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Autore: Harry Fine    12/03/2023    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Howe stava ghignando felice, come un bambino con un giocattolo nuovo. 《Ma guarda》 Disse untuoso, gli occhi puntati in quelli di Persephone. 《Ho sempre pensato che fossi una puttana ostinata, ma credevo che avrei dovuto trascinarti fuori dal palazzo di Eamon.》Il suo sguardo si spostò su Runaan e Iselen. Sorrise ancora di più. 《A quanto pare il Creatore è dalla mia parte.》
La corvina sentiva la mente vuota, ma le sue dita stavano stringendo le sue spade. 《Howe!》Ringhiò.

L'altro non smise di sorridere. 《Non credevo che saresti riuscita ad arrivare fin qui, ne che fossi tanto sciocca da venire affatto, ma vedo che sei proprio come tuo padre. Hai la sua stessa arroganza.》
La ragazza lo guardò con odio: ogni fibra del suo corpo voleva ridurre quel vigliacco in pezzi! Suo padre lo aveva chiamato amico per anni, si era fidato di lui sul campo di battaglia, e lui invece lo aveva tradito e ucciso come il verme che era!
《Tu non sarai mai degno nemmeno di leccare le scarpe di mio padre Howe》 Gli sibilò contro. 《Se avessi un briciolo del suo onore, mi sfideresti uno contro uno, ma tu preferisci colpire alle spalle vero?》 Sentì un refolo gelido sulla nuca. Iselen era pronto.

Il sorriso dell'uomo divenne una smorfia. 《Lui e tua madre sono morti implorando, in ginocchio di fronte a me, impotenti. Patetici. Appenderli alle mura insieme alla puttana antivana e a quel moccioso è stata una soddisfazione che ho atteso per anni. E tu ti unirai a loro.》
Si rivolse ai suoi uomini. 《Attaccate!》


Non ebbe il tempo di finire la frase. Iselen sbattè un piede sul terreno, che si piegò ai suoi comandi, catapultando uno dei grossi tavoli di tortura contro di lui e I suoi sgherri mentre Oswyn si nascondeva con un acutissimo urlo all'angolo della stanza.
Howe e i suoi si tolsero di mezzo, ma un fulmine di Morrigan fece scoppiare l'arma improvvisata in un boato di fiamme che li scaraventò contro il muro

Persephone saltò in avanti, inseguendo l’arle, mentre dei soldati cercò di caricare la strega. Runaan si frappose fulmineo tra di loro, conficcando fino all'elsa uno dei suoi coltelli nell’occhio dell'uomo!
Quello crollò a terra, dando a Morrigan il tempo di allontanarsi, ma l'elfo fu costretto a spostarsi quando due soldati lo attaccarono da destra. Saltò indietro, sbattendo contro un altro tavolo: sentì il piede dell'elfo morto toccarlo mentre cercava una via di fuga.
Non c’era abbastanza spazio per usare il suo arco o muoversi con la solita agilità e quei due erano molto più grossi di lui. Sputò una maledizione e si abbassò fulmineo per evitare un colpo di spada diretto al suo collo, ma un altro lo raggiunse sul fianco: il dolore gli infiammò la carne e sentì rivoli caldi lungo la coscia.
Vide quei due bastardi sorridere, ma poi una ventata di aria gelida lì travolse tutti e tre. I fiocchi di neve ferirono le loro guance, mentre lunghissime crepe di ghiaccio di diffondevano sulle pareti e i pavimenti.


Runaan alzò le braccia per proteggersi, cercando di capire cosa stesse succedendo. Vide poco lontano il mago di Howe lanciare inutilmente grosse sfere di fuoco contro Iselen, che le stava estinguendo senza fatica con i suoi feroci venti di tempesta, il viso percorso da lunghe linee azzurre.

Il Dalish ghignò. Il gelo correva come una fitta tela cristallina, stringendo la sua morsa attorno al mago, che stava arretrando terrorizzato, e soprattutto distraendo i due soldati che aveva di fronte.
Agì immediatamente. Il suo coltello si piantò nella gola del più vicino, il suo verso di sorpresa che mutava in un gorgoglio di morte, e prima che l'altro soldato potesse provare a difendersi, Aida gli piombò addosso
Lo vide cadere a terra, il volto sporco di rosso che scattava impotente da destra a sinistra mentre l'elfa alzava gli artigli. Il sangue del soldato si cristallizzò sul terreno e quando la temperatura calò ancora di più, Runaan fu sicuro che del mago di Howe non fosse rimasto che un cadavere congelato.

Si voltò, i capelli costellati di fiocchi di neve in balia dei venti. Ormai era rimasta in piedi solo la maga nemica: il corpo dell'ultimo soldato di Howe giaceva poco distante, Morrigan sopra di lui che sorrideva sinistra
La sua nemica puntò il bastone, la fronte imperlata di sudore, evocando un'onda d'urto che la strega annullò con un semplice schiocco di dita. 《Sei patetica》 Disse sorridente, puntandole contro un dito.
Un fulmine attraversò la stanza con un boato terribile, trapassando il petto della sua avversaria senza che lei potesse fare nulla: Il suo strillò coprì ogni altro suono. Le vene dei suoi occhi esplosero in un milione di sfrigolii elettrici e il sangue sbocciò a fiotti dalla sua bocca ora muta. Crollò a terra con un tonfo, il corpo ancora scosso da piccoli spasmi.

Runaan sentì i venti generati da Iselen iniziare a calmarsi, ma un rapido clangore di lame li costrinse tutti a girarsi verso l'altro capo della stanza.
Persephone e Howe stavano ancora lottando, le loro armi che cozzavano in miriadi di scintille.


