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Autore: stardust94    22/03/2023    1 recensioni
“ Non esiste una mappa per come vivere: ecco perché siamo liberi. Puoi andare ovunque tu voglia.”
In un mondo grigio e che sembra essere stato privato della luce della speranza e di quei candidi sogni infantili, un gruppo di ragazzi si batte per riportare la giustizia e salvare il profondo legame tra umani e Digimon.
Loro sono la Braveheart e questa è la loro storia. Una storia di sacrificio, di giustizia e coraggio
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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DIGIMON: Rebirth Project


Chapter 1
L’inizio non è mai la fine


Anno 2020 la società è completamente cambiata in seguito alla scoperta dell'esistenza di un altro mondo: Digiworld.
Grazie al CEO della società di comunicazioni CyberneticGhost, tutt’ora i danni causati dalle creature digitali note come Digimon, sono stati ridotti e controllati, garantendo alla popolazione globale sicurezza e stabilità. Digiworld è ora un patrimonio di dominio esclusivo della CyberneticGhost e qualsiasi contatto non autorizzato con le forme note come Digimon, viene severamente vietato dal governo che li ritiene una possibile minaccia In un mondo grigio e che sembra essere stato privato della luce della speranza e di quei candidi sogni infantili, mi chiedo se abbiamo ancora la reale possibilità di cambiare le cose. Questo mondo e Digiworld, gli esseri umani e i Digimon…siamo davvero due esistenze che devono restare separate? Questo, quello che continua a ronzare prepotentemente nella mia testa e mentre ci rifletto, non trovo una soluzione. Ma forse, quei ragazzi ne troveranno una, almeno questo è quello che spero.
Io chi sono? È ancora presto per conoscere il mio nome e in realtà non credo che ce ne sia bisogno. Quindi, ora inizierò questo racconto di avventura, amicizia e perché no? Anche amore.

 



Quel giorno stava andando a scuola per recuperare alcune cose che aveva dimenticato per la troppa fretta. Il cielo era grigio e cupo, presagiva un temporale imminente. La giovane tredicenne si fermò guardando verso la G-Tower che troneggiava dal alto della città. Sorrise rassicurata da quella presenza che infondeva sicurezza a tutti contro i recenti attacchi di quei mostri…

Improvvisamente, il suo telefono cadde dalla borsa aperta. La ragazza si chinò per raccoglierlo e quando si rimise dritta, nel suo campo visivo, vide una figura.
Per lo spavento sussultò lasciandosi scappare un cinguettio di terrore quando si rese conto che la figura in questione, non era una soltanto, ma una moltitudine di figure dagli occhi rossi che la fissavano dal altra parte della strada, chiamandola.

“ Devo…devo scappare! “

Pensò la ragazza iniziando a correre a perdifiato lungo la strada. Sapeva che quei mostri non avevano pietà, quando uno di loro ti puntava dovevi correre, correre e fuggire cercando un rifugio.

Con il cuore che le martellava nel petto, continuava a correre disperata. Piccole lacrime le si erano formate agli angoli degli occhi e in poco tempo, le stavano rigando le guance pallide dallo spavento.

 - Vieni da noi…Con te, si con te possiamo digevolvere! Vieni da noi, forza dacci la forza umana!-
- BASTA! Lasciatemi in pace! Non ne voglio sapere niente! -

Gridò a perdifiato la ragazza tappandosi le orecchie, ma finì con l’inciampare cadendo con un tonfo a terra. Strinse i pugni mentre sentiva avvicinarsi le sagome di quei mostri. Sempre più vicini, cercavano di catturarla per farne una loro schiava o forse addirittura ucciderla.

“ Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”
Pensò la ragazza, quando, uno di loro le afferrò la gamba con un artiglio, stringendola e facendole sfuggire un urlo.

