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Autore: FragileGuerriera    12/03/2023    2 recensioni
Missing moments ispirato all'episodio 106, "Le due guerriere".
Michiru incontra Haruka e cerca di convincerla ad accettare il suo destino di guerriera Sailor, ma tra le due nasceranno numerosi scontri: Haruka è decisa a non voler sacrificare i suoi sogni per un disegno crudele di cui non comprende il significato. Al tempo stesso Michiru intraprenderà una battaglia personale per negare i sentimenti che inizia a provare per Haruka.
ATTENZIONE: all'interno della fanfiction saranno presenti scene forti (ma non violentissime) legate al sogno apocalittico di Haruka.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Buona sera, slittando la pubblicazione ancora di un giorno pubblico il terzo capitolo.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia.


2


Erano passate altre due settimane dall'ultima volta che Haruka vide Michiru in occasione dell'ultima gara di corsa che disputò contro una delle più grandi promesse di atletica, Elza Grey. Erano trascorse due settimane da quando si riconfermò ancora lei come la migliore corritrice. Più di tutto però quella era la sua prima settimana in cui, in prossimità delle vacanze estive, potè passare la maggior parte del proprio tempo libero concentrata sulla sua unica vera passione. Era la prima settimana in cui potè dedicarsi praticamente anima e corpo alle corse in macchina e in moto; quelle corse che la portavano a concorrere con l'unico suo rivale degno di tale nome: il vento. Eppure, diversamente dagli anni passati, c'era qualcosa che la preoccupava di più delle corse. Due biglietti e un volantino ricevuto in anteprima e che ora ritrovava sotto la forma di manifesto in diverse parti della città. "Crociera di beneficienza" recitava la prima riga e la riga sottostante: "con Michiru Kaioh". Sotto in scritte nettamente minori il nome di altre tre persone; poi la foto della nave, una foto di Michiru con in mano un violino e l'immagine di un dipinto. Più sotto ancora erano indicati il luogo di partenza, la data, l'ora e i punti di vendita per i biglietti. La prima volta che vide il manifesto restò perplessa. Aveva ricevuto il volantino con i biglietti circa una settimana prima, ma non aveva dato molta importanza alla cosa. L'unica cosa che in realtà contava era scegliere se andare a vedere Michiru, che in verità non aveva ancora capito cosa avrebbe fatto su quella nave, o se rifiutare. L'idea più logica nella situazione in cui si trovava era quella di rifiutare; ma più si sforzava di non pensare a Michiru e di evitarla, più si sentiva attratta dal ricordo di quella fanciulla. Era assurdo, non le era mai capitato di sentirsi tanto attratta da una ragazza che conosceva a malapena. Soprattutto non le era mai successo di sentirsi così attratta dal pericolo. Perchè se quella ragazza era davvero quella che si era rivelata di essere, allora era davvero pericolosa per la sua incolumità e i suoi sogni ambiziosi, ma non impossibili; eppure la voglia di rivederla, con un pretesto offertole su un piatto d'argento come quello, era troppo grande. Combattuta tra questi pensieri contrastanti non diede molto peso a ciò che recitava il volantino e ai due biglietti. Ora però si rendeva conto che necessitava di avere qualche informazione in più riguardo a Michiru Kaioh. Innanzitutto non le tornavano i conti con quello che Elza le aveva detto della sua amica e della conferma che quest'ultima aveva dato chiedendole se poteva farle un ritratto. La sua rivale di sport le aveva detto che Michiru era un pittrice di grande talento, ma nel manifesto c'era la foto della ragazza che suonava il violino, non che dipingeva o accanto a un suo quadro. Ma ciò che più la colpì fu vedere quanto "la pittrice", se davvero la poteva definire così, fosse famosa. Tutte le volte trovava sempre alcune persone di fronte a quei manifesti molto interessata all'evento e alla presenza dell'artista. Capì che se non fosse andata si sarebbe persa un evento eccezionale, reso ancora più eccezionale dal fatto che se lei fosse andata e Michiru fosse diventata famosa avrebbe potuto dire in futuro agli amici e alla famiglia che grazie alla sua permanenza in Giappone aveva avuto la fortuna di poter assistitere a una delle prime esibizioni in pubblico della famosa Michiru Kaioh. Perciò a una settimana dalla fatidica data si diresse in un punto di informazioni per sapere di più riguardo a quella crociera.

