Serie TV > Il paradiso delle signore
Ricorda la storia  |      
Autore: Pesca_Pinky    02/03/2023    0 recensioni
"Piuttosto che coinvolgermi in uno scandalo, hai preferito sparire nell ombra... Questa come vogliamo chiamarla... Fedeltà? Per me è molto di più"
"Adelaide, io"
"Nessuno pretende niente da te... Non qui... Non ora"
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ma Marcello non voleva andare via senza nemmeno provare a baciarla. Era ciò che sentiva di fare, ed è quello che fece. Le baciò le labbra, e quando si sentì ricambiato prese a sfamarsi di lei mentre le mani scendevano sui fianchi per poi salire ed affondare nei boccoli rossi. E di impeto si ritrovò alle sue spalle e scostandole i capelli prese a baciarle il collo mentre Adelaide si abbandonava sul suo petto come se non aspettasse altro da lui. Stava succedendo di nuovo, eppure non doveva succedere più. Ma erano lì, a mandare all'aria tutti quei buoni propositi che Adelaide aveva messo in chiaro, scivolati via come il vestito nero dalla pelle d'avorio della contessa, che Marcello aveva aperto mentre baciava ogni millimetro del suo collo e della nuca. Bruciava di desiderio Adelaide, come gli stoppini di quelle candele accese nell'attesa che arrivasse e aveva liberato i piedi dall'abito sul pavimento mentre era tornata a baciare Marcello premendo i suoi seni contro la camicia di lui dopo che gli aveva tolto la giacca, "andiamo in camera" sussurrò Adelaide a Marcello mentre le baciava il collo. Si dirissero lungo il corridoio della villa, che portava alle camere da letto, fermandosi a baciarsi lungo le pareti mentre le mani di Marcello scivolavano lungo i fianchi di Adelaide e le mani di lei gli sbottonavano la camicia. Arrivati, la contessa accese la luce ed entrò per prima fermandosi vicino alla specchiera in legno scuro, si osservò i boccoli scapigliati e mise quindi una mano tra i capelli per sistemarli ma Barbieri, che si era fermato a chiudere la porta, la sopraggiunse e riprese a baciarla con più foga come se volesse recuperare ogni secondo passato a non poterlo fare, a non potersi mischiare i respiri. E insieme ai respiri crescevano i desideri, e si slacciò i pantaloni mentre Adelaide gli toglieva la cravatta. E poi Ade rimase nuda, i respiri pesanti, i brividi sulla pelle quando la mano si lui si face spazio tra le lunghe gambe di lei, insinuando le sue dita sempre più in profondità mentre l'altra mano scivolava lungo la schiena della contessa che si abbandonava a quei tocchi e a quelle dita, sollevando la testa ansimando sommessamente; Marcello tolse le dita umide e le pose sulle labbra di Adelaide che leccò senza esitazione, provocando in lui un fremito di desiderio e piacere che non riusciva più a contenere nei pantaloni. Afferrò dai glutei Adelaide e iniziò a penetrarla con colpi sempre più profondi, mentre la cingeva salda con le sue braccia, le gambe si strinsero sui fianchi di Marcello e la schiena di lei contro le ante dell'armadio che sobbalzavano al ritmo che il giovane Barbieri stava perpetrando in Adelaide; ed erano incastrati così, il viso sulla spalla destra di lui i polpastrelli di una mano che affondavano nella camicia, l'altra sulla nuca, tra i capelli, a tirarlo a sé, fusi, in gemiti misti al picchiettio del legno sul muro, in maniera quasi inconsapevole come la décolleté nera che le si era sfilata dal piede ed era caduta sul pavimento in graniglia. E si sa, nel silenzio della notte ogni rumore è amplificato, ma a loro non importava. Così, in quel momento Marcello si fermò, e lei sollevò la testa aprendo gli occhi e liberando dalle palpebre i due iridi azzurri che si incrociarono con quelli neri di lui, "è così bello stare così, occhi negli occhi, no?" le disse deglutendo, lei capì che lui ricordava ogni cosa di lei e questo suo essere attento nei suoi confronti la faceva sentire importante e desiderata come mai fino a quel momento, ma non volle dirgli nulla; "sei già stanco, Barbieri?" sussurrò, "lei crede, Contessa?" provocò lui senza staccare gli occhi dai suoi; nello stesso istante si aprirono i loro sorrisi, divertiti e complici come se non avessero fatto altro nella vita che stuzzicarsi e baciarsi e curarsi le ferite, e viversi senza pensare a loro nient'altro che a loro. Lui la condusse verso il letto, lei lo spogliò di ciò che gli era rimasto, senza pensare a dove stavano lasciando gli indumenti, disfarono il letto, lei sotto e lui sopra che continuava a baciarle ogni lembo di pelle, in una sorta di