La corvina muoveva le spade in fretta, le stoccate che si susseguivano senza sosta, scontrandosi contro le lunghe daghe dell'uomo davanti a lei. Il suo cuore pulsava, e sentiva il sudore colare sulla fronte.
Non aveva fatto caso agli scontri in cui erano impegnati i suoi amici o alle correnti gelide che le avevano frustato il viso. Tutto quello a cui stava pensando era a come sconfiggere Howe!
All'inizio era riuscita a coglierlo di sorpresa con una serie di attacchi precisi e mirati che le aveva mostrato Zevran, ma quel verme si era dimostrato molto abile. Non era forzuto o veloce quanto lei, ma era un duellante con anni di esperienza e un’ottima abilità nell’individuare i punti deboli della sua armatura.

Uno dei suoi pugnali le aveva causato un lungo taglio sulla coscia, là dove la cotta di maglia era più sottile. La ferita bruciava, e il formicolio innaturale che sentiva era segno che la lama era stata avvelenata.
Ormai quella sensazione fastidiosa aveva raggiunto il ginocchio, ma lei non aveva osato fermarsi. Quella era la sua unica occasione, non poteva farla fuggire!

Alzò nuovamente le spade e attaccò da destra, mandando una tacita preghiera alla sua famiglia, chiedendo loro di sostenerla, di donarle la loro forza.
Howe parò, ma lei continuò ad attaccare, il cuore che rimbombava nel petto. Vide Iselen sollevare le mani, i cristalli di ghiaccio che danzavano tra le dita, ma gli fece segno di stare indietro. Doveva farcela da sola.
Aveva sognato quel momento per mesi. La vendetta era stato il solo pensiero che l’aveva spinta ad andare avanti prima di conoscere Alistair e gli altri. E ora le stava tornando tutto in mente: le fiamme, le urla, l'orrore sul viso di sua madre e la morte su quelli di Oren e Oriana, il sacrificio di Sir Gilmore, il corpo di Nan, l'addio a suo padre, le sue stesse lacrime e urla.
L’uomo davanti a lei aveva causato tutto ciò. Per colpa sua, non avrebbe mai potuto vedere suo nipote crescere o ridere di fronte alle sfuriate di Nan. Non avrebbe più avuto occasione di dire a sua madre che la amava nonostante i loro litigi o di sentire suo padre accarezzarle i capelli.


Attaccò ancora, il sigillo dei Cousland che brillava sull’elsa delle spade, e Howe non fu abbastanza svelto. Lo vide indietreggiare, la guancia sporca di sangue, e lo caricò di nuovo, ancora più decisa.
La sua vita era stata mandata in pezzi per banale invidia. Lui si dipingeva come abile stratega quando era solo un vigliacco! Gli avrebbe mostrato che lui non era nulla era nulla davanti a suo padre!

La sua gamba ormai le stava inviando scosse di dolore, il terreno scivoloso per via del ghiaccio che minacciava di farla cadere, ma lottò per restare in equilibrio ed eseguire colpi rapidi e precisi per non dare respiro al suo nemico. Howe stava lentamente indietreggiando sotto i suoi colpi, la fronte sudata, e lei sentì un palpito di soddisfazione nel petto.
Provò a disarmarlo colpendolo dall'alto, ma lui si buttò a destra e poi scattò verso di lei, cercando di infilzarla sopra le clavicole. Lei puntò i piedi e gli rifilò una testata che lo fece barcollare indietro, il naso che iniziava a sanguinare, sicuramente rotto.
Lui non demorse, ma la ragazza parò i colpi seguenti con facilità, notando che il suo nemico sembrava più lento e soprattutto che aveva smesso di sorridere! Quel suo ghigno viscido era finalmente svanito!

Ignorando il fastidio alla gamba, sferzò l'aria con le sue lame per allontanarlo e poi affondò per spezzare la sua guardia. Lui la evitò con un ringhio di fatica.
Il loro scontro ormai stava andando avanti da un po' e se lei poteva contare sul vigore della gioventù, Howe non era così fortunato: ormai stava ansimando. Il suo petto si alzava in fretta e la pelle era madida di sudore.
Persephone ne approfittò per attaccare un'ultima volta dall'alto, e Howe stavolta non potè evitarlo.


La ragazza sentì i polsi del suo nemico cedere, i pugnali che si schiantavano al suolo poco prima di puntare una delle sue spade contro la sua gola.
《Ormai è finita. Arrenditi.》
《Scordatelo.》 Ringhiò l'uomo, alzando la mano.
La corvina vide qualcosa di scintillante baluginare per un attimo, ma poi una lunga e sottilissima lama di ghiaccio trapassò la spalla, facendolo urlare di dolore, il coltello da lancio che tintinnava sul terreno.

Howe si accasciò a terra, lunghi rivoli di sangue che scendevano tra le dita, mentre la corvina lo guardava con disgusto. Colpire a tradimento, quello era il solo modo con cui quel verme era capace di vincere.
Lo colpì con un calcio dritto in faccia, il rumore del setto nasale che si spaccava definitivamente musica per le sue orecchie. Lo vide cadere a terra, ma invece di nuovi versi di dolore, lo sentì ridere: un suono rasposo e freddo uscì a fatica dalla sua gola, mentre alzava lo sguardo.
《Sei proprio come tuo padre. Come ogni Cousland》 Sputò, i denti rossi di sangue. 《Mi guardi dall'alto in basso anche se vi ho uccisi come i cani che siete!》
《L'unico cane qui sei tu!》 Replicò lei furiosa.

