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Autore: LorasWeasley    09/03/2023    0 recensioni
AU|Soulmate [Souma x Takumi]
-Cosa è?- Souma continuava ad essere confuso, ma anche molto curioso.
Sua madre rise -L’anima gemella è la persona destinata a te, quella che amerai nonostante tutto e che vorrai al tuo fianco per tutta la vita.
Il bambino ci pensò su, poi domandò -Quindi tu senti l’odore di papà?
-Non sento il suo odore, ma sento degli odori che mi ricordano papà."
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Souma Yukihira, Takumi Aldini
Note: Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Soulmate'
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Soulmate - SouTaku

-Mamma, mamma, cosa c’è in quel barattolo? Ingredienti per cucinare?
Sua madre rise mentre prendeva il piccolo Souma di quattro anni in braccio e se lo sistemava in grembo, poi spiegò -Niente cibo, solo odori.
Il piccolo corrugò la fronte confuso -In che senso? Io non sento nulla.
-Non puoi sentire nulla perché sei ancora piccolo, quando avrai diciotto anni anche tu riuscirai a sentire gli odori che associerai alla tua anima gemella.
-Cosa è?- Souma continuava ad essere confuso, ma anche molto curioso.
Sua madre rise -L’anima gemella è la persona destinata a te, quella che amerai nonostante tutto e che vorrai al tuo fianco per tutta la vita.
Il bambino ci pensò su, poi domandò -Quindi tu senti l’odore di papà?
-Non sento il suo odore, ma sento degli odori che mi ricordano papà.
-E come fai a essere sicura che sia lui?
-É qualcosa per cui non ti puoi sbagliare, lo capirai anche tu.
 
Fu a metà del suo terzo e ultimo anno di liceo che Souma compì finalmente 18 anni, ma era talmente interessato alla cucina, a girare il mondo per scoprire le tradizioni dei vari paesi e ai nuovi piatti sempre da creare che dimenticò totalmente che adesso poteva sentire gli odori legati alla sua anima gemella. Fu infatti qualche settimana dopo che, per caso, si avvicinò abbastanza alla sua boccettina personale e vi sentì odore di carne selvatica.
Non si fermò troppo a pensarci, quell’odore gli fece venire voglia di provare una nuova ricetta e corse in cucina per fare delle prove.
 
La prima volta Takumi e Souma si incontrarono, la loro rivalità fu evidente fin dal primo momento. Entrambi con un enorme talento, entrambi che provenivano da una famiglia che aveva una tavola calda, entrambi che volevano dimostrare di essere i migliori.
Durante quella classe, la prima volta che Souma vide cucinare Takumi e suo fratello, questi fecero l’anatra. L’odore forte e selvatico aveva riempito l’intera classe unendosi a quelli più tenui del miele, del pepe nero e delle altre spezie che avevano utilizzato per creare la salsa con cui servirono la carne.
Souma non riuscì a staccargli gli occhi di dosso neanche per un momento.
 
La seconda volta che sentì l’odore che ricollegava alla sua anima gemella, fu perché troppo vicino alla boccettina di Megumi che, ultimamente, se la stava portando sempre dietro. Sentì un odore diverso questa volta, l’odore del limone.
 
Souma capiva la frustrazione di Takumi. Non tanto per l’aver perso la sfida, ma aver perso con la sua specialità, con quel piatto che faceva fin da quando era bambino, con quel piatto che poteva definire suo. Un piatto che gli era stato rubato, che era stato copiato e che aveva battuto l’originale. Perdendo poi il suo oggetto più caro: la propria mezzaluna.
Souma era rimasto fuori dalla stanza di Takumi per quelle che gli sembravano ore. La mano tesa pronto a bussare, senza mai effettivamente farlo.
Che avrebbe potuto dirgli? Non c’erano parole per consolarlo, non c’era soprattutto modo che Takumi volesse vedere proprio lui, quello che definiva uno dei suoi più grandi rivali.
Così, alla fine, il rosso andò via senza rendersi conto che, per tutto quel tempo, aveva respirato il leggero odore di limone che aveva pervaso la stanza dell’altro dopo tutte le prove di quei giorni per fare il semifreddo al limone che, nonostante tutto, l’aveva comunque portato alla sconfitta.
 
