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Autore: LadyYuna94    20/03/2023    0 recensioni
"Ogni notte, da ventun anni oramai, faccio sempre il solito sogno, è così strano.
/.../ La scena è sempre la stessa: un prato, alba appena inoltrata, io che rincorro un bambino con una casacca arancio acceso e i capelli neri. /.../ Corre ad una velocità assurda, non riesco mai a stargli dietro, i suoi capelli sono così strani, come se stessero sparati in aria per qualche forza misteriosa. Non so come si chiama, non so, in generale chi è. Di solito si sogna ciò che nella maggior parte delle cose si conosce, soprattutto quando si ha tre anni, ma evidentemente non è il mio caso..."
Maya è la figlia adottiva dei Brief e lei e Bulma sono inseparabili. Tra chiacchiere tipicamente femminili, caffè e decisamente troppe sigarette, l'ultima estate prima della laurea un incontro inaspettato con i nuovi investitori della Capsule Corporation, che nascondono un segreto inconfessabile, cambierà per sempre le loro vite e anche il loro modo di percepire la realtà...
(E' LA PRIMA LONG SU DRAGON BALL DELLA MIA VITA, SCRITTA UNA DECINA D'ANNI FA E RIVISITATA, CHIEDO GIA' SCUSA PRIMA DI PUBBLICARE XDXD)
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 41:

Le settimane seguenti sono state un susseguirsi di stress e grandi cambiamenti.
Ho dovuto trasportare tutte le cose da casa mia a casa di Goku e, inizialmente sembrava essere una cosa molto semplice e abbastanza veloce da gestire. Al contrario, si è rivelata una bella gatta da pelare e mi sono meravigliata del quantitativo di vestiti, scarpe e altri oggetti che sono riuscita ad accumulare in questi anni.
“Non guarirò mai dallo shopping compulsivo con mia sorella…”
Bulma e Vegeta si sono dati anche loro da fare e, in tempi record, hanno tinteggiato di un meraviglioso azzurro polvere quella che era la mia vecchia camera e, una volta concluso, ci hanno anche messo la culla, il fasciatoio e le prime cose che il piccolo principe ha ricevuto in dono, come peluche e giocattoli.
“Ormai l’arrivo di Trunks è imminente...”
I primi tempi io e Goku non ci siamo goduti per niente la convivenza, tra il lavoro, la palestra, i mobili nuovi e le prime bozze di preparativi per il matrimonio, la cui data è stata decisa per l’8 giugno. Tutte cose che ci hanno assorbito non poco.
Tra tutto quello stress e la vita frenetica, il ricordo del momento più bello resta ancora impresso nella mia mente, cioè quello dell’apertura dei regali in salone la notte di Natale tutti insieme davanti al fuoco del camino e poi restare a giocare a Monopoly fino a notte fonda, fin quando Vegeta in banca rotta, non ha quasi distrutto il tabellone dalla collera.
“È stata una scena esilarante... sicuramente finirà negli annali”

******************************************************************************************

Maggio.

E intanto i mesi sono passati, susseguendosi veloci e siamo arrivati al giorno del mio compleanno.
Come ogni anno organizzo qualcosa insieme a Bulma per pranzo, è un po’ la nostra tradizione, ma quest’anno vista la neonata convivenza con Goku e il pancione fin troppo ingombrante di mia sorella, avevo deciso di saltare. Bulma però si è opposta con tutte le sue forze, facendomi notare che è incinta e non malata, quindi il nostro pranzo di compleanno sembrava essere confermato, ma qualcuno ha deciso di farci una bella sorpresa...

Quella mattina…

- Maya, se mi dai cinque minuti arrivo dal laboratorio, devo farti controllare una cosa e poi ti lascio andare, giuro, immagino Goku ti stia preparando una sorpresa, considerando che è il primo compleanno che passate insieme- mi dice frettolosa al telefono mia sorella.
- Tranquilla, sono qui ad ultimare degli ordini- la rassicuro, continuando a non staccare gli occhi dal computer.
- Mi spiace solo che non siamo riuscite a pranzare insieme come al solito, ma credimi oggi mi sento veramente di merda- si scusa per l’ennesima volta.