Il sorriso di Howe si accentuò, malato. 《E allora falla finita. Dimostrami che sei la degna figlia di Bryce e macellami come l'animale che sei!》
Persephone voleva farlo, sarebbe stato facilissimo. Era lì, impotente davanti a lei, dopo tutti quei mesi passati a dargli la caccia. Voleva staccargli la testa come la serpe che era e liberarsi dal suo spettro. Voleva cogliere la sua vendetta e lasciare che i suoi cari riposassero in pace. Ma sarebbe stato un errore.
Se lo avesse ucciso lì sotto, senza dimostrare i suoi crimini all'incontro dei popoli, chiunque avrebbe potuto accusarla di essere una bruta che aveva ucciso l'arle di Denerim per cercare di minare il potere di Loghain.


Si morse le labbra fino a farle sanguinare, lasciando una delle sue spade per costringere quel traditore ad alzarsi. 《No Howe. Non permetterò ai tuoi sicofanti di trasformarti in un martire.》
Vide la sorpresa stirare il suo volto e lo fece cadere di nuovo a terra, rivolgendosi agli altri. 《Se lo uccidiamo adesso, rafforzeremo solo l'immagine di mostri assetati di sangue che lui e I suoi vogliono darci. Dobbiamo farlo prigioniero.》

Vide Runaan, Morrigan e Aida aggrottare la fronte, i volti sporchi di sangue, ma Iselen si limitò ad annuire, calmo come sempre.
《Come lo facciamo uscire di qui?》
《Credo di saperlo.》 La corvina sospirò, rivolgendosi alla strega. 《Puoi fare qualcosa?》
Lei alzò un sopracciglio, gli occhi che scintillavano. 《Avete intenzione di lasciare la luce del Creatore Lady Cousland?》 Chiese lei sarcastica, prima di aprirsi in un sorriso deliziato che la fece rabbrividire. 《Credevo non me lo avresti mai chiesto.》


La vide ancheggiare verso Howe, una nube scura che danzava dalle punte delle dita mentre l'uomo la fissava, di colpo atterrito. Vide la speranza inutile di una via di fuga impressa sulla sua faccia adunca, ora bianca come gesso.
La strega alzò le mani, il sorriso sempre in viso, e le volute scure lo strinsero prima che potesse opporsi, bloccandogli le gambe. Lui si contorse nel vano tentativo di liberarsi, ma quelle continuarono a salire, costringendogli il busto e le braccia e stringendosi intorno al  suo collo.

Persephone sentì un brivido di paura e al tempo stesso di soddisfazione quando vide i suoi occhi pieni di terrore spostarsi su di lei, quasi supplicandola di smettere. Lei non disse nulla, non distolse lo sguardo neanche un attimo mentre la nube lo avvolgeva e lo nascondeva alla sua vista.
Avrebbe potuto semplicemente stordirlo, non era necessario chiedere aiuto a Morrigan, ma lei voleva che capisse, che provasse la stessa paura che le sue vittime avevano provato quando le aveva aggredite. La stessa paura che aveva provato lei.


Lo sentì lottare, resistere tra urla soffocate mentre le volute lo stringevano come serpenti, ma poi i suoi movimenti cessarono di colpo. La stanza piombò in un silenzio pesangte e così com'era apparsa, la nube svanì.
Howe giaceva sul pavimento gelato, profondamente addormentato: il volto era rilassato e il petto si alzava regolare. Un cerchio magico scintillava su di esso.
Morrigan si voltò verso di lei, soddisfatta. 《Finchè il sigillo resterà intatto, lui dormirà. E le sue ferite guariranno più lentamente. Temo proprio che gli faranno male per un po'.》 Disse, con finta compassione.
La corvina rispose con un cenno, lo stomaco chiuso. Quella donna era terrificante: non le importava nulla della gran parte delle persone intorno a lei e non ne faceva segreto. Non aveva idea di come facesse Runaan a stare con lei senza paura. Però si ricordò che non aveva diritto di sentirsi così: lei le aveva chiesto aiuto di propria volontà. Voleva che Howe tremasse di terrore, aveva voluto guardarlo mentre si contorceva. Morrigan l'aveva semplicemente esaudita.

《Ehi!》 Li richiamò Aida, sulla soglia della porta. Oswyn era in piedi accanto a lei, pallido e tremante, ma l'elfa lo ignorò. 《Se avete finito di fare… qualsiasi cosa sia quello, dobbiamo ancora liberare la regina.》


Persephone annuì e tutti tornarono al piano di sopra, Howe che fluttuava dietro di loro, legato magicamente al bastone della strega, finchè non si trovarono di fronte la porta delle stanze della regnante
《Vostra altezza, siamo tornati.》 Disse.
《Oh, sia lodato il Creatore!》 Rispose lei. 《Vi prego, fatemi uscire.》

La ragazza annuì verso Iselen, che puntò il dito contro la maniglia. Senza la runa a proteggerla, quella gelò e cadde a terra con un lieve clangore. La porta si aprì.
La regina Anora ne emerse, avvolta in una cotta di maglia leggera. Era una donna attraente, più grande di Persephone, ma più minuta di lei, i capelli biondi raccolti sulla nuca e due grand occhi blu identici a quelli di suo padre Loghain.
《Vi ringrazio custodi.》 Disse, prima di individuare Howe, che fluttuava alle spalle di Morrigan. 《È…?》
《Non abbiamo tempo di spiegare, Altezza.》 Disse Persephone. 《Dobbiamo andare via di qui.》
La donna rivolse uno sguardo sospettoso all'uomo e poi a Morrigan, che la ignorò platealmente, prima di seguirli rapidamente verso l'uscita principale.


