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Autore: Dreamer47    05/03/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunter's legacies
Capitolo 49
 
"È tutto pronto!". 
Quelle parole scritte sul telefono la fecero trasalire, sgranando gli occhi e sentendo il cuore battere un po' più velocemente per l'agitazione: Charlie era veramente riuscita a decriptare quel libro insieme all'aiuto di Rowena, e adesso completare l'incantesimo spettava solamente alla strega. 
Sorrise amaramente, rimanendo sdraiata sul letto della sua nuova casa mentre ancora fissava lo schermo del suo telefono. 
Ironicamente pensò che non era così che si aspettava di continuare la sua vita, ma adesso non toccava più a lei: Abby aveva fatto tutto ciò che fosse in suo potere per salvare Dean; scosse la testa e si allungò leggermente verso il comodino per posare il cellulare, sentendo l'uomo che dormisse al suo fianco mugolare. 
Il sorriso di Abby si allargò di più e tirò un sospiro di sollievo mentre si meravigliava del fatto di non essere rimasta da sola dopo la scelta che avesse compiuto, e si portò le grosse mani di Edward sui fianchi per farsi stringere di più. 
Come ormai accadeva da quasi due settimane, Edward la strinse nel sonno come se fosse un istinto primordiale, facendo aderire i loro corpi e baciandole la tempia. 
Lo guardò dormire al suo fianco, ascoltò il suo respiro lento e profondo, ed Abby allungò le dita nella direzione del suo volto per sfiorargli timidamente gli zigomi. 
Lo guardava con ammirazione, ma soprattutto con gratitudine perché era solamente grazie a lui che Abby fosse riuscita ad andare via dal bunker. 
La ragazza sospirò appena divenendo più seria, ripensando ancora una volta alla grossa litigata che avesse avuto con Dean e che l'avesse costretta a lasciare la sua casa e la sua famiglia ed a trasferirsi molto lontano; aveva trovato una casetta nella prossimità di Summerfield, Lebanon, ed Abby non ci aveva pensato più di mezzo secondo prima di andarsene dal bunker e portare Mary via con sé dopo quella grossa lite. 
Si sistemò meglio al fianco di Edward che ancora la stringesse dai fianchi e sorrise nella sua direzione, appoggiandosi al cuscino mentre continuava a guardarlo con occhi sognanti. 
Prima che la situazione degenerasse con Dean, Abby stava seguendo un caso con i fratelli Winchester, avevano già iniziato a fare le tipiche domande una volta giunti sul luogo ma a circa metà delle loro indagini avevano scoperto che già altri due cacciatori fossero sulle tracce della creatura. 
Avevano incontrato Edward e Jimmy, ed Abby non aveva potuto impedire che un grande sorriso nascesse sul suo viso quando li riconobbe. 
Aveva abbracciato entrambi come se fossero amici di vecchia data, ma Edward l'aveva stretta in un modo così diverso ed intimo che fu impossibile per Sam e Dean non percepirlo.
Passò poco da quel momento, prima che Dean iniziasse a notare il modo strano in cui Edward guardasse Abby, il modo in cui le parlasse e come cercasse continuamente di aver un contatto fisico con lei, che fosse una carezza distratta o una stretta di mano di sfuggita; Abby si guardava sempre attorno ogni qualvolta Edward la sfiorasse, fino a quando sentiva lo sguardo di Dean su di sè e si allontanava. 
Il maggiore notò subito l'atteggiamento strano che avesse assunto Abby, riconoscendolo immediatamente perché anche lui lo aveva assunto quand'era stato a letto con quell'amazzone. 
Cercò di ignorare le battutine dell'uomo e le mancate risposte di Abby, che cercò in tutti i modi di dividere quel gruppo che si era venuto a formare per stanare solamente due Djinn, cercando anche di far ritirare Sam e Dean insieme a lei, per lasciare il caso a Edward e Jimmy, ma Dean non ne volle sapere, decidendo di restare e andando fino in fondo. 
E fu così che si ritrovò a puntare il coltello immerso di sangue delle due creature che giacessero a terra sul pavimento del magazzino abbandonato verso Edward, che sorrise divertito perché non ne fu davvero sorpreso: Edward aveva iniziato a chiedersi se sarebbe scattato per gelosia come avesse fatto l'ultima volta e mentre guardava Dean con aria di sfida ed un sopracciglio sollevato, ripensò alle parole che Abby gli avesse detto la mattina di quello stesso giorno quando gli aveva chiesto di raggiungerla nella sua stanza per ricordargli che lei stesse con Dean. 
"Perché ti comporti così davanti a Dean? Io e te ci siamo baciati, è stato fantastico e non avremmo dovuto, ma adesso..".
