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Autore: lmpaoli94    15/03/2023    0 recensioni
Ci fissava con quegli occhi iniettati di sangue mentre la paura riversava nelle nostre vene.
Il caso in cui io ed Heiiji eravamo stati chiamati andava ben oltre le nostre capacità intellettive.
Dovevamo fermare uno spirito maligno prima che la sua maledizione avesse colpito me, Heiji, Kazuha ma soprattutto Ran.
Perché quella bambola aveva solo un compito da portare a termine: ucciderci tutti.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fuori la città, dentro un villaggio sconosciuto immerso da una nebbia che non ha nessuna intenzione di diradarsi.
Il sole viene offuscato dalle nuvole mentre il nervosismo sta prendendo il sopravvento.
Paura, timore di non poter tornare indietro.
Un caso che poteva essere come gli altri, ma invece…
< Shinichi, perché non mi ripeti dove siamo? >
< Mi dispiace Ran, ma credo di averlo dimenticato. >
< Si può sapere come avete avuto questo contatto? > domandò invece Kazuha.
< Da un membro della polizia di Osaka. Ma ha voluto rimanere anonimo. Chi9ssà perché. >
< E questo non vi da’ da pensare? > domandò insistente Kazuha ad Heiji.
< Kazuha, non mi dire che hai paura di questo luogo. >
> Certo che ho paura! Sembra di essere a Silent Hill. L’avete visto quel film horror? >
< Ecco che cosa dovresti fare: smettere di guardare film horror. >
< Non è colpa mia se sono così reali! >
< Certo che lo sono. Altrimenti lo spettatore come te non si spaventerebbe mai. >
“Kazuha, Ran e i loro timori. In fondo avevano ragione a sentirsi a disagio.”
Camminavano senza avere una meta ed io non potei che non pensare alla mia Ran.
“Perché ha insistito nel venire con noi? Sa che io ed Heiji preferiamo lavorare da soli. Eppure non riesco a capire…”
Ci eravamo riappacificati dopo tutto quello che era successo.
Non voglio parlarne proprio adesso, sappiate solamente che io e Ran non siamo stati così uniti e felici prima d’ora.
ma la visione di quella nebbia e il silenzio surreale stavano per mettere in luce paure che pensavamo di non avere.
< Heiji, almeno potevi sapere il punto preciso di risolvere questo caso, non trovi? >
< Non pensavo che questo villaggio fosse così vasto. Ma credo che siamo vicini. >
< L’hai detto anche venti minuti fa’. >
< Sei già stanca di camminare, Kazuha? >
< No. sono stanca di rimanere in questa città fantasma. >
< Nessuno ti ha obbligato a venire, sai? >
< Se non mi volevi, potevi dirmelo subito prima di partire. >
Odiavo sentire due persone che litigavano, soprattutto quando pensavo intensamente.
> Litigare non servirà a niente in questo frangente > feci io con tono rude < Quindi perché non la smettete? >
< Scusami, Shinichi. Vorrei che Kazuha potesse essere silenziosa come Ran. >
< Silenzioso non vuol dire che io non abbia paura. >
< Ma almeno li trattieni dentro di te… Sto parlando dei tuoi timori, ovviamente. >
< Forse perché Shinichi riesce a comprendermi. A differenza tua… >
< Adesso fate silenzio! > li interruppi bruscamente < Forse siamo arrivati. >
Vedendo una villa abbandonata mentre la nebbia era molto più… non so come definirla in quel momento.
Avanzavo a piccoli passi mentre il mio cuore batteva incessantemente.
Non riuscivo a capire i miei pensieri che balenavano nella mia mente, ma in quel momento era l’ultima cosa che mi potesse interessare.
I passi erano ben definiti nella mia mente e appena spalancai la porta mentre Ran mi diceva di stare attento, ecco che sentii l’unico rumore possibile in quell’ingresso.
Il rintocco di un orologio immerso nel silenzio più profondo.
Sono sincero: avevo una paura matta di entrare, ma dovevo arrivare in fondo a quella situazione.
Respiri profondi mentre tutti gli altri rimanevano in religioso silenzio.
“Parlate, dannazione! Per la prima volta nella mia vita io non so che fare! E per di più, ho paura…”
Suspense, timori ricoperti dal buio.
Non riuscivo nemmeno a sapere che ore fossero a causa dell’oscurità.
< Heiji, sei riuscito a scoprire che ore sono? >
< NO, Shinichi. Non sono riuscito a contare i rintocchi. >
< Bene. Mi fa piacere. >
< Ragazzi, che cosa ne dite di lasciare questo posto prima che sia troppo tardi? > propose Kazuha mentre tremava come una foglia.
> Kazuha, adesso smettila. Siamo appena arrivati e… >
Sentii un rumore sordo che attirò la mia attenzione in fondo a quella sala buia.
Ran, che non ce la faceva più a sopportare quel buio, se ne andò fuori pensando che qualcosa l’avrebbe pituta confortare, ma si sentiva come immersa in un film horror dove gli spasmi della morte stavano scandendo la sua fine.
Cercando di confortarla prendendola tra le mie braccia, Ran mi scansò e mi gettò a terra con uno sguardo da far raggelare il sangue.
Non volevo che si trasformasse in una donna dai mille timori, ma da detective, dovevo arrivare in fondo a quella situazione.
Dicendo ad Heiji che avrei controllato quelle scale che portavano al piano di sopra, il mio collega e fedele compagnia insistette nel non lasciarmi solo.
< Tu pensa a Ran e Kazuha. Io me la caverò benissimo da solo. >
< Oh, grazie tante! Siamo qui per risolvere il caso di un corpo scomparso oppure no? >
< Kazuha e Ran sono molto più importanti in questo frangente. >
< Allora vedi di farmi compagnia, caro il mio detective. >
Ma la mia attenzione non riusciva a spostarsi verso di loro, ma verso quel sangue fresco che sgorgava tra quelle scale di legno che emanavano un rumore infernale.
Heiji non si era accorto di tutto questo perciò fu molto difficile per me distaccarmi da lui.
Sentivo solo i pianti e i lamenti di Ran e Kazuha, ma io ero certo e sicuro che avrei trovato qualcosa in mezzo a quel buio.
Quando rinvenni una piccola luce in fondo a quel corridoio immenso, subito mi ricredetti.
Riuscii solo a vedere una stanza vuota, illuminata da una fioca candela appesa al soffitto.
“Ma chi potrebbe averla accesa? Questo vuol dire che non siamo soli in questa casa.”
I fantasmi non potevano essere perché ancora oggi non credevo al paranormale.
C’è sempre una buona ragione su quello che ci accade intorno e quella candela non poteva essere l’eccezione alla regola.
Mentre mi lasciavo trasportare da quella fioca luce, vidi una bambola seduta su una sedia.
Aveva lo sguardo sorridente, dei bei lunghi capelli mori e uno sguardo che non potevo pensare che mi avrebbe fatto raggelare il sangue.
Eppure quando la vidi più attentamente, riuscii a scorgere quel sangue che avevo visto poco tempo fa’.
“Quegli occhi… il sangue proviene dai suoi occhi. Sta piangendo!”
Non avevo mai visto niente di simile nella mia vita, eppure sapevo che quel caso non sarebbe stato semplice da risolvere.
Un orologio, una candela, una bambola che piange sangue.
In mezzo a questa situazione senza una valida spiegazione, io dovevo uscirne, altrimenti sarei stato imprigionato per sempre.

   
 
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