- Darkness Hand! –


Un ombra, saltò davanti alla ragazza e con i suoi artigli lacerò la figura oscura che scomparve in un nugolo di particelle digitali. Fece così scomparire il Digimon che aveva tentato di afferrare la ragazza. Il responsabile di quell’attacco, era un Digimon bipede simile a un lupo con una pelliccia di colore viola chiaro con una faccia e uno stomaco bianchi, i suoi occhi che osservavano seri e quasi taglienti la ragazza, erano color ambra con pupille a forma di diamante. Il Digimon indossava una sorta di pantaloni di pelle bianca con varie fibbie per cinture sulle gambe e due catene che penzolano dalla cintura nera su entrambi i lati, così come una cintura nera con fibbia argento sul bicipite sinistro. Il vento freddo muoveva sinuosamente la sciarpa nera, che svolazzava dietro di sé, strinse le mani fasciate da guanti neri con gli artigli che sporgevano e sembravano scintillare alla luce delle stelle.
 

(DIGIMON ANALYZER)
Strabimon
Livello: Rookie
Tipo: Beast
Attributo: Variable
Attacchi: Licht Nagel, Litch Bei
(ANALYSIS COMPLETED)


L’essere si voltò verso Tomoe che ansimava per l’affanno dovuto alla corsa. La ragazza, si impose di calmarsi e deglutì per bloccare l’affanno guardando dritta negli occhi ambrati di Strabimon.
Era stato uno di loro a salvarla…Non un umano ma un Digimon. Da quel giorno, Tomoe rimise in discussione tutto ciò che aveva sempre pensato dei Digimon.


“ Forse…Forse lui un cuore ce l’ha”

 



Sfrecciava tra le vie della città sul suo fedele cyberbord. Era in ritardo e quando era in ritardo, Shun si arrabbiava sempre. Non era bastato mettere la sveglia o meglio le sveglie, il ritardatario in questione, ne aveva la bellezza di quattro sul comodino nella vana speranza di svegliarsi in orario, ogni volta finiva per passare la notte a giocare e si dimenticava puntualmente le riunioni.

- Merda, merda, merdissima merda! –

Urlò il ragazzo saltando da un muretto e ruzzolando poi contro il cancello della scuola. Ma non aveva certo il tempo per soffrire a causa della caduta, si rialzò e tenendo in mano il suo cyberboard corse dentro l’edificio. Aveva i capelli biondi dalle ciocche blu appiccicati dietro il collo, era abituato a metterci un bel po di gel per farli restare in ordine. Ma naturalmente, il ragazzo non ne aveva avuto il tempo. Corse a perdifiato su per la scala e quasi inciampò in alcune studentesse. Si voltò a guardarle continuando a correre.

- Scusatemi bellezze! Vado un po’ di fretta adesso, ma più tardi possiamo uscire insieme! –
Urlò loro, saltando con un balzo il carrello del bidello che gli gridò ovviamente di non correre.
- Scusi! È che vado un po’ di fretta signore! –
Rispose il ragazzo svoltando per il corridoio e continuando a correre, fino a raggiungere la sua meta scontrandosi purtroppo con una ragazza.

- Soul! Stai più attento. Mi hai fatto male zucca vuota! –
La ragazza in questione, era una giovane dai lunghi e ordinati capelli nero-blu, era caduta sul sedere e lo stava guardando, come se volesse incenerirlo da un momento al altro. Il ragazzo, ridacchiò e le porse la mano aiutandola ad alzarsi.
- Dai quanto la fai lunga! Almeno sono arrivato no? – domandò lui sospirando.

Era coetaneo di Tomoe la ragazza che aveva quasi investito e naturalmente, di Shun anche se a prima vista, sembrava uno di quei teppisti degli anime Giapponesi, visto che indossava una uniforma da motociclista bianca e azzurra, aveva un casco sotto mano e l’aria di chi aveva sempre la propensione ad attaccar briga e il suo scarso interesse verso le regole e le lezioni sembrava dimostrarlo.

. Mettiamola così…Ti potevi svegliare molto prima. Resterai dopo le lezioni, in punizione – decretò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno.