Entrò nell'ufficio e si diresse al bancone dove una della due persone, quella che pareva più giovane, l'aspettò con un largo sorriso. -Buongiorno, desidera qualcosa?- le domandò con voce squillante.

Haruka sempre seria e ultimamente anche molto cupa, sì domandò cosa avesse da essere tanto allegro quel tizio, ma senza far trapelare i suoi pensieri rispose: -Buongiorno, potrei avere informazioni riguardo alla crociera che si terrà fra una settimana con Michiru Kaioh?

-Certo. Cosa vuole sapere?

Haruka lo guardò perplessa dal momento che gli aveva appena detto quello che voleva sapere. -Volevo... Sapere in che cosa consiste esattamente.

-Si tratta di una crociera di beneficienza organizzata dalla stessa Kaioh. Come saprà è un'artista di grande talento e di grande cuore anche e ha pensato di organizzare questa crociera mettendo in mostra tutte le sue doti artistiche e professionali per donare il ricavato alle persone in difficoltà.

-Cioè questa crociera l'ha organizzata Michiru Kaioh in persona? Fiuuu- fischiettò al cenno di consenso del ragazzo -Non male come cosa. E mi dica, è davvero molto brava e famosa?

Stavolta fu il ragazzo a guardarla stupito: -Beh, sì, direi di sì.

Haruka fissò un punto di fronte a se' quasi trasognata. "Bella, talentuosa, famosa e anche ricca a quanto pare. Se solo non fosse etero sarebbe la ragazza perfetta. Ma evidentemente è proprio vero che nessuno è perfetto" concluse i suoi pensieri abbozzando un sorriso prima di porre un'altra domanda: -Ma la crociera quanto durerà?

-Cinque ore circa, non di più. Giusto il tempo di fare il giro prestabilito, godere della vista della costa e delle isole da lontano, cenare e farsi intrattenere dagli artisti lì presenti, oppure tornare di nuovo a prua per ammirare il panorama di notte.

-Quindi è tutto in giornata... Beh, la ringrazio molto per le informazioni che mi ha dato su Kaioh.

-Kaioh-san vorrà dire!- la corresse il ragazzo prima di proseguire -In ogni caso il biglietto lo trova...

-Ce l'ho già il biglietto, me lo ha dato lei in persona.

Il ragazzo guardò confuso la donna alla sua destra, che ricambiò scuotendo la testa perplessa come a dire: "Non so da che pianeta stia scendendo". -Posso sapere il suo nome?

-E perchè mai?- domandò di rimando lei seria prima di salutare e andarsene. Il tipo rimase ad osservarla a lungo, gli pareva di aver già visto quel tipo strano. "Ma certo, l'ho visto in una giornale sportivo...- si sforzò di ricordare meglio- Mah... Forse è un giovane calciatore, o un emergente motociclista... o forse qualcos'altro ancora. Se solo sapessi il nome, quello mi aiuterebbe a ricordarmi chi è quel tipo strampalato!!"

Intanto sulla via di ritorno Haruka stava mettendo sulla bilancia i pro e i contro dell'andare alla crociera. Arrivò alla conclusione che: "Al diavolo Kaioh, 17.244 yen* per la crociera sono una sciocchezza per me, mentre per quella gente vuol dire tantissimo... Tanto dopo questo gesto di carità vedrò di tagliare tutti i ponti. E stavolta sarò decisa."



