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Autore: Harebell    10/03/2023    0 recensioni
Ma al sorgere dell’alba ecco apparire una creatura di superba bellezza: verso di lui camminava un satiro dal pelo bianchissimo, candido come la neve appena caduta e, dello stesso colore, erano i capelli e le corna.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Lucerys Velaryon
Note: AU | Avvertimenti: Furry
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Lucerys si guardò intorno smarrito e cercò di illuminare il sentiero con la sua torcia ormai consunta.
La luce fioca illuminò delle orme fresche nascoste fra l’erba e le rose selvatiche, e sul volto gli apparve un ghigno. Gli era sembrato di udire della musica in lontannza e l’aveva seguita.
Suo fratello maggiore Jacaerys lo aveva sfidato a trovare il luogo segreto dove si riunivano le baccanti: l’idea era semplicemente folle.
Il culto di Bacco era un culto misterico, concesso a pochi eletti dalla divinità e giravano le peggiori dicerie: chiunque fosse stato scoperto a spiare le baccanti, sarebbe stato trucidato nella follia dell’estasi.
Tuttavia Lucerys aveva accettato spinto dalla curiosità e la sera precedente aveva fatto un sogno.
Camminava in un bosco, fino a smarrirsi, seguendo una musica vibrante, sempre più soffocante, e più si addentrava in quei meandri naturali, fra legni contorti e rami graffianti, più calavano le tenebre.
Ma al sorgere dell’alba ecco apparire una creatura di superba bellezza: verso di lui camminava un satiro dal pelo bianchissimo, candido come la neve appena caduta e, dello stesso colore, erano i capelli e le corna.
Era come guardare una soffice nuvola, ma la sua attenzione si concentrò sugli occhi: uno era lilla, l’altro era azzurro. Due gemme vivide come fiori sulla pelle immacolata.
Al risveglio sentiva il peso di quegli occhi sul suo corpo e l’urgenza di cercare il bellissimo satiro.

Due braccia spinsero Lucerys contro un albero, strappandolo con violenza dal suo ricordo; provò ad urlare agitando la fiaccola, che cadde spegnandosi e una mano si posò con forza sulla sua bocca.
Il ragazzo spalancò gli occhi per la sorpresa: era il satiro del suo sogno e si domandò se fosse morto e giunto nei Campi Elisi, poichè nel mondo dei vivi non esisteva un tale prodigio.
Il satiro, vedendolo immobile, posò l’indice sulle labbra per invitarlo al silenzio.
Lucerys ubbidì e la creatura sembrò soddisfatta, dopodichè gli indicò un punto distante tra i caspugli.
“Devi andartene o le baccanti ti uccideranno.”
“Nel mio sogno non mi hai rivolto la parola...”
Il satiro lo guardò senza capire di cosa stesse parlando e, nervoso, scosse la coda inclinando la testa di lato, tirando indietro le orecchie caprine.
“Ti ho sognato ieri notte! Eri un sole che sorge dal bosco! Come l’aurora sorge al mattino!!”
La creatura strinse gli occhi sospettoso, ma non fece domande, non aveva tempo da perdere in sciocchezze.
L’umano stava per dirgli qualcos’altro, ma Aemond, questo il nome del giovane satiro, lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso il limitare del bosco, sul sentiero che riportava alle mura di Roma.

Lucerys lo seguì in silenzio, ma era attratto dalla coda del satiro, che si muoveva a tempo con i suoi passi e desiderava toccarla per scoprire quanto fosse morbido il suo pelo.
“Non osare mai più recarti in questo bosco sacro a quest’ora! Non osare mai più disturbare le baccanti!” lo rimproverò puntandogli un dito al petto “La prossima volta potresti non essere così fortunato!”
“Non le cercherò mai più!”
Giurò Lucerys, l’eccitazione causata dal loro incontro palpabile nella voce e sul viso, e afferrò le mani del satiro per stringerle fra le sue.
“Ma noi due possiamo rivederci, vero? Ti verrò a trovare e ti porterò dei doni! Delle offerte!!”
La creatura lo fissò accigliato, il suo sguardo sembrava fuoco sulla pelle e Lucerys sentì le guancie infiammarsi. Aemond arricciò il naso; gli piaceva ricevere libagioni, anche se quello pazzo per il vino era suo fratello Aegon.
Aemond annuì, l’umano aveva un aspetto virile, un fisico slanciato, bello e gli occhi da giumenta. Grandi e Luminosi. Respirò il suo profumo: sapeva di fieno fresco, calce e sabbia. Osservò le mani, c’erano calli, forse lasciati dall’uso frequente di corde. Forse lavorava con dei cavalli.
“Accetterò i tuoi doni, umano. Torna domani nel primo pomeriggio. E se osi fare tardi, non azzardarti a presentarti!”
Lucerys annuì e baciò la mano del satiro sul palmo, dopodichè si avviò verso casa.
Alle sue spalle non vide la creatura fissarlo attentamente, la coda scondinzolante e le orecchie rizzate per l’eccitazione all’idea di rivederlo.

 

Harebell: una storia non storicamente accurata, ma con tanto pelo e una coda scodinzolante XD
Primo tentativo di scrivere una Lucemond, nata da un commento “Lucerys ha gli occhi da giumenta”.
Occhi da giumenta era un complimento in voga nell’antica Roma, specialmente se rivolto a una matrona, dato che” occhi da giumenta” era uno dei numerosi epiteti di Giunone, questo perchè la vacca era associata alla dea.

Sui social mi trovate come @crimsonkingart

   
 
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