- Tranquilla e poi te l’avevo già detto io, non preoccuparti- la rassicuro.
Bulma non ha chiesto neanche un giorno di permesso per la maternità e fa su e giù per la Capsule Corp. con il suo ormai abbondantissimo pancione, senza curarsi di nulla. E' praticamente arrivata alla 35esima settimana senza mai riposarsi.
“Per lei lavorare è una missione di vita e non sarà certo la gravidanza a fermarla”
- Allora? Sai già cosa ti aspetta a casa? Rose… cenetta a lume di candela… sesso selvaggio?- comincia ad elencare maliziosa e io ridacchio dall’altra parte della cornetta.
- Mi spiace deluderti, ma in realtà sarà una cena molto semplice, abbiamo rimandato tutti i festeggiamenti direttamente al prossimo mese- le dico, allontanandomi con la sedia dalla scrivania per riposare un attimo gli occhi.
- Accidenti, ascensore bloccato, spero abbiano chiamato almeno un tecnico- sento dire da mia sorella.
- Tranquilla, arrivo io in atrio, tanto qui ho finito- spengo il computer e sto per rimettere giù il telefono, quando sento Bulma mormorare un ansioso “oh-oh”, quindi riprendo la cornetta al volo, preoccupata.
- Hey, tutto ok?- chiedo con una certa agitazione nella voce.
- Sì, alla grande- risponde lei incerta, costringendomi ad alzare un sopracciglio.
- Credo che stiano iniziando le contrazioni- mi informa in un soffio, tanto che l’ansia inizia a prendere anche me.
- O...ok, aspetta, non muoverti da lì!- le ordino perentoria, cercando di restare calma.
- Che faccio, resto al centro del corridoio come un’imbranata?- replica stridula.
“Me la immagino lì, immobile, che cerca di non dare a vedere che il terrore la sta assalendo...”
- Sto arrivando, aspettami fuori dal laboratorio! Prendiamo l’auto e ti accompagno in ospedale- propongo risoluta, raggiungendo l’ascensore più vicino, sperando che non sia fuori servizio.
- D’accordo, io avviso Vegeta e gli altri. Fa’ presto Maya, credo che a breve urlerò- mi dice riattaccando.
Mi precipito in corridoio alla velocità della luce, avventandomi come una furia sul bottone dell’ascensore.
- Andiamo, muoviti!- impreco, premendo tutti i tasti, nel frattempo mando un whatsapp a Goku.
Maya: amore, mi sa che la nostra cena di compleanno salta...Bulma ha le contrazioni ora la portiamo in ospedale, raggiungimi lì se puoi, ti amo <3
Gli scrivo veloce, mentre le porte dell’ascensore finalmente si aprono davanti a me.
Arrivo fuori dal laboratorio e trovo Bulma seduta su una delle panchine del giardino, il nostro posto preferito per le sigaretta di metà giornata, quando lei poteva ancora fumare. La vedo lì che si tiene la pancia con una smorfia di dolore dipinta sul viso, la quale a stento riesce a mascherare.
- Tesoro, eccomi!- attiro la sua attenzione, sedendomi accanto a lei.
- Maya, grazie al cielo! Vegeta è andato a prendere l’auto sua a casa, ma...- si interrompe e comincia a stringermi forte il braccio, soffocando un gridolino di dolore, ripiegandosi su sé stessa. Io, non sapendo cosa fare, prendo a massaggiarle la schiena per cercare di attutirle quegli spasmi che suppongo siano dolorosi oltre ogni immaginazione.
“Per la prima volta nella mia vita, inizio ad aver paura di concepire un figlio e partorirlo...”
Bulma sospira pesantemente, visibilmente provata e arrossata.
- Dubito che Vegeta sia in grado di guidare al momento, comunque, non ricordava nemmeno come si chiamasse. L’ho mandato a prendere la valigia per il ricovero, è tornato con la borsa della palestra, è andato- mi mette al corrente con voce affannosa, io mi trattengo dal ridere, perché non è proprio il caso di farlo pensando a Vegeta che si è completamente rincoglionito non appena Bulma gli avrà detto che ci siamo e il loro bambino sta per arrivare.
