Videogiochi > Altro
Segui la storia  |       
Autore: SamBluefire    19/03/2023    0 recensioni
[Hollow Knight]
Un insetto simile a un ricettacolo, ma che ricettacolo non è, cerca la sua strada...
Dove andrà?
Cosa farà?
Cosa sta cercando?
C'è solo un modo per scoprirlo... andare verso l'ignoto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14: la prova più grande.

Questo perdere i sensi in preda alla stanchezza da una parte stava diventando un’abitudine, dall’altra una preoccupazione, anche se Mas non ci pensava più di tanto era innegabile che questi suoi sbalzi di energia erano reali, dormiva sempre più del dovuto e quando si svegliava restava sveglio forse per giorni.
Pensò di essere morto nel momento in cui chiuse gli occhi nel mezzo di uno dei tunnel del formicaio, o che sarebbe per lo meno morto di lì a breve, eppure era ancora vivo e se ne rendeva conto solo perché stava sognando.
Nei suoi sogni vedeva meduse ballare nel cielo, cuccioli di ragno che piantano fiori e una casa in mezzo al nulla…

Quando finalmente riaprì gli occhi si ritrovò accecato da una luce bianchissima, ci mise un po’ a mettere a fuoco la vista e a ricordare la sua identità e gli eventi del suo recente passato.
Guardandosi bene a torno, si rese conto che il pavimento sotto i suoi piedi era di marmo, un marmo liscio e pulito, anche il resto dell’ambiente era completamente bianco, non si capiva da dove venisse l’illuminazione o se fosse semplicemente tutto quel bianco a dare l’illusione che ci fosse luce.

Non avendo molte opzioni sul dove andare, cosa fare, o come ci fosse finito lì, decise di mettersi a camminare in cerca di… qualcosa, qualsiasi cosa, purché gli facesse capire cosa fosse successo.
Camminò per un periodo di tempo indefinito, continuò ad andare dritto nella direzione scelta, finché non lo vide, in mezzo a tutto quel nulla, un tempio di marmo, con delle strane radici rosate che spuntavano dal terreno intorno al perimetro, all’interno vi era un lungo tappeto nero con delle decorazioni giallo oro su tutto il contorno, sembrava che indicasse la strada da seguire.
Per resto in quel tempio non sembrò esserci niente, giusto le stesse radici rosate di prima ma piantate in dei vasi all’interno, Mas seguì il tappeto fino a trovare una stanza con all’interno quattro insetti, tutti appartenenti alla sua specie, il primo era un maschio, aveva le corna a corona, portava un’armatura grigio chiaro molto tendente al bianco, il suo mantello era rosso nella parte interna e bianco nella parte esterna ed era armato con un quello che sembrava un arco in seta di ragno e il suo aspetto aveva un che di familiare.
Il secondo era anche esso maschio, ma più corpulento, due paia di corna rivolte in avanti, la sua corazza rossa era ricavata da parti del corpo altri insetti, il suo era mantello rosso scuro quasi nero, indossava un collare con una catena spezzata e la sua arma un aculeo di pietra lavica ancora rovente, non si riusciva a capire come restasse intatta ma lo faceva.
La terza era una femmina, più alto dei primi due, le sue corna erano curve verso il basso e le incorniciavano il viso, aveva braccia e gambe piene di cicatrici, indossava degli stracci verdi a coprirle le parti interessate, sulle spalle aveva un mantello di spine che non si capiva come facesse a indossarlo, non era armata aveva con se due dischi di metallo.
L’ultima era femmina, alta quanto Mas, le sue corna erano spezzate e aveva del trucco viola scuro dove prima le aveva, aveva una cicatrice a croce in mezzo alla fronte, a coprirla c’era un velo semi-trasparente nero e era armata di due falcetti.
Quei quattro cavalieri se ne stavano in mezzo alla stanza davanti a un portone, un portone che sembrava condurre a un’altra stanza nera come la pece, il tappeto che Mas stava seguendo portava proprio in quel nero assoluto.
Mas guardò gli altri cavalieri e loro guardarono lui, poi gli indicarono il portone, Mas ingoiò un groppo di saliva e a passo lento si avvicinò al portone.