"Oh per favore, quello che c'è stato fra noi non c'entra nulla con questo. C'è stato molto di più di un bacio, o vuoi farmi credere che non senti questa sintonia anche tu?". Edward aveva scosso la testa e aveva fatto una smorfia quasi arrabbiata per ciò che la ragazza stesse pensando. Le si avvicinò velocemente, stringendo i muscoli della mascella ed irrigidendosi, giungendo a centimetri dal suo viso  per alternare lo sguardo fra le sue labbra così rosse e carnose ed i suoi occhi azzurri così confusi e spaventati. "Se ti tocca anche solo con un dito, lo ucciderò. Se ti fa del male, non mi tratterò come l'ultima volta". 
Abby lo aveva guardato con occhi lucidi mentre il cuore le batteva forte, galoppando nel petto come fosse pronto ad uscire. 
I suoi occhi nocciola erano fin troppo seri e la sua espressione contratta le suggeriva che facesse sul serio e che fosse rimasto turbato dal comportamento di Dean nel corso delle indagini del loro caso e che lo avesse valutato come una concreta minaccia per l'incolumità di Abby. 
"Non sai di che parli, Edward. Davvero. Dean preferirebbe morire che farmi del male".
Edward scosse la testa perché odiava il modo in cui Abby si ostinava a difenderlo e le si avvicinò ancora sollevandole il viso con due dita. Lesse nei suoi occhi alcuna traccia di paura nei confronti di Dean, eppure leggeva anche una certa confusione che chiaramente avesse anche a che vedere con lui. 
Accennò un sorriso dolce e per più di un istante lasciò scivolare lo sguardo sulle sue labbra, ricordando la loro ultima serata al bar ed al modo in cui adesso Edward conoscesse il suo sapore. 
Abby strinse la presa delicata attorno al polso della mano con cui Edward ancora le sfiorasse la guancia e sospirò, incrociando il suo sguardo ed accennando un sorriso speranzoso. 
"Non lo provocherò, anche se questo vorrà dire stare lontano da te. Promesso". 
Edward la guardò nello stesso modo con cui l'avesse guardata dalla prima volta in cui avesse posato gli occhi su di lei ed Abby si trovò a deglutire a vuoto, sentendo un enorme peso stazionare sul petto. 
Si era ripromessa che non avrebbe lasciato a sé stessa la possibilità di far accadere qualcos'altro fra loro, eppure in quel momento si sentiva profondamente intrappolata dagli occhi magnetici dell'uomo che le stesse davanti. 
Probabilmente Edward avrebbe annullato la distanza fra i loro volti ancora una volta ed Abby glielo avrebbe lasciato fare, se solo Sam non fosse entrato nella stanza in quel momento ed Abby non si fosse allontanata da lui con un balzo veloce. 

 
"Ma che stai facendo?". 
Abby lo richiamò strattonandolo per la maglietta per farsi guardare, ma Dean appariva sordo ai suoi richiami, limitandosi a guardare l'uomo di fronte a sé con astio, mentre sentiva il Marchio pulsare sul suo braccio e la brutta voglia di affondare il coltello dentro il suo petto crescere dentro di lui. 
Edward rimase tranquillo e sereno a guardarlo con un sorriso beffardo sul viso, iniziando a pensare che manovrare Dean fosse stato così semplice e che gli fossero bastate dei semplici gesti per far scaturire in lui il seme dell'incertezza, e sperò così tanto che Dean lo aggredisse solamente per dimostrare ad Abby che avesse ragione e che Dean non fosse l'uomo adatto per lei. 
Ma Dean spostò presto lo sguardo su Abby, che non aveva smesso un momento di richiamarlo, e quando incrociò i suoi occhi fiduciosi aprì di scatto la mano per lasciare cadere a terra il coltello; Dean non era affatto tranquillo, i dubbi continuavano a crescere dentro di sé, ma sapeva bene che il vero Dean, quello senza Marchio, non avrebbe mai ceduto alle provocazioni di Edward. 
Si adagiò su Abby e la ragazza lo tenne stretto fino a riportarlo nella loro auto seguito da Sam, che osservò il modo serio e preoccupato con cui Edward stesse guardando Abby. 
Sam si era messo alla guida ed Abby aveva stretto Dean a sé che ancora stesse cercando di dominare il Marchio, e guardò Edward e Jimmy mentre l'Impala lasciava quel magazzino per sempre. 
Edward aveva ragione. 
Tra di loro c'era un'enorme sintonia. 
Un'enorme connessione che li portava ad avvicinarsi come due calamite. 
In pochissimo tempo era riuscito a sostenerla come mai nessuno avesse fatto, nemmeno Dean. 
Eppure non riusciva neanche a pensare di lasciare andare Dean. 
Lo amava con ogni fibra del suo corpo. 
Si sarebbe strappata il cuore dal petto, se lui avesse perso il suo. 
Stavano solamente attraversando uno di quei momenti difficili. Era questo che Abby si ripeteva ogni sera. 
Dean era un brav'uomo, un ottimo compagno e padre. 