Tomoe Shirabuki per gli amici stretti Tomoe per gli studenti che venivano puniti semplicemente Presidentessa, era una delle migliori studentesse della scuola. Dietro i suoi occhi freddi e algidi, si nascondeva un autentico genio. Era la rispettabile presidentessa del consiglio studentesco, inoltre era una acclamata figlia d’arte. Sua madre era una famosa pianista di successo originaria dell’Inghilterra. Tomoe però era cresciuta in Giappone dal età di tre anni, quando il padre archeologo era stato mandato in Giappone per alcuni scavi.

- Ma e Strabimon? Non lo vedo da nessuna parte –
Disse il ragazzo, mettendo la mano come se stesse facendo il saluto militare e cercando con lo sguardo qualcuno. La fanciulla sospirò e si voltò facendo ondeggiare leggermente i capelli.

- Vogliamo andare? Gli altri ci stanno aspettando e ti ricordo… -
. Che sono in “tremendo” e “inqualificabile” ritardo. Lo so, lo so – scherzò Soul ridendo.
La ragazza gli tirò una manata sulla spalla e con uno sbuffo, entrò nella stanza lasciandolo fuori, nonostante le proteste del ragazzo che si stava agitando seccato.

Ascoltando una musica allegra nelle cuffie, teneva il ritmo con la testa mentre digitava sulla tastiera del suo portatile.

Shun Mikazuki era un ragazzo di circa diciassette anni, era abbastanza alto da sbattere la testa contro il lampadario nella stanza, così per risolvere lo aveva alzato. Arricciò sul dito una ciocca dei suoi capelli argentei e pensieroso mordicchiò la matita che teneva i mano e che ogni tanto usava per scrivere dati e statistiche sul blocco alla sua destra. Improvvisamente, la porta a soffietto della sua classe si aprì e un essere molto simile a un mini-drago rosso con la pancia bianca e dettagli neri, emerse con in mano uno scatolone.


 

 

(DIGIMON ANALYZER)
Guilmon
Livello: Rookie
Tipo: Dragon
Attributo: Virus
Attacchi: Pyro Sphere
(ANALYSIS COMPLETED)


- Dove devo metterlo Shun? – domandò la creatura
Il ragazzo sorrise e indicò dove mettere lo scatolone che fu riposto quasi immediatamente dal compare. Quest’ultimo si avvicinò osservandolo con i suoi occhi gialli e apparentemente innocenti.

- Lo sai Guilmon, il tuo nome deriva da colpevole e mostro ma è stato tradotto come mostro-innocente, buffo vero? – disse il ragazzo lasciando sfuggire una risatina.
- Ehi! Ma non sono un mostro io. Sono un Digimon! –
Rispose a quel punto Guilmon ridendo a sua volta. Shun annuì un po distratto per poi posare la mano sul capo del digimon accarezzandolo affettuosamente.

- A me basta che non ti metti a fare le fusa, contrasta con la tua apparenza simil-minacciosa – aggiunse.

Ovviamente stava scherzando e Guilmon l’aveva capito perché afferrò uno dei panini disposti sul tavolo divorandolo in un sol boccone, decisamente soddisfatto.

- Anche Shun può essere un Digimon se vuole. Uno Shumon! –

Rispose la creatura digitale sollevando le braccia tutto contento. Sembrava un bambino entusiasta e questo insieme alla sua bontà contribuivano a renderlo simpatico agli occhi di Shun. Ancora ricordava con nostalgia quando si erano incontrati.