Passo dopo passo sentiva la paura crescere, in quel nero non si riusciva a vedere niente e ciò che terrorizzava Mas era che non sapeva cosa sarebbe successo una volta nella stanza.
Quando, era a un passo dall’entrare vide sei enormi occhi aprirono all’improvviso in mezzo a quell’oscurità e un potente ruggito che fece tremare la stanza fermò l’avanzata di Mas.
Quando il ruggito si fermò, Mas era paralizzato dalla paura mentre quegli occhi lo fissavano, e dalla stanza nera si udì una voce profondissima e terrificante “Benvenuto guerriero, anche tu hai conquistato l’accesso nella dimora del conquistatore.” disse la voce “Questa è la dimora del conquistatore? Questo è il primo piano di Internia? Ma come ci sono finito? pensavo di essere morto… sono morto?” chiese Mas confuso “No guerriero, ti ho teletrasportato io qui con una magia.” rispose il conquistatore “Puoi teletrasportare gli insetti? Allora puoi farmi uscire da Internia… ma… un secondo, perché io ho ottenuto l’accesso alla tua dimora invece di altri? Se puoi teletrasportarti perché te ne stai rinchiuso qui?” “Hai ottenuto l’accesso perché hai conquistato tutti i piani di Internia, sei partito dal basso e sei risalito fino al secondo piano, hai conquistato quei piani non in senso letterale… hai appreso le loro storie, sopravvissuto ai loro pericoli e sei andato avanti per la tua strada… perché la volontà più importante di tutte è la propria, e questo è il motivo della perché vivo qui così… sono IO a volerlo.” gli disse il conquistatore “Ho sentito dire dagli stercorari che sei un dio sceso in terra, e che hai ucciso tu l’Uroverme per trasformarlo in Internia, è vero?” “No… io sì semi-divino e sono un degli esseri più antichi di Internia, ma non sono stato io ad uccidere l’Uroverme tanti anni fa… lui andò incontro a una metamorfosi che ha reso quell’essere gigantesco un essere minuscolo, più piccolo di te… quel pallido essere sapeva che la sua specie si stava estinguendo, non sapendo che fare accettò il destino e prima di esiliarsi nel profondo del suo corpo ha donato il suo vecchio corpo a me e io l’ho reso una casa per chiunque volesse… ma poi le zanne vennero sigillate e quasi tutti gli abitanti finirono in subbuglio.” “Puoi farmi uscire da Internia?” “Ho il potere di farlo, ma non lo farò, se vuoi un mio favore… dovrai guadagnartelo affrontando una prova, proprio come loro.” concluse il conquistatore indicando i quattro cavalieri “Va bene, sono pronto ad affrontarla.” disse Mas convinto “Por, Muto, Velenia, Iluna… avvicinatevi.” i quattro cavalieri si mossero e si misero in riga fianco a fianco assieme a Mas.

“Le sfide più importanti che qualcuno può affrontare nella vita, sono quelle che si vincono contro se stessi.” disse il conquistatore prima di far uscire dall’oscurità un braccio oscuro e ossuto, che posandosi sulla testa di Mas lo catapultò in tutto un altro luogo.

Mas era confuso, era finito all’esterno, ma non in un luogo qualsiasi, un villaggio a lui molto familiare… casa sua.
Un villaggio grande abbastanza da ospitare molti insetti, ma che restava lo stesso uno di quei luoghi dove tutti conoscono tutti, un villaggio abitato solo da insetti della specie di Mas, un villaggio.
Non era cambiato affatto dall’ultima volta che Mas lo aveva visto, tetro, tranquillo ma accogliente per chi non era un problema l’ambiente di quel luogo.
Era felice di rivedere i suoi genitori, suo fratello, sua sorella e gli altri abitanti, amici, conoscenti e persino insetti di cui non sapeva nemmeno i nomi, sua madre si avvicinò a lui, lui pensò che lo volesse abbracciare perciò le venne in contro ma lei lo fermò a un passo di distanza tra i due “Te ne sei andato…” disse sua madre “Ci hai abbandonato…” aggiunse suo apparso all’improvviso alle sue spalle “Oh lo sappiamo noi perché te ne sei andato, giusto Kappa?” disse sua sorella apparendo all’improvviso e lo stesso fece Kappa “Già Necare, non sei mai stato il fratello migliore, troppo occupato a credere di essere un perdente.” disse Kappa “Fratello, sorella, io-” Mas provò a dire qualcosa quando sua madre lo interruppe “Dovevi essere un esempio per loro, dovevi prenderti cura di loro.” “L-loro non avevano bisogno di me… i-i-io non sono mai riuscito a fare la metà di ciò che sanno fare loro.” disse Mas “E per questo alla fine hai preferito scappare…” disse suo padre “…lasciandoci col dubbio che non avremo mai più rivisto uno dei nostri figli.” “Avanti fratello dimmi… sei soddisfatto della tua scelta?” chiese Necare con un tono dolce ma inquietante al tempo stesso, mentre il respiro di Mas si faceva affannato e la sua mente veniva assalito dai sensi di colpa per la sua partenza improvvisa, lasciando a tutti i suoi cari credere che fosse morto perché non riusciva ad essere apposto con se stesso. Mas si ritrovò in ginocchio ad ascoltare i suoi familiari continuare a fargli domande sulla sua scelta egoista, mentre cercava di dire a tutti “Scusa” e di come si fosse sempre sentito inferiore ai suoi fratellini ma non lo ha mai ammesso prima.