Nel giro di qualche minuto lui arriva, parcheggiandosi malamente fuori dal laboratorio e facendo stridere le ruote sull’asfalto. Esce dall’auto alla velocità della luce.
Indossa una maglietta a mezza manica e un pantalone di tuta grigio, immagino fosse in palestra ad allenarsi al momento della telefonata, dunque anche Goku sarà al corrente di tutto.
- Andiamo! I tuoi ci raggiungeranno a breve, oh ciao Maya- mi dice velocemente senza guardarmi, concentrandosi completamente sulla sua compagna, che è il ritratto della sofferenza.
Vegeta aiuta Bulma ad alzarsi dalla panchina e io do una mano come posso e poi insieme la facciamo sedere con delicatezza sul sedile posteriore dell’auto. Prendo subito posto accanto a lei, anche se non ho la minima idea di che cosa dirle o cosa fare, posso solo affidarmi alla mia conoscenza dei film e serie tv in materia, invitandola a respirare per sentire di meno il dolore, mentre Vegeta corre come un pazzo sull’autostrada..
- Brutto scimmione, perché vai a 150 orari?!- strilla mia sorella, lanciando un’occhiata feroce al suo compagno.
- Non voglio morire! E poi non credo sia imminente il parto, sento solo tanto tanto male alla schiena e alla pa...- si interrompe, esibendosi in un altro urlo di dolore e Vegeta a quel suono si innervosisce di più e affonda ancor di più il piede sull’acceleratore, la velocità quasi ci fa attaccare con la schiena al sedile del suo Dodge.
“Non so se arriveremo vivi a destinazione...”
In meno di dieci minuti siamo alla rinomata clinica dove Bulma è in cura dall’inizio della gravidanza, parcheggiamo e ci dirigiamo all’ingresso. La turchina è in preda al dolore, tanto che non riesce a parlare e tocca a me dare le sue generalità alla reception.
- D’accordo, vi chiamo subito il dottore- ci avvisa la cordiale infermiera, dopo aver riempito qualche modulo.
- Non ce n’è bisogno, l’ho già avvisato io, spero sia di turno- la mette al corrente mia sorella, mentre è seduta a dondolarsi su una delle sedie dell’atrio. Mentre attendiamo, controllo il cellulare, sul quale display figurano diverse notifiche, ma mi concentro solo su quella di Goku, un messaggio vocale.
- Ciao amore, sì lo so, ho visto Vegeta scappare via come se avesse uno sciame d’api alle calcagna, poteva essere solo per un motivo...-
Lo immagino sorridere mentre mi manda questo messaggio.
- Cercherò di fare il prima possibile, promesso e...comunque...possiamo anche ordinare qualcosa da mangiare stasera e starcene a casa, divano e Netflix, cosa ne pensi?- propone quando il messaggio si interrompe.
“La proposta è allettante”
- Come serata di compleanno mi va bene più di qualsiasi altra cosa, aggiudicato allora! Sempre se Trunks non decida di nascere adesso, a quel punto dovrò restare qui stanotte, ti dispiace?- lo informo con la stessa modalità e lui mi risponde quasi subito.
- Assolutamente no, lo avevo sospettato. Va bene, allora organizzerò così e se non riesco a venire in ospedale, ti aspetto a casa. In caso tornassi, cosa preferisci pizza o cucina etnica?- propone ancora con entusiasmo.
- Mi va bene tutto, mi fido di te…- sorrido a mandargli quel vocale.
- D’accordo, allora ci penso io. Ti amo piccola- il mio sorriso si allarga ulteriormente.
- Anche io- riesco a rispondere in tempo e in quel momento appare il nostro ginecologo.
- Ciao Bulma! Come ti senti?- chiede dolce l’uomo sulla cinquantina e più si avvicina a Bulma, più vedo Vegeta irrigidirsi.
“Prenderebbe a pugni chiunque già normalmente, in questo momento non vorrei essere lui, sinceramente”
- Ho male ovunque dottore, sento che a breve il mio addome andrà in pezzi- riesce a dire in un soffio mia sorella.
