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Autore: asgardianstark    11/03/2023    1 recensioni
And I sound my barbaric yawp over the roofs of the world.
Ovvero di come Sawamura Daichi e Kuroo Tetsuroo si lasciano andare, abbandonando il ruolo di mentore responsabile per accogliersi l'uno con l'altro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Sawamura-san!» proruppe una voce stentorea, parole insieme sorridenti e strafottenti. Daichi aveva ormai imparato a conoscerla e riconoscerla. Era una voce potente, ricca, che sapeva diventare lasciva e suadente, pronta a piegarsi ai desideri del suo proprietario.

«Kuroo-san» rispose con la sua voce tranquilla, piena di autorevolezza e capacità. Tetsuro aveva già afferrato tutte le inflessioni della voce di Daichi. Gli era bastato poco, un’amichevole e qualche giornata trascorsa insieme a giocare.

«Non credi che il povero fianco della collinetta si sia stancato dei vostri piedi martellanti e del sudore che lo sta innaffiando?». Kuroo si stava avvicinando con il tipico passo cadenzato, un po’ molleggiante, come se il mondo dovesse fargli spazio ogni volta che entrava in scena.

«Vedremo cosa accadrà quando alla prossima partita noi saremo ancora pieni di resistenza e fiato».

Il giorno di allenamenti e partite stava volgendo al termine, i ragazzi e le manager si stavano preparando per andare a cena, con queste ultime che cercavano di schiodare gli irriducibili dalle palestre. C’erano in particolare tre di loro che sembravano non esaurire mai le energie, sebbene fossero tra quelli che giocavano sempre da titolari. Kageyama e Hinata erano continuamente con la palla in mano, e anche di sera erano tra gli ultimi a raggiungere la mensa, accompagnati da uno stralunato Bokuto, non si capiva se per la stanchezza, per la felicità, o per il fatto che avesse trovato qualcuno disposto ad allenarsi anche più di lui.

«Di sicuro i vostri due mostriciattoli non sanno cosa sia la fatica fisica. Non so quanto possa fargli bene tutto quel movimento».

«Se conosci qualche modo per far smettere due ossessionati dal svolgere quello che li ossessiona, ti prego di dirmelo» rispose ridendo Daichi. Erano ormai mesi che tentava di far entrare nelle teste dure dei suoi kohai che esagerare con gli allenamenti poteva provocare più danni che benefici, ma veniva puntualmente smentito dalle prestazioni dei due ragazzi e dalle frecciatine di Sugawara che lo etichettavano come un genitore severo che non lascia esprimere liberamente i propri figli. Lì al ritiro, poi, avevano trovato stimoli inediti che li avevano assorti ancora più del solito. Non che fosse una brutta cosa, anzi.
Tutto intorno ai due ragazzi si sentivano voci entusiaste, sebbene stanche, pronte a trascorrere quelle umide serate insieme, in cui magliette bianche sedevano con le blu, le verdi e le nere delle altre scuole. Quanto più una partita era stata lunga o travagliata, tanto più i giocatori erano disposti a scambiarsi tattiche e strategie, poco importava se il giorno successivo qualcuno avrebbe usato una mossa imparata quella sera contro il generoso malcapitato.

«In questo caso temo di non poter elargire i miei magici e fantastici consigli, dato che io con Kenma ho il problema inverso. Non che non voglia o non gli piaccia allenarsi, ma è oltremodo difficile farlo entusiasmare per quello che fa. A meno che non sia un livello di qualche suo videogioco».
Oltremodo. Quale liceale usava ancora espressioni così?

«Anche se, devo ammettere, da quando Kenma ha conosciuto Chibi-chan ha iniziato a mostrarsi più interessato alla pallavolo». Mentre parlavano, si stavano spostando lontano dal chiacchiericcio che veniva dal prato principale. Kuroo si era fermato davanti a Daichi, guardandolo di sottecchi e con aria maliziosa. «Mi chiedo cosa mai ci sia in voi ragazzi di campagna che affascina tanto noi ragazzi di città».

Le voci iniziarono ad arrivare alle orecchie di Daichi ancora più lontane e incomprensibili; si erano allontanati, è vero, ma non così tanto da renderle indistinte come le percepiva. Un calore improvviso gli invase le guance, troppo in ritardo rispetto agli allenamenti per dare loro la colpa. Era diventato davvero così evidente l’effetto che gli faceva Kuroo? O era una sorta di potere magico che possedeva, per cui chiunque entrasse in contatto con quel ciuffo di capelli neri e quel ghigno veniva ammaliato come da un canto di sirene?
La sintonia tra i due era nata fin dall’amichevole: entrambi capitani, entrambi responsabili e rispettati dalla propria squadra, entrambi desiderosi di tornare a vette più alte con i loro compagni e amici. La Battaglia della discarica era un obiettivo comune, da cui solamente uno di loro sarebbe riuscito vincitore, ma svolgere il percorso insieme non era una brutta prospettiva.

«Vediamoci fuori la palestra numero 3 quando sarà finita la cena» continuò Kuroo, dal momento che Daichi non era ancora riuscito a spiccicare parola. Uno a zero per il gatto.

«Cos’è, hai importunato un altro nostro primino per cui devi chiedermi scusa?» lo apostrofò Daichi, a cui era bastato un attimo di riflessione per tornare con la mente lucida. Kuroo era affrontabile proprio come una partita: se c’era qualcosa che ostacolava la riuscita, bisognava solo riflettere e non farsi prendere dall’ansia. Era così che si riusciva a comunicare con il capitano del Nekoma, andando sul suo territorio, perché anche lui aveva dei punti in cui era facile smuoverlo. L’orgoglio e il rispetto che provava per chiunque gli stesse intorno erano due di essi.

«Ho davvero esagerato con Tsukishima, vero?». Suonava dispiaciuto, il volto leggermente teso, un sorriso diverso da quello solito, quasi vergognoso, come a indicare che aveva capito dove aveva sbagliato. Eppure c’era anche, come segno distintivo, il suo divertimento sotteso, come se niente lo potesse scalfire, perché tutto era bello e degno di essere considerato bello.
«Dovrai aspettare il dopo cena per avere la risposta».
Da dove arrivava quella sicurezza e sfacciataggine? Daichi si sentiva sopraffatto dalla presenza di Tetsuroo. E anche divertito nel sentirsi così libero.





 
Era moltissimo che volevo scrivere una storia con loro due come protagonisti perché trovo la loro relazione molto bella, che sia intesa come amicizia nel canon o altro nel fandom. Li trovo anche molto simili caratterialmente, e soprattutto per il ruolo che rivestono nella squadra.
Spero di poter riuscire a trasmettere quello che ho in mente. Buona lettura!

 
   
 
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