Prima che Mas se ne rese conto, non si trovava più al suo villaggio, ma si trovava nel quinto piano ma era diverso, le case erano bruciate, le coltivazioni devastate e gli abitanti in catene e costretti a lavorare più del dovuto per le formiche.
Vide la donna che lo aiuto ad entrare nel formicaio venire frustata a sangue un po’ per punizione per aver aiutato Mas, un po’ per farla lavorare come tutti. Mas urlò “Lasciala stare!” e provò a fermare la formica che la stava frustando correndole addosso, ma prima che la toccasse si ritrovò a casa di Fofò.
Lui era senza più un braccio e comunque obbligato a lavorare, i bambini erano tenuti in delle gabbie e sua moglie non era da nessuna parte… sentì la voce di Fofò “Doma… perché ci hai fatto questo?… Doma pensavo fossimo amici.” “Non volevo… non volevo che finisse così, non lo avrei mai permesso… scusami…” Fofò non rispese, rimase con lo sguardo basso sul suo campo “…Fo ti supplico… SCUSAMI!!! Non volevo…” disse Mas mentre un dolore come un freddo coltello nel petto si diffondeva in lui e le lacrime iniziarono a scorrere a fiumi, poi rialzando lo sguardo si ritrovò di nuovo nel formicaio, nell’arena per la precisione dove una nuova imperatrice cantava con tutte le sue formiche mentre nell’arena si massacravano gli insetti che aveva conosciuto lì e nel mezzo dello scontro c’erano anche i bambini che gli avevano ricucito il mantello, provò a correre per farsi largo tra gli insetti e raggiungere quei bambini indifesi e salvarli, al meno loro… ma anche se correva a perdifiato non si muoveva dal suo posto mentre un crudefauci furioso caricò i bambini e li massacrò.

Quando ritornò il silenzio, Mas si guardò bene attorno, era da solo, in mezzo al nulla, un vuoto bianco infinito, e poi dal nulla apparvero due insetti appartenenti alla sua specie, una ragazzina con delle piccole corna, delle scie viola sulle guance e in mezzo alla fronte, avvolta in un mantello lilla e un medaglione che sembrava una maschera, l’altro era una un ragazzo con le corna alte, ma solo sul lato destro perché quelle sul lato sinistro erano spezzate, in mezzo alla fronte e sul lato sinistro della testa aveva delle crepe che lui aveva colorato di rosso, portava con se un grosso aculeo ed era avvolto in un mantello grigio scuro.
Mas li riconobbe erano Kappa e Necare, Kappa estrasse il suo aculeo, e caricò Mas a tutta velocità, Mas con le sue scimitarre parò il colpo, “Oh… belle spadine fratello, ma le sai usare?” disse Kappa che ferocemente iniziò a agitare il suo aculeo con l’intento di ferire suo fratello, Mas parava e arretrava per evitare i colpi ma Kappa continuava a inseguirlo e attaccarlo come una bestia.
Poi dalla distanza vennero entrambi i fratelli travolti da uno spirito vendicativo, Necare aveva deciso di unirsi alla lotta e lanciare le sue magie sul fratellone, dopo quella magia raggiunse Mas per provare a colpirlo con un’altra magia: impeto devastante.
Colpendo in pieno Mas e subito dopo venne colpito da un poderoso colpo d’aculeo di Kappa.
“Ma guardati, non riesci nemmeno a difendere te stesso, non mi sorprende che noi non abbiamo mai preso d’esempio… così triste, così debole, così deludente.” disse Kappa mentre premeva il suo piede sulla testa di Mas, Necare si fece avanti “Ci hai delusi fratellone…” disse lei prima di lanciare un’altra magia… una magia mai vista usare da lei, una magia dell’abisso: grido dell’abisso. La cui esplosione consumò tutti i presenti…





Mas crollò a terra esausto, così come tutti gli altri cavalieri affianco a lui, ma cos’era successo?
È stata tutta un’illusione?
La voce del conquistatore si fece sentire e disse a tutti che hanno fallito la prova di nuovo, tranne Mas ovviamente, così li rimandò fuori dal suo tempio prima di chiudere gli occhi.
Mas seguì i quattro cavalieri all’esterno del tempio e li vide, che estrassero le armi e iniziarono ad allenarsi.
Mas non capì molto ma poi l’insetto in armatura bianca gli disse “Sfodera le spade.” e la ragazza con le falci iniziò a dirigersi verso di lui a passo lento, poi all’improvviso la sua marcia divenne una corsa e Mas estrasse le sue spade per parare il colpo, e i due si ritrovarono in uno scontro di spade dove il suono stridulo del metallo che graffiava sull’altro metallo rimbombava per tutto il piano.
Poi mentre Mas si difendeva il cavaliere in armatura rossa si lanciò suoi due facendoli separare dando due pugni in faccia ad entrambi facendoli volare di qualche metro, quello per Mas era uno dei pugni più forti che lui abbia mai incassato.
Solo che non potè permettersi il tempo di riprendersi perché sia l’insetto rosso che la ragazza ricoperta di spine lo stavano caricando.
I dischi metallici che la ragazza aveva con se non erano solo dischi, erano delle armi con delle lame simili a quelle di una sega nascoste quando non deve combattere, Mas dovette tenere a bada quei due insetti in una volta anche se a volte i due si colpivano tra loro, infatti alla fine quando Mas si tolse di mezzo loro continuarono a combattere tra di loro mentre il cavaliere bianco lanciava frecce cercando di prendere sia la ragazza con le falci e quando vide che Mas era immobile iniziò a mirare anche a lui.
Mas passò ore alternando con chi combattere, il cavaliere bianco era complicato da gestire visto che combatteva a distanza e in combattimento ravvicinato il suo arco era utile per parare i colpi di spada e sapeva usarlo per disarmare, il cavaliere rosso era il più forte fisicamente, ottimo sia in attacco che in difesa, la ragazza di spine era la più veloce, le armi erano davvero complicate da gestire e il suo mantello di spine la rendeva difficile da colpire senza farsi male, mentre ragazza con le corna spezzate era molto aggressiva non era niente come gli altri tre ma combatterla e vedere che sapeva tenere testa a Mas e agli altri tre tutti insieme la rendeva eccezionale come combattente.

