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Autore: Duevite    16/03/2023    0 recensioni
Siamo nel Settembre 2022 quando un ragazzo si trasferisce a Salem con la sua famiglia.
In questo paese si trova un famoso giardino chiamato "Il giardino delle querce" visitabile dagli abitanti del quartiere tramite delle chiavi speciali.
In questo giardino incontrerà una persona speciale, la quale gli farà vivere il periodo più bello della sua vita, ma anche il peggiore.
Questa avventura lo porterà a scrivere la sua storia dopo numerosi anni dal suo incontro, da solo, con solo i suoi ricordi e 30 lettere.
(Se aveste voglia di lasciare una recensione, ne sarei molto grat*)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nelle settimane successive io ed Heaven ci avvicinammo sempre di più.
Passavamo intere giornate insieme, adoravo sentirla parlare.
Il fine settimana lo passavamo da lei visto che eravamo soli.
Un venerdì pomeriggio io ed Heaven tornammo a casa dopo la scuola, riuscimmo ad entrare giusto in tempo quando improvvisamente un temporale tremendo iniziò ad abbattersi su Salem.
Diventò impossibile anche solo aprire la porta di casa quindi decidemmo che sarei rimasto lì fin quando non fosse passata la tempesta.
Io chiamai mia madre mentre Heaven chiamò suo padre per sapere se anche da lui ci fossero problemi.
“Adam, tutto bene siete a casa di Heaven?” mi chiese subito mia mamma appena rispose al telefono.
“Si mamma per fortuna siamo arrivati in tempo, volevo solo dirti che come immagini tornerò a casa quando potrò.”
“Si immaginavo già, anche Luke è rimasto bloccato a casa del suo amico James. Vorrà dire che io e tuo padre dovremmo passare questi giorni da soli, dicono che la tempesta passerà martedì”
Dopo poco, infatti, arrivò una mail anche dalla scuola in cui ci annunciavano che sarebbe rimasta chiusa fino alla fine della tempesta.
Anche il padre di Heaven rimase bloccato per tutto il tempo.
Quando lei riattaccò il telefono mi guardò subito negli occhi.
“Sai che cosa significa tutto questo?” Mi disse avvicinandosi a me e togliendomi il telefono dalle mani.
Io la guardai curioso e divertito allo stesso tempo.
“Ho tante idee in testa Heav, spero davvero tanto che siano uguali alle tue.” Lei iniziò a ridere e scappò al piano superiore, io la seguii e la raggiunsi dopo appena quattro scalini.
La presi per i fianchi e spinsi con delicatezza il suo corpo contro la parete iniziando a baciarla come se non la baciassi da tantissimo tempo.
Lei mi passò le mani tra i capelli e mi spinse via.
Riprese a correre verso camera sua, io la lasciai correre via.
Quando entrai in camera sua mi appoggiai allo stipite della porta e la guardai spogliarsi lentamente.
Prima si tolse le scarpe, poi si tolse il maglione e la camicia, poi con calma tolse i pantaloni fino a rimanere in biancheria.
Si girò verso di me e andò a chiudere le tende delle finestre di camera sua.
Si avvicinò poi al suo letto e si tolse il reggiseno e le mutandine rimanendo completamente nuda davanti ai miei occhi, mi fece segno di raggiungerla ma io rimasi ancora un po’ lì a godermi quel bellissimo spettacolo.
“Potrei stare tutta la mia vita a guardarti così, lo sai vero?” Mi morsi il labbro inferiore vedendo le sue guance diventare più rosa.
Entrai in camera a chiusi la porta, iniziai a spogliarmi mentre mi avvicinavo al letto e poi mi stesi sopra di lei.
Iniziai a baciarle il collo e scesi fino al suo petto, aveva il seno più bello che avessi mai visto.
Le lasciai dei morsi leggeri.
Sentire il suono della pioggia che batteva forte sia sui vetri delle finestre che sul tetto mi faceva eccitare ancora di più.
Improvvisamente mi prese i fianchi e mi fece stendere sul letto mettendosi sopra di me.
“Non ci credo.” Dissi io strofinandomi un labbro con la mano e sorridendo compiaciuto.
Lei puntò i suoi occhi nei miei guardandomi come non mi aveva mai guardato.
Mi fece sentire quasi in imbarazzo.
