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Autore: ordnassela    01/03/2023    0 recensioni
Una giovane ragazza che ha perso da poco i genitori, si ritrova a dover andare a vivere con la sorella nella vecchia casa dei nonni nel fitto dei boschi montani.
Questo cambiamento la porta a conoscere persone nuove e una nuova realtà, che non avrebbe mai potuto aspettarsi.
Nella tranquilla cittadina vicina, si annida qualcosa di innaturale; a Luna bastano pochi giorni per trovarsi in un nuovo mondo tanto incantato quanto crudele.
[PS. Ho notato che c'erano problemi per la visualizzazione su telefono, dovrei aver risolto. Buona lettura!]
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 6
Arrivo - Parte 3



“Dan…?” chiese Luna a filo di voce. Raccolse tutto il coraggio che le rimaneva per portare una mano in avanti a spostare un ramo.
 
Qualcosa le afferrò il polso e fuoriuscì dalle foglie, Mary sferzò la spada all’altezza della testa, facendola volare via.
“Giù!” urlò Daniel accovacciandosi.
“Mary?! Perché hai una spada? E perché ci hai attaccati?” il cilindro rotolò fino ai piedi suoi piedi. Anche lui era sudato e sporco.
“Luna, stai bene?”
Daniel lasciò la presa, ma Luna non riuscì ad abbassare il braccio. Dan la prese per mano e gliela accompagnò al fianco per poi farsela scivolare fra le sue dita.
Dietro di lui anche Lothiel si fece largo fra le foglie. Corse subito ad abbracciare Mary.
Sembrava stravolta, i capelli erano nuovamente mossi e biondi, tremendamente spettinati. Luna si rese conto di non avere idea di cosa avesse in testa e provò a sistemarsi i capelli il meglio possibile.
 
L’abbraccio durò poco, Mary si riallontanò e ripose la spada. Lothiel si girò un momento per sistemarsi la benda, per poi alzare la mano e salutarle con il suo classico sorriso solare.
‹‹Deve essere fastidioso›› pensò Luna dispiaciuta, guardando la ragazza asciugarsi il sudore attorno alla benda.
“Sto bene, grazie a Mary.” rispose Luna “Ciao Lothiel, sono felice di vederti.” Disse ricambiando il saluto e facendo un sorriso forzato. Ci fu un momento di silenzio.
 
Daniel guardò Mary negli occhi. Entrambi avevano uno sguardo che Luna non gli aveva mai visto e si domandò cosa stessero pensando, poi Dan parlò.
“Qualcuno sa dove siamo? Il mio telefono non ha campo e nemmeno il GPS funziona.”
“Io avevo il telefono nella borsa della festa…” disse Mary, poteva sembrare una scusa ma a Luna parve fosse veramente dispiaciuta.
“Tu non eri ubriaca? Ti abbiamo cercato per il bosco fino sotto la pioggia e adesso ci ritroviamo chissà dove! Di sicuro non siamo nei boschi di Angel’s Mountain…” Dan si fermò a pensare “C’è stato una forte luce, poi mi sono risvegliato accanto a Loty in questa… giungla? Per caso sapete cos’è stato?”
Guardò prima Mary, poi Luna, cercando risposte alle innumerevoli domande che aveva.
 Luna non sapeva come comportarsi, ma stare in mezzo alla giungla, benché in compagnia, non la rassicurava.
“Io e Mary abbiamo trovato uno stagno, potremmo tornarci mentre cerchiamo di capire cosa sta succedendo.” disse.
Era sicura che Mary non le avesse detto tutto quello che sapeva e voleva che dicesse tutto anche davanti agli altri, ma non in quel momento, avrebbe creato solo ancora più scompiglio.
 
Lothiel annuì sorridente, prendendo per mano Luna e chiedendole a gesti di fare strada.
Dan sembrava incerto, così come Mary, che si teneva una mano sul fianco. Anche se non voleva darlo a vedere, il colpo ricevuto in precedenza si stava facendo sentire e non le sarebbe stato facile camminare a passo svelto. Luna decise per tutti, ripercorrendo i propri passi fino allo stagno.
“Più a destra principessina.” la corresse Mary, tutto d’un fiato, prima di prendere un respiro profondo e tremolante.
 
L’aria attorno allo stagno era una liberazione in confronto al fetore stantio del sottobosco. Appena arrivati Daniel si sciacquò la faccia e chiese nuovamente cosa stesse succedendo.
Mary ripeté la stessa cosa che aveva detto prima a Luna. Aggiunse una cosa.
“Non volevo che anche voi veniste coinvolti. Quella pietra era un portale fra i regni, ce ne sono varie disseminate per questo mondo e una nel vostro, custodita dall’albero.”
Lothiel sembrò soddisfatta dalla spiegazione, anche se aveva perso il suo solito sorriso.
“Non ti credo.” disse Daniel di tutta risposta “Stai cercando di dirmi che abbiamo viaggiato magicamente dal bosco fino a questa giungla? Allora non ti credo, e se è uno scherzo non è divertente!”
Luna avrebbe voluto concordare con Daniel, eppure in quel caso non avrebbe saputo spiegarsi gli strani avvenimenti a cui aveva assistito. Non voleva crederci nemmeno lei, eppure doveva.
«Scusa Dan» pensò Luna.
Le parole di Daniel echeggiarono brevemente fra la parete rocciosa e l’acqua dello stagno. Fu abbastanza perché i pensieri di Luna le si potessero leggere in faccia.
“Luna, Loty, non le crederete davvero…”
Era incredulo. Luna notò il suo sguardo in cerca di supporto, invano.
“Mi dispiace Dan, ma Mary ha detto la verità.” iniziò Luna.
“Quando mi sono risvegliata ero sola e confusa. Come te, ho cercato aiuto con il telefono e mentre camminavo mi sono trovata di fronte un… essere. Era alto il doppio di me, verde, animalesco e teneva in mano una specie di mannaia e appena mi ha vista ha cercato di…”
Si dovette fermare, solo ricordare quegli avvenimenti le stava facendo tremare le gambe. Si strinse forte le braccia in grembo. “Mary mi ha salvata.”
Più Luna pensava all’accaduto, più era felice che la sua amica avesse avuto una spada e avesse saputo come usarla.
 