Dopo ore di combattimento, tutti si presero una pausa, c’è chi meditava, chi sonnecchiava e chi mangiava qualcosa.
Ma restava comunque una piccola pausa prima di ricominciare a lottare, Mas provò diverse volte a socializzare con loro ma la maggior parte delle volte lo ignoravano, solo la ragazza con le falci una volta si è degnata di parlagli e fu schietta e precisa “Ascolta, abbiamo tutti faticato per arrivare qui, l’ultimo ostacolo verso la libertà è la prova del conquistatore… ormai l’unica cosa che importa e provare a superarla, ogni giorno noi ci esercitiamo per riprovare la sfida… finché non la superiamo.” disse lei.
Da quanto tempo erano lì per essere così focalizzati su questo obiettivo?

Il tempo passava e Mas non sapeva da quanto tempo era lì, allenarsi con quei quattro cavalieri aveva migliorato anche lui col tempo, l’unica pecca era che lui avrebbe voluto qualcuno con cui parlare.
Dopo sette giorni i cinque si rivolsero di nuovo al conquistatore, e lui li sottopose di nuovo alla sua prova “Le sfide più importanti sono quelle che si vincono contro se stessi.” disse il conquistatore prima di iniziare la prova, come la volta scorsa.
Mas si ritrovò di nuovo a casa sua a subire l’ira dei familiari che aveva lasciato, subito dopo a vedere che i suoi amici stercorari soffrivano per averlo aiutato e l’arena delle formiche dove combattevano tutti gli insetti che aveva conosciuto nella fossa dei gladiatori… e in fine un combattimento tra lui contro Kappa e Necare, ancora una volta li dovette affrontare e non riuscì a fare niente se non resistere a loro attacchi.
Mas fallì di nuovo la sfida, così come gli altri e subito dopo aver messo il piede fuori i cinque ricominciarono ad allenarsi in maniera spartana combattendo tra di loro.

Dopo altri sette giorni, riprovarono la sfida, e ancora una volta nessuno la superò. Passarono altri sette giorni ad allenarsi, prima di riprovare la sfida, la fallirono di nuovo e ricominciarono ad allenarsi.
Trascorsi altri sette giorni come tradizione, tentarono la sfida, ma nessuno ebbe successo.

Dopo l’ennesima sfida fallita, Mas decise non allenarsi, si sedette nell’ingresso del tempio e si mise a guardare il vuoto, non cercava niente voleva solo rilassarsi. “Ehi giovanotto, cosa credi di fare?” disse l’insetto in armatura rosso, Mas si girò sorpreso nella sua direzione e notò che tutti lo stavano fissando “Ehm, non stavo facendo niente, avevo solo bisogno di rilassarmi.” rispose Mas con tono calmo “Ah molto interesssssante, sssssarebbe bello ssssse avesssssimo il tempo, ma ogni sssssecondo che perdiamo non lo riavremo.” sibilò la ragazza ricoperta di spine “Ma non ci corre dietro nessuno.” disse Mas lasciando tutti confusi “Io sono qui da settimane, voi da non so quanto… non c’è nessuno qui se non noi e il conquistatore, non dobbiamo preoccuparci di cibo o acqua, lui teletrasporta tutto ciò di cui abbiamo bisogno qui, e possiamo tentare la prova ogni volta che vogliamo e quante volte vogliamo… per ciò crede che cinque minuti per essere noi stessi ce li possiamo permettere.” concluse Mas lasciando tutti di stucco, però dovettero ammettere che lui aveva ragione e che effettivamente ne avevano bisogno.

