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Autore: Europa91    01/03/2023    2 recensioni
[AU Pro Hero/Dabi x Villain/Hawks]
Lo spettacolo pirotecnico che accompagnava l’arrivo del nuovo anno non era terminato che Todoroki Touya stava in piedi davanti a lui. Aveva i capelli in disordine, la camicia sbottonata e il fiatone ma al Villain non era mai parso tanto bello.
Missing Moment di “Twelfth Night”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Best Jeanist, Dabi, Endeavor, Hawks
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Tragedy of Hero and Villain'
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Cow-t 13 – Seconda settimana – M2

Prompt:  Fuochi Artificiali

Numero Parole: 4285

Fandom: My Hero Academia

Note: siamo sempre nel solito AU con Pro Hero Dabi e Villain Hawks. Piccola Missing Moment di “Twelft Night”. Buona lettura XD







 

“Love sought is good, but given unsought better.”

Olivia, Act III Scene I - Twelfth Night - W. Shakespeare 








 

Non appena entrambi i suoi piedi toccarono il tetto dell’edificio si diede mentalmente dell’idiota. Ritirò le proprie Ali Possenti facendo attenzione a non essere visto, per poi passarsi una mano sul volto sistemando con quel movimento anche i propri occhiali. Cercò una posizione ottimale dove potersi nascondere per poi abbandonarsi all’ennesimo sospiro stanco di quella giornata. Le sue labbra si piegarono in una smorfia, mentre ripensava a come fosse finito con l’assecondare, ancora una volta, i capricci del Number Three Hero. Takami Keigo, il Villain meglio conosciuto come Hawks, non riusciva a trovare una spiegazione logica, razionale ma soprattutto soddisfacente che potesse giustificare il proprio comportamento. Era l’ultima notte dell’anno, avrebbe potuto essere ovunque a festeggiare, invece aveva acconsentito ad incontrare Dabi anzi il Pro Hero, Todoroki Touya, sul tetto di quel palazzo. Sembrava una barzelletta. Uno dei Villain più pericolosi e ricercati della nazione si trovava a pochi metri da quegli stessi Heroes che gli stavano dando la caccia. Quella recita, come la chiamava Touya, stava assumendo sempre più i contorni di una commedia. 

Si accese distrattamente una sigaretta. Hawks non aveva mai amato particolarmente il fumo, era solo l’ennesimo tentativo di combattere lo stress di quelle ultime settimane. Aveva semplicemente trovato un pacchetto abbandonato su uno dei divani del quartier generale e se ne era impossessato. D’altronde la sua carriera criminale era iniziata in quel modo, grazie a dei piccoli furti. Prese una lunga boccata, osservando il cielo sopra la propria testa. In momenti simili era inevitabile tornare con la mente al passato. 

Poteva udire la musica provenire dai piani inferiori di quell’edificio brulicante di eroi. Gli venne la nausea. La società dei superuomini non era altro che una sottile e fragile illusione. Lo aveva imparato a proprie spese e ne portava i segni sulla propria pelle. Quando il piccolo Takami Keigo ne aveva avuto bisogno, nessun Hero era corso in suo aiuto. In fondo, non valeva la pena proteggere la moglie e il figlio di un criminale. 

Era stato Endeavor a porre la propria firma sul primo atto di quella tragedia, arrestando Takami senior. A quel pensiero Hawks non riuscì a impedire all'ennesimo sorriso di illuminargli il volto. Per uno strano scherzo del destino, il Flame Hero era anche il padre di Touya. Di quello stesso idiota che lo aveva convinto a compiere una simile follia. 

Più ci pensava e più il Villain non riusciva a darsi pace. Non si sarebbe mai fidato del Blue Flame Hero. Non poteva farlo. Il suo atteggiamento appariva troppo ambiguo e anche se le sue motivazioni parevano sensate, Touya sarebbe sempre rimasto il figlio dell'attuale Number One. 

Hawks non avrebbe mai confidato nelle parole di un Hero, soprattutto in quelle di un Todoroki. Touya però non era suo padre, chiunque avrebbe potuto notare la differenza abissale tra loro. Quando Hawks aveva visto il giovane Number Three passeggiare tranquillamente per il loro quartier generale non poteva credere ai propri occhi. Shigaraki lo aveva accolto prima dell’Unione e poi nel Fronte di Liberazione.