L'unico problema era il Marchio, che continuava a mettersi fra loro creando delle enormi voragini nel loro rapporto di cui Dean non provasse più neanche a parlarle. 
Quando Sam posteggiò nel parcheggio del motel, vide suo fratello maggiore uscire dall'Impala e raggiungere la sua stanza senza neanche dire una parola. 
Era arrabbiato, questo era palese. 
Sam rivolse uno sguardo ad Abby per capire se stesse bene, ma la trovò sconvolta, e solo in quel momento Sam capí perché Edward l'aveva guardata con tutta quella preoccupazione. 
Sia lui che Abby, erano abituati a guardare a Dean attraverso tutto l'amore che provassero per lui. 
E si, erano preoccupati, si, sapevano che non fosse più il vero lui da molto tempo, eppure continuavano ad esporlo a delle situazioni pericolose per una bomba ad orologeria come lui. 
Abby aveva distolto lo sguardo da Sam capendo che stessero pensando allo stesso modo e corse dietro a Dean, che nel frattempo era già entrato nella loro stanza. 
Abby aveva visto Dean infilarsi sotto la doccia per cercare di calmare un po' la sua rabbia e quei dubbi che avevano preso ad attanargli la testa, sperando che l'acqua fredda potesse lavarli via, invece rimasero appiccicati a lui senza speranza di poter scrollarli via di dosso. 
Continuò a ripetersi che non gli importava, qualsiasi cosa fosse successa apparteneva al passato e quindi non doveva disturbarlo così profondamente, eppure sentiva dentro di sé crescere la voglia di saperne di più. 
Di sapere la verità. 
Chiuse di scatto l'acqua sentendosi completamente arrabbiato e tradito, non riuscendo neanche a riflettere su quanto Abby si fosse già sentita così quando aveva scoperto ciò che anche lui avesse fatto in un momento di debolezza, quando il suo cuore era annebbiato dal dolore per la morte di Bobby. 
Si asciugò in fretta e si vestì ancora più velocemente, tornando nella stanza deciso più che mai ad affrontare il discorso con Abby con la consapevolezza che avrebbe accettato qualsiasi cosa ne sarebbe venuta fuori, ma trovò la stanza vuota. 
Dean aggrottò le sopracciglia e si insospettí avvicinandosi alla finestra, scostando la tenda e guardando fuori: non rimase molto sorpreso quando vide Abby discutere animatamente con Edward, puntandogli il dito contro, il quale per tutta risposta le sorrise dolcemente e l'espressione furiosa di Abby si era subito tranquillizzata. 
Anche da quella distanza, Dean poteva tranquillamente affermare che Abby non fosse più arrabbiata con lui specialmente quando vide Edward chinarsi su di lei e depositarle un bacio sulla fronte, per poi abbracciarla stretta al petto. 
Lo stomaco gli si rigirò a quella visione e Dean sgranò gli occhi, sentendo il Marchio pulsare sempre di più sul suo braccio. 
Decise che quella visione fosse troppo, che si dovesse calmare e si allontanò dalla finestra per sedersi sul bordo letto in silenzio, mentre continuava a vedere nella sua testa il modo intimo con cui Edward l'avesse abbracciata. 
Ed il Marchio pulsava ancora. 
Dean poteva sentire il battito del suo cuore accelerare per la rabbia, stringendo i pugni e desiderando solamente di uscire da quella stanza per fargli del male. 
Ma non doveva, non poteva lasciare che Abby lo guardasse così. 
Dopo solo uno o due minuti in cui Dean si fosse seduto lì, con le spalle incurvate ed i gomiti appoggiati alle ginocchia, l'uomo sollevò lo sguardo verso la porta e vide Abby rientrare: la vide indugiare sulla soglia, guardandolo con sorpresa perché probabilmente pensava che Dean fosse ancora sotto la doccia, ma presto si affrettò a sorridere e a far finta di nulla, dicendogli che Silver avesse bisogno di una mano e fosse uscita fuori a parlare con lei al telefono. 
L'ennesima bugia, l'ennesimo comportamento strano che non fosse cominciato proprio quando avessero rincontrato Edward, ma che Dean avesse notato nelle ultime settimane. 
Sospirò e la guardò dritta negli occhi, mentre Abby si tolse la giacca di pelle e si voltò per posarlo sulla spalliera della sedia, pur di non tornare a guardarlo presto negli occhi. 
"Abby..". 
La ragazza sentiva il cuore battere forte dentro il suo petto, perché sapeva che Dean avesse capito che qualcosa non andasse e che probabilmente avrebbe voluto parlarne in quel momento; prese un lungo respiro mettendo la mano destra sul fianco, mentre con l'altra si massaggiò la fronte chiudendo gli occhi brevemente, sentendo perfettamente lo sguardo indagatore di Dean perforarle la schiena. 
"Lo so che ti ho detto che non mi interessava, ma adesso ho cambiato idea. Che è successo nei due giorni in cui sei stata via con Sam?".
