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Autore: LadyHeather83    02/03/2023    0 recensioni
Dopo gli eventi di Namecc chi è sopravvissuto torna sul pianeta Terra, ed è da qui che inizierò a raccontare la mia storia e il mio punto di vista su quello che non ci hanno mai raccontato prima.
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avevano trascorso una bellissima nottata lui e Bulma.
Peccato che dopo aver fatto l'amore per due volte consecutive, Yamcha era riuscito ad addormentarsi senza problemi, mentre lei era rimasta sveglia tutta la notta a rimuginare sul fatto che, forse, non provava più per lui le stesse cose.
Gli voleva bene, questo era certo, ma dire che l'amava era tutta un'altra storia.
Bulma si alzò dal letto appena i raggi di un timido sole fecero capolino sul sul volto stanco.
Andò in bagno e strofinò i denti, per poi passare a lavarsi la faccia e infilarsi qualcosa di sportivo che avrebbe portato sotto il camice da laboratorio.
Prima di uscire dalla sua camera da letto, volse un ultimo sguardo quello che era il suo attuale ragazzo.
Il cuore non le mandò nessun segnale, anzi, la infastidiva vederlo dormire mentre incombe su di loro una minaccia più grande.
Digrignò i denti ed ebbe l'istinto di togliergli le coperte di dosso e buttarlo giù dal letto, ma quando fece per avvicinarsi sentì il tonfo della porta d'ingresso che si chiuse.
Bulma si avvicinò lentamente alla finestra semi aperta e guardò giù.
Vide Vegeta raggiungere con pochi passi la Gravity Room che stazionava in giardino.
Suo padre gli disse di provarla per scovare eventuali anomalie.
Sorrise e il suo cuore iniziò a riscaldarle l'anima e a farle tremare le ginocchia per l'emozione.
Si morse il labbro inferiore e velocemente scese giù in cucina, chissà se Vegeta aveva già fatto colazione.
Ci trovò sua madre cinguettante che sfornava una torta al cioccolato. Che buon profumo che aveva.
"Oh! Buongiorno, tesoro. Vuoi un pezzo di dolce?" Chiese mentre l'appoggiava sull'alzatina e la cospargeva di zucchero a velo.
"Sembra ottimo!"
La svampita prese un coltello e ne tagliò una fetta che adagiò su un piattino, Bulma non usò la posata che le aveva allungato, preferendo mangiarla con le mani.
"Lo è." Esclamò con la bocca piena buttando giù un boccone.
"Caffè?"
"Nero!"
"Non hai chiuso occhio stanotte, non è così?"
"Rimuginavo su questi cyborg..."
"Non sei tu che ci devi pensare. Vegeta ci proteggerà, vedrai. E poi c'è anche Goku, Crilin..." Incredibile come che alla mamma di Bulma non venne in mente di nominare Yamcha.
"Vegeta sta provando la camera gravitazionale..."
"Sì, non ha nemmeno voluto fare colazione."
Bulma stava per prendere un vassoio con ogni ben di dio da portargli, quando lo spilungone fece il suo ingresso in cucina sbadigliando sonoramente.
Subito le salì il nervoso e digrignò i denti mascherando il disagio come meglio poteva.
"Oh! Ben svegliato, Yamcha!" Cinguettò la bionda sorridendo "... Vai ad allenarti anche tu con Vegeta?"
Yamcha avrebbe preferito sgozzarsi con le stesse mani piuttosto di condividere un allenamento con quell'assassino, e ancora non si capacitava come la fidanzata abbia potuto giocargli un tiro così mancino.
Bulma era di spalle e il suo attuale fidanzato non riuscí a vedere la sua faccia schifata.
"No, ma vado in palestra."
"Potresti allenarti con Crilin o Tensing." Propose l'azzurra in uno squittio.
"Con Genio? No, non ne ho voglia."
Yamcha bevve d'un sorso il caffè e prima di uscire imburrò una fetta di pane morbida e l'addentò.
A Bulma per poco non partì un embolo, sembrava che lo spilungone non avesse voglia di mettersi alla prova o di proteggere il suo pianeta, o lei.
Poco le importava, ci avrebbero pensato Vegeta e Goku.
