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Autore: Duevite    20/03/2023    0 recensioni
Siamo nel Settembre 2022 quando un ragazzo si trasferisce a Salem con la sua famiglia.
In questo paese si trova un famoso giardino chiamato "Il giardino delle querce" visitabile dagli abitanti del quartiere tramite delle chiavi speciali.
In questo giardino incontrerà una persona speciale, la quale gli farà vivere il periodo più bello della sua vita, ma anche il peggiore.
Questa avventura lo porterà a scrivere la sua storia dopo numerosi anni dal suo incontro, da solo, con solo i suoi ricordi e 30 lettere.
(Se aveste voglia di lasciare una recensione, ne sarei molto grat*)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel lunedì mattina fu totalmente diverso rispetto agli altri.
Heaven partì presto per andare in Italia mentre io e i miei genitori ci preparavamo a visitare il primo college, il Susquehanna University a Selinsgrove.
Partimmo subito dopo pranzo, il viaggio sarebbe durato all’incirca sette ore, infatti, la visita al college sarebbe stata il giorno dopo.
Durante il viaggio dormii per quasi tutto il tempo.
Quando mi svegliai mi ritrovai davanti l’albergo che si trovava a due passi dal campus.
Aiutai mio padre a scaricare le valigie e poi andai in camera mia.
Non mi ero ancora sentito con Heaven in quanto mi avrebbe scritto lei quando sarebbe arrivata.
Quella sera andammo a mangiare in un ristorantino molto caratteristico del posto.
Per fortuna io e i miei genitori avevamo due camere diverse infatti loro dopo cena tornarono subito in albergo mentre io invece feci un giro in città.
Ero seduto da poco in un bar quando mi chiamò Heaven.
“Ehi Heav!” Risposi io sollevato del fatto che il volo fosse andato bene.
“Ad, non hai idea di che volo assurdo sia stato, sembrava infinito te lo giuro. Mi hanno dato da mangiare praticamente ogni due ore e in più accanto a me c’era una ragazza che non ha fatto altro che russare mentre dormiva. Sono molto stanca, avrei tanto voluto averti qui.”
Io rimasi in silenzio per un po’, leggermente infastidito da ciò che mi aveva detto.
Aveva preferito fare questa cosa da sola, senza pensare al fatto che io avrei avuto bisogno di lei per visitare i college.
Aveva parlato di trovare un appartamento con me e invece era andata via.
“Il tuo viaggio?” Mi chiese per rompere quel silenzio glaciale che si era formato.
“Direi sicuramente meglio del tuo.”
“Dove sei adesso? Sento un po’ di casino” Mi disse lei mentre mi portarono una coca al tavolo.
“Sono in un bar in città, il posto è molto bello, anche se a dirti la verità mi sembra molto freddo.” Le dissi io, dopo poco una ragazza si avvicinò al mio tavolo.
“Scusa posso?” Mi disse indicando la sedia.
“Chi è?” Mi chiese Heaven dal telefono.
“Nessuno, Heav. Ci sentiamo domani appena posso, ti amo.” Dissi io attaccando la chiamata.
La ragazza si mise a sedere al mio tavolo.
“Ciao, mi chiamo Elise, sei nuovo? Non ti ho mai visto da queste parti.” La ragazza mi allungò la mano e io gliela strinsi lentamente.
“Mi chiamo Adam, no sono di Salem. Sono qui per visitare la Susquehanna University.”
“Dai, è la mia università!” Disse lei ridendo.
“Oh bene, allora puoi farmi da tutor domani”
Lei accettò volentieri, ci scambiammo i numeri di telefono per poterci rivedere la mattina seguente e mi diede qualche dritta e consiglio per riuscire a scegliere per bene l’università.
Rimanemmo a parlare per qualche oretta, poi mi avviai verso l’hotel.
Tornato in camera trovai un messaggio di Heaven in cui mi diceva che era stanca e che avrebbe riposato un po’ prima di uscire.
Io le diedi la buonanotte e mi addormentai dopo poco.
Il giorno dopo mi svegliai molto presto.
Da quello che mi aveva detto Elise le visite dei college era meglio farle la mattina presto in modo da riuscire a vedere il più possibile.
Quando uscii dalla camera i miei genitori mi stavano aspettando seduti su un divanetto.
