Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: pampa98    21/03/2023    2 recensioni
[Questa storia partecipa alla To Be Writing Challenge 2023 indetta da Bellaluna sul forum Ferisce la Penna]
EverybodyLives!AU. Thorin è andato a vivere nella Contea. Bagginshield + Frodo.
Si alzò, indossò la sua vestaglia e uscì dalla stanza, pregando che il Nano non si fosse allontanato troppo. Non aveva voglia di andare a cercarlo per la Contea di prima mattina.
Si affacciò alla porta della cucina per vedere in che condizioni fosse: pulita e integra – a eccezione di un paio di piatti lasciati sul tavolo. Uno aveva delle briciole, mentre sull’altro c’erano due pagnotte ripiene di crema.
Bilbo sorrise, capendo la loro provenienza prima ancora di sentire le voci in giardino.
«Dubaka!» esclamò la vocetta acuta di un bambino, seguita dalla risata profonda di Thorin.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Frodo, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Normale amministrazione in casa Baggins


Alle mie compagne dell'Acorn Club ❤



 

I raggi del sole filtrarono attraverso le tende, posandosi delicatamente sul viso dello Hobbit. Il loro calore fu una tiepida carezza che aiutò Bilbo ad abbandonare il mondo dei sogni per prepararlo a iniziare una nuova giornata. Prima, però, si rigirò nel letto, desideroso di passare ancora qualche minuto abbracciato al suo compagno. Allungò un braccio verso il suo petto – e si scontrò con il materasso. Aprì gli occhi e impiegò qualche secondo per mettere a fuoco la stanza: Thorin non c’era, ma il suo lato del letto era ancora tiepido, quindi non doveva essersi alzato da molto. 

Bilbo tese le orecchie per cogliere eventuali rumori anomali in cucina. Di solito, quando il Nano si alzava prima di lui, era per preparargli la colazione e portargliela a letto. 

“Da quando i re cucinano per qualcuno?” aveva scherzato Bilbo, la prima volta che era successo.

“Da quando questo qualcuno è il loro consorte” aveva risposto Thorin, prima di catturare le sue labbra in un lungo bacio.

In realtà, il commento di Bilbo era stato un modo carino per dirgli che non avrebbe più dovuto farlo. Per quanto trovasse estremamente dolce il gesto, apprezzava molto di meno il fatto che, al di là delle appena passabili doti culinarie del Nano, ogni volta che lui si trovava nella sua cucina almeno uno dei suoi poveri utensili non riusciva ad arrivare vivo a fine giornata. L’ultima volta la vittima era stata uno scaffale della dispensa.

Quella mattina, però, in casa c’era un silenzio di tomba. O Thorin aveva improvvisamente imparato a muoversi in cucina senza distruggere niente – per quanto lo amasse, Bilbo non se la sentiva di dargli tanta fiducia – oppure era uscito, ipotesi che andava a creare un altro problema. 

Si alzò, indossò la sua vestaglia e uscì dalla stanza, pregando che il Nano non si fosse allontanato troppo. Non aveva voglia di andare a cercarlo per la Contea di prima mattina.

Si affacciò alla porta della cucina per vedere in che condizioni fosse: pulita e integra – a eccezione di un paio di piatti lasciati sul tavolo. Uno aveva delle briciole, mentre sull’altro c’erano due pagnotte ripiene di crema. 

Bilbo sorrise, capendo la loro provenienza prima ancora di sentire le voci in giardino.

«Dubaka!» esclamò la vocetta acuta di un bambino, seguita dalla risata profonda di Thorin.

«Questa volta ci sei andato vicino» disse. «La pronuncia corretta è “Du bekar”.»

«Du be-kar» scandì lentamente il bambino. 

Bilbo si affacciò alla finestra, da cui poté vedere il volto del piccolo Frodo concentrato nel memorizzare quelle parole. Thorin gli dava le spalle e suo nipote era troppo impegnato a studiare per notarlo. Decise di lasciarli soli un altro po’ e si mise a preparare il latte, buttando ogni tanto l’occhio fuori per vedere cosa facessero.

«Du bekar!» esclamò infine Frodo, alzando la spada di legno che Thorin gli aveva regalato per il suo ultimo compleanno. «L’ho detto bene?»

«Nessun Nano avrebbe potuto dirlo meglio» disse Thorin, passandogli una mano tra i riccioli. 

Il piccolo Hobbit arrossì, poi fece un balzo indietro e puntò la sua spada contro di lui.

«Allora… Du bekar!» 

Thorin evitò il suo attacco con facilità e lasciò che Frodo ci provasse ancora, parando ogni colpo con il fodero della sua spada.

«Per Mahal, sei davvero forte» disse, lasciandosi sfuggire una risatina.

«Lo so» gongolò Frodo, alzando il mento con aria fiera. La sua distrazione gli costò cara: Thorin gli portò il fodero dietro le gambe e lo fece cadere a terra.

«Ehi!»

«Mai distrarsi durante un combattimento» disse, serio.