Rimase rigida e impietrita in silenzio, sospirando e stringendo forte gli occhi in un'espressione arrabbiata, perché non voleva parlane, non voleva confessare ciò che fosse accaduto fra lei e Edward. 
Inoltre la sua voce calma e pacata non lasciava presagire nulla di buono, perché si aspettava che avrebbe urlato e che avrebbe spaccato le sedie contro il muro una dopo l'altra, eppure Abby lo percepiva seduto ancora sul letto dietro di sé, in silenzio ad osservarla. 
"No". 
Dean sollevò le sopracciglia di scatto quando udì quelle parole giungere fino alle sue orecchie e sgranò gli occhi, decidendo di alzarsi lentamente e fare qualche passo verso di lei. "Abby, voglio solo..".
Si voltò di scatto e lo filminò con lo sguardo, assottigliando gli occhi ed iniziando a pensare che la miglior difesa fosse sempre l'attacco. "Senti Dean, sono davvero molto, molto, molto stanca. La bambina assorbe tutte le mie energie e per una volta che riesco ad uscire dal bunker io non voglio stare qui a litigare con te, quindi lasc-..".
"Sei stata a letto con Edward?". 
La sua domanda secca e schietta accompagnata da una forte stretta al braccio, lasciò di stucco Abby tanto quanto Dean stesso, che si sorprese della calma che ci fosse dentro di lui, nonostante pecepisse che fosse solamente un momento di pura calma prima della tempesta. 
Abby lo guardò negli occhi per un lungo lasso di tempo, rimanendo basita mentre sentiva dentro di sé il sangue iniziare a ribollire nelle vene e la rabbia crescere perché si sentiva tremendamente sconvolta. Fece un passo avanti e lo guardò dritto negli occhi con astio, perché le dava fastidio che potesse pensare una cosa del genere, dimostrando di non conoscerla affatto. "L'ho baciato una volta e nient'altro, perché io almeno riesco a controllare certi istinti". 
Si liberò in fretta della sua presa, scuotendo la testa ed osservando il modo ferito in cui Dean la stesse guardando, e non poté dire se fosse per avergli confermato che qualcosa fra lei e Edward fosse davvero accaduta o se per il fatto che Abby gli avesse rinfacciato il suo tradimento. 
Si diresse verso il suo borsone arrabbiata, mettendolo sul letto ed aprendolo malamente per estrarre dei vestiti puliti, mentre dentro di lei sentiva il cuore battere sempre più forte, sentendosi terribilmente in colpa per ciò che avesse detto nonostante la forte rabbia che ancora le circolasse nelle vene. 
Afferrò i primi vestiti che trovò mentre Dean rimaneva ancora immobile ad osservarla e ad elaborare le sue parole, ma proprio quando stesse per entrare nel bagno per fare una lunga doccia, la forte presa di Dean intercettò di nuovo il suo braccio, tirandola indietro e guardandola in cagnesco. "Non ti passerà mai, eh? Non mi perdonerai mai per quello che ho fatto, vero?". 
Abby serrò stretta la mandibola e scosse la testa, cercando di liberarsi dalla presa per sgattaiolare in bagno perché lo sguardo che Dean avesse messo su non gli piaceva per niente, ma senza successo, perché Dean la strinse più forte per avvicinarla e guardarla meglio negli occhi. 
"È per questo che l'hai fatto? Perché sono stata a letto con un'altra donna?!". 
"Due donne, Dean! Non dimenticare ciò che hai fatto mentre eri in luna di miele con Crowley!" esclamò Abby alzando il tono della voce e spintonandolo per farsi lasciare, ma Dean non accennò a stringere di meno mentre l'avvicinava di più a sé. "Lasciami andare!"
Si mosse irrequieta per divincolarsi, ma Dean la guardò in maniera arrabbiata, fuori di sé, e per un momento Abby ebbe paura di lui e che potesse davvero farle del male; lo sguardo di Dean non era più quello dell'uomo che le stesse davanti pochi istanti prima, ma pareva nuovamente dominato dal Marchio, il quale pulsava sul braccio del cacciatore come non mai. 
"Quindi l'hai baciato per ripicca, ma poi sei stata troppo codarda per andare fino in fondo? Perché non vai adesso da lui, che è a poche camere di distanza?". 
"Adesso basta, mi stai facendo male Dean!" esclamò Abby cercando di liberarsi ed agitandosi, ma la stretta era troppo forte. 
Dean la fece indietreggiare facendole cadere i vestiti dalle mani e la spinse contro la parete, guardandola sempre di più in cagnesco e stringendo i pugni attorno alle sottili ossa dei suoi polsi, non riuscendo più a controllarsi e a dosare la sua forza. "Che diritto hai di comportarti come se fossi la Santa della situazione, mmh? Hai dimenticato quando ti sei scopata mio fratello più e più volte nella mia macchina, mentre io bruciavo all'inferno per lui? Sei stata tu a cominciare questa storia!". 