Tutti si sedettero a cerchio, così da poter parlare tutti insieme in pace e tranquillità “Da quando siamo qui, non ci siamo fermati a parlare come fanno gli insetti normali, non so nemmeno i vostri nomi.” disse Mas “Perdona la nostra maleducazione… noi siamo qui da così tanto che abbiamo dimenticato le buone maniere, io sono Por il grigio principe.” il corpulento insetto con l’armatura rossa pure si presentò “Io sono Muto, l’anima ardente.” la ragazza avvolta dalle spine sibilò “Mi chiamo Velenia… la ssssspina ossssscura.” e alla fine anche la ragazza coi falcetti si fece avanti e si presentò “Iluna, la mietitrice.”
Tutti i cavalieri iniziarono a fissare Mas come attendendo qualcosa “Oh ehm io sono Mas… Mas e basta.” “Non puoi essere solo te stesso.” commento Por “E perché no?” “Sei giunto fino a qui, è un onore destinato a pochi, se dovremo entrare nella leggenda dobbiamo distinguerci avere un titolo che descriva la nostra gloria prima di passare alla storia.” “E tu saresti il grigio principe… perché?” chiese Mas “Perchè sono grigio e ho un valore invidiabile.” rispose Por facendo ridacchiare Muto “Che hai da ridere tu? Lo sai che è vero, tu sei l’anima ardente, questo è un titolo ridicolo, poi perché?” Muto rispose “La mia determinazione è come un fuoco, ogni volta che mi sento il fuoco dentro sento di poter vincere ogni sfida, questo è il senso del mio titolo.” Muto e Por iniziarono a discutere su chi avesse il titolo più ridicolo a volte facendo battute per prendere in giro l’altro.
“Due idioti.” commentò Iluna “Va bene ve bene ho capito, calmatevi adesso… non credo che ci sia niente di male nell’avere un titolo che vi descriva o che vi dia un senso di sopraelevazione, è che volevo sapere vi fate chiamare così… e poi io, non credo di avere un titolo che mi possa descrivere appieno.” disse Mas al che Por gli disse “Oh non ti preoccupare prima o poi troverai un qualcosa di adatto, magari ti posso aiutare io, vediamo… che ne pensi di: Mas il blu-visionario?” tutti si misero a ridere, tranne Por “Ah sì? Allora provate voi a trovargli un titolo decente.” disse Por a tutti i presenti, Muto propose “Mas lo spirito guerriero.” Velenia “Masssss mantello dell’oscurità.” Iluna “Il cavaliere pellegrino.” Mas rispose a tutte queste proposte “Ahahaha sono tutte molto belle davvero… ma non sono convinto di ‘trovarmi’ un titolo adesso… …è stato divertente però, dai adesso che facciamo?”

