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Autore: ValeAlcazar    20/03/2023    6 recensioni
Io e Manu Roja ci siamo cimentare in una storia prendendo una frase tratta dal manga
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MERA ILLUSIONE

Capitolo VI

MERA ILLUSIONE

 

Versailles, tardo inverno 1775

 

Il periodo che trascorreva tra le festività natalizie e l'Epifania era giunto al termine, era quello un momento frenetico per l'intera Corte e per la Reggia, oltre alle celebrazioni liturgiche che accompagnavano lo svolgersi di quei giorni, si alternavano sontuosi banchetti di gala a cui partecipava gran parte della nobiltà.

Oscar, salvo una breve vacanza in concomitanza del suo genetliaco che cadeva proprio il 25 Dicembre, non aveva avuto che pochi attimi da dedicare al riposo, occupando la maggior parte  del tempo nel costante servizio di pattugliamento e sorveglianza presso la Corte.

Adesso, Oscar e i suoi uomini, avevano il compito di organizzare il servizio d'ordine per il prossimo arrivo del Carnevale, dove ricevimenti e balli si sarebbero susseguiti in modo costante, mentre André come prevedeva il suo ruolo, avrebbe atteso Oscar oberata dai suoi impegni, almeno che non fossero richiesti i suoi servigi.

In quel tiepido pomeriggio André, si era diretto verso il piccolo cortile adiacente le scuderie, per godersi quei timidi raggi di sole che facevano capolino in un cielo ancora avvolto dalla bruma invernale, anche Agnes si trovava in quel luogo attendendo la riscossione del compenso giornaliero, per la nuova fornitura di sidro da uno dei dispensieri.

La ragazza mentre si avvicinava alle scuderie per riprendere il calessino e tornare a casa, vide André appoggiato alla staccionata, si bloccò, le guance le andarono in fiamme alla sua vista, erano mesi che non si vedevano e non era certa che lui sarebbe stato contento di rivederla dopo tutto quel tempo.

Lei non aveva dimenticato quanto era successo tra di loro, chissà se si ricordava ancora di lei e se anche lui ci pensava a volte, si chiese.

Era in imbarazzo, tornò sui suoi passi, sarebbe andata più tardi a riprendere il calessino, ma mentre tornava indietro si sentì chiamare a gran voce, quella voce che a sentirla le provocò dei brividi che le percorsero tutta la schiena...da quanto non sentiva il suo nome pronunciato da quelle labbra che, anche se a distanza di tempo sentiva ancora vivide sulla sua pelle.

-"Agnes..."-

Si voltò, aveva gli occhi lucidi per l'emozione, l'aveva notata e la stava chiamando

- “Allora non ti eri dimenticato di me?” - pensò

-"Salve André..."-

-"Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti? Sei ancora più bella di quanto ricordavo, come stai?"-

-"Già! Tanto...troppo. Sto bene, e tu? Come stai?"- rispose abbassando lo sguardo per non far notare che le lacrime, per quell'incontro fortuito ed inaspettato, le avevano riempito gli occhi ed erano lì lì per sgorgare da un momento all'altro.

André delicatamente poggiò sotto al mento della ragazza una mano e le alzò il viso e vide quei grandi occhi scuri inondati di lacrime che ormai rigavano quella pelle chiara e le chiese

-"Che ti succede Agnes? Perché stai piangendo?"-

-"No Andrè, ti sbagli, non sto piangendo. È la polvere."-

-"Va bene, farò finta di crederti. Allora? Cosa mi racconti? Cosa hai fatto in questi mesi?

Possiamo fare una passeggiata, ti va?"-

-"Sì, certo."-

André e Agnes, conversavano allegramente dopo un primo momento di assoluto silenzio, incuranti dell'imminente venuta del crepuscolo, il loro cammino s'inoltrò inconsapevolmente nel labirinto di viali sentieri e nicchie, luoghi appartati che si perdevano nelle profondità degli sterminati giardini e boschetti che circondavano con la loro bellezza la Reggia.

Entrambi non si resero conto di essere giunti ai confini estremi del consueto e usuale percorso intrapreso dai cortigiani, ma di trovarsi ai limiti della foresta di Versailles, dove su un'altura sorgeva un solitario padiglione dalle bianche volte marmoree ancora ben conservate anche se sulla facciata si notavano lievi segni di incuria.

L'edificio sconosciuto ai più, rappresentava il primo nucleo delle costruzioni della Reggia, quando questa era solamente un maniero utilizzato dai primi Sovrani  Borbone come casino di caccia.

-"Bello qui. Cos'è questo edificio André? Tu conosci bene la Reggia e i dintorni, vero?"-

-"Sì, è vero. Sono anni ormai che frequento Versailles, a volte per avere informazioni utili ad Oscar mi capita di dover seguire qualcuno in posti che non sono molto frequentati, questo è uno dei tanti."-

-"Non è pericoloso? E se ti scoprissero? Rischieresti la vita, lo sai? Se ti succedesse qualcosa di brutto io, io..."-

-"Non preoccuparti, sono prudente."-

André si avvicinò di più ad Agnes le prese il viso tra le mani e la baciò.

Un bacio dapprima gentile poi più esigente, sempre più profondo a cui Agnes si lasciò andare.