Frodo abbassò il capo, sconfitto. Mormorò qualcosa che Bilbo non sentì e che spinse Thorin a chinarsi su di lui, sostituendo l’espressione severa del guerriero con una di preoccupazione paterna.

«Tranquillo, Frodo, non è successo niente» disse, posandogli le mani sulle piccole spalle. «Ti sei fatto male?»

Bilbo sorrise di fronte alla sua apprensione. Una volta, Thorin gli aveva detto che Frodo gli ricordava Kili e che sarebbe voluto essere uno zio migliore per lui, più dolce e paziente di quanto non lo fosse stato con i figli di Dìs. Per questo tendeva a viziare molto il piccolo Hobbit e, quando lui falliva in qualcosa, era sempre il primo a supportarlo e confortarlo. 

«Oh oh.»

I suoi pensieri furono interrotti da quel mormorio congiunto. Sporgendosi un po’ per vedere meglio, notò che Frodo aveva rialzato la spada – e metà dei suoi poveri rododendri avevano perso i petali o erano stati direttamente sradicati.

«Zio Bilbo non sarà felice.»

«Temo di no» concordò Thorin.

Bilbo, rientrato in cucina per versare il latte caldo in tre tazze, borbottò tra i denti che “no, non era felice!”. Da quando quei due avevano iniziato ad allenarsi insieme, il suo povero giardino era messo a dura prova. E in meno di una settimana sarebbero stati raggiunti dagli altri Nani per festeggiare insieme il compleanno di Thorin. 

Bilbo tremò all’idea di cosa avrebbero potuto combinare Fili, Kili e Frodo insieme

Inspirò a fondo e bevve un sorso di latte, prima di affacciarsi di nuovo alla finestra.

«Buongiorno» disse, facendo sussultare entrambi, che subito si voltarono e schermarono la pianta per non fargli vedere i danni che le avevano arrecato.

«Ciao, zio Bilbo!» lo salutò Frodo, con una voce acuta che tradì la sua colpa.

«Entrate prima che il latte si raffreddi. Dopo vi spiego come curare quei poveri rododendri.»

Si sedette a tavola in attesa del loro rientro. Appena la porta si aprì, Frodo corse verso di lui, rivolgendogli un fiume di scuse per ciò che aveva fatto. Bilbo gli accarezzò i capelli, cercando di calmarlo.

«Su, su, tranquillo» disse, sorridendogli. «Non è successo niente di grave.»

In realtà, sì, ma tra il suo giardino e suo nipote, preferiva di gran lunga il secondo e non sopportava di vederlo triste. Quando Frodo capì che Bilbo non era arrabbiato, il suo volto si illuminò. Lo abbracciò e poi andò a sedersi, bevendo un lungo sorso di latte prima di annunciare che voleva leggere qualcosa sugli Elfi e correre in salotto a cercare un libro sull’argomento.

Thorin, che fino a quel momento era rimasto appoggiato allo stipite della porta, entrò nella stanza e si sedette accanto a Bilbo.

«Sarai così clemente anche con me?» chiese.

«Tu non sei un bambino» rispose. «Ma per oggi ti perdono. Credo sia una punizione sufficiente sapere che, comunque, Frodo continua a preferire gli Elfi ai Nani.»

Thorin storse la bocca e il suo tentativo di mascherare la frustrazione che provava lo fece scoppiare a ridere. 

«Questo è anche colpa tua» borbottò. «Gli hai messo in testa strane idee su quelle creature.»

«Ho solo detto che sono più pacate e ben educate dei Nani.»

Thorin sbuffò, in fondo consapevole che era la verità. 

Bilbo bevve un altro sorso di latte, poi posò la tazza sul tavolo e incrociò le braccia al petto. «Comunque, sappi che sono arrabbiato con te.»

«Hai detto di avermi perdonato.»

«Per i fiori, sì. Ormai ci ho fatto l’abitudine, è la terza pianta che mi distruggete.»

Thorin abbassò lo sguardo, mortificato. «E quindi… come mai sei arrabbiato?»

Bilbo si sporse verso di lui. «Mi piace che tu e Frodo abbiate un ottimo rapporto. Ma non è una buona scusa per ignorare me.»

Thorin sbatté le palpebre, confuso. Poi scoppiò a ridere. Gli portò una mano dietro la nuca e lo attirò a sé, posando le labbra sulle sue. Bilbo si strinse a lui, assaporando quel primo bacio della giornata.

«Hai ragione» disse Thorin, a un soffio dal suo volto. «Ora sei più felice?»

«Abbastanza, sì. Ma potresti fare di meglio.»

Risero entrambi mentre le loro labbra si incontravano di nuovo.

«Trovato!»

Frodo rientrò in cucina proprio mentre Bilbo stava per sedersi a cavalcioni su di lui e il suo arrivo improvviso lo fece quasi cadere dalla sedia. Il bambino, ignaro di tutto, posò il libro sul tavolo e lo aprì, puntando i suoi occhioni su Thorin. 

«Leggi insieme a me?» chiese.

Bilbo dovette coprirsi la bocca per camuffare il suo divertimento, mentre il Nano si costringeva ad acconsentire a quella richiesta con un sorriso.



 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: pampa98