Quelli che dovevano essere cinque minuti prima di allenarsi, si trasformarono i ore, loro continuarono a parlare di eventi e personaggi divertenti incontrati nel mondo esterno prima di finire a Internia, passarono tutto il tempo di quella giornata e il giorno dopo a ridere, mangiare e chiacchierare.
Poi al terzo giorno decisero di fare un gioco: momenti migliori e peggiori. Era per lo più per continuare a parlare e condividere le emozioni che avevano represso da un bel po’ di tempo.
“Penso che fosse quando ho vinto la mia prima battaglia, il mio aculeo era meno della metà di quello che è adesso, ma grazie a quella vittoria mi sono potuto permettere di renderlo la meraviglia che è adesso.” disse Muto “Impressionante, ma ora tocca a me, il mio momento migliore è stato la prima volta che ho baciato una ragazza.” disse Por con orgoglio, poi lui continuò “Ma non sapevo che quella scelta mi avrebbe portato anche al mio momento peggiore, la litigata più feroce e violenta che io abbia mai avuto con mio fratello per poi non rivederlo mai più.” “Non hai ucciso tuo fratello vero?” chiese Mas “Bestia no, lui se ne andato per la sua strada in cerca di gloria, successo e potere… che a detto sua non avrebbe mai ottenuto se continuava a viaggiare con me… anche se era spaventosamente più scarso di me… ora non so se sta bene o se è ancora vivo.” concluse Por con tono triste “Nah ssssse vuoi un mio parere il parenti sssssono una piaga.” disse Velenia “Non è così!” “Sssssì invece, ecco il mio momento peggiore, non ho mai conosssssciuto i miei genitori a prendersi cura di me c’erano sssssolo mia sssssorella e mio fratello maggiori e loro sssssono il motivo per cui ho sssssempre quesssssto mantello ssssspinato addossssso… ecco perché il mio momento migliore è quando me ne sssssono andata di casssssa, dopo aver sssssacrificato l’infanzia con loro avevo finalmente la libertà.” al che Muto s’impose “Crescere con dei pessimi parenti non è un sacrificio.” “Sssssi che lo è.” “No invece, e io lo so.” “Che cosssssa puoi hai aver mai sssssacrificato tu?” “Ok, il mio momento peggiore è stato quando sono stato reclutato a forza nell’esercito e ho combattuto una guerra per il volere del duce della mia patria, ho visto molti compagni morire, compagni che potevo salvare ma il mio generale mi impose di lasciarli perdere per concentrarmi solo ed esclusivamente sulla vittoria che dovevamo donare alla patria… una vittoria che non abbiamo mai avuto perchè perdemmo miseramente, i sopravvissuti vennero catturati ma solo io scappai… la mia vigliaccheria mi ha forzato a lasciarli li mentre io mi mettevo al sicuro… da allora ho giurato a me stesso che non mi avrei mai più commesso bassezze simili.” concluse Muto con tono severo mentre Velenia sbuffò.
“Dai ragazzi, se ci mettiamo a litigare per chi ha avuto l’esperienza peggiore andremo avanti per sempre, non è un competizione stiamo solo condividendo le nostre vite.” disse Mas cercando di calmare Muto e Velenia, al che Por gli chiese “Che ci dici di te? Momento migliore?” “Oh ehm… il me bambino direbbe la prima volta che sono stato al circo, ma adesso credo che il mio momento migliore sia stato poco tempo fa, ho conosciuto una maestra d’aculeo straordinaria… bella come una farfalla ma forte come un ragno, ho conosciuto la maestra Naila per due anni e i ricordi che ho con lei sono sia belli che tristi, ma imparare a usare le mie spade sotto la sua guida è stato bello, mi è piaciuto di quell’esperienza.” “Quindi il tuo momento migliore è quando prendi lezioni per usare una spada?” chiese Iluna “Credo che fosse il provare qualcosa di nuovo che mi ha colpito di quel momento… e tu Iluna, hai qualcosa da condividere?” “…quando ero più piccola scoprì la mia matrigna tradire mio padre… lei mi obbligò a chiudere la bocca, minacciando di mangiarmi, da quando quella donna era entrate nella mia vita ogni giorno era il peggiore della mia vita e le sue minacce di trasformarmi nel suo prossimo pasto mi facevano rigare dritto e obbedire ai suoi ordini… ma quel giorno persi la pazienza, mi poteva andare anche bene che trattasse male me, ma non poteva fare la stessa cosa con mio padre… le dissi di ‘no’ e lei si lanciò addosso a me per cercare di divorarmi, corsi, lei mi inseguiva urlando come e ruggendo come una bestia, poi trovai le falci che usavamo papà usava per il nostro raccolto e le usai per difendere me stessa… era una questione di vita o di morte, e ne uscì vincitrice, ma mio padre, nel momento in cui l’ho uccisa lui ritornò a casa e… ho provato a spiegargli perché lo avevo fatto, ma non mi ha voluto ascoltare e mi ha cacciato di casa…” Por osò chiedere “E’ il momento migliore? O il peggiore?” e lei rispose “Entrambi… tu piuttosto, pellegrino, hai detto solo il momento migliore… il peggiore?” chiese Iluna.
Mas si grattò la testa e si mise a pensare “Bestia, non lo so, da quando sono arrivato a Gelia quasi tre anni fa ho me ne sono successe di tutti i colori… ma nessuna mi sembra veramente il mio momento peggiore, onestamente per quanto banale… grazie alla sfida del conquistatore ho capito qual’è il mio momento peggiore…” “La sua prova?” “…sì, io sono nato un posto chiamato: Enom. Noto ai pochi che ne conoscono l’esistenza come: la città dimenticata. Una città dove tutti conoscono tutti… tranne me, io sono sempre stato piuttosto introverso come insetto, non mi era facile fare amicizia o socializzare in generale, per tutti ero l’insetto invisibile della cittadina, avevo pochi amici, ma la vera parte peggiore era che non lì io non stava bene… con me stesso, sono il primo di tre figli, ho un fratellino e un sorellina, mi è sempre stato detto di trattarli bene, di insegnare a loro tutto ciò che so, di fare il fratello maggiore… ma la verità era che loro non avevano niente da imparare da me, loro erano migliori di me a mani basse, se io conoscevo giusto due, massimo tre insetti, loro sembravano conoscere tutta la città… mio fratello amante delle emozioni forti e dei duelli prese sin da piccolissimo lezioni sull’arte dell’aculeo, mia sorella preferiva le arti mistiche e studiava la magia, mentre io, il massimo che sapevo fare era scrivere bene… sentivo che se loro riuscivano a fare tutto quello da soli, avevo fallito il mio compito come fratello maggiore, mi sono inasprito… mi sono chiuso in me, e quando raggiunsi la maggiore età, qualcosa si ruppe in me… pensai di aver sprecato gli anni della libertà infantile scrivendo, cancellando, riscrivendo… i miei fratelli avevano già un’idea chiara di quale fosse il loro posto nel mondo… mentre per me… sembrava non esserci niente… e per questo alla fine me ne sono andato e non mi sono mai guardato indietro… e a guardare indietro ciò che ho fatto, ho commesso solo errori, non ho migliorato la mia vita, al massimo ho rovinato quella degli altri.” concluse Mas, tutti lo ascoltarono in religioso silenzio, nessuno osò fiatare per circa un minuto.

Poi Mas disse “Wow… sapete, io mi sento meglio adesso.” “In che sssssenso?” chiese Velenia “Non vi sentite più leggeri dopo aver dato sfogo a ciò che avevate dentro?” dopo qualche minuto, tutti sorrisero, effettivamente Mas aveva ragione, erano anni che tutti si sentivano il bisogno di parlare a cuore aperto con qualcuno, di parlare.
Mas nel rialzarsi da terra rivolse uno sguardo al portone del conquistatore, poi i suoi compagni e chiese “Vogliamo provare?”

Ormai avevano capito tutti in che consisteva la sfida, “le sfide più grandi sono quelle che si vincono contro se stessi” quei cinque insetti, dovevano affrontare il passato che li tormentava, i demoni che non hanno mai affrontato a viso aperto e dimostrare di essere più forti delle loro paure.
Ognuno in un secondo si ritrovò nel suo spazio meta-fisico dove doveva affrontare le proprie paure: Por l’aver perso suo fratello per una questione di orgoglio, Muto gli orrori della guerra, Velenia la casa che fu la sua prigione con i suoi fratelli, Iluna la matrigna che ha ucciso e l’odio di suo padre e Mas la delusione della sua famiglia, dei suoi amici e il fallimento con i suoi fratelli.