“Se lo desideri puoi sempre metterlo alla prova” gli aveva sussurrato poco prima di andarsene, e Hawks lo aveva fatto. Touya però sembrava essere sempre un passo avanti a lui. Non solo era un eroe perfetto ma anche il Villain perfetto, completava con successo qualsiasi incarico che gli venisse affidato. Era seccante oltre che pericoloso. Avere a che fare con un Pro Hero poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio soprattutto se quell’eroe era un Todoroki. 

Hawks scosse la testa esasperato. Poteva continuare a raccontarsi quella storia, di quanto odiasse Dabi e ciò che rappresentava, ma non avrebbe cambiato il fatto di averlo raggiunto per l’ultima notte dell’anno. Todoroki Touya era l’essere più irritante e fastidioso che avesse mai avuto la sfortuna di incontrare eppure il Villain alato non era riuscito a rifiutare quell’invito. Forse una parte di lui desiderava solo vedere fin dove il Blue Flame si sarebbe spinto con quella follia. Hawks non era uno stupido. Sapeva come Dabi fosse una spia. Lo aveva sempre saputo. Aveva solo bisogno di trovare delle prove concrete che potessero smascherarlo. Il primogenito di Endeavor però non la smetteva di sorprenderlo. Il loro rapporto era mutato in quelle ultime settimane e Hawks avvertiva di come fossero pericolosamente vicini a raggiungere e superare il punto di non ritorno. 

La cosa che maggiormente lo infastidiva era lo sguardo del Blue Flame Hero, quelle iridi troppo azzurre. Touya per sua stessa ammissione era stato allevato per diventare il più grande degli eroi. Endeavor però lo aveva protetto dall’oscurità di quel mondo. Dabi aveva sempre visto solo la facciata luminosa di quella società e non le tenebre sulle quali era stata costruita. Il buio nel quale lui era cresciuto.

Le loro storie erano opposte ma avevano parecchi punti in comune. 

Fu il frastuono dei fuochi d’artificio a riportarlo alla realtà. Come sempre aveva finito con l’indugiare troppo sui propri pensieri. Hawks gettò un’ultima occhiata al cielo prima di spegnere la sigaretta per concentrarsi sul suono di alcuni passi, seguiti dal rumore di una porta sbattuta con forza. Lo spettacolo pirotecnico che accompagnava l’arrivo del nuovo anno non era terminato che Todoroki Touya stava in piedi davanti a lui. Aveva i capelli in disordine, la camicia sbottonata e il fiatone ma al Villain non era mai parso tanto bello.

“Prendi fiato, hai un aspetto orribile” fu tutto ciò che riuscì a dire. Touya però sorrise e Hawks capì di essere finito in trappola.

 

***

 

Tra un falso sorriso ed una stretta di mano, Todorki Touya continuava ad osservare il proprio orologio da polso dandosi mentalmente dell’idiota. Non sapeva nemmeno come gli fosse venuta un’idea simile. Aveva quasi pregato uno dei Villain più pericolosi in circolazione a raggiungerlo sul tetto di quel palazzo. Afferrò l’ennesimo flute di champagne dal vassoio di uno dei camerieri presenti. Lo stava facendo solo per la missione. Il Number Three Hero continuava a ripeterlo nella propria mente come un mantra. 

Dabi aveva assunto quell’incarico affidatogli direttamente dalla Commissione per la Pubblica Sicurezza perché sapeva di essere il solo a poterlo completare con successo. Era stato messo con le spalle al muro e ancora una volta, il proprio senso del dovere aveva prevalso.

Fu in quel momento che i suoi occhi incrociarono quelli della donna a capo della Commissione. La Presidente gli sorrise con cortesia prima di avvicinarsi insieme al proprio entourage. 