Con aria spocchiosa prese il vassoio e si diresse fuori casa con l'intenzione di servire la colazione al Saiyan.
Almeno lui provava a fare qualcosa di concreto e il minimo che potesse fare Bulma era aiutarlo.
Deglutì il nulla, non che Vegeta la intimorisse, ma il fatto era che una volta arrivata davanti la camera gravitazionale, il suo cuore iniziò a battere in maniera irregolare e le dita delle mani s'intorpidirono, tant'è che rischiò di fare cadere il vassoio e il suo contenuto sul prato.
"Diamine! Che ti prende, Bulma?" Si chiese mentalmente facendo un bel respiro profondo, e una volta calmata del tutto, riuscì a trovare il coraggio di pigiare il tasto di chiamata.
Il Saiyan non rispose e dall'interno non proveniva alcun rumore.
Suonò di nuovo e questa volta azionò la telecamera per vedere all'interno: Vegeta si trovava in piedi, di fronte la consolle di comando e non faceva nulla.
Bulma allora aprì la porta notando che la macchina era spenta e lei non correva alcun pericolo.
"Posso entrare?" Domandò timidamente.
"Che vuoi?" Il Saiyan non la degnò di uno sguardo.
"Ti ho portato la colazione, mamma ha appena sfornato una torta."
"Lascia tutto lì per terra, e vieni subito qui."
Vegeta non era un cane e non meritava che Bulma gli mettesse il cibo in terra, così poggiò il tutto sopra il bancone all'ingresso, quello che fungeva da dispositivo di emergenza.
Bulma avanzò guardinga e solo dopo pochi passi riuscì a raggiungerlo.
"Aggiustalo!" Le ordinò indicando la tastiera schiacciata e che scintillava.
Bulma strabuzzò gli occhi "Ma che hai fatto? Mi ci vorranno delle ore."
"Beh! Allora è meglio che inizi subito." Disse uscendo di lì prendendo la torta.
*
Quel rozzo di un Saiyan, nel tentativo di avviare la macchina, ruppe il pulsante e dal nervoso ci scagliò anche un pugno.
Bulma ci lavorò cinque ore, senza nemmeno fare una pausa, ma alla fine riuscì ad aggiustare il tutto.
Fece alcune prove in sicurezza, indossando una tuta speciale che la riparò dalla gravità non troppo alta.
"Perfetto!" Esclamò poi togliendosi il casco e l'imbragatura nell'esatto momento in cui entrò Vegeta per vedere come procedevano le riparazioni. Spazientito, ovviamente.
Perché a causa di quell'inconveniente e dell'incapacità dei terrestri di avere una camera gravitazionale di riserva, lui aveva perso ore preziose che invece avrebbe dedicato ad allenarsi.
"Era ora!" Esordì il Saiyan scacciando via di malomodo la scienziata.
"È questo il tuo ringraziamento?"
"Vattene!" Le disse guardandola di traverso "... Mi stai innervosendo."
"Buon allenamento!" Gli augurò retorica  prendendo armi e bagagli, per poi lasciare quel luogo con il cuore galoppante nel petto.
Bulma si appoggiò alla parete metallica e respirò affannosamente.
"Che mi sta succedendo?" Si domandò riprendendo il cammino verso casa.
*
Trascorsero le settimane e i mesi, fino ad arrivare al compimento del primo anno dall'annunciazio e dell'arrivo dei cyborg.
Le cose tra Bulma e Yamcha andarono sempre via via peggiorando, fino a che una sera, il terrestre rincasò ubriaco fradicio dopo una rimpatriata con la sua ex squadra di baseball.
Bulma non lo aveva aspettato alzato, ma si trovava in cucina a tarda notte, indossando un pigiama molto sexy corredata di vestaglia di raso nera.
Sorseggiava un caffè mentre analizzava degli schemi relativi a un nuovo prototipo di Gravity Room.
Vegeta ormai tollerava alla perfezione la gravità trecento e aveva bisogno di più potenza per spingersi oltre il limite.
In tutti quei mesi non aveva mai parlato con Kakaroth e non gli aveva mai fatto visita, non gli importava sapere quello che stava facendo o confrontarsi su un possibile allenamento.