Era paragonabile a subire cento coltellate sentire l’odio dei propri cari, e doverli affrontare… Mas tenne lo sguardo basso mentre subiva i colpi emotivi di quella prova, quando poi arrivò il momento di combattere Kappa e Necare.
“Ma guardalo, non riesce nemmeno a guardarci tanto gli facciamo paura.” commentò Kappa “No… semplicemente, l’ho capito, ho capito questa sfida… affrontare le conseguenze dei miei errori commessi in passato, il presente, e infine il futuro… quando ci rivedremo… vorrei evitarlo come avrei voluto evitare molte altre cose, ma ci sono cosa che sfuggono al nostro controllo, questo è quel tipo di destino al quale non sfugge, il così detto fato… e io non voglio più scappare.” concluse Mas sfoderando le sue scimitarre.
Kappa come sempre attaccò per primo, ma stavolta Mas gli corse incontro e i due fecero scontrare le armi, entrambi paravano, attaccavano e schivavano, Mas ben presto cominciò a rispondere agli attacchi come la sua maestra gli aveva insegnato.
Para un colpo e poi calcio al fianco, para un altro colpo e poi pugno, para un altro colpo e altro pugno, prima che potesse colpire Kappa ulteriormente Necare decise di intervenire e con balzo altissimo si mise sopra i due fratelli, e da lì il suo corpo divenne tutto nero e usò una magia dell’abisso: tenebra discendente. E per poco non colpì Mas, dopo quella magia, entrambi i fratelli iniziarono a caricare il loro fratellone con aculeo e magia pronte.
Mas era pronto, evitò lo spirito vendicativo di Necare e parò il colpo di Kappa e gli diede una ginocchiata da sotto il mento verso l’alto e subito dopo per impedire a Necare di farle fare altre magie a cominciato a cominciato a concentrare tutti i suoi attacchi su di lei.
Ma mentre teneva a bada Necare, Kappa si riprese e diede un pugno a Mas un pugno così forte che gli fece perdere la presa sulle spade, Necare le prese subito per lasciare Mas disarmato e Kappa con il suo aculeo si preparò a dare il colpo di grazia al fratello.
Ma Mas prese i suoi kunai e parò il colpo del fratello e subito dopo gli diede un calcio in faccia facendogli perdere la presa sull’aculeo, Kappa e Necare si misero in posizione di guardia mentre Mas cambiò stile di lotta iniziando a frustare.
Necare provò a fermarlo con le spade che aveva preso, ma lei non sapeva combattere con le spade, infatti dopo pochi colpi Mas riuscì a recuperare le scimitarre, anche se Necare lanciò un grido dell’abisso a distanza ravvicinata.

La mossa fece male a Mas, ma lui non aveva intenzione di arrendersi si rimise in piedi e posò il suo sguardo su suo fratello e sua sorella, si mise in posizione di guardia e si preparò ad accoglierli, Necare provò a fargli un altro incantesimo a distanza ravvicinata ma Mas lo evitò e diede un calcio a sua sorella mettendo una breve distanza tra i due, poi quando Kappa provo a colpirlo con un attacco a ciclone, Mas si mise a girare come una trottola con le sue spade facendo scontare le armi ogni volta che i due erano troppo vicini e quando Kappa si fermò, Mas affondò un pugno nel suo stomaco e poi uno in faccia.
Necare lanciò un altro spirito vendicativo, ma Mas con le sue spade e un colpo secco dissipò la magia, rinfoderò le spade e sguainò di nuovo i kunai e cominciò a lanciarli contro Necare, alternando frustate e magie i due erano alla pari, quando Kappa provò ad attaccare Mas alle spalle tenendolo fermò, Necare caricò un altro spirito vendicativo, Mas venne colpito e anche Kappa, ma entrambi si rialzarono.

“Ma che succede?” chiese Necare confusa “Perchè non cadi?” chiese Kappa “Ho scoperto di essere testardo, mi serviva solo una motivazione per esserlo… vi voglio bene fratellini, e se voglio rivedervi per davvero… devo uscire da qui.” Mas passò la sua mano sulle spade e le macchiò col suo sangue, poi le mise a croce e iniziò a correre verso Kappa e Necare, lei lanciò un altro spirito vendicativo, mentre Mas contrattaccò con una croce insanguinata che si annullò in una piccola esplosione contro lo spirito vendicativo.
Ma dal fumo dell’esplosione uscì Kappa pronto a colpire e i due fermarono l’avanzata dell’altro con un nuovo scontro di spade, mentre Necare si preparava a lanciare un altro incantesimo.
Come all’inizio del duello, lei fece un balzò altissimo per poi scagliarsi sui suoi fratelli con una tenebra discendente ma stavolta, Mas diede prese Kappa di peso e lo lanciò via mentre con calcio acrobatico colpì Necare e fermò il suo incantesimo.
Accerchiato da entrambi i suoi fratelli, Mas sembrava non avere più speranze, Kappa era pronto usare su di lui l’accatto più potente che potesse fare e lo stesso valeva per Necare e la sua magia.
Entrambi corsero verso Mas, lui non si mosse, quando furono entrambi abbastanza vicini, Kappa lanciò l’attacco potente mentre Necare il grido dell’abisso.
Ma entrambi si ritrovarono con le mani bloccate da Mas, Kappa perse la presa sull’aculeo, Necare guardava suo fratello confusa su cosa volesse fare.