Era un giorno esattamente come tutti gli altri, solo che pioveva. Camminava per la strada sotto una pioggia scrosciante con il cappuccio della felpa tirato a coprire la testa e le cuffie rosse con i bordi neri, ultimo regalo di sua madre. Aveva il viso chinato e tirava su con il naso, non era stata la migliore delle sue giornate e sicuramente le cose sarebbero peggiorate una volta tornato a casa dal patrigno. Odiava quella sensazione alla bocca dello stomaco, odiava l’opprimente sguardo del uomo che sembrava solo ricordargli quanto fosse un fallimento. Odiava tutto di quella casa perfetta tanto da sembrare finta. Il sorriso insistente della madre, la freddezza del fratello acquisito e del patrigno, instauratisi nella sua vita tranquilla, impadronitisi a forza dei suoi desideri e sogni, distruggendoli e rimpiazzandoli con una scuola lontana dai suoi amici e il rigore di regole e imposizioni che gli toglievano il fiato.

Shun si fermò. Voleva solo una cosa, solo una…Scomparire come se non fosse mai esistito e rincontrare suo padre da qualche parte nei meandri della sua memoria e del suo cuore, ormai in frantumi dopo la morte del uomo e il loro trasferimento. Si affacciò al ponte e guardò la città dove viveva.
Tokyo era in forte espansione tecnologica, tanto che si potevano notare il doppio degli edifici e naturalmente la G-Tower in lontananza con il logo della CyberneticGhost in bella vista. L’altissima torre sembrava troneggiare sulla città con un nonché di potente e imponente, come se da lassù i dirigenti della società osservassero la gente dal alto decidendo delle loro sorti e dei loro destini, giocando a “fare dio” come diceva spesso suo padre quando era in vita.
La musica nelle cuffie del ragazzino si fermò di colpo, segno che la canzone come il tempo a lui concesso fuori da quella casa, erano terminati.

Fino d allora non se ne era accorto, sopito in tutti quei pensieri e isolato dal resto del mondo, non aveva udito quel suono, quel incessante bip, bip che lo stava come chiamando da un vincolo. Si voltò lentamente appoggiando lo zaino e a passi incerti entrò nel vicolo. Il rumore si fece più assordante fino a spegnersi del tutto quando il ragazzino, raggiunse il tombino e quello che ne era uscito che hai suoi occhi sembrava…Un uovo bianco a strisce rosse.

Come poteva un uovo trovarsi in un vicolo? Ma soprattutto chi l’aveva messo lì? No era impossibile che qualcuno l’avesse messo apposta per lui.

Il ragazzino si guardò attorno qualche secondo nella speranza di trovare il proprietario di quello strano oggetto, ma ciò che vide furono solo persone intente a camminare avanti. I loro occhi erano spenti e vacui come se avessero letteralmente perso la loro capacità di sognare.

Shun, allungò la mano e sfiorò la superficie dell’uovo, era caldo e terribilmente reale il che escludeva quasi a priori che quello, fosse un sogno. L’uovo reagì emettendo un bagliore rosso che fece scappare al ragazzino un grido di paura e gli fece perdere l’equilibrio cadendo sul sedere.
Quando la luce si diradò accanto all’uovo, Shun vide un oggetto che prima non era sicuramente stato lì. Lo prese esitando solo qualche secondo prima di osservarlo.

Aveva l’aspetto di un bracciale o uno di quegli orologi che facevano anche da telefono. Un pannello era posto sulla parte superiore, aveva uno schermo LCD e sembrava molto costoso. Due pulsanti erano posto sul lato destro del cinturino piuttosto spesso. I colori prevalenti erano il nero dei decori simili a tribali e il rosso predominante.
Il ragazzino era chiaramente indeciso se indossarlo o meno, ma alla fine qualcosa in lui fu più forte del dubbio e della paura e lo convinse a indossare lo strano bracciale.
Sullo schermo di esso apparve una serie di strani codici e un bagliore rosso costrinse il ragazzino a chiudere gli occhi.

- Sh…Sh…Shun apri gli occhi! –

Una vocina dolce e innocente lo stava chiamando e quando il ragazzino aprì gli occhi, lanciò un grido di stupore nel vedere che l’uovo si era rotto e qualcosa, era uscito da esso. L’esserino di forma tondeggiante e di colore prevalentemente rosso, si era messo a quattro zampe e osservava il ragazzino, presentava due occhietti vispi di colore giallo, una coda da rettile che stava muovendo, proprio come se scodinzolasse e aveva delle buffe orecchie che ricordavano molto le ali di un pipistrello. Inoltre sotto gli occhi aveva due triangolini neri.