Non videro una sola guardia in giro, il silenzio regnava sovrano, e non fecero in tempo a chiedersi il motivo, perché Aida sbarrò gli occhi e fece loro segno di fermarsi, il naso che vibrava attento. Erano davanti all'ultima arcata, mancava pochissimo al portone. Si sentivano delle voci e un clangore di armature.
Runaan si appiattì contro una parete, sbirciando oltre. Persephone fece altrettanto e impallidì. Una ventina di soldati li stava aspettando. Ne riconobbe una, una donna imponente con un enorme spadone sulle spalle. Ser Cauthrien, il braccio destro di Loghain.
Oswyn sembrava averla riconosciuta a sua volta, perché il suo volto divenne di colpo bianco come latte.

La corvina si i voltò verso la regina: anche lei pareva molto preoccupata. Accarezzò le spade. Avrebbero potuto combattere, erano ancora abbastanza in forze, ma la sovrana era disarmata e se le lei o Howe fossero stati uccisi nel fuoco incrociato, tutti i loro piani per l’incontro dei Popoli sarebbero andati a rotoli.
Strinse i pugni, rivolgendosi verso Iselen e Runaan. 《Dobbiamo andare.》 Disse a denti stretti.
Il mago annuì con un sospiro, mentre il dalish si rabbuiò. Era l'unico modo perché la loro strategia andasse in porto, ne erano coscienti anche loro. Però l'idea non li attraeva per nulla.


Avanzarono di un passo, ma Aida si mise in mezzo. 《Fermi! Che diavolo state facendo!?》 Chiese in un Sussurro gutturale simile a un ringhio preoccupato.
La corvina sospirò. 《Se non andiamo noi, verranno a cercarci. Forse potremmo vincere, ma se la regina cadesse nuovamente nelle loro mani, l'incontro dei Popoli fallirà.》

L'elfa boccheggiò. 《Ci deve essere un altro modo!》 Disse, voltandosi verso Morrigan, in cerca di supporto
La strega stava fissando Runaan, il bastone stretto in mano e lo sguardo indecifrabile. 《Vi rendete conto che potrebbero uccidervi, vero?》

Lui sbuffò. 《Credimi, lo so.》 Si avvicinò a lei, il tono più morbido. 《Portali via di qui, va bene?》
Lei strinse I denti, ma annuì, facendo sgranare gli occhi ad Aida, mentre Oswyn farfugliava qualcosa che nessuno si diede la pena di ascoltare.


L'elfa tese la mano verso i suoi amici, cercando una maniera per fermarli, ma Morrigan le afferrò un braccio. 《Dobbiamo andare.》 Disse.
《No, non possiamo…》 La strega strinse ancora di più, nuove volute scure che danzavano tra le dita.
《Dobbiamo. Andare.》 Scandì lei, gli occhi d'oro che mandavano lampi mentre le volute crescevano.
Aida fissò per un lungo attimo lei e poi i loro amici. Li vide passare l’arcata, la mente vuota, e scoprì i denti furiosa. Sarebbero tornati per loro. Assolutamente!
Afferrò Oswyn per una spalla, ignorando le sue proteste, e anche lei entrò finalmente nella nube.


Persephone li osservò svanire con la coda dell'occhio, il cuore che martellava, mentre lei, Iselen e Runaan entravano nel salone e venivano circondati. Ser Cauthrien le puntò contro lo spadone.
《Persephone Cousland.》 Esordì lei, il tono di puro disgusto. 《In nome del reggente Teyrn Loghain, ordino a voi e ai vostri alleati di lasciare le armi e di farvi consegnare alla giustizia. Siete accusati di aver aggredito e ucciso l'Arle di Denerim.》
Non era la verità, ma andava benissimo così. Dal modo in cui Iselen aveva ridotto la segreta, ogni singolo cadavere sarebbe potuto appartenere a Howe
Slacciò attentamente la cintura che reggeva i foderi delle spade e sollevò i palmi aperti, ripetendosi che lo stava facendo per il bene del Ferelden. Dopo un attimo di esitazione, vide i due custodi fare lo stesso.

Ser Cauthrien non mutò espressione. 《Arrestateli.》
I suoi uomini reagirono subito. Le legarono i polsi e lei non oppose resistenza. Vide dei soldati ghignarle contro e altri lanciare sguardi di disprezzo al mago mentre gli bloccavano le mani.
Uno di loro gli sputò addirittura in faccia e Runaan lo colpì con un calcio dritto sotto la cintura.
L'uomo si accasciò a terra con un gemito e i suoi compari afferrarono il Dalish per le braccia, la corda pronta. Lui oppose resistenza, riuscì a spaccare il naso di uno di loro con una testata, ma un altro lo colpì sulla nuca, facendogli perdere i sensi.

Persephone li vide trascinarlo via come un animale, Iselen subito dietro di lui, stringendo i denti. Si stava già pentendo della sua scelta, anche se era ben consapevole che non ne avevano avuto una.
Si vide spinta fuori nel cortile principale come una criminale, gli uomini di Loghain che affrettavano il passo attraverso le strade, verso la loro nuova destinazione. Fortunatamente, di Morrigan e Aida non c'era traccia
Alzò gli occhi: il cielo era scuro, prometteva tempesta.