- Vediamo un po’ come stai, poi decidiamo se ricoverarti o meno…- risponde il medico con fare rassicurante, facendo cenno di seguirlo. A Bulma hanno dato una sedia a rotelle, così mentre Vegeta la spinge sulla carrozzella, io li seguo a ruota, apprensiva.
- Ogni quanto hai le contrazioni?- domanda ancora il dottore, sfogliando i moduli che gli hanno consegnato all’accettazione, non appena siamo tutti e tre nella stanza delle visite. Bulma, già conoscendo la prassi, si accomoda sul lettino per farsi fare l’ecografia, aiutata da me e Vegeta.
- Beh, non saprei dire con precisione, credo ogni dieci-dodici minuti. Arriva un dolore fortissimo, poi si ferma e resta sempre un lieve indolenzimento…- chiarisce lei.
- Diamo un’occhiata- risponde l’uomo accendendo il monitor e afferrando la sonda, così Bulma si scopre l’ampio ventre e il dottore applica il gel per cominciare l’ecografia. Lei guarda me e Vegeta, quasi come a chiederci se secondo noi è il caso di preoccuparsi e sclerare, o meno.
Il moro mette in campo tutte le sue forze per restare calmo, infatti incrocia le braccia al petto come sempre e si appoggia al muro, lontano da tutti, io strizzo l’occhio a Bulma per tranquillizzarla, assolutamente non intenzionata ad abbandonarla.
Un suono di un cuoricino che batte come un martello attira quasi subito la nostra attenzione, persino Vegeta cambia espressione e si volta nella nostra direzione, mentre Bulma sorride.
- Il bambino sta benissimo, non c'è alcun segno di sofferenza, dunque direi che il travaglio è ancora lungo, anzi non ti nascondo che è appena iniziato- ci informa lui con fare ovvio e la ragazza sgrana gli occhi allibita.
- Come...come è appena iniziato?- chiede terrorizzata, mentre Vegeta lascia andare le braccia lungo il corpo e si avvicina al gruppetto, per ascoltare meglio.
- Beh, con contrazioni così lontane, dubito che tu sia già pronta- prosegue calmo il ginecologo, continuando a guardare sul monitor.
- Tzk, ma cosa dice? Non la vede che sta male?- sbotta duro Vegeta, indicando la sua compagna sul lettino, mentre il dottore, capendo il tipetto con cui ha a che fare, sospira con un sorriso.
- Signori, è il vostro primo figlio e capisco l’agitazione, ma proprio perché è il primo dobbiamo lasciare che la natura faccia il suo corso- propone il medico, in tono conciliante.
- Che cosa intende?- domanda Vegeta quasi a denti stretti, mentre le vene sul suo collo si gonfiano paurosamente.
- Intendo dire che il travaglio potrebbe durare anche diverse ore, nella sua attuale condizione- spiega il luminare, mettendo via la sonda e dando a Bulma un telo per pulirsi.
- Diverse ore?! Sta scherzando, spero!- lo interrompe stridula mia sorella quasi balzando dal lettino ostetrico e assumendo sempre più l’atteggiamento del suo fidanzato.
- O anche di meno, dipende tutto dal bambino, se decide di uscire romperà le acque e sarà tutto in discesa. Se la cosa dovesse prolungarsi per molto, cosa che non speriamo, chiaramente cercheremo di indurti il parto, perché certamente non vogliamo che soffri- spiega lui con un sorriso rassicurante e la turchina annuisce veloce, tranquillizzandosi di colpo.
- Se ritieni di voler restare qui, compila anche la modulistica per il ricovero, io torno più tardi a vedere come stai e a che punto siamo, d’accordo?- conclude.
- Grazie- risponde arresa mia sorella e il dottore si avvia verso la porta, mentre Vegeta ha proprio l’aria di uno che vorrebbe spaccare tutto l’ospedale.
- Incompetente!- urla il piccoletto, non appena siamo soli nella stanza.
- Io credo che tra poco desidererò di morire, altro che diverse ore, è impazzito- si accoda mia sorella mettendosi seduta, con i piedi penzoloni.
- Vuoi che vada a compilarti io i moduli? Vuoi ricoverarti?- le chiedo dolce.