***    ***    ***


Michiru era nella sua cabina che si stava pettinando. Si era già leggermente truccata e messa due orecchini bianchi in tinta con il colore della collana di perle e del suo abito da sera. Lei aveva sempre tenuto molto a presentarsi bene e sempre perfetta, a maggior ragione curava il suo aspetto quando doveva apparire in pubblico. Quella sera però si stava sistemando, con una dovizia quasi maniacale prestando attenzione anche ai più piccoli particolari. Anche in quel momento passava la spazzola stando bene attenta di non tralasciare un solo punto del proprio capo e stando attenta a non rovinare la messa in piega dei suoi capelli mossi. Non sapeva se Haruka ci sarebbe stata, non aveva più avuto sue notizie, ma se ci fosse stata doveva presentarsi perfetta. "Ehi, che faccio? Mi sto facendo bella per una donna? Devo piantarla con queste sciocchezze! Ho sedici anni, Elza fra un mese tornerà a casa ed io devo cogliere queste vacanze come occasione per rinsavire. Devo convincere Haruka a combattere al mio fianco, ad accettare il suo destino e a dividere il peso della missione con me, ma non posso pensare a nient'altro. Con Elza è tutto successo quasi senza che io me ne accorgessi, ma con Haruka se non ponessi dei freni me l'andrei a cercare visto che sto provando sensazioni che ho già sperimentato al fianco di Elza. Questo non deve accadere. Anzi, stasera stessa, cercherò di essere più carina con Takahishi-kun . E' un ragazzo così carino, spiritoso e intelligente ed è da un po' che mi invita a uscire con lui. Prima con Elza sempre con me non potevo, ma ora devo rimettermi sulla retta via con i ragazzi, com'è naturale che sia... In fin dei conti tra me  e lei non è successo ancora nulla, faccio ancora in tempo a salvarmi e se proprio ce ne fosse bisogno a dirle anche che, sì, è stato solo un momento di confusione." I pensieri erano rivolti ad Elza, ma l'immagine che aveva in mente era quella della guerriera di Urano. C'era poco da fare o da nascondere: era lei ora la "minaccia" più vera. Se avesse potuto molto probabilmente, anzi sicuramente, non l'avrebbe più cercata, ma la sua missione veniva prima di tutto. Era indispensabile se voleva evitare la distruzione delle Terra. Eppure le fu inevitabile pensare: "Ti prego Tenoh-san- quasi implorando -Non esserci stasera, anche se so già perfettamente cosa fare e cosa dire nel caso tu venga. Fatti convincere dallo stesso sogno premonitore che ho io e basta. Ti prego!". Poco dopo la nave partì e i giochi si chiusero. Se ci sarebbe stata avrebbe dovuto affrontarla, in caso contrario si sarebbe finalmente messa il cuore in pace visto che la nave non tornava indietro a prendere i ritardatari.


Venti minuti più tardi era pronta per il suo concerto. Aspettò ancora dieci minuti affinchè chi voleva assistere alla sua esibizione con il violino potesse dare almeno una prima occhiata ai suoi quadri esposti nel corridoio che portava alla sala dove avrebbe tenuto il suo concerto. -Allora siamo d'accordo?- le chiese Sasuke cercando di controllare l'emozione. Era da circa sei mesi che ci provava con Michiru con scarsi risultati ed ora, di punto in bianco, lei aveva accettato la sua proposta di uscire un giorno della settimana dopo a prendere un aperitivo insieme.

-Sì, sì, siamo d'accordo. Comunque questo è il numero del mio collegio- gli allungò un bigliettino -Nel caso in cui non sia in casa puoi comunque lasciare un messaggio alla segretaria. Loro sono sempre puntuali nel riferire chi sta chiamando o chi ha chiamata- sorrise.

-Perfetto, allora domani consulto i miei impegni con il mio manager e poi ci sentiamo.

- Takahishi-kun, perchè aspettare tanto? Che dici invece di prenderci qualcosa da bere dopo l'esibizione?

-Ma... ma certo!- disse l'altro sempre più felice. Quasi non riusciva a credere che finalmente, non sapeva neanche lui bene come, avesse fatto colpo su quella ragazza tanto bella e affascinante quanto irraggiungibile.

-Bene, è passata quasi mezz'ora, posso andare. Ciao!- e così dicendo lo salutò facendogli l'occhiolino. Quel gesto agli occhi del ragazzo la rese ancora più irresistibile. Era bastato solo quello per farlo sentire cotto a puntino.

-Amico, ormai l'hai conquistata: la preda sarà tua!- disse il batterista della sua band.

-Ma no, non è mica detto- disse cercando di sembrare indifferente, anche se dentro sperava con tutto il cuore che fosse davvero come diceva il suo amico.

Perdonami Takahishi-kun, tu sei così perso di me, non sai nemmeno perchè sto facendo tutto questo, quando io invece non ricambio i tuoi sentimenti. Non ancora almeno..." Michiru fece un gran respiro e poi entrò in scena. C'era parecchia gente e tutti l'applaudirono. Lei fece un inchino sorridendo, guardò la folla mentre si preparava a suonare. Di Haruka non c'era nemmeno la traccia. Per un attimo si sentì triste, ma d'altronde era esattamente quello che aveva sperato con tutta se' stessa in cabina. Iniziò così a suonare uno degli ultimi brani che aveva composto.