Era capitato che Goku facesse visita all'amica, ma non di certo per controllare la sua nemesi, più che altro perché a Chichi servivano degli elettrodomestici nuovi.
Yamcha percorse il corridoio in maniera claudicante, non riusciva a reggersi in piedi e dopo pochi passi riuscì a reggersi grazie a un mobiletto attaccato alla parete, che per la cronaca finì schiacciato sotto il peso del terrestre, e il vaso da fiori finì in frantumi.
Bulma sussultò e saltò dalla sedia, età talmente concentrata che non aveva udito il rumore della porta che si apriva.
Si precipitò di corsa fuori dalla cucina brandendo un mestolo di legno, ovvero la prima arma che aveva a portata di mano.
Quando vide il suo ragazzo stramazzato al suolo d'istinto le venne di romperglielo su quella sua testaccia.
Yamcha alzò il volto assonnato in direzione della ragazza e si alzò.
"Sei deficiente? Mi hai spaventata."
Yamcha la guardò inebetito per poi scoppiare a ridere.
"Tu? Che hai paura? Questa sì che è bella."
"Vai a letto, Yamcha, sei ubriaco."
Bulma si voltó e gli diede erroneamente le spalle.
Quella sottoveste era tremendamente sexy che i pantaloni di Yamcha iniziarono a stargli stretti all'altezza del cavallo, risvegliando in lui un istinto animalesco e primordiale.
La prese per i fianchi e la bloccò con la schiena al muro, baciandola.
Bulma sentì la vodka di cui ne era impregnata la sua lingua.
Schifata si divincolò rompendo la connessione con lui.
Yamcha le stringeva le spalle e le faceva tremendamente male.
"Lasciami!" Gli ordinò a denti stretti.
Ma Yamcha la desiderava più di ogni altra cosa, erano settimane che non s'infilava nel suo letto a causa di quel Saiyan che la costringeva a rimanere in laboratorio fino a tarda notte.
"Facciamo l'amore, Bulma. Ti voglio."
L'azzurra scostò la faccia quando percepì l'alito di Yamcha e il suo retrogusto alcolico entrare nelle narici.
"Sei ubriaco. Vai a letto. Ne riparleremo domani."
"Do-domani?" Lo spilungone, senza saperlo, strinse ancora di più le mani attorno alle spalle di lei.
"Mi-mi fai male." Sussurrò per non urlare e rischiare di svegliare i suoi genitori.
Ma Yamcha non voleva sentire ragioni, si era messo in testa che voleva Bulma e l'avrebbe avuta.
Ormai il suo cervello era annebbiato dai fumi dell'alcol e il cavallo dei pantaloni chiamava di essere aperto per liberare il suo contenuto.
Non era sua intenzione fare del male alla sua ragazza, ma ormai era partito per la tangente e la sua testa gli stava suggerendo che Bulma era pronta per lui.
Le mani di Yamcha vagavano per tutto il corpo di Bulma, soffermandosi sui seni generosi facendole inturgidire i capezzoli.
"Vedi che lo vuoi anche tu?" Le alitò nuovamente sul volto catturandone le labbra.
"Lasciami subito andare."
Yamcha però non ci stava subire quell'umiliazione, non comandava lei e per farglielo capire alzò una mano in alto, la quale venne bloccata subito dopo.
"Sei sordo, forse?"
Bulma riconobbe quella sagoma e quella voce nascosta dal buio: Vegeta.
Subito tirò un sospiro di sollievo quando prese il terrestre e lo scaraventò fuori di casa.
Ovviamente non lo fece passare dalla porta principale, ma bensì da un paio di pareti, fino a che non stramazzò svenuto sul prato, annaffiato poi dall'acqua degli idranti automatici.
"Gra-grazie." Farfugliò lei coprendosi il petto con la vestaglia.
"Non devi, mi avete svegliato." Aggiunse riluttante e infastidito tornandosene dritto a letto.
Bulma lo vide sparire nel buio del corridoio, poi volse lo sguardo verso la breccia aperta nella parete e vide Yamcha ronfare nella posizione ad Angelo e le salì il nervoso più assoluto.
*
Continua

 

  
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