- Sì Maya, ti prego, a casa mi agiterei solo di più- mi dice, rivolgendomi uno sguardo supplichevole.
- D’accordo, torno subito. Volete qualcosa da bere?- chiedo prima di lasciare la stanza, entrambi scuotono la testa, così esco chiudendo la porta alle mie spalle, lasciandoli soli e avviandomi all’accettazione per compilare i moduli per il ricovero, nel frattempo telefono a Goku.
- Amore- dico, non appena sento la sua voce squillante dall’altra parte.
- Hey, allora? Come va lì? L’erede dei Saiyan è già arrivato?- chiede su di giri.
- Mi sa che il principe si farà attendere ancora un po’…- lo informo, mentre la penna scorre sul foglio.
- Che intendi dire? Era un falso allarme?-
- Diciamo di no, Bulma ha iniziato comunque il travaglio, ma non è pronta per il parto- gli spiego.
- Capisco, e hanno già detto quanto ci vorrà?- domanda ancora.
- Non sanno ancora dirlo con certezza, Trunks è tranquillo, sembra non abbia ancora tutta questa fretta di nascere- commento sorridendo.
- Ma Bulma sta male, diciamo che la sua soglia del dolore già lascia a desiderare, ma non voglio immaginare cosa stia provando, poverina, mi fa tenerezza- e nel dirlo mi si dipinge un sorrisetto sul viso.
- Beh, consolati non è l’unica, il 70% delle madri di tutta la galassia partorisce così, fidati- commenta ironico.
- Già, percentuale in cui fortunatamente rientrate anche voi…- rispondo abbassando il tono della voce e guardandomi intorno circospetta.
- E l’altro 30%?- aggiungo curiosa e Goku si lascia andare ad una risatina divertita.
- Meglio che tu non lo sappia, ma sdoppiamento, uova, cose così...- replica vago.
- Come vuoi- lo interrompo inarcando le sopracciglia, mentre l’idea dello sdoppiamento aumenta il mio mal di testa già avviato.
- E Vegeta come se la passa?- domanda Goku con un misto di ironia e ansietà nella voce.
- Beh, lo conosci, sta facendo appello a tutta la sua forza spirituale per non distruggere la clinica- dico guardandomi intorno, continuando a mantenere un tono di voce piuttosto basso.
- Non posso lontanamente immaginare cosa mi sto perdendo- risponde divertito lui.
- Sì, ma a questo punto mi sembra abbastanza inutile che tu venga qui, a quanto pare non sarà oggi il lieto evento, non appena mi accerterò che Bulma sta bene e sarà sistemata nella sua stanza, me ne tornerò a casa- lo metto al corrente risoluta.
- Allora ti aspetto qui, come deciso. Ho prenotato thailandese, ti va?-
- Ti adoro alla follia!- rispondo soddisfatta.
- Questo già lo so, beh allora, torno a lavoro, mi tieni aggiornato, per favore?- si raccomanda lui.
- Certo, a più tardi amore mio-
- A dopo-
E chiudiamo la telefonata.

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Ho atteso il responso della visita dopo un’oretta e Bulma era appena dilatata a due centimetri.
Affranta, l’ho salutata, promettendole di tornare dopo una doccia e una bella dormita, facendo presente a Vegeta che, per qualunque cosa, visto che sarebbe rimasto con lei tutta la notte insieme alla mamma, mi avrebbero dovuta chiamare subito.
Quando sono tornata a casa ho trovato splendidamente apparecchiato per due, Goku mi attendeva con addosso solo dei pantaloncini e come al solito, senza maglietta e senza ciabatte.
“È proprio un selvaggio certi momenti, ma è anche per questo che lo amo!”
Ci siamo goduti la nostra cena thai e poi ci siamo abbandonati sul divano a guardarci una nuova serie tv, fin quando non ci siamo addormentati distrutti.
Il mattino seguente, per prima cosa appena sveglia afferro il cellulare con la paura di non averlo sentito suonare, ma nessuna telefonata né da parte di Vegeta, né di nessun altro.
“Tutto tace all’orizzonte...”