“Che ore hai fatto ieri?” Mi chiese mio padre sorridendo.
“Sinceramente non lo so, ma ho conosciuto una ragazza del college, mi ha detto che poteva darci una mano per visitare il campus.”
I miei furono entusiasti quanto me della notizia.
Ci avviammo verso il campus, era enorme e ben curato.
Scrissi un messaggio ad Elise per informarla che eravamo arrivati e lei dopo poco mi rispose dicendomi di raggiungerla alla caffetteria.
Passammo tutto il giorno insieme a quella ragazza che si mostrò molto gentile e disponibile.
In tutto questo Heaven non mi aveva ancora risposto al telefono.
Una volta finita la visita del college e riempito fino all’orlo di volantini, coupon e tagliandi vari ci avviammo verso la macchina.
Arrivato in albergo mi feci una doccia bollente e preparai la valigia.
Quella sera saremmo partiti per il secondo college, la Trine University, che distava sette ore e mezzo dalla Susquehanna University.
Il giorno dopo avremmo visitato la seconda università e di conseguenza avremmo viaggiato di notte.
Avevo ancora mezz’ora di tempo così chiamai Heaven preoccupato che le fosse successo qualcosa.
Mi rispose a telefono dopo poco.
“Ehi, tutto bene?” Dissi io in apprensione.
“Certo, tu?” Mi disse lei come se nulla fosse.
“Perché non hai risposto ai miei messaggi?” Le chiesi con un tono leggermente più basso.
“Tu ti sei divertito con la tua amica ieri sera?” Subito sorrisi quasi compiaciuto, pensare che quella creatura spettacolare e unica potesse essere gelosa di qualche ragazza mi faceva perdere la testa.
“Heaven, così mi fai impazzire lo sai.” Dissi io in tono provocatorio.
“Non provarci nemmeno, stronzo!” Disse lei alzando la voce.
“Amore, non ho fatto nulla. Era una ragazza del college, oggi ci ha fatto una visita del campus, puoi chiedere ai miei genitori” Sorrisi cercando di tranquillizzarla.
“Ah bene, ha anche conosciuto i tuoi genitori?”
Io sospirai.
“Heaven, vuoi veramente rovinare del tutto questa relazione così?” Dissi io un po’ sconsolato.
Avevo passato una bella giornata e volevo solo sentire la sua voce.
“Scusami, mi sto solo rendendo conto che avrei dovuto essere lì con te.” Mi disse con una voce dolcissima.
“Si, avresti dovuto ma anche io avrei dovuto essere lì con te.”
“Perché sei così perfetto con me?” Sentii la sua voce spezzarsi, stava piangendo.
“Ehi, non piangere ti prego. Non ora, non posso fare nulla.”
Restammo a parlare a telefono fin quando mio padre non bussò alla mia porta per dirmi di dover andare via.
Anche per quel viaggio rimasi tutto il tempo nel mio angolino della macchina a dormire.
Quando arrivammo a destinazione ci trascinammo tutti e tre nelle nostre camere per dormire.
La mattina dopo visitammo il secondo college, ma mi piacque meno del primo.
I corsi erano un po’ scarsi e il campus un po’ spoglio.
Non finimmo nemmeno la nostra visita.
Approfittammo del fatto che non ci piacesse per partire prima e arrivare alla nostra ultima destinazione, il Loras College.
Il viaggio durava più o meno sei ore e mezzo.
Arrivammo per l’ora di cena, mangiammo un panino al volo e andammo nelle nostre camere.
Il giorno dopo arrivammo al campus presto come sempre.
Io e i miei ci dividemmo per fare prima.
Mi stavo dirigendo verso la biblioteca principale quando improvvisamente mi bloccai.
Lì, al centro del giardino del college c’era una quercia enorme, identica alla quercia reale del nostro giardino a Salem.
Non riuscivo più a muovermi.
Era recintata, al suo fianco c’era una targhetta.
Mi feci coraggio e mi avvicinai alla targhetta.
“La quercia di Salem, l’ultima superstite di un gruppo di querce che ergevano il tutto il campus, dopo una violenta tempesta furono abbattute le sue compagne mentre lei rimase intatta.”
Feci una foto e la mandai subito ad Heaven.
Volevo parlare con qualcuno che fosse di quel campus per sapere qualcosa su quella quercia.