"Lasciami subito, mi fai male!". 
Ma fu tutto inutile perché Dean non ragionava più: il suo sguardo gli faceva paura e gli ricordava così tanto quello di Dean quando fosse un demone.
Era completamente soggiogato dal Marchio e presto Abby si chiese che fine avrebbe fatto se non fosse stato per la porta che si aprì di scatto lasciando entrare Sam, che quasi buttò giù la porta per separare i due ragazzi; strattonò il fratello e lo tirò via da Abby, che rimase schiacciata contro il muro ad osservare Dean dimenarsi mentre ancora la guardava con aria furente. 
"Abby, vattene di qua! Ora!". 
E Abby non se l'era fatto ripetere due volte: si era diretta verso la porta ed era uscita senza neanche chiudersela alle spalle, sentendo gli occhi pizzicare e le guance irrigarsi dalle lacrime per ciò che fosse appena successo. 
Non era tanto il dolore per aver confessato ciò che avesse fatto, ma per il modo in cui Dean aveva reagito. 
Non c'era più traccia di Dean dentro di lui. 
Il vero Dean, il suo Dean, avrebbe spaccato una sedia contro il muro, le avrebbe detto delle parole cattive in preda alla rabbia per cui si sarebbe scusato il giorno dopo, ma non le avrebbe mai fatto del male. 
Non le aveva mai messo una mano addosso per farle male, ma adesso Abby si ritrovò a massaggiarsi i polsi che le pulsavano per la forte stretta e sui quali sarebbe sicuramente apparso un grosso ematoma, e pianse sentendosi estremamente ferita mentre sentiva l'ultima sua certezza sgretolarsi come terra secca. 
Si mosse velocemente nel buio della notte senza una meta, muovendosi per il parcheggio e fra le auto posteggiate, cercando di mettere più distanza possibile fra di loro, non chiedendosi neanche se Sam sarebbe stato in grado di calmare suo fratello, mentre altre lacrime incontrollate ricadevano sulle sue guance, offuscandole la vista. 
Fu così che andò a sbattere contro un uomo grande e grosso facendo riversare su entrambi il contenuto della bottiglia che teneva fra le mani, inzuppandosi completamente la maglietta di birra; Abby stentò a riconoscere il ragazzo fino a quando non si spazzò via le lacrime dagli occhi con le dita, riconoscendo Edward davanti a lei che la guardava con aria incredula. "Ma che diavolo fai, Abby?". 
Il tono era ancora arrabbiato come quando avevano discusso fuori dalla sua camera prima che lui l'avesse salutata abbracciandola, fin quando Edward la guardò dritta negli occhi e studiò il suo volto arrossato dalle lacrime nonostante il buio della sera illuminata dai pochi lampioni del parcheggio, e l'uomo rimase per qualche secondo interdetto a studiarla. 
"Scusa, mi dispiace tanto. Io non ti avevo visto e.."
Abby aveva guardato dritto nei suoi occhi nocciola e vi aveva visto la paura, avvicinandosi a lei e prendendole il viso fra le mani per controllare che stesse bene. 
Non ebbe bisogno di chiedere spiegazioni, poiché sapeva chi fosse il responsabile. 
Lasciò la presa su Abby superandola con aria arrabbiata mentre passava attraverso le macchine posteggiate in quel parcheggio e si dirigeva verso il motel. "Lo uccido quel figlio di put-..".
"No, fermati!". Abby lo aveva riagganciato dal braccio sinistro, costringendolo a voltarsi nella sua direzione e guardandolo con aria supplichevole mentre cercava di fermarlo. "C'è Sam con lui, ti prego".
Edward sgranò gli occhi e la guardò con aria furiosa, avvicinandosi nuovamente a lei ed afferrandola dalle braccia con estrema delicatezza. "Ti avevo detto che se ti avesse toccata lo avrei ucciso, Abby!". 
"Ma non è stata colpa sua, Ed. È il maledetto Marchio: ci sto lavorando e manca così poco ad aiutarlo". Abby quasi lo supplicò mentre si avvicinava di più a lui, inalando il suo odore di sigaro mischiato a muschio e lo afferrò dalla camicia per impedirgli di allontanarsi. 
E in più Abby sapeva che la furia cieca che leggeva nei suoi occhi non fosse del tutto indirizzata a Dean ed a ciò che fosse accaduto. 
Qualcosa legato al suo passato da Marine forse, qualcosa di traumatico di cui Abby non fosse a conoscenza. 
Tutto ciò venne sommato all'innato senso di protezione che provasse verso Abby nonostante si conoscessero da un tempo breve, facendo reagire in quel modo. 
Edward lesse nei suoi occhi la supplica di non andare a cercare Dean e di non lasciarla, così scosse la testa e distolse lo sguardo dal suo per volgerlo verso un gruppo di ragazzi che stessero entrando alla reception del motel. 