Fu qualche anno dopo il raggiungimento della maggiore età che, per la prima volta, fu aperto il discorso delle anime gemelle.
Souma era tornato dal suo viaggio per il mondo e stava cucinando alla trattoria di famiglia come se non fosse passato un solo giorno da quando se n’era andato. Megumi, la sua migliore amica, gli stava facendo compagnia, guardandolo cucinare seduta dall’altro lato del bancone.
-Hai trovato la tua anima gemella?- fu la ragazza a far emergere l’argomento, chiedendolo con tranquillità come se stesse chiedendo del tempo.
Souma non si fece problemi a rispondere -Nah, non ho tempo per queste cose. E non mi interessano le ragazze, poi è troppo difficile capire e collegare degli odori quando passiamo la nostra vita a cucinare di tutto.
Megumi rise -Beh, potrebbe non essere una ragazza. Che odori senti?
Souma dovette rifletterci un po’ per ricordarlo, poi alzò le spalle -Una volta ho sentito del limone e… ah sì, la volta prima della carne dall’odore selvatico.
-Tipo l’anatra?- fu troppo veloce la sua risposta e Yukihira la guardò con un sopracciglio alzato in modo sospetto.
-Sì- dovette rispondere -mi sa proprio che era l’anatra. Tu come lo sai?
-Credo proprio che sia uguale a uno dei miei odori.
Souma era ancora più confuso -Non ti sto seguendo.
-Lo sai che la mia anima gemella è Isami, vero?
-Sì, quindi?
-L’anatra è stato il primo piatto che ha cucinato il giorno che l’abbiamo conosciuto.
-Stai dicendo che Isami è anche la mia anima gemella?- era totalmente assurdo e infatti lo disse con un tono talmente incredulo che fece ridere la ragazza.
-No- rise ancora Megumi -sto dicendo che l’ha cucinato insieme a suo fratello. É stata la prima volta che hai visto Takumi, giusto?
Souma non rispose, la sua mente che tornava indietro di diversi anni per ricordargli quella giornata, quel loro primo incontro.
Il riso che aveva sulla pentola iniziò a bruciare.
-Souma?
Il ragazzo si riscosse, spense il fuoco e si voltò verso la ragazza -è solo una coincidenza, Takumi non può essere la mia anima gemella!
Lei lo scrutò -Perché non ti piace?
-Perché potrebbe stare con chiunque! Sono sicuro che ha già trovato la sua anima gemella!- il rosso si stava scaldando e non aveva idea del perché quel discorso lo facesse agitare tanto.
-Non l’ha trovata, lo so bene perché ti ricordo che sto con suo fratello gemello. In ogni caso, non voglio intromettermi in situazioni che non mi riguardano.
Souma sbuffò, facile dirlo adesso dopo che gli aveva scombussolato la giornata con quelle sue insinuazioni.
-Ah e non per confonderti di più- continuò dopo qualche minuto -ma è proprio Takumi che fa tutti quei dolci al limone, vero?
Che stronza.
 
Vide Takumi una, due, tre volte dopo che Megumi gli aveva messo quel pensiero in testa, ma era sempre stato bravo a dissimulare e far finta di non avere alcun problema al mondo.
Quando lo rivide la prima volta dopo quel discorso, non si vedevano da mesi ed ebbero tanto di cui parlare, raccontandosi a vicenda le avventure che stavano vivendo e più in generale che strada avesse preso la propria vita. Fu come se non si fossero mai separati, parlando di tutto e di niente come se non fosse passato passato un solo giorno da quando frequentavano il liceo.
La seconda volta, cucinarono insieme perché Takumi gli inviò un messaggio “devi assaggiare il mio nuovo piatto speciale” e Yukihira non si sarebbe mai tirato indietro, finendo infine a fare una sfida.
Si videro ancora e ancora, tornando a sfidarsi in cucina, chiacchierando, vedendo film insieme, uscendo e provando nuovi ristoranti. In tutto quel tempo, però, ci fu un argomento che rimase sempre taboo: l’anima gemella.
Fu un normalissimo giorno di metà gennaio che tutto cambiò.
Era sera, faceva freddo e i due ragazzi erano appena usciti dal ristorante di lusso di uno dei loro vecchi compagni di scuola. Nonostante il freddo che era abbastanza evidente da ciò che indossavano e dal loro fiato che diventava nuvoletta, le loro guance erano rosse per via del vino che aveva accompagnato tutta la loro cena.
Camminavano vicini, non troppo in linea retta e ridacchiando di qualcosa che, normalmente, non li avrebbe fatti ridere così tanto.
Finché, a un certo punto, Takumi sospirò con un sorriso, guardò in alto e mormorò -Cavolo, vorrei fare questo con te per il resto della mia vita.
Souma, che non si era mai imbarazzato di nulla e che con dell’alcool in circolo era ancora più spigliato, rispose tranquillo -Chi ci impedisce di farlo? Sei la mia anima gemella.
Takumi si bloccò, lo fissò con gli occhi spalancati mentre le sue guance già rosee divennero quasi viola dall’imbarazzo, poi esplose -Ti sembra il modo di fare una confessione?
Yukihira rise avvicinandosi a lui di un passo -É difficile trovare il momento adatto visto che sei sempre così imbarazzato.
-Sta zitto! Sei tu che mi metti sempre in imbarazzo!
Souma rise ancora, si avvicinò del tutto e poggiò le sue labbra fredde contro la fronte calda dell’altro, poi sussurrò -Dimmi che anche io sono la tua anima gemella.
Con il volto nascosto alla vista del più alto, Takumi sospirò appoggiandosi contro di lui e mormorò in risposta -Ovvio che sei tu, non c’è mai stato alcun dubbio.
Ci avevano messo anni per capirlo e accettarlo, ma non sarebbero tornati indietro.
  
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