Quelle labbra che, dalla prima volta che le aveva assaporate non era più riuscita a dimenticare, le sentive sempre sulla sua pelle come scie infuocate, le agognava, le avrebbe volute sempre su di lei, assaporarne la delicatezza, il calore, la consistenza morbida e carnosa.

Adesso, dopo tanti mesi le aveva nuovamente tutte per lei e ne era totalmente in balia, trasportata dalle sensazioni mai sopite.

Le labbra vellutate di lui divennero avide ed impazienti di desiderio, iniziarono ad insinuarsi sempre più nella scollatura della veste di Agnes, mentre lei tentava di liberarsi dal corsetto inarcando la schiena sempre di più verso quelle carezze che divenivano sempre più ardite.

La bocca di André accolse quell'invitante proposta assaporando le delizie di quei capezzoli che, sembravano bramosi di ricevere quella leggera e delicata tortura.

Liberata dalle vesti Agnes si abbandonò alle mani di André che, esplorativo ogni più piccolo anfratto della sua pelle, fino a raggiungere con lievi e morbidi baci il centro del suo ventre per poi sprofondare delicati nella sua essenza di donna.

Il corpo di Agnes si perdeva a quei tocchi sempre più arditi, la portavano ogni volta a perdersi nel totale oblio della passione.

Agnes non provò alcun imbarazzo a cingere le gambe intorno ai fianchi di André, mentre le dita di lei percorrevano voluttuose la linea sinuosa della schiena.

I due corpi erano sciolti nelle briglie della passione, i loro sospiri soffocati dal delirio, quando d'un tratto André si riscosse, immaginando la visione di Oscar prendere corpo e forma nella sua anima, e si ritrasse da quel momento di passione che lo aveva avvinto.

Agnes a quel ritrarsi di André rimase interdetta

-"Che...che succede André? Ho forse fatto qualcosa che ti ha irritato?"- chiese intimorita coprendosi come meglio potè alzando la camiciola che aveva tirato giù fino alla vita per scoprire i seni.

-"No Agnes non è colpa tua. Ho sentito dei rumori, non voglio che ci trovino qui, è troppo pericoloso per te...vestiti ti prego, sbrighiamoci ad uscire da qui."-

Nel mentre che si sistemava, ad André passarono per la mente mille e più pensieri, ma uno più prepotente degli altri...Oscar.

Dopo essersi sistemati in fretta uscirono e tornarono verso le scuderie.

Accompagnò Agnes dove aveva lasciato il calessino, si salutarono con la promessa da parte della ragazza di rivedersi, poi presero la via verso le rispettive direzioni.

André era diventato cupo, pensava che giacendo con Agnes sarebbe riuscito a dimenticare colei che era la sua unica ragione di vita, rinunciarvi significava rinnegare se stesso e quell'amore che, anche se non corrisposto per lui era vitale. L' amava con ogni fibra del suo essere, non voleva dimenticare quel sentimento puro che nutriva da sempre nei suoi confronti.

Oscar per lui era tutto, la compagna di giochi, l'amica, la sua famiglia.

Amare un'altra donna significava anche allontanarsi da lei.

"No! No!" continuava a ripetersi "Non voglio! Ti amo Oscar, non voglio vivere lontano da te!" calde lacrime gli bagnavano il viso, le versava sia per il suo amore per Oscar sia per Agnes.

 Non meritava un uomo come lui, non era giusto illuderla, stava male, anche se Agnes gli era sempre piaciuta, non voleva usarla per cercare di dimenticare chi era da sempre nel suo cuore e che mai sarebbe andata via.

Agnes nel tragitto verso casa, a differenza di André, ebbe pensieri felici.

Le s'imporporarono le guance a ripensare ai momenti appena trascorsi con lui alle sue labbra calde e morbide che le lasciavano scie di ardente fuoco sulla sua pelle e la portavano in estasi anche se a malapena la sfioravano.

Se ne stava innamorando, anche se sentiva in cuor suo che in André c'era qualcosa che lo turbava, ma forse era solo paura la sua, paura che quella felicità tanto attesa e a portata di mano, con un uomo con cui stava bene, le facesse vedere cose che non esistevano.

Si ripromise che al prossimo incontro, sperando che succedesse presto, sarebbe stata chiara con lui, senza timore gli avrebbe chiesto di dirle con franchezza cosa provava per lei, se era solo un vero sentimento quello che provava per lei oppure solo un illusione.

Non voleva pensarci adesso, avrebbe affrontato la cosa a tempo debito, ora voleva solo crogiolarsi nel dolce ricordo di quei momenti trascorsi insieme a lui, nell'attesa di riviverli ancora e ancora.

André rientrò da solo a Palazzo Jarjayes, Oscar gli aveva fatto comunicare che sarebbe rimasta più del dovuto alla Reggia per un improvvisa riunione organizzata da Bouillè, a cui avrebbe partecipato anche il Generale suo padre e che quindi non sarebbe dovuto tornare a notte fonda a riprenderla.

Ancora preda dei suoi pensieri André a quel punto desiderava stare da solo, si ritirò immediatamente nella sua stanza, evitando così sua nonna che vedendolo in quello stato lo avrebbe certamente tormentato, come era solita fare, da una miriade di domande.

Si distese sul letto, cercando di prendere sonno, ma niente, la mente vigile e lucida riandava continuamente a quegli attimi di passione appena vissuti dove il desiderio della carne aveva prevalso inutilmente sull'amore che provava per Oscar.

   
 
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