**


Un urlo acuto svegliò di soprassalto Persephone dal quel breve riposo in cui era riuscita a sprofondare.
Si sollevò, la schiena che doleva per la posizione scomoda e si guardò intorno. Forte Drakon era prigione più famosa del Ferelden: un tempo ci venivano rinchiusi i peggiori criminali, ma negli ultimi anni aveva accolto solo persone che avevano infastidito anche per errore Vaughan Kendells, l’uomo che Aida aveva ucciso. Ed era lì che lei, Iselen e Runaan erano stati gettati dagli uomini di Loghain.
Le avevano sempre raccontato storie orribili su quel luogo e ormai ne aveva avuto conferma.


Non era possibile stabilire da quanto fossero lì: l’ambiente attorno a loro era senza finestre ed illuminato solo da torce che gettavano ombre lugubri sui muri. Il tempo era scandito da un coro di grida lontane, ma a volte lo schiocco di una frusta risuonava più degli altri e una nuova voce si univa alle altre. Stavolta quella di una ragazza giovane. Troppo giovane per essere finita lì dentro.
E ad ogni colpo, le donne di guardia alla loro cella si aprivano in sorrisi soddisfatti.


《Ehi, come stai?》 Le chiese Runaan accanto a lei, sforzandosi di aprire l'occhio destro, gonfio e livido.
La corvina lo guardò preoccupata. 《Dovrei essere io a farti questa domanda.》 Disse, accennando al suo corpo coperto di tumefazioni e soprattutto ad Iselen, che giaceva accanto a lui, lo sguardo decentrato e la bocca che farfugliava parole confuse.
Prima di gettarli lì dentro, le guardie si erano prese le loro armi e le loro armature, lasciandogli solo stracci per coprirsi, ma con lei si erano limitati a trascinarla e a fare battute volgari. Ai due elfi era andata peggio.
Una decina di guardie si era accanita sul mago: lo avevano tenuto fermo e costretto a bere una pozione che lo aveva lasciato in quello stato e quando il Dalish aveva provato a difenderlo, lo avevano riempito di botte finchè non era svenuto di nuovo.

Lui però non aveva dato loro la soddisfazione di mostrarsi dolorante. Anzi, ora sorrideva sprezzante attraverso il labbro spaccato. 《Dopo tutti i mostri che abbiamo affrontato, le botte di un paio di shem idioti non sono niente.》
Persephone annuì, un accenno di un sorriso in viso, prima di ritornare ad osservare lo spazio attorno a lei. La loro cella era più grande delle altre, ed era isolata in un’ampia stanza quadrata che puzzava di chiuso. C'erano solo due guardie, ma erano armate e non si poteva vincere a mani nude contro una spada.


Si sedette accanto ai suoi amici. Le sarebbe piaciuto avere le abilità di Micah in quel momento, nana li avrebbe tirati fuori in un attimo e avrebbe riso delle guardie, o almeno che Iselen fosse in sé. Aveva avuto dei momenti di chiarezza in cui aveva provato ad aiutarli, ma la nausea e i capogiri dati da quella pozione erano talmente forti da impedirgli di attingere alla sua magia, rendendolo impotente, come lei.
Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato da quando li avevano chiusi lì dentro, era scivolata più volte tra il sonno e la veglia, ma era abbastanza certa che fossero lì ormai da ore.
Sospirò esasperata. Il suo cervello era consapevole che non avevano avuto altra scelta se non arrendersi a Ser Cauthrien, ma una parte di lei, una fin troppo ottimista, aveva sperato fino all'ultimo che quel piano così azzardato filasse liscio.
Pregava il Creatore che Aida e Morrigan fossero davvero riuscite a fuggire con la regina. Gli uomini di Loghain forse avevano risparmiato lei e i due elfi, ma non avrebbero esistano ad uccidere le loro compagne. E se avessero preso Anora…

《Non devi preoccuparti per loro.》 Disse di colpo Runaan. 《Morrigan li porterà in salvo.》
La corvina avrebbe voluto esserne altrettanto sicura. 《Ti fidi davvero di lei?》 Domandò, incapace di trattenersi. 《So che siete… uniti, ma lei ha tanti segreti. Come puoi essere certo dei suoi piani?》
Il Dalish rimase silenzioso per un attimo, gli occhi verdi abbassati. 《Si, di lei mi fido.》 Rispose infine, sicuro. 《Come tu sai che Alistair sarà un buon re, io so che Morrigan non ci tradirà. Ha I suoi misteri, ma ci ha sempre aiutato, anche se non voleva essere qui》

La corvina lo fissò sorpresa. Non lo aveva mai sentito parlare così del suo rapporto con la strega, anzi non era mai stato tanto diretto per nessuno di loro.
Aveva imparato a conoscerlo come una creatura d'azione, qualcuno che si esprimeva meglio a gesti che a parole. Era raro vederlo aprirsi in quel modo.
Ma i suoi pensieri furono interrotti quando una terza guardia arrivò con un vassoio. 《Cibo per i nostri ospiti.》 Ghignò, mostrando delle scodelle con dentro una fanghiglia che avrebbe potuto benissimo essere acqua di fogna con delle croste di pane raffermo.
Le due donne di guardia risero a loro volta. 《Attento Wright.》 Disse una, fintamente ossequiosa. 《Siamo in presenza di una nobile. Merita ogni onore》 Disse, mentre l’uomo faceva scivolare il vassoio nella cella.


Persephone non le diede la soddisfazione di mostrarsi irritata, ma quella puntò gli occhi contro Runaan quando vide la sua faccia disgustata.
《Che c'è orecchie a punta? Non ti piace?》 Chiese sprezzante, prima di dare un calcio al vassoio e riversare il suo contenuto addosso all'elfo, senza rendersi conto di essersi avvicinata troppo.