Solo di recente, Touya aveva iniziato a comprendere la verità nascosta dietro agli strati di menzogne con i quali stato cresciuto. Il mondo non era diviso in bianco o nero ma possedeva una scala infinita di grigi. Gli Heroes non erano infallibili ma dei semplici esseri umani. Le immagini dell’ultimo combattimento di All Might gli tornarono alla mente, implacabili, come degli spezzoni di un vecchio film. Non avevano potuto fare nulla per aiutare il Simbolo della Pace. Il senso di impotenza che aveva accompagnato Touya in quei giorni era stato in parte mitigato dalla reazione di suo padre di fronte all’inaspettata promozione a Number One. Anche Dabi aveva visto il proprio nome avanzare in classifica ma non ci aveva dato troppo peso, non ne aveva avuto il tempo

Avvicinò il bicchiere alle labbra, prendendo un lungo sorso e gettando l’ennesimo sguardo al proprio orologio. Tutti i presenti in quella sala, lui per primo, possedevano diverse maschere, alcune da indossare in pubblico e altre in privato. Touya si era sempre considerato un mero attore in quello spettacolo. Non era altro che un burattino, manovrato dalle mani di sapienti registi. Paradossalmente aveva iniziato a sentirsi libero quando aveva accettato quell’incarico sotto copertura. I Villain si mostravano sempre per quello che erano e non cercavano di nascondere con belle parole i propri obiettivi. Si trovò a fissare la figura di suo padre, impiegato in una conversazione con il Number Two. Se il mondo avesse visto il vero volto del grande Endeavor, conosciuto la storia della propria famiglia, preferì non immaginarlo, cercando conforto nell’alcol. Gli Heroes si trovavano in una situazione pericolosa, dovevano agire con cautela. Ripensò a Hawks e alla sua storia. Sarebbe bastato davvero poco nel suo caso per cambiare le cose, come tendere una mano a un bambino spaventato. 

Era inutile cullarsi in una simile fantasia, immaginare una realtà diversa non avrebbe portato a nulla. Ognuno di loro portava sulle spalle il peso delle proprie decisioni. La Presidente intanto lo aveva raggiunto per augurargli buon anno. Touya si esibì nell’ennesima impeccabile performance. Il Pro Hero era nauseato da quella situazione, ancora di più quando lesse il contenuto di un messaggio che la donna gli aveva infilato in tasca. 

Contiamo che riprenderai a breve il tuo incarico. Abbiamo bisogno di maggiori informazioni sull’Organizzazione.

Poche righe che però non migliorarono il suo umore. Desiderava incontrare Hawks. Sorrise per l’assurdità di quel pensiero. Persino trascorrere la serata in compagnia di un Villain gli appariva come una prospettiva più allettante che rimanere in quella stanza. 

Si chiese se Hawks sarebbe venuto per davvero. In fondo si era trattato di un suo capriccio, come la scommessa in cui lo aveva coinvolto la notte della Vigilia di Natale. Più tempo passava in sua compagnia e più la propria convinzione vacillava. Scoprire il passato di Hawks era stata una sorpresa, come il venire a conoscenza dell’origine del suo odio per Endeavor. Touya non se la sentiva di difendere suo padre ma probabilmente avrebbe finito con l’agire allo stesso modo. Todoroki Enji aveva arrestato un criminale. Si era limitato a svolgere il proprio incarico come Hero. Erano altri che avrebbero dovuto occuparsi del piccolo Keigo e di sua madre. 

Dabi non aveva mai riflettuto su quanto delicata e complicata fosse quella professione. Chi decideva il margine d’azione di un Hero? Cosa era giusto fare in quanto rappresentanti della giustizia? Spettava a Endeavor il compito di aiutare Hawks? E se non lui, chi avrebbe dovuto intervenire?

Più Touya ci pensava e più non riusciva a trovare una risposta a tutti quegli interrogativi. Si era trovato spesso a collaborare con la Commissione, aveva visto con i propri occhi come quegli individui intendevano preservare l’equilibrio della società.

La mano di Best Jeanist sulla sua spalla lo riportò alla realtà.

“Ti stai divertendo?” domandò il Number Two con il solito garbo che lo contraddistingueva. Touya annuì distrattamente prendendo un ultimo sorso di champagne. Aveva terminato l’ennesimo bicchiere e mancava ancora troppo alla mezzanotte.

“Hai la stessa espressione di qualcuno a cui non calzano bene le cuciture del proprio denim” Dabi accennò ad un sorriso. Quel modo di parlare di Jeanist lo aveva sempre divertito.

“Tuo padre mi ha accennato al fatto che ti sei trovato una ragazza” riprese il Number Two dopo qualche minuto. Touya alzò gli occhi al cielo imprecando sottovoce.