Girai per tutto il giorno e ad un certo punto vidi una ragazza seduta su una panchina con un quaderno e una matita in mano, stava disegnando proprio la quercia.
Mi misi a sedere accanto a lei e guardai la quercia a mia volta.
“C’è qualche storia particolare dietro quella quercia?” Le chiesi io dopo poco.
Lei si girò verso di me, sembrava avesse visto un fantasma.
“Chi sei?” Mi chiese impaurita o infastidita.
“Scusami, mi chiamo Adam, sto visitando il campus per il prossimo anno. Vengo da Salem e sai, nel mio quartiere c’è un giardino di querce e una molto simile a lei. Vorrei capire se c’è qualcosa che le accomuna.”
Lei fece una risata isterica, ora mi stavo spaventando io.
“Il giardino delle streghe vorrai dire.” Affermò continuando a ridere.
“Come scusa?” Chiesi io guardandola male.
“Questi giardini delle querce in realtà sono i giardini delle streghe, non sono alberi normali ma sono streghe, cresciute grazie alla magia. Morirai se continuerai a indagare su questa cosa. Lascia in pace le querce.”
Io mi alzai di scatto e me ne andai.
Ma di cosa diavolo parlava? Come minimo avevo trovato l’unica matta di tutto il campus, come minimo non era nemmeno del campus ma solo una persona infiltrata per fissare quel dannato albero.
Mi allontanai il più possibile e chiamai Heaven.
Lei mi rispose subito.
“Heav, devo parlarti assolutamente!”
“Anche io, Adam. Domani prendo il primo volo per tornare a Salem, venerdì sera ci vediamo appena arrivi.”
“Non dovevi tornare sabato sera?”
“Non posso più aspettare”
Mi riattaccò subito dopo, io ero confuso da morire.
In tutto quel trambusto avevo perso i miei genitori e non avevo trovato nulla del college.
La sera partimmo per tornare a casa, il viaggio era troppo lungo da fare tutto in una volta, così facemmo una fermata a Cleveland.
Il venerdì arrivammo non troppo tardi.
Quando la macchina si fermò vidi che Luke ed Heaven erano nel portico a parlare.
Scesi subito dalla macchina e corsi verso di lei.
Lei fece la stessa cosa.
Ci abbracciammo come se non ci vedessimo da una vita intera.
Mi baciò numerose volte e io sorrisi ad ogni suo bacio.
“Ti amo!” Mi sussurrò piano tra un bacio e l’altro.
Aiutammo i miei a portare le valigie in casa, poi mi prese la mano e mi fece un gesto con la testa come per dire di allontanarci.
“Hai tu le chiavi?” Le chiesi riferendomi alle chiavi del giardino, lei annuì.
Andammo verso il giardino, lei si teneva a me come sempre mentre io avevo le mani in tasca.
Era un fiume di parole, non l’avevo vista per quasi una settimana e mi sembrava ancora più bella di prima.
Il suo profumo mi sembrava ancora più dolce, i suoi occhi ancora più brillanti e il suo corpo ancora più seducente.
Quando arrivammo al giardino ci mettemmo come sempre a sedere sotto la quercia.
“Allora, sei pronto?” Mi disse sorridendo.
“Dimmi tutto.”
“Ho incontrato la ragazza, è stata molto gentile ma allo stesso tempo molto triste. Mi ha parlato di quello che è successo quell’anno.
Ha detto che ha conosciuto quel ragazzo sotto la quercia, ti giuro identica a questa.
Diventarono molto amici, lui la guardava in un modo particolare, lei era molto più amichevole se così possiamo dire.”
Sapevo di cosa stesse parlando, era esattamente quello che avevo provato io con lei.
“Un giorno trovano questo sacchetto sotto la quercia, lo aprono e scoprono quattro foto e trenta lettere.
Tutte scritte a mano, con una matita.
Si divisero le lettere e ognuno lesse le sue quindici.
Passano delle settimane e loro non si vedono, improvvisamente si ritrovano sotto la quercia.
Lui si dichiara a lei, dicendo che quelle lettere le aveva scritte lui per lei, o meglio erano cose che lui provava per lei, la sua scrittura e tutto il resto ma lui in realtà non le aveva mai viste.
Lei presa dal panico scappa e va un mese da sua nonna al sud.