Lo sguardo di Daniel passò da Luna alla spada, per poi rincrociare gli occhi di Luna per un breve attimo e infine fermarsi su Lothiel.
La ragazza era rimasta in disparte fino a quel momento in cui, vedendo che era fissata, si strinse nelle spalle e fece qualche gesto con le mani. Luna non capì cosa stesse dicendo precisamente, ma ebbe l’impressione che stesse facendo un discorso sullo stare uniti.
Daniel scosse leggermente la testa. Si tolse il cilindro rattoppato, mentre Lothiel si stava rimettendo la forcina a forma di foglia fra i capelli, facendo in modo che non cadessero sull’occhio e liberando le orecchie. Luna pensò che dovesse aver perso le orecchie a punta finte o che le avesse tolte. Non si soffermò troppo a riguardo.
 
Passò qualche minuto. Era un momento calmo, che lasciava accavallarsi domande e timori nella testa di Luna.
Lothiel si avvicinò a Mary e iniziarono a discutere nel linguaggio dei segni.
‹‹Forse non vuole che la capisca›› pensò Luna ‹‹o forse il calcio che ha ricevuto ha fatto più male di quanto voglia far vedere. È testarda.››
Un po’ si rivedeva in quella ragazza, ma non avrebbe mai potuto ammetterlo di persona.
Voleva smetterla di pensare.
 
“So che te l’ho già chiesto ma, stai bene?”
Luna inclinò la testa in avanti, portando gli occhi oltre la raffinata maschera nera che le pendeva al collo, rovinata da piccole gocce sanguigne sulla liscia superficie, osservò la sua giacca in pelle, impolverata di sabbia arancio. Il vestito era sgualcito e macchiato. Sulle gambe le calze nere si erano smagliate in più punti e, infine, le scarpe che da rosso acceso ora erano scure, macchiate di aghi di pino, terra rossa e fango.
Daniel attese, non ricevette risposta, allora le porse uno straccio scuro, sporco e umidiccio.
“Ti è caduto prima, mentre stavamo camminando.”
“Oh!” Luna lo prese immediatamente. Si sentiva in imbarazzo e pensò che avrebbe dovuto usarlo per togliersi il trucco, che doveva essere un disastro ormai, o avrebbe dovuto semplicemente buttarlo. Non si era messa molto trucco, non lo faceva mai, quindi, la questione passò in secondo piano nella sua mente. Si rimise il pezzo di stoffa nella tasca della giaccia.
“Sto bene, più o meno. Stranamente sto meglio rispetto a quando ci siamo visti la prima volta.” sdrammatizzò Luna con un sorriso incerto, Daniel contraccambiò. “Te come stai, ragazzino?”
“Un po’ stanco.” rispose lui, con una breve risata.
Le fece cenno di sedersi sul pavimento roccioso e, appena lei accolse la proposta, le si sedette accanto. Cominciò a parlare.
“Devo ancora ben capire costa stia succedendo. Mary ha detto che è passata circa un’ora da quando eravamo ancora… nel nostro mondo? Credo.”
“A casa.”
“Sì, a casa. Però io mi sento come se fosse passata una nottata intera.”
“Pure io, ho anche qualche difficoltà a ricordare delle cose…”
“Io non lo so, forse. Stavo correndo nel bosco per avvisarvi del temporale in arrivo e poi… mi sono svegliato qua.” Sospirò e dopo una piccola pausa riprese “Spero di tornare a casa presto, non voglio che il vecchio Barney muoia di crepacuore.” una piccola risata malinconica raggiunse Luna, la fece rabbrividire.
“Vedrai che andrà tutto bene, Dan. Io spero solo che mia sorella non faccia nulla di stupido.”
“L’ho vista l’altra sera, quando è venuta a prenderti. Anche se non la conosco, mi sembra una persona responsabile.”
«Lo è.» pensò Luna, osservando, poco più avanti, le due amiche che discutevano silenziosamente.
Non aveva mai visto Lothiel arrabbiata, però in quel momento avrebbe potuto giurare lo fosse. I raggi del sole che rimbalzavano sulle rocce circostanti le tingevano le punte dei chiari capelli di un rosso cocente.
“Pensi che Jackson e Thomas stiano bene?” chiese Luna.
“Spero non siano finiti qui con noi, ma anche lo fossero, non dovremmo preoccuparcene.”
Il tono di Daniel la rassicurò. La stava guardando con un sorriso in volto, come fossero in ricreazione durante una normale giornata scolastica, ancora su quel giardino mal curato e affollato. Solo in quel momento Luna pensò che le cose si sarebbero presto sistemate.
“Staranno tutti bene.”
disse infine il ragazzo, tornando a guardare le due amiche discutere vicino all’acqua.
 
Lothiel smise di gesticolare e il suo occhio puntò dritto al cielo, alle spalle di Mary. Luna seguì il suo sguardo: una colonna densa di fumo nero si stagliava fra l’azzurro sereno, come a ricordarle che non sarebbe andato tutto bene. Un presagio di sventura.
“Ragazzi… cos’è quello?”
   
 
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