Il Dalish scattò in un istante, afferrando la treccia in cui erano raccolti i suoi capelli e usandola per sbatterla contro le sbarre della gabbia ancora e ancora, anche quando sentì le ossa del cranio spaccarsi e quando del sangue gli schizzò in faccia.
Il cadavere della donna crollò a terra davanti allo sguardo atterrito degli altri due, il cranio spaccato e la faccia ridotta ad una maschera di sangue.
Runaan li trapassò entrambi con i suoi grandi occhi verdi. 《Na abelas. Na din'an sahlin!》 Ringhiò.
Persephone lo guardò sbalordita. In quel momento sembrava uscito fuori dai racconti sui dalish che gli umani raccontavano: una creatura ferale che non aveva bisogno di armi per uccidere. Eppure era una delle persone di cui ormai si fidava di più.
Iselen accanto a lei, sorrise leggermente, mentre le due guardie fissavano il cadavere per terra, prima di darsela improvvisamente a gambe lungo il corridoio

《Cosa gli hai detto?》 Chiese la ragazza.
《Che era il loro turno》 Rispose il Dalish, cercando di levarsi di dosso quel cibo disgustoso

La corvina si fece scappare una risatina, ma venne interrotta quando il mago alzò il capo, lo sguardo più vigile. 《Di sicuro… li hai… sorpresi.》 Disse a fatica
《Lethallin!》 Esclamò il Dalish, aiutandolo a sedersi. 《Come ti senti?》 Sembrava più lucido dell'ultima volta, che la pozione stesse esaurendo il suo effetto?
《Non… bene.》 Rispose lui, flettendo le dita a fatica nell'inutile tentativo di sentire il proprio mana, la mente ancora annebbiata. Si sentiva debole, fiacco: parlare era difficile… persino pensare era impegnativo.
Aveva letto di una pozione capace di drenare i poteri dei maghi, ma era un ritrovato arcaico che non avrebbe mai pensato di sperimentare!
Persephone lo aiutò a sedersi. Era lieta che il mago si stesse riprendendo, ma non era sicura che fosse il momento migliore. La morte di quella guardia non sarebbe di certo passata inosservata.


Non ci volle molto perché nuovi passi risuonassero nel corridoio. Poteva sentirli anche attraverso le urla, ma quello che oltrepassò la soglia non era il capo dei soldati, bensì Teyrn Loghain in persona!
L'uomo avanzò verso di loro, l'armatura scura che lo faceva apparire ancora più imponente e le rughe del volto serrate in un'espressione severa. Gli occhi erano più cerchiati dell'ultima volta che l'avevano visto.
《Lady Persephone Cousland.》 La salutò arrivando davanti a lei, guardando il cadavere a terra. Si accigliò 《Versare sangue sembra venirvi naturale, custodi》
Runaan gli rivolse uno sguardo tagliente. 《Sarebbe ancora viva se non ci aveste rinchiusi qui dentro e accusati ingiustamente di tradimento.》

L'uomo lo guardò fisso negli occhi. 《Voi siete dei traditori. Avete radunato un esercito contro di me mentre la prole oscura avanza inesorabile.》
《Lo abbiamo fatto perché non c’era altra scelta!》 Esclamò Persephone. 《Voi avete lasciato morire re Cailan e i custodi ad Ostagar! Avete aggredito i Bann che non si sono schierati dalla vostra parte e avete lasciato che l'assassino della mia famiglia razziasse le loro terre e torturasse i loro figli!》

Il Teyrn si voltò verso di lei, il volto gelido. 《Ostagar è stato solo un massacro. I custodi vi avranno mentito dicendo che sia stata una grande battaglia, ma la disfatta era segnata dall'inizio》
《Oh no.》 Ribattè il dalish velenoso. 《Sapevamo che Cailan non avrebbe vinto. Anche Duncan, l'uomo che ci ha reclutati, lo sapeva, ma quel cretino non ha ascoltato. Forse con dei rinforzi avrebbe avuto una chance, ma toccava al suo consigliere dirglielo.》

Loghain strinse i pugni. 《Credi non abbia tentato!? Ho pregato Cailan di restare nelle retrovie e di non mettere scioccamente a rischio la propria vita, ma lui non ha voluto darmi retta. Voi custodi gli avevate riempito la testa di sciocchezze e io non potevo lasciare che i miei uomini venissero massacrati.》
《Quindi ammettete di averlo ucciso!》 Replicò Persephone. 《Il figlio del vostro migliore amico.》

《Ho solo lasciato che la sua ingenuità avesse la meglio.》 Rispose lui, lo sguardo duro. 《Ho amato Maric e Rowan come nessun altro, e vedere la morte di quel ragazzo non mi ha portato gioia, ma io e i suoi genitori abbiamo rischiato la vita per proteggere questo paese. Era mio dovere fare qualcosa.》
《Per questo avete fermato… gli chevaliers e i custodi orlesiani?》 Chiese Iselen, aggrappandosi alle sbarre per alzarsi in piedi, le ossa che parevano molli come gelatina. Non gli arrivava nemmeno alle costole.
Stavolta, Loghain sgranò gli occhi e il mago proseguì. 《Li avete cacciati nonostante la prole oscura fosse sempre più vicina. Abbiamo… visto le lettere di Cailan all’imperatrice… Celene. Sappiamo di ciò che voleva fare… a vostra figlia.》 Lo guardò dritto negli occhi, le pupille enormi. 《Lo avete ucciso per timore che la ripudiasse una volta sicuro del sostegno orlesiano.》

