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Autore: MusicDanceRomance    09/03/2023    16 recensioni
"Ogni tanto giocano ancora a cercarsi. È come cercare il tremore e l’assenza, ma sanno toccarsi col pensiero.
È un dolore rievocarlo, ma succede: ricordano come si erano saputi stringere, in quel lontano ballo di Halloween.
E immaginano come sarebbe stato stringersi per il resto della vita."
Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum "Ferisce la penna".
Questa storia ha vinto l'Oscar per la Migliore Regia agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum "Ferisce la penna".
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Casper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Posso tenerti con me?

 
 
 

La misura dell’infinito è una stretta di mano.
Una danza interrotta, un bacio che sfilaccia via la notte di Halloween.
Casper è presente in ogni momento della vita di Kat.
È la sua assenza che poi li rovina.
Mai uomo, mai amante, nient’altro che un’impronta di ciò che è stato.
Non posso averti, non posso farmi avere da te.
Siamo a metà, Casper.
 
 
Kat ha vent’anni e ha frequentato dei ragazzi. Erano tutti biondi, sportivi e spavaldi.
Ha scoperto carezze disattente e brividi fugaci, da corpi che non ha più cercato.
Nulla di serio, appena un pretesto per gustarsi fette di vita.
Quei ragazzi sono vivi e hanno il futuro da prendere a morsi.
Ma nessuno può sostituire lui.
Quanto pesa l’assenza di un corpo?
Quanto ti corrompe l’amore per un fantasma?
“A chi hai dato il primo bacio, Kat?”
Kat tace quando una sua nuova amica del college le pone domande insidiose. Ma ogni tanto aggira la risposta.
“È stato un mio amico. Il ragazzo più bello che avessi mai visto”, sussurra Kat, nel suo labirinto di ricordi “Lui non mi faceva sentire trasparente.”
“Prova a cercarlo. Se era già così bello a dodici anni adesso sarà un uomo pazzesco.”
Kat fissa la sua amica e si perde sulla linea del tramonto che divide il parco del college.
Il loro unico bacio non doveva avere tutta quella fretta.
“Mi manca casa mia”, si limita ad aggiungere.
Mi manca il mio fantasma.


 
 
 

Posso tenerti con me?
 

 
 

Casper sa che Kat ha bagagli di sogni da portare avanti.
Studio, laurea, viaggi, indipendenza.
Lontana, nei suoi ventitré anni, la vita di Kat si abbellisce anche per compensare la sua.
Ogni tanto Casper ripensa al suo destino e ride dei regali inaspettati che fanno gli angeli.
Il momento più bello della sua vita è stato quando era già morto.
Quando è tornato umano per appena un’ora, la vita più breve e intensa della storia.
Quando le ha soffiato un bacio, mentre anche il suo briciolo di vita alitava via, e lui tornava a essere il fantasmino senza più un’età.
Ti ho detto com’è morire, Kat.
Ma tu dimmi, com’è vivere?
Com’è crescere? E amare?
Con chi stai ballando stasera?
Non può tenerti per sempre con sé un fantasma senza forma.

 
 
 
Il dottor Harvey invecchia.
Anche se i tre spiritelli dispettosi lo tengono impegnato, lui conta ogni mattina le rughe sul viso che aumentano. Sa che i capelli diventano neve, che la vista peggiora; sa che il suo mestiere di padre è concluso e trema quando realizza che il tempo è solo sabbia crudele che scorre nella clessidra della vita.
Ogni mattina Casper gli fa trovare la colazione pronta, come per mantenere un’abitudine.
Il castello sembra vuoto, senza Kat. Quattro fantasmi e un dottore che ha finalmente trovato degli amici non danno vera anima a Whipstaff.
“Buongiorno, dottor Harvey. Notizie di Kat?”
“Tra tre giorni si laurea e ha prenotato una vacanza in Italia per festeggiare. È molto soddisfatta del suo percorso universitario.”
“Io le preparerò una megafesta qui per quando tornerà.”
Il dottor Harvey annuisce, ma tace per un attimo. Dentro il cuore ricuce un tormento che non riesce mai a esprimere a voce alta.
Ma il suo peccato lo tarla, lo divora.
E così il dottore sgancia la sua confessione:
“Dovevi tornare a vivere tu, Casper. Kat allora aveva bisogno di un padre, ma per il resto dell’esistenza avrebbe avuto bisogno del tuo amore.”
Gli occhi blu del fantasmino si concentrano sull’aranciata da versare, rifiutano il concetto del rimorso.
Forse gli strilli di Molla, Ciccia e Puzza per una volta non sono inopportuni, perché fanno decadere una discussione che nessuno avrà più il coraggio di affrontare.
Casper passa a servire gli zii, ma il dottor Harvey si domanda quanti spiriti al mondo rinuncerebbero all’occasione di una seconda vita umana, solo per amore.