Era stata tutta colpa di sua madre. Dal giorno in cui aveva origliato la sua conversazione con Hawks si era fatta quell’assurda idea. Todoroki Rei però non si era limitata a quello, ma aveva sentito il bisogno di avvisare anche il resto della famiglia, Endeavor in primis. Touya aveva negato con tutte le proprie forze ma non era servito.

“Non ho una ragazza” si limitò a rispondere per l’ennesima volta, cercando di darsi un contegno.

“Allora perché continui a controllare l’ora?” Touya deglutì dandosi dell’idiota. 

“Ho un appuntamento appena dopo la mezzanotte” confessò con un sospiro, prima di essere colto da un’illuminazione.

“Jeanist, potrei chiederti il favore di distrarre mio padre in quel momento? Ho bisogno di allontanarmi solo per pochi minuti” il Number Two annuì.

“Conta pure su di me”

 

***

 

Mentre gli Heroes presenti erano impegnati nel count down per il nuovo anno, Touya recuperò un paio di flute di champagne e scomparve dietro una delle uscite di servizio, dopo essersi scambiato uno sguardo d’intesa con il Number Two. 

Il ragazzo dai capelli bianchi poteva udire in lontananza il rumore dei primi fuochi d’artificio mentre percorreva velocemente le scale che lo avrebbero condotto sulla sommità dell’edificio. Aprì con urgenza la porta. I battiti impazziti del proprio cuore parvero calmarsi alla sola vista di Hawks appollaiato contro uno dei muri interni. L’ennesima esplosione li raggiunse finendo con l’illuminare i loro volti. Fu in quell’istante che Touya incrociò per la prima volta lo sguardo del Villain. Sorrise quasi senza accorgersene.

“Prendi fiato, hai un aspetto orribile” ovviamente Hawks doveva spezzare l’atmosfera

Il Blue Flame Hero però non si sarebbe aspettato nulla di diverso. Abbassò il capo solo per ammettere che sì, in quel momento aveva decisamente un aspetto trasandato.

“Non ne potevo più” fu il suo unico commento, dopo essersi sistemato alla bene e meglio la camicia. Hawks alzò un sopracciglio palesando tutto il proprio scetticismo.

“Povero Number Three” lo schernì.

Quello scambio di battute continuò per qualche minuto.

“Questo mondo fa schifo” concluse Dabi.

 

***

 

Quella notte non erano riusciti a trovare un punto d’intesa. Touya, come sempre, aveva cercato di conquistarsi la fiducia del Villain ma questi era rimasto ancorato sulle proprie posizioni. 

"Perché tra noi deve essere sempre tutto così difficile? Perché non riusciamo ad andare d’accordo?” Hawks si trovò a ripensare a quelle parole mentre osservava gli ultimi fuochi d’artificio svanire dietro l’orizzonte. La loro colorazione era bluastra, esattamente come le fiamme sprigionate dal Quirk di Dabi.

“Quando avevo bisogno di loro, gli Heroes mi hanno voltato le spalle” si era trovato a rispondere forse con troppa freddezza, anche se la verità nascosta dietro quelle parole era molto più complessa. 

Hawks non riusciva a mettere a tacere quella voce nella propria mente che gli sussurrava di guardarsi le spalle da Touya o dai Todoroki in generale. Quando però l’ennesimo lampo di luce illuminò quel viso incorniciato da folti capelli bianchi e due occhi azzurri incrociarono i suoi, il Villain sentì tutta quella sicurezza vacillare.

Stavano per incamminarsi su di un sentiero pericoloso. Touya forse non se ne rendeva conto ma lui si. Sarebbe bastato poco, come allungare una mano per afferrare quella del giovane Hero a pochi metri da lui per precipitare insieme nell’abisso. 

Preferì rivolgere la propria attenzione alla volta celeste, ignorando quell’ipotesi. Il Number Three intanto aveva appoggiato a terra il proprio bicchiere e si stava pericolosamente avvicinando. 

“Questo mondo fa schifo” fu il solo commento del primogenito di Endeavor mentre contemplava a sua volta il cielo.