La rabbia finalmente attraversò il volto di Loghain. Lo videro boccheggiare, punto sul vivo, gli occhi che mandavano lampi e una vena pulsante sulla fronte. 《Avrebbe venduto il nostro paese a quella serpe, umiliato Anora di fronte al Thedas intero. Tutto ciò per cui io, Maric e Rowan abbiamo lottato per anni, ciò per cui così tanti sono morti, sarebbe stato reso vano in cambio di un titolo vuoto e di false promesse!》
《Ma il nemico non è Orlais! È la prole oscura la vera minaccia adesso!》 Ribattè Persephone. 《Noi abbiamo visto l'arcidemone in carne ed ossa! Lui e il suo esercito stanno arrivando e finchè continueremo a ucciderci tra di noi, gli faremo solo un favore! Teyrn Loghain, voi siete sempre stato accanto a Maric, fate lo stesso con suo figlio Alistair. Aiutateci a vincere!》


Il volto dell'uomo non mutò, ma in cuor suo sentì un fremito di rispetto per quella ragazza. Era molto forte, glielo leggeva negli occhi, ma anche intelligente ed altruista, come Rowan. Chi altro avrebbe pensato prima al Ferelden che alle loro dispute personali?
E a dire il vero, guardando quei tre, rivedeva se stesso e i suoi amici ai tempi della guerra, quando loro erano ancora vivi.

L'ardore e la cocciutaggine dell'elfo dalish erano gli stessi che aveva Maric quando si buttava in battaglia senza guardarsi indietro, mentre il mago gli ricordava com'era lui un tempo: acuto, calcolatore e sempre pronto a proteggere i suoi amici dai pericoli. E chissà, forse anche lui sarebbe ironicamente vissuto più a lungo delle persone che aveva amato così tanto.
Nonostante la gioventù, erano degni del suo rispetto. Avevano dovuto affrontare minacce indicibili ed erano sopravvissuti: per un attimo si chiese se lottare al loro fianco sarebbe stato come allora, ma accantonò in fretta quel pensiero. Per quanto volesse, non poteva tornare indietro, ma solo trascinarsi avanti e vincere.


Riportò lo sguardo sui tre ragazzi. 《Sapete cosa pensa di me quel ragazzo. Glielo leggo negli occhi: vuole vendetta e solo il sangue potrà saziarlo.》 Sbuffò una risata. 《È troppo irruente per essere re, è preda delle sue emozioni. Anche se immagino che lo abbiate scelto proprio perché è così malleabile.》
La corvina venne presa in contropiede. Era davvero così che tutti vedevano la loro relazione? Un inganno per ottenere il trono usando Alistair come burattino!?

Le tornarono in mente il disappunto di Bann Loren e i commenti di Arle Eamon riguardo i benefici della sua presenza al fianco del custode. Lo aveva aiutato a crescere, secondo lui. Sulla strada per Denerim aveva persino detto che “glielo avrebbe affidato”.
Sul momento l'aveva vista come una benedizione, simile a quella che le aveva dato Wynne, ma ora il dubbio che ci fossero dei sottintesi in quella frase si era insinuato nella sua mente.
Un'improvvisa rabbia le strinse il petto: aveva sempre detestato gli intrighi e i trucchi sleali di certi nobili e ora invece stava venendo accusata di averli usati lei stessa per dominare il Ferelden! Lei non aveva mai chiesto di avere la corona e si fidava di Alistair! Aveva tutto ciò che serviva per essere re, anche da solo!

Avrebbe voluto urlarglielo contro, ma Loghain alzò una mano per imporre silenzio. 《Ero venuto per farvi capire che siete dalla parte sbagliata, Lady Cousland, ma temo non sia possibile. Me ne rammarico, sareste stata un valido aiuto contro la prole oscura e Orlais.》 Si voltò, ma prima di attraversare la soglia parlò un'ultima volta alla corvina. 《Per quello che vale, vi porgo anche le mie condoglianze. Non conoscevo i piani di Howe, altrimenti lo avrei fermato Rispettavo i vostri genitori e vostro nonno, più di tanti altri.》
Lo guardarono allontanarsi, gli occhi sbarrati. Iselen però, gli parlò un’ultima volta, il tono gelido 《Cosa credete direbbe re Maric di tutto questo?》


Il Teyrn si immobilizzò, le labbra strette in una linea sottile. Cosa avrebbe detto Maric? Non lo sapeva, o forse non voleva sapere
Strinse i pugni, i guanti dell'armatura che stridevano. Il suo amico era un idealista, si fidava troppo facilmente degli altri. Negli anni lo aveva visto gettarsi in imprese disperate perché era “la cosa giusta”, uscendone sempre vivo in un modo o nell'altro. E forse, se lo avesse visto ora, sarebbe stato deluso da lui. Ma lo aveva già detto molte volte, ormai non poteva più tornare indietro.

Si cotrinse ad assumere un'espressione neautra, tornando a camminare senza dare una risposta al mago. L'imponente porta si chiuse dietro di lui, lasciando i tre soli con la luce delle torce


Runaan si allontanò dalle sbarre ringhiando. 《Felasil! E io che speravo fosse più sveglio di Cailan!》
Iselen si sedette faticosamente a terra, la testa che girava per colpa della pozione. 《Lui crede davvero di proteggere il Ferelden, ma sa anche che ora non può fermarsi. Dopo tutto quello che ha fatto, mostrare il minimo dubbio per lui significherebbe la fine》

Persephone abbassò lo sguardo. Suo padre e suo nonno avevano sempre descritto Loghain come un uomo d'onore e un guerriero dell’intelletto sopraffino. Lei aveva sempre immaginato lui, re Maric e la regina Rowan come un gruppo di eroi implacabili, ma in realtà l’eroe del fiume Dane era un uomo come gli altri, intento a difendere i propri interessi e chi amava.