Intanto Haruka stava parlando con un ragazzo. Il suo nome era Kameda ed era uno studente di quindici anni dell'istituto privato Muggen. Si erano conosciuti grazie ad un ritardo di entrambi. I due ragazzi avevano fatto una vera e propria corsa per arrivare prima che la nave chiudesse l'entrata principale e avviasse i motori per salpare. Haruka si stupì che qualcun'altro fosse ritardatario quanto lei, perciò si complimentò con il ragazzo. Da lì in poi si misero a parlare. Non era facile riuscire ad attaccare bottone con Haruka eppure per un'ora si persero in chiacchiere. Il motivo era più che semplice, il ragazzo ritardò perchè era stato accompagnato nel parcheggio del porto dal fratello, anch'egli uno studente del liceo Muggen. Haruka se ne uscì con una battuta sulle suore, ma il ragazzo le spiegò che quello era uno istituto privato nel senso che apparteneva ad una persona, uno scienziato per precisione, ma non c'era ombra di suore o gente come quella nel suo istituto privato. Perciò partendo dal discorso licei prestigiosi pubblici e privati, passarono al discorso Kaioh-san prima di concludere con il discorso auto, gare e motori. Durante la parte di dialogo riguardante Michiru, Haruka venne informata dal giovane che la ragazza era perfetta in tutto quello che faceva: a scuola, nella musica, nel canto, nel nuoto, nella pittura e nella corsa, sebbene il canto e la corsa ebbero vita breve. Infatti, per quanto lei si fosse trasferita in Giappone solo all'inizio di quello stesso anno scolastico, non ricordava di averla mai vista correre nelle sue competizioni sportive. Venne comunque informata anche che nonostante la giovane età aveva già pubblicato due cd ed esposto in una piccola galleria d'arte. Haruka rimase stupita da tanto talento precoce, ma non c'era che dire il ragazzo era ben informato sul suo idolo! Alle nove e venti, Haruka stava invitando il ragazzo ad assisterla alle corse. Kameda infatti, oltre che ad essere un aspirante motociclista e fan di Michiru, era anche un suo grande fan e visto che le aveva passato tante informazioni su Michiru senza impicciarsi troppo nei suoi di affari, pensò di ricompensare la sua discrezione con un biglietto per le gare del mese dopo. Il ragazzo accettò di buon grado. -Se mi dici dove abiti ti farò recapitare un biglietto, anzi due!- si corresse subito. Non aveva mai invitato nessuno alle sue corse perciò d'istinto pensò ad un biglietto solo per un solo ragazzo. Quasi subito però le venne subito in mente che Michiru pur invitando solo lei alla crociera di beneficienza le diede due biglietti. Anche se lei il secondo biglietto non seppe proprio a chi darlo, pensò di far bella figura nel proporre due biglietti anche lei a Kameda. Non avendo nè una penna nè un foglio a portata di mano dove segnare l'indirizzo il ragazzo le propose di andare insieme all'esibizione di Kaioh-san e lì avrebbero chiesto ad un cameriere se poteva dar loro una biro e un foglio. -Ehm... ma no, non è necessario...- provò a protestare Haruka. Aveva deciso di partecipare a quella crociera solo perchè voleva dare un contributo alla beneficienza, ma aveva idee chiare sul suo evitare accuratamente la bella pittrice. -Perchè, no? Tu che non la conoscevi non sei curiosa di sentire come suona divinamente il violino?

-Non è questo il punto...

-Dai, allora, andiamo insieme! E' già tardi!!- il ragazzo era in preda all'euforia e lei contrariamente al solito non era infastidita da tanta esuberanza e insistenza.

-Ascolta Kameda-kun, ti accompagno, va bene? Però ci vediamo fuori. Non mi chiedere perchè, al momento non ne voglio parlare, però magari se diventiamo grandi amici te lo dirò!- disse tra il serio e lo scherzoso.