“Vedo che te ne sei accorto eroe

“Meglio tardi che mani”

“È forse successo qualcosa?” indagò il Villain. Aveva intravisto una punta di oscurità negli occhi di Touya. Preferì non interrogarsi al riguardo, più volte aveva pensato a lui come un vero criminale. Sarebbe stato magnifico, il colpo decisivo per affossare il Number One e quella società. Fu allora che il ragazzo riprese a parlare;

“Stavo solo realizzando di quanto in quell’ambiente mi mancasse l’aria. Circondato da tutta quell’ipocrisia e falsità mi sentivo soffocare. Solo tra i Villain posso essere davvero me stesso” Hawks lo fissò, avrebbe tanto voluto credere a quelle parole.

“Cosa si prova a volare?” nemmeno il tempo di rispondere che Touya era nuovamente partito all’attacco. Spiazzandolo.

“Anche tu puoi farlo” si trovò quasi in dovere di ricordargli. Dabi sbuffò contrariato.

“Non è la stessa cosa” 

Esattamente come suo padre, il Blue Flame poteva utilizzare il proprio Quirk per librarsi in volo, ma ciò che si limitava a fare era più che altro evitare di cadere. 

“Puoi sempre buttarti dal tetto di questo edificio e scoprirlo” Hawks scoppiò a ridere notando l’espressione offesa comparsa sul viso dell’Hero.

“Sei un bastardo” sussurrò fra i denti.

“Sei tu che ti sei messo a fare domande idiote”

“La mia era semplice curiosità”

Fu in quel momento che lo spettacolo sopra le loro teste terminò definitivamente con un ultimo assordante botto.

“Il tuo Quirk può riprodurre dei fuochi come quelli?” si trovò a domandare Hawks indicando il cielo.

“Penso di si. Non ci ho mai provato”

“Non posso credere che il grande Endeavor non ti abbia insegnato una cosa tanto semplice” 

“Prestami qualche piuma e ti mostro i frutti di anni di allenamento”

Finivano sempre con il battibeccare in quel modo. C’erano momenti, come quello, in cui Touya arrivava quasi a scordarsi della propria missione, come del fatto che Hawks fosse un pericoloso criminale. Era una leggerezza che sapeva di non potersi permettere. Tornò a fissare la figura del Villain, studiandone il profilo illuminato da quell’ultimo spiraglio di luce.

“Ho forse qualcosa sulla faccia?” domandò il biondo con un tono fin troppo allegro.

“Non pensavo che saresti venuto davvero” ammise. Cambiare argomento in quei casi era la strategia migliore, anche se con Hawks sarebbe servito a poco.

“Dopo che mi hai tormentato per giorni con questa storia della scommessa”

“Potevi sempre rifiutare” gli fece notare.

“Così una volta tornato al quartier generale saresti stato ancora più insopportabile e appiccicoso”

“Non sono appiccicoso”

“Riconosci almeno di essere insopportabile”

“Neppure tu hai un carattere facile”

“Sono venuto qui perché non avevo di meglio da fare. Ti piace come risposta?” Hawks fece una pausa prima di aggiungere “Ironico come un criminale si possa essere avvicinato tanto ad un edificio pieno di Heroes”

“Abbiamo ridotto al minimo la sicurezza perché nessuno sarebbe stato tanto folle da attaccare”

“E se fossi io ora a commettere una tale pazzia? Mi fermeresti?” era l’ennesimo test. Touya sorrise alzando le spalle e attivando il proprio Quirk, anche se più che altro si limitò a giocare con una fiammella tra le proprie mani.

“Penso che non lo troveresti divertente. Metà degli Heroes presenti sono indeboliti dal alcool, anche mio padre” Il Villain sbuffò, ripiegando le proprie ali

“Hai ragione. Non ci sarebbe gusto ad infierire su di loro. Non sarebbe una vera vittoria” Dabi non smise di sorridere disperdendo la fiamma,

“Allora, ho superato il test?” domandò ironico

“Non era un test”

“Non mentirmi Hawks”

“Non potrei mai farlo, sai che non sono bravo quanto te” erano vicinissimi, nessuno dei due ci aveva fatto caso. Si guardarono negli occhi, specchiandosi uno delle iridi dell’altro. Calò un imbarazzante silenzio rotto solo dagli schiamazzi dei festeggiamenti che provenivano per strada. 

