke fu finalmente in casa.

Luke mise un braccio intorno alla vita della cugina e insieme si diressero verso la poltrona dove era seduto lo zio “mi dispiace essere scappato via. Non volevo darvi altri pensieri.”

“Siediti qui vicino a me, figlio mio.” Rispose Jesse indicando con la mano il bracciolo della poltrona.

Luke fece ciò che gli era stato chiesto. Lui e Daisy si sedettero su ciascuno dei braccioli accanto allo zio.

“Non volevo abbandonarvi così, ma stavo soffocando. C’era troppa gente qui dentro.” Luke sentì il bisogno di giustificarsi, aveva lo sguardo basso.

“Non mi devi spiegare niente e non devi sentirti in colpa, ti conosco lo so come funzioni. E comunque hai fatto bene, avessi potuto ti avrei seguito.” Jesse rise di cuore. La sua sembrava una risata liberatoria, quella giornata interminabile stava per finire, Dio solo sapeva come il suo vecchio cuore avesse potuto sopportarla.

“Vai a dormire, zio Jesse. Riposati, ci penso io a pulire qui.” Disse Luke poggiando una mano sulla spalla dello zio.

“In due ci metteremo la metà del tempo.” Intervenne Daisy.

“Non fate tardi, avete bisogno di riposo anche voi. Dobbiamo svegliarci presto domani. Dobbiamo andare a riprenderci Bo.” Jesse sorrise non appena evocò il nipote più giovane. Adesso che la grande paura era passata poteva finalmente sospirare di sollievo e rilassarsi.

“Faremo presto e saremo silenziosi.” Daisy baciò lo zio e si sollevò dal bracciolo per permettergli di alzarsi più agevolmente.

“Le mie povere ossa.” Jesse si tirò su a fatica. “Buonanotte ragazzi.”

“Buonanotte, zio Jesse.” Risposero in coro Luke e Daisy.

Lo osservarono in silenzio entrare nella sua stanza e attesero che la porta fosse chiusa.

Luke abbracciò la cugina “stai bene? Credo di non averti prestato molta attenzione oggi, scusami.”

Daisy lo strinse forte a sé “adesso si…” Rimase in silenzio qualche istante prima di continuare “mi sono spaventata oggi, Luke. Ci avevano detto solo che Bo aveva avuto un incidente in banca, ma non sapevamo cosa fosse accaduto. Non sapevamo cosa aspettarci. Quando siamo arrivati in ospedale e ti ho visto piangere è stato… terribile. Ho pensato al peggio, ho creduto che Bo fosse…” Un singulto interruppe il flusso di parole.

Luke la strinse un po’ di più a sé, Daisy si perse nel suo abbraccio “mi dispiace averti spaventato, tesoro.”

“Non credo di averti mai visto crollare così, neanche quando eravamo bambini.”

Luke si prese del tempo per raccogliere i suoi pensieri “è stata la paura di perdere Bo. Neanche io avevo capito cosa fosse accaduto. Credevo gli avessero sparato in testa… per fortuna siete arrivati tu e zio Jesse, Enos e Cooter. Mi dispiace davvero. Si suppone io debba avere cura di voi e invece Bo è finito in ospedale e tu hai pensato il peggio perché mi sono crollati i nervi.” Luke aveva gli occhi bassi, non amava fallire e detestava il pensiero di aver deluso la sua famiglia, di non averla saputa proteggere.

“Non voglio sentirti parlare così, Luke. Non hai niente da rimproverarti. Ti prendi cura di noi più di quanto sia necessario e noi ce ne approfittiamo il più delle volte. Oggi ci siamo sostenuti a vicenda, non ci vedo niente di sbagliato.”

Daisy si scostò quel tanto che bastava per guardare il cugino negli occhi “Bo starà benissimo, domani sera a quest’ora ce l’avremo di nuovo in mezzo ai piedi a lamentarsi perché per qualche giorno non potrà saltare con il Generale Lee.” Sorrise, il suo voltò si illuminò.

Luke le posò un bacio sulla fronte “non vedo l’ora che arrivi domani. Mi manca.”

Rimasero avvinghiati qualche istante, fu Luke a staccarsi per primo “basta chiacchiere.” Disse asciugando con i pollici le guance della cugina. Le lacrime erano uscite senza che lei se ne fosse accorta. “Tu lavi i piatti e io li asciugo?”

“Affare fatto!” Esclamò Daisy rinunciando controvoglia al conforto di quell’abbraccio e avvicinandosi al tavolo iniziò a sparecchiare.

Fu Daisy a rompere il confortevole silenzio che riempiva la fattoria “cos’aveva di tanto importante da dirti Boss?”

Luke rimase con un piatto a mezz’aria, a quella ragazza non sfuggiva nulla doveva saperlo ormai. La osservò un istante combattuto se condividere con la cugina i dubbi di J.D. Hogg, ma si decise in fretta. Tanto l’indomani ne avrebbe comunque parlato con zio Jesse.

“Sospetta di sapere chi sia l’autore della rapina. Per il momento non ne ha fatto parola con nessuno, solo con me.”

Daisy rimase immobile a fissare il cugino in attesa “e chi sarebbe?” Lo incalzò poi quando la pausa si fece troppo lunga.

“Proprio stamattina ha negato l’ennesima proroga per il mutuo a Samuel Stuart e ha firmato lo sfratto per la sua famiglia. Pensa possa essere stato lui l’autore della rapina.”

Daisy rimase allibita, per tutto il giorno aveva sperato si trattasse di qualcuno estraneo alle Contea di Hazzard. Era impossibile per lei pensare che qualcuno di sua conoscenza avesse potuto portare paura, urla e spari tra i suoi concittadini, che aveva messo in pericolo la sua famiglia.

“Non posso dire di conoscere bene quel ragazzo, ma mi lasci senza parole. Zio Jesse è buon amico di suo padre. Mi chiedo cosa gli sia passato per la testa.”

“E’ probabile che Bo lo abbia riconosciuto, non ho nessuna intenzione di forzargli la memoria, ma vediamo se ricorda qualcosa.”

“Lo dirai a zio Jesse?”

“Si naturalmente. Gliene parlerò domani. Non volevo dargli altri pensieri, oggi ne ha avuti abbastanza.”

Luke e Daisy terminarono di rassettare la cucina in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Quella rivelazione aleggiava su di loro pesante e sgradita. Il giorno seguente si sarebbero andati a riprendere Bo, lui aveva la precedenza su tutto e tutti.

E poi sarebbero andati a fare due chiacchiere con Samuel Stuart.

 

Continua…

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Dukes of Hazzard / Vai alla pagina dell'autore: Lella Duke