Mas non si mosse per circa un minuto, poi lasciò la presa sulle mani dei suoi fratellini trasformando la presa in un abbraccio. Strinse a se Kappa e Necare, poi mormorò “Vi voglio bene.” e dopo qualche secondo di esitazione e confusione da parte di entrambi, Kappa e Necare ricambiarono l’abbraccio.
Poi tutti stanchi si lasciarono cadere di schiena sul freddo pavimento “Quindi adesso non hai più paura?” chiese Necare “No… l’ho affrontata… ma non l’ho vinta.” rispose Mas “Sai Mas… anche se noi non siamo quelli veri, anche noi ti vogliamo bene fratellone.” disse Kappa “Ci manchi, manchi a mamma e papà, e siamo tutti preoccupati per te.” aggiunse Necare “Ho cominciato il mio viaggio per capire me stesso, non sono sicuro di riuscirci, ma una cosa la so… un giorno ritornerò.” concluse Mas con un sorriso soddisfatto prima di chiudere gli occhi…





Mas riaprì gli occhi, in un secondo si ritrovò accecato dalla luce innaturale presente in quel piano, quando gli occhi si abituarono, vide di essere circondato dai suoi compagni e tutti e cinque erano osservati dal conquistatore.
“Da questo momento, non siete solo i primi cinque insetti che hanno ottenuto l’accesso alla mia dimora… siete i primi ad aver superato la sfida che v’impediva di diventare la versione migliore di voi stessi… da questo momento voi siete dei conquistatori come me, Por il potente grigio, Muto il cuore di fuoco, Velenia la rosa senza spine, Iluna la tetra spadaccina e Mas il saggio errante… vi siete guadagnati, la libertà.” concluse il conquistatore e in un secondo i cinque insetti vennero accecati e avvolti dalla luce e tutto divenne bianco.

Quando la luce si affievolì, tutti si resero conto di essere all’interno di una cittadella, all’interno di Zanne.
Dopo qualche primo secondo di stupore, i cinque insetti si fecero strada fino all’esterno della cittadella, una volta superato il ponte essersi fatto strada fino all’uscita delle caverne glaciali… tutti si lasciarono andare in un urlo di gioia, erano tutti felici, finalmente all’esterno e finalmente poterono ognuno continuare il proprio viaggio.
Ma prima, Mas aveva un conto in sospeso, lui e i quattro conquistatori si diressero verso Gelia dove vennero accolti da diversi insetti che li guardavano con curiosità e paura “Chi non muore si rivede.” commentò Troll con un ghigno in volto, mentre a Gazan caddero sia la mascella che il ferro rovente che stava lavorando.
Mas e i conquistatori passarono per il centro del villaggio, fino a superarlo, tutti li osservavano con curiosità, Mas si fermò all’improvviso, si rivolse verso il villaggio, fece un inchino e disse “Grazie per l’ospitalità.” poi riprese a camminare per la sua strada.

Quando i quattro si allontanarono abbastanza dal villaggio da non riuscire più a vederlo… “Quindi… da qui in poi è un addio.” disse Iluna “Per quanto sia stato bello, vorrei ritrovare mio fratello…” disse Por “Io non ho un posto dove andare o qualcuno da cercare, ti va se vengo con te?” chiese Muto “…se non ti da fastidio.” “Io voglio un posssssto dove mettere radici, un possssto che sssssia caldo.” disse Velenia “E voi due?” chiese Muto “Io non ho bisogno di una casa… mi serve una guida, qualcuno di cui possa fidarmi.” disse Iluna “Io come te non ho una meta… voglio fare ciò che ho fatto per aver l’accesso alla dimora del conquistatore: esplorare e imparare. E per questo scopo un posto vale l’altro.” “In quesssssto cassssso… è ssssstato un piacere.” disse Velenia prima di allontanarsi verso sud-ovest “Rosa senza spine, è il suo carattere ad essere spinato.” commentò Por “Buona fortuna la fuori.” disse Muto ai suoi due amici prima che insieme a Por si diressero verso sud-est.

Mas si diresse verso nord e Iluna lo seguì “Ti riferivi a me quando dicevi di ‘aver bisogno di una guida’?” chiese Mas “Sei il saggio errante… non sarai un eroe, ma sei qualcuno su cui si può fare affidamento… e poi sarà meno desolante vagare in compagnia… allora, dove siamo diretti saggio?” chiese Iluna, Mas tirò fuori la sua bussola e rispose “Verso l’ignoto.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Altro / Vai alla pagina dell'autore: SamBluefire