“Lo spettacolo è finito. Penso di dover rientrare” Touya avvertì di colpo la necessità di prendere le distanze dal Villain. Si era venuta a creare una strana atmosfera. Era meglio ripiegare prima di arrivare a commettere qualche pazzia.

“Hai ragione. Non vorrei mai incrociare la mia strada con quella di un alticcio Number One alla disperata ricerca del proprio erede” sorrisero entrambi.

Grazie per essere venuto

Touya avrebbe voluto pronunciare quelle parole ma finirono con il morirgli in gola. Si scambiarono un’ultima occhiata, il Villain si librò in volo dopo avergli sfiorato la spalla con una mano.

Il Blue Flame cercò di calmare i battiti del proprio cuore. Doveva ricomporsi prima di raggiungere suo padre e il resto degli Heroes. Quella situazione gli stava sfuggendo di mano.

 

***

 

Una volta rientrato al quartier generale Hawks imprecò. Stava diventando sempre più pericoloso trascorrere del tempo in compagnia del Number Three. Contò mentalmente quanti giorni lo separavano dalla scadenza di quella stupida scommessa, con il medesimo stato d’animo di un condannato a morte. Nella più ottimistica delle ipotesi avrebbe potuto evitare Touya fino a quel momento. Si passò una mano sul volto liberandolo dai propri occhiali. Era troppo intelligente per non sapere come sarebbe andata a finire quella storia.

Saperlo ed accettarlo però erano due cose differenti. Dabi era una spia, oltre che figlio di Endeavor, dell’Hero che gli aveva rovinato la vita.

Quella sera, Hawks non aveva saputo controllarsi, arrivando a sfiorargli una spalla. Era stato un gesto del tutto casuale, ma che aveva scatenato una serie di emozioni impreviste.

In quei pochi giorni si erano avvicinati più di quanto il Villain avrebbe voluto. Non era solo per colpa di quella scommessa. Touya si era ritagliato sempre più spazio nella sua vita e lui non aveva saputo o voluto cacciarlo. 

Si abbandonò sul proprio letto dopo essersi liberato dal pesante cappotto nero. Anche quella notte avrebbe nevicato pensò rivolgendo uno sguardo alla finestra. Hawks odiava davvero quella stagione, l’inverno portava sempre con sé sempre piccoli e grandi cambiamenti. Suo padre era stato arrestato in quel periodo, sua madre si era tolta la vita la notte della Vigilia di Natale e il suo primo arresto era avvenuto poco prima. Il fatto che anche il proprio compleanno cadesse in quei giorni era l’ennesima beffa del destino. 

Chiuse gli occhi, finendo con l’incontrare nuovamente la figura di Touya. Il suo sorriso. Imprecò affondando il volto tra i cuscini.

 

***

 

“Tuo padre ti stava cercando” Dabi annuì distrattamente alle parole di Best Jeanist, raggiungendolo. Si sentiva accaldato, soprattutto nel punto in cui la mano di Hawks lo aveva sfiorato.

“Tutto bene?” Domandò il Number Two con apprensione;

“Oh sì certo”

“Spero che l’appuntamento sia andato bene” 

“Non era un appuntamento” solo dopo aver pronunciato quelle parole si accorse del tono usato o della velocità con cui aveva risposto.

Il Number Two gli sorrise scuotendo il capo,

“Perdonami non volevo risultare invadente”

“Sono io che dovrei scusarmi Jeanist, dopo il grande favore che mi hai fatto, a proposito dov'è mio padre?” L’eroe indicò un punto imprecisato della sala. Endeavor spiccava circondato da un piccolo gruppo di Heroes e sembrava divertirsi. 

“Quanto ha bevuto?” Si informò,

“Direi parecchio ma non ha ancora iniziato a raccontare di quanto sia fiero del proprio primogenito” non aveva nemmeno terminato la frase che il Flame Hero li raggiunse,

“Mi sono ricordato di non avervi ancora presentato mio figlio Touya, anzi Dabi, è da poco diventato il Number Three…” la serata non sarebbe terminata tanto presto.