Mi sono preparata per andare al lavoro normalmente e la giornata è stata abbastanza stressante, non bastava avere l’ansia di controllare il cellulare ogni due per tre per avere notizie di mia sorella, ci si mettevano anche i colleghi in ogni angolo dell’azienda a chiedermi se Bulma avesse partorito o meno.
Si può dire che ho passato la mattinata più a raccontare a tutti come stava lei, che a lavorare.
Durante la pausa pranzo, ho fatto un colpo di telefono a Vegeta, preoccupata di non aver avuto ricevuto nessuna notizia in merito allo stato di salute di mia sorella.
- E’ a sei centimetri, sta soffrendo come una matta. Il travaglio è iniziato da ventiquattro ore ormai e quello smidollato del suo medico non si decide ad indurle il parto, tra poco lo prendo a calci, giuro- mi dice nervoso mio cognato al telefono.
- Coraggio, Vegeta, dille di tenere duro ancora un po’, i medici sanno cos’è meglio per lei e per il bambino, se non procedono vuol dire che non è il momento- cerco di rassicurarlo.
- Lo so, ma io non ce la faccio a vederla così, in quel letto che si contorce e piange. Mi fa stare di merda...- confessa, cercando però di mantenere un tono neutro. Per la prima volta sento Vegeta in ansia e letteralmente terrorizzato e preoccupato per la sua Bulma e il suo bambino.
“Gli è sicuramente costata parecchia fatica ammettere la sua preoccupazione...”
- Perché non fanno niente? Quanto ancora dovrà soffrire per dare alla luce nostro figlio?- chiede, quasi in una domanda retorica.
- Stai tranquillo, andrà tutto per il meglio, cercherò di venire appena possibile, d’accordo?- lo rassicuro ancora.
- Non preoccuparti, vostra madre sta tornando a casa perché Charlotte è venuta a darle il cambio. Io sono andato a farmi una doccia al volo e sono tornato qui. Se non riesci, c’è sempre qualcuno con lei- mi informa.
- Va bene, d’accordo, ci sentiamo dopo allora-
E mettiamo giù, mentre sospiro sonoramente, cominciando a pensare di nuovo a quando toccherà a me.
“Mi sentirò pronta ad affrontare tutto questo o darò di matto peggio di mia sorella?”
Faccio l’ultimo tiro dalla sigaretta e poi torno al mio lavoro, ma per quanto mi sforzi, non riesco a non pensare a Bulma.

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La giornata in ufficio è stata più lunga ed estenuante del previsto, il che non mi ha lasciato un briciolo di forze per mettermi in auto e raggiungere la clinica in cui mia sorella è ricoverata, dunque me ne sono tornata a casa, continuando a controllare il cellulare con insistenza.
Ho aspettato Goku per cenare e lui, accorgendosi della mia ansia, ha ben pensato di coccolarmi per tutta la serata, stringendomi a lui e facendomi sentire al sicuro.
- Chissà come sarà quando toccherà a noi…- esordisco d’un tratto accarezzandogli i capelli, lui fa un mezzo sorriso.
- Beh, credo che da questo punto di vista sarò meno calmo di Vegeta- risponde pensandoci sopra, io scoppio a ridere.
- Avanti, non esagerare, non ho mai conosciuto nessuno con un livello di pazienza così basso come Vegeta- gli dico con un sorrisetto.
- Potrei sorprenderti- mi dice divertito, il suo sorriso brilla nell’oscurità della nostra camera da letto e, quando ci siamo finalmente addormentati, inizio a sentire una vibrazione insistente sul comodino, dopo neanche mezz’oretta. Lo afferro con gli occhi mezzi chiusi e controllo il numero. È la mamma.
- Pronto?- rispondo veloce, cercando di sembrare il meno assonnata possibile, Goku sonnecchia beatamente al mio fianco.
- Maya! Sei sveglia! Ascolta, so che ci tenevi ad esserci, Bulma potrebbe partorire da un momento all’altro!- mi informa con voce agitata.
- Arrivo subito, mamma- le dico fiondandomi giù dal letto e afferrando la prima cosa che trovo nell’armadio. Getto il telefono sul letto alle mie spalle e inizio a svegliare Goku, mentre passo in bagno a darmi una rinfrescata.