Si morse la guancia nervosamente, ma solamente quando tornò a guardarla negli occhi si rese conto di quanto Abby fosse sconvolta. 
La sua espressione si addolcí e sospirò rumorosamente; Abby non seppe spiegare come, ma si era ritrovata stretta ancora una volta a lui, mentre Edward la guidava nella sua stanza in silenzio nel tentativo di rassicurarla e di tranquillizzarla: non aveva idea di cosa le fosse successo dopo che fosse andato via dal motel per prendere un'altra birra per gustarla sotto le stelle, ma sapeva che avesse a che fare con ciò che Dean pensasse di lui. 
Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Edward si era tolto la giacca e aveva estratto una delle sue camicie dal suo armadio, porgendola nella sua direzione con un sorriso di incoraggiamento ad accettarla, almeno per togliere quella maglietta zuppa di birra; con ancora un'espressione sconvolta, Abby afferrò la camicia panna a righe blu e non si era fatta troppi problemi a sfilarsi la maglia bagnate per indossare la sua camicia quando vide Edward voltarsi nella direzione opposta per concederle un po' di privacy. 
Le aveva ceduto il suo posto nel letto, accontentandosi di dormire sul pavimento pur di vederle ritrovare la serenità; Abby si era seduta sul materasso e lo aveva guardato in piedi accanto al letto, chinato per tirare su le coperte per scaldarla dato il modo in cui tremasse, eppure era bastato un solo sguardo da parte della ragazza per fargli capire ciò di cui avesse bisogno. 
Edward l'aveva guardata con aria seria e si era presto steso al suo fianco, attirandola presto a sé mentre si sdraiava sul letto e si lasciava avvolgere dalle sue braccia. 
Abby era fin troppo stanca, aveva un grande bisogno di sentirsi protetta, di sentirsi al sicuro, specialmente quando avvertí le dita di Edward sfiorarle i segni rossi sui polsi per nasconderli con le sue grosse mani. 
Aveva sentito l'uomo baciarle la spalla mentre l'attirava più stretta a sé, abbracciandola di fianco e sfiorandole i capelli per tranquillizzarla, ma Abby non aveva smesso un momento di tremare. 
Tutta la rabbia di Edward era sparita nel momento in cui avesse visto il dolore in Abby ed iniziò a sentirsi un completo idiota per aver provocato Dean per tutta la caccia; Abby lo aveva avvertito sul problema che Dean stesse attraversando con il Marchio, sapeva che Dean avrebbe potuto avere una reazione piuttosto esagerata e Edward stesso lo aveva valutato come pericoloso. 
"Mi dispiace tanto, rossa. Andrà tutto bene, te lo prometto".
La ragazza scosse la testa e gli strinse le mani, aggrappandosi alle sue braccia come un'ancora, come se potesse rimanere a galla solamente grazie a lui, mentre il cuore batteva forte nel suo petto. 
Le sembrò strano che le mani di Dean fossero state sostituite con quella grande facilità da quelle di Edward, che adesso pareva prendersi cura di lei e tranquillizzarla senza un doppio fine.
Nonostante le sfiorasse il corpo con dolcezza, Abby non aveva percepito in lui alcuna malizia, e si rilassò contro il suo tocco fino a sprofondare nel sonno guidata dalle sue carezze, continuando a rivivere la brutta litigata che avesse avuto con Dean neanche una mezz'ora prima. 
 
La sveglia suonò ed Abby fu costretta a tornare al presente al fianco di Edward, chiuse gli occhi di scatto e lo sentí muoversi sul letto con aria assonnata mentre dirigeva una mano verso il suo telefono per silenziare quell'orrenda sveglia; si voltò verso Abby e accennò un sorriso mentre si sporgeva nella sua direzione per baciarle con delicatezza una guancia. 
"Buongiorno rossa". 
Abby sorrise e aprí gli occhi, stringendo il braccio che Edward stesse passando sul suo ventre per scuoterla lentamente per svegliarla; più di una volta in quelle settimane si era chiesta perché Edward non l'avesse lasciata da sola dopo che trascorsero insieme quella notte solamente dormendo, quando cercò di tranquillizzarla nonostante fosse in uno stato evidente di shock. 
Edward non l'aveva mai lasciata sola: era sempre stato al suo fianco, non pretendendo nulla da lei. 
L'aveva aiutata a trasferirsi in quella casa senza interferire con Dean o la loro bambina, si era assicurato che mangiasse a sufficienza e che dormisse almeno un po', l'aveva fatta parlare per sfogarsi, l'aveva ascoltata mentre Abby fra le lacrime gli aveva raccontato ciò che fosse successo mentre litigava con Dean. 
E fu sorpreso quando Abby decise di non avere più alcun contatto con Dean, decidendo di parlare solamente con Sam che avrebbe fatto da tramite. 
Abby non voleva vedere Dean, non lo voleva sentire perché era ancora troppo arrabbiata, delusa e ferita. 
