Vivamus, mea Lesbia, atque ameamus
(Viviamo ed amiamo, mia Lesbia)
Catullo, carme 5
Come piuma d’un cigno,
che in terra si poggia,
leggera, senza malizia,
le dita stringono la penna,
scrivendo sul candore del foglio,
sporcandone la castità,
macchiandola a vita,
di parole d’amore,
che saccenti esprimono sfrontatezza.
E quindi vengo a dirti, amor mio:
Viviamo, Oscar, amiamo.
Lasciati amare, dal tuo leale soldato,
che va in cerca solo di un tuo sguardo
di mare in tempesta.
Candida la tua pelle,
baciata da un tenero sole morente.
E quando verrà il mattino,
che con la sua rugiada
bacerà la tua nuda pelle,
restiamo ed amiamoci.
Ancora, fin quando il tuo grembo
sarà pieno del dono d’amore
che avrò l’onore di regalarti.