- Shun perché mi guardi così? Ti fa male da qualche parte? – domandò l’esserino.
- N-no! Ma tu chi sei e come conosci il mio nome? –
Chiese allora il piccolo umano confuso davanti al fatto che uno strano essere, stava parlando con lui, come se lo conoscesse da un sacco di tempo.
- Ma come! Io sono Gigimon e sono il tuo Digimon, noi siamo amici, te ne sei dimenticato? –
- DI-DIGIMON?! –



I pensieri di Shun si interruppero quando sentì bussare alla porta. Si girò e sorrise quando vide due figure una delle quali fece irruzione nella classe sbraitando a più non posso. Si trattava di Sosuke detto Soul e di Tomoe due suoi compagni di classe e amici. Guilmon era abituato al via vai e quando qualcuno entrava solitamente se ne stava nascosto fino a quando quest’ultimo non lasciava la classe ma visto che i due ragazzi erano a conoscenza dell'esistenza dei Digimon, avendone uno pure loro, il drago digitale poté uscire tranquillamente allo scoperto.


- Buongiorno Guilmon. Ti ho portato dei dolci deliziosi dalla pasticceria. –

Esordì subito Tomoe porgendo un sacchetto al Digimon che curioso come solo una bambino poteva essere, aprì immediatamente il sacchetto per poi mettersi a mangiare di gusto il pasto offertogli dalla ragazza.

- Non c’è Strabimon? È successo qualcosa?- domandò a quel punto Shun un po’ preoccupato.

Tomoe si limitò a scuotere leggermente la testa osservando i trofei nel armadietto che dava verso la finestra. Per lo più erano trofei di programmazione e sviluppo di software che il ragazzo aveva vinto a vari concorsi. Non era un caso infatti se il gruppetto aveva scelto come proprio luogo d’incontro l’aula d’informatica. Shun era famoso come programmatore e il fatto che avesse vinto anche dei premi non era solo un testimoniare la sua bravura. I professori gli avevano concesso il privilegio di poter usare a sua discrezione l’aula informatica, ovviamente il ragazzo non se l’era fatto ripetere due volte e aveva subito proposto agli amici quel luogo come posto per incontrarsi dopo le lezioni.

- Vee mostrati! –
Soul puntò il quadrante del digivice e da esso, scaturì una nebbiolina azzurra che si compattò in una sfera del medesimo colore prima di prendere la forma di una buffa creatura.



 

(DIGIMON ANALYZER)
Veemon
Livello: Rookie
Tipo: Dragon
Attributo: Vaccine
Attacchi: Vee Head Butt
(ANALYSIS COMPLETED)


Veemon questo il nome del Digimon, era una creatura simile a una lucertola di forma umanoide per la maggior parte la sua pelle era celeste, con ventre e muso bianchi. La testa di Veemon era abbastanza grossa con due appendici coniche che si sviluppavano dal retro della testa stessa, proprio come se fossero orecchie. Un piccolo corno spuntava dove ci sarebbe dovuto essere il naso del Digimon. Scodinzolò con la lunga coda e fece il pollice sollevato con le grandi mani a cinque dita dotate di piccoli artigli bianchi. Aveva un simbolo giallo a forma di V presente tra i suoi due occhi di colore rosso scuro che osservavano curiosi Guilmon mangiarsi i dolci offerti da Tomoe. Ai lati degli occhi presentava inoltre due strisce gialle.
- Vuoi assaggiare qualche dolce? Sono davvero molto buoni. Avanti non fare complimenti – disse Guilmon sorridendo
- Grazie amico! Ne avevo una voglia pazzesca! –
rispose il compagno azzurro andando subito a sedere accanto al amico divorando alcuni dolci in un sol boccone riempiendosi le guance neanche fosse uno scoiattolo goloso.
- allora avete preparato tutto? Il pranzo al sacco? E non dimenticatevi di prendere appunti –