E anche perché sapeva che non avrebbe resistito davanti ai suoi occhi e alla sua espressione: in fondo non era colpa di Dean e questo Abby lo sapeva, però non ce la faceva più a vivere in quella condizione, e decise di rivederlo solamente dopo che l'incantesimo sarebbe stato completo e che il Marchio fosse stato rimosso dal suo braccio. 
"Buongiorno bartender.." sussurrò Abby sorridendo e guardando nei suoi occhi scuri per qualche istante.
Da quando si fosse trasferita in quella nuova casa, Edward era andato a controllare che stesse bene molto spesso, data l'estrema vicinanza con il suo bar. 
Non era ancora riuscito a farle passare una serata al bar insieme a lui quando Mary stesse al bunker, però era riuscito a ritagliarsi dei momenti liberi dal lavoro e si era totalmente concentrato su di lei. 
Sollevò la mano fino al suo viso barbuto e lo sfiorò con dolcezza, mentre il cuore le batteva più velocemente nel petto. 
Leggeva nei suoi occhi scuri la maniera in cui stesse trattenendo certi istinti, evitando di avvicinarsi troppo al suo viso; Abby lo attraeva in ogni modo e decisamente sapeva che anche lei si sentisse attratta da lui nello stesso modo, ma Edward non voleva averla solamente perché aveva il cuore spezzato per Dean. 
Voleva aiutarla a guarire, a prendersi cura della piccola Mary e solamente quando sarebbe stata davvero pronta avrebbero potuto iniziare qualcosa insieme. 
Sollevò la mano fino ai sui capelli scuri e ricci, fin quando Edward le prese la mano fra le sue e la baciò con dolcezza, sorridendole di rimando. 
"Dovresti andare, Ed: hai una vita lì fuori, un bar da gestire e sicuramente puoi trovare una ragazza meno incasinata e pazza di me a cui interessarti". 
Edward la guardò negli occhi e rise divertito, scuotendo la testa e avvicinandosi di più a lei per sfiorarle il viso con dolcezza, muovendosi sotto le lenzuola fino a toccare il suo fianco sinistro col il corpo. "Mmh, non lo so. Sono sempre stato attirato dalle pazze". 
Abby rise di gusto e stava per ribattere, dicendogli quanto fosse stupido e problematico ad ostinarsi a perdere tempo con lei, che non fosse in grado di restituirgli neanche un minimo di ciò che lui le desse; non era più accaduto nulla fra di loro. 
Né un bacio, né nient'altro.
Eppure Edward continuava a rimanere al suo fianco. 
Un clacson fuori dalla casa la fece scattare sul letto e sgranare gli occhi, guardando nella direzione della finestra. 
Edward aggrottò le sopracciglia davanti a quella reazione, sospirando leggermente e schioccandole un bacio sulla testa prima di scendere dal letto per avvicinarsi alla finestra; osservò l'Impala nera posteggiata davanti al vialetto, dalla quale vide scendere Mary che teneva la mano stretta a Dean.
Sospirò e si voltò nuovamente verso la ragazza cercando di mantenere la calma, nonostante sapesse che Abby e Dean non si vedessero né si sentissero da quasi due settimane. "Tu rimani qui, d'accordo? Prendo io Mary".
"Grazie, ma posso gestire Sam.." sussurrò Abby accennando un sorriso e scendendo dal letto, afferrando una vecchia felpa dall'armadio, che indossò velocemente sopra al suo pigiama. 
Fece per uscire dalla stanza, ma Edward le sbarrò la strada con un braccio e le sorrise debolmente, guardandola con aria seria. "Non è Sam".
L'espressione di Abby mutò e divenne gelida, irrigidendosi parecchio fino a sgranare gli occhi e guardarlo con aria stranita, chiedendosi perché Dean fosse andato a casa sua nonostante fosse stata chiara con lui.
Deglutí a fatica e accennò un sorriso, decidendo che andasse bene lo stesso ed annuendo, facendo spallucce. "Va tutto bene. Ma rimani qui, evita di farti vedere".
"No! Non ti lascio sola con lui!" esclamò Edward scuotendo energicamente la testa ed allargando le braccia come se fosse la pazzia più grande che avesse mai sentito. 
Ma Abby gli sorrise ed annuí sicura di sé, mordendosi la lingua quando sentí il campanello suonare alla porta ed il suo stomaco si rigirò in preda all'ansia che si apprestò a non far notare. "Ha solo riportato Mary a casa dopo il week end, non succederà nulla di brutto". 
Abby non aspettò neanche una risposta e si chiuse la porta della camera da letto alle spalle, scendendo la scale della casa fino ad arrivare davanti alla porta d'ingresso, davanti alla quale si pietrificò mentre nella sua mente iniziavano nuovamente a scorrere le immagini di quella notte e del modo in cui Dean le avesse stretto i polsi fino a farle male, per poi spingerla contro il muro con violenza. 