 
 
 
Posso, Kat?
 
 
 

Il mare stellato gli dona conforto.
Casper lo fissa ogni sera; finalmente ricorda che da vivo non aveva mai imparato a nuotare.
Però ha visto Kat farlo l’estate scorsa.
Lei si tuffava dagli scogli come una matta spericolata, gli diceva che a trent’anni non si ha più paura di niente.
Insieme hanno saputo costruirsi i loro momenti improbabili.
Solo per loro due.
Come due amici.
Uno spettro adolescente e una donna che non smette di invecchiare.
Una vita interrotta a metà e un’altra che si infiammerebbe solo con la speranza di un nuovo miracolo.
Casper fissa la luna e pensa che dall’altra parte dell’America, forse da un grattacielo di New York, anche Kat la stia guardando.
Si fa le stesse domande in eterno, in un ciclo sbiadito dai chissà.
Ma anche un fantasma sa provare amore, i sentimenti sono immortali.
E l’amore non è egoismo. L’amore non imprigiona e non trattiene mai.
Non ti privare di niente, Kat.
Fallo per me che sono rimasto qui prima per mio padre, e adesso solo per te.
Senza di te non me ne vado nell’aldilà.
Senza di te resto comunque incompiuto.

 
 

 

Ancora un po’, Kat

 
 
 

È l’alba e Kat scaccia via dal suo letto l’ultimo amante che ha avuto.
“Sei una donna strana. Quando vuoi richiamami”, le sussurra il barman di cui non ricorda il nome, con la voce ancora stropicciata dal sonno.
“Mai più”, pensa lei.
Kat non si trattiene mai. Non attende, non cerca, non brucia.
Forse amerebbe solo qualcuno che non può tornare da lei.
Forse desidera qualcuno che è stato di carne e sangue per lei per appena un’ora.
Forse deve aspettare di morire anche lei per ritrovarsi in lui.
Solo Casper può tenerla con sé. Come lei trattiene nel suo cuore lo scrigno di emozioni di una notte lontana, la dolcezza di una danza che mai sarebbe dovuta finire.
Kat apre la finestra e un venticello primaverile le scompiglia i capelli.
Una volta detestava i brividi che arrivavano a scuoterla all’improvviso, ma ora li cerca con una scheggia di nostalgia.
Il freddo sono le sue carezze.
Si può amare qualcuno che è morto prima ancora che tu nascessi?
Si può odiare il sogno di volersi vivere tra le pagine di due esistenze mortali?
È quando mangia, balla, viaggia, lavora, scrive, è quando vive, in ogni minimo gesto che compie, in ogni sorriso e in ogni lacrima che deve asciugarsi da sola, che Kat capisce come si sente senza avere Casper con sé.
Incompiuta.
 
 
 

Ancora, ancora, ancora un altro po’, Kat…

 
 
 

Un unico bacio rimasto a metà. La somma di ogni distanza.
Un corpo che non esiste e un corpo che invece si riflette nello specchio, assapora cibi e labbra, cammina sulle strade del mondo.
E che ogni tanto torna sui propri passi.
Kat non ha paura del tempo che scorre, perché ogni minuto la avvicina a lui.
Ha un nuovo taglio di capelli, due settimane di ferie e trentotto anni quando riapre la porta di casa, posa i bagagli e saluta il suo castello infestato.
Casper le svolazza attorno felice, non si aspettava un arrivo a sorpresa.
“Sei tornata.”
“Ogni tanto devo passare a salutare il mio fantasma preferito.”
“Quanto ti fermi stavolta?”
“E tu, Casper? Quanto ti fermerai ancora?”
“Io ti aspetto, Kat. Ma senza fretta. Voglio prenderti in giro quando sarai una vecchietta col bastone e io rimarrò il fantasmino di sempre.”
Kat sorride al suo migliore amico.
Poi avvicina una mano alla sua, trasparente.
Ogni tanto giocano ancora a cercarsi. È come cercare il tremore e l’assenza, ma sanno toccarsi col pensiero.
È un dolore rievocarlo, ma succede: ricordano come si erano saputi stringere, in quel lontano ballo di Halloween.
E immaginano come sarebbe stato stringersi per il resto della vita.
Vorrei vedere l’uomo che saresti stato, Casper.
Vorrei vivere dei tuoi abbracci.
Vorrei risentirti mio, per una volta soltanto.
Si sorridono, e sanno che la mancanza per ciò che non sarà mai li dilania anno dopo anno.
Senza speranza.
Senza colori.
Senza un limbo da condividere.
Ma restano così e si accontentano di ciò che sono, perché è tutto ciò che hanno.
Incompiuti.
 
 

 

“Posso tenerti con me?”
“Ogni giorno che passa, sempre un po’ di più.”

   
 
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