adorazione verso ogni millimetro del suo corpo; partendo dalla base del collo scese fino al pube dove Adelaide lo spinse con una mano affinché scendesse a darle ancora più piacere, e mentre lui giocava con la lingua sul clitoride, lei stringeva le lenzuola nei pugni, sempre più eccitata come Marcello, che ritornò su di lei baciandole la fronte la punta del naso le labbra e ricominciò a penetrarla, mentre Ade affondava, nel cuscino bianco la testa rivolta all'indietro e le dita affusolate a graffiargli la pelle della schiena, ma lui sentiva solo il calore dei loro corpi e il respiro affannato che li rendeva complici, e ancora una volta univa le loro anime, al di là dei corpi, come fossero una sola persona. Finché lui non ebbe finito. E si lasciò andare sul letto inspirando ed espirando profondamente. Spostò il ciuffo cadutogli sulla fronte, si girò verso Ade baciandole il braccio e lei si voltò verso di lui; Marcello si specchiò nei suoi occhi, profondi e azzurri come due laghi di montagna con cui riusciva a dissetarsi senza bere, le spostò un boccolo dal viso e continuò ad accarezzare i lineamenti con un dito. Restarono lì, in silenzio, guardandosi negli occhi. Nessuno dei due voleva ricordare quel niente tra loro, ma nemmeno pensare a che nome dare a quel niente. Erano lì insieme e questo bastava. Poi lo sguardo di Marcello finì sul comodino di lei, dove c'era un libro. Si allungò e lo prese leggendo il titolo, "poesie d'amore. Contessa, non la facevo romantica" disse mentre lei tirò via dalle mani il libro che aveva iniziato a leggere nelle sere precedenti, quando il sonno tardava ad arrivare in preda a mille pensieri. "È un libro a caso Barbieri, dovresti leggere di più anche tu" - "se mi inviti più spesso da te potremmo leggere insieme", Ade percepì tutto men che la volontà sua di leggere insieme, e trattenne una risata scostando la testa dal lato opposto; "però se sorridi così..." - "cosa?" gli chiese lei con le gote arrossate continuando maldestramente a soffocare la risata mentre gli occhi le brillavano - "se ridi, se ridi eh se ridi io devo baciarti" rispose lui sollevandosi per andare a cercare la sua bocca mentre le solleticava un fianco per sentirla finalmente ridere senza freni e lui le baciò il sorriso tre quattro volte, delicatamente e sorridendo a sua volta. Adelaide si fece seria, lo scrutò con lo sguardo, lui si scostò, non capiva cosa le stesse passando per la testa, aveva forse sbagliato qualcosa? Si spostò schiarì la gola, si fermò, non sapeva se alzarsi o restare lì; se chiederle qualcosa e cosa, senza essere invadente, provò a formulare qualche parola di senso compiuto, non sapeva cosa dire, forse, aveva esagerato? Ma subito Adelaide si sollevò, mettendogli un dito sulla bocca "ssh ssssh" sibilò, e gli si sedette sul pube come un'amazzone giunonica, da quella visuale poteva guidare lei il gioco invece lui la vedeva per la prima volta così dal basso, ed era una delle visioni più belle che i suoi occhi avessero visto fino a quel momento, nemmeno Ludovica si era spinta a tanto; Adelaide era su di lui, come una dea, i seni turgidi, i fianchi esili, la pelle pallida, gli occhi di ghiaccio con lo sguardo desideroso di condurre lei i giochi; Marcello sentì il suo piacere crescere e percorrergli la schiena, lo stesso brivido che provava lei sentendosi libera, libera e desiderata come non le capitava da tempo. Quel tempo speso dietro gli uomini sbagliati, Umberto prima, Ravasi poi. Così si piegò a baciare Marcello, gli morse il labbro inferiore lo succhiò, scese verso i pettorali, lasciandogli dei baci sparsi, sul suo respiro affannato, e tornò dritta con la schiena strofinando la sua intimità con quella di lui, due, tre, quattro volte. Voleva vederlo esplodere, sapeva di poterci riuscire. Lui si sollevò e iniziò a baciarle i seni, a giocare con la lingua con i suoi capezzoli, "Marcello!" ansimò lei, mentre il piacere di entrambi cresceva, lui riprese a baciarla voracemente, e nuovamente la testiera del letto tornava a battere rumorosamente ininterrottamente sul muro della camera. Sicuramente qualcuno degli abitanti di quella villa stava sentendo ma, a loro non interessava, erano lì a viversi, come avrebbero forse dovuto fare tempo prima, con quella passione travolgente ed incontenibile che ardeva sotto la loro pelle e dentro i loro occhi. Esistevano solo loro due lì, accaldati e felici, il resto non contava. Non quella notte almeno.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: Pesca_Pinky