Il dalish sbuffò, dopo aver fallito per l'ennesima volta nel trovare un punto debole delle sbarre. Detestava quel posto, si sentiva soffocare, e la situazione era orribile. Erano disarmati, privi di mezzi per uscire da lì e alla mercè di quel branco di guardie shem.
《Credete che ci lascerà qui a marcire?》Chiese tetro
Persephone alzò le spalle. 《Anche se fosse, Alistair e Arle Eamon riusciranno a vincere l’incontro dei Popoli. Hanno ancora una settimana per prepararsi》

《Ti fidi molto di lui.》 Sentenziò il mago a fatica.
《Perché tu no?》 Chiese lei retorica.
L'elfo scosse la testa. 《All'inizio no.》
La corvina lo guardò sorpresa. Sapeva che non sempre i tre custodi erano andati d'accordo, ricordava le urla che si erano scambiati a Redcliffe, ma ormai era convinta che avessero trovato una vera intesa.

Runaan ridacchiò. 《Era un idiota. Sfoggiava i grifoni sulla sua armatura ai quattro venti e non faceva che ripetere quanto fosse bella la vita da custode.》 Ghignò. 《Non vedeva l'ora di avere dei compagni altrettanto entusiasti, e invece gli siamo capitati noi.》
Il mago annuì. 《Però è cresciuto molto da quando ti conosce, Persephone. Potrebbe essere un buon re》

Lei annuì, sovrappensiero, le insinuazioni di Loghain che risuonavano nella sua mente. 《Ne ha tutte le qualità》 Affermò. 《Non ha ricevuto l’istruzione tipica dei regnanti, ma è coraggioso. E gentile. Non crede di essere adatto al comando, sa che è un grosso peso, ma proprio per questo è il solo che ne sia degno. Il vero difetto di Cailan era la sua arroganza. Non era un cattivo sovrano, ma spesso pensava prima a sè che ai suoi sudditi. Alistair semmai si sottovaluta troppo》
Runaan sperava davvero che avesse ragione. Se tutta quella fatica fosse andata sprecata, avrebbe seriamente fatto fuori Alistair. 《Mi domando solo cosa farà con la questione di essere un custode.》 Disse, guardandosi le vene del braccio. 《Non è una condizione che si possa semplicemente abbandonare. Gli incubi te lo ricordano ogni notte.》
Persephone si morse il labbro. Doveva essere orribile vedere prole oscura persino in sogno. Nessuno di loro ne aveva mai parlato apertamente, e lei poteva capire perché. Più volte aveva sentito Alistair agitarsi accanto a lei nel sonno, il volto contratto dalla paura.


Iselen sospirò, cercando di tenere a bada la nausea.《Prima di questo, sarà necessario che dimostri all’incontro dei Popoli di essere degno del trono.》
La corvina annuì, lasciando che il discorso cambiasse 《Loghain ha ragione su una cosa però. Se Alistair diverrà re, lo ucciderà immediatamente》

《Sarebbe un male?》 Chiese Runaan sarcastico. Poteva capire che quell'uomo avesse il bene del Ferelden in mente, ma li aveva braccati come animali, messo taglie sulle loro teste e inviato assassini. Inoltre, era uno stratega leggendario: sbarazzarsi di un nemico simile sarebbe stato un vantaggio.
La ragazza rimase pensierosa. 《Molti si fidano di lui. È pur sempre l'eroe che ha salvato il Ferelden dagli orlesiani. Se lo uccidessimo perderemmo un generale geniale e alcuni nobili potrebbero sollevarsi contro Alistair in quanto suo assassino.》

《E quindi cosa proponi?》 Domandò Runaan..
Persephone rimase in silenzio stavolta e il Dalish alzò un sopracciglio. 《Ti rendi conto che ti odierebbe fino alla fine dei suoi giorni se proponessi di risparmiarlo》


La ragazza annuì. Ne era consapevole, e questo non faceva che rendere la scelta più difficile. La prole oscura era alle porte, e anche se avessero vinto l’incontro dei popoli, non era certa che sarebbero stati in grado di respingere quei mostri e l'arcidemone. Persino l’aiuto dei maghi, dei dalish, dei nani e dei soldati di Redcliffe avrebbe potuto non bastare.
Loghain durante la guerra della Liberazione aveva guidato l'assalto decisivo contro un esercito Chevaliers orlesiani e lo aveva vinto con solo una manciata di uomini. E non aveva avuto bisogno di grandi numeri, ma solo delle sue abilità strategiche. Era il solo nella storia del Ferelden ad esserci riuscito!
Ma era anche colui che aveva tolto ad Alistair ciò che Howe aveva tolto a lei, le persone che amava di più. Come lei, l'uomo che amava aveva cercato vendetta per mesi, ora era a portata di mano e se lei gliel'avesse sottratta, lui non l'avrebbe mai perdonata


Si portò una mano in viso, incapace di raggiungere una conclusione, tornando a guardare il buio che li circondava. Il tempo che scorreva lento ora che anche i due elfi erano rimasti in silenzio, ed era probabile che nuovi soldati sarebbero venuti per vendicarsi della guardia morta.
Erano senza armi, senza armature, senza via d'uscita, a meno che i loro amici non avessero commesso una follia e avessero provato a tirarli fuori da lì. Ormai non potevano fare nulla che aspettare.

Solo aspettare.
   
 
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