-Ahahah, spero allora di diventare un tuo grande amico, non tanto per sapere i fatti tuoi, ma per farmi introdurre magari nel tuo mondo e per convincerti della bravura magistrale di Kaioh-san!!- Haruka rimase colpita da tale frase. Era la prima volta che qualcuno che sapeva chi fosse non aveva intenzione di sapere nulla della sua vita privata, ne' era intenzionato ad esssere suo amico solo perchè lei era una stella nascente nel mondo dello sport e lui avrebbe potuto vantarsi di conoscerla. Al di là del titolo onorifico con cui continuava a riferirsi nei suoi confronti, per il resto Kameda sembrava essere a suo agio con lei: non era titubante ne' timido, ma neppure arrogante e “interessato”. Le piaceva quel ragazzo, immensamente. Stava facendo queste considerazioni quando svoltando l'angolo di quel lungo corridoio un bimbo si schiantò letteralmente addosso a Kameda rovensciandogli addosso il succo che aveva in mano. -Accidenti!

-Ma sta'attento, razza di bambino pestifero!!- gli urlò dietro con molta più irruenza Haruka.

-Non importa Tenoh-san!

-Ti ho già detto di chiamarmi semplicemente Haruka- lo interruppe lei

-Hai ragione, scusa, è difficile per me, qui da noi non si usa molto il nome.

-Ah, già!- disse Haruka ricordando anche questa differenza tra mondo occidentale e Giappone. Per lei era la normalità essere chiamata semplicemente Haruka, ma in Giappone tutti usavano il cognome con tanto di onorifico anche tra pari. -Beh, chiamami pure solo Tenoh, non sarà troppo confidenziale anche questo, no?

-Va bene, allora Tenoh. Non ti arrabbiare con lui però, è solo un bambino. Ti sei fatto male?- chiese a quel punto con tono cordiale al bimbo che rispose scuotendo la testa in senso di diniego. Poi il bimbo si scusò e così, a scuse accettate, si allontanò dai due. -Accidenti, ... . Adesso come fai ad andare a sentire Michiru-san?

-Kaioh-san- la corresse lui quasi senza pensarci -Non importa. Cercherò di andare a farmi passare questa macchia. Però sono in ritardo già di dieci minuti, ammesso che ci siano ancora posti liberi, li perdo. Per favore Tenoh, puoi andare tu?- la implorò quasi. Haruka provò a protestare e per circa due minuti continuarono tra preghiere e no sempre più deboli, finchè si decise ad accettare la richiesta del giovane. Quel ragazzo le era parso fin da subito cordiale e sincero: si era aperto con lei pur non conoscendola, confidandole che vedere Michiru Kaioh dal vivo era uno dei suoi più grandi sogni. Come poteva essere così egoista da far sfumare il suo sogno? In fin dei conti si trattava solo di prendere posto, possibilmente in un angolo della sala, finchè non sarebbe arrivato lui a darle il cambio.  Così, intenerita dai suoi occhi che si facevano sempre più tristi a ogni sua scusa campata in aria, alla fine accettò.

Arrivata all'ingresso della sala dove un violino al suo interno stava già incantando gli spettatori, due uomini vestiti in bianco la bloccarono. -L'esibizione è già iniziata. Se non ha il tavolino già prenotato non può entrare.

Non sapeva che doveva prenotare un tavolino. - Ah... Questo non lo sapevo. E' sicuro che non ci sia modo di entrare?

-No, signore, l'artista si sta già esibendo e non vogliamo che entrando le persone distraggano il pubblico o deconcentrino la violinista.

-Capisco...- disse a quel punto Haruka. Peccato, lei ci aveva provato però evidentemente la sorte stava sorridendo a lei, ma non al povero Kameda. Fece per andarsene quando l'uomo che fino ad allora non aveva parlato la bloccò. -Mi, scusi... - Lei si girò dalla sua parte -Lei è per caso Haruka Tenoh?

-Sì, sono io- rispose lei stupita.

-Allora lascia stare- parlando all'altro, poi rivolgendosi a lei: -C'è un tavolo prenotato a suo nome, è il terzo partendo da sinistra, in prima fila.- Le fecero libero passaggio e Haruka entrò un po' incerta. Guardò la violinista, poi l'unico tavolo libero in prima fila e poi nuovamente la ragazza. Sembrava un angelo, aggraziata come era nel suonare il violino; sembrava completamente rapita dalla musica; l'immagine di quella creatura si sovrapponeva perfettamente a quella della guerriera dei suoi sogni. Così aggraziata com'era, al di là del suo messaggio apocalittico e al suo invito ad uccidere tre malcapitati, sembrava un angelo. "Esattamente come Michiru-san ora.". Prese posto al suo tavolino e rimase completamente colpita dalla musica che quella ragazza riusciva a far uscire dallo strumento. Penso che anche lei, finchè era rimasta in America con i suoi genitori aveva fatto sei anni di conservatorio per suonare il piano, uno strumento che sapeva ancora suonare bene quando ci si metteva, ma che aveva lasciato da parte quando si trasferì in Giappone. Una volta arrivata in oriente, infatti, capì che le corse non servivano a nulla se ridotte solo ai fine settimana, perciò, dovendo fare una scelta tra i motori e la musica, scelse di scartare il pianoforte. Non sarebbe mai passata di categoria se avesse continuato a dare alla musica la stessa priorità che dava alle corse in macchina e in moto. "In ogni caso, non ero brava quanto lei!”