Iniziò a baciarmi e prese lei il comando della situazione, mi prese le mani e le portò sopra la mia testa mentre iniziò a muoversi lentamente.
Volevo toccarla ma lei me lo impediva tenendomi le mani.
Sentivo l’odore dei suoi capelli e iniziai a perdere il controllo.
“H-Heav…” Faticai a far uscire quelle parole.
Lei iniziò a muoversi più velocemente, io facevo fatica a trattenermi.
“Heav! Aspetta, vai piano ti prego” iniziai a supplicarla.
Lei prese a muoversi ancora più velocemente sopra di me, io gemetti forte e mi lasciai andare.
Pessimo, dopo nemmeno due minuti ero già venuto.
Ma lei non si fermò, continuò a muoversi e contro ogni aspettativa il mio corpo rispose al suo gesto.
Era come se non fosse successo nulla.
Non mi era mai successo con nessuno, ma lei aveva un potere unico su di me.
Feci forza sulle sue mani e tirai su il busto mettendomi a sedere.
Lei mise le sue mani sul mio petto, io le mie dietro la sua schiena e iniziai a muovermi insieme a lei baciandole il seno avidamente.
Lei iniziò ad ansimare sempre più forte fin quando non la presi e la feci stendere sotto di me, ora era il suo turno.
In quel momento avrei potuto continuare fino alla sera e lei sembrò interessata alla cosa.
Aprì di più le gambe e io andai più a fondo con colpi più decisi e lei iniziò a tremare sotto di me.
Il suo petto diventò rosso fin quando non vidi che stava per raggiungere il massimo.
La seguii subito dopo stringendomi a lei.
Lei mi strinse a sua volta.
Stavo per spostarmi ma lei mi strinse ancora.
“Aspetta, rimani così ancora per un po’”
Io feci ciò che mi aveva detto, rimasi lì e posai la mia testa sul suo petto.
Sentivo il suo cuore rallentare battito dopo battito.
Era il suono più bello che avessi mai sentito.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli e mi addormentai, come un bambino si addormenta quando gli viene raccontata una favola.
Mi svegliai dopo poco e mi ritrovai al suo fianco, ancora completamente nuda.
Mi avvicinai al suo seno e iniziai a baciarlo con dolcezza.
Vidi l’angolo della sua bocca formare una piccola curva.
Le lasciai un bacio sulla guancia e mi alzai.
Andai in bagno per controllarmi, sembravo rinato.
Da quando l’avevo conosciuta avevo preso un po’ di colore e sembrava che il luccichio dei suoi occhi fosse arrivato anche nei miei.
Decisi che avrei fatto una doccia calda, la pioggia continuava incessante, sembrava addirittura aumentata.
Presi un asciugamano lungo dal mobile e mi buttai sotto l’acqua calda della doccia.
Mi sentivo bene, mi sentivo felice, libero, non credevo che una singola persona potesse fare un effetto simile.
Dopo qualche minuto la doccia si aprì ed Heaven entrò insieme a me.
Io la guardai e sorrisi.
“Che bella sorpresa.” Le dissi dandole un bacio.
Facemmo l’amore anche sotto l’acqua bollente della doccia.
Non mi sarei mai stancato di tutto ciò.
Lei mi prestò alcuni vestiti puliti di suo padre e si vestì comoda, scendemmo al piano inferiore e mi chiese se potessi accendere il camino in salotto.
Feci ciò che mi aveva chiesto e accesi la televisione che stranamente funzionava.
Dopo poco si presentò in salotto con due tazze bollenti di tè e alcuni biscotti.
Erano appena le sei del pomeriggio.
Ci mettemmo sul divano con tre diverse coperte e iniziammo a vedere un film.
Lei si accoccolò a me mentre io iniziai ad accarezzarle le punte dei capelli.
“Mi fai stare davvero bene, Adam.” Mi disse lei improvvisamente.
“Per favore, non andartene mai.”
Quella frase mi lasciò di sasso.
Io e lei non avevamo mai parlato del dopo.
Entrambi eravamo all’ultimo anno di liceo ma non avevamo mai detto cosa volevamo fare l’anno prossimo.
In quel momento mi rabbuiai.
Prima di conoscerla ero convinto del mio futuro, sapevo che cosa avrei fatto, dove sarei andato e tutto il resto.