- Goku, avanti alzati! Trunks sta per nascere!- esclamo felice e lui si limita ad aprire un occhio.
- Ehm, cosa?- domanda con la voce impastata dal sonno.
- Coraggio, giù dal letto, la mamma dice che Bulma sta per andare in sala parto, non c’è tempo da perdere-
- Ma…- cerca di protestare lui, afferrando il suo telefono.
- Maya, ma sono le 2 del mattino- mi fa notare, nascondendosi con il viso nel cuscino.
- E allora? Alzati, non istigarmi a tirarti giù dal letto, non ne ho la forza, pesi un quintale- lo informo acida, a quella consapevolezza decide di alzarsi, seppur di malavoglia e bofonchiando qualcosa di indistinto mentre si trascina in bagno a lavarsi i denti. Mi metto al volante, che sono la più sveglia, mentre Goku ha il cappuccio della felpa tirato su e sembra un bimbo imbronciato, quando è così assonnato.
“È carinissimo”
Arrivati in ospedale, saliamo veloci su in reparto e sentiamo delle urla isteriche che riconoscerei tra mille, chiunque è di passaggio fuori dalla sua porta si gira a dare un’occhiata terrorizzato.
- Può essere solo Bulma- commento avviandomi verso la stanza.
Entro in camera e trovo mia sorella seduta ai piedi del letto che respira a fatica, il viso rosso e sudato, che stringe la mano a nostra madre e Vegeta incazzato nero che discute con il dottore.
- Salve…- mormora piano Goku addentrandosi nella stanza e accorgendosi dell’aria pesante che c’è.
- Mi ascolti, se non vuole che la prenda immediatamente a pugni, porti Bulma in sala parto e faccia nascere nostro figlio, ci siamo intesi?! Adesso!- gli intima minaccioso Vegeta al medico e giurerei di sentire le pareti dell’ospedale creparsi.
- Basta! Voglio la droga! Fatemi l’epidurale!- supplica disperata mia sorella, riuscendo ad alzare lo sguardo su Vegeta e il dottore.
- Sentito? È la paziente a chiederlo non io, quindi le consiglierei di fare come le dico, o ci saranno conseguenze- conclude il ragazzo.
- Preparo la sala, vi chiamo io- dice arreso il ginecologo, avviandosi fuori dalla porta.
​Solo allora, mia sorella si accorge dei nuovi arrivati e io le vado accanto, dopo che lei allarga le braccia a mi invita ad avvicinarsi.
- Tesoro- le dico con un sorriso rassicurante e accarezzandole i capelli.
- Maya, non farlo mai, ti prego, mi ascolti? Non farti mettere incinta da Goku…- mormora sottovoce, poi mi tira malamente verso di sé, con gli occhi spiritati.
- La progenie dei Saiyan è un’invenzione del demonio, questo bambino mi sta massacrando. E Vegeta, oh lui merita una punizione di gran lunga peggiore della mia, per avermi fatto questo!- mi dice tra le lacrime, così le stringo la mano sorridendole per confortarla, ma chiedendole anche di non urlare.
“Non vorremmo far sapere a tutto l’ospedale che sta per nascere un bambino mezzo alieno, anche se è normale che si straparli dopo quasi trentotto ore di travaglio”
- Coraggio, credo che ogni madre parli a sproposito nei dolori del parto- le dico per alleggerire la tensione.
- No, ascoltami, prendi la pillola anticoncezionale a vita, ci siamo intesi?!- ha gli occhi quasi fuori dalle orbite, non l’ho mai vista così, quasi mi terrorizza.
- Partorire, l’esperienza più brutta in assoluto, ma che ti da la cosa più preziosa del mondo- commenta la mamma con l’aria di chi sa il fatto suo.
- Già- dico sospirando, facendo correre nuovamente la mente al pensiero di me e Goku in questa situazione, in un futuro prossimo.
- Uuuurca, Bulma sembra che stia per esplodere!- commenta imbarazzato il mio fidanzato, beccandosi un’occhiata in tralice di Vegeta.