Quando termniò il secondo brano, Michiru si ritrovò nuovamente con i piedi per terra. Quando suonava il violino era completamente assorta, attenta a tutto pur di non commettere un solo errore. Nel momento in cui guardò verso il pubblico che la stava applaudendo vide Haruka. Ebbe un sussulto in cuore. Vestita così elegante era ancora più bella. Non sapeva come si sarebbe aspettata di vedere Haruka, certo non con l'abito lungo, ma nemmeno con lo smocking. Riprese a suonare il brano. Di tanto in tanto lanciava delle occhiate ad Haruka, sempre lì, con uno i suoi bellissimi occhi verdi a guardarla seria. La mente si distraeva nel vederla. Ma perchè era una donna? Com'era possibile che non fosse ragazzo? Eppure lei l'aveva davanti agli occhi e sì, aveva i tratti del volto molto dolci, ma vestita così non sembrava proprio una donna. Quanti problemi in meno avrebbe avuto se Haruka fosse stato un maschio! Ad ogni modo, non era quello il momento di farsi distrarre da Haruka, per cui più volte si sforzò di troncare tutti i pensieri che non riguardassero la concentrazione sull'esecuzione dei brani che stava suonando.

Dopo quaranta minuti però Haruka si alzò e se ne andò.

Più Haruka la fissava, più si sentiva vulnerabile in confronto a tanta bravura e bellezza. Era scontato che doveva anche essere una ragazza molto intelligente. Si sforzava di sembrare insofferente, ma la realtà era che era rapita dalla violinista che suscitava nella gente ancora più interesse mentre si esibiva con uno strumento che sembrava quasi vivo da tanto era suonato bene. Probabilmente complice una musica capace di raggiungere l'anima di chiunque, per un attimo le venne anche l'istinto di alzarsi e di baciarla, ma era chiaro che non poteva farlo. Lì, di fronte a tutti, con una ragazza che aveva conosciuto da non molto e che molto probabilmente l'avrebbe anche schiaffeggiata. Forse due volte, visto che, contrariamente a quanto potesse apparire, era una ragazza esattamente come la violinista. Ripensò a Michiru con quell'abito bianco: sobrio, ma bellissimo. Probabilmente aveva preso un abbaglio l'ultima volta che la vide; Elza doveva avere ragione per forza: Michiru non poteva condividere il suo stesso orientamento. Era troppo femminile e aggraziata per poter essere come lei che invece fin da bambina aveva manifestato un'indole più maschile. Doveva togliersela dalla testa. Superato quel momento, decise di uscire. Era lampante che la vicinanza di Michiru non la faceva ragionare bene. "Dove cavolo è finito Kameda ? Possibile che non sapesse che si doveva prenotare il posto per sentire il suo idolo?" pensò Haruka girando per la nave guardando con grande attenzione i quadri, tutti firmati da Michiru. "Che razza di genio è? Tutto quello che fa le riesce bene. Come se non bastasse è pure bella!".

Giunse poi su uno scalone della nave in cui c'era un magnifico quanto spaventoso quadro che raffigurava la distruzione di una città a causa di un potentissimo Tsunami. Rimase a fissarlo a bocca aperta. La città distrutta sembrava una foto del suo sogno, solo che nel suo sogno la città prima andava a fuoco, le macerie dei palazzi venivano risucchiati dai vortici delle trombe d'aria e infine un potentissimo tsunami si abbatteva impietoso su di essa.

-Ti piace quel quadro?- le disse la voce cristallina di Michiru dopo averla osservata mentre con lo sguardo serio cercava di voler vedere anche il più minimo dettaglio.