 

***

 

“Ho notato che ti sei assentato poco dopo il brindisi” 

Dabi se lo aspettava. Da quando aveva memoria non era mai riuscito ad ingannare suo padre, nonostante ci avesse provato. Il Number One aveva aspettato fossero soli, sulla vettura che li stava riaccompagnando a casa ed era partito all’attacco.

“So che stai lavorando a qualcosa di grosso, me ne ha accennato la Presidente” proseguì.

“Se lo sai allora non fare domande” sbottò il Blue Flame irritato, incrociando le braccia al petto

“C’entra qualcosa la misteriosa fidanzata di cui mi ha parlato tua madre?” Touya non riuscì più a trattenersi e gli scoppiò a ridere in faccia,

“E anche se fosse?” vista la reazione di Endeavor, Dabi aveva pensato che sarebbe stato divertente provocarlo, in fondo suo padre se lo meritava

“Quindi hai davvero una ragazza” concluse il Flame Hero sbiancando di colpo.

“Potresti anche levarti quell’espressione sorpresa dalla faccia?”

“Ecco, io..”

“Ho ventitré anni papà, anzi tra un paio di settimane ventiquattro” 

“Hai ragione” mormorò dopo qualche minuto. 

Touya si stava divertendo, non sapeva se per la reazione di Endeavor in sé o per il fatto che i suoi genitori avessero scambiato la sua relazione con Hawks per una fidanzata. Per un solo istante la sua mente gli ricordò di quel tocco sulla propria spalla accompagnato dallo sguardo dorato del Villain. L’Hero sbuffò.

Non poteva permettersi distrazioni. Hawks era solo un mezzo per raggiungere un fine. Troppe vite innocenti erano in gioco, come il futuro stesso di quella società.

Anche Takami Keigo un tempo è stato una vittima. Gli Heroes lo hanno abbandonato.

Gli ricordò la propria coscienza.

“Papà, per caso, ti ricordi di aver arrestato un certo Villain di nome Takami?” Endeavor scosse la testa,

“Come mai ora mi fai questa domanda Touya? Non ne ho idea, ma se vuoi domani posso chiedere a Burnin di controllare tra gli archivi"

“Non serve, ci ho già pensato io” sbottò. Non sapeva cosa si fosse aspettato di diverso. Suo padre aveva compiuto centinaia se non migliaia di arresti durante la propria carriera. Non poteva certo rammentarsi di ogni singolo criminale che aveva consegnato alla giustizia.

“Ha forse a che fare con la tua missione?” indagò il Number One

“Non chiedere”

“Ti ho cresciuto per essere il più grande degli eroi Touya. Non mi aspetto nulla di diverso” ed ecco il solito, puntuale, discorso.

“Ho raggiunto la terza posizione, collaboro con la Pubblica Sicurezza, che altro vuoi da me?” Dabi iniziava ad essere stanco di quella recita.

Era stato sincero con Hawks, tra i Villain aveva sperimentato un tipo di libertà che non aveva mai provato. Il suo rapporto con Endeavor era complicato. Touya provava ancora del rancore verso suo padre anche se in parte, con la maturità, era arrivato a comprendere cosa lo avesse spinto a prendere certe decisioni. 

Il passato però non scompare e prima o poi torna a chiedere il conto. 

La menzogna che aveva utilizzato per essere accolto fra i Villain aveva un fondo di verità. Era stanco di essere considerato l’eroe o il figlio perfetto, per una volta avrebbe voluto essere trattato come i suoi fratelli. Natsuo e Fuyumi avevano scelto da soli il proprio destino e in parte lo aveva fatto anche il piccolo Shouto. 

Nonostante Touya avesse desiderato con ogni fibra del proprio corpo di diventare un Hero certe volte la pressione era troppa. Da quando All Might si era ritirato e Endeavor aveva conquistato la vetta, questo discorso era diventato ancora più insopportabile e opprimente.

“Voglio solo che tu possa ottenere tutto ciò che io non ho mai avuto” ammise il Number One passandosi una mano sul volto. Touya lo ignorò preferendo osservare il paesaggio fuori dal finestrino. 

Rimasero in silenzio per tutto il resto del viaggio.

Mezz’ora dopo giunsero a destinazione.

“Buonanotte papà. Domani tornerò alla mia missione” e a Hawks, alla nostra scommessa.

“Fa attenzione” ma Touya era già sparito oltre la porta.



 
  
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