- Kaaroth, se non vuoi che spacchi la faccia anche a te, ti conviene tacere- gli ordina il piccoletto guardandolo male.
- Ok, sto zitto- risponde imbarazzato Goku.
Dopo poco arrivano due infermieri a portare via Bulma, Vegeta decide di non assistere al parto, confessandoci che se avesse sentito solo un altro grido di Bulma, avrebbe dato definitivamente i numeri e per calmarsi avrebbe dovuto sicuramente picchiare qualcuno.
Così attendiamo tutti trepidanti fuori dalla sala parto.
Io e Goku sorseggiamo il nostro caffè lungo preso al distributore automatico, mentre Vegeta passeggia nervosamente per il corridoio, aumentando l’agitazione di tutti i presenti.
Dopo diversi minuti, sentiamo un pianto bello forte e ci scambiamo tutti un’occhiata speranzosa, l’unico che sembra non calcolarci minimamente è Goku che sta per addormentarsi sulle sedie della sala d’attesa.
“Poverino me lo sono trascinato dietro, quando ha fatto sei ore filate di allenamenti ed era stanco morto”
- Deve essere lui!- esordisce felice la mamma.
Infatti dopo qualche minuto appare un’infermiera con un fagottino tra le braccia, Vegeta è immobile ad occhi sgranati mentre vede avanzare quella donna con un sorriso dolcissimo sul volto.
“Non pensavo restasse così scioccato”
Ed ecco che finalmente, l’8 maggio alle tre del mattino,  un paio di giorno dopo il compleanno della sua madrina, mio nipote è venuto al mondo.
- Eccolo il piccolo Trunks! Dov’è il papà?- chiede l’infermiera, parandosi davanti a noi quattro.
Io e la mamma quasi diamo uno spintone a Vegeta e lui sembra risvegliarsi solo in quel momento da quella sorta di torpore e così, schiarendosi la gola si avvicina alla donna. In quel momento anche Goku si riprende, avvicinandosi anche lui.
- Ec...eccomi- risponde Vegeta imbarazzato.
L’infermiera gli posa il bambino tra le braccia e lui è talmente impacciato che non sa neanche come tenerlo, standosene lì dritto come un fuso.
- Ciao piccolo Trunks!- dico avvicinandomi e scostando la copertina per vederlo meglio in viso.
Vegeta non sta proliferando parola, si limita ad osservare suo figlio incredulo.
- Ma che bel bambino che sei! Sarai grande e forte, già!- dice sorridente Goku.
- Amore della nonna!- si accoda mia madre con le lacrime agli occhi.
Quando Trunks apre leggermente gli occhi riusciamo a carpire la somiglianza. La fisionomia dai tratti somatici fieri, tipica dei Saiyan, del suo papà e lo splendido indaco degli occhi della sua mamma.
“Un mix meraviglioso”
- Il piccolo principe dei Saiyan- riesce a dire alla fine Vegeta, osservando suo figlio che si stiracchia tra le sue braccia possenti.
- Non siete gli ultimi sopravvissuti, dopo tutto…- gli dico felice e Goku sorride.
- Puoi dirlo forte- commenta Vegeta riservandomi un sorriso sincero per la prima volta a quasi un anno di distanza dal nostro primo incontro.
Quando Bulma è tornata in camera era visibilmente stanca e provata, ma anche felice e rilassata, così io, Goku e la mamma abbiamo aspettato che le portassero Trunks e la sua emozione è scoppiata in un pianto liberatorio, mentre stringeva il suo bambino tra le braccia. Dopo esserci goduti quella scena meravigliosa per qualche minuto, abbiamo deciso di lasciare lei e Vegeta ai loro primi intimi momenti come una famiglia e io e Goku ce ne siamo tornati a casa.
Ci siamo trascinati su in camera in silenzio, e prima di rimetterci a letto per qualche altra oretta, Goku mi ha dato un bacio sulla fronte e mi ha sussurrato.
- Sai, non vedo l’ora di provare anche io questa emozione-
Io gli ho sorriso e mi sono accoccolata sul suo petto.
- Già, anche io- ammetto, prima di addormentarmi.

   
 
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