Haruka si girò dalla sua parte e la vide seduta di fronte a lei. Quando era arrivata? Perchè era lì? La stava forse pedinando? Soprattutto perchè si era seduta? Era intenzionata a fare una lunga chiacchierata?

-Ero convinta che stessi suonando in sala.

-Era prevista una pausa tra due tempi.

-Quello era solo il primo tempo? Hai composto molte melodie.

-Non sono solo miei brani.

-Sì, alcuni li ho riconosciuti...

-Ti piace ascoltare musica classica, vero?

-Sì, è così- rispose, ma senza accennare al fatto che dai cinque ai tredici anni aveva studiato per suonare il pianoforte.

-Sono contenta di vederti.

-Posso immaginare...- disse l'altra senza far capire se fosse una battuta o se fosse irritata dalle parole dell'altra.

-Tu sei molto più che benvenuta qui, grande pilota Haruka Tenoh.

-Tu sai molto su di me, non è così?- guardò ancora il dipinto che aveva al suo fianco.

-Ti piace quel quadro?- ne approfittò subito Michiru per tornare sul discorso di prima.

-Hai dipinto tu questo?

-Rappresenta la fine del mondo e comunque nella mia scuola sei molto famosa; hai molti fans. Uno di loro vorrebbe anche venire in auto con te lungo la costa...- rispondendo così ad entrambe le domande dell'esordiente pilota. -Ad ogni modo è una ragazza.- pentendosi quasi subito della precisazione aggiunta. Perchè mai l'aveva detto?

-La fine del mondo...- riprese l'altra senza dare particolare peso al resto delle parole della violinista che da una parte fu contenta che l'altra non avesse afferrato il riferimento che aveva fatto con quella precisione. -Come può una ragazza carina, che non farebbe male a una mosca, avere l'immaginazione per dipingere qualcosa di così orribile?

-Non è la mia immaginazione! E' qualcosa che vedo chiaramente. Così come la vedi tu.

Ancora?? Haruka si innervosì all'istante. Allora non c'era più dubbio: quella era la ragazza che la cercava nei suoi sogni. Lei però non avrebbe mai ceduto. Non importava quanto bella, delicata e innocente potesse sembrare. Era comunque un pericolo e lei non si sarebbe mai piegata alla sua volontà. Anzi, doveva troncare definitivamente ogni rapporto con lei, prendere le distanze e far perdere ogni traccia. Lei era un'indiscutibile campionessa della velocità, liberarsene sarebbe stato un gioco da ragazzi. L'importante era non farsi ammaliare dalla sua indiscutibile eleganza, bellezza e dal fascino scaturito dalla sua poliedricità. -E' ridicolo, io sono il più giovane pilota giapponese Haruka Tenoh. Ne' la memoria di una vita precedente, ne' la fine del mondo è un mio affare! Se ci tieni così tanto perchè non lo fai tu? Inoltre ti avverto: non voglio che indaghi più sul mio conto.

-Non ti facevo così egoista!- alzò per la prima volta la voce Michiru alzandosi in piedi.

-Ah, così sarei io l'egoista?? E tu che mi chiedi di abbandonare i miei sogni per seguire le tue idee assurde?? E poi perchè proprio a me?? Perchè non lo chiedi alla tua amica Elza?

-Smettila di dire queste cose! Neanche io voglio farlo! Il mio sogno è diventare una grande violinista. Non posso più fare cose come tentare di salvare il mondo dalla rovina da sola!

-Allora chiedilo alla tua amica!!- continuò l'altra alzando ancora di più la voce.

-Ho passato tempo a sufficenza per capire che lei non è chi sto cercando. Solo tu puoi aiutarmi a sostenere questo peso e a portare a termine la missione che ci è stata affidata dal fato...

-Ora basta, Michiru-san!- la interruppe a quel punto -Anche io ho sentito molte cose sul tuo conto. Non credere di essere l'unica che si informa sulla vita delle altre persone. Certo, hai talento, questo non si può negare, ma so anche che si dice in genere che tu sia troppo introversa per dedicarti agli altri e che non abbia mai avuto una relazione in vita tua.- Era arcistufa di quella storia, se era la guerra che Kaioh voleva, allora l'avrebbe avuta e ne sarebbe uscita disintegrata.

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*17.244 yen: se non ho fatto male i conti equivalgono a 120 euro.

  
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