Quando torna lo cerca, aveva capito di provare qualcosa anche lei semplicemente non sapeva come gestire questa cosa visto che non era mai stata con nessuno.
Purtroppo però al suo ritorno lui era morto.
Si era ucciso proprio sotto la quercia.
Lei chiamò la polizia e denunciò la cosa.
Le lettere non potevano essere esaminate o altro, dato che loro le avevano toccate.
Per loro era stata lei a scrivere quelle lettere e ad incitare la sua morte, ma pensavano fosse una pazza che vedesse delle cose inesistenti.
Di conseguenza decidono di internarla.
Dopo qualche anno la rilasciano dato che semplicemente smise di parlare della cosa.”
Si fermò improvvisamente.
Io la guardai, praticamente aveva fatto un viaggio fino in Italia per sapere le cose che avevamo letto su internet.
“Heaven, non ti ha detto nulla di nuovo.”
Lei sorrise.
“Non ho mica finito.”
Fece un respiro profondo.
“A quanto pare, lei aveva ancora le lettere, un giorno sembra che l’ultima lettera, stranamente lasciata a metà, inizia a completarsi, totalmente da sola.
Lei guarda la scena da lontano, era il ragazzo che stava finendo di scrivere quell’ultima lettera.
Di conseguenza lei pensava che fosse ancora vivo da qualche parte.
Non era mai tornata dalla quercia, quella sera tornò e vide un piccolo albero di quercia esattamente davanti la quercia più grande.
Era lui.”
Io la fermai.
“Heaven, che cosa stai dicendo?”
Lei annuì incredula quanto me.
“Anche io non ci potevo credere, ma mi ha portato lì, vicino alla quercia più grande c’è una quercia più piccola, molto più piccola, sembra quasi un altro albero. Lei mi ha mostrato una foto di quel ragazzo e ha le sue sembianze.”
“Oh andiamo Heaven, ora ci trasformiamo anche in alberi.”
“Ma aspetta, fammi finire. Il giorno dopo lei ha preso a tornare in quel posto e l’albero ogni volta che lei arrivava si scuoteva da solo, come per rilasciare qualcosa.
Lei ha detto di sentire sempre un vento strano vicino alla piccola quercia.”
Io scossi leggermente la testa.
“Le ho parlato di noi, lei mi ha detto di bruciare le lettere, le foto, tutto. Di lasciar perdere questa storia il più possibile e di tornare il meno possibile, qui…” Disse indicando la quercia reale.
Io mi girai verso l’albero, in quel momento suggestionato dal racconto di Heaven mi sembrò di vedere un volto nella quercia, che ci guardava male.
Scossi la testa e mi girai verso di lei.
“Devo dirti anche io una cosa.”
Le presi la mano e la avvicinai a me.
“Quando sono andato al Loras College, ho visto… una quercia, al centro del campus. Esattamente come… lei.” Dissi indicando la quercia reale con la testa.
Heaven si girò a guardarla.
“C’era scritto che si chiamava la Quercia di Salem, querce provenienti da Salem, un gruppo di querce. Tutte le altre furono rase al suolo dopo una terribile tempesta, le sradicò tutte e le ritrovarono attaccate a quella più grande, come se volessero proteggerla.
Ho chiesto ad una ragazza del posto. Mi ha detto che non sono alberi, ma streghe legate alla figura della quercia per magia.
Mi ha detto di smettere di indagare oppure morirò.
Quell’incontro sinceramente mi ha messo molto sotto soggezione.
Mi sono sentito un po’ in difficoltà, non sapevo come comportarmi e mi ha spaventato, sono scappato via correndo praticamente.”
Heaven sembrò per la prima volta preoccupata quanto me della situazione.
“Cosa pensi che dovremmo fare?” Mi chiese guardando ancora la quercia.
Io le girai il viso per guardarla negli occhi.
“Andiamo via, Heav. Tu sei qui, io sono qui. Lasciamo perdere tutta questa stupida storia per favore. Io voglio solo stare con te.”
Lei mi guardò, si avvicinò di più a me e mi baciò delicatamente.
Si alzò e mi prese la mano.
Io la seguii e andammo via insieme.
Lei si girò un’ultima volta per poter guardare la quercia reale, io invece guardai lei.
Uscimmo da quel giardino e ci facemmo una promessa, non saremmo più tornati in quel posto.
   
 
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