Ma adesso non sapevo più niente.
La strinsi a me e le diedi un bacio sulla testa.
“Non andrò da nessuna parte, ma non farlo neanche tu mi raccomando.”
Guardammo il film bevendo il nostro tè, con il calore del fuoco mentre fuori la tempesta iniziò a prendere il sopravvento.
Dopo il film lei si alzò per andare a preparare la cena.
Mangiammo sul divano in salotto ridendo e scherzando come se ci conoscessimo da sempre.
Erano passate due settimane dall’ultima volta in cui avevamo nominato la scatola che io ormai avevo definito miracolosa.
Era stata quella scatola a farci avvicinare così e io le ero molto debitore.
Passammo quel fine settimana in maniera impeccabile.
Dormivamo nudi nel suo letto o sul divano, ci svegliavamo quando volevamo e talvolta dormivamo anche dopo esserci svegliati.
Facevamo l’amore per ore intere e poi decidevamo di cucinare qualcosa di strano.
Una volta i biscotti, una volta una torta, una volta la lasagna.
Era come vivere insieme e se fosse stato sempre così sarebbe davvero stato un sogno ad occhi aperti.
Era domenica pomeriggio, eravamo sul divano nudi, avevamo appena finito di fare l’amore per la milionesima volta.
Lei era stesa su di me con la testa sul mio petto, io le toccavo i capelli guardandola negli occhi.
“Pensavo di tornare di nuovo in biblioteca appena il tempo si rimette.” Mi disse guardando fuori dalla finestra.
“Che cosa vuoi andare a fare ancora lì, Heav?” Dissi io sperando in realtà che il tempo non si rimettesse mai per poter stare così per sempre.
“Voglio capire qualcosa di quella scatola”
Ed eccola lì, quella maledetta scatola.
Speravo se ne fosse dimenticata proprio come avevo fatto io, invece, a quanto pare era sempre nei suoi pensieri.
“Magari la nostra amica quercia ha solo voluto darci una mano per farci mettere insieme, ha visto che eravamo innamorati ma che nessuno dei due aveva il coraggio di farsi avanti.” Dissi io arricciando una sua ciocca dei capelli tra le mie dita.
Lei sorrise dandomi un bacio sul petto, quel gesto mi fece sorridere subito.
“Si vede proprio che vuoi fare lo scrittore eh.”
“Dici?” Risposi sorridendo ancora di più e iniziando a farle il solletico.
Lei si dimenò un po’ e subito si alzò.
“Vado a preparare del tè!”
Si allontanò un po’ e io mi misi a sedere per poterla guardare, i miei occhi si muovevano sulla sua figura, sui suoi fianchi perfetti, sul suo seno nudo che mi faceva impazzire, sulle sue mani candide.
Prese la mia camicia che era su una sedia e se la mise.
Mi passai una mano sulle labbra, la mangiai con gli occhi e lei lo sentì, si girò e mi mandò un bacio.
Io mi ributtai giù sorridendo come un pesce lesso.
Presi il telecomando e accesi la tv, dopo poco tornò.
La mia camicia le stava enorme, aveva abbottonato solo alcuni bottoni.
Si mise a sedere vicino a me, intravedevo il suo seno dalla camicia.
Lei si rese conto che la stavo bramando, visto che ero ancora nudo.
Mi avvicinai a lei e infilai la mia mano sotto la camicia iniziando a toccarla.
Lei mi lasciò fare facendomi più spazio.
Le presi la testa con l’altra mano e la baciai con una foga mai avuta fino a quel momento.
Lei ricambiò ogni cosa senza nessuna esitazione.
Sembrava non essere mai abbastanza per me esattamente come lo sembrava per lei.
Iniziò a toccarmi anche lei fino a quando non mi allontanò con le labbra.
“Andiamo di sopra.” Sussurrò piano.
Non me lo feci ripetere due volte.
Andammo in camera sua, quella fu la notte più bella della mia vita.
Quando si addormentò iniziai a guardarla.
I capelli mossi le ricadevano sulla schiena nuda, aveva un viso così tranquillo, disegnai il suo corpo con il mio dito.
In quel momento mi resi conto che se fosse stato mai necessario avrei davvero dato la mia vita per quella ragazza.
   
 
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