Udì la risata contagiosa della sua bambina dall'altra parte della porta e anche quella di Dean, che disse qualcosa di buffo solo per farla ridere, ed Abby parve tranquillizzarsi un po' nonostante sentisse il cuore battere più forte nel suo petto per l'agitazione. 
Prese un respiro profondo e aprì la porta, incrociando immediatamente lo sguardo di Dean che divenne mano a mano più serio: durò qualche secondo, perché poi Abby si trovò costretta ad abbassare lo sguardo sulla sua piccola che iniziò ad urlare di felicità e si aggrappò alla gamba della madre per farsi prendere in braccio.
Abby rise di gusto e la strinse forte a sé, baciandole la guancia mentre Mary manifestò la sua felicità ripetendo in loop la parola mamma com'era solita fare quando era troppo agitata e contenta mentre le raccontava tutto ciò che avesse fatto nel bunker con il padre e gli zii, e la madre le carezzò i capelli guardandola bene in viso. "Amore, avrai tutto il tempo raccontarmi ciò che hai fatto questo fine settimana. Rilassati". 
Mary sorrise e annuì, allungandosi verso la madre ed abbracciandola stretta, ed Abby spostò lo sguardo su quello dispiaciuto di Dean che rimase a guardarla per tutto il tempo, e divenne più seria quando lo vide fare un passo avanti. "Ciao Abby. Posso ent-..".
"Non credo sia il caso" si limitò a rispondere Abby distrattamente, facendo l'occhiolino a Mary che iniziò a chiederle del suo cuginetto, dato che le avevano fatto credere che la mamma e il papà si fossero momentaneamente separati perché Abby doveva aiutare Silver con il piccolo Nathan nato da poco. "Perché non vai di sopra, piccola? C'è una sorpresa per te e c'è anche Edward".
Mary sgranò gli occhi nel momento in cui sentí la parola sorpresa e si agitò fra le braccia della madre per scendere, correndo su per le scale per aggiudicarsi l'ennesimo giocattolo con cui Abby provava a scaricarsi la coscienza per averla portata via dal bunker e da suo padre. 
Abby tornò a guardare Dean con grande difficoltà, non trovando alcuna traccia di sorpresa nell'udire che Edward fosse al piano di sopra, dato che avesse riconosciuto la Jeep verde militare posteggiata accanto alla Hyundai di Abby. 
"Non è come pensi: non è successo niente fra noi. Edward mi sta solo dando una mano a sistemarmi" disse la ragazza stringendo subito la mascella per aver pronunciato quelle parole, rendendosi conto solamente dopo che non fosse in dover di dargli alcuna spiegazione. Sospirò e abbassò momentaneamente lo sguardo, quando divenne troppo difficile per lei sostenere lo sguardo ironico di Dean, che storse il naso davanti alle sue parole. "Perché sei qui? Di solito è Sam che riporta Mary". 
Dean la guardò con aria seria e sospirò scuotendo la testa, mordendosi la lingua perché si era ripromesso di non straparlare, eppure adesso non riusciva a trattenersi: fece un passo avanti e sollevò una mano in segno di resa. "Dobbiamo parlare, Abby: quello che è successo, io.. Non ero io, e mi dispiace così tanto.. Io non ti avrei mai toccata in quel modo, lo sai, non l'ho mai fatto. Preferirei morire che fare del male a te". 
Abby scosse la testa e abbassò lo sguardo, appoggiandosi alla porta e sorreggendosi attraverso essa, sospirando rumorosamente perché non era ancora pronta per affrontare quel discorso. "Per favore, vai".
"No, non è così che si risolvono le cose!" esclamò Dean facendo un altro passo avanti ed allungando una mano per sfiorarle il viso, sollevandoglielo con dolcezza e guardandola dritta negli occhi. "Mi dispiace davvero tanto ragazzina, ma possiamo ancora trovare un modo per rimettere le cose a posto. Insomma, io e te, insieme come sempre e..". 
"Non c'è niente da sistemare, Dean. Non adesso almeno. Sono troppo stanca di questa vita.." sussurrò Abby scostandosi dal suo tocco e scuotendo la testa, abbassando gli occhi per non essere costretta a leggere il suo dolore nello sguardo, del tutto identico al suo. "Per favore, adesso vai Dean".
Non aspettò che se ne andasse o che dicesse qualcosa, ma Abby si chiuse la porta alle spalle e vi appoggiò la schiena, chiudendo gli occhi e sentendo le lacrime fare capolinea fino a rigarle le guance: era troppo anche per lei. 
Aveva bisogno di tempo e aveva bisogno di spazio. 
E allo stesso aveva bisogno di Dean, del vero Dean. 
Sentí la risata di Mary provenire dal piano di sopra e sorrise amaramente, spazzandosi via le lacrime e salendo al piano di sopra per stringere ancora una volta la sua bambina in un forte abbraccio per sentirsi finalmente completa. 
 
 
  
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