Il tono della voce di Tomoe era molto severo. Ma dopotutto lei doveva far si che tutto a scuola andasse sempre nel migliore dei modi e che gli studenti rispettassero le regole. Soul dal canto suo si esibì nella sua migliore espressione annoiata e si lasciò sfuggire un sospiro tirato per poi afferrare una delle sedie sedendosi a gambe aperte con le mani e la testa appoggiate allo schienale. Tomoe era sul punto di ribeccare a quel suo atteggiamento, quando Shun decise di intervenire per evitare un ennesima discussione tra i due.

- È la prima volta che andiamo in gita scolastica al parco di Hikarigaoka. Sarà bello tornare nel quartiere dove siamo cresciuti – disse l’argento con un sorriso
- Già! E mio zio mi ha pure promesso di farmi avere il miglior pranzo al sacco di sempre! –

rispose Soul sorridendo a sua volta sebbene quel sorriso pareva più un ghigno. Il ragazzo non stava più nella pelle per l’imminente gita scolastica, dal canto suo le lezioni erano sempre molto noiose e una giornata all'aria aperta non poteva che essere gradita. Guilmon e Veemon sentendo il tono entusiasta dei ragazzi sembrarono un po’ contrariati.

- Noi non possiamo venire con voi?- domandò un innocente e ingenuo Guilmon al suo partner umano.
- Se promettete di nascondervi e uscire solo quando ve lo diciamo noi credo che non ci siano problemi – disse il ragazzo
- Yuppie! Yuppie vado in gita con Shun! Ah…ma cos’è una gita? –
La domanda innocente del dino-digitale fece involontariamente scappare una risata a Soul e un sorriso lieve a Shun che gli accarezzò comprensivo la testa.
- Le gite sono un intrattenimento formativo. Ci si reca in un luogo dove si imparano cose nuove – spiegò Tomoe parecchio esaustiva
- Non ascoltare la Presidentessa della Noia! Le gite sono momenti di svago concessi a noi poveri studenti da quei tiranni dei professori! – disse Soul in tono parecchio teatrale cosa che fece incrociare le braccia a Tomoe parecchio irritata.
- Lo sono solo per te! Le gite sono momenti formativi – replicò la ragazza seccata
- Ma formativi un cavolo! Sono momenti divertenti! – la ribeccò a sua volta Soul.
Shun non poteva fare altro se non osservare i due continuare a discutere su chi avesse ragione in merito al significato di “gita scolastica “.

Da tutt’altra parte sulla superficie del laghetto del parco di Hikarigaoka si stavano formando alcune scintille e tra le acque cristalline abitate per lo più da carpe Koi, si stava manifestando una gigantesca ombra.

 



Angolo della digi-taverna

Ehi salve! Brava gente che mi seguite oggi sono qui per presentare una nuova storia. In realtà si tratta di una versione aggiornata e modificata di un mio precedente progetto. Questa storia sarà parecchio lunga e spero di non bloccarmi cosa che purtroppo non posso garantire. Ma per ora ci si prova. La trama comincerà presto a decollare ma prima di lasciarvi voglio dire che questa storia è stata pensata come un anime quindi avrà una serie di cose tipiche degli anime quindi avrà una struttura a episodi e anche un logo della “serie” che è stato fatto da me. Mentre i PV dei personaggi umani non i Digimon che avete visto in questo capitolo non mi appartengono. Vediamo se riuscite a indovinare da che anime vengono.


Detto questo vi lascio l’anticipazione per il prossimo episodio.

I nostri eroi arrivano ad Hikarigaoka per la loro gita scolastica in compagnia dei loro Digimon. Ma un nuovo pericolo è dietro l’angolo. Ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Prossimo episodio: it’s Justice time!

  
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